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N. <strong>16</strong> n.s. – Gennaio-Aprile 2001 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong><br />
vario genere sulla tradizione culturale della città, racconta storie<br />
anche di minima evidenza, cerca di non tralasciare nulla; un<br />
vero spigolatore di notizie,che non accontentandosi di ciò che si<br />
è mietuto, ritorna ugualmente nei campi, dove sa di poter trovare<br />
altre informazioni, le più minute e nascoste.<br />
Il Mangeli partendo anzitutto da un attento e scrupoloso spoglio<br />
dei giornali, quotidiani, ma anche fogli parrocchiali, o prodotti<br />
da istituti e associazioni sia religiosi che laici, recanti i resoconti<br />
delle feste, studiando i manifesti dei programmi festivi,<br />
coinvolgendo i non pochi collezionisti di cimeli legati al folklore<br />
religioso locale, ha potuto realizzare quest’opera che arricchisce<br />
e compendia la tradizionale documentazione storica<br />
non solo perchè preserva la memoria storica dall’oblio, ma anche<br />
perché questo assemblaggio è essenzialmente un atto di rispetto<br />
per il passato quale unica strada che può rendere possibile<br />
la comprensione del tormentato presente.<br />
CLOCHARD DI Claudio Zangrandi – Editrice Blu di Prussia<br />
– Piacenza 1998<br />
l romanzo di Claudio Zangrandi, alla prima esperienza edito-<br />
I riale, ci propone una vicenda attuale anche se la datazione del<br />
racconto che sostiene quasi l’intero testo, parte da lontano.<br />
È una storia “agrodolce”, plausibile, probabile, dove incontriamo<br />
personaggi qualunque, gli stessi che ognuno di noi avvicina<br />
nella vita civile, durante le proprie giornate. Ma la normalità<br />
di quanto accade e la semplicità con cui l’io narrante<br />
mette a nudo il suo vissuto, non risultano mai banali.<br />
Il merito di Zangrandi sta nel riuscire ad interessare pur partendo<br />
da ingredienti che sembrano destinati al contrario; la sua<br />
capacità di narratore viene fuori senza che faccia ricorso ad effetti<br />
speciali, a sortite stravaganti; il suo linguaggio è accattivante<br />
perché quello che vuol dire, quello che intende esprimere,<br />
affascina lui, prima di tutto.<br />
Claudio Zangrandi sembra invitarci a credere che esiste una vita<br />
da cucirsi addosso, ricordandoci che solo la fretta, l’egoismo,<br />
il moderno imbarbarimento, ci impediscono di valutare come<br />
auspicabile il fatto che si guardi in direzione degli altri con<br />
maggiore attenzione.<br />
Per questo il simpatico clochard della stazione di Torino Porta<br />
Nuova pare uscire dal libro, alla fine, quasi a volerci impartire<br />
una lezione di umanità.<br />
(dall’introduzione)<br />
Santuari della Campania, a cura di UGO DOVERE, Napoli, Massa<br />
Editore, 2000, pp. 440, ill., Edizione inglese con il titolo Holy Places<br />
in Campania.<br />
l volume censisce per la prima volta i Santuari della regione<br />
I<br />
Campania suddividendoli per diocesi (le diocesi della Cam-<br />
pania sono 25: Acerra, Alife-Caiazzo, Amalfi-Cava, Ariano Irpino-Lacedonia,<br />
Avellino, Aversa, Benevento, Capua, Caserta,<br />
Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, Ischia, Montevergine,<br />
Napoli, Nocera Inferiore-Sarno, Nola, Pompei, Pozzuoli,<br />
Salerno-Campagna-Acerno, Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-<br />
Nusco-Bisaccia, Badia di Cava de’ Tirreni, Sessa Aurunca,<br />
Sorrento-Castellammare, Teano-Calvi, Teggiano-Policastro,<br />
Vallo della Lucania).<br />
Per ciascuna diocesi vengono individuati e descritti i seguenti<br />
luoghi: la Cattedrale, i Santuari riconosciuti dall’autorità ecclesiastica,<br />
e alcune chiese di particolare pregio artistico-architettonico<br />
considerate dai fedeli come scrigni di arte e di fede.<br />
Vengono censiti complessivamente 219 luoghi sacri (25 Cattedrali,<br />
152 Santuari, 42 tra catacombe, basiliche, chiese concattedrali,<br />
monastiche e conventuali); per ogni edificio viene offerta<br />
una scheda in cui si traccia in maniera sintetica la storia<br />
del luogo, se ne descrive il patrimonio storico-artistico e si se-<br />
17<br />
gnalano le più importanti tradizioni liturgiche e folcloristiche<br />
del posto. Le chiese incluse nel volume hanno giocato un ruolo<br />
di primo piano durante l’anno giubilare appena trascorso, accogliendo<br />
un numero più elevato del solito di pellegrini e devoti.<br />
Oltre alle tradizionali e famose mète religiose campane (Pompei,<br />
Montevergine, Madonna dell’Arco, Materdomini, Pietrelcina,<br />
Capaccio, Roccamonfina), vengono fatti conoscere numerosi<br />
altri Santuari di ogni provincia, intorno a cui si sta incrementando<br />
un interessante movimento di turismo religioso,<br />
legato sia alle tradizioni locali sia all’accoglienza rivolta a pellegrini<br />
e turisti provenienti da fuori regione (a cominciare dai<br />
Campani di seconda e terza generazione sparsi nel mondo).<br />
Il Santuario è il luogo ideale per la ricerca di Dio e per fare<br />
esperienza di Chiesa – come sottolinea il Card. Giordano presentando<br />
il volume – perché fa riscoprire «il fascino di quella<br />
comunione nella fede e nella santità che fa spalancare il cuore<br />
verso tutti, in particolare verso chi è diverso da noi». Tuttavia<br />
– come rileva Antonio Bassolino nella prefazione al libro –<br />
«i “campanili” del nostro Paese sono stati sempre un punto di<br />
riferimento intorno al quale sviluppare anche aggregazioni civiche<br />
e forme sociali organizzate, e le loro mura spesso hanno<br />
difeso e tramandato preziose memorie delle comunità locali».<br />
Il censimento è stato promosso dalla Conferenza Episcopale<br />
Campana attraverso l’ufficio regionale per i beni culturali ecclesiastici,<br />
che ha curato il coordinamento della ricerca, mentre<br />
la realizzazione del volume in edizione italiana e inglese da<br />
parte della casa editrice Massa di Napoli rientra tra le attività<br />
della Regione Campania per il grande giubileo del 2000.<br />
Ugo Dovere, sacerdote napoletano, già delegato della Conferenza<br />
Episcopale Campana per i beni culturali e il giubileo, insegna<br />
Storia della Chiesa presso l’Istituto Universitario “Suor<br />
Orsola Benincasa” di Napoli.<br />
Calitri 10.01.2001, il festeggiamento delle nozze d’oro è sempre un bel traguardo<br />
che deve essere festeggiato degnamente, da sinistra: Franca Fastiggi,<br />
Angelina Russo, Donato Russo (bellascrima) e Antonietta Stanco i festeggiati,Vito<br />
Russo, Angela Di Milia, dietro: Donato Russo, Antonella Fastiggi, Giuseppe<br />
Fastiggi, Alessandro Russo.Auguri sinceri dalla Redazione del Giornale.