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Cantieristica croata<br />
giù dal «po<strong>di</strong>o»? «po<strong>di</strong>o»?<br />
Anno LV - N. 16 - 31 agosto 2008 - Rivista quin<strong>di</strong>cinale - kn 14,00 - EUR 1,89 - Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale a tariff a intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401<br />
Panorama<br />
www.e<strong>di</strong>t.hr/panorama
In primo Rubrica piano<br />
Nel dopo-Olimpia<strong>di</strong> la cantieristica croata rischia <strong>di</strong> fi nire giù dal po<strong>di</strong>o<br />
Il medagliere me lo faccio io...<br />
<strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />
Fate tesoro delle delusioni e sofferenze,<br />
dei momenti <strong>di</strong> rabbia<br />
e o<strong>di</strong>o, perché è passando questi<br />
momenti che si può scegliere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
migliori. Più facile a <strong>di</strong>rsi che a farsi,<br />
anche perché si sa bene che curare l’orgoglio<br />
ferito è impresa <strong>di</strong>ffi cile. Dunque,<br />
delusioni e speranze, attese e realtà: nello<br />
sport ce n’è sempre per tutti i gusti,<br />
anche perché il confi ne tra ambizione e<br />
sogno è molto sottile e si rischia <strong>di</strong> eccedere<br />
e deragliare. E Pechino non avrebbe<br />
potuto certo essere un’eccezione. I<br />
<strong>di</strong>scorsi sono due: quello della vigilia e<br />
quello del giorno dopo. Che a sua volta<br />
è sensibile <strong>di</strong> interpretazioni quanto mai<br />
soggettive. Chi ha vinto <strong>di</strong> più all’Olimpiade<br />
<strong>di</strong> Pechino? La Cina ha più ori, gli<br />
USA hanno più medaglie, ma qualcuno<br />
si è ricordato <strong>di</strong> fare la somma dei trofei<br />
conquistati dai paesi membri dell’UE,<br />
terzo, ipotetico, ma solo virtuale trionfatore<br />
dei Giochi. Ma non possiamo <strong>di</strong>menticare<br />
che in rapporto al numero <strong>di</strong><br />
abitanti, la testa della graduatoria spetterebbe<br />
a Bahamas, davanti a Giamaica,<br />
Islanda e Slovenia. Ognuno, insomma,<br />
si può costruire un medagliere su misura.<br />
E così si accontenta un po’ tutti.<br />
E la Croazia? Il medagliere l’ha relegata<br />
al poco <strong>di</strong>geribile 57.esimo posto.<br />
Poco <strong>di</strong>geribile perché, ma non solo nello<br />
sport, è lungi dall’essere un campione<br />
<strong>di</strong> moderazione e misura. Per cui le frustrazioni<br />
e gli sconforti sono ancora più<br />
cocenti e <strong>di</strong>ffi cilmente ci si lascia riportare<br />
alla ragione. Nello sport, come nella<br />
vita, insuccessi, smacchi e sconfi tte sono<br />
all’or<strong>di</strong>ne del giorno, soprattutto se alla<br />
vigilia abbiamo già compilato il “nostro”<br />
medagliere che, bando all’umiltà,<br />
spesso tiene conto solo dei colori <strong>di</strong> famiglia.<br />
E gli avversari? Tempo sprecato,<br />
tanto sono inferiori ai “nostri” e non<br />
vale la pena <strong>di</strong> prenderli troppo sul serio.<br />
Mettiamo (l’incolpevole) Blanka Vlašić:<br />
a sentire gli osservatori (e lasciamo perdere<br />
l’uomo della strada), a Pechino non<br />
è andata a confrontarsi con le altre avversarie<br />
ma semplicemente a prendersi<br />
la medaglia. D’oro, ovviamente. Ma lo<br />
sport agonistico a volte sa essere spietato<br />
e per certi versi “ingiusto”. Come<br />
la vita, del resto. Perché, alla fi ne, conta<br />
vincere, magari anche senza partecipare.<br />
Oggi, probabilmente, ne sarebbe<br />
conscio anche il barone de Coubertin.<br />
La vera gara consiste nel costruire gli<br />
sta<strong>di</strong> e gli alberghi, nel vendere i gadget,<br />
nel dare spazio alla visibilità me<strong>di</strong>atica<br />
e alla pubblicità delle maggiori aziende<br />
mon<strong>di</strong>ali. Il resto, in fondo, è solo coreografi<br />
a. O, come <strong>di</strong>rebbe il buon sior<br />
Bortolo delle ‘Maldobrie’, i fa solo per<br />
insempiar la gente. I gran<strong>di</strong> hanno detto<br />
che “i Giochi <strong>di</strong> Pechino hanno promosso<br />
lo spirito olimpico <strong>di</strong> solidarietà,<br />
<strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> pace e sono <strong>di</strong>ventati un<br />
gran<strong>di</strong>oso evento <strong>di</strong> competizione sportiva<br />
internazionale e <strong>di</strong> scambi culturali<br />
a cui hanno assistito e partecipato persone<br />
da tutto il mondo”. È <strong>di</strong>ffi cile crederci.<br />
In realtà nell’era moderna le guerre<br />
non si fermano per niente, anzi, proprio<br />
in concomitanza con i Giochi 2008 si è<br />
aperto un altro fronte. E la lealtà sportiva<br />
è spesso e volentieri l’ultima cosa che si<br />
cerca <strong>di</strong> perseguire. Ma c’è sempre qualcuno<br />
che si fa venire gli occhi luci<strong>di</strong> al<br />
momento dell’alzaban<strong>di</strong>era ed al suono<br />
delle note degli inni nazionali. Per chi<br />
tira i fi li del potere è proprio quello che<br />
ci vuole. Un bella tregua olimpica, che<br />
può essere anche mon<strong>di</strong>ale o europea se<br />
<strong>di</strong> calcio si tratta, è probabilmente il miglior<br />
anestetizzante contro il mal <strong>di</strong> testa<br />
procurato dal logorio delle economie<br />
che vanno a catafascio.<br />
Problemi come prezzi, infl azione,<br />
carovita, posti <strong>di</strong> lavoro che restano in<br />
agguato. Anzi, sembra proprio che la<br />
Croazia, sotto la “spinta” dei criteri fi ssati<br />
dall’Unione Europea, dovrà mettere<br />
in ven<strong>di</strong>ta i cantieri navali. Tutti, si <strong>di</strong>ce,<br />
e non saranno concesse deroghe e scaglionamenti.<br />
Altrimenti slitterà l’apertura<br />
<strong>di</strong> un nuovo, importante capitolo nel<br />
processo <strong>di</strong> avvicinamento del Paese all’Unione,<br />
quello che esalta la libertà <strong>di</strong><br />
mercato. Insomma, cantieristica come<br />
le banche, con circa <strong>di</strong>ecimila lavoratori<br />
messi in preallarme. Altro che ristrutturazione:<br />
se la cantieristica è un settore<br />
destinato a operare in per<strong>di</strong>ta, come <strong>di</strong>ce<br />
il Governo, è facile intuire quale sarà il<br />
suo destino quando - entro un massimo<br />
<strong>di</strong> due anni - verrà realizzato il <strong>di</strong>segno<br />
<strong>di</strong> privatizzazione totale.●<br />
Costume<br />
e scostume<br />
Il primario è latitante<br />
Il car<strong>di</strong>ochirurgo del Centro<br />
Clinico <strong>di</strong> Fiume, Ognjen<br />
Šimić, giu<strong>di</strong>cato colpevole e<br />
condannato in primo grado a 9<br />
anni <strong>di</strong> carcere per concussione<br />
non ha assistito alla lettura della<br />
sentenza: ha preferito rendersi<br />
latitante. Ma la polizia e i me<strong>di</strong>a<br />
hanno in<strong>di</strong>viduato ben presto<br />
il luogo in cui si è nascosto:<br />
la natia Sarajevo. Alla richiesta<br />
<strong>di</strong> estra<strong>di</strong>zione inoltrata dalle<br />
autorità croate il Tribunale bosniaco-erzegovese<br />
ha risposto<br />
<strong>di</strong> no visto che non è obbligata<br />
a concedere l’estra<strong>di</strong>zione dei<br />
propri citta<strong>di</strong>ni.<br />
Con un linguaggio sintetico<br />
si potrebbe rilevare: oltre la<br />
beffa pure il danno. Le domande<br />
che un citta<strong>di</strong>no qualunque<br />
si pone sono molteplici, fi guriamoci<br />
l’amaro in bocca che<br />
in questo momento hanno le<br />
famiglie dei pazienti “ricattati”<br />
dal car<strong>di</strong>ochirurgo, oppure i<br />
testimoni che hanno contribuito<br />
a far luce su questa tragica storia<br />
<strong>di</strong> corruzione e malasanità.<br />
L’ipotesi <strong>di</strong> fuga era preve<strong>di</strong>bile,<br />
visto che sin dalle prime<br />
battute Šimić si è <strong>di</strong>feso sostenendo<br />
si trattasse <strong>di</strong> una montatura<br />
politica (???) e altrettanto<br />
preve<strong>di</strong>bile pure la decisione <strong>di</strong><br />
farlo rientrare in carcere subito<br />
dopo la lettura della condanna,<br />
come pure l’inter<strong>di</strong>zione dell’esercizio<br />
della professione.<br />
E mentre l’ex car<strong>di</strong>ochirurgo<br />
sorseggia probabilmente un<br />
caffé, obbligatoriamente turco,<br />
lungo la Bašćaršija a Sarajevo<br />
e cerca un nuovo impiego, a<br />
Fiume i magistrati, la polizia e<br />
l’Antimafi a nascondono il rossore.<br />
Si poteva evitare?<br />
Panorama 3
Panorama<br />
www.e<strong>di</strong>t.hr/panorama<br />
Ente giornalistico-e<strong>di</strong>toriale<br />
EDIT<br />
Rijeka - Fiume<br />
Direttore<br />
Silvio Forza<br />
PANORAMA<br />
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PANORAMA esce con il concorso<br />
finanziario della Repubblica <strong>di</strong> Croazia<br />
e della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia.<br />
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e<strong>di</strong>t@e<strong>di</strong>t.hr<br />
Consiglio <strong>di</strong> amministrazione: Tatjana<br />
Petrazzi (presidente), Ezio Giuricin<br />
(vicepresidente), Luigi Barbalich, Carmen<br />
Benzan, Doris Ottaviani, Donald<br />
Schiozzi, Fabio Sfi ligoi<br />
4 Panorama<br />
Sommario<br />
IN PRIMO PIANO<br />
IL MEDAGLIERE ME LO FACCIO IO... 3<br />
<strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />
ATTUALITÀ<br />
IN SLOVENIA IL VOTO POLITICO<br />
RAFFORZA LE ALLEANZE ........... 6<br />
ESULI: IL LITORALE ISTRIANO<br />
NON FU MAI TERRITORIO<br />
ETNICAMENTE SLOVENO! .......... 7<br />
THOMPSON E GRAFFITI IN ISTRIA<br />
IL FASCISMO FA PAURA ................ 8<br />
a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
SOCIETÀ<br />
L’ESAGERATA FEROCIA<br />
DEGLI ITALIANI E LA GRATITUDINE<br />
DEGLI STRANIERI ........................... 10<br />
<strong>di</strong> Marino Vocci<br />
PERSONAGGI<br />
Incontro con il pittore Renzo Mezzacapo<br />
NEI MEANDRI PÙ NASCOSTI<br />
L’ARTISTA SCOPRE COSE<br />
CHE NEANCHE LUI CONOSCE ... 12<br />
<strong>di</strong> Giacomo Scotti<br />
CINEMA E DINTORNI<br />
Festival del Cinema Italiano <strong>di</strong> Rovigno<br />
SABA, INGIUSTA SVALUTAZIONE<br />
PASOLINI, TESTAMENTO<br />
INVOLONTARIO .............................. 16<br />
<strong>di</strong> Gianfranco Sodomaco<br />
TEATRO<br />
A Cividale del Friuli con Moni Ova<strong>di</strong>a<br />
IL NAZIONALISMO OTTUNDE<br />
SEMPRE L’INTELLIGHENZIA .... 18<br />
<strong>di</strong> Guido Zauli<br />
MUSICA<br />
CI <strong>di</strong> Pola: “Arena international”<br />
NON SOLO ARTE MA ANCHE<br />
INCONTRI ED AMICIZIE ............. 22<br />
<strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
LA CLASSE DI GIORGIO SURIAN<br />
AL GALÀ DI SPALATO ................. 24<br />
<strong>di</strong> Mladen Čulić Dalbello<br />
SPORT<br />
QUI PECHINO, A VOI LONDRA ... 26<br />
PHELPS INSAZIABILE...................... 27<br />
BOLT, FIGLIO DEL VENTO.......... 28<br />
SLOVENIA, 5 E LODE! ................. 29<br />
<strong>di</strong> Arden Stancich<br />
VLAŠIĆ, L’IMPIETOSA<br />
LEGGE DELLO SPORT ................ 30<br />
ITALIA, DISCIPLINE RIEMERSE<br />
E VOLTI NUOVI ............................. 32<br />
a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />
N. 16 - 31 agosto 2008<br />
SCRITTORI<br />
Cent’anni fa nasceva Cesare Pavese<br />
CITTÀ E CAMPAGNA,<br />
POLARITÀ INCONCILIABILE<br />
CHE CREA SOFFERENZA ............ 34<br />
<strong>di</strong> Stefano Ver<strong>di</strong>no<br />
Ricordando Mahmoud Darwish<br />
OH PADRE, I MIEI FRATELLI<br />
NON MI AMANO<br />
NÉ MI VOGLIONO .......................... 36<br />
<strong>di</strong> Sandro Damiani<br />
LETTURE ISTRIA NOBILISSIMA<br />
“LA FORZA DEL PENSIERO” ...... 38<br />
<strong>di</strong> Jasna Zorić<br />
MADE IN ITALY<br />
PISTE DI ATLETICA E CAMPI<br />
DI BASKET E PALLAMANO<br />
HANNO PARLATO ITALIANO .... 42<br />
TECNOLOGIA TESSILE<br />
POSSIBILE NUOVA FRONTIERA<br />
DEL DOPING ................................... 42<br />
a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />
ANNIVERSARI<br />
A 62 anni dalla trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Vergarolla, a<br />
Trieste è stato scoperto un monumento<br />
al dottor Geppino Micheletti<br />
ONORE AL MEDICO CHE SALVÒ<br />
I FERITI DELLA SPIAGGIA ......... 46<br />
a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
ITALIANI NEL MONDO<br />
ITALIANI RESIDENTI<br />
ALL’ESTERO CARTE D’IDENTITÀ<br />
VALIDE 10 ANNI ............................ 47<br />
ANIMALIA<br />
LA BALENA, LEGGENDARIA<br />
REGINA DEL CANTO<br />
E DELLA COMUNICAZIONE ...... 48<br />
<strong>di</strong> Daniela Mosena<br />
MULTIMEDIA<br />
Come gestire le immagini dell’estate<br />
(1 e continua)<br />
FOTORITOCCO,<br />
ARCHIVIO E STAMPA .................. 50<br />
a cura <strong>di</strong> Igor Kramarsich<br />
RUBRICHE ..................................... 52<br />
a cura <strong>di</strong> Nerea Bulva<br />
PASSATEMPI ................................. 57<br />
IL CANTO DEL DISINCANTO<br />
PECCATORI E (COMUNQUE)<br />
TIRATORI DI PIETRE ................... 58<br />
<strong>di</strong> Silvio Forza<br />
In copertina: Cantieristica croata verso la privatizzazione (foto Zlatko Majnarić)
Mercoledì, 13 agosto, a Pisino,<br />
nella sede della Contea Istriana,<br />
una delegazione dell’Associazione<br />
dei Combattenti Antifascisti della<br />
Regione Istriana, guidata dal presidente<br />
Tomislav Ravnić, ha incontrato<br />
il Presidente dell’Unione Italiana,<br />
On. Furio Ra<strong>di</strong>n, e il Presidente della<br />
Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana,<br />
Maurizio Tremul. Nel corso del<br />
lungo e aperto incontro è stato fatto il<br />
punto sulla collaborazione instaurata<br />
e si è cercato <strong>di</strong> chiarire la posizione<br />
<strong>di</strong> ciascuna delle due istituzioni in<br />
merito a questioni <strong>di</strong> grande attualità.<br />
È stato deciso inoltre sviluppare la<br />
collaborazione nel rispetto dei valori<br />
della convivenza e dell’antifascismo.<br />
La speranza degli interlocutori è <strong>di</strong><br />
Il primo <strong>di</strong> settembre gli studenti<br />
delle elementari e delle me<strong>di</strong>e in<br />
Croazia troveranno sui banchi <strong>di</strong><br />
scuola i libri in<strong>di</strong>spensabili per l'anno<br />
scolastico che sta per iniziare. I<br />
Dal primo settembre è in rete il<br />
nuovo sito internet bilingue del<br />
Centro Italiano <strong>di</strong> Promozione, Cultura,<br />
Formazione e Sviluppo "Carlo<br />
Combi" <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria - www.cen<br />
trocarlocombi.net, che offre a tutti<br />
i visitatori notizie aggiornate su<br />
iniziative, manifestazioni ed eventi<br />
realizzati dall’Ente. L'Ente pubblico<br />
"Carlo Combi" è stato fondato<br />
nel 2005 dalla Comunità Autogestita<br />
Costiera della Nazionalità Italiana<br />
con il sostegno fi nanziario del<br />
Agenda<br />
Più vicini UI e Combattenti Antifascisti<br />
poter contribuire a creare un futuro <strong>di</strong><br />
rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani e minoritari,<br />
<strong>di</strong> conoscenza e valorizzazione della<br />
plurale realtà etnica nonché della<br />
multiculturalità e del plurilinguismo<br />
del territorio istriano, area d’inse<strong>di</strong>amento<br />
storico della Comunità Nazionale<br />
Italiana. È stato concordato che<br />
le prossime celebrazioni in occasio-<br />
libri sono dati in comodato d’uso<br />
mentre a provvedere alla copertura<br />
della spese è il Ministero della pubblica<br />
istruzione. Uno sgravio considerevole<br />
per le famiglie visto che un<br />
completo <strong>di</strong> libri per un allievo che<br />
frequenta la seconda me<strong>di</strong>a raggiunge,<br />
per fare un esempio, il prezzo <strong>di</strong><br />
1.760 kune.<br />
Purtroppo, i ragazzi che frequentano<br />
la rete scolastica della CNI non<br />
potranno fruire completamente <strong>di</strong><br />
questo <strong>di</strong>ritto visto che alcuni titoli<br />
sono in attesa dell’approvazione del<br />
Ministero per la Cultura della Repubblica<br />
<strong>di</strong> Slovenia, per dare organicità<br />
e rilevanza strategica generale<br />
alle attività e alle iniziative culturali<br />
programmate, promosse e realizzate<br />
dalla Comunità Nazionale<br />
Italiana in Slovenia. Le attività e le<br />
iniziative del Centro Italiano "Carlo<br />
Combi" sono fi nalizzate al mantenimento,<br />
alla promozione e allo<br />
sviluppo dell'identità della Comunità<br />
Nazionale Italiana, della lingua<br />
e della cultura italiane sul territorio<br />
ne degli anniversari del battaglione<br />
"Pino Bu<strong>di</strong>cin", saranno organizzati<br />
congiuntamente dall’Associazione<br />
dei Combattenti Antifascisti e Antifascisti<br />
della Regione Istriana e dall’Unione<br />
Italiana, assieme alla Regione<br />
Istriana, alla CI <strong>di</strong> Rovigno e all’Associazione<br />
dei Combattenti Antifascisti<br />
<strong>di</strong> Rovigno. ●<br />
Scuole CNI: cronico il problema libri<br />
Nuovo sito internet per il «Carlo Combi»<br />
Ministero delle Scienze, dell’Istruzione<br />
e dello Sport, mentre ulteriori<br />
volumi sono in fase <strong>di</strong> ultimazione<br />
o <strong>di</strong> traduzione.<br />
Uno dei problemi che incidono<br />
fortemente sui tempi <strong>di</strong> stampa e<br />
<strong>di</strong>stribuzione dei libri è il fatto che<br />
il Ministero ha istituito la Commissione<br />
per l’approvazione linguistica<br />
dei manuali tradotti in lingua italiana.<br />
In questo momento sono 14 i libri<br />
<strong>di</strong> testo, con i rispettivi quaderni<br />
attivi e quaderni <strong>di</strong> lavoro, ad essere<br />
"fermi". Fino a quando? ●<br />
d'inse<strong>di</strong>amento storico e si prefi ggono<br />
<strong>di</strong> sviluppare e consolidare la<br />
convivenza interetnica, il multiculturalismo<br />
e il plurilinguismo. ●<br />
Panorama 5
6 Panorama<br />
Attualità<br />
Secondo i sondaggi, il partito del premier Janez Janša non avrebbe i numeri in vista<br />
In Slovenia il voto politico rafforza<br />
«C<br />
a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
Il 21 settembre la Slovenia si recherà<br />
alle urne per il rinnovo della Camera<br />
<strong>di</strong> Stato. Gli elettori sloveni<br />
dovranno fare una scelta: quella tra il<br />
Comunicato stampa<br />
Janša minaccia<br />
il pluralismo<br />
della CNI<br />
on le sue <strong>di</strong>chiarazioni rilasciate<br />
alla TV slovena, in<br />
merito alle can<strong>di</strong>dature per il seggio<br />
specifi co alternative a quella del dell'attuale<br />
deputato Roberto Battelli, in<br />
corsa per il suo sesto mandato consecutivo,<br />
il presidente del governo<br />
e presidente del Partito democratico<br />
sloveno (SDS) Janez Janša è entrato<br />
<strong>di</strong> petto nel <strong>di</strong>battito preelettorale<br />
della comunità nazionale italiana.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un precedente molto<br />
grave e lesivo dell'autonomia politica<br />
della nazionalità. Tanto più perché<br />
nel suo goffo tentativo <strong>di</strong> stigmatizzare<br />
ogni can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong>versa<br />
da quella "unica" che egli reputa<br />
opportuna si è concesso una velata<br />
minaccia nei confronti della comunità<br />
nazionale stessa, sostenendo<br />
che l'attuale can<strong>di</strong>datura alternativa<br />
politicizzerebbe i rapporti tra la<br />
minoranza e la maggioranza, il che<br />
non sarebbe un bene.<br />
Mai fi nora - da prima dell'88 -<br />
era accaduta una tale ingerenza da<br />
parte <strong>di</strong> un premier nella vita politica<br />
della comunità nazionale italiana.<br />
Tale atteggiamento cerca <strong>di</strong> riportarci<br />
ai tempi <strong>di</strong> una minoranza<br />
"onesta", cioè leale al potere.<br />
Invito gli appartenenti alla CNI a<br />
non lasciarsi intimi<strong>di</strong>re dalla politica<br />
autoritaria e a votare liberamente<br />
e secondo coscienza. Fino a prova<br />
contraria viviamo in democrazia!»<br />
sostiene Franco Juri del partito ZA-<br />
RES - nuova politica Isola. ●<br />
centro-destra, capitanato dal Partito democratico<br />
(SDS) dell'attuale premier<br />
Janez Janša, e il centro-sinistra, ovvero<br />
i socialdemocratici <strong>di</strong> Borut Pahor.<br />
Secondo gli ultimi sondaggi sarebbe<br />
l'SDS a condurre, superando<br />
<strong>di</strong> qualche punto i socialdemocratici,<br />
ma nel computo totale il partito del<br />
premier non ce la farebbe ad ottenere<br />
una maggioranza assoluta in Parlamento<br />
contando sugli attuali alleati <strong>di</strong><br />
coalizione. L'SDS si è infatti rafforzato<br />
a scapito degli alleati della destra, la<br />
Nova Slovenija (NSI) e il Partito Popolare<br />
Sloveno (SLS), che, stando ai<br />
rilievi statistici, potrebbero non superare<br />
la soglia del 4 per cento.<br />
Quasi certamente invece ce la farà<br />
l'ultranazionalista e xenofobo Partito<br />
Nazionale Sloveno (SNS) <strong>di</strong> Zmago<br />
Jelinčič che potrebbe rivelarsi un<br />
prezioso alleato <strong>di</strong> Janša. Ma c'è chi<br />
specula anche sulla possibilità <strong>di</strong> una<br />
"grosse koalition" tra Janša e Pahor,<br />
anche se questi ha a più riprese smentito<br />
ogni possibilità in merito.<br />
A sinistra, se i numeri lo renderanno<br />
possibile, l'ipotesi più verosimile è<br />
quella <strong>di</strong> una coalizione tra i socialdemocratici,<br />
i liberal-democratici (LDS)<br />
guidati da Katarina Kresal, la prima<br />
donna leader politico in Slovenia, ed<br />
il partito Zares con alla testa Gregor<br />
Golobič, già infl uente segretario generale<br />
dell'LDS e delfi no dello scomparso<br />
presidente Janez Drnovšek. Si è<br />
invece ritirato dalla corsa "La Slovenia<br />
è nostra" (SJN) il partito <strong>di</strong> Boris<br />
Popovič, il controverso sindaco <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria,<br />
che da un mese ormai tapezza<br />
la Slovenia con i suoi jumbo manifesti.<br />
Visti i sondaggi poco promettenti<br />
Popovič ha deciso <strong>di</strong> non subire<br />
una seconda sconfi tta dopo la sonora<br />
batosta infl ittagli alle recenti amministrative<br />
<strong>di</strong> Isola dal suo ex alleato,<br />
ma ora acerrimo avversario, Tomislav<br />
Klokočovnik. Non ce la fa ad entrare<br />
in pista nemmeno il neocostituito<br />
partito democratico-cristiano sloveno<br />
(KDS) che si presenta quale alternativa<br />
conservatrice al partito del ministro<br />
del tesoro Andrej Bajuk (NSI).<br />
Janez Janša<br />
La campagna elettorale verterà sui<br />
pregi e <strong>di</strong>fetti dell'attuale governo e, naturalmente,<br />
anche sui casi <strong>di</strong> corruzione<br />
e clientelismo che - secondo l'opposizione<br />
e una buona fetta dell'opinione<br />
pubblica slovena - la gestione Janša in<br />
Si inasprisce la polemica sul<br />
Esuli: il Litorale<br />
Ferma la protesta della Federazione<br />
delle Associazioni degli Esuli<br />
Istriani, Fiumani e Dalmati e dell’Associazione<br />
Nazionale Venezia Giulia e<br />
Dalmazia per il documento pubblicato<br />
dal Governo della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia<br />
a conclusione del suo turno <strong>di</strong><br />
presidenza UE. Nel documento, sottoscritto<br />
dalla Presidenza slovena, è<br />
infatti inclusa una sintesi della storia<br />
della vicina Repubblica i cui contenuti,<br />
per le due associazioni, sono "<strong>di</strong>scutibili<br />
storicamente e giuri<strong>di</strong>camente,<br />
anche alla luce dei trattati internazionali".<br />
Renzo Codarin e Lucio Toth, rispettivamente<br />
presidente e vice presidente<br />
della FederEsuli rilevano: "La com-
delle elezioni del 21 settembre<br />
le alleanze<br />
questi ultimi quattro anni non ha fatto<br />
che ingigantire in termini esponenziali.<br />
Il caso che sta esplodendo come<br />
una bomba a grappolo in questi giorni<br />
è l'acquisto <strong>di</strong> una partita <strong>di</strong> blindati<br />
8x8 fi nlandesi Patria, "per le necessità<br />
che impongono i doveri della Slovenia<br />
nella Nato", spiega il ministro<br />
della Difesa, Karl Erjavec, e presidente<br />
del Desus, il partito dei pensionati,<br />
che spera <strong>di</strong> poter entrare in Parlamento<br />
anche se solo per un pelo. L'azienda<br />
"Patria" è attualmente sotto inchiesta<br />
che è stata or<strong>di</strong>nata dalla procura<br />
fi nlandese per alcuni presunti casi <strong>di</strong><br />
corruzione in Egitto e Slovenia. Di recente<br />
alcuni esponenti del gruppo sono<br />
stati arrestati, mentre è <strong>di</strong> questi giorni<br />
la notizia delle <strong>di</strong>missioni a sorpresa<br />
del <strong>di</strong>rettore della società, Jorma Wiitakorpi,<br />
anche lui indagato per corruzione.<br />
A Lubiana intanto qualcuno sta<br />
sudando freddo e nessuno ha ancora<br />
or<strong>di</strong>nato l'avvio <strong>di</strong> un'inchiesta vera e<br />
propria sul caso.<br />
Janša preferisce esibire i successi<br />
della recente presidenza slovena<br />
dell'Ue e a chi lo critica sban<strong>di</strong>era<br />
numeri e statistiche che avallerebbero<br />
il dato <strong>di</strong> una notevole crescita<br />
Attualità<br />
Seggio specifi co, ressa <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati<br />
Sono stati cinque i connazionali che si sono can<strong>di</strong>dati al seggio specifi co<br />
riservato alla minoranza italiana nel Parlamento <strong>di</strong> Stato sloveno. Mai<br />
tanto interesse per fare il deputato italiano a Lubiana, evidentemente le cose<br />
stanno cambiando all'interno della CNI rispetto a qualche tempo fa.<br />
Gli aspiranti deputati sono cinque <strong>di</strong> cui uno si è visto respingere la can<strong>di</strong>datura,<br />
ma si attende l'esito del ricorso. Ve<strong>di</strong>amo i nomi.<br />
Roberto Battelli, deputato "storico" della CNI a Lubiana, ha alle spalle<br />
ben cinque mandati e per anni ha goduto del completo sostegno dell'Unione<br />
Italiana con cui ha operato in sinergia. Al seggio specifi co concorre pure un<br />
giornalista, Miro Dellore, ex caporedattore dei programmi italiani <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o<br />
Capo<strong>di</strong>stria. In lizza inoltre Aurelio Juri, ex sindaco <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, esponente<br />
<strong>di</strong> spicco del Partito socialdemocratico e parlamentare eletto per tre<br />
legislature alla Camera. La sua campagna elettorale è iniziata subito ed è<br />
probabilmente il can<strong>di</strong>dato che in queste settimane si darà maggiormente da<br />
fare per presentare il proprio programma politico.<br />
Un'altra can<strong>di</strong>datura è quella del professor Luciano Monica, docente<br />
universitario, già <strong>di</strong>rettore della Scuola elementare italiana "Dante Alighieri"<br />
<strong>di</strong> Isola. Ha operato parecchi anni anche in veste <strong>di</strong> Consulente pedagogico<br />
delle scuole italiane. La can<strong>di</strong>datura poi <strong>di</strong> Sebastian Pelan, il più giovane<br />
degli aspiranti deputati della CNI, grafi co e designer, non molto conosciuto<br />
dagli elettori della CNI, è in bilico.<br />
I dati <strong>di</strong> cui la redazione <strong>di</strong>spone sono ancora uffi ciosi. Quelli defi nitivi<br />
saranno resi noti la sera del 1.mo settembre. Va ricordato, infi ne, che oltre<br />
alla minoranza italiana, a cui è assicurato un posto in Parlamento, alle elezioni<br />
slovene concorre pure la minoranza ungherese. ●<br />
documento approvato dal Governo sloveno a conclusione del turno <strong>di</strong> presidenza UE<br />
istriano non fu mai territorio etnicamente sloveno!<br />
plessa evoluzione storica dei territori<br />
orientali e l’autoctonia della importante<br />
presenza italiana nelle aree cedute alla<br />
ex Jugoslavia in base al trattato <strong>di</strong> pace<br />
del 10 febbraio 1947, sono ampiamente<br />
sottaciute o rivedute in base a criteri<br />
etnocentrici che non corrispondono alla<br />
reale confi gurazione storica, culturale e<br />
linguistica <strong>di</strong> quei territori". Per questo,<br />
Codarin e Toth hanno inviato una lettera<br />
al Ministro degli Esteri italiano, in<br />
cui si stigmatizza la "reticenza e la <strong>di</strong>storsione<br />
sostanziali ed evidenti del documento<br />
uffi ciale <strong>di</strong> Lubiana" e in cui<br />
si invita il Ministro ad esprimere al Governo<br />
<strong>di</strong> Slovenia la "forte contrarietà<br />
dell’Italia alle manipolazioni operate su<br />
temi così delicati".<br />
economica e <strong>di</strong> un sensibile calo della<br />
<strong>di</strong>soccupazione. Dati, questi, che<br />
però non convincono gli economisti<br />
più critici, preoccupati dall'infl azione<br />
che in Slovenia è attualmente del 6,9<br />
p.c. e <strong>di</strong> una recessione che potrebbe<br />
Quello che viene contestato nella<br />
relazione conclusiva del semestre<br />
<strong>di</strong> presidenza della UE (1° gennaio<br />
- 30 giugno 2008) inviato a tutti i<br />
Governi dell’Unione è il fatto che<br />
il Governo della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia<br />
ha inserito un profilo storico<br />
meritevoli <strong>di</strong> puntualizzazione da<br />
parte italiana.<br />
Nel documento si parla <strong>di</strong> un "territorio<br />
etnicamente sloveno" che al termine<br />
della Prima guerra mon<strong>di</strong>ale sarebbe<br />
stato <strong>di</strong>viso tra Italia, Austria e<br />
Regno dei Serbi Croati e Sloveni. "Ora<br />
mal si comprende quale sia l’estensione<br />
<strong>di</strong> questo preteso territorio etnico dal<br />
momento che tale terminologia è priva<br />
<strong>di</strong> ogni base scientifi ca oggettiva e può<br />
bussare forte alla porta da un momento<br />
all'altro.<br />
Il primo duello televisivo tra i favoriti,<br />
Janša e Pahor, si è svolto pacatamente.<br />
Ma la campagna elettorale è<br />
solo agli inizi. ●<br />
lasciare intendere che tutta la Venezia<br />
Giulia <strong>di</strong> allora e quin<strong>di</strong> anche le attuali<br />
province ancora italiane <strong>di</strong> Trieste e<br />
Gorizia facessero parte <strong>di</strong> esso" - rilevano<br />
gli Esuli.<br />
Nel documento sloveno si defi niscono<br />
tra l’altro gli eventi dolorosi<br />
verifi catisi nel 1945 nella regione giulia<br />
defi nitivi quali "riunifi cazione alla<br />
Slovenia <strong>di</strong> parte <strong>di</strong> questo supposto<br />
territorio etnico", tesi che è priva <strong>di</strong><br />
fondamento e a cui la FederEsuli ribatte<br />
ricordando che il litorale istriano<br />
della ex-Zona B non possa essere<br />
defi nito come territorio etnico sloveno,<br />
visto che è stato caratterizzato per<br />
secoli da una ra<strong>di</strong>cata cultura istrianoveneta<br />
<strong>di</strong> lingua italiana. (aise)<br />
Panorama 7
Ferme prese <strong>di</strong> posizione dopo i casi delle scritte anticroate a Parenzo e la cancell<br />
Thompson e graffi ti: in Istria il fasci<br />
La comparsa <strong>di</strong> alcuni graffi -<br />
ti anticroati scritti sui muri a<br />
Parenzo e il <strong>di</strong>vieto dei concerti<br />
del controverso cantante Marko<br />
Perković Thompson in Istria hanno<br />
riportato <strong>di</strong> nuovo la regione al centro<br />
dell’interesse dell’opinione pubblica<br />
croata.<br />
Infatti, sui muri dell’e<strong>di</strong>fi cio della<br />
scuola italiana <strong>di</strong> Parenzo, ma anche<br />
in altri luoghi, sono comparse, insieme<br />
a svastiche, frasi come "Parenzo<br />
fascista", "Istria-Italia", "Parenzo è<br />
solo Italia". Tutto è accaduto contemporaneamente<br />
dopo che le amministrazioni<br />
locali - prima a Umago,<br />
e poi anche a Pola - hanno vietato<br />
il concerto del cantante Marko<br />
Perković Thompson, ritenendo che<br />
il cantante con le sue canzoni, la sua<br />
iconografi a e l’atmosfera che crea durante<br />
i suoi concerti porti i giovani a<br />
inneggiare al nazismo - rileva Drago<br />
Hedl su "Osservatorio sui Balcani".<br />
A prima vista, i due eventi non<br />
hanno alcun legame, ma uno dei più<br />
noti politici istriani, Damir Kajin, deputato<br />
al Sabor e vicepresidente della<br />
Dieta democratica istriana, non la<br />
pensa così. Kajin ritiene che la comparsa<br />
<strong>di</strong> graffi ti <strong>di</strong> contenuto fascista<br />
in Istria, in particolare quelli <strong>di</strong> Parenzo,<br />
rappresenti una sfacciata provocazione,<br />
ma <strong>di</strong>chiara anche che tutto<br />
quanto è accaduto - evidentemente<br />
in modo non occasionale - va <strong>di</strong> pari<br />
passo con altri fatti e misfatti che erano<br />
stati registrati in questa regione:<br />
"Sono del tutto certo che quelle frasi<br />
a Parenzo sono state scritte dagli<br />
stessi personaggi che hanno <strong>di</strong>strutto<br />
e profanato i monumenti partigiani<br />
negli anni novanta. Ma non siamo più<br />
negli anni 90, all'epoca quando queste<br />
persone erano intoccabili. Quando<br />
furono <strong>di</strong>strutti monumenti in tutta la<br />
Croazia alla vigilia delle elezioni del<br />
1993, la polizia localizzò e identifi -<br />
cò alcune persone, ma per or<strong>di</strong>ne dei<br />
vertici dello Stato le inchieste furono<br />
insabbiate e gli organi inquirenti non<br />
procedettero contro i colpevoli".<br />
Questa <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Kajin ha<br />
scatenato una bufera <strong>di</strong> condanne da<br />
parte <strong>di</strong> varie associazioni <strong>di</strong> veterani,<br />
8 Panorama<br />
Attualità<br />
Il controverso cantante croato Marko Perković Thomson<br />
che ritengono Damir Kajin il maggior<br />
responsabile per il <strong>di</strong>vieto del concerto<br />
<strong>di</strong> Thompson a Pola. Considerato<br />
che la maggior parte dei veterani<br />
guarda al cantante come a un vero<br />
patriota croato, il deputato istriano si<br />
è trovato travolto da pesanti attacchi<br />
verbali. Allo stesso tempo, l’amministrazione<br />
della città <strong>di</strong> Pola si è vista<br />
piovere addosso una serie <strong>di</strong> minacce,<br />
tra cui quella che verrà fatta saltare in<br />
aria l'Arena, il vetusto monumento<br />
simbolo della città, dove appunto<br />
il <strong>di</strong>scusso e controverso Thompson<br />
avrebbe dovuto tenere il suo concerto.<br />
Per queste minacce due persone<br />
sono state arrestate.<br />
Kajin ha ammesso <strong>di</strong> aver fatto<br />
tutto il possibile per ostacolare il concerto<br />
<strong>di</strong> Thompson in Istria. Facendo<br />
riferimento alle canzoni <strong>di</strong> Thompson<br />
"Jasenovac e Gra<strong>di</strong>ška stara" e<br />
"Na ljutu ranu, ljuta trava", i cui testi<br />
esaltano coloro che nei lager ustascia<br />
<strong>di</strong> Jasenovac e Stara Gra<strong>di</strong>ška hanno<br />
ucciso serbi, ebrei, rom e croati antifascisti,<br />
Kajin ha ricordato che in<br />
Germania chi osasse cantare dei versi<br />
<strong>di</strong> questo stampo su Auschwitz e Dachau,<br />
fi nirebbe in carcere, e se salutasse<br />
in concerto con "Sieg heil" e il<br />
pubblico gli rispondesse con "Ammazza,<br />
ammazza gli ebrei", quel concerto<br />
verrebbe interrotto dalla polizia.<br />
Alle sue esibizioni, Thompson saluta<br />
il pubblico con il motto <strong>di</strong> stampo<br />
ustascia "Per la patria", al che il<br />
pubblico risponde "Pronti!" Si tratta<br />
<strong>di</strong> espressioni usate al tempo del<br />
cosiddetto Stato in<strong>di</strong>pendente croato<br />
(NDH, 1941-1945), alle quali il pubblico<br />
fa seguire l’urlo "Ammazza,<br />
ammazza i serbi". Nessun concerto,<br />
però, è mai stato interrotto per istigazione<br />
al fascismo.<br />
Nelle sue <strong>di</strong>chiarazioni pubbliche<br />
Kajin rigetta la possibilità che i graffi<br />
ti anticroati in Istria siano stati scritti<br />
dagli italiani che vivono in Istria o da<br />
qualche italiano che è venuto in Istria<br />
per le vacanze. Ritiene piuttosto che<br />
siano provocazioni preme<strong>di</strong>tate, la<br />
cui intenzione è <strong>di</strong> suscitare l’isteria<br />
anti italiana, anche se non manca<br />
<strong>di</strong> ricordare del pericolo che potrebbero<br />
comportare. Come esempio<br />
ha citato il caso <strong>di</strong> Vukovar, la città<br />
martire della Croazia orientale, nella<br />
quale le forze serbe commisero i peggiori<br />
crimini <strong>di</strong> massa. Il giorno prima<br />
dell’anniversario dell’operazione<br />
Tempesta, l'azione militare con cui<br />
fu liberata la regione della cosiddetta<br />
Krajina, che dal 1991 al 1995 era<br />
stata in mano ai ribelli serbi <strong>di</strong> Croazia,<br />
sul monumento eretto in onore<br />
dei croati uccisi qualcuno ha scritto<br />
"Questa è Serbia" e "Serbia". Men-
azione del concerto all'Arena<br />
smo fa paura<br />
tre la polizia conduceva le indagini,<br />
il Partito croato dei <strong>di</strong>ritti (HSP)<br />
ha accusato <strong>di</strong> quel gesto i serbi <strong>di</strong><br />
Vukovar. Ma quando è stato arrestato<br />
il graffi taro, si è scoperto che era<br />
un croato.<br />
"È terribile che si <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>ti, come<br />
è accaduto a Vukovar, un intero popolo,<br />
quello serbo, e poi quando si<br />
scopre chi stava <strong>di</strong>etro quei graffi ti,<br />
con cui è stato deturpato il memoriale,<br />
allora ci si limita a <strong>di</strong>re che è<br />
stato il gesto <strong>di</strong> uno squilibrato. Ma<br />
non bisogna <strong>di</strong>menticare che spesso<br />
sono proprio episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo tipo<br />
che scatenano isterismo e tensioni,<br />
le cui conseguenze sono <strong>di</strong>ffi cilmente<br />
preve<strong>di</strong>bili e controllabili. Senza <strong>di</strong>menticare<br />
che l'Istria, particolarmente<br />
durante la stagione vacanziera, pullula<br />
<strong>di</strong> turisti italiani, che potrebbero<br />
<strong>di</strong>ventare metà <strong>di</strong> qualche esaltato facinoroso",<br />
ha concluso Kajin.<br />
Anche Mirjana Galo, presidente<br />
dell’Associazione per la <strong>di</strong>fesa dei<br />
<strong>di</strong>ritti umani Homo <strong>di</strong> Pola, ritiene<br />
che i graffi ti fascisti in Istria non<br />
siano stati scritti da italiani, ma che<br />
si tratti piuttosto <strong>di</strong> un’azione compiuta<br />
da provocatori. La Galo ritiene<br />
che i citta<strong>di</strong>ni istriani sono suffi cientemente<br />
maturi ed hanno un livello<br />
<strong>di</strong> cultura civica tali, da poter valutare<br />
serenamente il carattere <strong>di</strong> questi<br />
I graffi ti <strong>di</strong> Parenzo<br />
episo<strong>di</strong> e capire che l’obiettivo <strong>di</strong> chi<br />
compie questi atti è quello <strong>di</strong> turbare<br />
l’atmosfera <strong>di</strong> tolleranza che regna<br />
da queste parti: "Si tratta sicuramente<br />
<strong>di</strong> un attacco alla convivenza che<br />
regna in Istria, ma questi fomentatori<br />
non avranno successo, come non gli<br />
è riuscito negli anni Novanta, quelli<br />
dei tempi bui, quando erano stati<br />
fatti saltare in aria alcuni monumenti<br />
partigiani. Sono gesti compiuti perlopiù<br />
da gente che non era originaria<br />
dell’Istria, a prescindere dalla nazionalità,<br />
ma che piuttosto venivano<br />
portati qui da altre regioni. Si tratta<br />
<strong>di</strong> forze oscure, superate dal tempo<br />
e fi glie dell’ignoranza, che per fortuna<br />
stanno perdono terreno perché la<br />
gente ne ha abbastanza <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o e intolleranza,<br />
auspica una vita tranquil-<br />
Attualità<br />
Damir Kajin, leader della DDI e Dorotea Pešić Bukovac<br />
la e un futuro migliore. L’Istria è la<br />
regione più ricca della Croazia, quella<br />
che realizza le maggiori entrate<br />
dal turismo, ma per alcuni non è mai<br />
stata abbastanza ‘croata’, mentre per<br />
altri rappresenta un’oasi <strong>di</strong> tranquilla<br />
convivenza, un luogo multiculturale<br />
e multietnico”.<br />
L’e<strong>di</strong>torialista del quoti<strong>di</strong>ano fi umano<br />
Novi list, Neven Šantić, è dell'opinione<br />
che il <strong>di</strong>vieto del concerto<br />
<strong>di</strong> Marko Perković Thompson a<br />
Pola e le apparizioni dei graffi ti fascisti<br />
in lingua italiana a Parenzo e<br />
in altre località istriane, non hanno<br />
un grande peso peso per l'opinione<br />
pubblica, non possono infl uenzare<br />
il pensiero della popolazione locale<br />
e minacciare il clima <strong>di</strong> convivenza<br />
presente in Istria. "Ci si chiede<br />
se il governo debba immischiarsi<br />
nella sfera privata e nell’organizzazione<br />
dei concerti, e pertanto anche<br />
<strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Thompson. Ma si tratta<br />
anche <strong>di</strong> capire se sia opportuno<br />
che qualcuno insista <strong>di</strong> organizzare<br />
in Istria un concerto durante il quale<br />
potrebbe apparire l’abituale iconografi<br />
a presente nei concerti <strong>di</strong> Thompson.<br />
Non credo che quando questa<br />
vicenda si sarà placata, in Istria ci<br />
saranno gran<strong>di</strong> cambiamenti e penso<br />
invece che i concerti e i graffi ti saranno<br />
<strong>di</strong>menticati molto presto. I citta<strong>di</strong>ni<br />
dell’Istria sono troppo sensibili<br />
a certi valori per permettere che la<br />
cosa subisca un’escalation e che <strong>di</strong><br />
nuovo tornino i tempi bui che sono<br />
ancora molto presenti nella memoria<br />
degli istriani <strong>di</strong> tutte le generazioni",<br />
conclude Šantić. ●<br />
Panorama 9
Clandestini raccolti in mare al largo <strong>di</strong> Lampedusa<br />
10 Panorama<br />
Rubrica Società<br />
Un lungo viaggio in treno per risalire la Penisola da Ostuni a Trieste offre l<br />
L’esagerata ferocia degli italiani<br />
<strong>di</strong> Marino Vocci<br />
Un lungo viaggio in treno, in<br />
una calda notte d’estate <strong>di</strong><br />
fi ne luglio 2008, costeggiando<br />
l’Adriatico da Ostuni a Trieste, si<br />
è rivelato per me e Liliana un’esperienza<br />
interessante, in parte affascinante<br />
e comunque qualcosa <strong>di</strong> veramente<br />
speciale.<br />
Il viaggio è durato tre<strong>di</strong>ci ore…<br />
un’infi nità! Siamo partiti alle ore 20<br />
dall’estremo sud per arrivare alle 9<br />
del mattino seguente a Trieste, abbiamo<br />
attraversato un’Italia all’apparenza<br />
tranquilla e per lo più addormentata.<br />
Durante il tragitto si sono succedute<br />
decine e decine <strong>di</strong> fermate dalla<br />
Puglia alle Marche, all’Emilia Romagna,<br />
al Veneto e dopo la sosta alla<br />
stazione <strong>di</strong> Mestre ci siamo fermati<br />
ad ogni pisada de can nelle stazioni<br />
del Friuli Venezia Giulia fi no a raggiungere<br />
fi nalmente l’agognata Trieste.<br />
In alcuni momenti questo viaggio<br />
mi ha portato in<strong>di</strong>etro nel tempo<br />
quando, quasi trent’anni fa, da solo<br />
ho fatto questo percorso in senso inverso,<br />
quella volta con una breve sosta<br />
a Bologna, in un‘Italia in pieno…<br />
movimento, quello del ’77. Un’Italia<br />
ancora percorsa da alcune utopie. Il<br />
Bel Paese aveva tra i suoi protagonisti<br />
gli “in<strong>di</strong>ani metropolitani”, che<br />
metaforicamente avevano appena<br />
“<strong>di</strong>ssotterrato l’ascia <strong>di</strong> guerra”. E<br />
non solo gli in<strong>di</strong>ani metropolitani vivevano<br />
un grande sogno, ma anche<br />
molti giovani come me che iniziavano<br />
a scoprire il piacere del “privato”<br />
e sognavano <strong>di</strong> “riprendersi la vita”e<br />
<strong>di</strong> portare la fantasia al potere. Su tutti,<br />
però, ricordo uno slogan veramente<br />
accattivante e allegro, “una risata<br />
vi seppellirà”. Quelli, purtroppo, erano<br />
anche gli anni del terrorismo (ricordo<br />
che nel marzo del 1978 fu rapito<br />
e poi brutalmente e tragicamente<br />
assassinato il leader della Democrazia<br />
Cristiana, Aldo Moro) ed anche<br />
del “compromesso storico”, un “patto”<br />
tra il Partito Comunista Italiano<br />
e la Democrazia Cristiana che aveva<br />
come obiettivo quello <strong>di</strong> assicurare il<br />
consenso e la pace sociale. Veramente<br />
un’altra Italia!<br />
In quell’Italia nel movimento del<br />
’77, gli in<strong>di</strong>ani metropolitani erano<br />
“l’ala creativa”, un pezzo <strong>di</strong> mondo<br />
che mirava a realizzare un proprio benessere<br />
anche a costo <strong>di</strong> isolarsi nella<br />
propria “riserva”. Con l’obiettivo<br />
importante <strong>di</strong> allontanarsi dal brutto<br />
e pericoloso clima <strong>di</strong> guerriglia, presente<br />
in molte piazze italiane. Avevano<br />
la mia simpatia perché si opponevano<br />
alla P38 e alla violenza, con la<br />
scelta della nonviolenza e una sorta <strong>di</strong><br />
allegra e scanzonata guerriglia teatrale<br />
urbana.<br />
Albania, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> estremo <strong>di</strong>sagio sociale<br />
Sul treno dei miei ricor<strong>di</strong>, partito<br />
da Trieste alla vigilia <strong>di</strong> Natale <strong>di</strong><br />
trent’anni fa, c’erano quasi esclusivamente<br />
militari <strong>di</strong> leva del Sud che<br />
allora a decine <strong>di</strong> migliaia prestavano<br />
servizio al Nord Est, nelle caserme<br />
del Friuli Venezia Giulia, Regione allora<br />
considerata “pericolosa” terra <strong>di</strong><br />
confi ne. A bordo anche qualche emigrante,<br />
accompagnato dalla sua “valigia<br />
<strong>di</strong> cartone”, che per pochi giorni<br />
lasciava la Svizzera o la Germania per<br />
ritornare a casa a trascorrere le Festività<br />
con i propri cari. In questo luglio<br />
2008, il treno ospitava soprattutto albanesi<br />
e qualche lavoratore stagionale<br />
che saliva lo Stivale per andare a lavorare<br />
sulla riviera romagnola.<br />
Avevo scoperto il piacere del viaggiare<br />
in treno nel Sessantotto. Poi, a<br />
cavallo degli anni Settanta, ho fatto<br />
tantissimi <strong>di</strong> viaggi, viaggi che mi<br />
hanno portato ad attraversare anche<br />
molte volte altre “frontiere”, alla scoperta<br />
<strong>di</strong> persone, mon<strong>di</strong> e culture <strong>di</strong>verse.<br />
Sono un ex sessantottino assolutamente<br />
non pentito, anzi particolarmente<br />
felice e orgoglioso <strong>di</strong> aver<br />
vissuto quell’esperienza. Certamente<br />
mi sento più orgoglioso <strong>di</strong> chi, ancora<br />
nel 2008, se la prende con gli ex sessantottini<br />
e come ministro della Repubblica<br />
Italiana riven<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> essere<br />
stato (e forse <strong>di</strong> essere ancora oggi) un<br />
fascista o se volete un postfascista.
Impronte <strong>di</strong>gitali per i clandestini, misura <strong>di</strong>scutibile<br />
Società<br />
o spunto per tutta una serie <strong>di</strong> rifl essioni sullo stato sociale degli immigrati<br />
e la gratitu<strong>di</strong>ne degli stranieri<br />
Sono particolarmente innamorato<br />
del treno e mi <strong>di</strong>spiace vedere il degrado<br />
che avanza impietoso, purtroppo<br />
ormai da molti anni, in questo importante<br />
settore dei trasporti, specialmente<br />
in Italia. Proprio oggi che, con<br />
i prezzi della benzina sempre più alti<br />
ed impossibili, dovremmo investire<br />
ed incentivare proprio il trasporto ferroviario.<br />
Invece abbiamo treni vecchi<br />
con scompartimenti maltenuti e sporchi,<br />
servizi igienici puzzolenti.<br />
In questo ultimo viaggio erano nostri<br />
compagni un panettiere albanese<br />
partito da Valona il giorno precedente<br />
insieme alla giovane moglie e alla<br />
loro fi glia Zora. Una bambina bellissima<br />
<strong>di</strong> sette mesi che, dopo essersi<br />
felicemente e lentamente nutrita al<br />
seno della madre, si era messa serenamente<br />
a dormire, dopo essere stata<br />
adagiata dolcemente sul nudo se<strong>di</strong>le<br />
dello scompartimento ferroviario. Nel<br />
cuore della notte poco prima della stazione<br />
<strong>di</strong> Rimini, fermata <strong>di</strong> arrivo della<br />
piccola famigliola, la mamma l’ha<br />
presa in braccio ed ha appoggiato la<br />
piccola testolina sul suo braccio, la<br />
bambina nonostante il trambusto ha<br />
continuato beatamente a dormire.<br />
Nelle brevi conversazioni che ho avuto<br />
durante il viaggio il giovane padre<br />
ha espresso tutta la sua riconoscenza<br />
all’Italia, il paese che l’ha accolto, e<br />
si è <strong>di</strong>mostrato preoccupato non per<br />
Protesta dei romeni contro l’intollerenza nei loro confronti<br />
il duro lavoro notturno che l’attendeva<br />
a Rimini, capitale della riviera romagnola<br />
e del “<strong>di</strong>vertimentifi cio” italiano,<br />
ma per il suo paese, l’Albania.<br />
Mi ha turbato la sua critica feroce al<br />
paese, che aveva scelto <strong>di</strong> lasciare soprattutto<br />
per il livello insopportabile<br />
della corruzione e mi ha colpito profondamente<br />
questo suo grande senso<br />
<strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne nei confronti del nostro<br />
Paese, l’Italia, nel quale lui ha scelto<br />
con convinzione <strong>di</strong> far vivere la propria<br />
famiglia. Un’Italia che noi critichiamo,<br />
anche giustamente, ma forse<br />
spesso anche troppo ferocemente.<br />
Quella sua famiglia, rappresentata<br />
dalla giovane moglie e dalla piccolissima<br />
Zora adeguatamente integrata,<br />
è anche una nostra speranza. Ha fatto<br />
benissimo a sottolinearlo recentemente<br />
su “Il Piccolo” <strong>di</strong> Trieste, con<br />
l’articolo “Ritorno al Me<strong>di</strong>oevo” del<br />
31 luglio, anche l’amico Gianfranco<br />
Carbone.<br />
In questi giorni ho letto anche <strong>di</strong><br />
una conta<strong>di</strong>na ucraina incontrata da<br />
Paolo Rumiz nel “viaggio” da lui fatto<br />
e raccontato sul quoti<strong>di</strong>ano “La Repubblica”,<br />
attraverso “L’Altra Europa<br />
da Murmansk a Istanbul”. La donna<br />
che è rimasta e vive nel suo paese e<br />
che giustifi ca le molte donne ucraine<br />
che hanno scelto <strong>di</strong> lasciare quella<br />
terra meravigliosa per fare le badanti<br />
dei nostri vecchi in Italia, questo suc-<br />
cede “perché il nostro paese è governato<br />
dai ban<strong>di</strong>ti e la corruzione <strong>di</strong>laga”,<br />
ha riba<strong>di</strong>to. Una corruzione che<br />
mi fa venire in mente inorri<strong>di</strong>to e<br />
sconsolato anche il mio amico albanese,<br />
quando parla della sua Albania,<br />
dove la corruzione è presente a tutti<br />
i livelli e nel cuore stesso dello Stato:<br />
uno Stato quin<strong>di</strong> che violenta e toglie<br />
alla sua popolazione il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
vivere in un paese civile, uno Stato<br />
che non è in grado <strong>di</strong> garantire i <strong>di</strong>ritti<br />
minimi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza democratica<br />
a tutti. Ma il suo volto assonnato<br />
si illuminava non appena parlava dell’Italia,<br />
un Paese dove non solo aveva<br />
trovato un lavoro “onesto”, certamente<br />
faticoso ma sicuramente <strong>di</strong>gnitoso,<br />
ma soprattutto una società più “pulita”.<br />
Oggi, quando in Italia si decide<br />
schifosamente <strong>di</strong> prendere le impronte<br />
<strong>di</strong>gitali a una parte dei bambini presente<br />
in questo grande Paese, rivedo<br />
Zora e ricordo che la gran parte degli<br />
immigrati, degli abitanti nuovi, sono<br />
come l’amico albanese del treno Lecce-Trieste.<br />
Citta<strong>di</strong>ni che parlano non<br />
solo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti ma anche <strong>di</strong> doveri, e<br />
chiedono al paese, nel quale sono approdati<br />
e che li ha accolti, sì un lavoro<br />
onesto, ma in primo luogo una società<br />
che garantisca una piena integrazione<br />
e il rispetto dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
per tutti e soprattutto il <strong>di</strong>ritto al futuro<br />
per i loro fi gli.●<br />
Panorama 11
12 Panorama<br />
Personaggi<br />
Incontro con il pittore toscano Renzo Mezzacapo, le cui mostra «Me<strong>di</strong>terran<br />
Nei meandri più nascosti l’artista sc<br />
<strong>di</strong> Giacomo Scotti<br />
I<br />
castelli, <strong>di</strong> solito, sono luoghi <strong>di</strong> favole e leggende,<br />
le case risplendenti o tenebrose <strong>di</strong> principi e principesse,<br />
<strong>di</strong> orchi e stregoni... Talvolta capita, ai giorni<br />
nostri, che <strong>di</strong>ventino la cornice <strong>di</strong> eventi culturali che,<br />
grazie a quella cornice, acquistano maggior fascino agli<br />
occhi dei visitatori e spettatori. Quello <strong>di</strong> Grobnico, nelle<br />
imme<strong>di</strong>ate vicinanze <strong>di</strong> Fiume, ospita spesso mostre<br />
<strong>di</strong> pittori, ed è la sede permanente della Galleria d’Arte<br />
Contemporanea grobnicense. Il Castello, menzionato dal<br />
1288, ha ospitato i principi Frangepani, dominatori del<br />
territorio, ed è stato al centro <strong>di</strong> furibonde battaglie contro<br />
i Turchi dal 1470 in poi. Dopo i Frangepani accolse i<br />
conti Zrinski ed altri signori feudali fi no ai Thurn-Taxis.<br />
Fino all’Ottocento furono scritte in esso storie <strong>di</strong> rivolte<br />
e <strong>di</strong> congiure…<br />
Ma qui non inten<strong>di</strong>amo riscrivere la storia del castello,<br />
ma parlarvi <strong>di</strong> un suo ospite illustre <strong>di</strong> questa estate<br />
2008: il pittore toscano Renzo Mezzacapo, che, dopo<br />
aver incontrato il nostro Bruno Pala<strong>di</strong>n a Reggio Emilia<br />
(pittori e poeti "congiurano" per <strong>di</strong>ffondere cultura), ha<br />
messo piede per la prima volta in Croazia quest’anno,<br />
ospite a un simposio sull’isola-perla <strong>di</strong> Arbe. Dal mare<br />
<strong>di</strong> Arbe alla collina <strong>di</strong> Grobnico il passo è stato breve.<br />
Fino alla fi ne <strong>di</strong> agosto la fortezza che resistette agli assalti<br />
turchi ha spalancato le porte alle opere luminose <strong>di</strong><br />
Mezzacapo, alle sue favole colorate, riunite sotto il titolo<br />
"Me<strong>di</strong>terraneo".<br />
Dandogli il benvenuto come pittore, ma anche come<br />
organizzatore <strong>di</strong> fi ere d’arte e manifestazioni culturali,<br />
come presidente dell’associazione "Accademia dei Rav-<br />
Quale buon vento ha spinto la<br />
sua barca alle sponde del Quarnero?<br />
Voglio <strong>di</strong>re, come mai questa<br />
scelta e proprio nell’anno in cui ha<br />
compiuto i primi venti anni <strong>di</strong> vita<br />
artistica a tempo pieno?<br />
"L’invito a esporre nel magnifi co<br />
e misterioso castello <strong>di</strong> Grobnico mi<br />
“Sassi e ra<strong>di</strong>ci n. 2”, olio su tela, cm 100x200 (2004)<br />
Il pittore toscano Renzo Mezzacapo<br />
vivati" <strong>di</strong> Piombino e della galleria ad essa collegata, abbiamo<br />
voluto porgli alcune domande per sollecitare risposte<br />
che, siamo certi, permetteranno <strong>di</strong> conoscere meglio<br />
la sua arte e i "messaggi" che da essa vengono lanciati<br />
attraverso i cicli succedutisi a cominciare dal 1988,<br />
anno delle sue prime "apparizioni" come pittore. Intanto<br />
lo presentiamo. Nato nel 1945 a Vivo d’Orcia, un piccolo<br />
paese del Monte Amiata, nel territorio <strong>di</strong> Siena, dove<br />
i toponimi sono titoli <strong>di</strong> poesie, quasi sempre bizzarri e<br />
fantasiosi (come lo sono i toscani), ha vissuto dapprima<br />
a Piombino con la famiglia, poi a Milano dove si è <strong>di</strong>plomato<br />
perito industriale, poi <strong>di</strong> nuovo a Piombino dove<br />
sta tuttora. Dopo aver fatto per lunghi anni "l’impiegato<br />
<strong>di</strong> giorno e il pittore <strong>di</strong> notte" ad un certo punto ha scelto<br />
<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi all’arte a tempo pieno.<br />
è arrivato dopo due mostre realizzate<br />
in castelli <strong>di</strong> particolare fascino:<br />
quello <strong>di</strong> Racalmuto in Sicilia e l'antico<br />
Castello <strong>di</strong> Rapallo in Liguria. Il<br />
momento dell'invito è casuale, se <strong>di</strong><br />
casualità si può parlare nel lavoro <strong>di</strong><br />
una artista che semina il proprio lavoro,<br />
ma io credo agli appuntamenti<br />
che la vita ci prepara per i quali niente<br />
avviene per caso. Il fascino misterioso<br />
che aleggia intorno ai castelli<br />
antichi, a parere mio, trova un punto<br />
d'incontro signifi cativo con il mistero<br />
che intendo analizzare nei miei quadri,<br />
quando prendo spunto dal Me<strong>di</strong>terraneo<br />
o dai racconti tratti dalle<br />
'Metamorfosi' <strong>di</strong> Ovi<strong>di</strong>o. Le mie opere,<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, trovano poi<br />
una felice ambientazione negli ampi<br />
e articolati spazi dei castelli che <strong>di</strong>-
Personaggi<br />
eo» ha trovato una felice ambientazione negli spazi del castello <strong>di</strong> Grobnico<br />
opre cose che neanche lui conosce<br />
ventano un signifi cativo valore aggiunto<br />
alla mostra. Sono particolarmente<br />
lieto <strong>di</strong> avere compiuto i 20<br />
anni della mia attività nel castello <strong>di</strong><br />
Grobnico".<br />
Come e dove si è accesa la sua<br />
passione per la pittura e come è<br />
avvenuto il suo <strong>di</strong>vorzio dall’industria?<br />
A Milano ha fatto qualche<br />
particolare esperienza negli ultimi<br />
anni Sessanta?<br />
"La mia passione per la pittura si<br />
lega, oggi, a vecchi ricor<strong>di</strong>. All’età <strong>di</strong><br />
16 anni, siamo nel 1960, visitando casualmente<br />
una sera una famiglia che<br />
abitava nel mio palazzo, scopro un signore<br />
che, sul tavolo <strong>di</strong> cucina con 5<br />
tubetti <strong>di</strong> colore e due pennelli, <strong>di</strong>pinge<br />
un paesaggio ripreso da una cartolina.<br />
È l’inizio della mia avventura<br />
artistica; chiedo ed ottengo i sol<strong>di</strong> per<br />
comprare i 5 tubetti <strong>di</strong> colore ed i due<br />
pennelli, rubo nella notte un cartello<br />
attaccato ad una parete dell’ingresso<br />
del palazzo sul quale era scritto vietato<br />
introdurre biciclette e copio una<br />
cartolina con un laghetto e dei monti<br />
realizzando il mio primo quadro.<br />
Continuerò a <strong>di</strong>pingere senza scuola<br />
né sostegno da parte <strong>di</strong> altri artisti,<br />
praticamente inesistenti in una città<br />
totalmente volta alla siderurgia. Il <strong>di</strong>ploma<br />
<strong>di</strong> perito industriale mi inserì<br />
“Luna Calante”, olio su tavola,<br />
cm 38x27,5 (2007)<br />
“In viaggio verso il Monte Amiata passando da Pienza”,<br />
olio su tela, cm 100x150 (1997)<br />
in una realtà <strong>di</strong> tecnico sbagliato e <strong>di</strong><br />
impiegato atipico. Nel 1969 con l’assunzione<br />
alla Breda Siderurgica <strong>di</strong><br />
Milano ed il trasferimento in questa<br />
città, entrai in contatto con due esperienze<br />
molto signifi cative: la realtà<br />
industriale ed i movimenti del ’68<br />
che vivrò molto intensamente in una<br />
Milano ricca <strong>di</strong> fermenti sociali, politici<br />
e culturali molto stimolanti. In<br />
quell’anno mi iscrivo all’Università,<br />
a scienze politiche, ma non dò esami<br />
né partecipo alla vita universitaria<br />
preferendo frequentare i corsi serali<br />
<strong>di</strong> pittura organizzati dal Comune <strong>di</strong><br />
Sesto San Giovanni che non porteranno<br />
risultati <strong>di</strong>datticamente signifi -<br />
cativi, mentre la scoperta <strong>di</strong> Chiese e<br />
Musei, luoghi vitali per l’esperienza<br />
artistica in una Milano culturalmente<br />
molto attiva, dettero i primi impulsi al<br />
mio <strong>di</strong>vorzio con l’industria. Stanco<br />
<strong>di</strong> fare l’impiegato <strong>di</strong> giorno ed il pittore<br />
<strong>di</strong> notte nel 1988 arrivo alla rottura<br />
totale con l’ambiente nel quale<br />
lavoro e mi <strong>di</strong>metto scegliendo la vita<br />
artistica a tempo pieno, continuando<br />
a <strong>di</strong>pingere senza scuola né sostegno<br />
da parte <strong>di</strong> altri artisti, praticamente<br />
inesistenti in una città, Piombino, totalmente<br />
volta alla siderurgia".<br />
Restiamo ancora a Milano, che<br />
oltre ad essere grande città indu-<br />
striale è anche un grande centro<br />
d'arte. Perché la lasciò per andare<br />
in Toscana, forse per nostalgia<br />
dell’Amiata e del mare che bagna<br />
Piombino?<br />
"La vita artistica nella Milano <strong>di</strong><br />
quegli anni era molto attiva. La riscoperta<br />
della creatività come elemento<br />
importante nella <strong>di</strong>namica sociale in<br />
una <strong>di</strong>mensione per così <strong>di</strong>re rivoluzionaria.<br />
Lo slogan era la fantasia al<br />
potere, faceva intravedere a tanti giovani<br />
entusiasti la possibilità <strong>di</strong> partecipare<br />
ad un processo socio-politicoculturale<br />
più giusto e democratico.<br />
Passato l’entusiasmo restarono i problemi<br />
<strong>di</strong> una città caotica ed a volte<br />
<strong>di</strong>spersiva e così il bisogno <strong>di</strong> tornare<br />
in Toscana, al mare ed alle mie ra<strong>di</strong>ci<br />
si fece pressante. Nel 1971 rientro<br />
a Piombino, con il trasferimento<br />
alla locale industria siderurgica, dove<br />
continuerò con il mio lavoro <strong>di</strong> impiegato<br />
conclusosi, come ho già detto,<br />
alla fi ne degli anni ’80 incrementando<br />
parallelamente e con molto impegno<br />
la mia attività artistica".<br />
Nelle sue note biografi che sta<br />
scritto che pur avendo trascorso<br />
solo pochi mesi sul monte Amiata,<br />
e cioè i primi mesi <strong>di</strong> vita, suppongo,<br />
è rimasto sempre profondamente<br />
legato al paese natale e alla<br />
Panorama 13
Val d’Orcia… C’è qualche legame<br />
fra quei magnifi ci panorami e la<br />
sua pittura?<br />
"Credo <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che pochi<br />
paesaggi italiani, come quello della<br />
Val d’Orcia, riescono a coniugare una<br />
grande bellezza formale con un'emozione<br />
che sa <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> antico;<br />
quasi una <strong>di</strong>mensione metafi sica che<br />
sospende il pensiero dell’osservatore<br />
alla ricerca <strong>di</strong> un ricordo ancestrale<br />
depositato dentro <strong>di</strong> noi. È il grande<br />
mistero che si sente aleggiare intorno<br />
ai possenti cipressi ed alle suadenti<br />
colline ed è il mistero che, in qualche<br />
modo, ho sempre cercato nelle<br />
mie opere in questo rapporto tra reale<br />
e sognato. In una poesia del 1989<br />
scrivevo:<br />
Sento la musica come cadenza<br />
ritmica <strong>di</strong> una goccia che cade<br />
nel silenzio<br />
segnando gli attimi che passano<br />
della mia e dell’altrui memoria<br />
e sono parte<br />
<strong>di</strong> una idea nella quale<br />
la musica <strong>di</strong>venta colore<br />
ed il segno <strong>di</strong>venta ritmo.<br />
Ricordo le colline<br />
della Val d’Orcia dolci, sinuose,<br />
segnate dal colore dell’ocra<br />
in autunno e dalla tenerezza<br />
del verde in Primavera<br />
e sento il movimento delle linee<br />
dei solchi come suono <strong>di</strong> fl auto<br />
che cede il passo alle lusinghe<br />
<strong>di</strong> un violino in un coro <strong>di</strong> lamenti<br />
e sensuali sospiri.<br />
E la memoria fruga<br />
nel mio essere<br />
Sconvolgendo fragili equilibri<br />
Di liriche cascate.<br />
Si aprono abissi<br />
Dove si perdono le note<br />
<strong>di</strong> una toccata e fuga<br />
In un ancestrale odore <strong>di</strong> incenso<br />
tra silenzi antichi<br />
misteriosi suggelli<br />
delle mie debolezze".<br />
Molti suoi quadri ci presentano<br />
il Me<strong>di</strong>terraneo o almeno quella<br />
parte del mare che bacia la sua Toscana<br />
e abbraccia l’isola d’Elba. Il<br />
mare pare calmo nelle sue tele, ma<br />
i suoi li<strong>di</strong> scoppiano <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci pungenti,<br />
la terra sembra aprirsi vomitando<br />
sassi e urlando davanti al<br />
mare… Ci spiega che succede?<br />
"Il mare che io racconto, il mio<br />
Me<strong>di</strong>terraneo, fa parte <strong>di</strong> uno spazio<br />
mentale dove si trova il mistero delle<br />
14 Panorama<br />
Personaggi<br />
“La gatta bianca n. 1-2-3-4”, olio su tavola, cm 70 x 25 (insieme), 1998<br />
profon<strong>di</strong>tà abissali: le nostre paure, il<br />
mito, la memoria. Questa <strong>di</strong>mensione<br />
è parte signifi cativa della nostra quoti<strong>di</strong>ana<br />
presenza. Il mio lavoro trova<br />
da sempre un fondamentale elemento<br />
<strong>di</strong> continuità in una ricerca personalissima<br />
tesa a scoprire quello che defi<br />
nisco il mistero delle cose, tema dominante<br />
della mia pittura realizzata<br />
con un linguaggio simbolico-fantastico<br />
ed una tecnica particolarmente accurata<br />
che ha ra<strong>di</strong>ci nella storia della<br />
pittura Toscana".<br />
C’è quasi sempre un rapporto<br />
<strong>di</strong>retto fra la natura e l’uomo (la<br />
donna) nei suoi <strong>di</strong>pinti. Ed urlano<br />
l’una e gli altri. Vedo scene oniriche<br />
ed erotiche insieme. E sempre<br />
qualche minaccia è sospesa davanti<br />
e alle spalle dell’uomo. Può illuminarci<br />
in proposito?<br />
"È appunto il mistero che aleggia<br />
intorno alla nostra quoti<strong>di</strong>ana presenza<br />
che trova, se vogliamo, qualche<br />
piccola giustifi cazione nel rapporto<br />
con la storia e la nostra ancestra-<br />
“Io due”, olio su tela, cm 120x120 (2007)<br />
“L’albero rosso”, olio su tela,<br />
cm 24x16 (2005)<br />
le paura. In altre parole l’urlo <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce<br />
costretta a ritornare agli inferi<br />
è l’urlo del nostro smarrimento ed il<br />
bisogno <strong>di</strong> rifugiarsi nel sogno e nel<br />
messaggio erotico è parte del sogno<br />
o della realtà? Il Minotauro è accanto<br />
a noi nel labirinto delle nostre strade<br />
e l’urlo del <strong>di</strong>verso, né uomo, né<br />
bestia, né Dio, <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>sperazione<br />
delle cose. Tentare <strong>di</strong> attualizzare<br />
Ovi<strong>di</strong>o in un racconto personale può<br />
voler <strong>di</strong>re parlare con scene oniriche<br />
ed erotiche per raccontare ancora della<br />
nostra quoti<strong>di</strong>anità".<br />
Mare toscano, mare istro-quarnerino,<br />
Tirreno e Adriatico. Ci<br />
vede delle <strong>di</strong>fferenze?<br />
"No, non trovo <strong>di</strong>fferenze perché il<br />
mare è da me inteso come luogo della<br />
memoria e la comune storia greco-ro-
mana fa <strong>di</strong> tutto questo il Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Sotto l’aspetto naturistico, trovo<br />
il mare istro-quarnerino come uno<br />
tra i più belli che abbia mai visto. La<br />
suggestione che proviamo nel percorrere<br />
la strada costiera che da Fiume<br />
porta all’isola <strong>di</strong> Arbe è unica nella<br />
continua scoperta <strong>di</strong> calette, <strong>di</strong> isole e<br />
<strong>di</strong> un mare limpido che mi ricorda la<br />
migliore Sardegna".<br />
In un catalogo delle sue opere,<br />
"Le metamorfosi e… altre storie",<br />
<strong>di</strong> pochi anni ad<strong>di</strong>etro, il critico Janus<br />
ha analizzato a fondo la sua<br />
pittura, ha tracciato il suo "ritratto"<br />
<strong>di</strong> artista. Lei è d’accordo con i<br />
critici d’arte? Se dovesse autodefi -<br />
nirsi, non dare un giu<strong>di</strong>zio ma fare<br />
una confessione, che cosa potrebbe<br />
<strong>di</strong>re su quanto lo agita, lo muove, lo<br />
spinge a manifestarsi?<br />
"Ci sono due tipi <strong>di</strong> critici d’arte,<br />
uno che scrive per se stesso autoincensandosi<br />
nel desiderio, nascosto?,<br />
<strong>di</strong> sostituirsi all’artista, l’altro è lo<br />
storico dell’arte che cerca un rapporto<br />
tra quello che vede e la propria<br />
cultura e sensibilità. Il secondo scrive<br />
per far capire al lettore il fenomeno<br />
che ha davanti; non sempre ci riesce<br />
ma almeno ci prova. Il prof. Janus<br />
fa parte della seconda categoria.<br />
Poi credo <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che se il tentativo<br />
<strong>di</strong> indagare nell’animaccia dell’uomo<br />
è oltremodo <strong>di</strong>ffi cile, forse lo<br />
è ancora <strong>di</strong> più in quella <strong>di</strong> un’artista<br />
che ha meccanismi <strong>di</strong> percezione e <strong>di</strong><br />
reazione all’emozione estremamente<br />
complessi e articolati. Spesso l’ope-<br />
ra d’arte è una profonda elaborazione<br />
<strong>di</strong> dati e simboli permeati da riferimenti<br />
autobiografi ci perché, in qualche<br />
modo, l’artista racconta sempre<br />
se stesso e, quando fa del suo lavoro<br />
una onesta ricerca, infi la la mano<br />
nei meandri più nascosti della propria<br />
“La se<strong>di</strong>a rossa, olio su tavola”, cm 27,5x38 (2007)<br />
Personaggi<br />
“Il Maestro ed il temporale (Me<strong>di</strong>tazione sulla pastorale <strong>di</strong> Beethoven)”,<br />
olio su tavola con oro zecchino, cm 185 x 175 (1995)<br />
personalità alla scoperta <strong>di</strong> cose che<br />
neanche lui conosce. Si aprono fi nestre<br />
mentali dalle quali si intravede il<br />
frutto esclusivo <strong>di</strong> un inconscio liberato<br />
spesso dai vincoli della coscienza.<br />
Questo è il motivo per cui potrebbero<br />
occorre anche i critici d’arte".<br />
Un’ultima domanda: quali sono<br />
le impressioni riportate dai suoi<br />
contatti con l’Adriatico orientale e<br />
le sue genti? Che cosa ha visto? Ci<br />
sono ancora italiani su quelle sponde<br />
e contano nelle loro fi le anche<br />
pittori e poeti vali<strong>di</strong>, qualcuno è<br />
suo amico. Che <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> loro ai connazionali<br />
dello Stivale?<br />
"Ho già detto, al mio ritorno dalla<br />
Croazia, che ho trovato gente squisita,<br />
artisti molto bravi ed una terra oltremodo<br />
accogliente con un grande senso<br />
<strong>di</strong> ospitalità sincero e spontaneo che<br />
mi ricorda l’Italia <strong>di</strong> un po’ <strong>di</strong> anni fa<br />
e che oggi abbiamo perso. L’augurio è<br />
che la Croazia, che ha nel suo futuro la<br />
prospettiva <strong>di</strong> un grande sviluppo turistico,<br />
riesca ancora a coniugare sviluppo<br />
e socialità valorizzando sempre<br />
l’arte e gli artisti, testimoni silenziosi<br />
del nostro quoti<strong>di</strong>ano".●<br />
Panorama 15
All'VIII e<strong>di</strong>zione del Festival del Cinema Italiano <strong>di</strong> Rovigno, tra tante cose egreg<br />
Saba, ingiusta svalutazione, Pasolini,<br />
<strong>di</strong> Gianfranco Sodomaco<br />
Onore al merito agli organizzatori<br />
del Festival del Cinema Italiano<br />
<strong>di</strong> Rovigno per aver inserito<br />
nel programma <strong>di</strong> quest’anno, tra<br />
tante egregie cose ("Caos calmo", "La<br />
ragazza del lago", ecc.), due "omaggi’"<br />
a due gran<strong>di</strong> poeti: Umberto Saba e<br />
Pier Paolo Pasolini. Al primo con il fi lm<br />
"Ernesto", <strong>di</strong> Salvatore Samperi (1979),<br />
tratto dal suo romanzo omonimo, unico<br />
ed incompiuto; al secondo con il documentario<br />
"Pasolini prossimo nostro", <strong>di</strong><br />
Giuseppe Bertolucci (2006). Vogliamo<br />
partecipare anche noi a questo "riconoscimento"<br />
parlando dei due fi lm (rivisti<br />
recentemente anche a Trieste), in modo<br />
un po’ estemporaneo rispetto a questa<br />
strana estate dove non splende molto<br />
il sole e soffi ano fortemente, invece,<br />
i "venti" della recessione economica<br />
e della guerra: il tutto con<strong>di</strong>to dallo<br />
svolgersi delle Olimpia<strong>di</strong> cinesi, esempio<br />
gran<strong>di</strong>oso delle contrad<strong>di</strong>zioni storico-politiche<br />
che stiamo vivendo. Con<br />
una curiosità, per niente gratuita, iniziale:<br />
ma come avranno recepito, i turisti<br />
"rovignesi" (mi <strong>di</strong>cono che è <strong>di</strong>ventata<br />
una specie <strong>di</strong> Ibiza dell’alto Adriatico,<br />
tutto molto sovraesposto e dunque costoso)<br />
le due opere, in particolare quella<br />
su Pasolini?<br />
Ma partiamo, de<strong>di</strong>candovi non troppo<br />
spazio, da Saba. Ernesto, come è<br />
noto, tratta sostanzialmente della iniziazione<br />
sessuale del poeta, nella Trieste<br />
<strong>di</strong> fi ne '800, in chiave bisessuale. Tema<br />
che potrebbe sembrare "scabroso" ma<br />
che invece Saba, con grazia e naturalezza,<br />
con l’uso <strong>di</strong> un <strong>di</strong>aletto dolce e<br />
leggero, quasi musicale, sdrammatizza<br />
fi no a farne un’opera <strong>di</strong> "purezza assoluta"<br />
(Elsa Morante). Che fa Samperi?<br />
Dopo aver girato già una buona dose<br />
<strong>di</strong> comme<strong>di</strong>ole più o meno pruriginose<br />
("Malizia", '73 - "Peccato veniale",<br />
'74 - "Nenè", '77, ecc.), semplicemente<br />
tra<strong>di</strong>sce lo "spirito originale" del libro<br />
e ne fa, appunto, certo con maggior<br />
"decoro" e con una buona ricostruzione<br />
ambientale, una semplice storia d’amore<br />
con<strong>di</strong>ta qua e là con salsa piccante,<br />
oscillando paurosamente tra l’erotico<br />
e il pornografi co compiaciuto. Pove-<br />
16 Panorama<br />
Cinema e <strong>di</strong>ntorni<br />
ro Saba. Andrà il turista "rovignese",<br />
o il giovane cinefi lo in<strong>di</strong>geno, ecc., a<br />
leggersi il romanzo? È lecito "tra<strong>di</strong>re"<br />
un testo letterario, darne un’altra interpretazione?<br />
Cosa <strong>di</strong>versa è svalutarlo,<br />
ridurlo a banale, mero prodotto commerciale.<br />
E purtroppo il nostro Samperi,<br />
a partire dal suo famoso, interessante<br />
esor<strong>di</strong>o, "Grazie zia", questo ha<br />
fatto successivamente, fi no al punto,<br />
nel '91, <strong>di</strong> tentar <strong>di</strong> replicare il successo<br />
<strong>di</strong> "Malizia" (più <strong>di</strong> una generazione a<br />
ricordare le gambe e non solo <strong>di</strong> Laura<br />
Antonelli in pie<strong>di</strong> su una scala) con una<br />
"Malizia 2000". Povero Samperi. Meglio<br />
passare ad altro.<br />
Giuseppe Bertolucci, regista <strong>di</strong> pregio,<br />
defi lato rispetto ai "salotti buoni"<br />
del cinema italiano ("Berlinguer ti voglio<br />
bene", 1977 - "Segreti segreti",<br />
1984 - "Strana la vita", 1988 - "Il dolce<br />
rumore della vita", 1999 - "L’amore<br />
probabilmente", 2001, ecc.), poco da<br />
invi<strong>di</strong>are al più famoso fratello Bernardo,<br />
ha avuto il solito lampo <strong>di</strong> genio:<br />
aveva a <strong>di</strong>sposizione migliaia <strong>di</strong> foto<br />
<strong>di</strong> scena <strong>di</strong> Deborah Beer e migliaia<br />
<strong>di</strong> metri <strong>di</strong> negativo cinematografi co<br />
dell’ultimo fi lm <strong>di</strong> Pasolini, "Salò o le<br />
120 giornate <strong>di</strong> Sodoma" (1975), e più<br />
<strong>di</strong> 50 ore <strong>di</strong> au<strong>di</strong>o <strong>di</strong> interviste rilasciate<br />
da Pasolini, in particolare al giornalista<br />
tedesco Gideon Bachmann, durante le<br />
riprese dello stesso fi lm, qualche mese<br />
prima del suo "assassinio" (2 novembre<br />
Giuseppe Bertolucci, regista del documentario “Pasolini prossimo nostro”<br />
1975). Bene, ha mescolato e selezionato<br />
il tutto e ne ha fatto un documentario<br />
bellissimo (giu<strong>di</strong>zio unanime della<br />
critica) su ciò che Pasolini ha fatto, e<br />
soprattutto detto, poco prima <strong>di</strong> morire<br />
(una sorta <strong>di</strong> testamento "involontario"),<br />
a partire dal bellissimo titolo:<br />
Pasolini prossimo nostro, appartiene<br />
a tutti perché tutti aveva a cuore, amava,<br />
anche quella borghesia detestata per<br />
una vita. Partiamo <strong>di</strong>cendo, per cenni,<br />
che cos’è e perché Pasolini ha deciso<br />
<strong>di</strong> girare un fi lm "maledetto", inviso,<br />
amato-o<strong>di</strong>ato, vituperato ecc., come<br />
"Salò..." (liberamente tratto da "Le 120<br />
giornate <strong>di</strong> Sodoma" del famoso marchese<br />
de Sade).<br />
Pasolini immagina che un gruppo <strong>di</strong><br />
"gran<strong>di</strong> borghesi" (un avvocato, un aristocratico,<br />
ecc.), aiutati dalla milizia repubblichina<br />
(la Repubblica <strong>di</strong> Salò, per<br />
i più giovani, è ciò che rimane del fascismo<br />
italiano dopo l’armistizio dell’8<br />
settembre 1943, la caduta <strong>di</strong> Mussolini<br />
e la fuga/ab<strong>di</strong>cazione del re Vittorio<br />
Emanuele III), compia una retata <strong>di</strong><br />
giovani del popolo "padano", li porti in
ie, presentati anche gli «omaggi» a due gran<strong>di</strong> poeti<br />
testamento involontario<br />
una grande casa padronale e poi compia<br />
su <strong>di</strong> loro le più incre<strong>di</strong>bili sevizie<br />
sa<strong>di</strong>che. Che signifi ca? Rispon<strong>di</strong>amo<br />
subito con una delle frasi fondamentali<br />
<strong>di</strong> Pasolini riportate nel fi lm "Il potere<br />
mercifi ca i corpi", fi no alle estreme<br />
conseguenze. Approfondendo: ieri, il<br />
potere storico fascista/nazista conteneva<br />
in sé una forza aggressiva, sa<strong>di</strong>ca (e<br />
il masochismo, il farsi male, la tendenza<br />
suicida, il rischiare fi no alla morte,<br />
ecc. - si pensi ai "o Roma o morte", ai<br />
"boia chi molla", ai simboli <strong>di</strong> morte,<br />
teschi, croci uncinate, ecc., del nazifascismo<br />
- s’accompagna sempre al sa<strong>di</strong>smo),<br />
che lo portava al razzismo, alla<br />
tortura, alle camere a gas, ecc.; oggi,<br />
il potere assoluto del consumismo, il<br />
"nuovo fascismo", non solo mercifi ca<br />
i corpi (ad esempio la apparente liberazione<br />
sessuale, in realtà imposta dal<br />
mercato, dalla pubblicità, dai mass me<strong>di</strong>a,<br />
ecc.) ma ottunde anche le coscienze<br />
sicché la società occidentale, quella<br />
che ha "partorito" il fascismo, <strong>di</strong>venta<br />
sempre più una società alienante e alienata,<br />
in<strong>di</strong>vidualistica, dove non v’è più<br />
spazio per <strong>di</strong>battiti ideologici, per reali<br />
libertà culturali e artistiche e tutto è sottoposto<br />
(imposto, <strong>di</strong>ce Pasolini, da un<br />
Potere anarchico, che fa cioè ciò che<br />
vuole) alle "anarchiche" leggi del Potere<br />
globale e globalizzante <strong>di</strong><br />
pochi, dei trust, dei cartelli,<br />
delle gran<strong>di</strong> multinazionali<br />
che sovrastano anche quello<br />
degli stati nazionali (si pensi<br />
all’impotenza delle gran<strong>di</strong><br />
organizzazioni internazionali<br />
<strong>di</strong> fronte al problema<br />
del prezzo del petrolio da<br />
cui molte cose <strong>di</strong>pendono,<br />
<strong>di</strong> fronte al prezzo dei me<strong>di</strong>cinali<br />
antiAids per salvare<br />
22 milioni <strong>di</strong> africani, ecc.).<br />
E non a caso, anche in questi<br />
giorni, i giornali parlano<br />
(bisognerebbe <strong>di</strong>re: riescono<br />
ancora a parlare), riferendosi in particolare<br />
all’Italia, <strong>di</strong> pensiero unico, <strong>di</strong><br />
fi ne <strong>di</strong> un'opinione pubblica che ragioni<br />
in termini <strong>di</strong> bene comune, ecc.<br />
Insomma, Pasolini con "Salò" chiude<br />
quella critica della società dei consumi<br />
(che aveva iniziato, a partire dal ’68<br />
e <strong>di</strong>ntorni, scrivendo centinaia <strong>di</strong> articoli,<br />
prima per la rivista "Tempo", 1968/<br />
70, raccolti nel libro "Il caos", E<strong>di</strong>tori<br />
Riuniti, e poi per "Il Corriere della<br />
Sera", 1970/75, raccolti nei libri "Scritti<br />
corsari", Garzanti, e "Lettere luterane",<br />
Einau<strong>di</strong>), del "nuovo fascismo" (poco o<br />
niente a che fare con il neofascismo <strong>di</strong><br />
certi nostalgici, spesso purtroppo giovani,<br />
dell’antico regime), riandando<br />
ad analizzare le strutture profonde della<br />
fonte, del fascismo storico, delle sue<br />
origini e dei suoi sviluppi.<br />
Non abbiamo né tempo né spazio, e<br />
non è comunque compito nostro analizzare<br />
questo tema, complesso per mille<br />
implicazioni storiche e culturali; ci piace<br />
invece, nei limiti, ricordare alcuni<br />
passaggi del fi lm, alcune frasi <strong>di</strong> Pasolini<br />
che esemplifi cano la critica della<br />
società dei consumi e che, buttate lì,<br />
possono essere motivo <strong>di</strong> rifl essione<br />
critica, ra<strong>di</strong>cale, aperta (così come desiderava<br />
il Nostro Prossimo): "C’è un<br />
nesso tra la denuncia <strong>di</strong> Sade e quella<br />
<strong>di</strong> Marx" / "I giovani non capiranno il<br />
mio fi lm, è incommensurabile per loro,<br />
non li abbiamo amati e ne abbiamo fatto<br />
degli imbecilli" / "Cosa hanno fatto<br />
per loro le famiglie dei quaranta-cinquantenni?"<br />
/ "La coppia, come fatto<br />
consumistico, è un incubo” / “La ap-<br />
Samperi (a destra) con Pino Caruso sul set <strong>di</strong> Malizia (73)<br />
parente tolleranza della società dei<br />
consumi genera solo nevrosi" / "La<br />
cosiddetta razionalità occidentale verrà<br />
mo<strong>di</strong>fi cata dalla 'irrazionalità' del<br />
Terzo Mondo, ancora represso" / "Con<br />
lo sviluppo tecnologico non abbiamo<br />
cambiato il mondo, ne abbiamo segna-<br />
Cinema e <strong>di</strong>ntorni<br />
to la fi ne" / "Non ci sono più i 'romani',<br />
i 'napoletani', i 'friulani', ecc., ci sono<br />
solo i piccolo-borghesi consumatori" /<br />
"Il consumatore crede <strong>di</strong> avere dei <strong>di</strong>ritti,<br />
invece è solo rincretinito, conformista<br />
davanti ad eventuali obblighi della<br />
società" / "Sono scomparse le varie<br />
forme <strong>di</strong> iniziazione alla vita perché anche<br />
il bambino è <strong>di</strong>ventato un<br />
consumatore" / "Tutte le culture<br />
hanno bisogni dei rituali<br />
ma la società consumistica<br />
ritualizza solo il Nulla" / "La<br />
speranza non esiste più, è solo<br />
una cosa buona per gli iscritti<br />
ad un partito" / "Una volta<br />
facevo fi lm con materiali tratti<br />
dalla realtà, ora utilizzo le immagini<br />
che vengono dai sogni<br />
e dalla memoria, quin<strong>di</strong> in un<br />
certo senso già girati, montati"<br />
/ "Nelle masse ci sono ancora<br />
i singoli ma sono assai<br />
pochi quelli che pensano" /<br />
"Tra il suici<strong>di</strong>o e l’espressione scelgo<br />
l’espressione, c’è sempre un margine<br />
<strong>di</strong> libertà" / "Il mondo è innanzitutto<br />
sacrale, l’artista ne è la contestazione<br />
vivente".<br />
Ce n’è a suffi cienza. Ciao Pasolini,<br />
che la terra ti sia ospitale.●<br />
Panorama 17
come scrisse Octavio<br />
Paz, è un sogno europeo.<br />
L’America,<br />
Rappresenta per il vecchio<br />
continente l’utopia, il para<strong>di</strong>so perduto,<br />
la scommessa <strong>di</strong> ricominciare da<br />
capo nell'illusione <strong>di</strong> azzerare il passato,<br />
una sempre nuova frontiera verso<br />
il futuro. Il popolo ebraico in particolare,<br />
che fece dei sogni un libro e<br />
che per essi sopravvisse, accolse questa<br />
"invenzione" europea nel suo immaginario.<br />
A cavallo dei secoli XIX e<br />
XX due milioni <strong>di</strong> ebrei, cacciati dall’est<br />
Europa, sbarcarono negli Stati<br />
Uniti, in quella terra che, nei loro racconti,<br />
chiamavano "Di goldene me<strong>di</strong>ne"<br />
("La patria d’oro"). Questo viaggio,<br />
fatto a pie<strong>di</strong> fi no ai porti e in pie<strong>di</strong><br />
sui ponti <strong>di</strong> terza classe, e il loro inserimento<br />
nel futuro della società americana,<br />
è stato raccontato, con la maschera<br />
del witz, della comicità amara<br />
e beffarda, da Moni Ova<strong>di</strong>a nello<br />
spettacolo Es iz Amerike! Cosa ci vuoi<br />
fare, è l’America!, ora anche in DVD.<br />
È in realtà un viaggio nello show business<br />
statunitense, fra Broadway e Hollywood<br />
inventate da quella generazione<br />
<strong>di</strong> ebrei, e da cui partirono alla conquista<br />
non solo degli States. Il popolo<br />
degli "ostjuden", degli ebrei orientali,<br />
che ha sempre raccontato storie e che<br />
ha fatto della musica, del ballo, del<br />
canto, del motto <strong>di</strong> spirito e del teatro<br />
momenti <strong>di</strong> vita sociale e mistica,<br />
intuì le proprie potenzialità, il riscatto<br />
e il "business" in quelle "fabbriche<br />
dei sogni". Ad evocare quei sogni, sul<br />
palcoscenico, sono celebri songs, nate<br />
da una sorta <strong>di</strong> "fusion”" fra yid<strong>di</strong>shklezmer,<br />
jazz e musica colta, <strong>di</strong> autori<br />
ebrei come Ghershwin, Berlin, Bernstain,<br />
Glass. Motivi "evergreen" <strong>di</strong><br />
cui mai sospetteremmo l’origine semitica,<br />
come "White Christmas", che<br />
solo l’ebraicità zelighiana <strong>di</strong> un Irving<br />
Berlin poteva concepire. Ad interpretarli<br />
sono gli otto elementi della "Moni<br />
Ova<strong>di</strong>a Stage Orchestra", le voci dello<br />
stesso Ova<strong>di</strong>a e della grande Lee Colbert,<br />
ebrea russo-polacca, nata a New<br />
York, cresciuta a Buenos Aires e laureata<br />
in composizione a Boston (una<br />
18 Panorama<br />
Teatro<br />
Cividale del Friuli: dalla comicità amara e beffarda alle profonde rifl essioni sulla cul<br />
Il nazionalismo ottunde sempre l’in<br />
<strong>di</strong> Guido Zauli<br />
Moni Ova<strong>di</strong>a<br />
in “Oylem Goylem ”<br />
<strong>di</strong>aspora vivente). Lo spettacolo si<br />
chiude sulle ombre che continuano ad<br />
oscurare il sogno americano, contro le<br />
quali si elevò quel profetismo progressista<br />
della beat generation, e che trovò<br />
nella cultura ebreo-americana i suoi<br />
più signifi cativi rappresentanti: Allen<br />
Ginsberg e Bob Dylan. La voce recitante<br />
<strong>di</strong> Moni Ova<strong>di</strong>a, su un ritmico<br />
fruscio dalla batteria <strong>di</strong> Emilio Vallorani,<br />
declama sommessamente i versi<br />
<strong>di</strong> Dylan "A hard rain’s gonna fall"<br />
(una dura pioggia cadrà), quella del<br />
fallout atomico.<br />
Un personaggio <strong>di</strong> Singer,<br />
in "Ombre sull’Hudson", usa<br />
un’espressione simile al titolo del<br />
suo spettacolo: "Così è l’America.<br />
Ma che cosa si può fare?" È una citazione<br />
o una casualità?<br />
"È casuale. Io l’ho preso dal titolo<br />
<strong>di</strong> una canzone yid<strong>di</strong>sh nata negli<br />
Stati Uniti, che fa parte <strong>di</strong> un repertorio<br />
<strong>di</strong> testi che usano un linguaggio<br />
misto, yid<strong>di</strong>sh-inglese; è una canzone<br />
satirica sulla bizzarria dell’America<br />
e il titolo, in yid<strong>di</strong>sh, è 'Wath ken<br />
you makh es iz Amerike' (Che cosa ci<br />
vuoi fare è l’America)".<br />
La grande <strong>di</strong>aspora ebraica negli<br />
Usa avviene nell’arco <strong>di</strong> tre generazioni,<br />
che in un tempo relativamente<br />
breve si integrano nella<br />
società americana, assimilando ed<br />
elaborandone la cultura. Nel caso<br />
dell’ultimo fl usso migratorio, quello<br />
che avviene durante e dopo la<br />
Shoah, si è verifi cata ancora tale<br />
simbiosi socio-culturale? In che<br />
misura e in quali campi?
tura ebraica con Moni Ova<strong>di</strong>a<br />
tellighenzia<br />
"Quella è un’emigrazione, dal<br />
centro Europa, <strong>di</strong> 'intellighenzia'.<br />
Vennero via tutti i gran<strong>di</strong> scienziati<br />
cacciati dai nazisti che parteciparono<br />
anche al progetto Manhattan.<br />
Infatti in gran parte erano ebrei gli<br />
scienziati <strong>di</strong> quel programma, a partire<br />
da Einstein, Oppenheimer, Teller<br />
e altri. Venne un’emigrazione molto<br />
qualifi cata già a monte, che ha dato<br />
agli Stati Uniti non solo uomini <strong>di</strong><br />
cultura e letterati ma anche politici,<br />
economisti, scienziati. Kissinger arrivò<br />
con quell’emigrazione. Arrivarono<br />
anche molti artisti: Friz Lang,<br />
Lubitsch, tutti i gran<strong>di</strong> dell’espressionismo<br />
tedesco; arrivò Schoenberg.<br />
La prima emigrazione è esplosa negli<br />
Stati Uniti venendo da una tra<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> rabbini, 'scaccini', ciabattini,<br />
sarti; quelli che hanno fatto il cinema<br />
e la musica, invece, erano della terza<br />
e <strong>di</strong> cui ricor<strong>di</strong>amo alcuni personaggi,<br />
che erano già molto famosi a casa<br />
loro, come Billy Wilder, William<br />
Wyler; arrivò Eisler, Kurt Weill. Erano<br />
i 'colti' che s’innestarono ed hanno<br />
avuto una feconda e fortunata stagione<br />
negli Stati Uniti".<br />
Guido Fink nel suo libro "Non<br />
solo Woody Allen", sulla tra<strong>di</strong>zione<br />
ebraica nel cinema americano, si<br />
chiede: "Che cosa signifi ca cinema<br />
ebraico-americano? È quello <strong>di</strong> autori<br />
ebrei, <strong>di</strong> tematiche ebraiche, <strong>di</strong><br />
personaggi o <strong>di</strong> spettatori ebrei?"<br />
Come risponderebbe?<br />
"È un po’ tutto questo, nel senso<br />
che sicuramente l’humus ebraico ha<br />
impollinato non solo il mondo della<br />
creazione ma anche il mondo della<br />
percezione del cinema. È venuta<br />
da me l’altro giorno una ragazza<br />
che sta facendo una tesi <strong>di</strong> laurea su<br />
l’infl uenza ebraica nelle soap opera<br />
e nelle situation comedy. È talmente<br />
vasta tale infl uenza nella cultura<br />
popolare americana che è <strong>di</strong>ffi cile<br />
tracciare dei confi ni, separare rigidamente<br />
la cultura e il cinema ebraicoamericano.<br />
Gli ebrei hanno interpretato<br />
l’America in modo più ra<strong>di</strong>cale<br />
degli americani; hanno mantenuto lo<br />
status <strong>di</strong> ebrei e hanno messo un occhio<br />
ebraico nello specifi co del cine-<br />
«C<br />
ostruire il tempo» è stato il<br />
fi lo conduttore <strong>di</strong> MittelFest<br />
'08 <strong>di</strong> Cividale del Friuli. Un viaggio<br />
nel futuro: non un fantascientifi<br />
co passaggio ad epoche futuribili,<br />
ma un progetto ove suggerire strumenti<br />
d’avvistamento ad una società<br />
che sta navigando a vista, o meglio,<br />
"alla cieca", come <strong>di</strong>rebbe Clau<strong>di</strong>o<br />
Magris. E proprio lo scrittore triestino<br />
è stato chiamato per l’ultimo<br />
<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> nove "cantieri <strong>di</strong>alettici"<br />
su altrettante <strong>di</strong>rettrici o rotte,<br />
per rimanere in metafora nautica,<br />
su cui procedere per costruire ora il<br />
nostro destino. "Time is not money"<br />
è lo slogan anticapitalistico su cui<br />
ha rifl ettuto Magris, e che riassume<br />
il rifi uto del tempo come merce o<br />
come un susseguirsi <strong>di</strong> istanti dove<br />
produzione e consumo s’inseguono,<br />
si sovrappongono e coincidono<br />
all’infi nito.<br />
Il "MittelFest" non è solo parola<br />
ma soprattutto gesto, canto, sonorità,<br />
immagine, arte scenica. Il progetto<br />
<strong>di</strong> quest’anno è terminato con lo<br />
spettacolo "Oylem Goylem - Il mondo<br />
è scemo" <strong>di</strong> Moni Ova<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>rettore<br />
artistico del festival. Con questo<br />
lavoro dal 1993 l’artista milanese<br />
continua, con straor<strong>di</strong>nario successo,<br />
a far rivivere sul palcoscenico il<br />
mondo ebraico dell’Europa centroorientale.<br />
Quel mondo è scomparso<br />
ad Auschwitz, ma "Oylem Goylem"<br />
non vuole essere un revival nostalgico<br />
in cui perpetuare il lutto. Molti,<br />
in particolare i non ebrei, l’hanno accolto<br />
con entusiasmo perché si sono<br />
riconosciuti nei personaggi, nelle<br />
paure, nei pregiu<strong>di</strong>zi, nella con<strong>di</strong>zione<br />
esistenziale <strong>di</strong> quel popolo,<br />
peculiare e para<strong>di</strong>gmatica. Il tempo<br />
è la <strong>di</strong>mensione in cui viaggia lo<br />
spettacolo, poiché è solo in essa che<br />
un popolo (e l’uomo) in perenne esilio<br />
può abitare. Come annotò l’ebreo<br />
Kafka nel terzo quaderno in ottavo,<br />
"la storia degli uomini è un attimo<br />
fra due passi <strong>di</strong> viandante". In questo<br />
viaggio lineare d’esiliati, fra nostalgia<br />
e utopia, fra ricordo e attesa,<br />
fra passato e futuro, si varca <strong>di</strong> continuo<br />
un confi ne, il presente.<br />
Teatro<br />
Causa egoismo e miopia<br />
passato e futuro perdono senso<br />
Questa linea geometrica uni<strong>di</strong>mensionale<br />
potrebbe <strong>di</strong>latarsi in<br />
eventi drammatici, come Auschwitz,<br />
o per un sistema <strong>di</strong> mercato, come<br />
quello attuale, egoistico e miope; in<br />
entrambi i casi passato e futuro perdono<br />
senso. "C’è nel mondo occidentale<br />
un totale asservimento all’ipertrofi<br />
a <strong>di</strong> un eterno presente",<br />
scrive Ova<strong>di</strong>a. Attraverso storielle e<br />
motti <strong>di</strong> spirito l’attore ebreo ci racconta<br />
il rapporto del suo popolo con<br />
il denaro, con Dio, con gli antisemiti,<br />
con il rabbino, con la mamma, in<br />
una concezione del tempo che pone<br />
la vita, consapevolmente e ironicamente<br />
vissuta, al centro. Lo Shabbath,<br />
il più importante precetto ebraico,<br />
è la festa del tempo, dove la logica<br />
della produzione cede spazio al<br />
racconto del passato, al <strong>di</strong>alogo con<br />
Dio, al progetto messianico del futuro.<br />
Si racconta in "Oylem Goylem"<br />
che un rabbino newyorkese ad un<br />
congresso interreligioso sui miracoli,<br />
dopo il delegato cristiano e musulmano,<br />
rivive la sua esperienza<br />
"mistica": è sabato quando per strada<br />
inciampa su una valigia piena <strong>di</strong><br />
denaro, che la Legge impone, per<br />
quel giorno, <strong>di</strong> non toccare. Dopo<br />
una "preghiera" un po’ minacciosa e<br />
ricattatoria al suo Dio, avviene il miracolo:<br />
improvvisamente, mentre in<br />
tutto il mondo attorno era sabato, lì,<br />
in quel vicolo, era giovedì. Tra una<br />
storia e l’altra, situazioni e caratterizzazioni<br />
comiche si sviluppano<br />
fi no all’improvvisa, sottile, e spiazzante<br />
battuta fi nale, un racconto<br />
dove ironia e nostalgia, riso e dolore<br />
s’intrecciano, dove una sonorità impura,<br />
e proprio per questo pregnante,<br />
narra <strong>di</strong> un esilio attraverso il mondo.<br />
Lo spazio scenico è metafi sico,<br />
kantoriano <strong>di</strong>rebbe forse Ova<strong>di</strong>a: un<br />
piccolo palco nel vuoto del palcoscenico,<br />
un microcosmo in cui otto<br />
musicisti-attori sono in un instabile,<br />
chagalliano equilibrio su un confi ne<br />
fra terra e cielo, fra passato e futuro.<br />
Dopo lo spettacolo è più <strong>di</strong>ffi cile tornare<br />
nel soporifero presente televisivo<br />
del "life is now". ●<br />
Panorama 19
20 Panorama<br />
Teatro<br />
ma americano. Hanno rappresentato<br />
l''american way of life', il sogno<br />
americano, alla loro maniera, però<br />
anche quell'elemento d’eccentricità<br />
che è molto ravvisabile nel cinema<br />
dei comici ebrei, a partire dai fratelli<br />
Marx, venendo su poi a Danny Kaye,<br />
Jerry Lewis, fi no a Mel Brooks, Woody<br />
Allen. Ci sono proprio dei mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> pensare che derivano dall’umorismo<br />
ebraico dell’est europeo, <strong>di</strong>ventati<br />
'topos' nella cultura americana. Se<br />
dovessimo togliere tutti gli ebrei dal<br />
cinema americano ci sarebbero grossi<br />
problemi a riconoscerlo".<br />
La parola scritta, anche come<br />
strumento narrativo, è un motivo<br />
fondante e <strong>di</strong> coesione per l’ebraismo.<br />
In questo suo lavoro ci aspettavamo<br />
almeno la menzione dei<br />
nomi della letteratura ebraicoamericana:<br />
i nobel Singer e Saul<br />
Bellow, Salinger, il pulitzer Philipp<br />
Roth. Cosa le ha fatto escludere<br />
queste eccellenze?<br />
"Mi sono concentrato più sulle arti<br />
sceniche perché è la cosa più familiare<br />
al pubblico. Lo spettacolo deve<br />
avere anche una leggerezza se no <strong>di</strong>venta<br />
una conferenza. Quando io parlo<br />
<strong>di</strong> Fred Astaire il pubblico italiano<br />
si riconosce; <strong>di</strong> Kirk Douglas, George<br />
Gershwin, Bob Dylan, Paul Newman,<br />
Tony Curtis, Jerry Lewis tutti<br />
sanno, chi non ha visto quelle robe lì.<br />
Ma se parlo <strong>di</strong> Norman Meiler sono<br />
pochini che sanno chi è. Qualcuno<br />
<strong>di</strong>ce che tutta la cultura è in qualche<br />
modo molto infl uenzata dall’ebraismo<br />
e anche i non ebrei hanno scritto<br />
che è quasi un affaire ebraico. Volevo<br />
che il pubblico riconoscesse le icone<br />
famose. C’è una cosa abbastanza<br />
spiazzante: raramente nell’ebreo si<br />
vede il bello; magari l’intelligente,<br />
lo spiritoso, il talento per il danaro,<br />
ma il bello NO. È abbastanza sconcertante<br />
che Paul Newman sia ebreo,<br />
sex symbol insieme a Marlon Brando.<br />
Fred Astaire ha stupito anche me.<br />
Quanti sanno che Peter Falk e Walter<br />
Matthau sono ebrei? Sono quelli che<br />
più colpiscono e mi permettevano <strong>di</strong><br />
far arrivare al pubblico italiano il <strong>di</strong>scorso<br />
in termini leggeri, fruibili. Peraltro<br />
come elemento letterario ho citato<br />
i gran<strong>di</strong> poeti e intellettuali ebrei:<br />
ho scelto Allen Ginsberg".<br />
"La tentazione nazionalistica",<br />
come lei afferma nel corso dello<br />
spettacolo in riferimento ad Israele,<br />
"ha preso il posto dello spirito<br />
dell’esilio... Questa mutazione<br />
culturale ha comportato un grave<br />
prezzo da pagare: la recessione dell’eccellenza<br />
ebraica". Comunque,<br />
ad esempio nelle letteratura israeliana,<br />
non mancano i talenti (Grossman,<br />
Jehoshua, Amos Oz). Forse<br />
perché la società israeliana vive<br />
una situazione per certi versi ancora<br />
simile alla <strong>di</strong>aspora, attraversata<br />
da tensioni, paure, incertezze,<br />
senso d’isolamento e d’esilio...<br />
"Non possiamo fare il più lontano<br />
paragone fra quella che è stata l’intellighenzia<br />
ebraica della <strong>di</strong>aspora e<br />
quella <strong>di</strong> oggi: Proust, Kafka, la letteratura<br />
ebraico-tedesca e quella mitteleuropea,<br />
Joseph Roth, eccetera...<br />
Gli israeliani hanno dato questi gran<strong>di</strong><br />
scrittori, non c’è dubbio, però sono<br />
delle punte <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante in un territorio<br />
non particolarmente fertile. Sicuramente<br />
sono venuti fuori da una società<br />
molto problematica. Comunque<br />
non ho detto che è scomparsa ma che<br />
c’è una recessione, mentre invece si<br />
assiste ad un’esplosione dell’eccellenza<br />
in<strong>di</strong>ana, coreana, pakistana. A<br />
mio parere il nazionalismo ottunde<br />
sempre l’intelligenza. Anche nella<br />
comunità ebraica americana il fatto<br />
che l’establishment sia soverchiamente<br />
ancorato al problema d’Israele<br />
comprime lo sviluppo <strong>di</strong> un’intellighenzia<br />
libera ed anticonformista<br />
come fu quella ebraica della <strong>di</strong>aspora<br />
fi no ad una quarantina d’anni fa.<br />
Non è più la prospettiva della minoranza<br />
sempre in permanente ridefi nizione<br />
<strong>di</strong> se stessa, con la tensione verso<br />
il futuro, ma le istituzioni ebraiche<br />
molto legate al problema dei confi ni<br />
d’Israele".<br />
Verso la fi ne del suo racconto<br />
teatrale ci si chiede: "Cosa rimane?”".<br />
Purtroppo, a causa dei soliti<br />
vecchi pregiu<strong>di</strong>zi antisemiti, si <strong>di</strong>ffondono<br />
notizie false e tendenziose,<br />
come quelle che fra le vittime delle<br />
Twin Towers non c’erano ebrei<br />
e che la guerra <strong>di</strong> Bush è la guerra<br />
degli ebrei. Chi è questa "gente<br />
perbene", come lei la chiama, che<br />
raccoglie simili calunnie?<br />
"Sono partite da siti islamici integralisti<br />
e sono state raccolte da persone<br />
che cadono nella trappola <strong>di</strong><br />
quel <strong>di</strong>ffuso antisemitismo, con tutta<br />
una serie <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zi... la famosa<br />
lobby ebraica; <strong>di</strong>rei che è ancora la<br />
vecchia logica dei 'Protocolli dei savi<br />
<strong>di</strong> Sion'. Come si fa a <strong>di</strong>re una stupidaggine<br />
del genere. Io l’ho sentita in<br />
bocca <strong>di</strong> gente se<strong>di</strong>cente 'per bene' e<br />
da una certa sinistra che fa dell’antiamericanismo<br />
acritico il proprio campo<br />
<strong>di</strong> battaglia. Io sono molto critico<br />
nei confronti dell’attuale amministrazione<br />
americana e degli Usa come
forza imperiale con le sue malefatte<br />
spaventose. Però scendere a <strong>di</strong>re che<br />
la lobby ebraica onnipotente avrebbe<br />
avvertito tutti i duemila ebrei <strong>di</strong> New<br />
York è un delirio: alle Twin Towers<br />
c’erano 418 ebrei! La stessa cosa per<br />
la guerra <strong>di</strong> Bush, mentre gli ebrei votano<br />
massicciamente contro i repubblicani!<br />
Questa è una sinistra che usa<br />
per pensare non il cervello ma qualche<br />
cos’altro. Purtroppo se si fanno<br />
queste affermazioni sugli ebrei funziona<br />
ancora. Certo che ci sono lobby<br />
ebraiche pro Israele e pro Bush molto<br />
forti, esattamente come ci sono le<br />
lobby cubane, italiane, irlandesi, cinesi.<br />
Il lobbysmo è alla luce del sole<br />
negli Stati Uniti. Però la lobby ebraica<br />
evoca scenari terribili e pare, soprattutto,<br />
una cosa onnipotente, mon<strong>di</strong>ale:<br />
è la logica dell’antisemitismo".<br />
Nel 1987 uscì il suo primo spettacolo<br />
<strong>di</strong> teatro musicale. Che cosa<br />
l’ha gratifi cata <strong>di</strong> più in questi venti<br />
anni?<br />
"Essere riuscito a fare sì che il<br />
pubblico italiano si riconoscesse in<br />
questa forma abbastanza inusuale,<br />
non conformistica. Fare un piccola<br />
utopia, cioè rilanciare il teatro yid<strong>di</strong>sh<br />
in una forma ine<strong>di</strong>ta con più <strong>di</strong><br />
È pubblicato nel B.U.R.V. del giorno 15 agosto<br />
2008 l’Avviso pubblico per la presentazione delle<br />
domande <strong>di</strong> concessione <strong>di</strong> contributo regionale finalizzate<br />
alla realizzazione <strong>di</strong> progetti in materia <strong>di</strong><br />
interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione<br />
del patrimonio culturale <strong>di</strong> origine veneta<br />
nell’Istria e nella Dalmazia, <strong>di</strong> cui alla L.R.<br />
n. 15/1994, Programma per l’anno 2009. L’avviso<br />
in<strong>di</strong>vidua la tipologia ed i requisiti dei soggetti richiedenti,<br />
le tipologie delle iniziative ammesse, le<br />
modalità <strong>di</strong> presentazione delle domande <strong>di</strong> contributo<br />
regionale ed illustra sinteticamente l’iter procedurale<br />
per giungere alla pre<strong>di</strong>sposizione del Programma<br />
annuale degli interventi per l’anno 2009.<br />
Le domande <strong>di</strong> contributo, da re<strong>di</strong>gersi utilizzando<br />
esclusivamente lo schema allegato all’Avviso accompagnate<br />
da nota su carta intestata del richiedente,<br />
dovranno essere consegnate a mano o spe<strong>di</strong>te<br />
a mezzo raccomandata con avviso <strong>di</strong> ricevimento<br />
(non saranno ammissibili le domande trasmesse via<br />
fax), a pena <strong>di</strong> decadenza, entro il giorno 30 settembre<br />
2008 (nel caso <strong>di</strong> consegna a mano il termine è<br />
Salomone “Moni” Ova<strong>di</strong>a. Nella<br />
pagina accanto impegnato<br />
in “Questa è l’America”<br />
metà del pubblico <strong>di</strong> giovani, mi ha<br />
dato enorme sod<strong>di</strong>sfazione".<br />
Che cosa c’è in cantiere per la<br />
prossima stagione?<br />
"Ho scritto un libro, 'Lavoratori<br />
<strong>di</strong> tutto il mondo, ridete!', sull’umorismo<br />
ebraico, e non solo, nel periodo<br />
sovietico, dove approfi tto per<br />
fare alcune rifl essioni su quella lunga,<br />
tragica epopea. Ci sono stati momenti<br />
<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario rilievo umano<br />
Teatro<br />
in tutta quella vicenda e, al <strong>di</strong> là dei<br />
crimini <strong>di</strong> Stalin che nessuno nega,<br />
c’è stato l’immane sacrifi cio <strong>di</strong> uomini<br />
e donne che hanno dato le loro<br />
vite per una grande idea <strong>di</strong> ricatto<br />
sociale, umano, forse la più grande<br />
utopia della storia; per cui a quegli<br />
uomini va reso onore, cosa che<br />
io faccio regolarmente tutti gli anni<br />
con Vla<strong>di</strong>mir Denissenkov, fi sarmonicista<br />
russo. Da questo libro trarrò<br />
uno spettacolo in due versioni, sempre<br />
nella forma <strong>di</strong> teatro d’affabulazione<br />
e musica. Poi c’è un progetto<br />
per un lavoro sul muro in Palestina,<br />
che gli israeliani chiamano il muro<br />
della sicurezza e i palestinesi il muro<br />
dell’apartheid. Sarà un lavoro basato<br />
anche su un testo <strong>di</strong> una grande scrittrice<br />
israeliana Amira Hass (vive da<br />
quattor<strong>di</strong>ci anni nei territori occupati<br />
e ha vissuto otto anni a Gaza e adesso<br />
da sei anni vive a Ramallah), e con il<br />
più grande regista-attore palestinese<br />
Mohammad Bakri. Questo sarà per<br />
<strong>di</strong>cembre, mentre quello sull’Unione<br />
Sovietica è partito già quest’estate<br />
con la versione piccola, 'Il compagno<br />
Rabinovich', per debuttare al Piccolo<br />
Teatro con la versione più grande,<br />
'La bella utopia'." ●<br />
Regione Veneto - Giunta Regionale - Direzione Relazioni Internazionali Cooperazione Internazionale Diritti<br />
Umani e Pari Opportunità - Sede: Dorsoduro 3494/A - 30123 Venezia.<br />
ESTRATTO DI AVVISO<br />
alle ore 12.00 del medesimo giorno), al seguente<br />
in<strong>di</strong>rizzo:<br />
Al Signor Presidente della Giunta Regionale del<br />
Veneto/ Direzione Regionale Relazioni Internazionali<br />
Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Pari<br />
Opportunità<br />
Dorsoduro 3494/A / 30123 Venezia<br />
In ogni caso farà fede il timbro apposto dall’uffi -<br />
cio postale accettante o il timbro <strong>di</strong> protocollo apposto<br />
dall’uffi cio regionale ricevente.<br />
Il testo integrale dell’avviso è <strong>di</strong>sponibile<br />
anche nel sito Internet della Regione Veneto<br />
www.regione.veneto.it .<br />
Per qualsiasi informazione si prega <strong>di</strong> rivolgersi<br />
alla Direzione Regionale Relazioni Internazionali,<br />
Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Pari<br />
Opportunità (tel: +39-041-2791631/1633; fax: +39-<br />
041-2791624; e-mail: relint@regione.veneto.it).<br />
IL DIRIGENTE REGIONALE<br />
Dott. Diego Vecchiato<br />
Panorama 21
Quando si parla del laboratorio<br />
internazionale <strong>di</strong> musica<br />
"Arena International" allora<br />
non si può fare a meno, per forza<br />
dell'associazione, <strong>di</strong> menzionare Tatiana<br />
Šverko Fioranti, ideatrice, promotrice<br />
e <strong>di</strong>rettrice artistica <strong>di</strong> questo<br />
evento musicale che <strong>di</strong> anno in<br />
anno attira presso la Comunità degli<br />
Italiani <strong>di</strong> Pola un numero sempre<br />
più alto <strong>di</strong> allievi e <strong>di</strong> musicisti. Chi<br />
ama la musica, chi vive la musica, <strong>di</strong><br />
giorno in giorno e per tutta la vita, sa<br />
quanto importante sia poter coltivare<br />
e sviluppare il proprio talento anche<br />
nei perio<strong>di</strong> in cui le scuole e le accademie<br />
chiudono i propri battenti.<br />
"Arena International offre la possibilità<br />
a tutti quei giovani musicisti<br />
che anche d'estate amano incontrarsi<br />
e fare musica, <strong>di</strong> perfezionare la tecnica<br />
esecutiva e le capacità interpretative,<br />
facendosi accompagnare da<br />
vali<strong>di</strong> musicisti in questo percorso,<br />
che offre nuove sfi de e nuovi stimoli"<br />
ci spiega la Šverko Fioranti.<br />
La settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questo importante<br />
appuntamento si è svolta tra<br />
il 30 luglio e il 6 agosto. Otto giorni<br />
<strong>di</strong> lezione del tipo full immersion per<br />
perfezionarsi nel canto o nell'esecu-<br />
22 Panorama<br />
Musica<br />
La Comunità degli Italiani <strong>di</strong> Pola ha ospitato la settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> «Arena internat<br />
Non solo arte ma anche incontri<br />
<strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
zione musicale guidati da rinomati<br />
musicisti e pedagogisti provenienti<br />
dalla Croazia e dall'estero, hanno caratterizzato<br />
l'e<strong>di</strong>zione 2008 del laboratorio<br />
<strong>di</strong> musica.<br />
"Si tratta un progetto musicale<br />
che nasce dal bisogno culturale dei<br />
giovani artisti <strong>di</strong> creare un punto<br />
d’incontro e <strong>di</strong> confronto: nell’arte,<br />
nella lingua, nei costumi, nelle abitu<strong>di</strong>ni,<br />
nella propria identità arricchita<br />
da tutte quelle peculiarità che ciascun<br />
artista porta dentro <strong>di</strong> sé. Arena<br />
International vorrebbe essere un<br />
trampolino <strong>di</strong> lancio per i giovani artisti,<br />
sia quelli della CNI che gli altri,<br />
un'opportunità per farsi conoscere e<br />
allo stesso tempo per promuovere la<br />
cultura e la propria arte - ci spiega<br />
Tatiana Šverko Fioranti -. progetto è<br />
aperto infatti ad artisti italiani, croati,<br />
sloveni, austriaci e a tutti coloro<br />
che vogliono partecipare realizzando<br />
quei presupposti <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo che<br />
da tempo stiamo perseguendo. Arena<br />
International è un progetto che ha<br />
avuto un suo percorso e che ora sta<br />
crescendo sotto ai nostri occhi. Inizialmente<br />
è stato concepito come un<br />
workshop, un laboratorio musicale<br />
in cui gli allievi con i lori mentori<br />
elaborano un repertorio tale da stimolare<br />
l’interpretazione poetica in-<br />
Solenne consegna degli attestati <strong>di</strong> partecipazione<br />
Tatiana Šverko Fioranti <strong>di</strong>rettore<br />
artistico <strong>di</strong> Arena International<br />
(foto Zlatko Majnarić)<br />
<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> ogni singolo, stimolando<br />
il virtuosismo del giovane e il suo<br />
confronto con gli altri. Infatti, oltre<br />
ai docenti, anche gli allievi hanno<br />
una parte importante nella realizzazione<br />
del progetto, che intende promuoverli<br />
quali artisti che affi nano le<br />
proprie competenze sul campo. Da<br />
questo, che è il progetto base, si è<br />
sviluppata poi l’idea <strong>di</strong> delineare un<br />
piano <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che, spesso, viene a<br />
mancare nelle istituzioni scolastiche.<br />
Stiamo approfondendo il <strong>di</strong>scorso<br />
anche sulla musica contemporanea e<br />
quella istriana, del passato e del presente,<br />
con particolare riferimento a<br />
quella <strong>di</strong> origine istro-veneta".<br />
I partecipanti dell'e<strong>di</strong>zione 2008<br />
sono stati complessivamente 45 d'età<br />
compresa tra gli 8 e i 24 anni provenienti<br />
da Italia, Croazia, Slovenia. A<br />
tenere le lezioni sono stati sette docenti<br />
provenienti da rinomate istituzioni<br />
musicali: l'Accademia <strong>di</strong> Maribor,<br />
il "Conservatorio Benedetto<br />
Marcello" <strong>di</strong> Venezia, la scuola <strong>di</strong><br />
Musica "Ivan Matetić Ronjgov" <strong>di</strong><br />
Pola, la Scuola Me<strong>di</strong>a Superiore <strong>di</strong><br />
Musica <strong>di</strong> Zagabria. È doveroso citare<br />
alcuni dei professori come Giorgio<br />
Lovato (pianoforte), Delio Malpera<br />
(violino e musica da camera),<br />
Clau<strong>di</strong>o Gasparoni (contrabbasso<br />
e viola da gamba), Andrea Sfetez
ional». Ed è stato un successo<br />
ed amicizie<br />
(musica d'insieme per ottoni), Žarko<br />
Ignjatović (chitarra), Mariagrazia<br />
Biancolin (canto), Borut Vatovec<br />
(clarinetto), Giorgio Tirindelli (violino<br />
e orchestra da camera), Federica<br />
Lotti (fl auto).<br />
Che cosa spinge i ragazzi a frequentare<br />
una master class d'estate<br />
quando, la maggior parte dei loro<br />
coetanei trascorre le giornate in<br />
spiaggia?<br />
"È indubbiamente uno sprono a<br />
stu<strong>di</strong>are cose nuove, soprattutto autori<br />
istriani. Nelle precedenti e<strong>di</strong>zioni<br />
abbiamo trattato Smareglia,<br />
Milotti, Dallapiccola e altri compositori".<br />
Suppongo che <strong>di</strong>etro a queste<br />
serate tematiche ci sia anche una<br />
meticolosa ricerca degli spartiti<br />
meno conosciuti e non <strong>di</strong>vulgati <strong>di</strong><br />
questi compositori, che rappresentano<br />
una preziosa risorsa culturale<br />
del nostro territorio.<br />
"Sì, ho dovuto fare delle ricerche<br />
ma anche comprendere quali degli<br />
spartiti erano adatti al profi lo degli<br />
studenti che hanno aderito al laboratorio<br />
e soprattutto capire quali erano<br />
i brani che si potevano eseguire te-<br />
nendo conto del livello dei frequentanti<br />
e degli strumenti a <strong>di</strong>sposizione,<br />
come pure delle aspettative del<br />
pubblico che tra<strong>di</strong>zionalmente e con<br />
grande interesse segue le esibizioni<br />
dei nostri ragazzi".<br />
Su quali punti è stato incentrato<br />
il programma <strong>di</strong> quest'anno?<br />
"Abbiamo avuto due classi <strong>di</strong><br />
violino e due classi <strong>di</strong> pianoforte,<br />
poi abbiamo de<strong>di</strong>cato molte attenzioni<br />
alla musica da camera. In ogni<br />
classe abbiamo trattato sia la musica<br />
da camera sia lo strumento solistico.<br />
Musica<br />
Quest'anno abbiamo avuto soprattutto<br />
allievi che frequentano le Scuole<br />
me<strong>di</strong>e superiori e le Accademie <strong>di</strong><br />
musica. Al Concerto inaugurale abbiamo<br />
presentato il patrimonio musicale<br />
del nostro territorio, con un programma<br />
tutto particolare, de<strong>di</strong>cato<br />
interamente alla musica del Barocco,<br />
nell'interpretazione dei virtuosi della<br />
Camerata Vival<strong>di</strong> <strong>di</strong> Basilea e dei<br />
loro ospiti. Lo abbiamo fatto con un<br />
concerto in costume tenuto presso la<br />
Chiesa <strong>di</strong> San Francesco a Pola. Nel<br />
repertorio abbiamo inserito Vival<strong>di</strong>,<br />
Il concerto in costume de<strong>di</strong>cato alla musica barocca e ospitato presso la Chiesa <strong>di</strong> San Francesco a Pola<br />
Panorama 23
24 Panorama<br />
Musica<br />
Tatiana a lezione con Greta, pianista in erba<br />
Bach, Telemann ma anche Tartini.<br />
Tutti i concerti sono stati registrati<br />
sia in forma video sia au<strong>di</strong>o, su CD e<br />
DVD, per un totale <strong>di</strong> 13 ore <strong>di</strong> produzione<br />
artistica. Stiamo lavorando<br />
sulla versione invernale <strong>di</strong> Arena<br />
International. L'anno scorso abbiamo<br />
avuto un'e<strong>di</strong>zione sperimentale<br />
e quest'inverno ci ripresenteremo,<br />
lavorando ogni terzo fi ne settimana<br />
del mese".<br />
Quali sono i problemi che ha<br />
incontrato nell'organizzare questa<br />
settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Arena International?<br />
"Quest'anno non ho avuto particolari<br />
intoppi, se non quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidermi<br />
tra mia fi glia e gli appuntamenti<br />
con la musica, ma credo sia un<br />
problema <strong>di</strong> tutte la mamme... Uno<br />
che non si è mai de<strong>di</strong>cato alla musica<br />
forse non riesce a capire che<br />
la musica è un qualche cosa che ti<br />
accompagna sempre, anche quando<br />
sei in vacanza e anche quando<br />
ti sei fatto le tue otto ore lavorative.<br />
Parecchie persone mi hanno dato<br />
una mano, un'ottima collaborazione<br />
è stata quella con la Lino Mariani e<br />
con la scuola <strong>di</strong> musica Ivan Matetić<br />
Ronjgov <strong>di</strong> Pola, che ci ha messo a<br />
<strong>di</strong>sposizione delle aule. In una settimana<br />
i ragazzi hanno fatto complessivamente<br />
2.200 ore <strong>di</strong> lezione. Non<br />
è da poco. Quest'anno ci siamo de<strong>di</strong>cati<br />
al Barocco, in primo luogo quello<br />
istriano anche perché nei prossimi<br />
anni vorremmo aprire a Pola un Cen-<br />
tro per la musica antica. Il problema<br />
è che avremmo bisogno <strong>di</strong> un clavicembalo.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una spesa <strong>di</strong> 20<br />
mila euro che speriamo <strong>di</strong> racimolare<br />
grazie all'aiuto <strong>di</strong> vari sponsor".<br />
Quali sono gli enti che aiutano<br />
fi nanziariamente questo progetto?<br />
"La Città <strong>di</strong> Pola, l'Ente turistico<br />
della città, la Regione Istriana... Abbiamo<br />
avuto gran<strong>di</strong> apprezzamenti<br />
dalla Contea i cui responsabili per<br />
la cultura hanno rilevato che la missione<br />
<strong>di</strong> Arena International coincide<br />
con le loro priorità e fi nalità. È<br />
un progetto che sembra piccolo ma<br />
che realizza tutte le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo<br />
culturale volute dalla Regione<br />
tra cui la cura particolare dell'espressione<br />
e della valorizzazione del patrimonio<br />
culturale del territorio. Un<br />
grazie va anche alla CI <strong>di</strong> Pola che è<br />
uffi cialmente il promotore <strong>di</strong> questa<br />
iniziativa e che ci ospita mettendoci<br />
a <strong>di</strong>sposizione la splen<strong>di</strong>da sede in<br />
cui si lavora molto bene. Oltre all'importanza<br />
culturale ed artistica,<br />
il progetto Arena International ha<br />
pure delle fi nalità a sfondo sociale.<br />
Difatti, a conclusione <strong>di</strong> ogni concerto,<br />
grazie agli sponsor, abbiamo<br />
potuto organizzare dei fantasiosi incontri<br />
conviviali, che contribuiscono<br />
a coltivare quelle amicizie, ponti<br />
<strong>di</strong> comunicazione in<strong>di</strong>struttibili che<br />
non conoscono confi ni. Perché la<br />
musica è un linguaggio <strong>di</strong> comunicazione<br />
universale che abbatte ogni<br />
frontiera". ●<br />
Il noto basso fi umano<br />
La classe <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Mladen Čulić Dalbello<br />
Nella splen<strong>di</strong>da cornice delle Procuratie,<br />
circondate dai portici<br />
che ricalcano quelli <strong>di</strong> Venezia,<br />
voluti nell’Ottocento dal sindaco Antonio<br />
Baiamonti, italiano <strong>di</strong> Spalato, e che<br />
fi no al 1943 hanno ospitato la sede della<br />
locale Comunità degli Italiani, si è svolto<br />
il concerto <strong>di</strong> Gala per la chiusura della<br />
54.esima e<strong>di</strong>zione dell’Estate culturale<br />
spalatina, al quale ha dato lustro con la<br />
sua presenza anche il capo del Governo<br />
croato Ivo Sanader. Interpreti d’eccezione<br />
la soprano bulgara Svetla Vassileva, il<br />
tenore coreano Francesco Hong nonché il<br />
basso fi umano Giorgio Surian, accompagnati<br />
dall’orchestra e dal coro del Teatro<br />
nazionale <strong>di</strong> Spalato, <strong>di</strong>retti dal maestro<br />
Ivan Repušić. In programma arie <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>,<br />
Puccini, Donizzetti, Gounod...<br />
Con la sua voce che spazia con estrema<br />
facilità dal repertorio barocco alle più<br />
complesse partiture moderne, anche grazie<br />
alla sua straor<strong>di</strong>naria estensione che,<br />
oltre a qualifi carlo notoriamente come<br />
basso <strong>di</strong> belcanto, gli permette <strong>di</strong> affrontare<br />
anche <strong>di</strong>versi ruoli da basso-baritono,<br />
Giorgio Surian è uno dei più affermati<br />
bassi dei nostri tempi. Dopo gli stu<strong>di</strong> musicali<br />
ha frequentato il Centro <strong>di</strong> Perfezionamento<br />
del Teatro alla Scala, dove ha<br />
debuttato in “Ernani” nel 1982 e dove è<br />
stato chiamato numerosissime volte nelle<br />
stagioni successive. Si è esibito al fi anco<br />
dei più gran<strong>di</strong> cantanti del momento (Domingo,<br />
Pavarotti, Carrera, Giaurov, Cappuccilli,<br />
Freni, Montserrat Caballé), <strong>di</strong>retto<br />
dai più importanti <strong>di</strong>rettori d’orchestra<br />
(Abbado, Muti, Von Karajan, Matačić,<br />
Maazel, Mehta, ecc.), praticamente in tutti<br />
i maggiori teatri del mondo.<br />
A Spalato, questa volta, ha offerto con<br />
la sua voce potente, ricca, calorosa, dal<br />
nobile fraseggio, soprattutto ruoli ottocenteschi.<br />
Meravigliosa la sua interpretazione<br />
<strong>di</strong> Dulcamara (“Elisir d’amore”<br />
<strong>di</strong> Donizzetti). Nel “Nemico della patria”<br />
dall’”Andrea Chenier” ha messo omogeneità,<br />
morbidezza del suono e nobiltà<br />
d’accento, unite ad una straor<strong>di</strong>naria<br />
gamma <strong>di</strong> colori e sfumature timbriche.<br />
Fantastico pure nell’aria del Gran Pon-
Musica<br />
è stato il grande protagonista del concerto <strong>di</strong> chiusura dell’Estate culturale<br />
Giorgio Surian al galà <strong>di</strong> Spalato<br />
tefi ce dal “Nabucco” - Sperate, o fi gli<br />
- dove si sente il messaggio spirituale<br />
con cui Zaccaria rincuora i fedeli.<br />
Dopo il concerto, il simpatico Giorgio<br />
Surian si è concesso a una piacevole<br />
conversazione, un’occasione anche<br />
per riandare a ricor<strong>di</strong> comuni e a chi,<br />
tra i nostri cari, non c’è più. Tanti anni<br />
fa, in occasione della mostra pittorica<br />
della mia compianta consorte Annamaria<br />
Tiberi, allestita presso la Comunità<br />
degli Italiani <strong>di</strong> Fiume, avevo avuto<br />
occasione <strong>di</strong> conoscere i suoi cari genitori.<br />
Erano i tempi, tra l’altro, in cui<br />
stavo vagliando la possibilità <strong>di</strong> fondare<br />
la Comunità degli Italiani <strong>di</strong> Spalato.<br />
L’incontro <strong>di</strong> metà luglio nel capoluogo<br />
dalmata, quin<strong>di</strong>, mi ha commosso<br />
parecchio, permeato da elementi nostalgico-sentimentali...<br />
Tema principale della nostra chiacchierata,<br />
ovviamente, la musica e il<br />
canto. Mi sono fatto coraggio ed ho<br />
ammesso al famoso e simpatico Giorgio<br />
che, a suo tempo, anch’io avevo<br />
stu<strong>di</strong>ato canto presso la spalatina<br />
Cvijeta Cindro (1883-1982) ma, come<br />
succede spesso, i genitori ostacolano<br />
determinate ambizioni dei fi gli. Così<br />
mio padre, professore <strong>di</strong> storia, volle<br />
che mi laureassi e fui costretto a lasciare<br />
l’ambiente teatrale. Occorreva avere<br />
il pane sicuro, <strong>di</strong>ceva: “Carmina non<br />
dant panem”.<br />
Poi il <strong>di</strong>scorso è fi lato su alcuni<br />
aspetti storico-culturali del capoluogo<br />
Giorgio Surian durante il concerto <strong>di</strong> Spalato e, in basso, con il presidente<br />
della locale Comunità degli Italiani, Mladen Čulić Dalbello<br />
dalmata, sulle correnti presenti anche<br />
in seno alla Sovrintendenza ai Monumenti<br />
che, recentemente, si è accanita<br />
contro il Teatro <strong>di</strong> Spalato, reo <strong>di</strong> “abuso”<br />
degli spazi del Palazzo <strong>di</strong> Diocleziano<br />
per le rappresentazioni teatrali.<br />
Rigi<strong>di</strong> e fi scali a criticare (ingiustamente)<br />
il teatro, tolleranti al massimo,<br />
invece, quando si tratta <strong>di</strong> affrontare il<br />
<strong>di</strong>scorso delle insopportabili bancarelle<br />
che formano un piccolo ma indecoroso<br />
mercatino che letteralmente circonda<br />
questo palazzo romano e ne av-<br />
vilisce il vetusto ambiente, mettendo<br />
in ven<strong>di</strong>ta mercanzie varie, scarpe da<br />
ginnastica, biancheria intima, souvenir<br />
e altre merci <strong>di</strong> poco conto... “All’Arena<br />
<strong>di</strong> Verona, all’Anfi teatro <strong>di</strong> Cagliari<br />
o a quello <strong>di</strong> Nimes in Francia, gli<br />
spettacoli si svolgono senza causare<br />
alcun danno ai monumenti - spiega<br />
Surian, che è stato testimone <strong>di</strong> questa<br />
prassi molto in voga in tutto il mondo<br />
-. L’arte classica, i monumenti, possono<br />
convivere perfettamente con la musica<br />
ed è un peccato che a Spalato si<br />
cerchi <strong>di</strong> sopprimere il melodramma<br />
dalle piazze. La città è ricca <strong>di</strong> spazi<br />
ambientali <strong>di</strong> origine romana o veneta,<br />
palcoscenici naturali <strong>di</strong> grande suggestione<br />
per questo tipo <strong>di</strong> spettacoli.<br />
Questi atteggiamenti incivili e primitivi<br />
andrebbero affrontati e combattuti.<br />
Anzi, sarebbe opportuno usare anche<br />
le Sale sotterranee del Palazzo <strong>di</strong><br />
Diocleziano, ed eventualmente il sito<br />
archeologico degli scavi romani <strong>di</strong> Salona,<br />
per gli allestimenti teatrali estivi.<br />
Anche la Comunità degli Italiani<br />
<strong>di</strong> Spalato potrebbe dare il suo contributo<br />
culturale in questo contesto”, ha<br />
concluso con sincerità il grande artista<br />
fi umano.●<br />
Panorama 25
Qui Pechino,<br />
a voi Londra<br />
Le Olimpia<strong>di</strong> sono fi nite e la Cina è un po' più vicina. O, almeno questo<br />
è quello che spera il paese più popoloso del mondo, la nuova potenza<br />
emergente sulla scena mon<strong>di</strong>ale, il "gigante addormentato" dell'Asia<br />
che si è svegliato e pretende il suo posto nel mondo. La Cina ha celebrato,<br />
con una cerimonia <strong>di</strong> chiusura gran<strong>di</strong>osa come tutti gli spettacoli <strong>di</strong>retti dal<br />
regista Zhang Yimou, il successo della sua prima Olimpiade della storia con<br />
una spaventosa raffi ca <strong>di</strong> fuochi d'artifi cio che hanno <strong>di</strong>segnato un cerchio<br />
sopra al Nido d'Uccello, il fantasmagorico nuovo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Pechino. Il cerchio<br />
- hanno spiegato gli organizzatori - è nella tra<strong>di</strong>zionale cultura cinese<br />
"un simbolo <strong>di</strong> armonia e rinnovamento" e in questo caso ha voluto in<strong>di</strong>care<br />
la buona riuscita dei Giochi Olimpici <strong>di</strong> Pechino, i più <strong>di</strong>ffi cili dopo la<br />
botta e risposta <strong>di</strong> boicottaggi tra il blocco occidentale e quello orientale del<br />
1980 e 1984. Le Olimpia<strong>di</strong>, lo spirito olimpico, non si fermano mai e ora si<br />
spostano verso Londra. Il sindaco della capitale <strong>di</strong> un Impero che fu in testa<br />
agli eserciti dei colonizzatori (e che ha mantenuto fi no al 1997 una presenza<br />
<strong>di</strong>retta in territorio cinese, ad Hong Kong), Boris Johnson, ha ricevuto le<br />
consegne da quello <strong>di</strong> Pechino, Guo Jinlong. Ma sono state due stelle britanniche,<br />
il calciatore David Beckham ed il musicista Jimmy Page, a prendere<br />
idealmente la fi accola per conto della ex-capitale dell'Impero. Page ha suonato<br />
con una foga da ventenne "Whole Lotta Love", uno dei suoi successi<br />
con la leggendaria band dei Led Zeppelin. Il calciatore lo ha raggiunto emergendo<br />
dal basso sul tetto trasformato in una sorta <strong>di</strong> bosco <strong>di</strong> un caratteristico<br />
autobus lon<strong>di</strong>nese, a due piani, sul quale era scritto "destinazione Londra<br />
2012". La cerimonia è stata preceduta dall'ingresso <strong>di</strong> due enormi tamburi<br />
volanti che avrebbero dovuto rappresentare, tra l'altro, l'"armonia" che regna<br />
tra le 56 etnie minoritarie che popolano il paese e i cinesi Han, una pretesa<br />
forse un po' stonata se si ricordano le drammatiche vicende vissute negli<br />
ultimi mesi dal Tibet e nelle scorse settimane dai musulmani uighuri dello<br />
Xinjiang. Nella sfi lata conclusiva tutti hanno applau<strong>di</strong>to ed hanno riso sotto<br />
alla Memory Tower, che rappresentava la fi amma dello spirito olimpico, in<br />
un carnevale che doveva accomunare tutta l'umanità.<br />
La prossima e<strong>di</strong>zione dei Giochi, i trentesimi dell'era moderna, comunque<br />
a Londra sono già cominciati da tempo: "Stiamo lavorando all'aspetto<br />
organizzativo e fi nanziario - conferma Lord Sebastian Coe, l'ex grande campione<br />
degli 800 nella sua veste <strong>di</strong> presidente del Comitato organizzatore <strong>di</strong><br />
Londra 2012 - e ammetto che sarà <strong>di</strong>ffi cile fare meglio dei cinesi che hanno<br />
messo in campo forze economiche e <strong>di</strong> presenza impressionanti, e forse irripetibili.<br />
Ma Londra e la Gran Bretagna hanno un fascino insostituibile, e<br />
non dovremo far altro che offrire ai Giochi questo punto <strong>di</strong> vista". Intanto il<br />
primo tassello Londra l'ha già messo: l'arrivo <strong>di</strong> Beckham, Leona Lewis e<br />
della mitica chitarra <strong>di</strong> Jimmy Page a Pechino per presentare in <strong>di</strong>retta mon<strong>di</strong>ale<br />
quella che sarà la "musicalità" dell'olimpiade lon<strong>di</strong>nese, è stato uno dei<br />
colpi <strong>di</strong> scena <strong>di</strong> una cerimonia <strong>di</strong> chiusura più garbata e meno invasiva <strong>di</strong><br />
quella che era stata la cerimonia inaugurale. Coe è stato felice che la scelta<br />
"trasversale" <strong>di</strong> presentare Londra in un mix <strong>di</strong> rock and roll, football e tra<strong>di</strong>zione<br />
abbia colpito il pubblico positivamente: "Non siamo sotto pressione<br />
e stiamo cercando <strong>di</strong> ragionare con molta creatività. Pechino è irraggiungibile,<br />
almeno per ora. Ma Londra sta facendo passi da gigante in un clima <strong>di</strong><br />
crescente fi ducia ed entusiasmo". Qui Pechino, a voi Londra. ●<br />
26 Panorama<br />
Sport<br />
Dopo Atene (6) e Pechino (8 ori)<br />
Insaziabile P<br />
a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />
Ha pianto, riso, incantato, solcando<br />
l’acqua pechinese con l’eleganza<br />
<strong>di</strong> un delfi no, e la voracità <strong>di</strong><br />
uno squalo. Michael Phelps cercava<br />
da quattro anni la chiave per mettere<br />
la sua faccia da ragazzone americano,<br />
ma soprattutto le sue gambe e<br />
braccia da super eroe della piscina,<br />
sul pie<strong>di</strong>stallo della leggenda: c’è<br />
riuscito nei primi Giochi in terra cinese,<br />
vincendo otto ori, con sette primati<br />
del mondo, e cancellando quel<br />
mito a tinte appannate <strong>di</strong> Mark Spitz,<br />
che da 36 anni faceva capolino ad<br />
ogni quadriennio con il peso dei suoi<br />
sette titoli <strong>di</strong> Monaco ‘72.<br />
Quella del gigante <strong>di</strong> Baltimora è<br />
stata una cavalcata senza precedenti<br />
nella storia a cinque cerchi: ha esor<strong>di</strong>to<br />
con i 400 misti nel giorno dell’orgoglio<br />
americano, con il presidente<br />
Bush sugli spalti e l’inno a singhiozzi<br />
sul po<strong>di</strong>o, ad accompagnare<br />
quelli ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Phelps. Ha concluso<br />
con la vittoria corale della staffetta<br />
a stelle e strisce, che non lo ha tra<strong>di</strong>to.<br />
Anzi lo ha spinto veloce, con<br />
l’ennesimo crono stellare, sul trono<br />
dei più gran<strong>di</strong>: ha superato il mezzofon<strong>di</strong>sta<br />
Nurmi, la ginnasta Latynina<br />
e il re dell’atletica Carl Lewis.<br />
Come lui nessuno mai, insomma, ed<br />
è per questo che il nuotatore statunitense<br />
ha conquistato la copertina dei<br />
Giochi. Dopo l’ottava vittoria a Pechino<br />
2008, che lo rende il nuotatore<br />
olimpico <strong>di</strong> maggior successo <strong>di</strong><br />
tutti i tempi, deve fare i conti con la<br />
gigantesca macchina <strong>di</strong> marketing<br />
che si è messa in moto alle sue spalle.<br />
Gli strateghi del marketing che<br />
circondano l’atleta hanno infatti già<br />
pronta una strategia per capitalizzare<br />
la sua rinnovata fama, anche se<br />
Phelps non è parso per nulla turbato<br />
dalla popolarità acquisita. “Non è<br />
una questione <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. Faccio quello<br />
che faccio perché lo amo e per questo<br />
sono qui”, ha detto il campione in<br />
un’intervista organizzata da uno dei<br />
suoi sponsor, la società erogatrice <strong>di</strong><br />
carte <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to Visa. “Mi vedo come<br />
una persona normale, sono lo stesso
il nuotatore statunitense ha riscritto la storia dello sport olimpico e già pensa al futuro<br />
helps: nel 2012 vincerò ancora <strong>di</strong> più<br />
ragazzo che ero quattro anni fa, e sto<br />
vivendo un sogno”. Visa, che sponsorizza<br />
Phelps dal 2002, ha detto che<br />
il boom <strong>di</strong> Phelps alle Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Pechino ha aumentato la sua visibilità<br />
e consentirà una campagna mon<strong>di</strong>ale<br />
con il suo nome: Michael Phelps<br />
ha lasciato Pechino come un’icona<br />
mon<strong>di</strong>ale dello sport ed ora è alla<br />
pari <strong>di</strong> personaggi come Michael Jordan,<br />
Tiger Woods e Roger Federer.<br />
Il Cubo futurista si è stretto per<br />
nove giorni<br />
intorno a Big<br />
Michael, che<br />
solo una volta<br />
ha provato<br />
il brivido <strong>di</strong><br />
veder sfumare<br />
il sogno delle<br />
otto meraviglie:<br />
il 16 agosto<br />
ci ha provato<br />
il serbo<br />
Milorad Čavić<br />
a rovinargli la<br />
festa. Ma nei<br />
100 farfalla<br />
un centesimo<br />
salva Phelps,<br />
per il settimo<br />
sigillo. Il resto<br />
è stato applausi,<br />
ban<strong>di</strong>ere, e<br />
una collezione<br />
<strong>di</strong> bouquet <strong>di</strong><br />
rose rosse lanciate in tribuna. Quasi<br />
tutte per mamma Debbie: è lei, la<br />
signora dai capelli neri e il mascara<br />
in evidenza, il faro della vita <strong>di</strong> super<br />
Michael. Perché il ragazzo che<br />
ha inaugurato la moda della musica<br />
sparata in cuffi a a bordo vasca, che<br />
sban<strong>di</strong>erando la sua <strong>di</strong>eta a base <strong>di</strong><br />
pasta e pizza ha fatto un mega spot<br />
al made in Italy a tavola, è anche un<br />
gran mammone. È dalle donne della<br />
sua vita (nel cuore posto d’onore<br />
anche per le due sorelle) che è corso<br />
ogni volta che la piscina gli ha dato<br />
ragione: e si è stretto in un abbraccio<br />
tra le lacrime quando l’obiettivo<br />
era centrato. “Voglio solo abbracciare<br />
mia madre” le prime parole<br />
del campione quando sul suo collo<br />
pendeva già l’ottavo oro dei Giochi<br />
<strong>di</strong> Pechino. Eppure sembra che proprio<br />
in Cina re Michael abbia trovato<br />
un’altra donna che gli faccia battere<br />
il cuore: la bella Stephanie Rice,<br />
campionessa della nazionale <strong>di</strong> nuoto<br />
australiana, 3 ori e altrettanti record<br />
del mondo in questa e<strong>di</strong>zione<br />
dei Giochi, ex fi danzata <strong>di</strong> Eamon<br />
Sullivan. I due sono stati avvistati<br />
in atteggiamenti teneri nella festa<br />
<strong>di</strong> chiusura.<br />
“Sono un pesce fuori dall’acqua,<br />
non saprei fare altro” ha sempre detto<br />
l’americano. In vasca lo ha <strong>di</strong>mostrato,<br />
perché le Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pechino,<br />
a sipario calato, sono Michael<br />
Phelps, il ragazzo da 12.000 calorie<br />
al giorno e da un milione <strong>di</strong> dollari.<br />
Il nuotatore <strong>di</strong>vide la scena con<br />
l’altro gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong> questi Giochi,<br />
quell’Usain Bolt che pochi passi<br />
più in là dall’Acquatic center, nel<br />
Nido D’Uccello ha frantumato tutti<br />
i record della velocità. Dietro al<br />
campione americano tutto il nuoto<br />
che nell’e<strong>di</strong>zione appena conclusa<br />
ha fatto ancora un salto in avanti:<br />
venticinque record del mondo stabiliti,<br />
in cui per una volta c’è anche<br />
un pezzo d’Italia. Ha la faccia da<br />
Sport<br />
bad girl <strong>di</strong> Federica Pellegrini, che<br />
si mangia l’oro dei 400 stile, e poi<br />
si riscatta ampiamente con il titolo e<br />
doppio primato mon<strong>di</strong>ale sui 200. E<br />
sono state Olimpia<strong>di</strong> in cui in acqua<br />
ha tenuto banco anche la guerra dei<br />
costumi: a tenere la scena il body laser<br />
adottato, tra l’altro, dalla squadra<br />
americana. Mute ad altissima tecnologia,<br />
dei bob in tessuto e poliuretano<br />
stu<strong>di</strong>ati per scivolare sull’acqua<br />
come saette. “Aiutino” regolare? La<br />
Fina ha dato<br />
il via libera,<br />
innescando<br />
un vespaio<br />
senza fi ne.<br />
Ma lui, il<br />
campione che<br />
ha stracciato<br />
qualsiasi record,<br />
si può<br />
permettere il<br />
lusso <strong>di</strong> snobbarli<br />
i costumi<br />
<strong>di</strong> ultima<br />
generazione:<br />
li indossa, da<br />
contratto, ma<br />
preferirebbe<br />
tornare all’antico.Magari<br />
allo slip<br />
un po’ vintage,<br />
lo stesso<br />
con cui quasi<br />
40 anni fa volava in acqua il mito<br />
senza più record che si chiama Spitz.<br />
A Londra Super Michael sarà ancora<br />
l’uomo da battere ed ha già annunciato<br />
che nel 2012 tenterà <strong>di</strong> battere<br />
il record <strong>di</strong> 8 medaglie d’oro: “Ogni<br />
quattro anni gli atleti olimpici sognano<br />
<strong>di</strong> partecipare alle Olimpia<strong>di</strong><br />
- ha detto il 23.enne <strong>di</strong> Baltimora -<br />
. E subito dopo che un’e<strong>di</strong>zione dei<br />
giochi è terminata, si inizia a pensare<br />
a quella successiva, al modo in cui<br />
dobbiamo prepararci e su cosa fare<br />
<strong>di</strong> nuovo. Penso che mi allenerò per<br />
il dorso o per i 100 stile libero”, proprio<br />
le due <strong>di</strong>scipline in cui Phelps<br />
non ha gareggiato alle Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Pechino. Mission impossible per il<br />
resto del mondo che nuota. ●<br />
Panorama 27
28 Panorama<br />
Sport<br />
Bolt<br />
il nuovo<br />
fi glio<br />
del vento<br />
Giamaica, la terra <strong>di</strong> Bolt, <strong>di</strong><br />
Powell, delle ragazze d’oro e<br />
d’argento. Che da quelle parti fossero<br />
velocissimi si sapeva: così tanto,<br />
però, non si sospettava. Usain Bolt<br />
(che vuol <strong>di</strong>re fulmine) ha vinto,<br />
con i record del mondo, 100, 200 e<br />
staffetta veloce. Solo Jesse Owens e <strong>di</strong>ventato 19.30 proprio ad opera del<br />
Carl Lewis c’erano riusciti in 112 Lampo nero che ha fatto impazzire<br />
anni <strong>di</strong> Giochi. Owens e Lewis: due la Cina e portato lo sprint nel mondo<br />
statunitensi. Questa volta il Grande del futuro. Bolt, quando avrà voglia<br />
Mito si è sfaldato, con esibizioni in <strong>di</strong> farlo, può veramente <strong>di</strong>ventare il<br />
staffetta che sembravano quelle <strong>di</strong> primo uomo nella storia dello sport<br />
Ridolini. Il destino ce l'ha già nel del mondo a detenere in contempo-<br />
cognome, Bolt signifi ca lampo e si ranea i primati mon<strong>di</strong>ali delle tre <strong>di</strong>-<br />
è visto sulla velocissima pista <strong>di</strong> Pestanze più brevi dell'atletica all'aperchino,<br />
dove Usain ha promesso <strong>di</strong> to: è solo una questione <strong>di</strong> tempo,<br />
tornare "perché qui si corre bene, perché questo 22.enne, negli anni<br />
e poi mi sono anche veramente<br />
<strong>di</strong>vertito". Le<br />
Olimpia<strong>di</strong> del 2008 verranno<br />
ricordate per sempre<br />
grazie alle imprese del<br />
fenomenale velocista giamaicano<br />
che non ha potuto<br />
battere un solo record,<br />
quello degli otto ori vinti<br />
dal nuotatore Michael<br />
Phelps soltanto perché<br />
l'atletica non gli mette a<br />
<strong>di</strong>sposizione abbastanza<br />
gare. Potrebbe però de<strong>di</strong>carsi<br />
anche ai 400, per ora<br />
non gli va ma in futuro è<br />
probabile che lo faccia, e<br />
se resterà il Bolt <strong>di</strong> Pechi-<br />
Il mon<strong>di</strong>ale dei 100...<br />
9,95 - Jim Hines (USA) 14.10.1968 Città del Messico<br />
9.93 - Calvin Smith (USA) 03.07.1983 Colorado<br />
9.92 - Carl Lewis (USA) 24.09.1988 Seul<br />
9.90 - Leroy Burrell (USA) 14.06.1991 New York<br />
9.86 - Carl Lewis (USA) 25.08.1991 Tokio<br />
9.85 - Leroy Burrell (USA) 06.07.1994 Losanna<br />
9.84 - Donovan Bailey (Can) 27.07.1996 Atlanta<br />
9.79 - Maurice Greene (USA) 16.06.1999 Atene<br />
9.77 - Asafa Powell (Giam) 14.06.2005 Atene<br />
9.77 - Asafa Powell (Giam) 11.06.2006 Gateshead<br />
9.77 - Asafa Powell (Giam) 18.08.2006 Zurigo<br />
9.74 - Asafa Powell (Giam) 09.09.2007 Rieti<br />
9.72 - Usain Bolt (Giam) 01.06.2008 New York<br />
9.69 - Usain Bolt (Giam) 16.08.2008 Pechino<br />
...e quello dei 200 metri<br />
no, o sarà perfi no migliore<br />
(la sua crescita tecnica,<br />
garantisce il tecnico Glen<br />
Mills, non è ancora terminata,<br />
"visto che che Bolt è<br />
un predestinato"), probabilmente<br />
toglierà un altro<br />
primato del mondo a Michael<br />
Johnson, dopo quel<br />
19.32 che sembrava ancora<br />
fuori portata e invece è<br />
20.2 - Henry Carr (USA) 04.04.1964 - Tempe<br />
20.0 - Tommie Smith (USA) 11.06.1966 - Sacramento<br />
19.8 - Tommie Smith (USA) 16.10.1968 - Città del Messico<br />
19.8 - Donald Quarrie (Giam) 03.08.1971 - Calì<br />
19.8 - Donald Quarrie (Giam) 07.06.1975 - Eugene<br />
19.83 - Tommie Smith (USA) 16.10.1968 - Città del Messico<br />
19.72 - Pietro Mennea (Ita) 12.09.1979 - Città del Messico<br />
19.66 - Michael Johnson (USA) 23.06.1996 - Atlanta<br />
19.32 - Michael Johnson (USA) 01.08.1996 - Atlanta<br />
19.30 - Usain Bolt (Giam) 20.08.2008 - Pechino<br />
passati campione del mondo allievi<br />
e juniores, ha risolto alcuni problemi<br />
muscolari e migliorato la tecnica<br />
<strong>di</strong> partenza ed è defi nitivamente<br />
esploso fi no a <strong>di</strong>ventare Superman<br />
2, come lo ha defi nito Johnson.<br />
Per ora non ha avversari, basti<br />
pensare a come ha vinto le sue due<br />
prime medaglie olimpiche: ha promesso<br />
<strong>di</strong> regalare altre emozioni nel<br />
dopo-Olimpia<strong>di</strong>. Non c'è ragione per<br />
non credergli.<br />
Intanto il presiden-<br />
te della federazione internazionale<br />
<strong>di</strong> atletica,<br />
Lamine Diack, lo ha<br />
defi nito "più importante<br />
per il nostro sport anche<br />
<strong>di</strong> Carl Lewis: nessuno<br />
ha fatto ciò che è<br />
riuscito a lui, e guardate<br />
in che modo. Nei giorni<br />
dei Giochi ha fatto<br />
parlare tutto il mondo e<br />
l'atletica leggera non ha<br />
mai avuto una risonanza<br />
me<strong>di</strong>atica del genere".<br />
Diack ha ragione,<br />
intanto Bolt si è messo<br />
al collo tre medaglie<br />
d'oro ed altrettanti record:<br />
al fantastico volo<br />
sui 100, dove "the Lightining<br />
Bolt" ha fatto<br />
crollare la barriera dei<br />
9.70 in una fi nale che<br />
resterà nella storia delle<br />
Olimpia<strong>di</strong>, vanno aggiunti<br />
il 19.30 sui 200 e<br />
quello della 4X100. ●
Slovenia, 5 e lode!<br />
Pechino 2008 da record per la<br />
Slovenia. Infatti tra Olimpia<strong>di</strong><br />
estive ed invernali, dal 1992 ad<br />
oggi, mai la Slovenia aveva chiuso la<br />
rassegna con un bottino così ricco <strong>di</strong><br />
allori: un oro, due argenti ed altrettanti<br />
bronzi. Medagliere certamente<br />
sontuoso e <strong>di</strong> valore assoluto se si<br />
tiene in considerazione che l’oro <strong>di</strong><br />
Primož Kozmus nel lancio del martello<br />
e <strong>di</strong> Sara Isakovič nei 200 stile<br />
libero arrivano dalle due <strong>di</strong>scipline<br />
più nobili tra le 28 in programma,<br />
l’atletica leggera e il nuoto. Ma non<br />
va sottovalutato nemmeno l’argento<br />
nella classe laser del velista isolano<br />
Vasilij Žbogar o i bronzi della<br />
judoka <strong>di</strong> Celje Lucija Polavder nella<br />
categoria oltre i 78 chilogrammi e<br />
dell’inossidabile tiratore, il 45.enne<br />
Rajmond Debevec alla sua settima<br />
partecipazione ai Giochi, a 24 anni<br />
dall’esor<strong>di</strong>o a Los Angeles 1984, nella<br />
carabina 50 metri tre posizioni.<br />
Pechino è stato un successo senza<br />
precedenti, ha rimarcato il presidente<br />
del comitato olimpico sloveno Janez<br />
Kocijančič. Ma il noto psicologo dello<br />
sport Matej Tušak ammonisce.<br />
“Sarebbe bello affermare che i<br />
risultati della Slovenia sono frutto<br />
<strong>di</strong> un piano mirato da parte delle<br />
infrastrutture dello Stato, ma ahimé<br />
non è così. Le medaglie sono<br />
un progetto <strong>di</strong> pochi singoli che<br />
hanno gran<strong>di</strong> ambizioni e motivazioni”.<br />
E la vicecampionessa<br />
<strong>di</strong> Atlanta nei 100 ostacoli Brigita<br />
Bukovec affonda ulteriormente<br />
il colpo. “Quando sei un<br />
ex atleta fi nisci nel <strong>di</strong>menticatoio.<br />
Chi prima si fotografava<br />
e cercava pubblicità gratis non<br />
si fa più vedere. È quello che<br />
sta accadendo ora in campagna<br />
elettorale, tutti vogliono<br />
comparire acanto a uno sportivo<br />
medagliato. Ma poi sei lasciato<br />
a te stesso”.<br />
Ad Atene 2004, quando gli<br />
sloveni tornarono in Patria con<br />
un argento e tre bronzi, si parlò <strong>di</strong><br />
grande impresa considerando che<br />
nelle precedenti tre partecipazioni<br />
erano arrivate sempre<br />
solo due medaglie. Andraž<br />
Vehovar, capodelegazione,<br />
nonché medaglia d’argento<br />
nel kayak su acque mos-<br />
se ad<br />
Atlanta<br />
‘96, alla vigilia<br />
della 29.esima e<strong>di</strong>zione<br />
delle Olimpia<strong>di</strong> aveva<br />
<strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> attendersi un<br />
bottino <strong>di</strong> cinque, sei medaglie.<br />
E a chi gli <strong>di</strong>ceva<br />
che era forse troppo<br />
ottimista, rispondeva no,<br />
sono semplicemente realista”.<br />
E i risultati gli hanno<br />
dato ragione. Una curiosità:<br />
le medaglie sono arrivate<br />
nei giorni <strong>di</strong>spari. Si è’<br />
iniziato il 13 agosto con la<br />
Isakovič, si è proseguito<br />
il 15 con la Polavder, poi<br />
due giorni dopo, il 17, si<br />
è raddoppiato con Debevec<br />
e Kozmus per concludersi il<br />
L’isolano del Burja Vasilij Žbogar (Capo<strong>di</strong>stria, 4 otot- tobre 1975), velista classe Laser, argento a Pechino,<br />
bronzo ad Atene e campione europeo nel 2003. Foto<br />
grande: Primož Kozmus (Novo Mesto, 30 settembre<br />
1979), prima dell’oro olimpico nel martello, è stato<br />
vicecampione del mondo a Osaka 2007<br />
19 con Žbogar, l’unico che ha saputo<br />
ripetersi a 4 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />
Nella memoria <strong>di</strong> tutti resteranno<br />
ovviamente i trofei, ma non bisogna<br />
<strong>di</strong>menticare nemmeno il<br />
quarto posto nel quattro senza<br />
del canottaggio, il sesto della<br />
triplista Marija Šeštak e della<br />
capo<strong>di</strong>striana Špela Ponomarenko<br />
nel K1 500 metri su<br />
acque ferme. Avrebbe meritato<br />
maggior fortuna il velista<br />
Gašper Vinčec nella classe Finn<br />
ma nella medal race il capo<strong>di</strong>striano<br />
ha fatto delle scelte infelici<br />
chiudendo decimo, piazzamento<br />
che poi alla fi ne gli è<br />
valso il settimo posto, lo stesso<br />
piazzamento <strong>di</strong> Urška Žolnir<br />
che nel judo, categoria sino ai 63<br />
kg, ha avuto la sfortuna <strong>di</strong> affrontare<br />
i due autentici tabù, la francese<br />
Lucie Decosse, argento, e<br />
l’olandese Elisabeth Willeboordse,<br />
bronzo. ●<br />
Panorama 29
Vlašić, l'impietosa legge dello sport<br />
Capitolo Croazia: ci hanno pensato<br />
gli sport in<strong>di</strong>viduali (anche<br />
alcuni <strong>di</strong> quelli ingiustamente<br />
defi niti "minori") a bilanciare le delusioni<br />
procurate dai (gran<strong>di</strong>) favoriti.<br />
Due delusioni su tre sono arrivate dagli<br />
sport <strong>di</strong> squadra: prosciolta la resuscitata<br />
nazionale <strong>di</strong> basket (arrivata miracolosamente<br />
a ottenere in extremis il visto<br />
per Pechino e poi capace <strong>di</strong> guadagnare<br />
i quarti), la squadra <strong>di</strong> pallamano e<br />
soprattutto quella <strong>di</strong> pallanuoto, hanno<br />
mancato l’obiettivo medaglia. Ma se il<br />
team dell'istriano Lino Červar ci è andato<br />
vicino, la pattuglia <strong>di</strong> Ratko Ru<strong>di</strong>ć<br />
ben <strong>di</strong>ffi cilmente potrà giustifi care il<br />
modesto piazzamento e il black out nel<br />
gioco verifi catosi dopo una partenza a<br />
razzo, che realisticamente lasciava ben<br />
sperare e faceva credere che le roboanti<br />
promesse della vigilia non erano soltanto<br />
frasi da guasconi. Tanto che qualcuno<br />
già mette il grande Ru<strong>di</strong>ć sull'avviso<br />
che i mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Roma del prossimo<br />
anno potrebbero essere la sua ultima<br />
spiaggia. Occhio a farsi illusioni, che<br />
poi altrimenti le delusioni sono ancora<br />
più scottanti, come quelle dei nuotatori<br />
Duje Draganja e Sanja Jovanović, dei<br />
rematori, dei velisti...<br />
Comunque, la Croazia ha fatto ritorno<br />
da Pechino con 5 medaglie,<br />
come da Atene, ma il bilancio <strong>di</strong> quattro<br />
anni fa era stato più ricco (1 oro,<br />
pallamano, 2 argenti, Duje Draganja<br />
50 s.l., Siniša e Nikša Skelin due senza<br />
<strong>di</strong> canottaggio, e due bronzi, Nikolaj<br />
Pešalov nel sollevamento pesi, Mario<br />
Ančić e Ivan Ljubičić nel doppio <strong>di</strong><br />
tennis). All'ombra della Grande muraglia<br />
non c'è stata alcuna riconferma ma<br />
sono emersi nomi e volti nuovi. Se il<br />
bronzo della fi umana Snježana Pejčić<br />
nel tiro a segno (carabina 10 metri) non<br />
era facilmente preve<strong>di</strong>bile, non possono<br />
essere considerati una<br />
Ginnastica, cavallo con maniglie:<br />
Filip Ude <strong>di</strong> Čakovec (3 giugno<br />
1986) ai Giochi ha ripetuto<br />
l’argento europeo e <strong>di</strong> Coppa<br />
del Mondo 2008<br />
Blanka Vlašić (Spalato, 8 settembre<br />
1983) è campionessa mon<strong>di</strong>ale in<br />
carica (Osaka 2007, con 2,05) ma il<br />
suo record personale è 2,07 metri<br />
(7 agosto 2007), terzo risultato<br />
<strong>di</strong> sempre (alla pari della bulgara<br />
Andonova, 1984), preceduto dal<br />
2,09 della primatista mon<strong>di</strong>ale<br />
Stefka Kosta<strong>di</strong>nova (1987) e dal<br />
2,08 della svedese Bergqvist (2006)<br />
sorpresa i terzi posti della<br />
zagabrese Martina Zubčić<br />
e <strong>di</strong> Sandra Šarić <strong>di</strong> Segna,<br />
ai vertici del taekwondo<br />
europeo e mon<strong>di</strong>ale già da<br />
qualche anno. Anche il ginnasta<br />
<strong>di</strong> Čakovec Filip Ude<br />
volteggia ad altissimi livelli<br />
sul cavallo con maniglie<br />
ed a Pechino non ha fatto<br />
altro che riconfermare la<br />
A Sidney 2000 era appena una ragazzina<br />
<strong>di</strong> 16 anni; ad Atene 2004 era malata;<br />
quelle cinesi sono state quin<strong>di</strong> le<br />
sue prime, vere, Olimpia<strong>di</strong>. E lei aveva<br />
già in testa il modo in cui festeggiare<br />
un'eventuale medaglia d'oro:<br />
"Un sogno l'avrei: una gara <strong>di</strong> salto in<br />
alto a Spalato, in Procuratia, fra le rovine<br />
romane <strong>di</strong> Diocleziano e quelle<br />
veneziane. È una piazza che guarda il<br />
mare, e noi atleti salteremmo verso il<br />
cielo: in pochi metri ci sarebbero tutta<br />
l'essenza e la natura della mia gente".<br />
Dominatrice incontrastata delle ulti-<br />
bontà del suo talento. Una<br />
me due stagioni, favorita d'obbligo, è<br />
schiera <strong>di</strong> atleti silenziosi,<br />
stata battuta nel modo più incre<strong>di</strong>bile<br />
sconosciuti ai più, abituati<br />
dalla belga Tia Hellebaut, campiones-<br />
a lavorare lontano dal clasa<br />
europea all'aperto 2006 (2,03 m) e<br />
more, che soltanto questo<br />
indoor 2007 (2,05 m). La Vlašić ave-<br />
evento, e le medaglie conva<br />
sfoderato una prestazione esente<br />
quistate, ha riportato sot-<br />
da errori fi no a 2,03, ma ha sbagliato<br />
i rifl ettori dell’opinione<br />
to il primo tentativo a 2,05 mentre la<br />
pubblica.<br />
Hellebaut, dopo un errore a 1,99, 2,01 ha chiesto <strong>di</strong> passare a 2,07 ma lo<br />
Altro <strong>di</strong>scorso, inve-<br />
e 2,03, è riuscita a varcare l'asticella al ha fatto quando era già partito il<br />
ce, per la grande Blanka<br />
primo colpo. A questo punto la Vlašić countdown per il secondo salto a<br />
Vlašić, campionessa mon-<br />
2,05, che è riuscita a varcare ma<br />
<strong>di</strong>ale in carica e, cre<strong>di</strong>amo<br />
alla successiva misura ha sbaglia-<br />
solo momentaneamente,<br />
to tutti e tre i tentativi. Oro quin<strong>di</strong><br />
spodestata dal trono del-<br />
alla Hellebaut che a 30 anni (coml'alto.<br />
Non rivederla danpiuti<br />
lo scorso febbraio) centra il<br />
zare sulla pista d'atletica<br />
più grande successo della sua car-<br />
dello sta<strong>di</strong>o olimpico <strong>di</strong><br />
riera, e argento senza rimpianti per<br />
Pechino è stata una delle<br />
Blanka. È la legge dello sport, non<br />
sorprese più clamorose dei<br />
Giochi. Sì, perché Blanka<br />
è solita festeggiare le vittorie<br />
più belle danzando<br />
a ritmo <strong>di</strong> rap sulla pista,<br />
appena fi nito <strong>di</strong> rimbalzare<br />
sul materassino, dopo essersi<br />
accertata con un rapido<br />
sguardo dei suoi occhi<br />
ver<strong>di</strong> trasparenti e profon<strong>di</strong><br />
che l'asticella si è ancora<br />
una volta inchinata ai suoi<br />
voleri, rimanendo fi ssa al<br />
suo posto e garantendole<br />
così l'ennesimo successo.<br />
c'è "ingiustizia" che tenga. Diventa<br />
comunque la prima atleta croata<br />
a vincere una medaglia olimpica<br />
nell'atletica leggera. Ma la giovane<br />
età, un personale <strong>di</strong> 2,07 e i 34<br />
successi consecutivi nelle ultime<br />
due stagioni, ne fanno comunque<br />
la più seria can<strong>di</strong>data a succedere<br />
alla Kosta<strong>di</strong>nova (2,09) nel libro<br />
dei record, magari anche a incassare<br />
il premio, 1 milione <strong>di</strong> dollari, in<br />
palio per la migliore atleta del circuito<br />
IAAF Golden League. E tra<br />
qualche tempo potrà pensare alla<br />
prossima Olimpiade.●<br />
Bronzo per Snježana Pejčić,<br />
fi umana (13 luglio 1982), tiro<br />
a segno - carabina 10 metri.<br />
Dopo la collezione <strong>di</strong> po<strong>di</strong> eueu- ropei (oro 2005, argento 2008,<br />
bronzo 2006) nel teakwondo<br />
57 kg è arrivato il bronzo <strong>di</strong> PePechino per la zagabrese Marti-<br />
na Zupčić (2 giugno 1989, foto<br />
in alto), successo bissato nella<br />
cat. 67 kg da Sandra Šarić <strong>di</strong><br />
Segna (8 maggio 1984, a sinisini- stra), campionessa europea in<br />
carica, argento (2003) e bron-<br />
zo ai mon<strong>di</strong>ali (2005 e 2007)<br />
30 Panorama Panorama 31
Roberto Cammarelle (Milano, 30 lulu- glio 1980), campione mon<strong>di</strong>ale e<br />
olimpico dei supermassimi<br />
32 Panorama<br />
La u<strong>di</strong>nese Chiara Cainero (24<br />
marzo 1978) ha vinto, prima ita-<br />
liana nella storia del tiro a volo,<br />
l’oro nello skeet. Nella foto gran-<br />
de Alex Schwazer (Vipiteno, 26<br />
<strong>di</strong>cembre 1984), dopo due bron-<br />
zi mon<strong>di</strong>ali, a Pechino ha centrato<br />
l’oro nella 50 km <strong>di</strong> marcia
Il terzo urlo <strong>di</strong> Valentina Vezzali,<br />
l'abbraccio ai pie<strong>di</strong> del po<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
mamma Idem con i piccoli Janek<br />
e Jonas, la marcia trionfale con bacio<br />
al braccialetto pegno d'amore <strong>di</strong><br />
Alex Schwazer, il record del mondo<br />
<strong>di</strong> Federica Pellegrini, i pugni d'oro<br />
<strong>di</strong> Roberto Cammarelle. C'é tutta<br />
l'Italia nella traccia d'azzurro lasciata<br />
ai Giochi <strong>di</strong> Pechino: il riscatto, la<br />
conferma, i sentimenti, il nuovo. E<br />
sono tante le facce mai viste, quelle<br />
dei campioni che hanno fatto se non<br />
gran<strong>di</strong>ssima, almeno nuova l'Italia<br />
dello sport. L'olimpiade pechinese si<br />
è chiusa con 28 po<strong>di</strong>, quattro in meno<br />
rispetto ad Atene, <strong>di</strong> cui otto ori, che<br />
erano stati <strong>di</strong>eci quattro anni fa.<br />
Il Coni guarda però al bicchiere<br />
mezzo pieno, parla <strong>di</strong> ricambio generazionale,<br />
perché è vero che nonostante<br />
i tanti "vecchietti" ancora<br />
sulla cresta dell'onda e sempre prezioso<br />
bacino a cui attingere, l'età me<strong>di</strong>a<br />
dei medagliati si è abbassata. Ma<br />
sono le <strong>di</strong>scipline riemerse e i volti<br />
nuovi ad aver ridato una lucidata all'Italia<br />
sportiva. Tra i segni più <strong>di</strong> un<br />
bilancio con <strong>di</strong>verse luci, ma anche<br />
alcune ombre (a cominciare dalla<br />
ginnastica e i tanti quarti posti), piazza<br />
d'onore al pugilato, che mette nel<br />
sacco tre medaglie <strong>di</strong> altrettanti metalli,<br />
compreso l'oro del supermassimo<br />
che mancava da vent'anni. Tra i<br />
segni meno invece il tramonto dei<br />
campioni <strong>di</strong> Atene. Unica eccezione<br />
l'inossidabile Vezzali, che resta regina<br />
del fi oretto per la terza e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
fi la (con la scherma solita fabbrica <strong>di</strong><br />
medaglie, questa volta sono due ori e<br />
cinque bronzi) o Josefa Idem, che a<br />
quasi 44 anni perde <strong>di</strong> quattro millesimi<br />
l'oro della canoa. È argento, ma<br />
quel po<strong>di</strong>o al fotofi nish la ricarica<br />
forse fi no ai Giochi <strong>di</strong> Londra.<br />
Ma tante medaglie sono quelle<br />
su cui pochi avrebbero scommesso:<br />
si chiamano Giulia Quintavalle,<br />
eroina del judo, Andrea Minguzzi,<br />
lottatore show man, e ancora Matteo<br />
Tagliariol, la scherma nuova, o<br />
Mauro Sarmiento, che tinge d'argento<br />
il taekwondo. Pechino registra<br />
<strong>di</strong> sicuro il fl op delle squadre:<br />
ad Atene in quattro erano salite sul<br />
po<strong>di</strong>o, in Cina tutte fuori. Crisi della<br />
pallavolo, che dopo anni <strong>di</strong> dominio<br />
Sport<br />
Italia, <strong>di</strong>scipline riemerse e volti nuovi<br />
La nuotatrice veneziana Federica Pellegrini (a destra)<br />
è nata a Mirano il 5 agosto 1988. È detentrice<br />
del record del mondo dei 400 e dei 200 stile libero,<br />
quest’ultimo stabilito nella fi nale <strong>di</strong> Pechino vinta<br />
davanti alla slovena Sara Isakovič (Bled, 9 giugno<br />
1988), campionessa europea in carica<br />
assoluto adesso è costretta a restare<br />
alla fi nestra. È fi nita l'era del Settebello,<br />
ma neanche il Setterosa ha salvato<br />
la pallanuoto azzurra. Il calcio,<br />
dopo la parentesi <strong>di</strong> bronzo <strong>di</strong> Atene,<br />
è ritornato alla sua storia <strong>di</strong> fallimenti<br />
olimpici.<br />
Torna a casa con almeno un paio<br />
<strong>di</strong> medaglie in meno anche il nuoto:<br />
l'oro con record del mondo della Pellegrini<br />
e l'argento <strong>di</strong> Alessia Filippi<br />
salvano la piscina azzurra. Delude<br />
Filippo Magnini, arrivato da doppio<br />
campione del mondo, e ripartito con<br />
zero medaglie e molte polemiche.<br />
Note dolenti per l'atletica: falliscono<br />
i volti da copertina, primo fra tutti<br />
quello <strong>di</strong> Andrew Howe, salva tutti<br />
la marcia, con Alex Schwazer che<br />
interrompe il lungo silenzio sulla 50<br />
km seguito al successo del fi umano<br />
Abdom Pamich a Tokio. In pista<br />
l'atletica italiana continua a non decollare,<br />
anche se le fi nali raggiunte<br />
sono raddoppiate rispetto a quattro<br />
anni fa. Perde l'oro anche il ciclismo,<br />
a beffare le due ruote azzurre è ancora<br />
una volta la Spagna e l'Italia si<br />
consola con Rebellin.●<br />
Scherma: Valentina Vezzali (Jesi, 14 febbraio 1974) a<br />
Pechino ha conquistato un oro in<strong>di</strong>viduale e un bronzo<br />
a squadre, per un totale <strong>di</strong> 5 ori, un argento e un<br />
bronzo in 4 Olimpia<strong>di</strong>. A destra Margherita Granbassi,<br />
triestina (primo settembre 1979), che dopo 2 ori e<br />
due argenti mon<strong>di</strong>ali ha vinto due bronzi olimpici<br />
Panorama 33
Il 9 settembre <strong>di</strong> cent'anni fa a San Stefano Belbo, fra le colline delle<br />
Città e campagna, polarità inconcili<br />
<strong>di</strong> Stefano Ver<strong>di</strong>no<br />
Vissuto sempre tra Torino e le<br />
Langhe, Pavese ha sempre<br />
amato simbolizzare questa sua<br />
situazione biografi ca nella relazioneantitesi<br />
tra città e campagna, che è motivo<br />
ricorrente nella sua opera. La città<br />
è il luogo della <strong>di</strong>namica sociale, del<br />
progresso, della storia, dell’operosità e<br />
della razionalità, come lui poteva cogliere<br />
nella Torino laboriosa della Fiat<br />
e dei circoli intellettuali, laici e antifascisti,<br />
<strong>di</strong> ascendenza illuministica, che<br />
frequentava. La città è pertanto il luogo<br />
della vita adulta, della responsabilità e<br />
soprattutto della maturità, che per lo<br />
scrittore è un obiettivo da raggiungere,<br />
secondo una formulazione fatta da<br />
Shakespeare nel Re Lear, che <strong>di</strong>venta il<br />
suo motto ("l’uomo deve sopportare / il<br />
suo andarsene <strong>di</strong> qua, così come il venirci.<br />
/ La maturità è tutto"). Si delinea<br />
l’ideale dell’uomo autosuffi ciente, che<br />
basta a se stesso ed ha una relazione <strong>di</strong>sincantata<br />
con sentimenti e cose (un<br />
po’ come certi eroi della narrativa e del<br />
cinema americani contemporanei).<br />
Ma tutto questo per Pavese è soprattutto<br />
un dover essere, in quanto,<br />
dall’opposto versante, è vigoroso il<br />
richiamo della campagna. La campagna<br />
è invece il luogo dell’origine, dello<br />
stretto, "fi sico" contatto tra l’uomo e la<br />
terra, una sorta <strong>di</strong> integrazione che gli<br />
appare come un mondo perfetto e assoluto<br />
in sé:<br />
Fermo davanti a una campagna,<br />
smemorato, a un cielo chiaro, a un<br />
corso d’acqua, a un bosco, mi sorprende<br />
la rabbia improvvisa <strong>di</strong> non essere<br />
più io, <strong>di</strong> farmi quel campo, quel<br />
cielo, quel bosco, <strong>di</strong> cercar la parola<br />
che lo traduca tutto quanto, fi no ai fi li<br />
dell’erba, fi no al sentore, fi no al vuoto<br />
("Mal <strong>di</strong> mestiere", in Feria d’agosto,<br />
p. 156 )<br />
Come si vede l’esperienza della<br />
campagna ha un carattere ra<strong>di</strong>cale ed<br />
assoluto: è piena identità che assorbe<br />
l’uomo in un "tutto quanto" primario,<br />
in cui si manifesta, in modo "bruto" la<br />
vita, fuori <strong>di</strong> qualsiasi schematizzazione<br />
e razionalizzazione. La campagna<br />
<strong>di</strong>venta così esperienza dell’irrazionale<br />
34 Panorama<br />
La cultura italiana ricorda il centenario<br />
della nascita <strong>di</strong> Cesare Pavese<br />
vitale, che egli concepisce sulla scorta<br />
del <strong>di</strong>onisiaco <strong>di</strong> Nietzsche e <strong>di</strong> varie<br />
suggestioni antropologiche (da Frazer<br />
a Kerényi). Solo nell’infanzia si è inconsapevolmente<br />
e compattamente legati<br />
al mondo-campagna e, anche per<br />
questo, l’infanzia è uno sta<strong>di</strong>o insuperabile<br />
per Pavese che anela tornarvi.<br />
Da qui il tema del ritorno all’infanzia<br />
(con la memoria o con la proiezioni in<br />
altri personaggi) e alla campagna, in<br />
una strategia <strong>di</strong> evidente regressione;<br />
ma il forte problematicismo <strong>di</strong> Pavese<br />
e il "dover essere" della città vanifi -<br />
cano il desiderio della regressione che<br />
è autenticamente impraticabile. Città<br />
e campagna <strong>di</strong>ventano perciò polarità<br />
inconciliabili, che lo condannano<br />
a un permanente stato <strong>di</strong> sofferenza e<br />
tensione, in balia da un lato a un profondo<br />
senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne (segno della<br />
continua inadeguatezza ai suoi obiettivi<br />
e al "dover essere"), dall’altro a una<br />
nostalgia amara per la coazione a ripetere<br />
l’impossibile ritorno.<br />
Per lungo tempo la scrittura è stata<br />
per Pavese l’unica possibilità <strong>di</strong> vivere<br />
ed esprimere questo suo complesso<br />
mondo interiore. Intellettuale colto<br />
e raffi nato, grande cultore dei classici<br />
(da Omero a Virgilio, da Esiodo a Erodoto)<br />
e del linguaggio shakespiriano, si<br />
forma soprattutto su "Vico e l’antropologia"<br />
e su "Moby Dick". Da queste<br />
molteplici letture elabora la sua "poetica<br />
del mito", che informa tutta la sua<br />
opera, ma è messa a fuoco soprattutto<br />
negli anni <strong>di</strong> guerra (1943-44) e successivamente.<br />
Il mito per Pavese è una chiave interpretativa<br />
del reale e un modo <strong>di</strong> scrivere,<br />
che si esprime attraverso una rete<br />
<strong>di</strong> simboli, dai connotati fi losofi ci ed<br />
antropologici: mito vuol <strong>di</strong>re una trasposizione<br />
della vita fuori del tempo (e<br />
quin<strong>di</strong> della morte) in una <strong>di</strong>mensione<br />
assoluta, che non fa che ripetersi identica.<br />
In altre parole il mito vuole essere<br />
un fondamento del sacro della vita,<br />
che, a suo modo religioso, egli avverte<br />
nei cicli naturali, che sono appunto<br />
perfetta ripetizione. Il mito ci attesta<br />
del sacro e del suo legame con l’uomo,<br />
che anela a sottrarsi alla <strong>di</strong>spersione del<br />
tempo e della morte per rifl uire nel ciclo<br />
come "destino":<br />
Che cos’è questo destino? Che anche<br />
i gesti, le parole, la vita umana siano<br />
veduti come simbolo, come mito,<br />
signifi ca che si confi gurano come esi-<br />
Stefano Ver<strong>di</strong>no, nato a Genova e docente <strong>di</strong> letteratura italiana<br />
all’Università <strong>di</strong> questa città, si è occupato <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi nomi e perio<strong>di</strong><br />
della letteratura italiana, dalla poesia del Seicento al Tasso, da Leopar<strong>di</strong><br />
a Manzoni. Particolarmente corposa e approfon<strong>di</strong>ta è la mole<br />
della sua opera riguardante Eugenio Montale e, ultimamente Luzi,<br />
del cui libro La poesia <strong>di</strong> Mario Luzi (2007) si è parlato anche su queste<br />
pagine. Ver<strong>di</strong>no ha inoltre all’attivo approfon<strong>di</strong>ti stu<strong>di</strong> su Enrico<br />
Morovich, a cui fu anche vivico mentre era in vita. Degli scritti sul<br />
tema vanno ricordati I racconti del dopoguerra <strong>di</strong> Morovich (rivista<br />
“Pragma”1990), “Fortuna e sfortuna critica <strong>di</strong> Enrico Morovich (“Resine”,<br />
1994) e La debole poesia <strong>di</strong> Morovich (“Istmi”, 2001).
Langhe, nasceva lo scrittore Cesare Pavese<br />
bile che crea sofferenza<br />
stenti fuori del tempo e insieme ogni<br />
volta scoperti come unici, come per<br />
la prima volta rivelati. Una vita appare<br />
destino quando inaspettatamente<br />
si rivela esemplare e fi ssata per sempre<br />
("La poetica del destino", in Saggi<br />
letterari)<br />
La poetica del mito, perciò, è attenta<br />
alle misure esistenziali che si ritrovano<br />
sotto i simboli-archetipi che sono a fondamento<br />
della vita e della cultura e che<br />
si concentrano su una fonte eminentemente<br />
sessuale (la collina-mammella;<br />
la penetrazione nella terra; il sangue; il<br />
fuoco; l’acqua). Per Pavese la sessualità<br />
è un fatto ossessivo e fondamentale,<br />
in quanto contiene in sé sia l’amore<br />
che la morte, eros e thanatos ed è perciò<br />
massima espressione del mistero e dell’ambiguità<br />
alla ra<strong>di</strong>ce delle cose.<br />
Della vasta e varia attività (romanzi,<br />
saggi, poesie) in solo 42 anni <strong>di</strong> vita,<br />
risalta tutt’oggi l’ultima fase, alla fi ne<br />
degli anni ‘40, con La casa in collina,<br />
Il <strong>di</strong>avolo sulle colline, Tra donne sole<br />
e La luna e i falò.<br />
La poetica del mito è qui al suo apice,<br />
ma nello stesso tempo lo scrittore,<br />
per la prima volta, accetta in La casa in<br />
collina <strong>di</strong> non fuggire la storia (e precisamente<br />
l’impegno nella resistenza) e <strong>di</strong><br />
porla in relazione critica con il suo universo<br />
mitico, con aspetti <strong>di</strong> assimilazione<br />
ma anche <strong>di</strong> contrasto, nella più netta<br />
domanda <strong>di</strong> responsabilità e <strong>di</strong> interrogazione<br />
esistenziale che la guerra partigiana<br />
gli pone. Egli è oltretutto l’unico<br />
al suo tempo che non mitizza la resistenza<br />
ma la vede come "guerra civile"<br />
<strong>di</strong> cui ci si chiede vanamente senso e<br />
giustifi cazione. La guerra, presente proprio<br />
nella sua "sacra" campagna, sembra<br />
ad<strong>di</strong>rittura una profanazione e qualcosa<br />
<strong>di</strong> inesplicabile rispetto anche ai riti violenti<br />
della terra (come Paesi tuoi).<br />
Con La luna e i falò si riprende il<br />
nesso mito-storia <strong>di</strong> La casa in collina<br />
e lo si approfon<strong>di</strong>sce in <strong>di</strong>rezione decisamente<br />
tragica: il ritorno alla terra e<br />
l’autosuffi cienza <strong>di</strong> Anguilla si sgretolano<br />
davanti al peso inquietante della<br />
recente guerra, per cui l’unico ritorno<br />
possibile è quello auto<strong>di</strong>struttivo e della<br />
<strong>di</strong>ssoluzione in "cenere" della vita<br />
umana.<br />
In un’intervista alla ra<strong>di</strong>o egli<br />
stesso ci spiega come lavora: Quando<br />
Pavese comincia un racconto,<br />
una favola, un libro, non gli accade<br />
mai <strong>di</strong> avere in mente un ambiente<br />
socialmente determinato, un personaggio<br />
o dei personaggi, una tesi.<br />
Quello che ha in mente è quasi sempre<br />
soltanto un ritmo in<strong>di</strong>stinto, un<br />
gioco <strong>di</strong> eventi che, più che altro,<br />
sono sensazioni e atmosfere. Il suo<br />
compito sta nell’afferrare e costruire<br />
questi eventi secondo un ritmo intellettuale<br />
che li trasformi in simboli<br />
<strong>di</strong> una data realtà. Ciò gli riesce,<br />
beninteso, secondo il grado <strong>di</strong> concretezza<br />
sensoriale, <strong>di</strong>alogica, umana,<br />
che porta nella sua elaborazione.<br />
Nasce <strong>di</strong> qua il fatto, non mai abbastanza<br />
notato, che Pavese non si<br />
cura <strong>di</strong> "creare i personaggi". I personaggi<br />
sono per lui un mezzo, non<br />
un fi ne (Saggi letterari).<br />
Questa <strong>di</strong>chiarazione ci chiarisce<br />
l’originalità del suo impianto narrativo<br />
dove l’attenzione all’atmosfera (tipico<br />
della narrativa anni '30) non viene<br />
sviluppato su base impressionistica<br />
ma nell’impianto mitico-simbolico degli<br />
eventi e dei personaggi; sul primato<br />
del ritmo narrativo si ricorda l’infl uenza<br />
della narrativa americana e <strong>di</strong> Conrad<br />
con l’ampio uso <strong>di</strong> quelle tecniche,<br />
dal punto <strong>di</strong> vista al fl ash-back alla <strong>di</strong>namica<br />
dei <strong>di</strong>aloghi. ●<br />
Perdono a tutti<br />
e non fate troppi<br />
pettegolezzi!<br />
Cesare Pavese nasce il 9 settembre<br />
1908 a Santo Stefano<br />
Belbo, nelle Langhe (Cuneo).<br />
Trasferita la famiglia a Torino,<br />
queste colline rimarranno nella<br />
mente del ragazzo, scontroso e<br />
introverso, su cui incideranno a<br />
fondo anche la morte precoce del<br />
padre e l'irrigi<strong>di</strong>rsi della madre.<br />
Studente universitario, conosce<br />
"la donna dalla voce rauca" e<br />
si trasforma <strong>di</strong>ventando cor<strong>di</strong>ale<br />
e aperto. Laureato a 22 anni con<br />
una tesi su Walt Whitman, traduce<br />
autori inglesi e Usa acquisendo<br />
ben presto ampia fama. La<br />
morte della madre (1931) è un altro<br />
solco amaro.<br />
Negli anni Trenta vive i momenti<br />
migliori con la sua donna,<br />
impegnata a fondo nella lotta<br />
antifascista: nel 1935, accettato<br />
<strong>di</strong> far giungere al proprio<br />
domicilio lettere compromettenti,<br />
viene scoperto ma non fa il<br />
nome della donna. Sconta meno<br />
<strong>di</strong> uno dei tre anni <strong>di</strong> confi no in<br />
Calabria previsti, ma il ritorno è<br />
amarissimo: lei ha sposato un altro.<br />
Nel 1936 esce la prima raccolta<br />
<strong>di</strong> poesie Lavorare stanca.<br />
Nel 1941 la prima opera narrativa<br />
Paesi tuoi.<br />
Ancora a Roma per lavoro conosce<br />
<strong>di</strong> nuovo l'amore, l'attrice<br />
Constance Dowling. Ma l'i<strong>di</strong>llio<br />
fi nisce, la giovane lo lascia e lui<br />
scrive Verrà la morte e avrà i tuoi<br />
occhi…<br />
A questo secondo abbandono,<br />
alle crisi che frammentano i successi<br />
(nel 1938 Il compagno vince<br />
il premio Salento; nel 1949 La<br />
bella estate ottiene lo Strega) non<br />
riesce più a reagire. A 42 anni, il<br />
27 agosto 1950 muore in un albergo<br />
<strong>di</strong> Torino per eccesso <strong>di</strong><br />
barbiturici. Sui Dialoghi con<br />
Leucò, sul como<strong>di</strong>no della stanza,<br />
la nota "Perdono tutti e a tutti<br />
chiedo perdono. Va bene? Non<br />
fate troppi pettegolezzi". ●<br />
Panorama 35
È<br />
morto lontano dalla sua terra, la<br />
Palestina, Mahmoud Darwish,<br />
il più grande poeta arabo e del<br />
popolo senza terra. È morto lontano,<br />
come era stato sempre costretto a viverci,<br />
dopo che nel 1948 - aveva sette<br />
anni - il suo villaggio, Al Birwah in<br />
Galilea, venne <strong>di</strong>strutto durante il primo<br />
confl itto arabo-israeliano...<br />
Oh padre, io sono Yusuf<br />
Oh padre, i miei fratelli<br />
non mi amano<br />
Né mi vogliono tra <strong>di</strong> loro<br />
Mi aggre<strong>di</strong>scono<br />
lanciandomi pietre e parole<br />
Mi vogliono morto<br />
così da scriverne l’eulogia<br />
Hanno chiuso la porta<br />
della tua casa lasciandomi fuori<br />
Mi hanno cacciato dal campo<br />
Oh padre mio,<br />
mi hanno avvelenato l’uva<br />
Distrutto i giocattoli<br />
Quando una leggera brezza giocava<br />
Con i miei capelli, erano invi<strong>di</strong>osi<br />
Si sono infi ammati d’ira<br />
verso <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> te<br />
Che cosa ho tolto loro,<br />
Oh padre mio?<br />
Le farfalle si riposavano<br />
sulla mia spalla<br />
Gli uccelli indugiavano<br />
sulla mia mano<br />
Che cosa ho fatto, Oh padre mio?<br />
Perché me?<br />
Mi hai chiamato Yusuf<br />
e mi hanno gettato nel pozzo<br />
Hanno dato la colpa al lupo<br />
Il lupo è più clemente<br />
dei miei fratelli<br />
Oh, padre mio<br />
Ho forse offeso<br />
qualcuno quando ho detto che<br />
Ho visto un<strong>di</strong>ci astri,<br />
il sole e la luna<br />
Cadere in ginocchio<br />
<strong>di</strong> fronte a me?<br />
Visse in Libano, a Beirut,<br />
quin<strong>di</strong> al Cairo, ad Amman, in<br />
cento altre città arabe, a Cipro,<br />
a Mosca. A Parigi, dove arriva<br />
quando è già voce riconosciuta<br />
e amata dal proprio popolo,<br />
36 Panorama<br />
Scrittori<br />
Ricordando Mahmoud Darwish, il grande poeta palestinese che ha de<strong>di</strong>cato tutta la<br />
Oh padre, i miei fratelli non mi amano n<br />
<strong>di</strong> Sandro Damiani<br />
Mahmaud Darwish era nato ad Al-Birwah, un villaggio presso<br />
la città <strong>di</strong> Ãkka, in Galilea, nel 1941, ed è morto il 9 agosto a Houston,<br />
Texas (Usa), a seguito <strong>di</strong> un intervento chirurgico al cuore<br />
alla cui lotta ha de<strong>di</strong>cato tutta la vita.<br />
Il poeta - la sua prima raccolta <strong>di</strong> poesie<br />
è del 1964 - nel frattempo è <strong>di</strong>ventato<br />
anche giornalista e, termine oramai<br />
in <strong>di</strong>suso, “intellettuale organico”;<br />
il più importante del gruppo <strong>di</strong>rigente<br />
<strong>di</strong> Arafat, talché sarà lui l’ideatore ed<br />
estensore della “Dichiarazione <strong>di</strong> In<strong>di</strong>pendenza<br />
dello stato palestinese”.<br />
Negli anni del suo maggiore impegno<br />
politico - quello letterario è un “basso<br />
continuo”, un fi ume carsico che non ha<br />
mai smesso <strong>di</strong> scorrere - a Firenze un<br />
gruppo <strong>di</strong> poeti e <strong>di</strong> “compagni <strong>di</strong> viaggio”,<br />
il cui punto <strong>di</strong> riferimento è la rivista<br />
“Collettivo R”, <strong>di</strong> mese in mese si<br />
presenta nei ritrovi culturali, sindacali,<br />
circoli dopolavoristici, Feste dell’Uni-<br />
Polvere da sparo<br />
Potete legarmi mani e pie<strong>di</strong><br />
Togliermi il quaderno e le sigarette<br />
Riempirmi la bocca <strong>di</strong> terra:<br />
La poesia è sangue del mio cuore vivo<br />
sale del mio pane, luce nei miei occhi.<br />
Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,<br />
la canterò nella cella della mia prigione,<br />
al bagno,<br />
nella stalla,<br />
sotto la sferza,<br />
tra i ceppi<br />
nello spasimo delle catene.<br />
Ho dentro <strong>di</strong> me un milione d’usignoli<br />
Per cantare la mia canzone <strong>di</strong> lotta.<br />
tà e dell’Avanti, nei teatri citta<strong>di</strong>ni e dei<br />
<strong>di</strong>ntorni, e legge, spesso <strong>di</strong> fronte a sale<br />
stracolme <strong>di</strong> spettatori, le proprie e altrui<br />
poesie: <strong>di</strong> autori latinoamericani,<br />
africani, asiatici. E palestinesi.<br />
Essendo uno dei “compagni <strong>di</strong><br />
viaggio” <strong>di</strong> cui più sopra, è qui che<br />
ha luogo il mio primo impatto con la<br />
poesia <strong>di</strong> Darwish. Una poesia stranissima:<br />
sofferta, melanconica, triste,<br />
talvolta tragica e <strong>di</strong> battaglia, eppure<br />
piena d’amore con inaspettati squarci<br />
<strong>di</strong> luce... È il 1986, quando “Collettivo<br />
R” e gli Enti locali <strong>di</strong> Firenze decidono<br />
<strong>di</strong> organizzare l’anno successivo<br />
una grande manifestazione dal titolo<br />
“Poeti del Me<strong>di</strong>terraneo per la Pace”,<br />
a cui invitare autori spagnoli e greci,<br />
arabi, israeliani e dall’allora Jugoslavia.<br />
E Mahmoud Darwish.<br />
Luca Rosi, caporedattore della<br />
rivista, riesce a mettersi in contatto<br />
coll’Autorità Palestinese.<br />
Il rappresentante dell’OLP in<br />
Italia lo informa che Darwish<br />
da Parigi, dove vive costan-<br />
temente sotto scorta, dato che<br />
il Governo <strong>di</strong> Tel Aviv non lo<br />
ama eccessivamente, è <strong>di</strong>sponibile<br />
a venire a Firenze, ma prima<br />
vuole conoscere i suoi ospiti:<br />
chi sono, cosa fanno.<br />
Il caso vuole che proprio in<br />
quel 1986 la mia compagna ed<br />
io si decida <strong>di</strong> fare il viaggio <strong>di</strong><br />
nozze nella capitale francese.<br />
Sicché toccherà a noi portare
vita alla causa del suo popolo<br />
mi vogliono<br />
l’invito e fare la presentazione <strong>di</strong> “Collettivo<br />
R” e della manifestazione. A<br />
<strong>di</strong>re il vero, farà tutto Marcellina, mia<br />
moglie, che parla il francese, e con la<br />
poesia ha un rapporto che io... non so<br />
dove sia <strong>di</strong> casa, se non mi si spiegano<br />
le cose. Il nostro interlocutore si <strong>di</strong>mostra<br />
assai incuriosito dell’iniziativa e<br />
dell’interesse nei suoi riguar<strong>di</strong>. E poi,<br />
a Firenze, dove non è mai stato, avrà<br />
modo <strong>di</strong> incontrare poeti <strong>di</strong> cui ha letto<br />
le opere, ma non ha mai conosciuto<br />
(Goytisolo, Apostolatos).<br />
Per farla breve, in una domenica<br />
<strong>di</strong> aprile dell’87 la splen<strong>di</strong>da Villa<br />
Demidoff <strong>di</strong> Pratolino, sulle colline<br />
che sovrastano il capoluogo toscano,<br />
accoglie alcune centinaia <strong>di</strong> persone:<br />
fi orentini e gente <strong>di</strong> altre parti d’Italia,<br />
come pure tanti palestinesi e studenti<br />
arabi che vivono nel Belpaese. È<br />
una festa. Di colori, <strong>di</strong> fi ori. Di poesia.<br />
Non c’è competizione, ovviamente, tra<br />
quanti si susseguono al microfono. C’è<br />
comunque una sorta <strong>di</strong> gara tra chi riuscirà<br />
a parlare d’amore e <strong>di</strong> pace nei<br />
mo<strong>di</strong> più veri, sinceri, toccanti. Ogni<br />
poeta si esprime nella propria lingua<br />
(il rappresentante jugoslavo lo farà in<br />
italiano: ma si tratta <strong>di</strong> Alessandro Damiani...),<br />
mentre Marcellina ed io leggeremo<br />
la traduzione. Quando è la volta<br />
<strong>di</strong> Darwish, il silenzio - me lo ricordo<br />
come se fosse ieri - è totale: Mahmoud<br />
sta offi ciando una messa laica.<br />
Negli occhi dei suoi connazionali e dei<br />
giovani arabi spuntano le lacrime. E<br />
spuntano pure in Delia Rawikovich, la<br />
poetessa israeliana. E spuntano anche<br />
nel pubblico italiano, al momento della<br />
traduzione. E anche il Poeta è commosso:<br />
non si aspettava tanto affetto.<br />
Ecco, questo mi ha colpito più <strong>di</strong><br />
tutto, in quella stupenda giornata primaverile:<br />
vedere un uomo che aveva<br />
pianto ormai tutte le lacrime del mondo<br />
in quarant’anni <strong>di</strong> esilio, miseria,<br />
lotta, riuscire a piangere ancora, per<br />
<strong>di</strong> più del pianto altrui. L’ho sempre<br />
tenuto così nella memoria, Mahmoud<br />
Darwish, unitamente al suo sorriso:<br />
bello, ampio, <strong>di</strong> occhi e non <strong>di</strong> suoni.<br />
Continuerò a tenercelo. Ovviamente,<br />
sentendolo sempre vivo. Perché i poeti<br />
non muoiono.●<br />
Novità in libreria<br />
Maureen Lindley<br />
IL DIARIO SEGRETO<br />
DI GIOIELLO D’ORIENTE<br />
È il<br />
1914 in<br />
Cina.<br />
Gioiello<br />
d’Oriente<br />
è una<br />
principessa<br />
manciù,<br />
fi glia del<br />
principe<br />
Su. Ha<br />
solo otto<br />
anni, ma<br />
ha già un<br />
carattere irrequieto e ribelle che in<strong>di</strong>spettisce<br />
Su e sua madre Yuzu,<br />
la quarta concubina e la seconda<br />
donna più bella nella famiglia del<br />
principe. Scoperta un giorno mentre<br />
spia il padre in intimità con una<br />
quattor<strong>di</strong>cenne, l’insolente bambina<br />
viene spe<strong>di</strong>ta in Giappone dal<br />
fratello <strong>di</strong> sangue del principe:<br />
Kawashima Naniwa, <strong>di</strong>scendente<br />
<strong>di</strong> un’antica famiglia e capo <strong>di</strong><br />
un impero mercantile. Di qui ha<br />
inizio la sua strabiliante vita nelle<br />
corti e nelle città d’Oriente. Gioiello<br />
d’Oriente <strong>di</strong>venterà, infatti,<br />
Kawashima Yoshiko, fi glia adottiva<br />
<strong>di</strong> Kawashima Naniwa. All’età<br />
<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni sarà sedotta<br />
dall’anziano padre <strong>di</strong> Kawashima,<br />
Te-shima, per essere introdotta alla<br />
femminilità e preparata ai doveri <strong>di</strong><br />
moglie. Diventerà una delle amanti<br />
del patrigno, che la tratterà con<br />
estrema brutalità, ma Yoshiko non<br />
<strong>di</strong>sdegnerà affatto il suo modo crudele<br />
e freddo <strong>di</strong> fare sesso; fi nirà<br />
tra le braccia <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> prestigio<br />
e <strong>di</strong> potere e rimarrà incinta; si unirà<br />
in matrimonio col principe della<br />
Mongolia, Kanjurjab, ma scapperà<br />
dal suo rozzo e deprimente paese<br />
dopo aver sedotto Jon, suo cognato;<br />
raggiungerà Shanghai, la capitale<br />
del lusso e del <strong>di</strong>vertimento in<br />
quegli anni in Cina, e lì si imbatterà<br />
nel capitano dell’esercito giapponese<br />
Tanaka e ne sarà l’amante;<br />
e, infi ne, <strong>di</strong>venterà una spia del<br />
Giappone. Basato sulla storia vera<br />
<strong>di</strong> Kawashima Yoshiko, principessa<br />
orientale realmente.<br />
E<strong>di</strong>tore Neri Pozza<br />
Pagine 357. Prezzo 17,00 euro<br />
Bob Berkowitz<br />
LA NUDA VERITÀ<br />
Tutto quello che gli uomini<br />
non <strong>di</strong>ranno mai ma che le<br />
donne devono sapere<br />
Quante<br />
volte, tra<br />
amiche,<br />
si sono<br />
chieste<br />
cosa mai<br />
avranno<br />
gli uomini<br />
per la<br />
testa. Sarebbero<br />
<strong>di</strong>sposte a<br />
rinunciareall’ultimomodello<br />
<strong>di</strong> stivali <strong>di</strong> Manolo Blahnik<br />
pur <strong>di</strong> sapere cosa intendeva veramente<br />
lui quando, alla legittimissima<br />
domanda “A cosa stai pensando?”<br />
ha risposto il classico “A<br />
niente”. A loro non va proprio giù<br />
che non pensino a niente, avranno<br />
pure in mente qualcosa, no? E<br />
chi meglio <strong>di</strong> un uomo può svelare<br />
il mistero? Uno che stia anche<br />
un po’ dalla parte delle donne e sia<br />
<strong>di</strong>sposto a fare la spia, a raccogliere<br />
confessioni, umori, pensieri dei<br />
suoi simili. A capire le motivazioni<br />
nascoste <strong>di</strong> certi comportamenti<br />
che per nessuna ragione al mondo,<br />
nemmeno sotto tortura, un uomo<br />
svelerebbe alla sua donna. E spifferarli,<br />
aprendo così le porte del<br />
loro mondo, senza troppi giri <strong>di</strong><br />
parole, parlando chiaro, anche rischiando<br />
l’effetto Dr House. Bob<br />
Berkowitz è proprio quello <strong>di</strong> cui<br />
si aveva bisogno, un delatore. Sarà<br />
lui a svelare che cosa pensano veramente<br />
gli uomini quando <strong>di</strong>cono<br />
alle donne esattamente quello che<br />
vogliono sentirsi <strong>di</strong>re.<br />
E<strong>di</strong>tore Piemme<br />
Pagine 238. Prezzo 15,50 euro<br />
Panorama 37
A 62 anni dalla trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Vergarolla, a Trieste è stato scoperto un monumento<br />
Onore al me<strong>di</strong>co che salvò i feriti d<br />
a cura <strong>di</strong><br />
<strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />
Lo scorso 18 agosto si è svolta a<br />
Trieste la cerimonia <strong>di</strong> scoprimento<br />
del monumento a Geppino<br />
Micheletti, realizzato in pietra d'Aurisina<br />
su progetto dell'architetto Ennio<br />
Cervi e donato dall’Unione degli Istriani<br />
al Comune <strong>di</strong> Trieste. Si è trattato <strong>di</strong><br />
un importante evento che ha messo in<br />
evidenza la fi gura e l’opera del me<strong>di</strong>co<br />
triestino che nel 1946 curò i feriti della<br />
strage <strong>di</strong> Vergarolla, a Pola.<br />
A ricordare questo tragico avvenimento,<br />
che ha inciso profondamente<br />
sulla storia e sulla memoria della città<br />
dell'Arena, è stato Giuseppe Giubilo,<br />
nato a Pola ed attualmente delegato<br />
della Regione Friuli Venezia Giulia<br />
per gli italiani all'estero - Circoscrizione<br />
Australia: "Ore 14.15, un improvviso<br />
boato tra i bagnanti e gli atleti <strong>di</strong><br />
una gara <strong>di</strong> nuoto - racconta -, poi una<br />
colonna <strong>di</strong> fumo con una pioggia <strong>di</strong><br />
schegge sul litorale <strong>di</strong> Vergarolla: era<br />
il 18 agosto del 1946. Ottanta furono i<br />
morti tra donne e bambini, un centinaio<br />
i feriti. Geppino Micheletti, me<strong>di</strong>co,<br />
nato nel 1905 e morto nel 1961, nonostante<br />
la tremenda notizia della sciagura<br />
e della morte nell'attentato dei suoi<br />
due fi glioletti, Carlo e Renzo, <strong>di</strong> 6 e 9<br />
anni e i cui corpi non vennero mai ritrovati,<br />
non abbandonò neanche per un<br />
attimo il suo <strong>di</strong>ffi cile compito <strong>di</strong> assistenza<br />
ai feriti".<br />
Ma chi è quest'uomo e me<strong>di</strong>co che<br />
nonostante la sciagura che in quel tri-<br />
46 Panorama<br />
Anniversari<br />
Lo scorso 18 agosto si è svolta a Trieste la cerimonia <strong>di</strong> scoprimento<br />
del monumento a Geppino Micheletti, realizzato dall’Unione<br />
degli Istriani e donato al Comune <strong>di</strong> Trieste<br />
ste giorno lo colpì personalmente riuscì<br />
a salvare tante vite? Il dott. Micheletti,<br />
nato a Trieste il 18 luglio 1905,<br />
nel 1930 si trasferisce a Pola con la<br />
famiglia dopo aver ottenuto la laurea<br />
in me<strong>di</strong>cina a Perugia. Nel frattempo<br />
si specializza in chirurgia a Padova e<br />
<strong>di</strong>viene primario dell'ospedale "Santorio<br />
Santorio" del capoluogo istriano.<br />
Per tutti gli italiani <strong>di</strong> Pola l'eroica<br />
fi gura <strong>di</strong> Geppino Micheletti è legata<br />
all'episo<strong>di</strong>o delittuoso dello scoppio<br />
<strong>di</strong> alcune cariche esplosive marine<br />
(recuperate e <strong>di</strong>sinnescate dagli<br />
artifi cieri ed accatastate nei pressi <strong>di</strong><br />
una pineta della spiaggia <strong>di</strong> Vergarolla,<br />
affollatissima <strong>di</strong> bagnanti in quella<br />
tragica domenica del 18 agosto 1946)<br />
e alla grande professionalità e umanità<br />
<strong>di</strong>mostrate anche in quella drammatica<br />
circostanza. Il dott. Micheletti<br />
viene a sapere ben presto <strong>di</strong> aver perso<br />
i due amati fi glioletti ma, nonostante<br />
ciò, continua la sua opera all'ospedale<br />
per oltre 24 ore consecutive,<br />
fi no alla cessazione dell'emergenza.<br />
Soltanto dopo si recherà a casa a<br />
consolare l'affranta consorte, Iolanda<br />
Il cippo che ricorda la strage <strong>di</strong> Vergarolla
al dottor Geppino Micheletti<br />
lla spiaggia<br />
Geppino Micheletti<br />
Nar<strong>di</strong>ni, deceduta a Trieste lo scorso<br />
anno all'età <strong>di</strong> 99 anni.<br />
Per il suo coraggioso gesto il 28<br />
agosto 1946, <strong>di</strong>eci giorni dopo i fatti,<br />
il Consiglio Comunale <strong>di</strong> Pola gli<br />
ha conferito una medaglia <strong>di</strong> benemerenza<br />
mentre il 2 ottobre 1947 lo Stato<br />
italiano gli ha assegnato la Medaglia<br />
d'Argento al Valor Civile. "Ma qualche<br />
tempo dopo il dottor Micheletti fu costretto<br />
a lasciare Pola da esule" ricorda<br />
Giubilo.<br />
Il monumento che ricorda il gesto<br />
eroico <strong>di</strong> Micheletti è stato inaugurato<br />
nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Piazzale Rosmini a<br />
Trieste, lo scorso 18 agosto, proprio<br />
nella ricorrenza del 62.esimo anniversario<br />
della strage <strong>di</strong> Vergarolla. "Per<br />
questo suo encomiabile gesto <strong>di</strong> umana<br />
pietà ed elevata etica professionale - si<br />
legge nella nota <strong>di</strong>ramata dall'Unione<br />
degli Istriani - il dott. Micheletti è assurto<br />
a simbolo degli alti valori morali<br />
e dell'altissimo senso civico della gente<br />
istriana ed il suo ricordo rimarrà indelebile<br />
nella memoria <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> Pola".<br />
Alla cerimonia dello scoprimento<br />
hanno presenziato pure il sindaco <strong>di</strong><br />
Trieste, Roberto Dipiazza, e il presidente<br />
dell'Unione degli Istriani, Massimiliano<br />
Lacota. (News Italia Press)<br />
Italiani residenti all’estero:<br />
carte d’identità valide 10 anni<br />
Saranno valide 10 e non più 5 tutte le carte d’identità ancora valide<br />
alla data del 26 giugno (data dell’entrata in vigore del decreto 112<br />
pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 25 giugno). Basterà un timbro<br />
per l'aggiornamento anche dopo la scadenza originaria (per l'aggiornamento<br />
il Comune dovrà procedere apponendo un apposito timbro con<br />
la <strong>di</strong>citura "vali<strong>di</strong>tà prorogata ai sensi dell'art.31 del D. L. 25/6/2008<br />
n.112 fi no al ..... "). Le nuove carte, invece, saranno emesse <strong>di</strong>rettamente<br />
con la nuova vali<strong>di</strong>tà. La richiesta del timbro si può fare presso un<br />
qualunque uffi cio anagrafi co del proprio Comune, non solo quello che<br />
ha emesso il documento.<br />
Le nuove date <strong>di</strong> scadenza dei documenti verranno comunicate dai<br />
Comuni agli intestatari tra i centottanta e i novanta giorni prima del termine<br />
della vali<strong>di</strong>tà. La proroga non riguarda, invece, i documenti per i<br />
minori <strong>di</strong> 15 anni, la cosiddetta "carta bianca". In tal caso, infatti, la vali<strong>di</strong>tà<br />
resta solo <strong>di</strong> 12 mesi.<br />
Nel caso degli italiani residenti all'estero, se il rilascio è avvenuto<br />
presso un Comune italiano, è possibile ottenere l'attestazione <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà<br />
dal Consolato nel caso in cui questo rilasci documenti d'identità. Altrimenti,<br />
recarsi presso il Comune o rivolgersi all'Aire (Anagrafe Italiani<br />
Residenti all'Estero). (Inform)<br />
Economia: Veneto presente<br />
nel progetto Me<strong>di</strong>terraneo<br />
Il comitato <strong>di</strong> monitoraggio del Programma Central Europe ha approvato<br />
30 progetti transnazionali e li ha fi nanziati con 70 milioni <strong>di</strong><br />
euro, attinti dal Fondo europeo <strong>di</strong> sviluppo regionale (Fesr). Le proposte<br />
al vaglio erano un centinaio e hanno coinvolto 52 regioni, tra cui il<br />
Veneto ma anche altre regioni dell'area centrale dell'Europa. I partner<br />
italiani inclusi nelle iniziative selezionate, sono 32 tra enti pubblici e<br />
istituzioni private. Il Veneto è presente in 20 dei 30 piani <strong>di</strong> lavoro votati<br />
e assorbe circa il 15 p.c. dei fon<strong>di</strong> comunitari messi a bando per l'Italia<br />
che è capofi la ben sei volte, ponendosi al secondo posto per capacità<br />
propositiva dopo la Germania. ''La conferma - spiega l'assessore all'Economia,<br />
Vendemiano Sartor - che la nostra regione riesce ad attrarre<br />
risorse, è capace <strong>di</strong> fare gioco <strong>di</strong> squadra con le altre realtà europee,<br />
sa dare concretezza a percorsi innovativi e d'eccellenza". Il Programma<br />
Central Europe incoraggia la cooperazione transnazionale, fi nanziando<br />
attività con paternariati pubblici e organizzazioni private che provengono<br />
dall'Italia, dall'Austria, dalla Repubblica Ceca, dalla Germania, dall'Ungheria,<br />
dalla Polonia, dalla Repubblica Slovacca e dalla Slovenia.<br />
"Le proposte progettuali che vedono protagonista il Veneto - sottolinea<br />
l'assessore Sartor - mirano a stimolare la competitività e a migliorare la<br />
qualità della vita dei citta<strong>di</strong>ni nei campi dell'innovazione, dello sviluppo<br />
urbano, dell'accessibilità ai servizi, della tutela dell'ambiente". I progetti<br />
dovranno essere conclusi entro il 2013. Gli investimenti del Programma<br />
Central Europe riguardano il potenziamento delle reti transeuropee nei<br />
settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia. Contemporaneamente<br />
vengono sostenute le iniziative per lo sviluppo locale e per<br />
l'occupazione, nonché le attività delle piccole e me<strong>di</strong>e imprese. "Per le<br />
piccole e me<strong>di</strong>e imprese venete le risorse saranno essenzialmente utilizzate<br />
- conclude Sartor - per la sperimentazione <strong>di</strong> tecnologie d'avanguar<strong>di</strong>a".<br />
●<br />
Panorama 47
58 Panorama<br />
☺���� Il canto del <strong>di</strong>sincanto<br />
<strong>di</strong> Silvio Forza<br />
Peccatori e (comunque) tiratori <strong>di</strong> pietre<br />
È<br />
bastato l’arco <strong>di</strong> svolgimento <strong>di</strong><br />
un’Olimpiade per trasformare<br />
due entità territoriali da province<br />
secessioniste in stati sovrani. Il riconoscimento<br />
dell’autonomia dell’Ossezia<br />
del Sud e dell’Abkhazia è giunto magari<br />
solo dalla Russia. Ma è proprio questo<br />
il guaio: c’è <strong>di</strong> mezzo la grande Russia,<br />
il leone ferito nello zoo delle gran<strong>di</strong> potenze,<br />
non lo stato libero <strong>di</strong> Bananas.<br />
L’8 agosto, il giorno dell’inaugurazione<br />
dei Giochi Olimpici <strong>di</strong> Pechino,<br />
Russia e Georgia davano inizio al primo<br />
confl itto armato europeo del XXI secolo,<br />
lasciandosi coinvolgere in una vera e<br />
propria guerra per il controllo dell’Ossezia<br />
del Sud. Due settimane più tar<strong>di</strong>,<br />
appena spenta la fi accola olimpica, Mosca<br />
riconosceva non solo la piccola provincia<br />
caucasica, ma anche l’Abkazhia,<br />
l’altra repubblica separatista e fi lorussa<br />
che si è venuta a trovare entro i confi ni<br />
georgiani. Così, mentre a Pechino, con<br />
lo sport, si tentava <strong>di</strong> dar vita al miraggio<br />
del mondo ideale, fatto <strong>di</strong> regole rispettate,<br />
<strong>di</strong> virtù tutt’altro che me<strong>di</strong>aticamente<br />
posticce, <strong>di</strong> affermazioni raggiunte<br />
grazie al merito e non alle raccomandazioni,<br />
<strong>di</strong> eccellenze terrene e non da<br />
teleschermo, nel Caucaso, con le armi,<br />
molto più prosaicamente, si stava svolgendo<br />
il mondo reale; quello degli interessi<br />
petroliferi, della geopolitica, del ribaltamento<br />
dei valori per il quale l’uomo<br />
(da fronte) <strong>di</strong>venta mezzo e il territorio<br />
<strong>di</strong>venta fi ne. Due percorsi paralleli quelli<br />
tracciati dal “mondo come vorremmo<br />
che fosse” (quello delle Olimpia<strong>di</strong>)<br />
e dal “mondo così com’è” (quello<br />
del Caucaso <strong>di</strong> questi giorni). Posti in<br />
relazione e considerato il successo dell’ultima<br />
tornata olimpica, appare chiaro<br />
come l’uomo <strong>di</strong> oggi abbia ancora bisogno<br />
<strong>di</strong> immaginare un mondo ideale, in<br />
cui l’essere venga prima dell’avere e in<br />
cui competizione possa signifi care sano<br />
confronto e non annientamento dell’avversario:<br />
dopo la morte delle ideologie,<br />
ecco dunque che l’Olimpiade appare<br />
come l’ultima Utopia. Il problema è che<br />
il mondo ideale dei Giochi, per quanto<br />
planetario, dura due settimane soltanto:<br />
il mondo reale, ribollente <strong>di</strong> lava malata<br />
che ora sta eruttando nel Caucaso e in<br />
Iraq, ma che già domani potrebbe spostarsi<br />
nel Sudan oppure in Corea o magari<br />
tornare a Beirut e Gerusalemme, è<br />
una costante quoti<strong>di</strong>ana.<br />
L’Ossezia del Sud, che con la Georgia<br />
era stata parte dell’Unione Sovietica,<br />
conta solo 70.000 abitanti (più o meno<br />
come Pola), due terzi dei quali sono Osseti,<br />
dunque non Georgiani, che parlano<br />
il russo e che hanno già ottenuto quasi<br />
tutti la citta<strong>di</strong>nanza russa. Anche se<br />
formalmente la valuta uffi ciale è il Lari<br />
georgiano, il mercato <strong>di</strong> fatto accoglie il<br />
rublo russo. La ribellione dell’Ossezia<br />
era iniziata alla fi ne del 1990 con l’autoproclamazione<br />
della “Repubblica sovietica<br />
dell’Ossezia del Sud” respinta dal<br />
Parlamento georgiano <strong>di</strong> Tbilisi. Tutto<br />
ciò avveniva all’interno <strong>di</strong> una Georgia<br />
non ancora affrancata dall’URSS: e, infatti,<br />
nel gennaio del 1991 Mikhail Gorbaciov<br />
inviava in Ossezia truppe sovietiche<br />
a complicare una situazione in cui<br />
nazionalisti osseti e georgiani già si affrontavano<br />
con le armi. Ottenuta l’in<strong>di</strong>pendenza,<br />
la Georgia commette un errore<br />
madornale proclamando il georgiano<br />
quale unica lingua uffi ciale del paese,<br />
riducendo <strong>di</strong> fatto i <strong>di</strong>ritti acquisiti dagli<br />
Osseti nel periodo sovietico. Di conseguenza,<br />
la piccola provincia caucasica<br />
chiede imme<strong>di</strong>atamente l’unione con<br />
l’Ossezia del Nord all’interno della Federazione<br />
russa. Le schermaglie iniziali<br />
<strong>di</strong>ventano guerra nel 1992 (con migliaia<br />
<strong>di</strong> morti), con gli scontri che si rinnovano<br />
nell’agosto del 2004. Il 12 novembre<br />
del 2006, con un referendum, l’Ossezia<br />
del sud si esprime a favore dell’autonomia.<br />
Tuttavia i risultati della consultazione,<br />
boicottata dalla popolazione <strong>di</strong><br />
etnia georgiana, non sono mai stati riconosciuti<br />
dall’ONU, dall’Unione Europea<br />
né dalla stessa Russia. Ma <strong>di</strong> fatto<br />
la provincia <strong>di</strong>venta sostanzialmente<br />
autonoma, con presenza militare russa:<br />
sopravvalutando le proprie potenzialità<br />
belliche (dopo essersi “rafforzata” acquistando<br />
armi in Bulgaria, Macedonia<br />
e Ucraina grazie al sostegno logistico<br />
americano), l’8 agosto la Georgia lancia<br />
l’offensiva per riprendersi il controllo<br />
della regione separatista. Ma le cose<br />
vanno malissimo: i Russi corrono in<br />
soccorso ai secessionisti, è guerra vera<br />
con bombe, morti e feriti. Nel giro <strong>di</strong><br />
due settimane Ossezia del Sud e Abkhazia<br />
<strong>di</strong> fatto si svincolano defi nitivamente<br />
dal controllo <strong>di</strong> Tbilisi.<br />
Perché la Russia ha reagito in maniera<br />
così drastica? Il fatto che in Georgia<br />
si trovi l’unico oleodotto che por-<br />
ta il petrolio in Europa senza passare<br />
per il territorio russo è soltanto un<br />
bonus contingente. Di fatto, la Russia<br />
si è mossa sul serio perché non poteva<br />
più assistere allo spettacolo dell’occidentalizzazione<br />
dei territori che erano<br />
stati parte del suo impero. Dopo aver<br />
visto il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> tutti i paesi ex satelliti<br />
dell’Europa dell’est, Mosca stava<br />
per ritrovarsi l’alleanza militare del<br />
vecchio Patto Atlantico, il nemico storico<br />
sin dai tempi della guerra fredda,<br />
davanti allo soglia <strong>di</strong> casa. Nel giro <strong>di</strong><br />
poco tempo avrebbe dovuto fare i conti<br />
con i missili delle potenze occidentali<br />
in Polonia e con le confi nanti ex repubbliche<br />
sovietiche Georgia e Ucraina<br />
quali paesi aderenti alla NATO. Troppo<br />
per chi come Putin non sarà mai pronto<br />
ad accettare la supremazia militare<br />
ed economica europea e americana.<br />
Il riconoscimento internazionale del<br />
Kosovo secessionista e l’ingiustifi cata<br />
invasione americana in Iraq sono stati<br />
due precedenti che in questo caso<br />
– una volta <strong>di</strong>gerito il rospo – sono tornati<br />
come precedenti utili per i Russi, ai<br />
quali non si possono <strong>di</strong> certo muovere<br />
accuse senza guardarsi allo specchio.<br />
Cose che capitano, quando nessuno è<br />
senza peccato ma tutti scagliano comunque<br />
le pietre…<br />
Vero è che allungare così tanto le<br />
mani nella gabbia in cui un leone si sta<br />
leccando le ferite non è cosa saggia: ed<br />
è proprio quello che ha fatto l’Occidente<br />
che forse troppo presto si è scordato<br />
che la Russia è stata per mezzo secolo<br />
(e probabilmente lo è ancora) una<br />
Grande Potenza. Tuttavia, anche i Russi<br />
dovrebbero chiedersi come mai tutti<br />
gli stati che hanno avuto a che fare con<br />
Mosca non vedevano l’ora <strong>di</strong> togliersela<br />
<strong>di</strong> dosso: si sono inimicati Budapest<br />
e Praga con i carrarmati, Varsavia con<br />
Jaruzelsky, Bucarest causa il sostegno<br />
a Ceaucescu e Sofi a con troppo KGB.<br />
E anche gli stati con i quali con<strong>di</strong>videvano<br />
storia e affi nità, come le Repubbliche<br />
baltiche e le stesse Georgia e<br />
Ucraina, al vicino Don hanno preferito<br />
il lontano Atlantico. Se poi si rendono<br />
conto che oggi Russia è <strong>di</strong>ventata sinonimo<br />
<strong>di</strong> corruzione e arricchimento<br />
<strong>di</strong> stampo mafi oso, anche a Mosca dovrebbero<br />
darsi una buona occhiata nello<br />
specchio. Stiamo chiedendo cose da<br />
mondo ideale. ●