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La Sezione Aurea

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storia del Cristo in un’unica composizione: il “luogo della parola” di Gesù (il lago di Galilea e<br />

dintorni) e il “luogo del corpo” donato (il Cenacolo, a Gerusalemme). Il Cenacolo ha le pareti<br />

trasparenti, che lasciano intravedere un enorme dodecaedro (il solido platonico strettamente<br />

connesso con la sezione aurea) che fluttua sopra la tavola e la circonda: la geometria rappresenta qui<br />

qualcosa di mistico che rimanda alla divina proporzione. Dalí stesso ha dato una spiegazione<br />

all’intento di dare risalto al rapporto aureo nel quadro: egli ritiene che “l’eucaristia dev’essere<br />

simmetrica”. <strong>La</strong> ragione della scelta del dodecaedro è invece da ricondurre alla particolare<br />

concezione che Platone aveva di questo solido: esso sarebbe “la forma usata dalle divinità per<br />

ricamare le costellazioni sull’insieme dei cieli” e quindi simbolo dell’universo nel suo insieme.<br />

Altro elemento chiave della tela è la luce, generata da un sole all’orizzonte e nel contempo surreale,<br />

che produce un effetto di sorpresa sull’osservatore.<br />

Al centro della tavola, Cristo è quasi trasparente, l’unico a non proiettare ombra sull’immensa<br />

tavola, anzi sembra essere lui stesso fonte di luce. Con una mano indica se stesso, la sua esistenza<br />

terrena; con l’altra fa alzare lo sguardo alla sua prossima condizione di risorto. Il meraviglioso busto<br />

geometrico, corpo celeste che domina la scena, innalzato tra cielo e terra, rimanda al Mistero<br />

Pasquale. È additato dallo stesso Cristo al centro del banchetto, che svela così il significato della<br />

rappresentazione.<br />

<strong>La</strong> tavola spoglia, accoglie un pane e un calice, simboli eucaristici, elementi essenziali del<br />

banchetto. I dodici apostoli sono raffigurati col capo chino e in una posizione di meditazione<br />

monastica.<br />

Su tutto trionfa una luce che non è più quella del crepuscolo del Giovedì santo ma quella dell’alba<br />

della Pasqua. Lo spazio davanti è vuoto: come un invito a prendere posto davanti a tanta luce e a<br />

renderci partecipi del Mistero Pasquale.<br />

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