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Irrazionalità di phi<br />
Si racconta che quando il matematico greco Ippaso di Metaponto scoprì che il rapporto aureo non<br />
appartiene né all’insieme degli interi né a quelli dei rapporti tra gli interi, tale novità fu un vero<br />
trauma per i seguaci di Pitagora. L’idea dell’esistenza di simili numeri fu accolta con grande<br />
angoscia, considerandola il segno di un’imperfezione cosmica da tenere il più possibile segreta.<br />
Il fatto che la sezione aurea non si possa esprimere per mezzo di una frazione, cioè come numero<br />
razionale, significa che è impossibile trovare due numeri interi il cui rapporto corrisponda<br />
esattamente al rapporto delle lunghezze dei due segmenti risultanti dalla divisione del segmento di<br />
partenza. Dal punto di vista geometrico, trovare due numeri del genere significherebbe trovare un<br />
segmento che sia contenuto un numero intero di volte in entrambi i segmenti. Ma per quanto<br />
cercassimo, un segmento con questa proprietà non potremmo trovarlo.<br />
Si può dimostrare l’irrazionalità di φ dimostrando l’incommensurabilità del lato e della diagonale di<br />
un pentagono regolare (questi segmenti sono infatti in sezione aurea).<br />
Dimostrazione:<br />
Vogliamo dimostrare che la diagonale e il lato del pentagono sono incommensurabili, che non<br />
hanno cioè nessuna misura in comune. Si perviene alla dimostrazione sfruttando il fatto che è<br />
possibile costruire una serie di pentagoni e pentagrammi inseriti gli uni dentro agli altri<br />
proseguendo indefinitamente; inoltre si parte da un ragionamento per assurdo.<br />
Fig. 10<br />
Si consideri la figura 10. Chiamiamo l1 il lato del pentagono ABCDE, e d1 la sua diagonale. Tramite<br />
le proprietà dei triangoli isosceli, è facile provare che AB=AH e HC=HJ. Chiamiamo poi l2 il lato<br />
del piccolo pentagono FGHIJ, e d2 la sua diagonale.<br />
Evidentemente:<br />
Perciò<br />
E<br />
D<br />
J<br />
A<br />
F G<br />
AC=AH+HC=AB+HJ<br />
d1= l1+d2 ovvero d1-l1=d2<br />
Dire che d1 e l1 hanno una misura in comune equivale a dire che d1 e l1 sono multipli interi di quella<br />
misura. Perciò, tale misura sarà comune anche a d1-l1 cioè a d2. In modo simile, le uguaglianze<br />
I<br />
H<br />
C<br />
B<br />
10