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<strong>La</strong> sezione aurea<br />
Che cosa hanno in comune la mirabile disposizione dei petali di una rosa, le opere di artisti come<br />
Dalì, Mondrian, i progetti di Le Corbousier e l’armoniosa spirale della nostra galassia?<br />
Per quanto possa sembrare strano, queste realtà così disparate condividono un numero, o una<br />
proporzione geometrica, noti fin dall’antichità e designati nell’Ottocento con una serie di<br />
definizioni che alludono all’oro, simbolo di ciò che è nobile, inalterabile e prezioso: un numero<br />
aureo, rapporto aureo o sezione aurea. Prima ancora, un importante trattato scritto e pubblicato in<br />
Italia all’inizio del Cinquecento, il De divina proportione, era giunto a definire queste<br />
corrispondenze divine.<br />
Normalmente usiamo il sostantivo “proporzione” per identificare un rapporto tra cose – o parti di<br />
esse – considerate secondo la grandezza o la quantità; oppure un rapporto tra cose o parti di esse che<br />
appaia caratterizzato da una particolare armonia. In matematica, con “proporzione” si indica di<br />
solito un’uguaglianza del tipo: 9 sta a 3 come 6 sta a 2. Il rapporto aureo è un interessante<br />
amalgama dei due significati, quello quantitativo e quello estetico, perché pur essendo definito<br />
matematicamente gli viene attribuita la capacità, se applicato a oggetti che colpiscono i sensi, di<br />
renderli piacevolmente armoniosi.<br />
Alcune delle migliori menti matematiche di ogni tempo, da Pitagora a Euclide nella Grecia antica,<br />
passando, nel Medioevo, per il matematico Leonardo da Pisa e nel Rinascimento per l’astronomo<br />
Johannes Kepler, fino ai protagonisti della scienza contemporanea come il fisico Roger Penrose,<br />
hanno prodigato tempo e riflessione a questo semplice rapporto e alle sue proprietà. Biologi, artisti,<br />
musicisti, storici, architetti e psicologi hanno indagato e discusso la sua inattesa presenza nei campi<br />
più diversi. In effetti, dire che il rapporto aureo ha ispirato pensatori di tutte le discipline più di<br />
qualunque altro numero nella storia della matematica non è affatto un’esagerazione.<br />
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