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di Diana Pirjavec Rameša - Edit

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Cantieristica croata<br />

giù dal «po<strong>di</strong>o»? «po<strong>di</strong>o»?<br />

Anno LV - N. 16 - 31 agosto 2008 - Rivista quin<strong>di</strong>cinale - kn 14,00 - EUR 1,89 - Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale a tariff a intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401<br />

Panorama<br />

www.e<strong>di</strong>t.hr/panorama


In primo Rubrica piano<br />

Nel dopo-Olimpia<strong>di</strong> la cantieristica croata rischia <strong>di</strong> fi nire giù dal po<strong>di</strong>o<br />

Il medagliere me lo faccio io...<br />

<strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />

Fate tesoro delle delusioni e sofferenze,<br />

dei momenti <strong>di</strong> rabbia<br />

e o<strong>di</strong>o, perché è passando questi<br />

momenti che si può scegliere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

migliori. Più facile a <strong>di</strong>rsi che a farsi,<br />

anche perché si sa bene che curare l’orgoglio<br />

ferito è impresa <strong>di</strong>ffi cile. Dunque,<br />

delusioni e speranze, attese e realtà: nello<br />

sport ce n’è sempre per tutti i gusti,<br />

anche perché il confi ne tra ambizione e<br />

sogno è molto sottile e si rischia <strong>di</strong> eccedere<br />

e deragliare. E Pechino non avrebbe<br />

potuto certo essere un’eccezione. I<br />

<strong>di</strong>scorsi sono due: quello della vigilia e<br />

quello del giorno dopo. Che a sua volta<br />

è sensibile <strong>di</strong> interpretazioni quanto mai<br />

soggettive. Chi ha vinto <strong>di</strong> più all’Olimpiade<br />

<strong>di</strong> Pechino? La Cina ha più ori, gli<br />

USA hanno più medaglie, ma qualcuno<br />

si è ricordato <strong>di</strong> fare la somma dei trofei<br />

conquistati dai paesi membri dell’UE,<br />

terzo, ipotetico, ma solo virtuale trionfatore<br />

dei Giochi. Ma non possiamo <strong>di</strong>menticare<br />

che in rapporto al numero <strong>di</strong><br />

abitanti, la testa della graduatoria spetterebbe<br />

a Bahamas, davanti a Giamaica,<br />

Islanda e Slovenia. Ognuno, insomma,<br />

si può costruire un medagliere su misura.<br />

E così si accontenta un po’ tutti.<br />

E la Croazia? Il medagliere l’ha relegata<br />

al poco <strong>di</strong>geribile 57.esimo posto.<br />

Poco <strong>di</strong>geribile perché, ma non solo nello<br />

sport, è lungi dall’essere un campione<br />

<strong>di</strong> moderazione e misura. Per cui le frustrazioni<br />

e gli sconforti sono ancora più<br />

cocenti e <strong>di</strong>ffi cilmente ci si lascia riportare<br />

alla ragione. Nello sport, come nella<br />

vita, insuccessi, smacchi e sconfi tte sono<br />

all’or<strong>di</strong>ne del giorno, soprattutto se alla<br />

vigilia abbiamo già compilato il “nostro”<br />

medagliere che, bando all’umiltà,<br />

spesso tiene conto solo dei colori <strong>di</strong> famiglia.<br />

E gli avversari? Tempo sprecato,<br />

tanto sono inferiori ai “nostri” e non<br />

vale la pena <strong>di</strong> prenderli troppo sul serio.<br />

Mettiamo (l’incolpevole) Blanka Vlašić:<br />

a sentire gli osservatori (e lasciamo perdere<br />

l’uomo della strada), a Pechino non<br />

è andata a confrontarsi con le altre avversarie<br />

ma semplicemente a prendersi<br />

la medaglia. D’oro, ovviamente. Ma lo<br />

sport agonistico a volte sa essere spietato<br />

e per certi versi “ingiusto”. Come<br />

la vita, del resto. Perché, alla fi ne, conta<br />

vincere, magari anche senza partecipare.<br />

Oggi, probabilmente, ne sarebbe<br />

conscio anche il barone de Coubertin.<br />

La vera gara consiste nel costruire gli<br />

sta<strong>di</strong> e gli alberghi, nel vendere i gadget,<br />

nel dare spazio alla visibilità me<strong>di</strong>atica<br />

e alla pubblicità delle maggiori aziende<br />

mon<strong>di</strong>ali. Il resto, in fondo, è solo coreografi<br />

a. O, come <strong>di</strong>rebbe il buon sior<br />

Bortolo delle ‘Maldobrie’, i fa solo per<br />

insempiar la gente. I gran<strong>di</strong> hanno detto<br />

che “i Giochi <strong>di</strong> Pechino hanno promosso<br />

lo spirito olimpico <strong>di</strong> solidarietà,<br />

<strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> pace e sono <strong>di</strong>ventati un<br />

gran<strong>di</strong>oso evento <strong>di</strong> competizione sportiva<br />

internazionale e <strong>di</strong> scambi culturali<br />

a cui hanno assistito e partecipato persone<br />

da tutto il mondo”. È <strong>di</strong>ffi cile crederci.<br />

In realtà nell’era moderna le guerre<br />

non si fermano per niente, anzi, proprio<br />

in concomitanza con i Giochi 2008 si è<br />

aperto un altro fronte. E la lealtà sportiva<br />

è spesso e volentieri l’ultima cosa che si<br />

cerca <strong>di</strong> perseguire. Ma c’è sempre qualcuno<br />

che si fa venire gli occhi luci<strong>di</strong> al<br />

momento dell’alzaban<strong>di</strong>era ed al suono<br />

delle note degli inni nazionali. Per chi<br />

tira i fi li del potere è proprio quello che<br />

ci vuole. Un bella tregua olimpica, che<br />

può essere anche mon<strong>di</strong>ale o europea se<br />

<strong>di</strong> calcio si tratta, è probabilmente il miglior<br />

anestetizzante contro il mal <strong>di</strong> testa<br />

procurato dal logorio delle economie<br />

che vanno a catafascio.<br />

Problemi come prezzi, infl azione,<br />

carovita, posti <strong>di</strong> lavoro che restano in<br />

agguato. Anzi, sembra proprio che la<br />

Croazia, sotto la “spinta” dei criteri fi ssati<br />

dall’Unione Europea, dovrà mettere<br />

in ven<strong>di</strong>ta i cantieri navali. Tutti, si <strong>di</strong>ce,<br />

e non saranno concesse deroghe e scaglionamenti.<br />

Altrimenti slitterà l’apertura<br />

<strong>di</strong> un nuovo, importante capitolo nel<br />

processo <strong>di</strong> avvicinamento del Paese all’Unione,<br />

quello che esalta la libertà <strong>di</strong><br />

mercato. Insomma, cantieristica come<br />

le banche, con circa <strong>di</strong>ecimila lavoratori<br />

messi in preallarme. Altro che ristrutturazione:<br />

se la cantieristica è un settore<br />

destinato a operare in per<strong>di</strong>ta, come <strong>di</strong>ce<br />

il Governo, è facile intuire quale sarà il<br />

suo destino quando - entro un massimo<br />

<strong>di</strong> due anni - verrà realizzato il <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> privatizzazione totale.●<br />

Costume<br />

e scostume<br />

Il primario è latitante<br />

Il car<strong>di</strong>ochirurgo del Centro<br />

Clinico <strong>di</strong> Fiume, Ognjen<br />

Šimić, giu<strong>di</strong>cato colpevole e<br />

condannato in primo grado a 9<br />

anni <strong>di</strong> carcere per concussione<br />

non ha assistito alla lettura della<br />

sentenza: ha preferito rendersi<br />

latitante. Ma la polizia e i me<strong>di</strong>a<br />

hanno in<strong>di</strong>viduato ben presto<br />

il luogo in cui si è nascosto:<br />

la natia Sarajevo. Alla richiesta<br />

<strong>di</strong> estra<strong>di</strong>zione inoltrata dalle<br />

autorità croate il Tribunale bosniaco-erzegovese<br />

ha risposto<br />

<strong>di</strong> no visto che non è obbligata<br />

a concedere l’estra<strong>di</strong>zione dei<br />

propri citta<strong>di</strong>ni.<br />

Con un linguaggio sintetico<br />

si potrebbe rilevare: oltre la<br />

beffa pure il danno. Le domande<br />

che un citta<strong>di</strong>no qualunque<br />

si pone sono molteplici, fi guriamoci<br />

l’amaro in bocca che<br />

in questo momento hanno le<br />

famiglie dei pazienti “ricattati”<br />

dal car<strong>di</strong>ochirurgo, oppure i<br />

testimoni che hanno contribuito<br />

a far luce su questa tragica storia<br />

<strong>di</strong> corruzione e malasanità.<br />

L’ipotesi <strong>di</strong> fuga era preve<strong>di</strong>bile,<br />

visto che sin dalle prime<br />

battute Šimić si è <strong>di</strong>feso sostenendo<br />

si trattasse <strong>di</strong> una montatura<br />

politica (???) e altrettanto<br />

preve<strong>di</strong>bile pure la decisione <strong>di</strong><br />

farlo rientrare in carcere subito<br />

dopo la lettura della condanna,<br />

come pure l’inter<strong>di</strong>zione dell’esercizio<br />

della professione.<br />

E mentre l’ex car<strong>di</strong>ochirurgo<br />

sorseggia probabilmente un<br />

caffé, obbligatoriamente turco,<br />

lungo la Bašćaršija a Sarajevo<br />

e cerca un nuovo impiego, a<br />

Fiume i magistrati, la polizia e<br />

l’Antimafi a nascondono il rossore.<br />

Si poteva evitare?<br />

Panorama 3


Panorama<br />

www.e<strong>di</strong>t.hr/panorama<br />

Ente giornalistico-e<strong>di</strong>toriale<br />

EDIT<br />

Rijeka - Fiume<br />

Direttore<br />

Silvio Forza<br />

PANORAMA<br />

Redattore capo responsabile<br />

Mario Simonovich<br />

caporedattore-panorama@e<strong>di</strong>t.hr<br />

Progetto grafico - tecnico<br />

Daria Vlahov-Horvat<br />

Redattore grafico - tecnico<br />

Saša Dubravčić<br />

Collegio redazionale<br />

Bruno Bontempo, Nerea Bulva,<br />

<strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong>, Mario<br />

Simonovich, Ardea Velikonja<br />

REDAZIONE<br />

panorama@e<strong>di</strong>t.hr<br />

Via re Zvonimir 20a Rijeka - Fiume,<br />

Tel. 672-128. Telefax: 051/672-151,<br />

<strong>di</strong>rettore: tel. 672-153. Diffusione e<br />

pubblicità: tel. 672-119 int. 27<br />

ISSN 0475-6401 Panorama (Rijeka)<br />

ISSN 1334-4692 Panorama (Online)<br />

TIPOGRAFIA: “Helvetica” - Ri jeka-<br />

Fiume, tel. 682-147<br />

ABBONAMENTI: Croazia: an nuale<br />

(24 numeri) kn 300,00 (IVA inclusa);<br />

semestrale (12 numeri) kn 150,00<br />

(IVA inclusa); una copia kn 14,00 (IVA<br />

inclusa). Slovenia: annuale (24 numeri)<br />

euro 62,59 - semestrale (12 numeri)<br />

euro 31,30 - una copia euro 1,89. Italia:<br />

annuale (24 numeri) euro 70,00 una<br />

copia: euro 1,89.<br />

VERSAMENTI: per la Croazia sul<br />

cc. 2340009-1117016175 PBZ Riadria<br />

banka d.d. Rijeka. Per la Slovenia:<br />

Erste Steiermärkische Bank d.d.<br />

Rijeka 7001-3337421/EDIT SWIFT:<br />

ESBCHR22. Per l’Italia - EDIT Rijeka<br />

3337421- presso PBZ 70000 - 183044<br />

SWIFT: PBZGHR2X.<br />

Numeri arretrati a prezzo raddoppiato<br />

INSERZIONI: Croazia - retrocopertina<br />

1.250,00 kn; retrocopertina interna<br />

700,00 kn; pagine interne 550,00 kn;<br />

Slovenia e Italia retrocopertina 250,00<br />

euro; retrocopertina interna 150.00 euro;<br />

pagine interne 120,00 euro.<br />

PANORAMA esce con il concorso<br />

finanziario della Repubblica <strong>di</strong> Croazia<br />

e della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia.<br />

EDIT - Fiume, via Re Zvonimir 20a<br />

e<strong>di</strong>t@e<strong>di</strong>t.hr<br />

Consiglio <strong>di</strong> amministrazione: Tatjana<br />

Petrazzi (presidente), Ezio Giuricin<br />

(vicepresidente), Luigi Barbalich, Carmen<br />

Benzan, Doris Ottaviani, Donald<br />

Schiozzi, Fabio Sfi ligoi<br />

4 Panorama<br />

Sommario<br />

IN PRIMO PIANO<br />

IL MEDAGLIERE ME LO FACCIO IO... 3<br />

<strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />

ATTUALITÀ<br />

IN SLOVENIA IL VOTO POLITICO<br />

RAFFORZA LE ALLEANZE ........... 6<br />

ESULI: IL LITORALE ISTRIANO<br />

NON FU MAI TERRITORIO<br />

ETNICAMENTE SLOVENO! .......... 7<br />

THOMPSON E GRAFFITI IN ISTRIA<br />

IL FASCISMO FA PAURA ................ 8<br />

a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

SOCIETÀ<br />

L’ESAGERATA FEROCIA<br />

DEGLI ITALIANI E LA GRATITUDINE<br />

DEGLI STRANIERI ........................... 10<br />

<strong>di</strong> Marino Vocci<br />

PERSONAGGI<br />

Incontro con il pittore Renzo Mezzacapo<br />

NEI MEANDRI PÙ NASCOSTI<br />

L’ARTISTA SCOPRE COSE<br />

CHE NEANCHE LUI CONOSCE ... 12<br />

<strong>di</strong> Giacomo Scotti<br />

CINEMA E DINTORNI<br />

Festival del Cinema Italiano <strong>di</strong> Rovigno<br />

SABA, INGIUSTA SVALUTAZIONE<br />

PASOLINI, TESTAMENTO<br />

INVOLONTARIO .............................. 16<br />

<strong>di</strong> Gianfranco Sodomaco<br />

TEATRO<br />

A Cividale del Friuli con Moni Ova<strong>di</strong>a<br />

IL NAZIONALISMO OTTUNDE<br />

SEMPRE L’INTELLIGHENZIA .... 18<br />

<strong>di</strong> Guido Zauli<br />

MUSICA<br />

CI <strong>di</strong> Pola: “Arena international”<br />

NON SOLO ARTE MA ANCHE<br />

INCONTRI ED AMICIZIE ............. 22<br />

<strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

LA CLASSE DI GIORGIO SURIAN<br />

AL GALÀ DI SPALATO ................. 24<br />

<strong>di</strong> Mladen Čulić Dalbello<br />

SPORT<br />

QUI PECHINO, A VOI LONDRA ... 26<br />

PHELPS INSAZIABILE...................... 27<br />

BOLT, FIGLIO DEL VENTO.......... 28<br />

SLOVENIA, 5 E LODE! ................. 29<br />

<strong>di</strong> Arden Stancich<br />

VLAŠIĆ, L’IMPIETOSA<br />

LEGGE DELLO SPORT ................ 30<br />

ITALIA, DISCIPLINE RIEMERSE<br />

E VOLTI NUOVI ............................. 32<br />

a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />

N. 16 - 31 agosto 2008<br />

SCRITTORI<br />

Cent’anni fa nasceva Cesare Pavese<br />

CITTÀ E CAMPAGNA,<br />

POLARITÀ INCONCILIABILE<br />

CHE CREA SOFFERENZA ............ 34<br />

<strong>di</strong> Stefano Ver<strong>di</strong>no<br />

Ricordando Mahmoud Darwish<br />

OH PADRE, I MIEI FRATELLI<br />

NON MI AMANO<br />

NÉ MI VOGLIONO .......................... 36<br />

<strong>di</strong> Sandro Damiani<br />

LETTURE ISTRIA NOBILISSIMA<br />

“LA FORZA DEL PENSIERO” ...... 38<br />

<strong>di</strong> Jasna Zorić<br />

MADE IN ITALY<br />

PISTE DI ATLETICA E CAMPI<br />

DI BASKET E PALLAMANO<br />

HANNO PARLATO ITALIANO .... 42<br />

TECNOLOGIA TESSILE<br />

POSSIBILE NUOVA FRONTIERA<br />

DEL DOPING ................................... 42<br />

a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />

ANNIVERSARI<br />

A 62 anni dalla trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Vergarolla, a<br />

Trieste è stato scoperto un monumento<br />

al dottor Geppino Micheletti<br />

ONORE AL MEDICO CHE SALVÒ<br />

I FERITI DELLA SPIAGGIA ......... 46<br />

a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

ITALIANI NEL MONDO<br />

ITALIANI RESIDENTI<br />

ALL’ESTERO CARTE D’IDENTITÀ<br />

VALIDE 10 ANNI ............................ 47<br />

ANIMALIA<br />

LA BALENA, LEGGENDARIA<br />

REGINA DEL CANTO<br />

E DELLA COMUNICAZIONE ...... 48<br />

<strong>di</strong> Daniela Mosena<br />

MULTIMEDIA<br />

Come gestire le immagini dell’estate<br />

(1 e continua)<br />

FOTORITOCCO,<br />

ARCHIVIO E STAMPA .................. 50<br />

a cura <strong>di</strong> Igor Kramarsich<br />

RUBRICHE ..................................... 52<br />

a cura <strong>di</strong> Nerea Bulva<br />

PASSATEMPI ................................. 57<br />

IL CANTO DEL DISINCANTO<br />

PECCATORI E (COMUNQUE)<br />

TIRATORI DI PIETRE ................... 58<br />

<strong>di</strong> Silvio Forza<br />

In copertina: Cantieristica croata verso la privatizzazione (foto Zlatko Majnarić)


Mercoledì, 13 agosto, a Pisino,<br />

nella sede della Contea Istriana,<br />

una delegazione dell’Associazione<br />

dei Combattenti Antifascisti della<br />

Regione Istriana, guidata dal presidente<br />

Tomislav Ravnić, ha incontrato<br />

il Presidente dell’Unione Italiana,<br />

On. Furio Ra<strong>di</strong>n, e il Presidente della<br />

Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana,<br />

Maurizio Tremul. Nel corso del<br />

lungo e aperto incontro è stato fatto il<br />

punto sulla collaborazione instaurata<br />

e si è cercato <strong>di</strong> chiarire la posizione<br />

<strong>di</strong> ciascuna delle due istituzioni in<br />

merito a questioni <strong>di</strong> grande attualità.<br />

È stato deciso inoltre sviluppare la<br />

collaborazione nel rispetto dei valori<br />

della convivenza e dell’antifascismo.<br />

La speranza degli interlocutori è <strong>di</strong><br />

Il primo <strong>di</strong> settembre gli studenti<br />

delle elementari e delle me<strong>di</strong>e in<br />

Croazia troveranno sui banchi <strong>di</strong><br />

scuola i libri in<strong>di</strong>spensabili per l'anno<br />

scolastico che sta per iniziare. I<br />

Dal primo settembre è in rete il<br />

nuovo sito internet bilingue del<br />

Centro Italiano <strong>di</strong> Promozione, Cultura,<br />

Formazione e Sviluppo "Carlo<br />

Combi" <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria - www.cen<br />

trocarlocombi.net, che offre a tutti<br />

i visitatori notizie aggiornate su<br />

iniziative, manifestazioni ed eventi<br />

realizzati dall’Ente. L'Ente pubblico<br />

"Carlo Combi" è stato fondato<br />

nel 2005 dalla Comunità Autogestita<br />

Costiera della Nazionalità Italiana<br />

con il sostegno fi nanziario del<br />

Agenda<br />

Più vicini UI e Combattenti Antifascisti<br />

poter contribuire a creare un futuro <strong>di</strong><br />

rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani e minoritari,<br />

<strong>di</strong> conoscenza e valorizzazione della<br />

plurale realtà etnica nonché della<br />

multiculturalità e del plurilinguismo<br />

del territorio istriano, area d’inse<strong>di</strong>amento<br />

storico della Comunità Nazionale<br />

Italiana. È stato concordato che<br />

le prossime celebrazioni in occasio-<br />

libri sono dati in comodato d’uso<br />

mentre a provvedere alla copertura<br />

della spese è il Ministero della pubblica<br />

istruzione. Uno sgravio considerevole<br />

per le famiglie visto che un<br />

completo <strong>di</strong> libri per un allievo che<br />

frequenta la seconda me<strong>di</strong>a raggiunge,<br />

per fare un esempio, il prezzo <strong>di</strong><br />

1.760 kune.<br />

Purtroppo, i ragazzi che frequentano<br />

la rete scolastica della CNI non<br />

potranno fruire completamente <strong>di</strong><br />

questo <strong>di</strong>ritto visto che alcuni titoli<br />

sono in attesa dell’approvazione del<br />

Ministero per la Cultura della Repubblica<br />

<strong>di</strong> Slovenia, per dare organicità<br />

e rilevanza strategica generale<br />

alle attività e alle iniziative culturali<br />

programmate, promosse e realizzate<br />

dalla Comunità Nazionale<br />

Italiana in Slovenia. Le attività e le<br />

iniziative del Centro Italiano "Carlo<br />

Combi" sono fi nalizzate al mantenimento,<br />

alla promozione e allo<br />

sviluppo dell'identità della Comunità<br />

Nazionale Italiana, della lingua<br />

e della cultura italiane sul territorio<br />

ne degli anniversari del battaglione<br />

"Pino Bu<strong>di</strong>cin", saranno organizzati<br />

congiuntamente dall’Associazione<br />

dei Combattenti Antifascisti e Antifascisti<br />

della Regione Istriana e dall’Unione<br />

Italiana, assieme alla Regione<br />

Istriana, alla CI <strong>di</strong> Rovigno e all’Associazione<br />

dei Combattenti Antifascisti<br />

<strong>di</strong> Rovigno. ●<br />

Scuole CNI: cronico il problema libri<br />

Nuovo sito internet per il «Carlo Combi»<br />

Ministero delle Scienze, dell’Istruzione<br />

e dello Sport, mentre ulteriori<br />

volumi sono in fase <strong>di</strong> ultimazione<br />

o <strong>di</strong> traduzione.<br />

Uno dei problemi che incidono<br />

fortemente sui tempi <strong>di</strong> stampa e<br />

<strong>di</strong>stribuzione dei libri è il fatto che<br />

il Ministero ha istituito la Commissione<br />

per l’approvazione linguistica<br />

dei manuali tradotti in lingua italiana.<br />

In questo momento sono 14 i libri<br />

<strong>di</strong> testo, con i rispettivi quaderni<br />

attivi e quaderni <strong>di</strong> lavoro, ad essere<br />

"fermi". Fino a quando? ●<br />

d'inse<strong>di</strong>amento storico e si prefi ggono<br />

<strong>di</strong> sviluppare e consolidare la<br />

convivenza interetnica, il multiculturalismo<br />

e il plurilinguismo. ●<br />

Panorama 5


6 Panorama<br />

Attualità<br />

Secondo i sondaggi, il partito del premier Janez Janša non avrebbe i numeri in vista<br />

In Slovenia il voto politico rafforza<br />

«C<br />

a cura <strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

Il 21 settembre la Slovenia si recherà<br />

alle urne per il rinnovo della Camera<br />

<strong>di</strong> Stato. Gli elettori sloveni<br />

dovranno fare una scelta: quella tra il<br />

Comunicato stampa<br />

Janša minaccia<br />

il pluralismo<br />

della CNI<br />

on le sue <strong>di</strong>chiarazioni rilasciate<br />

alla TV slovena, in<br />

merito alle can<strong>di</strong>dature per il seggio<br />

specifi co alternative a quella del dell'attuale<br />

deputato Roberto Battelli, in<br />

corsa per il suo sesto mandato consecutivo,<br />

il presidente del governo<br />

e presidente del Partito democratico<br />

sloveno (SDS) Janez Janša è entrato<br />

<strong>di</strong> petto nel <strong>di</strong>battito preelettorale<br />

della comunità nazionale italiana.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un precedente molto<br />

grave e lesivo dell'autonomia politica<br />

della nazionalità. Tanto più perché<br />

nel suo goffo tentativo <strong>di</strong> stigmatizzare<br />

ogni can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong>versa<br />

da quella "unica" che egli reputa<br />

opportuna si è concesso una velata<br />

minaccia nei confronti della comunità<br />

nazionale stessa, sostenendo<br />

che l'attuale can<strong>di</strong>datura alternativa<br />

politicizzerebbe i rapporti tra la<br />

minoranza e la maggioranza, il che<br />

non sarebbe un bene.<br />

Mai fi nora - da prima dell'88 -<br />

era accaduta una tale ingerenza da<br />

parte <strong>di</strong> un premier nella vita politica<br />

della comunità nazionale italiana.<br />

Tale atteggiamento cerca <strong>di</strong> riportarci<br />

ai tempi <strong>di</strong> una minoranza<br />

"onesta", cioè leale al potere.<br />

Invito gli appartenenti alla CNI a<br />

non lasciarsi intimi<strong>di</strong>re dalla politica<br />

autoritaria e a votare liberamente<br />

e secondo coscienza. Fino a prova<br />

contraria viviamo in democrazia!»<br />

sostiene Franco Juri del partito ZA-<br />

RES - nuova politica Isola. ●<br />

centro-destra, capitanato dal Partito democratico<br />

(SDS) dell'attuale premier<br />

Janez Janša, e il centro-sinistra, ovvero<br />

i socialdemocratici <strong>di</strong> Borut Pahor.<br />

Secondo gli ultimi sondaggi sarebbe<br />

l'SDS a condurre, superando<br />

<strong>di</strong> qualche punto i socialdemocratici,<br />

ma nel computo totale il partito del<br />

premier non ce la farebbe ad ottenere<br />

una maggioranza assoluta in Parlamento<br />

contando sugli attuali alleati <strong>di</strong><br />

coalizione. L'SDS si è infatti rafforzato<br />

a scapito degli alleati della destra, la<br />

Nova Slovenija (NSI) e il Partito Popolare<br />

Sloveno (SLS), che, stando ai<br />

rilievi statistici, potrebbero non superare<br />

la soglia del 4 per cento.<br />

Quasi certamente invece ce la farà<br />

l'ultranazionalista e xenofobo Partito<br />

Nazionale Sloveno (SNS) <strong>di</strong> Zmago<br />

Jelinčič che potrebbe rivelarsi un<br />

prezioso alleato <strong>di</strong> Janša. Ma c'è chi<br />

specula anche sulla possibilità <strong>di</strong> una<br />

"grosse koalition" tra Janša e Pahor,<br />

anche se questi ha a più riprese smentito<br />

ogni possibilità in merito.<br />

A sinistra, se i numeri lo renderanno<br />

possibile, l'ipotesi più verosimile è<br />

quella <strong>di</strong> una coalizione tra i socialdemocratici,<br />

i liberal-democratici (LDS)<br />

guidati da Katarina Kresal, la prima<br />

donna leader politico in Slovenia, ed<br />

il partito Zares con alla testa Gregor<br />

Golobič, già infl uente segretario generale<br />

dell'LDS e delfi no dello scomparso<br />

presidente Janez Drnovšek. Si è<br />

invece ritirato dalla corsa "La Slovenia<br />

è nostra" (SJN) il partito <strong>di</strong> Boris<br />

Popovič, il controverso sindaco <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria,<br />

che da un mese ormai tapezza<br />

la Slovenia con i suoi jumbo manifesti.<br />

Visti i sondaggi poco promettenti<br />

Popovič ha deciso <strong>di</strong> non subire<br />

una seconda sconfi tta dopo la sonora<br />

batosta infl ittagli alle recenti amministrative<br />

<strong>di</strong> Isola dal suo ex alleato,<br />

ma ora acerrimo avversario, Tomislav<br />

Klokočovnik. Non ce la fa ad entrare<br />

in pista nemmeno il neocostituito<br />

partito democratico-cristiano sloveno<br />

(KDS) che si presenta quale alternativa<br />

conservatrice al partito del ministro<br />

del tesoro Andrej Bajuk (NSI).<br />

Janez Janša<br />

La campagna elettorale verterà sui<br />

pregi e <strong>di</strong>fetti dell'attuale governo e, naturalmente,<br />

anche sui casi <strong>di</strong> corruzione<br />

e clientelismo che - secondo l'opposizione<br />

e una buona fetta dell'opinione<br />

pubblica slovena - la gestione Janša in<br />

Si inasprisce la polemica sul<br />

Esuli: il Litorale<br />

Ferma la protesta della Federazione<br />

delle Associazioni degli Esuli<br />

Istriani, Fiumani e Dalmati e dell’Associazione<br />

Nazionale Venezia Giulia e<br />

Dalmazia per il documento pubblicato<br />

dal Governo della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia<br />

a conclusione del suo turno <strong>di</strong><br />

presidenza UE. Nel documento, sottoscritto<br />

dalla Presidenza slovena, è<br />

infatti inclusa una sintesi della storia<br />

della vicina Repubblica i cui contenuti,<br />

per le due associazioni, sono "<strong>di</strong>scutibili<br />

storicamente e giuri<strong>di</strong>camente,<br />

anche alla luce dei trattati internazionali".<br />

Renzo Codarin e Lucio Toth, rispettivamente<br />

presidente e vice presidente<br />

della FederEsuli rilevano: "La com-


delle elezioni del 21 settembre<br />

le alleanze<br />

questi ultimi quattro anni non ha fatto<br />

che ingigantire in termini esponenziali.<br />

Il caso che sta esplodendo come<br />

una bomba a grappolo in questi giorni<br />

è l'acquisto <strong>di</strong> una partita <strong>di</strong> blindati<br />

8x8 fi nlandesi Patria, "per le necessità<br />

che impongono i doveri della Slovenia<br />

nella Nato", spiega il ministro<br />

della Difesa, Karl Erjavec, e presidente<br />

del Desus, il partito dei pensionati,<br />

che spera <strong>di</strong> poter entrare in Parlamento<br />

anche se solo per un pelo. L'azienda<br />

"Patria" è attualmente sotto inchiesta<br />

che è stata or<strong>di</strong>nata dalla procura<br />

fi nlandese per alcuni presunti casi <strong>di</strong><br />

corruzione in Egitto e Slovenia. Di recente<br />

alcuni esponenti del gruppo sono<br />

stati arrestati, mentre è <strong>di</strong> questi giorni<br />

la notizia delle <strong>di</strong>missioni a sorpresa<br />

del <strong>di</strong>rettore della società, Jorma Wiitakorpi,<br />

anche lui indagato per corruzione.<br />

A Lubiana intanto qualcuno sta<br />

sudando freddo e nessuno ha ancora<br />

or<strong>di</strong>nato l'avvio <strong>di</strong> un'inchiesta vera e<br />

propria sul caso.<br />

Janša preferisce esibire i successi<br />

della recente presidenza slovena<br />

dell'Ue e a chi lo critica sban<strong>di</strong>era<br />

numeri e statistiche che avallerebbero<br />

il dato <strong>di</strong> una notevole crescita<br />

Attualità<br />

Seggio specifi co, ressa <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati<br />

Sono stati cinque i connazionali che si sono can<strong>di</strong>dati al seggio specifi co<br />

riservato alla minoranza italiana nel Parlamento <strong>di</strong> Stato sloveno. Mai<br />

tanto interesse per fare il deputato italiano a Lubiana, evidentemente le cose<br />

stanno cambiando all'interno della CNI rispetto a qualche tempo fa.<br />

Gli aspiranti deputati sono cinque <strong>di</strong> cui uno si è visto respingere la can<strong>di</strong>datura,<br />

ma si attende l'esito del ricorso. Ve<strong>di</strong>amo i nomi.<br />

Roberto Battelli, deputato "storico" della CNI a Lubiana, ha alle spalle<br />

ben cinque mandati e per anni ha goduto del completo sostegno dell'Unione<br />

Italiana con cui ha operato in sinergia. Al seggio specifi co concorre pure un<br />

giornalista, Miro Dellore, ex caporedattore dei programmi italiani <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o<br />

Capo<strong>di</strong>stria. In lizza inoltre Aurelio Juri, ex sindaco <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, esponente<br />

<strong>di</strong> spicco del Partito socialdemocratico e parlamentare eletto per tre<br />

legislature alla Camera. La sua campagna elettorale è iniziata subito ed è<br />

probabilmente il can<strong>di</strong>dato che in queste settimane si darà maggiormente da<br />

fare per presentare il proprio programma politico.<br />

Un'altra can<strong>di</strong>datura è quella del professor Luciano Monica, docente<br />

universitario, già <strong>di</strong>rettore della Scuola elementare italiana "Dante Alighieri"<br />

<strong>di</strong> Isola. Ha operato parecchi anni anche in veste <strong>di</strong> Consulente pedagogico<br />

delle scuole italiane. La can<strong>di</strong>datura poi <strong>di</strong> Sebastian Pelan, il più giovane<br />

degli aspiranti deputati della CNI, grafi co e designer, non molto conosciuto<br />

dagli elettori della CNI, è in bilico.<br />

I dati <strong>di</strong> cui la redazione <strong>di</strong>spone sono ancora uffi ciosi. Quelli defi nitivi<br />

saranno resi noti la sera del 1.mo settembre. Va ricordato, infi ne, che oltre<br />

alla minoranza italiana, a cui è assicurato un posto in Parlamento, alle elezioni<br />

slovene concorre pure la minoranza ungherese. ●<br />

documento approvato dal Governo sloveno a conclusione del turno <strong>di</strong> presidenza UE<br />

istriano non fu mai territorio etnicamente sloveno!<br />

plessa evoluzione storica dei territori<br />

orientali e l’autoctonia della importante<br />

presenza italiana nelle aree cedute alla<br />

ex Jugoslavia in base al trattato <strong>di</strong> pace<br />

del 10 febbraio 1947, sono ampiamente<br />

sottaciute o rivedute in base a criteri<br />

etnocentrici che non corrispondono alla<br />

reale confi gurazione storica, culturale e<br />

linguistica <strong>di</strong> quei territori". Per questo,<br />

Codarin e Toth hanno inviato una lettera<br />

al Ministro degli Esteri italiano, in<br />

cui si stigmatizza la "reticenza e la <strong>di</strong>storsione<br />

sostanziali ed evidenti del documento<br />

uffi ciale <strong>di</strong> Lubiana" e in cui<br />

si invita il Ministro ad esprimere al Governo<br />

<strong>di</strong> Slovenia la "forte contrarietà<br />

dell’Italia alle manipolazioni operate su<br />

temi così delicati".<br />

economica e <strong>di</strong> un sensibile calo della<br />

<strong>di</strong>soccupazione. Dati, questi, che<br />

però non convincono gli economisti<br />

più critici, preoccupati dall'infl azione<br />

che in Slovenia è attualmente del 6,9<br />

p.c. e <strong>di</strong> una recessione che potrebbe<br />

Quello che viene contestato nella<br />

relazione conclusiva del semestre<br />

<strong>di</strong> presidenza della UE (1° gennaio<br />

- 30 giugno 2008) inviato a tutti i<br />

Governi dell’Unione è il fatto che<br />

il Governo della Repubblica <strong>di</strong> Slovenia<br />

ha inserito un profilo storico<br />

meritevoli <strong>di</strong> puntualizzazione da<br />

parte italiana.<br />

Nel documento si parla <strong>di</strong> un "territorio<br />

etnicamente sloveno" che al termine<br />

della Prima guerra mon<strong>di</strong>ale sarebbe<br />

stato <strong>di</strong>viso tra Italia, Austria e<br />

Regno dei Serbi Croati e Sloveni. "Ora<br />

mal si comprende quale sia l’estensione<br />

<strong>di</strong> questo preteso territorio etnico dal<br />

momento che tale terminologia è priva<br />

<strong>di</strong> ogni base scientifi ca oggettiva e può<br />

bussare forte alla porta da un momento<br />

all'altro.<br />

Il primo duello televisivo tra i favoriti,<br />

Janša e Pahor, si è svolto pacatamente.<br />

Ma la campagna elettorale è<br />

solo agli inizi. ●<br />

lasciare intendere che tutta la Venezia<br />

Giulia <strong>di</strong> allora e quin<strong>di</strong> anche le attuali<br />

province ancora italiane <strong>di</strong> Trieste e<br />

Gorizia facessero parte <strong>di</strong> esso" - rilevano<br />

gli Esuli.<br />

Nel documento sloveno si defi niscono<br />

tra l’altro gli eventi dolorosi<br />

verifi catisi nel 1945 nella regione giulia<br />

defi nitivi quali "riunifi cazione alla<br />

Slovenia <strong>di</strong> parte <strong>di</strong> questo supposto<br />

territorio etnico", tesi che è priva <strong>di</strong><br />

fondamento e a cui la FederEsuli ribatte<br />

ricordando che il litorale istriano<br />

della ex-Zona B non possa essere<br />

defi nito come territorio etnico sloveno,<br />

visto che è stato caratterizzato per<br />

secoli da una ra<strong>di</strong>cata cultura istrianoveneta<br />

<strong>di</strong> lingua italiana. (aise)<br />

Panorama 7


Ferme prese <strong>di</strong> posizione dopo i casi delle scritte anticroate a Parenzo e la cancell<br />

Thompson e graffi ti: in Istria il fasci<br />

La comparsa <strong>di</strong> alcuni graffi -<br />

ti anticroati scritti sui muri a<br />

Parenzo e il <strong>di</strong>vieto dei concerti<br />

del controverso cantante Marko<br />

Perković Thompson in Istria hanno<br />

riportato <strong>di</strong> nuovo la regione al centro<br />

dell’interesse dell’opinione pubblica<br />

croata.<br />

Infatti, sui muri dell’e<strong>di</strong>fi cio della<br />

scuola italiana <strong>di</strong> Parenzo, ma anche<br />

in altri luoghi, sono comparse, insieme<br />

a svastiche, frasi come "Parenzo<br />

fascista", "Istria-Italia", "Parenzo è<br />

solo Italia". Tutto è accaduto contemporaneamente<br />

dopo che le amministrazioni<br />

locali - prima a Umago,<br />

e poi anche a Pola - hanno vietato<br />

il concerto del cantante Marko<br />

Perković Thompson, ritenendo che<br />

il cantante con le sue canzoni, la sua<br />

iconografi a e l’atmosfera che crea durante<br />

i suoi concerti porti i giovani a<br />

inneggiare al nazismo - rileva Drago<br />

Hedl su "Osservatorio sui Balcani".<br />

A prima vista, i due eventi non<br />

hanno alcun legame, ma uno dei più<br />

noti politici istriani, Damir Kajin, deputato<br />

al Sabor e vicepresidente della<br />

Dieta democratica istriana, non la<br />

pensa così. Kajin ritiene che la comparsa<br />

<strong>di</strong> graffi ti <strong>di</strong> contenuto fascista<br />

in Istria, in particolare quelli <strong>di</strong> Parenzo,<br />

rappresenti una sfacciata provocazione,<br />

ma <strong>di</strong>chiara anche che tutto<br />

quanto è accaduto - evidentemente<br />

in modo non occasionale - va <strong>di</strong> pari<br />

passo con altri fatti e misfatti che erano<br />

stati registrati in questa regione:<br />

"Sono del tutto certo che quelle frasi<br />

a Parenzo sono state scritte dagli<br />

stessi personaggi che hanno <strong>di</strong>strutto<br />

e profanato i monumenti partigiani<br />

negli anni novanta. Ma non siamo più<br />

negli anni 90, all'epoca quando queste<br />

persone erano intoccabili. Quando<br />

furono <strong>di</strong>strutti monumenti in tutta la<br />

Croazia alla vigilia delle elezioni del<br />

1993, la polizia localizzò e identifi -<br />

cò alcune persone, ma per or<strong>di</strong>ne dei<br />

vertici dello Stato le inchieste furono<br />

insabbiate e gli organi inquirenti non<br />

procedettero contro i colpevoli".<br />

Questa <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Kajin ha<br />

scatenato una bufera <strong>di</strong> condanne da<br />

parte <strong>di</strong> varie associazioni <strong>di</strong> veterani,<br />

8 Panorama<br />

Attualità<br />

Il controverso cantante croato Marko Perković Thomson<br />

che ritengono Damir Kajin il maggior<br />

responsabile per il <strong>di</strong>vieto del concerto<br />

<strong>di</strong> Thompson a Pola. Considerato<br />

che la maggior parte dei veterani<br />

guarda al cantante come a un vero<br />

patriota croato, il deputato istriano si<br />

è trovato travolto da pesanti attacchi<br />

verbali. Allo stesso tempo, l’amministrazione<br />

della città <strong>di</strong> Pola si è vista<br />

piovere addosso una serie <strong>di</strong> minacce,<br />

tra cui quella che verrà fatta saltare in<br />

aria l'Arena, il vetusto monumento<br />

simbolo della città, dove appunto<br />

il <strong>di</strong>scusso e controverso Thompson<br />

avrebbe dovuto tenere il suo concerto.<br />

Per queste minacce due persone<br />

sono state arrestate.<br />

Kajin ha ammesso <strong>di</strong> aver fatto<br />

tutto il possibile per ostacolare il concerto<br />

<strong>di</strong> Thompson in Istria. Facendo<br />

riferimento alle canzoni <strong>di</strong> Thompson<br />

"Jasenovac e Gra<strong>di</strong>ška stara" e<br />

"Na ljutu ranu, ljuta trava", i cui testi<br />

esaltano coloro che nei lager ustascia<br />

<strong>di</strong> Jasenovac e Stara Gra<strong>di</strong>ška hanno<br />

ucciso serbi, ebrei, rom e croati antifascisti,<br />

Kajin ha ricordato che in<br />

Germania chi osasse cantare dei versi<br />

<strong>di</strong> questo stampo su Auschwitz e Dachau,<br />

fi nirebbe in carcere, e se salutasse<br />

in concerto con "Sieg heil" e il<br />

pubblico gli rispondesse con "Ammazza,<br />

ammazza gli ebrei", quel concerto<br />

verrebbe interrotto dalla polizia.<br />

Alle sue esibizioni, Thompson saluta<br />

il pubblico con il motto <strong>di</strong> stampo<br />

ustascia "Per la patria", al che il<br />

pubblico risponde "Pronti!" Si tratta<br />

<strong>di</strong> espressioni usate al tempo del<br />

cosiddetto Stato in<strong>di</strong>pendente croato<br />

(NDH, 1941-1945), alle quali il pubblico<br />

fa seguire l’urlo "Ammazza,<br />

ammazza i serbi". Nessun concerto,<br />

però, è mai stato interrotto per istigazione<br />

al fascismo.<br />

Nelle sue <strong>di</strong>chiarazioni pubbliche<br />

Kajin rigetta la possibilità che i graffi<br />

ti anticroati in Istria siano stati scritti<br />

dagli italiani che vivono in Istria o da<br />

qualche italiano che è venuto in Istria<br />

per le vacanze. Ritiene piuttosto che<br />

siano provocazioni preme<strong>di</strong>tate, la<br />

cui intenzione è <strong>di</strong> suscitare l’isteria<br />

anti italiana, anche se non manca<br />

<strong>di</strong> ricordare del pericolo che potrebbero<br />

comportare. Come esempio<br />

ha citato il caso <strong>di</strong> Vukovar, la città<br />

martire della Croazia orientale, nella<br />

quale le forze serbe commisero i peggiori<br />

crimini <strong>di</strong> massa. Il giorno prima<br />

dell’anniversario dell’operazione<br />

Tempesta, l'azione militare con cui<br />

fu liberata la regione della cosiddetta<br />

Krajina, che dal 1991 al 1995 era<br />

stata in mano ai ribelli serbi <strong>di</strong> Croazia,<br />

sul monumento eretto in onore<br />

dei croati uccisi qualcuno ha scritto<br />

"Questa è Serbia" e "Serbia". Men-


azione del concerto all'Arena<br />

smo fa paura<br />

tre la polizia conduceva le indagini,<br />

il Partito croato dei <strong>di</strong>ritti (HSP)<br />

ha accusato <strong>di</strong> quel gesto i serbi <strong>di</strong><br />

Vukovar. Ma quando è stato arrestato<br />

il graffi taro, si è scoperto che era<br />

un croato.<br />

"È terribile che si <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>ti, come<br />

è accaduto a Vukovar, un intero popolo,<br />

quello serbo, e poi quando si<br />

scopre chi stava <strong>di</strong>etro quei graffi ti,<br />

con cui è stato deturpato il memoriale,<br />

allora ci si limita a <strong>di</strong>re che è<br />

stato il gesto <strong>di</strong> uno squilibrato. Ma<br />

non bisogna <strong>di</strong>menticare che spesso<br />

sono proprio episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo tipo<br />

che scatenano isterismo e tensioni,<br />

le cui conseguenze sono <strong>di</strong>ffi cilmente<br />

preve<strong>di</strong>bili e controllabili. Senza <strong>di</strong>menticare<br />

che l'Istria, particolarmente<br />

durante la stagione vacanziera, pullula<br />

<strong>di</strong> turisti italiani, che potrebbero<br />

<strong>di</strong>ventare metà <strong>di</strong> qualche esaltato facinoroso",<br />

ha concluso Kajin.<br />

Anche Mirjana Galo, presidente<br />

dell’Associazione per la <strong>di</strong>fesa dei<br />

<strong>di</strong>ritti umani Homo <strong>di</strong> Pola, ritiene<br />

che i graffi ti fascisti in Istria non<br />

siano stati scritti da italiani, ma che<br />

si tratti piuttosto <strong>di</strong> un’azione compiuta<br />

da provocatori. La Galo ritiene<br />

che i citta<strong>di</strong>ni istriani sono suffi cientemente<br />

maturi ed hanno un livello<br />

<strong>di</strong> cultura civica tali, da poter valutare<br />

serenamente il carattere <strong>di</strong> questi<br />

I graffi ti <strong>di</strong> Parenzo<br />

episo<strong>di</strong> e capire che l’obiettivo <strong>di</strong> chi<br />

compie questi atti è quello <strong>di</strong> turbare<br />

l’atmosfera <strong>di</strong> tolleranza che regna<br />

da queste parti: "Si tratta sicuramente<br />

<strong>di</strong> un attacco alla convivenza che<br />

regna in Istria, ma questi fomentatori<br />

non avranno successo, come non gli<br />

è riuscito negli anni Novanta, quelli<br />

dei tempi bui, quando erano stati<br />

fatti saltare in aria alcuni monumenti<br />

partigiani. Sono gesti compiuti perlopiù<br />

da gente che non era originaria<br />

dell’Istria, a prescindere dalla nazionalità,<br />

ma che piuttosto venivano<br />

portati qui da altre regioni. Si tratta<br />

<strong>di</strong> forze oscure, superate dal tempo<br />

e fi glie dell’ignoranza, che per fortuna<br />

stanno perdono terreno perché la<br />

gente ne ha abbastanza <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o e intolleranza,<br />

auspica una vita tranquil-<br />

Attualità<br />

Damir Kajin, leader della DDI e Dorotea Pešić Bukovac<br />

la e un futuro migliore. L’Istria è la<br />

regione più ricca della Croazia, quella<br />

che realizza le maggiori entrate<br />

dal turismo, ma per alcuni non è mai<br />

stata abbastanza ‘croata’, mentre per<br />

altri rappresenta un’oasi <strong>di</strong> tranquilla<br />

convivenza, un luogo multiculturale<br />

e multietnico”.<br />

L’e<strong>di</strong>torialista del quoti<strong>di</strong>ano fi umano<br />

Novi list, Neven Šantić, è dell'opinione<br />

che il <strong>di</strong>vieto del concerto<br />

<strong>di</strong> Marko Perković Thompson a<br />

Pola e le apparizioni dei graffi ti fascisti<br />

in lingua italiana a Parenzo e<br />

in altre località istriane, non hanno<br />

un grande peso peso per l'opinione<br />

pubblica, non possono infl uenzare<br />

il pensiero della popolazione locale<br />

e minacciare il clima <strong>di</strong> convivenza<br />

presente in Istria. "Ci si chiede<br />

se il governo debba immischiarsi<br />

nella sfera privata e nell’organizzazione<br />

dei concerti, e pertanto anche<br />

<strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Thompson. Ma si tratta<br />

anche <strong>di</strong> capire se sia opportuno<br />

che qualcuno insista <strong>di</strong> organizzare<br />

in Istria un concerto durante il quale<br />

potrebbe apparire l’abituale iconografi<br />

a presente nei concerti <strong>di</strong> Thompson.<br />

Non credo che quando questa<br />

vicenda si sarà placata, in Istria ci<br />

saranno gran<strong>di</strong> cambiamenti e penso<br />

invece che i concerti e i graffi ti saranno<br />

<strong>di</strong>menticati molto presto. I citta<strong>di</strong>ni<br />

dell’Istria sono troppo sensibili<br />

a certi valori per permettere che la<br />

cosa subisca un’escalation e che <strong>di</strong><br />

nuovo tornino i tempi bui che sono<br />

ancora molto presenti nella memoria<br />

degli istriani <strong>di</strong> tutte le generazioni",<br />

conclude Šantić. ●<br />

Panorama 9


Clandestini raccolti in mare al largo <strong>di</strong> Lampedusa<br />

10 Panorama<br />

Rubrica Società<br />

Un lungo viaggio in treno per risalire la Penisola da Ostuni a Trieste offre l<br />

L’esagerata ferocia degli italiani<br />

<strong>di</strong> Marino Vocci<br />

Un lungo viaggio in treno, in<br />

una calda notte d’estate <strong>di</strong><br />

fi ne luglio 2008, costeggiando<br />

l’Adriatico da Ostuni a Trieste, si<br />

è rivelato per me e Liliana un’esperienza<br />

interessante, in parte affascinante<br />

e comunque qualcosa <strong>di</strong> veramente<br />

speciale.<br />

Il viaggio è durato tre<strong>di</strong>ci ore…<br />

un’infi nità! Siamo partiti alle ore 20<br />

dall’estremo sud per arrivare alle 9<br />

del mattino seguente a Trieste, abbiamo<br />

attraversato un’Italia all’apparenza<br />

tranquilla e per lo più addormentata.<br />

Durante il tragitto si sono succedute<br />

decine e decine <strong>di</strong> fermate dalla<br />

Puglia alle Marche, all’Emilia Romagna,<br />

al Veneto e dopo la sosta alla<br />

stazione <strong>di</strong> Mestre ci siamo fermati<br />

ad ogni pisada de can nelle stazioni<br />

del Friuli Venezia Giulia fi no a raggiungere<br />

fi nalmente l’agognata Trieste.<br />

In alcuni momenti questo viaggio<br />

mi ha portato in<strong>di</strong>etro nel tempo<br />

quando, quasi trent’anni fa, da solo<br />

ho fatto questo percorso in senso inverso,<br />

quella volta con una breve sosta<br />

a Bologna, in un‘Italia in pieno…<br />

movimento, quello del ’77. Un’Italia<br />

ancora percorsa da alcune utopie. Il<br />

Bel Paese aveva tra i suoi protagonisti<br />

gli “in<strong>di</strong>ani metropolitani”, che<br />

metaforicamente avevano appena<br />

“<strong>di</strong>ssotterrato l’ascia <strong>di</strong> guerra”. E<br />

non solo gli in<strong>di</strong>ani metropolitani vivevano<br />

un grande sogno, ma anche<br />

molti giovani come me che iniziavano<br />

a scoprire il piacere del “privato”<br />

e sognavano <strong>di</strong> “riprendersi la vita”e<br />

<strong>di</strong> portare la fantasia al potere. Su tutti,<br />

però, ricordo uno slogan veramente<br />

accattivante e allegro, “una risata<br />

vi seppellirà”. Quelli, purtroppo, erano<br />

anche gli anni del terrorismo (ricordo<br />

che nel marzo del 1978 fu rapito<br />

e poi brutalmente e tragicamente<br />

assassinato il leader della Democrazia<br />

Cristiana, Aldo Moro) ed anche<br />

del “compromesso storico”, un “patto”<br />

tra il Partito Comunista Italiano<br />

e la Democrazia Cristiana che aveva<br />

come obiettivo quello <strong>di</strong> assicurare il<br />

consenso e la pace sociale. Veramente<br />

un’altra Italia!<br />

In quell’Italia nel movimento del<br />

’77, gli in<strong>di</strong>ani metropolitani erano<br />

“l’ala creativa”, un pezzo <strong>di</strong> mondo<br />

che mirava a realizzare un proprio benessere<br />

anche a costo <strong>di</strong> isolarsi nella<br />

propria “riserva”. Con l’obiettivo<br />

importante <strong>di</strong> allontanarsi dal brutto<br />

e pericoloso clima <strong>di</strong> guerriglia, presente<br />

in molte piazze italiane. Avevano<br />

la mia simpatia perché si opponevano<br />

alla P38 e alla violenza, con la<br />

scelta della nonviolenza e una sorta <strong>di</strong><br />

allegra e scanzonata guerriglia teatrale<br />

urbana.<br />

Albania, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> estremo <strong>di</strong>sagio sociale<br />

Sul treno dei miei ricor<strong>di</strong>, partito<br />

da Trieste alla vigilia <strong>di</strong> Natale <strong>di</strong><br />

trent’anni fa, c’erano quasi esclusivamente<br />

militari <strong>di</strong> leva del Sud che<br />

allora a decine <strong>di</strong> migliaia prestavano<br />

servizio al Nord Est, nelle caserme<br />

del Friuli Venezia Giulia, Regione allora<br />

considerata “pericolosa” terra <strong>di</strong><br />

confi ne. A bordo anche qualche emigrante,<br />

accompagnato dalla sua “valigia<br />

<strong>di</strong> cartone”, che per pochi giorni<br />

lasciava la Svizzera o la Germania per<br />

ritornare a casa a trascorrere le Festività<br />

con i propri cari. In questo luglio<br />

2008, il treno ospitava soprattutto albanesi<br />

e qualche lavoratore stagionale<br />

che saliva lo Stivale per andare a lavorare<br />

sulla riviera romagnola.<br />

Avevo scoperto il piacere del viaggiare<br />

in treno nel Sessantotto. Poi, a<br />

cavallo degli anni Settanta, ho fatto<br />

tantissimi <strong>di</strong> viaggi, viaggi che mi<br />

hanno portato ad attraversare anche<br />

molte volte altre “frontiere”, alla scoperta<br />

<strong>di</strong> persone, mon<strong>di</strong> e culture <strong>di</strong>verse.<br />

Sono un ex sessantottino assolutamente<br />

non pentito, anzi particolarmente<br />

felice e orgoglioso <strong>di</strong> aver<br />

vissuto quell’esperienza. Certamente<br />

mi sento più orgoglioso <strong>di</strong> chi, ancora<br />

nel 2008, se la prende con gli ex sessantottini<br />

e come ministro della Repubblica<br />

Italiana riven<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> essere<br />

stato (e forse <strong>di</strong> essere ancora oggi) un<br />

fascista o se volete un postfascista.


Impronte <strong>di</strong>gitali per i clandestini, misura <strong>di</strong>scutibile<br />

Società<br />

o spunto per tutta una serie <strong>di</strong> rifl essioni sullo stato sociale degli immigrati<br />

e la gratitu<strong>di</strong>ne degli stranieri<br />

Sono particolarmente innamorato<br />

del treno e mi <strong>di</strong>spiace vedere il degrado<br />

che avanza impietoso, purtroppo<br />

ormai da molti anni, in questo importante<br />

settore dei trasporti, specialmente<br />

in Italia. Proprio oggi che, con<br />

i prezzi della benzina sempre più alti<br />

ed impossibili, dovremmo investire<br />

ed incentivare proprio il trasporto ferroviario.<br />

Invece abbiamo treni vecchi<br />

con scompartimenti maltenuti e sporchi,<br />

servizi igienici puzzolenti.<br />

In questo ultimo viaggio erano nostri<br />

compagni un panettiere albanese<br />

partito da Valona il giorno precedente<br />

insieme alla giovane moglie e alla<br />

loro fi glia Zora. Una bambina bellissima<br />

<strong>di</strong> sette mesi che, dopo essersi<br />

felicemente e lentamente nutrita al<br />

seno della madre, si era messa serenamente<br />

a dormire, dopo essere stata<br />

adagiata dolcemente sul nudo se<strong>di</strong>le<br />

dello scompartimento ferroviario. Nel<br />

cuore della notte poco prima della stazione<br />

<strong>di</strong> Rimini, fermata <strong>di</strong> arrivo della<br />

piccola famigliola, la mamma l’ha<br />

presa in braccio ed ha appoggiato la<br />

piccola testolina sul suo braccio, la<br />

bambina nonostante il trambusto ha<br />

continuato beatamente a dormire.<br />

Nelle brevi conversazioni che ho avuto<br />

durante il viaggio il giovane padre<br />

ha espresso tutta la sua riconoscenza<br />

all’Italia, il paese che l’ha accolto, e<br />

si è <strong>di</strong>mostrato preoccupato non per<br />

Protesta dei romeni contro l’intollerenza nei loro confronti<br />

il duro lavoro notturno che l’attendeva<br />

a Rimini, capitale della riviera romagnola<br />

e del “<strong>di</strong>vertimentifi cio” italiano,<br />

ma per il suo paese, l’Albania.<br />

Mi ha turbato la sua critica feroce al<br />

paese, che aveva scelto <strong>di</strong> lasciare soprattutto<br />

per il livello insopportabile<br />

della corruzione e mi ha colpito profondamente<br />

questo suo grande senso<br />

<strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne nei confronti del nostro<br />

Paese, l’Italia, nel quale lui ha scelto<br />

con convinzione <strong>di</strong> far vivere la propria<br />

famiglia. Un’Italia che noi critichiamo,<br />

anche giustamente, ma forse<br />

spesso anche troppo ferocemente.<br />

Quella sua famiglia, rappresentata<br />

dalla giovane moglie e dalla piccolissima<br />

Zora adeguatamente integrata,<br />

è anche una nostra speranza. Ha fatto<br />

benissimo a sottolinearlo recentemente<br />

su “Il Piccolo” <strong>di</strong> Trieste, con<br />

l’articolo “Ritorno al Me<strong>di</strong>oevo” del<br />

31 luglio, anche l’amico Gianfranco<br />

Carbone.<br />

In questi giorni ho letto anche <strong>di</strong><br />

una conta<strong>di</strong>na ucraina incontrata da<br />

Paolo Rumiz nel “viaggio” da lui fatto<br />

e raccontato sul quoti<strong>di</strong>ano “La Repubblica”,<br />

attraverso “L’Altra Europa<br />

da Murmansk a Istanbul”. La donna<br />

che è rimasta e vive nel suo paese e<br />

che giustifi ca le molte donne ucraine<br />

che hanno scelto <strong>di</strong> lasciare quella<br />

terra meravigliosa per fare le badanti<br />

dei nostri vecchi in Italia, questo suc-<br />

cede “perché il nostro paese è governato<br />

dai ban<strong>di</strong>ti e la corruzione <strong>di</strong>laga”,<br />

ha riba<strong>di</strong>to. Una corruzione che<br />

mi fa venire in mente inorri<strong>di</strong>to e<br />

sconsolato anche il mio amico albanese,<br />

quando parla della sua Albania,<br />

dove la corruzione è presente a tutti<br />

i livelli e nel cuore stesso dello Stato:<br />

uno Stato quin<strong>di</strong> che violenta e toglie<br />

alla sua popolazione il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

vivere in un paese civile, uno Stato<br />

che non è in grado <strong>di</strong> garantire i <strong>di</strong>ritti<br />

minimi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza democratica<br />

a tutti. Ma il suo volto assonnato<br />

si illuminava non appena parlava dell’Italia,<br />

un Paese dove non solo aveva<br />

trovato un lavoro “onesto”, certamente<br />

faticoso ma sicuramente <strong>di</strong>gnitoso,<br />

ma soprattutto una società più “pulita”.<br />

Oggi, quando in Italia si decide<br />

schifosamente <strong>di</strong> prendere le impronte<br />

<strong>di</strong>gitali a una parte dei bambini presente<br />

in questo grande Paese, rivedo<br />

Zora e ricordo che la gran parte degli<br />

immigrati, degli abitanti nuovi, sono<br />

come l’amico albanese del treno Lecce-Trieste.<br />

Citta<strong>di</strong>ni che parlano non<br />

solo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti ma anche <strong>di</strong> doveri, e<br />

chiedono al paese, nel quale sono approdati<br />

e che li ha accolti, sì un lavoro<br />

onesto, ma in primo luogo una società<br />

che garantisca una piena integrazione<br />

e il rispetto dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />

per tutti e soprattutto il <strong>di</strong>ritto al futuro<br />

per i loro fi gli.●<br />

Panorama 11


12 Panorama<br />

Personaggi<br />

Incontro con il pittore toscano Renzo Mezzacapo, le cui mostra «Me<strong>di</strong>terran<br />

Nei meandri più nascosti l’artista sc<br />

<strong>di</strong> Giacomo Scotti<br />

I<br />

castelli, <strong>di</strong> solito, sono luoghi <strong>di</strong> favole e leggende,<br />

le case risplendenti o tenebrose <strong>di</strong> principi e principesse,<br />

<strong>di</strong> orchi e stregoni... Talvolta capita, ai giorni<br />

nostri, che <strong>di</strong>ventino la cornice <strong>di</strong> eventi culturali che,<br />

grazie a quella cornice, acquistano maggior fascino agli<br />

occhi dei visitatori e spettatori. Quello <strong>di</strong> Grobnico, nelle<br />

imme<strong>di</strong>ate vicinanze <strong>di</strong> Fiume, ospita spesso mostre<br />

<strong>di</strong> pittori, ed è la sede permanente della Galleria d’Arte<br />

Contemporanea grobnicense. Il Castello, menzionato dal<br />

1288, ha ospitato i principi Frangepani, dominatori del<br />

territorio, ed è stato al centro <strong>di</strong> furibonde battaglie contro<br />

i Turchi dal 1470 in poi. Dopo i Frangepani accolse i<br />

conti Zrinski ed altri signori feudali fi no ai Thurn-Taxis.<br />

Fino all’Ottocento furono scritte in esso storie <strong>di</strong> rivolte<br />

e <strong>di</strong> congiure…<br />

Ma qui non inten<strong>di</strong>amo riscrivere la storia del castello,<br />

ma parlarvi <strong>di</strong> un suo ospite illustre <strong>di</strong> questa estate<br />

2008: il pittore toscano Renzo Mezzacapo, che, dopo<br />

aver incontrato il nostro Bruno Pala<strong>di</strong>n a Reggio Emilia<br />

(pittori e poeti "congiurano" per <strong>di</strong>ffondere cultura), ha<br />

messo piede per la prima volta in Croazia quest’anno,<br />

ospite a un simposio sull’isola-perla <strong>di</strong> Arbe. Dal mare<br />

<strong>di</strong> Arbe alla collina <strong>di</strong> Grobnico il passo è stato breve.<br />

Fino alla fi ne <strong>di</strong> agosto la fortezza che resistette agli assalti<br />

turchi ha spalancato le porte alle opere luminose <strong>di</strong><br />

Mezzacapo, alle sue favole colorate, riunite sotto il titolo<br />

"Me<strong>di</strong>terraneo".<br />

Dandogli il benvenuto come pittore, ma anche come<br />

organizzatore <strong>di</strong> fi ere d’arte e manifestazioni culturali,<br />

come presidente dell’associazione "Accademia dei Rav-<br />

Quale buon vento ha spinto la<br />

sua barca alle sponde del Quarnero?<br />

Voglio <strong>di</strong>re, come mai questa<br />

scelta e proprio nell’anno in cui ha<br />

compiuto i primi venti anni <strong>di</strong> vita<br />

artistica a tempo pieno?<br />

"L’invito a esporre nel magnifi co<br />

e misterioso castello <strong>di</strong> Grobnico mi<br />

“Sassi e ra<strong>di</strong>ci n. 2”, olio su tela, cm 100x200 (2004)<br />

Il pittore toscano Renzo Mezzacapo<br />

vivati" <strong>di</strong> Piombino e della galleria ad essa collegata, abbiamo<br />

voluto porgli alcune domande per sollecitare risposte<br />

che, siamo certi, permetteranno <strong>di</strong> conoscere meglio<br />

la sua arte e i "messaggi" che da essa vengono lanciati<br />

attraverso i cicli succedutisi a cominciare dal 1988,<br />

anno delle sue prime "apparizioni" come pittore. Intanto<br />

lo presentiamo. Nato nel 1945 a Vivo d’Orcia, un piccolo<br />

paese del Monte Amiata, nel territorio <strong>di</strong> Siena, dove<br />

i toponimi sono titoli <strong>di</strong> poesie, quasi sempre bizzarri e<br />

fantasiosi (come lo sono i toscani), ha vissuto dapprima<br />

a Piombino con la famiglia, poi a Milano dove si è <strong>di</strong>plomato<br />

perito industriale, poi <strong>di</strong> nuovo a Piombino dove<br />

sta tuttora. Dopo aver fatto per lunghi anni "l’impiegato<br />

<strong>di</strong> giorno e il pittore <strong>di</strong> notte" ad un certo punto ha scelto<br />

<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi all’arte a tempo pieno.<br />

è arrivato dopo due mostre realizzate<br />

in castelli <strong>di</strong> particolare fascino:<br />

quello <strong>di</strong> Racalmuto in Sicilia e l'antico<br />

Castello <strong>di</strong> Rapallo in Liguria. Il<br />

momento dell'invito è casuale, se <strong>di</strong><br />

casualità si può parlare nel lavoro <strong>di</strong><br />

una artista che semina il proprio lavoro,<br />

ma io credo agli appuntamenti<br />

che la vita ci prepara per i quali niente<br />

avviene per caso. Il fascino misterioso<br />

che aleggia intorno ai castelli<br />

antichi, a parere mio, trova un punto<br />

d'incontro signifi cativo con il mistero<br />

che intendo analizzare nei miei quadri,<br />

quando prendo spunto dal Me<strong>di</strong>terraneo<br />

o dai racconti tratti dalle<br />

'Metamorfosi' <strong>di</strong> Ovi<strong>di</strong>o. Le mie opere,<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, trovano poi<br />

una felice ambientazione negli ampi<br />

e articolati spazi dei castelli che <strong>di</strong>-


Personaggi<br />

eo» ha trovato una felice ambientazione negli spazi del castello <strong>di</strong> Grobnico<br />

opre cose che neanche lui conosce<br />

ventano un signifi cativo valore aggiunto<br />

alla mostra. Sono particolarmente<br />

lieto <strong>di</strong> avere compiuto i 20<br />

anni della mia attività nel castello <strong>di</strong><br />

Grobnico".<br />

Come e dove si è accesa la sua<br />

passione per la pittura e come è<br />

avvenuto il suo <strong>di</strong>vorzio dall’industria?<br />

A Milano ha fatto qualche<br />

particolare esperienza negli ultimi<br />

anni Sessanta?<br />

"La mia passione per la pittura si<br />

lega, oggi, a vecchi ricor<strong>di</strong>. All’età <strong>di</strong><br />

16 anni, siamo nel 1960, visitando casualmente<br />

una sera una famiglia che<br />

abitava nel mio palazzo, scopro un signore<br />

che, sul tavolo <strong>di</strong> cucina con 5<br />

tubetti <strong>di</strong> colore e due pennelli, <strong>di</strong>pinge<br />

un paesaggio ripreso da una cartolina.<br />

È l’inizio della mia avventura<br />

artistica; chiedo ed ottengo i sol<strong>di</strong> per<br />

comprare i 5 tubetti <strong>di</strong> colore ed i due<br />

pennelli, rubo nella notte un cartello<br />

attaccato ad una parete dell’ingresso<br />

del palazzo sul quale era scritto vietato<br />

introdurre biciclette e copio una<br />

cartolina con un laghetto e dei monti<br />

realizzando il mio primo quadro.<br />

Continuerò a <strong>di</strong>pingere senza scuola<br />

né sostegno da parte <strong>di</strong> altri artisti,<br />

praticamente inesistenti in una città<br />

totalmente volta alla siderurgia. Il <strong>di</strong>ploma<br />

<strong>di</strong> perito industriale mi inserì<br />

“Luna Calante”, olio su tavola,<br />

cm 38x27,5 (2007)<br />

“In viaggio verso il Monte Amiata passando da Pienza”,<br />

olio su tela, cm 100x150 (1997)<br />

in una realtà <strong>di</strong> tecnico sbagliato e <strong>di</strong><br />

impiegato atipico. Nel 1969 con l’assunzione<br />

alla Breda Siderurgica <strong>di</strong><br />

Milano ed il trasferimento in questa<br />

città, entrai in contatto con due esperienze<br />

molto signifi cative: la realtà<br />

industriale ed i movimenti del ’68<br />

che vivrò molto intensamente in una<br />

Milano ricca <strong>di</strong> fermenti sociali, politici<br />

e culturali molto stimolanti. In<br />

quell’anno mi iscrivo all’Università,<br />

a scienze politiche, ma non dò esami<br />

né partecipo alla vita universitaria<br />

preferendo frequentare i corsi serali<br />

<strong>di</strong> pittura organizzati dal Comune <strong>di</strong><br />

Sesto San Giovanni che non porteranno<br />

risultati <strong>di</strong>datticamente signifi -<br />

cativi, mentre la scoperta <strong>di</strong> Chiese e<br />

Musei, luoghi vitali per l’esperienza<br />

artistica in una Milano culturalmente<br />

molto attiva, dettero i primi impulsi al<br />

mio <strong>di</strong>vorzio con l’industria. Stanco<br />

<strong>di</strong> fare l’impiegato <strong>di</strong> giorno ed il pittore<br />

<strong>di</strong> notte nel 1988 arrivo alla rottura<br />

totale con l’ambiente nel quale<br />

lavoro e mi <strong>di</strong>metto scegliendo la vita<br />

artistica a tempo pieno, continuando<br />

a <strong>di</strong>pingere senza scuola né sostegno<br />

da parte <strong>di</strong> altri artisti, praticamente<br />

inesistenti in una città, Piombino, totalmente<br />

volta alla siderurgia".<br />

Restiamo ancora a Milano, che<br />

oltre ad essere grande città indu-<br />

striale è anche un grande centro<br />

d'arte. Perché la lasciò per andare<br />

in Toscana, forse per nostalgia<br />

dell’Amiata e del mare che bagna<br />

Piombino?<br />

"La vita artistica nella Milano <strong>di</strong><br />

quegli anni era molto attiva. La riscoperta<br />

della creatività come elemento<br />

importante nella <strong>di</strong>namica sociale in<br />

una <strong>di</strong>mensione per così <strong>di</strong>re rivoluzionaria.<br />

Lo slogan era la fantasia al<br />

potere, faceva intravedere a tanti giovani<br />

entusiasti la possibilità <strong>di</strong> partecipare<br />

ad un processo socio-politicoculturale<br />

più giusto e democratico.<br />

Passato l’entusiasmo restarono i problemi<br />

<strong>di</strong> una città caotica ed a volte<br />

<strong>di</strong>spersiva e così il bisogno <strong>di</strong> tornare<br />

in Toscana, al mare ed alle mie ra<strong>di</strong>ci<br />

si fece pressante. Nel 1971 rientro<br />

a Piombino, con il trasferimento<br />

alla locale industria siderurgica, dove<br />

continuerò con il mio lavoro <strong>di</strong> impiegato<br />

conclusosi, come ho già detto,<br />

alla fi ne degli anni ’80 incrementando<br />

parallelamente e con molto impegno<br />

la mia attività artistica".<br />

Nelle sue note biografi che sta<br />

scritto che pur avendo trascorso<br />

solo pochi mesi sul monte Amiata,<br />

e cioè i primi mesi <strong>di</strong> vita, suppongo,<br />

è rimasto sempre profondamente<br />

legato al paese natale e alla<br />

Panorama 13


Val d’Orcia… C’è qualche legame<br />

fra quei magnifi ci panorami e la<br />

sua pittura?<br />

"Credo <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che pochi<br />

paesaggi italiani, come quello della<br />

Val d’Orcia, riescono a coniugare una<br />

grande bellezza formale con un'emozione<br />

che sa <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> antico;<br />

quasi una <strong>di</strong>mensione metafi sica che<br />

sospende il pensiero dell’osservatore<br />

alla ricerca <strong>di</strong> un ricordo ancestrale<br />

depositato dentro <strong>di</strong> noi. È il grande<br />

mistero che si sente aleggiare intorno<br />

ai possenti cipressi ed alle suadenti<br />

colline ed è il mistero che, in qualche<br />

modo, ho sempre cercato nelle<br />

mie opere in questo rapporto tra reale<br />

e sognato. In una poesia del 1989<br />

scrivevo:<br />

Sento la musica come cadenza<br />

ritmica <strong>di</strong> una goccia che cade<br />

nel silenzio<br />

segnando gli attimi che passano<br />

della mia e dell’altrui memoria<br />

e sono parte<br />

<strong>di</strong> una idea nella quale<br />

la musica <strong>di</strong>venta colore<br />

ed il segno <strong>di</strong>venta ritmo.<br />

Ricordo le colline<br />

della Val d’Orcia dolci, sinuose,<br />

segnate dal colore dell’ocra<br />

in autunno e dalla tenerezza<br />

del verde in Primavera<br />

e sento il movimento delle linee<br />

dei solchi come suono <strong>di</strong> fl auto<br />

che cede il passo alle lusinghe<br />

<strong>di</strong> un violino in un coro <strong>di</strong> lamenti<br />

e sensuali sospiri.<br />

E la memoria fruga<br />

nel mio essere<br />

Sconvolgendo fragili equilibri<br />

Di liriche cascate.<br />

Si aprono abissi<br />

Dove si perdono le note<br />

<strong>di</strong> una toccata e fuga<br />

In un ancestrale odore <strong>di</strong> incenso<br />

tra silenzi antichi<br />

misteriosi suggelli<br />

delle mie debolezze".<br />

Molti suoi quadri ci presentano<br />

il Me<strong>di</strong>terraneo o almeno quella<br />

parte del mare che bacia la sua Toscana<br />

e abbraccia l’isola d’Elba. Il<br />

mare pare calmo nelle sue tele, ma<br />

i suoi li<strong>di</strong> scoppiano <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci pungenti,<br />

la terra sembra aprirsi vomitando<br />

sassi e urlando davanti al<br />

mare… Ci spiega che succede?<br />

"Il mare che io racconto, il mio<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, fa parte <strong>di</strong> uno spazio<br />

mentale dove si trova il mistero delle<br />

14 Panorama<br />

Personaggi<br />

“La gatta bianca n. 1-2-3-4”, olio su tavola, cm 70 x 25 (insieme), 1998<br />

profon<strong>di</strong>tà abissali: le nostre paure, il<br />

mito, la memoria. Questa <strong>di</strong>mensione<br />

è parte signifi cativa della nostra quoti<strong>di</strong>ana<br />

presenza. Il mio lavoro trova<br />

da sempre un fondamentale elemento<br />

<strong>di</strong> continuità in una ricerca personalissima<br />

tesa a scoprire quello che defi<br />

nisco il mistero delle cose, tema dominante<br />

della mia pittura realizzata<br />

con un linguaggio simbolico-fantastico<br />

ed una tecnica particolarmente accurata<br />

che ha ra<strong>di</strong>ci nella storia della<br />

pittura Toscana".<br />

C’è quasi sempre un rapporto<br />

<strong>di</strong>retto fra la natura e l’uomo (la<br />

donna) nei suoi <strong>di</strong>pinti. Ed urlano<br />

l’una e gli altri. Vedo scene oniriche<br />

ed erotiche insieme. E sempre<br />

qualche minaccia è sospesa davanti<br />

e alle spalle dell’uomo. Può illuminarci<br />

in proposito?<br />

"È appunto il mistero che aleggia<br />

intorno alla nostra quoti<strong>di</strong>ana presenza<br />

che trova, se vogliamo, qualche<br />

piccola giustifi cazione nel rapporto<br />

con la storia e la nostra ancestra-<br />

“Io due”, olio su tela, cm 120x120 (2007)<br />

“L’albero rosso”, olio su tela,<br />

cm 24x16 (2005)<br />

le paura. In altre parole l’urlo <strong>di</strong> Euri<strong>di</strong>ce<br />

costretta a ritornare agli inferi<br />

è l’urlo del nostro smarrimento ed il<br />

bisogno <strong>di</strong> rifugiarsi nel sogno e nel<br />

messaggio erotico è parte del sogno<br />

o della realtà? Il Minotauro è accanto<br />

a noi nel labirinto delle nostre strade<br />

e l’urlo del <strong>di</strong>verso, né uomo, né<br />

bestia, né Dio, <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>sperazione<br />

delle cose. Tentare <strong>di</strong> attualizzare<br />

Ovi<strong>di</strong>o in un racconto personale può<br />

voler <strong>di</strong>re parlare con scene oniriche<br />

ed erotiche per raccontare ancora della<br />

nostra quoti<strong>di</strong>anità".<br />

Mare toscano, mare istro-quarnerino,<br />

Tirreno e Adriatico. Ci<br />

vede delle <strong>di</strong>fferenze?<br />

"No, non trovo <strong>di</strong>fferenze perché il<br />

mare è da me inteso come luogo della<br />

memoria e la comune storia greco-ro-


mana fa <strong>di</strong> tutto questo il Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Sotto l’aspetto naturistico, trovo<br />

il mare istro-quarnerino come uno<br />

tra i più belli che abbia mai visto. La<br />

suggestione che proviamo nel percorrere<br />

la strada costiera che da Fiume<br />

porta all’isola <strong>di</strong> Arbe è unica nella<br />

continua scoperta <strong>di</strong> calette, <strong>di</strong> isole e<br />

<strong>di</strong> un mare limpido che mi ricorda la<br />

migliore Sardegna".<br />

In un catalogo delle sue opere,<br />

"Le metamorfosi e… altre storie",<br />

<strong>di</strong> pochi anni ad<strong>di</strong>etro, il critico Janus<br />

ha analizzato a fondo la sua<br />

pittura, ha tracciato il suo "ritratto"<br />

<strong>di</strong> artista. Lei è d’accordo con i<br />

critici d’arte? Se dovesse autodefi -<br />

nirsi, non dare un giu<strong>di</strong>zio ma fare<br />

una confessione, che cosa potrebbe<br />

<strong>di</strong>re su quanto lo agita, lo muove, lo<br />

spinge a manifestarsi?<br />

"Ci sono due tipi <strong>di</strong> critici d’arte,<br />

uno che scrive per se stesso autoincensandosi<br />

nel desiderio, nascosto?,<br />

<strong>di</strong> sostituirsi all’artista, l’altro è lo<br />

storico dell’arte che cerca un rapporto<br />

tra quello che vede e la propria<br />

cultura e sensibilità. Il secondo scrive<br />

per far capire al lettore il fenomeno<br />

che ha davanti; non sempre ci riesce<br />

ma almeno ci prova. Il prof. Janus<br />

fa parte della seconda categoria.<br />

Poi credo <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che se il tentativo<br />

<strong>di</strong> indagare nell’animaccia dell’uomo<br />

è oltremodo <strong>di</strong>ffi cile, forse lo<br />

è ancora <strong>di</strong> più in quella <strong>di</strong> un’artista<br />

che ha meccanismi <strong>di</strong> percezione e <strong>di</strong><br />

reazione all’emozione estremamente<br />

complessi e articolati. Spesso l’ope-<br />

ra d’arte è una profonda elaborazione<br />

<strong>di</strong> dati e simboli permeati da riferimenti<br />

autobiografi ci perché, in qualche<br />

modo, l’artista racconta sempre<br />

se stesso e, quando fa del suo lavoro<br />

una onesta ricerca, infi la la mano<br />

nei meandri più nascosti della propria<br />

“La se<strong>di</strong>a rossa, olio su tavola”, cm 27,5x38 (2007)<br />

Personaggi<br />

“Il Maestro ed il temporale (Me<strong>di</strong>tazione sulla pastorale <strong>di</strong> Beethoven)”,<br />

olio su tavola con oro zecchino, cm 185 x 175 (1995)<br />

personalità alla scoperta <strong>di</strong> cose che<br />

neanche lui conosce. Si aprono fi nestre<br />

mentali dalle quali si intravede il<br />

frutto esclusivo <strong>di</strong> un inconscio liberato<br />

spesso dai vincoli della coscienza.<br />

Questo è il motivo per cui potrebbero<br />

occorre anche i critici d’arte".<br />

Un’ultima domanda: quali sono<br />

le impressioni riportate dai suoi<br />

contatti con l’Adriatico orientale e<br />

le sue genti? Che cosa ha visto? Ci<br />

sono ancora italiani su quelle sponde<br />

e contano nelle loro fi le anche<br />

pittori e poeti vali<strong>di</strong>, qualcuno è<br />

suo amico. Che <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> loro ai connazionali<br />

dello Stivale?<br />

"Ho già detto, al mio ritorno dalla<br />

Croazia, che ho trovato gente squisita,<br />

artisti molto bravi ed una terra oltremodo<br />

accogliente con un grande senso<br />

<strong>di</strong> ospitalità sincero e spontaneo che<br />

mi ricorda l’Italia <strong>di</strong> un po’ <strong>di</strong> anni fa<br />

e che oggi abbiamo perso. L’augurio è<br />

che la Croazia, che ha nel suo futuro la<br />

prospettiva <strong>di</strong> un grande sviluppo turistico,<br />

riesca ancora a coniugare sviluppo<br />

e socialità valorizzando sempre<br />

l’arte e gli artisti, testimoni silenziosi<br />

del nostro quoti<strong>di</strong>ano".●<br />

Panorama 15


All'VIII e<strong>di</strong>zione del Festival del Cinema Italiano <strong>di</strong> Rovigno, tra tante cose egreg<br />

Saba, ingiusta svalutazione, Pasolini,<br />

<strong>di</strong> Gianfranco Sodomaco<br />

Onore al merito agli organizzatori<br />

del Festival del Cinema Italiano<br />

<strong>di</strong> Rovigno per aver inserito<br />

nel programma <strong>di</strong> quest’anno, tra<br />

tante egregie cose ("Caos calmo", "La<br />

ragazza del lago", ecc.), due "omaggi’"<br />

a due gran<strong>di</strong> poeti: Umberto Saba e<br />

Pier Paolo Pasolini. Al primo con il fi lm<br />

"Ernesto", <strong>di</strong> Salvatore Samperi (1979),<br />

tratto dal suo romanzo omonimo, unico<br />

ed incompiuto; al secondo con il documentario<br />

"Pasolini prossimo nostro", <strong>di</strong><br />

Giuseppe Bertolucci (2006). Vogliamo<br />

partecipare anche noi a questo "riconoscimento"<br />

parlando dei due fi lm (rivisti<br />

recentemente anche a Trieste), in modo<br />

un po’ estemporaneo rispetto a questa<br />

strana estate dove non splende molto<br />

il sole e soffi ano fortemente, invece,<br />

i "venti" della recessione economica<br />

e della guerra: il tutto con<strong>di</strong>to dallo<br />

svolgersi delle Olimpia<strong>di</strong> cinesi, esempio<br />

gran<strong>di</strong>oso delle contrad<strong>di</strong>zioni storico-politiche<br />

che stiamo vivendo. Con<br />

una curiosità, per niente gratuita, iniziale:<br />

ma come avranno recepito, i turisti<br />

"rovignesi" (mi <strong>di</strong>cono che è <strong>di</strong>ventata<br />

una specie <strong>di</strong> Ibiza dell’alto Adriatico,<br />

tutto molto sovraesposto e dunque costoso)<br />

le due opere, in particolare quella<br />

su Pasolini?<br />

Ma partiamo, de<strong>di</strong>candovi non troppo<br />

spazio, da Saba. Ernesto, come è<br />

noto, tratta sostanzialmente della iniziazione<br />

sessuale del poeta, nella Trieste<br />

<strong>di</strong> fi ne '800, in chiave bisessuale. Tema<br />

che potrebbe sembrare "scabroso" ma<br />

che invece Saba, con grazia e naturalezza,<br />

con l’uso <strong>di</strong> un <strong>di</strong>aletto dolce e<br />

leggero, quasi musicale, sdrammatizza<br />

fi no a farne un’opera <strong>di</strong> "purezza assoluta"<br />

(Elsa Morante). Che fa Samperi?<br />

Dopo aver girato già una buona dose<br />

<strong>di</strong> comme<strong>di</strong>ole più o meno pruriginose<br />

("Malizia", '73 - "Peccato veniale",<br />

'74 - "Nenè", '77, ecc.), semplicemente<br />

tra<strong>di</strong>sce lo "spirito originale" del libro<br />

e ne fa, appunto, certo con maggior<br />

"decoro" e con una buona ricostruzione<br />

ambientale, una semplice storia d’amore<br />

con<strong>di</strong>ta qua e là con salsa piccante,<br />

oscillando paurosamente tra l’erotico<br />

e il pornografi co compiaciuto. Pove-<br />

16 Panorama<br />

Cinema e <strong>di</strong>ntorni<br />

ro Saba. Andrà il turista "rovignese",<br />

o il giovane cinefi lo in<strong>di</strong>geno, ecc., a<br />

leggersi il romanzo? È lecito "tra<strong>di</strong>re"<br />

un testo letterario, darne un’altra interpretazione?<br />

Cosa <strong>di</strong>versa è svalutarlo,<br />

ridurlo a banale, mero prodotto commerciale.<br />

E purtroppo il nostro Samperi,<br />

a partire dal suo famoso, interessante<br />

esor<strong>di</strong>o, "Grazie zia", questo ha<br />

fatto successivamente, fi no al punto,<br />

nel '91, <strong>di</strong> tentar <strong>di</strong> replicare il successo<br />

<strong>di</strong> "Malizia" (più <strong>di</strong> una generazione a<br />

ricordare le gambe e non solo <strong>di</strong> Laura<br />

Antonelli in pie<strong>di</strong> su una scala) con una<br />

"Malizia 2000". Povero Samperi. Meglio<br />

passare ad altro.<br />

Giuseppe Bertolucci, regista <strong>di</strong> pregio,<br />

defi lato rispetto ai "salotti buoni"<br />

del cinema italiano ("Berlinguer ti voglio<br />

bene", 1977 - "Segreti segreti",<br />

1984 - "Strana la vita", 1988 - "Il dolce<br />

rumore della vita", 1999 - "L’amore<br />

probabilmente", 2001, ecc.), poco da<br />

invi<strong>di</strong>are al più famoso fratello Bernardo,<br />

ha avuto il solito lampo <strong>di</strong> genio:<br />

aveva a <strong>di</strong>sposizione migliaia <strong>di</strong> foto<br />

<strong>di</strong> scena <strong>di</strong> Deborah Beer e migliaia<br />

<strong>di</strong> metri <strong>di</strong> negativo cinematografi co<br />

dell’ultimo fi lm <strong>di</strong> Pasolini, "Salò o le<br />

120 giornate <strong>di</strong> Sodoma" (1975), e più<br />

<strong>di</strong> 50 ore <strong>di</strong> au<strong>di</strong>o <strong>di</strong> interviste rilasciate<br />

da Pasolini, in particolare al giornalista<br />

tedesco Gideon Bachmann, durante le<br />

riprese dello stesso fi lm, qualche mese<br />

prima del suo "assassinio" (2 novembre<br />

Giuseppe Bertolucci, regista del documentario “Pasolini prossimo nostro”<br />

1975). Bene, ha mescolato e selezionato<br />

il tutto e ne ha fatto un documentario<br />

bellissimo (giu<strong>di</strong>zio unanime della<br />

critica) su ciò che Pasolini ha fatto, e<br />

soprattutto detto, poco prima <strong>di</strong> morire<br />

(una sorta <strong>di</strong> testamento "involontario"),<br />

a partire dal bellissimo titolo:<br />

Pasolini prossimo nostro, appartiene<br />

a tutti perché tutti aveva a cuore, amava,<br />

anche quella borghesia detestata per<br />

una vita. Partiamo <strong>di</strong>cendo, per cenni,<br />

che cos’è e perché Pasolini ha deciso<br />

<strong>di</strong> girare un fi lm "maledetto", inviso,<br />

amato-o<strong>di</strong>ato, vituperato ecc., come<br />

"Salò..." (liberamente tratto da "Le 120<br />

giornate <strong>di</strong> Sodoma" del famoso marchese<br />

de Sade).<br />

Pasolini immagina che un gruppo <strong>di</strong><br />

"gran<strong>di</strong> borghesi" (un avvocato, un aristocratico,<br />

ecc.), aiutati dalla milizia repubblichina<br />

(la Repubblica <strong>di</strong> Salò, per<br />

i più giovani, è ciò che rimane del fascismo<br />

italiano dopo l’armistizio dell’8<br />

settembre 1943, la caduta <strong>di</strong> Mussolini<br />

e la fuga/ab<strong>di</strong>cazione del re Vittorio<br />

Emanuele III), compia una retata <strong>di</strong><br />

giovani del popolo "padano", li porti in


ie, presentati anche gli «omaggi» a due gran<strong>di</strong> poeti<br />

testamento involontario<br />

una grande casa padronale e poi compia<br />

su <strong>di</strong> loro le più incre<strong>di</strong>bili sevizie<br />

sa<strong>di</strong>che. Che signifi ca? Rispon<strong>di</strong>amo<br />

subito con una delle frasi fondamentali<br />

<strong>di</strong> Pasolini riportate nel fi lm "Il potere<br />

mercifi ca i corpi", fi no alle estreme<br />

conseguenze. Approfondendo: ieri, il<br />

potere storico fascista/nazista conteneva<br />

in sé una forza aggressiva, sa<strong>di</strong>ca (e<br />

il masochismo, il farsi male, la tendenza<br />

suicida, il rischiare fi no alla morte,<br />

ecc. - si pensi ai "o Roma o morte", ai<br />

"boia chi molla", ai simboli <strong>di</strong> morte,<br />

teschi, croci uncinate, ecc., del nazifascismo<br />

- s’accompagna sempre al sa<strong>di</strong>smo),<br />

che lo portava al razzismo, alla<br />

tortura, alle camere a gas, ecc.; oggi,<br />

il potere assoluto del consumismo, il<br />

"nuovo fascismo", non solo mercifi ca<br />

i corpi (ad esempio la apparente liberazione<br />

sessuale, in realtà imposta dal<br />

mercato, dalla pubblicità, dai mass me<strong>di</strong>a,<br />

ecc.) ma ottunde anche le coscienze<br />

sicché la società occidentale, quella<br />

che ha "partorito" il fascismo, <strong>di</strong>venta<br />

sempre più una società alienante e alienata,<br />

in<strong>di</strong>vidualistica, dove non v’è più<br />

spazio per <strong>di</strong>battiti ideologici, per reali<br />

libertà culturali e artistiche e tutto è sottoposto<br />

(imposto, <strong>di</strong>ce Pasolini, da un<br />

Potere anarchico, che fa cioè ciò che<br />

vuole) alle "anarchiche" leggi del Potere<br />

globale e globalizzante <strong>di</strong><br />

pochi, dei trust, dei cartelli,<br />

delle gran<strong>di</strong> multinazionali<br />

che sovrastano anche quello<br />

degli stati nazionali (si pensi<br />

all’impotenza delle gran<strong>di</strong><br />

organizzazioni internazionali<br />

<strong>di</strong> fronte al problema<br />

del prezzo del petrolio da<br />

cui molte cose <strong>di</strong>pendono,<br />

<strong>di</strong> fronte al prezzo dei me<strong>di</strong>cinali<br />

antiAids per salvare<br />

22 milioni <strong>di</strong> africani, ecc.).<br />

E non a caso, anche in questi<br />

giorni, i giornali parlano<br />

(bisognerebbe <strong>di</strong>re: riescono<br />

ancora a parlare), riferendosi in particolare<br />

all’Italia, <strong>di</strong> pensiero unico, <strong>di</strong><br />

fi ne <strong>di</strong> un'opinione pubblica che ragioni<br />

in termini <strong>di</strong> bene comune, ecc.<br />

Insomma, Pasolini con "Salò" chiude<br />

quella critica della società dei consumi<br />

(che aveva iniziato, a partire dal ’68<br />

e <strong>di</strong>ntorni, scrivendo centinaia <strong>di</strong> articoli,<br />

prima per la rivista "Tempo", 1968/<br />

70, raccolti nel libro "Il caos", E<strong>di</strong>tori<br />

Riuniti, e poi per "Il Corriere della<br />

Sera", 1970/75, raccolti nei libri "Scritti<br />

corsari", Garzanti, e "Lettere luterane",<br />

Einau<strong>di</strong>), del "nuovo fascismo" (poco o<br />

niente a che fare con il neofascismo <strong>di</strong><br />

certi nostalgici, spesso purtroppo giovani,<br />

dell’antico regime), riandando<br />

ad analizzare le strutture profonde della<br />

fonte, del fascismo storico, delle sue<br />

origini e dei suoi sviluppi.<br />

Non abbiamo né tempo né spazio, e<br />

non è comunque compito nostro analizzare<br />

questo tema, complesso per mille<br />

implicazioni storiche e culturali; ci piace<br />

invece, nei limiti, ricordare alcuni<br />

passaggi del fi lm, alcune frasi <strong>di</strong> Pasolini<br />

che esemplifi cano la critica della<br />

società dei consumi e che, buttate lì,<br />

possono essere motivo <strong>di</strong> rifl essione<br />

critica, ra<strong>di</strong>cale, aperta (così come desiderava<br />

il Nostro Prossimo): "C’è un<br />

nesso tra la denuncia <strong>di</strong> Sade e quella<br />

<strong>di</strong> Marx" / "I giovani non capiranno il<br />

mio fi lm, è incommensurabile per loro,<br />

non li abbiamo amati e ne abbiamo fatto<br />

degli imbecilli" / "Cosa hanno fatto<br />

per loro le famiglie dei quaranta-cinquantenni?"<br />

/ "La coppia, come fatto<br />

consumistico, è un incubo” / “La ap-<br />

Samperi (a destra) con Pino Caruso sul set <strong>di</strong> Malizia (73)<br />

parente tolleranza della società dei<br />

consumi genera solo nevrosi" / "La<br />

cosiddetta razionalità occidentale verrà<br />

mo<strong>di</strong>fi cata dalla 'irrazionalità' del<br />

Terzo Mondo, ancora represso" / "Con<br />

lo sviluppo tecnologico non abbiamo<br />

cambiato il mondo, ne abbiamo segna-<br />

Cinema e <strong>di</strong>ntorni<br />

to la fi ne" / "Non ci sono più i 'romani',<br />

i 'napoletani', i 'friulani', ecc., ci sono<br />

solo i piccolo-borghesi consumatori" /<br />

"Il consumatore crede <strong>di</strong> avere dei <strong>di</strong>ritti,<br />

invece è solo rincretinito, conformista<br />

davanti ad eventuali obblighi della<br />

società" / "Sono scomparse le varie<br />

forme <strong>di</strong> iniziazione alla vita perché anche<br />

il bambino è <strong>di</strong>ventato un<br />

consumatore" / "Tutte le culture<br />

hanno bisogni dei rituali<br />

ma la società consumistica<br />

ritualizza solo il Nulla" / "La<br />

speranza non esiste più, è solo<br />

una cosa buona per gli iscritti<br />

ad un partito" / "Una volta<br />

facevo fi lm con materiali tratti<br />

dalla realtà, ora utilizzo le immagini<br />

che vengono dai sogni<br />

e dalla memoria, quin<strong>di</strong> in un<br />

certo senso già girati, montati"<br />

/ "Nelle masse ci sono ancora<br />

i singoli ma sono assai<br />

pochi quelli che pensano" /<br />

"Tra il suici<strong>di</strong>o e l’espressione scelgo<br />

l’espressione, c’è sempre un margine<br />

<strong>di</strong> libertà" / "Il mondo è innanzitutto<br />

sacrale, l’artista ne è la contestazione<br />

vivente".<br />

Ce n’è a suffi cienza. Ciao Pasolini,<br />

che la terra ti sia ospitale.●<br />

Panorama 17


come scrisse Octavio<br />

Paz, è un sogno europeo.<br />

L’America,<br />

Rappresenta per il vecchio<br />

continente l’utopia, il para<strong>di</strong>so perduto,<br />

la scommessa <strong>di</strong> ricominciare da<br />

capo nell'illusione <strong>di</strong> azzerare il passato,<br />

una sempre nuova frontiera verso<br />

il futuro. Il popolo ebraico in particolare,<br />

che fece dei sogni un libro e<br />

che per essi sopravvisse, accolse questa<br />

"invenzione" europea nel suo immaginario.<br />

A cavallo dei secoli XIX e<br />

XX due milioni <strong>di</strong> ebrei, cacciati dall’est<br />

Europa, sbarcarono negli Stati<br />

Uniti, in quella terra che, nei loro racconti,<br />

chiamavano "Di goldene me<strong>di</strong>ne"<br />

("La patria d’oro"). Questo viaggio,<br />

fatto a pie<strong>di</strong> fi no ai porti e in pie<strong>di</strong><br />

sui ponti <strong>di</strong> terza classe, e il loro inserimento<br />

nel futuro della società americana,<br />

è stato raccontato, con la maschera<br />

del witz, della comicità amara<br />

e beffarda, da Moni Ova<strong>di</strong>a nello<br />

spettacolo Es iz Amerike! Cosa ci vuoi<br />

fare, è l’America!, ora anche in DVD.<br />

È in realtà un viaggio nello show business<br />

statunitense, fra Broadway e Hollywood<br />

inventate da quella generazione<br />

<strong>di</strong> ebrei, e da cui partirono alla conquista<br />

non solo degli States. Il popolo<br />

degli "ostjuden", degli ebrei orientali,<br />

che ha sempre raccontato storie e che<br />

ha fatto della musica, del ballo, del<br />

canto, del motto <strong>di</strong> spirito e del teatro<br />

momenti <strong>di</strong> vita sociale e mistica,<br />

intuì le proprie potenzialità, il riscatto<br />

e il "business" in quelle "fabbriche<br />

dei sogni". Ad evocare quei sogni, sul<br />

palcoscenico, sono celebri songs, nate<br />

da una sorta <strong>di</strong> "fusion”" fra yid<strong>di</strong>shklezmer,<br />

jazz e musica colta, <strong>di</strong> autori<br />

ebrei come Ghershwin, Berlin, Bernstain,<br />

Glass. Motivi "evergreen" <strong>di</strong><br />

cui mai sospetteremmo l’origine semitica,<br />

come "White Christmas", che<br />

solo l’ebraicità zelighiana <strong>di</strong> un Irving<br />

Berlin poteva concepire. Ad interpretarli<br />

sono gli otto elementi della "Moni<br />

Ova<strong>di</strong>a Stage Orchestra", le voci dello<br />

stesso Ova<strong>di</strong>a e della grande Lee Colbert,<br />

ebrea russo-polacca, nata a New<br />

York, cresciuta a Buenos Aires e laureata<br />

in composizione a Boston (una<br />

18 Panorama<br />

Teatro<br />

Cividale del Friuli: dalla comicità amara e beffarda alle profonde rifl essioni sulla cul<br />

Il nazionalismo ottunde sempre l’in<br />

<strong>di</strong> Guido Zauli<br />

Moni Ova<strong>di</strong>a<br />

in “Oylem Goylem ”<br />

<strong>di</strong>aspora vivente). Lo spettacolo si<br />

chiude sulle ombre che continuano ad<br />

oscurare il sogno americano, contro le<br />

quali si elevò quel profetismo progressista<br />

della beat generation, e che trovò<br />

nella cultura ebreo-americana i suoi<br />

più signifi cativi rappresentanti: Allen<br />

Ginsberg e Bob Dylan. La voce recitante<br />

<strong>di</strong> Moni Ova<strong>di</strong>a, su un ritmico<br />

fruscio dalla batteria <strong>di</strong> Emilio Vallorani,<br />

declama sommessamente i versi<br />

<strong>di</strong> Dylan "A hard rain’s gonna fall"<br />

(una dura pioggia cadrà), quella del<br />

fallout atomico.<br />

Un personaggio <strong>di</strong> Singer,<br />

in "Ombre sull’Hudson", usa<br />

un’espressione simile al titolo del<br />

suo spettacolo: "Così è l’America.<br />

Ma che cosa si può fare?" È una citazione<br />

o una casualità?<br />

"È casuale. Io l’ho preso dal titolo<br />

<strong>di</strong> una canzone yid<strong>di</strong>sh nata negli<br />

Stati Uniti, che fa parte <strong>di</strong> un repertorio<br />

<strong>di</strong> testi che usano un linguaggio<br />

misto, yid<strong>di</strong>sh-inglese; è una canzone<br />

satirica sulla bizzarria dell’America<br />

e il titolo, in yid<strong>di</strong>sh, è 'Wath ken<br />

you makh es iz Amerike' (Che cosa ci<br />

vuoi fare è l’America)".<br />

La grande <strong>di</strong>aspora ebraica negli<br />

Usa avviene nell’arco <strong>di</strong> tre generazioni,<br />

che in un tempo relativamente<br />

breve si integrano nella<br />

società americana, assimilando ed<br />

elaborandone la cultura. Nel caso<br />

dell’ultimo fl usso migratorio, quello<br />

che avviene durante e dopo la<br />

Shoah, si è verifi cata ancora tale<br />

simbiosi socio-culturale? In che<br />

misura e in quali campi?


tura ebraica con Moni Ova<strong>di</strong>a<br />

tellighenzia<br />

"Quella è un’emigrazione, dal<br />

centro Europa, <strong>di</strong> 'intellighenzia'.<br />

Vennero via tutti i gran<strong>di</strong> scienziati<br />

cacciati dai nazisti che parteciparono<br />

anche al progetto Manhattan.<br />

Infatti in gran parte erano ebrei gli<br />

scienziati <strong>di</strong> quel programma, a partire<br />

da Einstein, Oppenheimer, Teller<br />

e altri. Venne un’emigrazione molto<br />

qualifi cata già a monte, che ha dato<br />

agli Stati Uniti non solo uomini <strong>di</strong><br />

cultura e letterati ma anche politici,<br />

economisti, scienziati. Kissinger arrivò<br />

con quell’emigrazione. Arrivarono<br />

anche molti artisti: Friz Lang,<br />

Lubitsch, tutti i gran<strong>di</strong> dell’espressionismo<br />

tedesco; arrivò Schoenberg.<br />

La prima emigrazione è esplosa negli<br />

Stati Uniti venendo da una tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> rabbini, 'scaccini', ciabattini,<br />

sarti; quelli che hanno fatto il cinema<br />

e la musica, invece, erano della terza<br />

e <strong>di</strong> cui ricor<strong>di</strong>amo alcuni personaggi,<br />

che erano già molto famosi a casa<br />

loro, come Billy Wilder, William<br />

Wyler; arrivò Eisler, Kurt Weill. Erano<br />

i 'colti' che s’innestarono ed hanno<br />

avuto una feconda e fortunata stagione<br />

negli Stati Uniti".<br />

Guido Fink nel suo libro "Non<br />

solo Woody Allen", sulla tra<strong>di</strong>zione<br />

ebraica nel cinema americano, si<br />

chiede: "Che cosa signifi ca cinema<br />

ebraico-americano? È quello <strong>di</strong> autori<br />

ebrei, <strong>di</strong> tematiche ebraiche, <strong>di</strong><br />

personaggi o <strong>di</strong> spettatori ebrei?"<br />

Come risponderebbe?<br />

"È un po’ tutto questo, nel senso<br />

che sicuramente l’humus ebraico ha<br />

impollinato non solo il mondo della<br />

creazione ma anche il mondo della<br />

percezione del cinema. È venuta<br />

da me l’altro giorno una ragazza<br />

che sta facendo una tesi <strong>di</strong> laurea su<br />

l’infl uenza ebraica nelle soap opera<br />

e nelle situation comedy. È talmente<br />

vasta tale infl uenza nella cultura<br />

popolare americana che è <strong>di</strong>ffi cile<br />

tracciare dei confi ni, separare rigidamente<br />

la cultura e il cinema ebraicoamericano.<br />

Gli ebrei hanno interpretato<br />

l’America in modo più ra<strong>di</strong>cale<br />

degli americani; hanno mantenuto lo<br />

status <strong>di</strong> ebrei e hanno messo un occhio<br />

ebraico nello specifi co del cine-<br />

«C<br />

ostruire il tempo» è stato il<br />

fi lo conduttore <strong>di</strong> MittelFest<br />

'08 <strong>di</strong> Cividale del Friuli. Un viaggio<br />

nel futuro: non un fantascientifi<br />

co passaggio ad epoche futuribili,<br />

ma un progetto ove suggerire strumenti<br />

d’avvistamento ad una società<br />

che sta navigando a vista, o meglio,<br />

"alla cieca", come <strong>di</strong>rebbe Clau<strong>di</strong>o<br />

Magris. E proprio lo scrittore triestino<br />

è stato chiamato per l’ultimo<br />

<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> nove "cantieri <strong>di</strong>alettici"<br />

su altrettante <strong>di</strong>rettrici o rotte,<br />

per rimanere in metafora nautica,<br />

su cui procedere per costruire ora il<br />

nostro destino. "Time is not money"<br />

è lo slogan anticapitalistico su cui<br />

ha rifl ettuto Magris, e che riassume<br />

il rifi uto del tempo come merce o<br />

come un susseguirsi <strong>di</strong> istanti dove<br />

produzione e consumo s’inseguono,<br />

si sovrappongono e coincidono<br />

all’infi nito.<br />

Il "MittelFest" non è solo parola<br />

ma soprattutto gesto, canto, sonorità,<br />

immagine, arte scenica. Il progetto<br />

<strong>di</strong> quest’anno è terminato con lo<br />

spettacolo "Oylem Goylem - Il mondo<br />

è scemo" <strong>di</strong> Moni Ova<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>rettore<br />

artistico del festival. Con questo<br />

lavoro dal 1993 l’artista milanese<br />

continua, con straor<strong>di</strong>nario successo,<br />

a far rivivere sul palcoscenico il<br />

mondo ebraico dell’Europa centroorientale.<br />

Quel mondo è scomparso<br />

ad Auschwitz, ma "Oylem Goylem"<br />

non vuole essere un revival nostalgico<br />

in cui perpetuare il lutto. Molti,<br />

in particolare i non ebrei, l’hanno accolto<br />

con entusiasmo perché si sono<br />

riconosciuti nei personaggi, nelle<br />

paure, nei pregiu<strong>di</strong>zi, nella con<strong>di</strong>zione<br />

esistenziale <strong>di</strong> quel popolo,<br />

peculiare e para<strong>di</strong>gmatica. Il tempo<br />

è la <strong>di</strong>mensione in cui viaggia lo<br />

spettacolo, poiché è solo in essa che<br />

un popolo (e l’uomo) in perenne esilio<br />

può abitare. Come annotò l’ebreo<br />

Kafka nel terzo quaderno in ottavo,<br />

"la storia degli uomini è un attimo<br />

fra due passi <strong>di</strong> viandante". In questo<br />

viaggio lineare d’esiliati, fra nostalgia<br />

e utopia, fra ricordo e attesa,<br />

fra passato e futuro, si varca <strong>di</strong> continuo<br />

un confi ne, il presente.<br />

Teatro<br />

Causa egoismo e miopia<br />

passato e futuro perdono senso<br />

Questa linea geometrica uni<strong>di</strong>mensionale<br />

potrebbe <strong>di</strong>latarsi in<br />

eventi drammatici, come Auschwitz,<br />

o per un sistema <strong>di</strong> mercato, come<br />

quello attuale, egoistico e miope; in<br />

entrambi i casi passato e futuro perdono<br />

senso. "C’è nel mondo occidentale<br />

un totale asservimento all’ipertrofi<br />

a <strong>di</strong> un eterno presente",<br />

scrive Ova<strong>di</strong>a. Attraverso storielle e<br />

motti <strong>di</strong> spirito l’attore ebreo ci racconta<br />

il rapporto del suo popolo con<br />

il denaro, con Dio, con gli antisemiti,<br />

con il rabbino, con la mamma, in<br />

una concezione del tempo che pone<br />

la vita, consapevolmente e ironicamente<br />

vissuta, al centro. Lo Shabbath,<br />

il più importante precetto ebraico,<br />

è la festa del tempo, dove la logica<br />

della produzione cede spazio al<br />

racconto del passato, al <strong>di</strong>alogo con<br />

Dio, al progetto messianico del futuro.<br />

Si racconta in "Oylem Goylem"<br />

che un rabbino newyorkese ad un<br />

congresso interreligioso sui miracoli,<br />

dopo il delegato cristiano e musulmano,<br />

rivive la sua esperienza<br />

"mistica": è sabato quando per strada<br />

inciampa su una valigia piena <strong>di</strong><br />

denaro, che la Legge impone, per<br />

quel giorno, <strong>di</strong> non toccare. Dopo<br />

una "preghiera" un po’ minacciosa e<br />

ricattatoria al suo Dio, avviene il miracolo:<br />

improvvisamente, mentre in<br />

tutto il mondo attorno era sabato, lì,<br />

in quel vicolo, era giovedì. Tra una<br />

storia e l’altra, situazioni e caratterizzazioni<br />

comiche si sviluppano<br />

fi no all’improvvisa, sottile, e spiazzante<br />

battuta fi nale, un racconto<br />

dove ironia e nostalgia, riso e dolore<br />

s’intrecciano, dove una sonorità impura,<br />

e proprio per questo pregnante,<br />

narra <strong>di</strong> un esilio attraverso il mondo.<br />

Lo spazio scenico è metafi sico,<br />

kantoriano <strong>di</strong>rebbe forse Ova<strong>di</strong>a: un<br />

piccolo palco nel vuoto del palcoscenico,<br />

un microcosmo in cui otto<br />

musicisti-attori sono in un instabile,<br />

chagalliano equilibrio su un confi ne<br />

fra terra e cielo, fra passato e futuro.<br />

Dopo lo spettacolo è più <strong>di</strong>ffi cile tornare<br />

nel soporifero presente televisivo<br />

del "life is now". ●<br />

Panorama 19


20 Panorama<br />

Teatro<br />

ma americano. Hanno rappresentato<br />

l''american way of life', il sogno<br />

americano, alla loro maniera, però<br />

anche quell'elemento d’eccentricità<br />

che è molto ravvisabile nel cinema<br />

dei comici ebrei, a partire dai fratelli<br />

Marx, venendo su poi a Danny Kaye,<br />

Jerry Lewis, fi no a Mel Brooks, Woody<br />

Allen. Ci sono proprio dei mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> pensare che derivano dall’umorismo<br />

ebraico dell’est europeo, <strong>di</strong>ventati<br />

'topos' nella cultura americana. Se<br />

dovessimo togliere tutti gli ebrei dal<br />

cinema americano ci sarebbero grossi<br />

problemi a riconoscerlo".<br />

La parola scritta, anche come<br />

strumento narrativo, è un motivo<br />

fondante e <strong>di</strong> coesione per l’ebraismo.<br />

In questo suo lavoro ci aspettavamo<br />

almeno la menzione dei<br />

nomi della letteratura ebraicoamericana:<br />

i nobel Singer e Saul<br />

Bellow, Salinger, il pulitzer Philipp<br />

Roth. Cosa le ha fatto escludere<br />

queste eccellenze?<br />

"Mi sono concentrato più sulle arti<br />

sceniche perché è la cosa più familiare<br />

al pubblico. Lo spettacolo deve<br />

avere anche una leggerezza se no <strong>di</strong>venta<br />

una conferenza. Quando io parlo<br />

<strong>di</strong> Fred Astaire il pubblico italiano<br />

si riconosce; <strong>di</strong> Kirk Douglas, George<br />

Gershwin, Bob Dylan, Paul Newman,<br />

Tony Curtis, Jerry Lewis tutti<br />

sanno, chi non ha visto quelle robe lì.<br />

Ma se parlo <strong>di</strong> Norman Meiler sono<br />

pochini che sanno chi è. Qualcuno<br />

<strong>di</strong>ce che tutta la cultura è in qualche<br />

modo molto infl uenzata dall’ebraismo<br />

e anche i non ebrei hanno scritto<br />

che è quasi un affaire ebraico. Volevo<br />

che il pubblico riconoscesse le icone<br />

famose. C’è una cosa abbastanza<br />

spiazzante: raramente nell’ebreo si<br />

vede il bello; magari l’intelligente,<br />

lo spiritoso, il talento per il danaro,<br />

ma il bello NO. È abbastanza sconcertante<br />

che Paul Newman sia ebreo,<br />

sex symbol insieme a Marlon Brando.<br />

Fred Astaire ha stupito anche me.<br />

Quanti sanno che Peter Falk e Walter<br />

Matthau sono ebrei? Sono quelli che<br />

più colpiscono e mi permettevano <strong>di</strong><br />

far arrivare al pubblico italiano il <strong>di</strong>scorso<br />

in termini leggeri, fruibili. Peraltro<br />

come elemento letterario ho citato<br />

i gran<strong>di</strong> poeti e intellettuali ebrei:<br />

ho scelto Allen Ginsberg".<br />

"La tentazione nazionalistica",<br />

come lei afferma nel corso dello<br />

spettacolo in riferimento ad Israele,<br />

"ha preso il posto dello spirito<br />

dell’esilio... Questa mutazione<br />

culturale ha comportato un grave<br />

prezzo da pagare: la recessione dell’eccellenza<br />

ebraica". Comunque,<br />

ad esempio nelle letteratura israeliana,<br />

non mancano i talenti (Grossman,<br />

Jehoshua, Amos Oz). Forse<br />

perché la società israeliana vive<br />

una situazione per certi versi ancora<br />

simile alla <strong>di</strong>aspora, attraversata<br />

da tensioni, paure, incertezze,<br />

senso d’isolamento e d’esilio...<br />

"Non possiamo fare il più lontano<br />

paragone fra quella che è stata l’intellighenzia<br />

ebraica della <strong>di</strong>aspora e<br />

quella <strong>di</strong> oggi: Proust, Kafka, la letteratura<br />

ebraico-tedesca e quella mitteleuropea,<br />

Joseph Roth, eccetera...<br />

Gli israeliani hanno dato questi gran<strong>di</strong><br />

scrittori, non c’è dubbio, però sono<br />

delle punte <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante in un territorio<br />

non particolarmente fertile. Sicuramente<br />

sono venuti fuori da una società<br />

molto problematica. Comunque<br />

non ho detto che è scomparsa ma che<br />

c’è una recessione, mentre invece si<br />

assiste ad un’esplosione dell’eccellenza<br />

in<strong>di</strong>ana, coreana, pakistana. A<br />

mio parere il nazionalismo ottunde<br />

sempre l’intelligenza. Anche nella<br />

comunità ebraica americana il fatto<br />

che l’establishment sia soverchiamente<br />

ancorato al problema d’Israele<br />

comprime lo sviluppo <strong>di</strong> un’intellighenzia<br />

libera ed anticonformista<br />

come fu quella ebraica della <strong>di</strong>aspora<br />

fi no ad una quarantina d’anni fa.<br />

Non è più la prospettiva della minoranza<br />

sempre in permanente ridefi nizione<br />

<strong>di</strong> se stessa, con la tensione verso<br />

il futuro, ma le istituzioni ebraiche<br />

molto legate al problema dei confi ni<br />

d’Israele".<br />

Verso la fi ne del suo racconto<br />

teatrale ci si chiede: "Cosa rimane?”".<br />

Purtroppo, a causa dei soliti<br />

vecchi pregiu<strong>di</strong>zi antisemiti, si <strong>di</strong>ffondono<br />

notizie false e tendenziose,<br />

come quelle che fra le vittime delle<br />

Twin Towers non c’erano ebrei<br />

e che la guerra <strong>di</strong> Bush è la guerra<br />

degli ebrei. Chi è questa "gente<br />

perbene", come lei la chiama, che<br />

raccoglie simili calunnie?<br />

"Sono partite da siti islamici integralisti<br />

e sono state raccolte da persone<br />

che cadono nella trappola <strong>di</strong><br />

quel <strong>di</strong>ffuso antisemitismo, con tutta<br />

una serie <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zi... la famosa<br />

lobby ebraica; <strong>di</strong>rei che è ancora la<br />

vecchia logica dei 'Protocolli dei savi<br />

<strong>di</strong> Sion'. Come si fa a <strong>di</strong>re una stupidaggine<br />

del genere. Io l’ho sentita in<br />

bocca <strong>di</strong> gente se<strong>di</strong>cente 'per bene' e<br />

da una certa sinistra che fa dell’antiamericanismo<br />

acritico il proprio campo<br />

<strong>di</strong> battaglia. Io sono molto critico<br />

nei confronti dell’attuale amministrazione<br />

americana e degli Usa come


forza imperiale con le sue malefatte<br />

spaventose. Però scendere a <strong>di</strong>re che<br />

la lobby ebraica onnipotente avrebbe<br />

avvertito tutti i duemila ebrei <strong>di</strong> New<br />

York è un delirio: alle Twin Towers<br />

c’erano 418 ebrei! La stessa cosa per<br />

la guerra <strong>di</strong> Bush, mentre gli ebrei votano<br />

massicciamente contro i repubblicani!<br />

Questa è una sinistra che usa<br />

per pensare non il cervello ma qualche<br />

cos’altro. Purtroppo se si fanno<br />

queste affermazioni sugli ebrei funziona<br />

ancora. Certo che ci sono lobby<br />

ebraiche pro Israele e pro Bush molto<br />

forti, esattamente come ci sono le<br />

lobby cubane, italiane, irlandesi, cinesi.<br />

Il lobbysmo è alla luce del sole<br />

negli Stati Uniti. Però la lobby ebraica<br />

evoca scenari terribili e pare, soprattutto,<br />

una cosa onnipotente, mon<strong>di</strong>ale:<br />

è la logica dell’antisemitismo".<br />

Nel 1987 uscì il suo primo spettacolo<br />

<strong>di</strong> teatro musicale. Che cosa<br />

l’ha gratifi cata <strong>di</strong> più in questi venti<br />

anni?<br />

"Essere riuscito a fare sì che il<br />

pubblico italiano si riconoscesse in<br />

questa forma abbastanza inusuale,<br />

non conformistica. Fare un piccola<br />

utopia, cioè rilanciare il teatro yid<strong>di</strong>sh<br />

in una forma ine<strong>di</strong>ta con più <strong>di</strong><br />

È pubblicato nel B.U.R.V. del giorno 15 agosto<br />

2008 l’Avviso pubblico per la presentazione delle<br />

domande <strong>di</strong> concessione <strong>di</strong> contributo regionale finalizzate<br />

alla realizzazione <strong>di</strong> progetti in materia <strong>di</strong><br />

interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione<br />

del patrimonio culturale <strong>di</strong> origine veneta<br />

nell’Istria e nella Dalmazia, <strong>di</strong> cui alla L.R.<br />

n. 15/1994, Programma per l’anno 2009. L’avviso<br />

in<strong>di</strong>vidua la tipologia ed i requisiti dei soggetti richiedenti,<br />

le tipologie delle iniziative ammesse, le<br />

modalità <strong>di</strong> presentazione delle domande <strong>di</strong> contributo<br />

regionale ed illustra sinteticamente l’iter procedurale<br />

per giungere alla pre<strong>di</strong>sposizione del Programma<br />

annuale degli interventi per l’anno 2009.<br />

Le domande <strong>di</strong> contributo, da re<strong>di</strong>gersi utilizzando<br />

esclusivamente lo schema allegato all’Avviso accompagnate<br />

da nota su carta intestata del richiedente,<br />

dovranno essere consegnate a mano o spe<strong>di</strong>te<br />

a mezzo raccomandata con avviso <strong>di</strong> ricevimento<br />

(non saranno ammissibili le domande trasmesse via<br />

fax), a pena <strong>di</strong> decadenza, entro il giorno 30 settembre<br />

2008 (nel caso <strong>di</strong> consegna a mano il termine è<br />

Salomone “Moni” Ova<strong>di</strong>a. Nella<br />

pagina accanto impegnato<br />

in “Questa è l’America”<br />

metà del pubblico <strong>di</strong> giovani, mi ha<br />

dato enorme sod<strong>di</strong>sfazione".<br />

Che cosa c’è in cantiere per la<br />

prossima stagione?<br />

"Ho scritto un libro, 'Lavoratori<br />

<strong>di</strong> tutto il mondo, ridete!', sull’umorismo<br />

ebraico, e non solo, nel periodo<br />

sovietico, dove approfi tto per<br />

fare alcune rifl essioni su quella lunga,<br />

tragica epopea. Ci sono stati momenti<br />

<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario rilievo umano<br />

Teatro<br />

in tutta quella vicenda e, al <strong>di</strong> là dei<br />

crimini <strong>di</strong> Stalin che nessuno nega,<br />

c’è stato l’immane sacrifi cio <strong>di</strong> uomini<br />

e donne che hanno dato le loro<br />

vite per una grande idea <strong>di</strong> ricatto<br />

sociale, umano, forse la più grande<br />

utopia della storia; per cui a quegli<br />

uomini va reso onore, cosa che<br />

io faccio regolarmente tutti gli anni<br />

con Vla<strong>di</strong>mir Denissenkov, fi sarmonicista<br />

russo. Da questo libro trarrò<br />

uno spettacolo in due versioni, sempre<br />

nella forma <strong>di</strong> teatro d’affabulazione<br />

e musica. Poi c’è un progetto<br />

per un lavoro sul muro in Palestina,<br />

che gli israeliani chiamano il muro<br />

della sicurezza e i palestinesi il muro<br />

dell’apartheid. Sarà un lavoro basato<br />

anche su un testo <strong>di</strong> una grande scrittrice<br />

israeliana Amira Hass (vive da<br />

quattor<strong>di</strong>ci anni nei territori occupati<br />

e ha vissuto otto anni a Gaza e adesso<br />

da sei anni vive a Ramallah), e con il<br />

più grande regista-attore palestinese<br />

Mohammad Bakri. Questo sarà per<br />

<strong>di</strong>cembre, mentre quello sull’Unione<br />

Sovietica è partito già quest’estate<br />

con la versione piccola, 'Il compagno<br />

Rabinovich', per debuttare al Piccolo<br />

Teatro con la versione più grande,<br />

'La bella utopia'." ●<br />

Regione Veneto - Giunta Regionale - Direzione Relazioni Internazionali Cooperazione Internazionale Diritti<br />

Umani e Pari Opportunità - Sede: Dorsoduro 3494/A - 30123 Venezia.<br />

ESTRATTO DI AVVISO<br />

alle ore 12.00 del medesimo giorno), al seguente<br />

in<strong>di</strong>rizzo:<br />

Al Signor Presidente della Giunta Regionale del<br />

Veneto/ Direzione Regionale Relazioni Internazionali<br />

Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Pari<br />

Opportunità<br />

Dorsoduro 3494/A / 30123 Venezia<br />

In ogni caso farà fede il timbro apposto dall’uffi -<br />

cio postale accettante o il timbro <strong>di</strong> protocollo apposto<br />

dall’uffi cio regionale ricevente.<br />

Il testo integrale dell’avviso è <strong>di</strong>sponibile<br />

anche nel sito Internet della Regione Veneto<br />

www.regione.veneto.it .<br />

Per qualsiasi informazione si prega <strong>di</strong> rivolgersi<br />

alla Direzione Regionale Relazioni Internazionali,<br />

Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Pari<br />

Opportunità (tel: +39-041-2791631/1633; fax: +39-<br />

041-2791624; e-mail: relint@regione.veneto.it).<br />

IL DIRIGENTE REGIONALE<br />

Dott. Diego Vecchiato<br />

Panorama 21


Quando si parla del laboratorio<br />

internazionale <strong>di</strong> musica<br />

"Arena International" allora<br />

non si può fare a meno, per forza<br />

dell'associazione, <strong>di</strong> menzionare Tatiana<br />

Šverko Fioranti, ideatrice, promotrice<br />

e <strong>di</strong>rettrice artistica <strong>di</strong> questo<br />

evento musicale che <strong>di</strong> anno in<br />

anno attira presso la Comunità degli<br />

Italiani <strong>di</strong> Pola un numero sempre<br />

più alto <strong>di</strong> allievi e <strong>di</strong> musicisti. Chi<br />

ama la musica, chi vive la musica, <strong>di</strong><br />

giorno in giorno e per tutta la vita, sa<br />

quanto importante sia poter coltivare<br />

e sviluppare il proprio talento anche<br />

nei perio<strong>di</strong> in cui le scuole e le accademie<br />

chiudono i propri battenti.<br />

"Arena International offre la possibilità<br />

a tutti quei giovani musicisti<br />

che anche d'estate amano incontrarsi<br />

e fare musica, <strong>di</strong> perfezionare la tecnica<br />

esecutiva e le capacità interpretative,<br />

facendosi accompagnare da<br />

vali<strong>di</strong> musicisti in questo percorso,<br />

che offre nuove sfi de e nuovi stimoli"<br />

ci spiega la Šverko Fioranti.<br />

La settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questo importante<br />

appuntamento si è svolta tra<br />

il 30 luglio e il 6 agosto. Otto giorni<br />

<strong>di</strong> lezione del tipo full immersion per<br />

perfezionarsi nel canto o nell'esecu-<br />

22 Panorama<br />

Musica<br />

La Comunità degli Italiani <strong>di</strong> Pola ha ospitato la settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> «Arena internat<br />

Non solo arte ma anche incontri<br />

<strong>di</strong> <strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

zione musicale guidati da rinomati<br />

musicisti e pedagogisti provenienti<br />

dalla Croazia e dall'estero, hanno caratterizzato<br />

l'e<strong>di</strong>zione 2008 del laboratorio<br />

<strong>di</strong> musica.<br />

"Si tratta un progetto musicale<br />

che nasce dal bisogno culturale dei<br />

giovani artisti <strong>di</strong> creare un punto<br />

d’incontro e <strong>di</strong> confronto: nell’arte,<br />

nella lingua, nei costumi, nelle abitu<strong>di</strong>ni,<br />

nella propria identità arricchita<br />

da tutte quelle peculiarità che ciascun<br />

artista porta dentro <strong>di</strong> sé. Arena<br />

International vorrebbe essere un<br />

trampolino <strong>di</strong> lancio per i giovani artisti,<br />

sia quelli della CNI che gli altri,<br />

un'opportunità per farsi conoscere e<br />

allo stesso tempo per promuovere la<br />

cultura e la propria arte - ci spiega<br />

Tatiana Šverko Fioranti -. progetto è<br />

aperto infatti ad artisti italiani, croati,<br />

sloveni, austriaci e a tutti coloro<br />

che vogliono partecipare realizzando<br />

quei presupposti <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo che<br />

da tempo stiamo perseguendo. Arena<br />

International è un progetto che ha<br />

avuto un suo percorso e che ora sta<br />

crescendo sotto ai nostri occhi. Inizialmente<br />

è stato concepito come un<br />

workshop, un laboratorio musicale<br />

in cui gli allievi con i lori mentori<br />

elaborano un repertorio tale da stimolare<br />

l’interpretazione poetica in-<br />

Solenne consegna degli attestati <strong>di</strong> partecipazione<br />

Tatiana Šverko Fioranti <strong>di</strong>rettore<br />

artistico <strong>di</strong> Arena International<br />

(foto Zlatko Majnarić)<br />

<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> ogni singolo, stimolando<br />

il virtuosismo del giovane e il suo<br />

confronto con gli altri. Infatti, oltre<br />

ai docenti, anche gli allievi hanno<br />

una parte importante nella realizzazione<br />

del progetto, che intende promuoverli<br />

quali artisti che affi nano le<br />

proprie competenze sul campo. Da<br />

questo, che è il progetto base, si è<br />

sviluppata poi l’idea <strong>di</strong> delineare un<br />

piano <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che, spesso, viene a<br />

mancare nelle istituzioni scolastiche.<br />

Stiamo approfondendo il <strong>di</strong>scorso<br />

anche sulla musica contemporanea e<br />

quella istriana, del passato e del presente,<br />

con particolare riferimento a<br />

quella <strong>di</strong> origine istro-veneta".<br />

I partecipanti dell'e<strong>di</strong>zione 2008<br />

sono stati complessivamente 45 d'età<br />

compresa tra gli 8 e i 24 anni provenienti<br />

da Italia, Croazia, Slovenia. A<br />

tenere le lezioni sono stati sette docenti<br />

provenienti da rinomate istituzioni<br />

musicali: l'Accademia <strong>di</strong> Maribor,<br />

il "Conservatorio Benedetto<br />

Marcello" <strong>di</strong> Venezia, la scuola <strong>di</strong><br />

Musica "Ivan Matetić Ronjgov" <strong>di</strong><br />

Pola, la Scuola Me<strong>di</strong>a Superiore <strong>di</strong><br />

Musica <strong>di</strong> Zagabria. È doveroso citare<br />

alcuni dei professori come Giorgio<br />

Lovato (pianoforte), Delio Malpera<br />

(violino e musica da camera),<br />

Clau<strong>di</strong>o Gasparoni (contrabbasso<br />

e viola da gamba), Andrea Sfetez


ional». Ed è stato un successo<br />

ed amicizie<br />

(musica d'insieme per ottoni), Žarko<br />

Ignjatović (chitarra), Mariagrazia<br />

Biancolin (canto), Borut Vatovec<br />

(clarinetto), Giorgio Tirindelli (violino<br />

e orchestra da camera), Federica<br />

Lotti (fl auto).<br />

Che cosa spinge i ragazzi a frequentare<br />

una master class d'estate<br />

quando, la maggior parte dei loro<br />

coetanei trascorre le giornate in<br />

spiaggia?<br />

"È indubbiamente uno sprono a<br />

stu<strong>di</strong>are cose nuove, soprattutto autori<br />

istriani. Nelle precedenti e<strong>di</strong>zioni<br />

abbiamo trattato Smareglia,<br />

Milotti, Dallapiccola e altri compositori".<br />

Suppongo che <strong>di</strong>etro a queste<br />

serate tematiche ci sia anche una<br />

meticolosa ricerca degli spartiti<br />

meno conosciuti e non <strong>di</strong>vulgati <strong>di</strong><br />

questi compositori, che rappresentano<br />

una preziosa risorsa culturale<br />

del nostro territorio.<br />

"Sì, ho dovuto fare delle ricerche<br />

ma anche comprendere quali degli<br />

spartiti erano adatti al profi lo degli<br />

studenti che hanno aderito al laboratorio<br />

e soprattutto capire quali erano<br />

i brani che si potevano eseguire te-<br />

nendo conto del livello dei frequentanti<br />

e degli strumenti a <strong>di</strong>sposizione,<br />

come pure delle aspettative del<br />

pubblico che tra<strong>di</strong>zionalmente e con<br />

grande interesse segue le esibizioni<br />

dei nostri ragazzi".<br />

Su quali punti è stato incentrato<br />

il programma <strong>di</strong> quest'anno?<br />

"Abbiamo avuto due classi <strong>di</strong><br />

violino e due classi <strong>di</strong> pianoforte,<br />

poi abbiamo de<strong>di</strong>cato molte attenzioni<br />

alla musica da camera. In ogni<br />

classe abbiamo trattato sia la musica<br />

da camera sia lo strumento solistico.<br />

Musica<br />

Quest'anno abbiamo avuto soprattutto<br />

allievi che frequentano le Scuole<br />

me<strong>di</strong>e superiori e le Accademie <strong>di</strong><br />

musica. Al Concerto inaugurale abbiamo<br />

presentato il patrimonio musicale<br />

del nostro territorio, con un programma<br />

tutto particolare, de<strong>di</strong>cato<br />

interamente alla musica del Barocco,<br />

nell'interpretazione dei virtuosi della<br />

Camerata Vival<strong>di</strong> <strong>di</strong> Basilea e dei<br />

loro ospiti. Lo abbiamo fatto con un<br />

concerto in costume tenuto presso la<br />

Chiesa <strong>di</strong> San Francesco a Pola. Nel<br />

repertorio abbiamo inserito Vival<strong>di</strong>,<br />

Il concerto in costume de<strong>di</strong>cato alla musica barocca e ospitato presso la Chiesa <strong>di</strong> San Francesco a Pola<br />

Panorama 23


24 Panorama<br />

Musica<br />

Tatiana a lezione con Greta, pianista in erba<br />

Bach, Telemann ma anche Tartini.<br />

Tutti i concerti sono stati registrati<br />

sia in forma video sia au<strong>di</strong>o, su CD e<br />

DVD, per un totale <strong>di</strong> 13 ore <strong>di</strong> produzione<br />

artistica. Stiamo lavorando<br />

sulla versione invernale <strong>di</strong> Arena<br />

International. L'anno scorso abbiamo<br />

avuto un'e<strong>di</strong>zione sperimentale<br />

e quest'inverno ci ripresenteremo,<br />

lavorando ogni terzo fi ne settimana<br />

del mese".<br />

Quali sono i problemi che ha<br />

incontrato nell'organizzare questa<br />

settima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Arena International?<br />

"Quest'anno non ho avuto particolari<br />

intoppi, se non quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidermi<br />

tra mia fi glia e gli appuntamenti<br />

con la musica, ma credo sia un<br />

problema <strong>di</strong> tutte la mamme... Uno<br />

che non si è mai de<strong>di</strong>cato alla musica<br />

forse non riesce a capire che<br />

la musica è un qualche cosa che ti<br />

accompagna sempre, anche quando<br />

sei in vacanza e anche quando<br />

ti sei fatto le tue otto ore lavorative.<br />

Parecchie persone mi hanno dato<br />

una mano, un'ottima collaborazione<br />

è stata quella con la Lino Mariani e<br />

con la scuola <strong>di</strong> musica Ivan Matetić<br />

Ronjgov <strong>di</strong> Pola, che ci ha messo a<br />

<strong>di</strong>sposizione delle aule. In una settimana<br />

i ragazzi hanno fatto complessivamente<br />

2.200 ore <strong>di</strong> lezione. Non<br />

è da poco. Quest'anno ci siamo de<strong>di</strong>cati<br />

al Barocco, in primo luogo quello<br />

istriano anche perché nei prossimi<br />

anni vorremmo aprire a Pola un Cen-<br />

tro per la musica antica. Il problema<br />

è che avremmo bisogno <strong>di</strong> un clavicembalo.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una spesa <strong>di</strong> 20<br />

mila euro che speriamo <strong>di</strong> racimolare<br />

grazie all'aiuto <strong>di</strong> vari sponsor".<br />

Quali sono gli enti che aiutano<br />

fi nanziariamente questo progetto?<br />

"La Città <strong>di</strong> Pola, l'Ente turistico<br />

della città, la Regione Istriana... Abbiamo<br />

avuto gran<strong>di</strong> apprezzamenti<br />

dalla Contea i cui responsabili per<br />

la cultura hanno rilevato che la missione<br />

<strong>di</strong> Arena International coincide<br />

con le loro priorità e fi nalità. È<br />

un progetto che sembra piccolo ma<br />

che realizza tutte le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo<br />

culturale volute dalla Regione<br />

tra cui la cura particolare dell'espressione<br />

e della valorizzazione del patrimonio<br />

culturale del territorio. Un<br />

grazie va anche alla CI <strong>di</strong> Pola che è<br />

uffi cialmente il promotore <strong>di</strong> questa<br />

iniziativa e che ci ospita mettendoci<br />

a <strong>di</strong>sposizione la splen<strong>di</strong>da sede in<br />

cui si lavora molto bene. Oltre all'importanza<br />

culturale ed artistica,<br />

il progetto Arena International ha<br />

pure delle fi nalità a sfondo sociale.<br />

Difatti, a conclusione <strong>di</strong> ogni concerto,<br />

grazie agli sponsor, abbiamo<br />

potuto organizzare dei fantasiosi incontri<br />

conviviali, che contribuiscono<br />

a coltivare quelle amicizie, ponti<br />

<strong>di</strong> comunicazione in<strong>di</strong>struttibili che<br />

non conoscono confi ni. Perché la<br />

musica è un linguaggio <strong>di</strong> comunicazione<br />

universale che abbatte ogni<br />

frontiera". ●<br />

Il noto basso fi umano<br />

La classe <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Mladen Čulić Dalbello<br />

Nella splen<strong>di</strong>da cornice delle Procuratie,<br />

circondate dai portici<br />

che ricalcano quelli <strong>di</strong> Venezia,<br />

voluti nell’Ottocento dal sindaco Antonio<br />

Baiamonti, italiano <strong>di</strong> Spalato, e che<br />

fi no al 1943 hanno ospitato la sede della<br />

locale Comunità degli Italiani, si è svolto<br />

il concerto <strong>di</strong> Gala per la chiusura della<br />

54.esima e<strong>di</strong>zione dell’Estate culturale<br />

spalatina, al quale ha dato lustro con la<br />

sua presenza anche il capo del Governo<br />

croato Ivo Sanader. Interpreti d’eccezione<br />

la soprano bulgara Svetla Vassileva, il<br />

tenore coreano Francesco Hong nonché il<br />

basso fi umano Giorgio Surian, accompagnati<br />

dall’orchestra e dal coro del Teatro<br />

nazionale <strong>di</strong> Spalato, <strong>di</strong>retti dal maestro<br />

Ivan Repušić. In programma arie <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>,<br />

Puccini, Donizzetti, Gounod...<br />

Con la sua voce che spazia con estrema<br />

facilità dal repertorio barocco alle più<br />

complesse partiture moderne, anche grazie<br />

alla sua straor<strong>di</strong>naria estensione che,<br />

oltre a qualifi carlo notoriamente come<br />

basso <strong>di</strong> belcanto, gli permette <strong>di</strong> affrontare<br />

anche <strong>di</strong>versi ruoli da basso-baritono,<br />

Giorgio Surian è uno dei più affermati<br />

bassi dei nostri tempi. Dopo gli stu<strong>di</strong> musicali<br />

ha frequentato il Centro <strong>di</strong> Perfezionamento<br />

del Teatro alla Scala, dove ha<br />

debuttato in “Ernani” nel 1982 e dove è<br />

stato chiamato numerosissime volte nelle<br />

stagioni successive. Si è esibito al fi anco<br />

dei più gran<strong>di</strong> cantanti del momento (Domingo,<br />

Pavarotti, Carrera, Giaurov, Cappuccilli,<br />

Freni, Montserrat Caballé), <strong>di</strong>retto<br />

dai più importanti <strong>di</strong>rettori d’orchestra<br />

(Abbado, Muti, Von Karajan, Matačić,<br />

Maazel, Mehta, ecc.), praticamente in tutti<br />

i maggiori teatri del mondo.<br />

A Spalato, questa volta, ha offerto con<br />

la sua voce potente, ricca, calorosa, dal<br />

nobile fraseggio, soprattutto ruoli ottocenteschi.<br />

Meravigliosa la sua interpretazione<br />

<strong>di</strong> Dulcamara (“Elisir d’amore”<br />

<strong>di</strong> Donizzetti). Nel “Nemico della patria”<br />

dall’”Andrea Chenier” ha messo omogeneità,<br />

morbidezza del suono e nobiltà<br />

d’accento, unite ad una straor<strong>di</strong>naria<br />

gamma <strong>di</strong> colori e sfumature timbriche.<br />

Fantastico pure nell’aria del Gran Pon-


Musica<br />

è stato il grande protagonista del concerto <strong>di</strong> chiusura dell’Estate culturale<br />

Giorgio Surian al galà <strong>di</strong> Spalato<br />

tefi ce dal “Nabucco” - Sperate, o fi gli<br />

- dove si sente il messaggio spirituale<br />

con cui Zaccaria rincuora i fedeli.<br />

Dopo il concerto, il simpatico Giorgio<br />

Surian si è concesso a una piacevole<br />

conversazione, un’occasione anche<br />

per riandare a ricor<strong>di</strong> comuni e a chi,<br />

tra i nostri cari, non c’è più. Tanti anni<br />

fa, in occasione della mostra pittorica<br />

della mia compianta consorte Annamaria<br />

Tiberi, allestita presso la Comunità<br />

degli Italiani <strong>di</strong> Fiume, avevo avuto<br />

occasione <strong>di</strong> conoscere i suoi cari genitori.<br />

Erano i tempi, tra l’altro, in cui<br />

stavo vagliando la possibilità <strong>di</strong> fondare<br />

la Comunità degli Italiani <strong>di</strong> Spalato.<br />

L’incontro <strong>di</strong> metà luglio nel capoluogo<br />

dalmata, quin<strong>di</strong>, mi ha commosso<br />

parecchio, permeato da elementi nostalgico-sentimentali...<br />

Tema principale della nostra chiacchierata,<br />

ovviamente, la musica e il<br />

canto. Mi sono fatto coraggio ed ho<br />

ammesso al famoso e simpatico Giorgio<br />

che, a suo tempo, anch’io avevo<br />

stu<strong>di</strong>ato canto presso la spalatina<br />

Cvijeta Cindro (1883-1982) ma, come<br />

succede spesso, i genitori ostacolano<br />

determinate ambizioni dei fi gli. Così<br />

mio padre, professore <strong>di</strong> storia, volle<br />

che mi laureassi e fui costretto a lasciare<br />

l’ambiente teatrale. Occorreva avere<br />

il pane sicuro, <strong>di</strong>ceva: “Carmina non<br />

dant panem”.<br />

Poi il <strong>di</strong>scorso è fi lato su alcuni<br />

aspetti storico-culturali del capoluogo<br />

Giorgio Surian durante il concerto <strong>di</strong> Spalato e, in basso, con il presidente<br />

della locale Comunità degli Italiani, Mladen Čulić Dalbello<br />

dalmata, sulle correnti presenti anche<br />

in seno alla Sovrintendenza ai Monumenti<br />

che, recentemente, si è accanita<br />

contro il Teatro <strong>di</strong> Spalato, reo <strong>di</strong> “abuso”<br />

degli spazi del Palazzo <strong>di</strong> Diocleziano<br />

per le rappresentazioni teatrali.<br />

Rigi<strong>di</strong> e fi scali a criticare (ingiustamente)<br />

il teatro, tolleranti al massimo,<br />

invece, quando si tratta <strong>di</strong> affrontare il<br />

<strong>di</strong>scorso delle insopportabili bancarelle<br />

che formano un piccolo ma indecoroso<br />

mercatino che letteralmente circonda<br />

questo palazzo romano e ne av-<br />

vilisce il vetusto ambiente, mettendo<br />

in ven<strong>di</strong>ta mercanzie varie, scarpe da<br />

ginnastica, biancheria intima, souvenir<br />

e altre merci <strong>di</strong> poco conto... “All’Arena<br />

<strong>di</strong> Verona, all’Anfi teatro <strong>di</strong> Cagliari<br />

o a quello <strong>di</strong> Nimes in Francia, gli<br />

spettacoli si svolgono senza causare<br />

alcun danno ai monumenti - spiega<br />

Surian, che è stato testimone <strong>di</strong> questa<br />

prassi molto in voga in tutto il mondo<br />

-. L’arte classica, i monumenti, possono<br />

convivere perfettamente con la musica<br />

ed è un peccato che a Spalato si<br />

cerchi <strong>di</strong> sopprimere il melodramma<br />

dalle piazze. La città è ricca <strong>di</strong> spazi<br />

ambientali <strong>di</strong> origine romana o veneta,<br />

palcoscenici naturali <strong>di</strong> grande suggestione<br />

per questo tipo <strong>di</strong> spettacoli.<br />

Questi atteggiamenti incivili e primitivi<br />

andrebbero affrontati e combattuti.<br />

Anzi, sarebbe opportuno usare anche<br />

le Sale sotterranee del Palazzo <strong>di</strong><br />

Diocleziano, ed eventualmente il sito<br />

archeologico degli scavi romani <strong>di</strong> Salona,<br />

per gli allestimenti teatrali estivi.<br />

Anche la Comunità degli Italiani<br />

<strong>di</strong> Spalato potrebbe dare il suo contributo<br />

culturale in questo contesto”, ha<br />

concluso con sincerità il grande artista<br />

fi umano.●<br />

Panorama 25


Qui Pechino,<br />

a voi Londra<br />

Le Olimpia<strong>di</strong> sono fi nite e la Cina è un po' più vicina. O, almeno questo<br />

è quello che spera il paese più popoloso del mondo, la nuova potenza<br />

emergente sulla scena mon<strong>di</strong>ale, il "gigante addormentato" dell'Asia<br />

che si è svegliato e pretende il suo posto nel mondo. La Cina ha celebrato,<br />

con una cerimonia <strong>di</strong> chiusura gran<strong>di</strong>osa come tutti gli spettacoli <strong>di</strong>retti dal<br />

regista Zhang Yimou, il successo della sua prima Olimpiade della storia con<br />

una spaventosa raffi ca <strong>di</strong> fuochi d'artifi cio che hanno <strong>di</strong>segnato un cerchio<br />

sopra al Nido d'Uccello, il fantasmagorico nuovo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Pechino. Il cerchio<br />

- hanno spiegato gli organizzatori - è nella tra<strong>di</strong>zionale cultura cinese<br />

"un simbolo <strong>di</strong> armonia e rinnovamento" e in questo caso ha voluto in<strong>di</strong>care<br />

la buona riuscita dei Giochi Olimpici <strong>di</strong> Pechino, i più <strong>di</strong>ffi cili dopo la<br />

botta e risposta <strong>di</strong> boicottaggi tra il blocco occidentale e quello orientale del<br />

1980 e 1984. Le Olimpia<strong>di</strong>, lo spirito olimpico, non si fermano mai e ora si<br />

spostano verso Londra. Il sindaco della capitale <strong>di</strong> un Impero che fu in testa<br />

agli eserciti dei colonizzatori (e che ha mantenuto fi no al 1997 una presenza<br />

<strong>di</strong>retta in territorio cinese, ad Hong Kong), Boris Johnson, ha ricevuto le<br />

consegne da quello <strong>di</strong> Pechino, Guo Jinlong. Ma sono state due stelle britanniche,<br />

il calciatore David Beckham ed il musicista Jimmy Page, a prendere<br />

idealmente la fi accola per conto della ex-capitale dell'Impero. Page ha suonato<br />

con una foga da ventenne "Whole Lotta Love", uno dei suoi successi<br />

con la leggendaria band dei Led Zeppelin. Il calciatore lo ha raggiunto emergendo<br />

dal basso sul tetto trasformato in una sorta <strong>di</strong> bosco <strong>di</strong> un caratteristico<br />

autobus lon<strong>di</strong>nese, a due piani, sul quale era scritto "destinazione Londra<br />

2012". La cerimonia è stata preceduta dall'ingresso <strong>di</strong> due enormi tamburi<br />

volanti che avrebbero dovuto rappresentare, tra l'altro, l'"armonia" che regna<br />

tra le 56 etnie minoritarie che popolano il paese e i cinesi Han, una pretesa<br />

forse un po' stonata se si ricordano le drammatiche vicende vissute negli<br />

ultimi mesi dal Tibet e nelle scorse settimane dai musulmani uighuri dello<br />

Xinjiang. Nella sfi lata conclusiva tutti hanno applau<strong>di</strong>to ed hanno riso sotto<br />

alla Memory Tower, che rappresentava la fi amma dello spirito olimpico, in<br />

un carnevale che doveva accomunare tutta l'umanità.<br />

La prossima e<strong>di</strong>zione dei Giochi, i trentesimi dell'era moderna, comunque<br />

a Londra sono già cominciati da tempo: "Stiamo lavorando all'aspetto<br />

organizzativo e fi nanziario - conferma Lord Sebastian Coe, l'ex grande campione<br />

degli 800 nella sua veste <strong>di</strong> presidente del Comitato organizzatore <strong>di</strong><br />

Londra 2012 - e ammetto che sarà <strong>di</strong>ffi cile fare meglio dei cinesi che hanno<br />

messo in campo forze economiche e <strong>di</strong> presenza impressionanti, e forse irripetibili.<br />

Ma Londra e la Gran Bretagna hanno un fascino insostituibile, e<br />

non dovremo far altro che offrire ai Giochi questo punto <strong>di</strong> vista". Intanto il<br />

primo tassello Londra l'ha già messo: l'arrivo <strong>di</strong> Beckham, Leona Lewis e<br />

della mitica chitarra <strong>di</strong> Jimmy Page a Pechino per presentare in <strong>di</strong>retta mon<strong>di</strong>ale<br />

quella che sarà la "musicalità" dell'olimpiade lon<strong>di</strong>nese, è stato uno dei<br />

colpi <strong>di</strong> scena <strong>di</strong> una cerimonia <strong>di</strong> chiusura più garbata e meno invasiva <strong>di</strong><br />

quella che era stata la cerimonia inaugurale. Coe è stato felice che la scelta<br />

"trasversale" <strong>di</strong> presentare Londra in un mix <strong>di</strong> rock and roll, football e tra<strong>di</strong>zione<br />

abbia colpito il pubblico positivamente: "Non siamo sotto pressione<br />

e stiamo cercando <strong>di</strong> ragionare con molta creatività. Pechino è irraggiungibile,<br />

almeno per ora. Ma Londra sta facendo passi da gigante in un clima <strong>di</strong><br />

crescente fi ducia ed entusiasmo". Qui Pechino, a voi Londra. ●<br />

26 Panorama<br />

Sport<br />

Dopo Atene (6) e Pechino (8 ori)<br />

Insaziabile P<br />

a cura <strong>di</strong> Bruno Bontempo<br />

Ha pianto, riso, incantato, solcando<br />

l’acqua pechinese con l’eleganza<br />

<strong>di</strong> un delfi no, e la voracità <strong>di</strong><br />

uno squalo. Michael Phelps cercava<br />

da quattro anni la chiave per mettere<br />

la sua faccia da ragazzone americano,<br />

ma soprattutto le sue gambe e<br />

braccia da super eroe della piscina,<br />

sul pie<strong>di</strong>stallo della leggenda: c’è<br />

riuscito nei primi Giochi in terra cinese,<br />

vincendo otto ori, con sette primati<br />

del mondo, e cancellando quel<br />

mito a tinte appannate <strong>di</strong> Mark Spitz,<br />

che da 36 anni faceva capolino ad<br />

ogni quadriennio con il peso dei suoi<br />

sette titoli <strong>di</strong> Monaco ‘72.<br />

Quella del gigante <strong>di</strong> Baltimora è<br />

stata una cavalcata senza precedenti<br />

nella storia a cinque cerchi: ha esor<strong>di</strong>to<br />

con i 400 misti nel giorno dell’orgoglio<br />

americano, con il presidente<br />

Bush sugli spalti e l’inno a singhiozzi<br />

sul po<strong>di</strong>o, ad accompagnare<br />

quelli ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Phelps. Ha concluso<br />

con la vittoria corale della staffetta<br />

a stelle e strisce, che non lo ha tra<strong>di</strong>to.<br />

Anzi lo ha spinto veloce, con<br />

l’ennesimo crono stellare, sul trono<br />

dei più gran<strong>di</strong>: ha superato il mezzofon<strong>di</strong>sta<br />

Nurmi, la ginnasta Latynina<br />

e il re dell’atletica Carl Lewis.<br />

Come lui nessuno mai, insomma, ed<br />

è per questo che il nuotatore statunitense<br />

ha conquistato la copertina dei<br />

Giochi. Dopo l’ottava vittoria a Pechino<br />

2008, che lo rende il nuotatore<br />

olimpico <strong>di</strong> maggior successo <strong>di</strong><br />

tutti i tempi, deve fare i conti con la<br />

gigantesca macchina <strong>di</strong> marketing<br />

che si è messa in moto alle sue spalle.<br />

Gli strateghi del marketing che<br />

circondano l’atleta hanno infatti già<br />

pronta una strategia per capitalizzare<br />

la sua rinnovata fama, anche se<br />

Phelps non è parso per nulla turbato<br />

dalla popolarità acquisita. “Non è<br />

una questione <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. Faccio quello<br />

che faccio perché lo amo e per questo<br />

sono qui”, ha detto il campione in<br />

un’intervista organizzata da uno dei<br />

suoi sponsor, la società erogatrice <strong>di</strong><br />

carte <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to Visa. “Mi vedo come<br />

una persona normale, sono lo stesso


il nuotatore statunitense ha riscritto la storia dello sport olimpico e già pensa al futuro<br />

helps: nel 2012 vincerò ancora <strong>di</strong> più<br />

ragazzo che ero quattro anni fa, e sto<br />

vivendo un sogno”. Visa, che sponsorizza<br />

Phelps dal 2002, ha detto che<br />

il boom <strong>di</strong> Phelps alle Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Pechino ha aumentato la sua visibilità<br />

e consentirà una campagna mon<strong>di</strong>ale<br />

con il suo nome: Michael Phelps<br />

ha lasciato Pechino come un’icona<br />

mon<strong>di</strong>ale dello sport ed ora è alla<br />

pari <strong>di</strong> personaggi come Michael Jordan,<br />

Tiger Woods e Roger Federer.<br />

Il Cubo futurista si è stretto per<br />

nove giorni<br />

intorno a Big<br />

Michael, che<br />

solo una volta<br />

ha provato<br />

il brivido <strong>di</strong><br />

veder sfumare<br />

il sogno delle<br />

otto meraviglie:<br />

il 16 agosto<br />

ci ha provato<br />

il serbo<br />

Milorad Čavić<br />

a rovinargli la<br />

festa. Ma nei<br />

100 farfalla<br />

un centesimo<br />

salva Phelps,<br />

per il settimo<br />

sigillo. Il resto<br />

è stato applausi,<br />

ban<strong>di</strong>ere, e<br />

una collezione<br />

<strong>di</strong> bouquet <strong>di</strong><br />

rose rosse lanciate in tribuna. Quasi<br />

tutte per mamma Debbie: è lei, la<br />

signora dai capelli neri e il mascara<br />

in evidenza, il faro della vita <strong>di</strong> super<br />

Michael. Perché il ragazzo che<br />

ha inaugurato la moda della musica<br />

sparata in cuffi a a bordo vasca, che<br />

sban<strong>di</strong>erando la sua <strong>di</strong>eta a base <strong>di</strong><br />

pasta e pizza ha fatto un mega spot<br />

al made in Italy a tavola, è anche un<br />

gran mammone. È dalle donne della<br />

sua vita (nel cuore posto d’onore<br />

anche per le due sorelle) che è corso<br />

ogni volta che la piscina gli ha dato<br />

ragione: e si è stretto in un abbraccio<br />

tra le lacrime quando l’obiettivo<br />

era centrato. “Voglio solo abbracciare<br />

mia madre” le prime parole<br />

del campione quando sul suo collo<br />

pendeva già l’ottavo oro dei Giochi<br />

<strong>di</strong> Pechino. Eppure sembra che proprio<br />

in Cina re Michael abbia trovato<br />

un’altra donna che gli faccia battere<br />

il cuore: la bella Stephanie Rice,<br />

campionessa della nazionale <strong>di</strong> nuoto<br />

australiana, 3 ori e altrettanti record<br />

del mondo in questa e<strong>di</strong>zione<br />

dei Giochi, ex fi danzata <strong>di</strong> Eamon<br />

Sullivan. I due sono stati avvistati<br />

in atteggiamenti teneri nella festa<br />

<strong>di</strong> chiusura.<br />

“Sono un pesce fuori dall’acqua,<br />

non saprei fare altro” ha sempre detto<br />

l’americano. In vasca lo ha <strong>di</strong>mostrato,<br />

perché le Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pechino,<br />

a sipario calato, sono Michael<br />

Phelps, il ragazzo da 12.000 calorie<br />

al giorno e da un milione <strong>di</strong> dollari.<br />

Il nuotatore <strong>di</strong>vide la scena con<br />

l’altro gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong> questi Giochi,<br />

quell’Usain Bolt che pochi passi<br />

più in là dall’Acquatic center, nel<br />

Nido D’Uccello ha frantumato tutti<br />

i record della velocità. Dietro al<br />

campione americano tutto il nuoto<br />

che nell’e<strong>di</strong>zione appena conclusa<br />

ha fatto ancora un salto in avanti:<br />

venticinque record del mondo stabiliti,<br />

in cui per una volta c’è anche<br />

un pezzo d’Italia. Ha la faccia da<br />

Sport<br />

bad girl <strong>di</strong> Federica Pellegrini, che<br />

si mangia l’oro dei 400 stile, e poi<br />

si riscatta ampiamente con il titolo e<br />

doppio primato mon<strong>di</strong>ale sui 200. E<br />

sono state Olimpia<strong>di</strong> in cui in acqua<br />

ha tenuto banco anche la guerra dei<br />

costumi: a tenere la scena il body laser<br />

adottato, tra l’altro, dalla squadra<br />

americana. Mute ad altissima tecnologia,<br />

dei bob in tessuto e poliuretano<br />

stu<strong>di</strong>ati per scivolare sull’acqua<br />

come saette. “Aiutino” regolare? La<br />

Fina ha dato<br />

il via libera,<br />

innescando<br />

un vespaio<br />

senza fi ne.<br />

Ma lui, il<br />

campione che<br />

ha stracciato<br />

qualsiasi record,<br />

si può<br />

permettere il<br />

lusso <strong>di</strong> snobbarli<br />

i costumi<br />

<strong>di</strong> ultima<br />

generazione:<br />

li indossa, da<br />

contratto, ma<br />

preferirebbe<br />

tornare all’antico.Magari<br />

allo slip<br />

un po’ vintage,<br />

lo stesso<br />

con cui quasi<br />

40 anni fa volava in acqua il mito<br />

senza più record che si chiama Spitz.<br />

A Londra Super Michael sarà ancora<br />

l’uomo da battere ed ha già annunciato<br />

che nel 2012 tenterà <strong>di</strong> battere<br />

il record <strong>di</strong> 8 medaglie d’oro: “Ogni<br />

quattro anni gli atleti olimpici sognano<br />

<strong>di</strong> partecipare alle Olimpia<strong>di</strong><br />

- ha detto il 23.enne <strong>di</strong> Baltimora -<br />

. E subito dopo che un’e<strong>di</strong>zione dei<br />

giochi è terminata, si inizia a pensare<br />

a quella successiva, al modo in cui<br />

dobbiamo prepararci e su cosa fare<br />

<strong>di</strong> nuovo. Penso che mi allenerò per<br />

il dorso o per i 100 stile libero”, proprio<br />

le due <strong>di</strong>scipline in cui Phelps<br />

non ha gareggiato alle Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Pechino. Mission impossible per il<br />

resto del mondo che nuota. ●<br />

Panorama 27


28 Panorama<br />

Sport<br />

Bolt<br />

il nuovo<br />

fi glio<br />

del vento<br />

Giamaica, la terra <strong>di</strong> Bolt, <strong>di</strong><br />

Powell, delle ragazze d’oro e<br />

d’argento. Che da quelle parti fossero<br />

velocissimi si sapeva: così tanto,<br />

però, non si sospettava. Usain Bolt<br />

(che vuol <strong>di</strong>re fulmine) ha vinto,<br />

con i record del mondo, 100, 200 e<br />

staffetta veloce. Solo Jesse Owens e <strong>di</strong>ventato 19.30 proprio ad opera del<br />

Carl Lewis c’erano riusciti in 112 Lampo nero che ha fatto impazzire<br />

anni <strong>di</strong> Giochi. Owens e Lewis: due la Cina e portato lo sprint nel mondo<br />

statunitensi. Questa volta il Grande del futuro. Bolt, quando avrà voglia<br />

Mito si è sfaldato, con esibizioni in <strong>di</strong> farlo, può veramente <strong>di</strong>ventare il<br />

staffetta che sembravano quelle <strong>di</strong> primo uomo nella storia dello sport<br />

Ridolini. Il destino ce l'ha già nel del mondo a detenere in contempo-<br />

cognome, Bolt signifi ca lampo e si ranea i primati mon<strong>di</strong>ali delle tre <strong>di</strong>-<br />

è visto sulla velocissima pista <strong>di</strong> Pestanze più brevi dell'atletica all'aperchino,<br />

dove Usain ha promesso <strong>di</strong> to: è solo una questione <strong>di</strong> tempo,<br />

tornare "perché qui si corre bene, perché questo 22.enne, negli anni<br />

e poi mi sono anche veramente<br />

<strong>di</strong>vertito". Le<br />

Olimpia<strong>di</strong> del 2008 verranno<br />

ricordate per sempre<br />

grazie alle imprese del<br />

fenomenale velocista giamaicano<br />

che non ha potuto<br />

battere un solo record,<br />

quello degli otto ori vinti<br />

dal nuotatore Michael<br />

Phelps soltanto perché<br />

l'atletica non gli mette a<br />

<strong>di</strong>sposizione abbastanza<br />

gare. Potrebbe però de<strong>di</strong>carsi<br />

anche ai 400, per ora<br />

non gli va ma in futuro è<br />

probabile che lo faccia, e<br />

se resterà il Bolt <strong>di</strong> Pechi-<br />

Il mon<strong>di</strong>ale dei 100...<br />

9,95 - Jim Hines (USA) 14.10.1968 Città del Messico<br />

9.93 - Calvin Smith (USA) 03.07.1983 Colorado<br />

9.92 - Carl Lewis (USA) 24.09.1988 Seul<br />

9.90 - Leroy Burrell (USA) 14.06.1991 New York<br />

9.86 - Carl Lewis (USA) 25.08.1991 Tokio<br />

9.85 - Leroy Burrell (USA) 06.07.1994 Losanna<br />

9.84 - Donovan Bailey (Can) 27.07.1996 Atlanta<br />

9.79 - Maurice Greene (USA) 16.06.1999 Atene<br />

9.77 - Asafa Powell (Giam) 14.06.2005 Atene<br />

9.77 - Asafa Powell (Giam) 11.06.2006 Gateshead<br />

9.77 - Asafa Powell (Giam) 18.08.2006 Zurigo<br />

9.74 - Asafa Powell (Giam) 09.09.2007 Rieti<br />

9.72 - Usain Bolt (Giam) 01.06.2008 New York<br />

9.69 - Usain Bolt (Giam) 16.08.2008 Pechino<br />

...e quello dei 200 metri<br />

no, o sarà perfi no migliore<br />

(la sua crescita tecnica,<br />

garantisce il tecnico Glen<br />

Mills, non è ancora terminata,<br />

"visto che che Bolt è<br />

un predestinato"), probabilmente<br />

toglierà un altro<br />

primato del mondo a Michael<br />

Johnson, dopo quel<br />

19.32 che sembrava ancora<br />

fuori portata e invece è<br />

20.2 - Henry Carr (USA) 04.04.1964 - Tempe<br />

20.0 - Tommie Smith (USA) 11.06.1966 - Sacramento<br />

19.8 - Tommie Smith (USA) 16.10.1968 - Città del Messico<br />

19.8 - Donald Quarrie (Giam) 03.08.1971 - Calì<br />

19.8 - Donald Quarrie (Giam) 07.06.1975 - Eugene<br />

19.83 - Tommie Smith (USA) 16.10.1968 - Città del Messico<br />

19.72 - Pietro Mennea (Ita) 12.09.1979 - Città del Messico<br />

19.66 - Michael Johnson (USA) 23.06.1996 - Atlanta<br />

19.32 - Michael Johnson (USA) 01.08.1996 - Atlanta<br />

19.30 - Usain Bolt (Giam) 20.08.2008 - Pechino<br />

passati campione del mondo allievi<br />

e juniores, ha risolto alcuni problemi<br />

muscolari e migliorato la tecnica<br />

<strong>di</strong> partenza ed è defi nitivamente<br />

esploso fi no a <strong>di</strong>ventare Superman<br />

2, come lo ha defi nito Johnson.<br />

Per ora non ha avversari, basti<br />

pensare a come ha vinto le sue due<br />

prime medaglie olimpiche: ha promesso<br />

<strong>di</strong> regalare altre emozioni nel<br />

dopo-Olimpia<strong>di</strong>. Non c'è ragione per<br />

non credergli.<br />

Intanto il presiden-<br />

te della federazione internazionale<br />

<strong>di</strong> atletica,<br />

Lamine Diack, lo ha<br />

defi nito "più importante<br />

per il nostro sport anche<br />

<strong>di</strong> Carl Lewis: nessuno<br />

ha fatto ciò che è<br />

riuscito a lui, e guardate<br />

in che modo. Nei giorni<br />

dei Giochi ha fatto<br />

parlare tutto il mondo e<br />

l'atletica leggera non ha<br />

mai avuto una risonanza<br />

me<strong>di</strong>atica del genere".<br />

Diack ha ragione,<br />

intanto Bolt si è messo<br />

al collo tre medaglie<br />

d'oro ed altrettanti record:<br />

al fantastico volo<br />

sui 100, dove "the Lightining<br />

Bolt" ha fatto<br />

crollare la barriera dei<br />

9.70 in una fi nale che<br />

resterà nella storia delle<br />

Olimpia<strong>di</strong>, vanno aggiunti<br />

il 19.30 sui 200 e<br />

quello della 4X100. ●


Slovenia, 5 e lode!<br />

Pechino 2008 da record per la<br />

Slovenia. Infatti tra Olimpia<strong>di</strong><br />

estive ed invernali, dal 1992 ad<br />

oggi, mai la Slovenia aveva chiuso la<br />

rassegna con un bottino così ricco <strong>di</strong><br />

allori: un oro, due argenti ed altrettanti<br />

bronzi. Medagliere certamente<br />

sontuoso e <strong>di</strong> valore assoluto se si<br />

tiene in considerazione che l’oro <strong>di</strong><br />

Primož Kozmus nel lancio del martello<br />

e <strong>di</strong> Sara Isakovič nei 200 stile<br />

libero arrivano dalle due <strong>di</strong>scipline<br />

più nobili tra le 28 in programma,<br />

l’atletica leggera e il nuoto. Ma non<br />

va sottovalutato nemmeno l’argento<br />

nella classe laser del velista isolano<br />

Vasilij Žbogar o i bronzi della<br />

judoka <strong>di</strong> Celje Lucija Polavder nella<br />

categoria oltre i 78 chilogrammi e<br />

dell’inossidabile tiratore, il 45.enne<br />

Rajmond Debevec alla sua settima<br />

partecipazione ai Giochi, a 24 anni<br />

dall’esor<strong>di</strong>o a Los Angeles 1984, nella<br />

carabina 50 metri tre posizioni.<br />

Pechino è stato un successo senza<br />

precedenti, ha rimarcato il presidente<br />

del comitato olimpico sloveno Janez<br />

Kocijančič. Ma il noto psicologo dello<br />

sport Matej Tušak ammonisce.<br />

“Sarebbe bello affermare che i<br />

risultati della Slovenia sono frutto<br />

<strong>di</strong> un piano mirato da parte delle<br />

infrastrutture dello Stato, ma ahimé<br />

non è così. Le medaglie sono<br />

un progetto <strong>di</strong> pochi singoli che<br />

hanno gran<strong>di</strong> ambizioni e motivazioni”.<br />

E la vicecampionessa<br />

<strong>di</strong> Atlanta nei 100 ostacoli Brigita<br />

Bukovec affonda ulteriormente<br />

il colpo. “Quando sei un<br />

ex atleta fi nisci nel <strong>di</strong>menticatoio.<br />

Chi prima si fotografava<br />

e cercava pubblicità gratis non<br />

si fa più vedere. È quello che<br />

sta accadendo ora in campagna<br />

elettorale, tutti vogliono<br />

comparire acanto a uno sportivo<br />

medagliato. Ma poi sei lasciato<br />

a te stesso”.<br />

Ad Atene 2004, quando gli<br />

sloveni tornarono in Patria con<br />

un argento e tre bronzi, si parlò <strong>di</strong><br />

grande impresa considerando che<br />

nelle precedenti tre partecipazioni<br />

erano arrivate sempre<br />

solo due medaglie. Andraž<br />

Vehovar, capodelegazione,<br />

nonché medaglia d’argento<br />

nel kayak su acque mos-<br />

se ad<br />

Atlanta<br />

‘96, alla vigilia<br />

della 29.esima e<strong>di</strong>zione<br />

delle Olimpia<strong>di</strong> aveva<br />

<strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> attendersi un<br />

bottino <strong>di</strong> cinque, sei medaglie.<br />

E a chi gli <strong>di</strong>ceva<br />

che era forse troppo<br />

ottimista, rispondeva no,<br />

sono semplicemente realista”.<br />

E i risultati gli hanno<br />

dato ragione. Una curiosità:<br />

le medaglie sono arrivate<br />

nei giorni <strong>di</strong>spari. Si è’<br />

iniziato il 13 agosto con la<br />

Isakovič, si è proseguito<br />

il 15 con la Polavder, poi<br />

due giorni dopo, il 17, si<br />

è raddoppiato con Debevec<br />

e Kozmus per concludersi il<br />

L’isolano del Burja Vasilij Žbogar (Capo<strong>di</strong>stria, 4 otot- tobre 1975), velista classe Laser, argento a Pechino,<br />

bronzo ad Atene e campione europeo nel 2003. Foto<br />

grande: Primož Kozmus (Novo Mesto, 30 settembre<br />

1979), prima dell’oro olimpico nel martello, è stato<br />

vicecampione del mondo a Osaka 2007<br />

19 con Žbogar, l’unico che ha saputo<br />

ripetersi a 4 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.<br />

Nella memoria <strong>di</strong> tutti resteranno<br />

ovviamente i trofei, ma non bisogna<br />

<strong>di</strong>menticare nemmeno il<br />

quarto posto nel quattro senza<br />

del canottaggio, il sesto della<br />

triplista Marija Šeštak e della<br />

capo<strong>di</strong>striana Špela Ponomarenko<br />

nel K1 500 metri su<br />

acque ferme. Avrebbe meritato<br />

maggior fortuna il velista<br />

Gašper Vinčec nella classe Finn<br />

ma nella medal race il capo<strong>di</strong>striano<br />

ha fatto delle scelte infelici<br />

chiudendo decimo, piazzamento<br />

che poi alla fi ne gli è<br />

valso il settimo posto, lo stesso<br />

piazzamento <strong>di</strong> Urška Žolnir<br />

che nel judo, categoria sino ai 63<br />

kg, ha avuto la sfortuna <strong>di</strong> affrontare<br />

i due autentici tabù, la francese<br />

Lucie Decosse, argento, e<br />

l’olandese Elisabeth Willeboordse,<br />

bronzo. ●<br />

Panorama 29


Vlašić, l'impietosa legge dello sport<br />

Capitolo Croazia: ci hanno pensato<br />

gli sport in<strong>di</strong>viduali (anche<br />

alcuni <strong>di</strong> quelli ingiustamente<br />

defi niti "minori") a bilanciare le delusioni<br />

procurate dai (gran<strong>di</strong>) favoriti.<br />

Due delusioni su tre sono arrivate dagli<br />

sport <strong>di</strong> squadra: prosciolta la resuscitata<br />

nazionale <strong>di</strong> basket (arrivata miracolosamente<br />

a ottenere in extremis il visto<br />

per Pechino e poi capace <strong>di</strong> guadagnare<br />

i quarti), la squadra <strong>di</strong> pallamano e<br />

soprattutto quella <strong>di</strong> pallanuoto, hanno<br />

mancato l’obiettivo medaglia. Ma se il<br />

team dell'istriano Lino Červar ci è andato<br />

vicino, la pattuglia <strong>di</strong> Ratko Ru<strong>di</strong>ć<br />

ben <strong>di</strong>ffi cilmente potrà giustifi care il<br />

modesto piazzamento e il black out nel<br />

gioco verifi catosi dopo una partenza a<br />

razzo, che realisticamente lasciava ben<br />

sperare e faceva credere che le roboanti<br />

promesse della vigilia non erano soltanto<br />

frasi da guasconi. Tanto che qualcuno<br />

già mette il grande Ru<strong>di</strong>ć sull'avviso<br />

che i mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> Roma del prossimo<br />

anno potrebbero essere la sua ultima<br />

spiaggia. Occhio a farsi illusioni, che<br />

poi altrimenti le delusioni sono ancora<br />

più scottanti, come quelle dei nuotatori<br />

Duje Draganja e Sanja Jovanović, dei<br />

rematori, dei velisti...<br />

Comunque, la Croazia ha fatto ritorno<br />

da Pechino con 5 medaglie,<br />

come da Atene, ma il bilancio <strong>di</strong> quattro<br />

anni fa era stato più ricco (1 oro,<br />

pallamano, 2 argenti, Duje Draganja<br />

50 s.l., Siniša e Nikša Skelin due senza<br />

<strong>di</strong> canottaggio, e due bronzi, Nikolaj<br />

Pešalov nel sollevamento pesi, Mario<br />

Ančić e Ivan Ljubičić nel doppio <strong>di</strong><br />

tennis). All'ombra della Grande muraglia<br />

non c'è stata alcuna riconferma ma<br />

sono emersi nomi e volti nuovi. Se il<br />

bronzo della fi umana Snježana Pejčić<br />

nel tiro a segno (carabina 10 metri) non<br />

era facilmente preve<strong>di</strong>bile, non possono<br />

essere considerati una<br />

Ginnastica, cavallo con maniglie:<br />

Filip Ude <strong>di</strong> Čakovec (3 giugno<br />

1986) ai Giochi ha ripetuto<br />

l’argento europeo e <strong>di</strong> Coppa<br />

del Mondo 2008<br />

Blanka Vlašić (Spalato, 8 settembre<br />

1983) è campionessa mon<strong>di</strong>ale in<br />

carica (Osaka 2007, con 2,05) ma il<br />

suo record personale è 2,07 metri<br />

(7 agosto 2007), terzo risultato<br />

<strong>di</strong> sempre (alla pari della bulgara<br />

Andonova, 1984), preceduto dal<br />

2,09 della primatista mon<strong>di</strong>ale<br />

Stefka Kosta<strong>di</strong>nova (1987) e dal<br />

2,08 della svedese Bergqvist (2006)<br />

sorpresa i terzi posti della<br />

zagabrese Martina Zubčić<br />

e <strong>di</strong> Sandra Šarić <strong>di</strong> Segna,<br />

ai vertici del taekwondo<br />

europeo e mon<strong>di</strong>ale già da<br />

qualche anno. Anche il ginnasta<br />

<strong>di</strong> Čakovec Filip Ude<br />

volteggia ad altissimi livelli<br />

sul cavallo con maniglie<br />

ed a Pechino non ha fatto<br />

altro che riconfermare la<br />

A Sidney 2000 era appena una ragazzina<br />

<strong>di</strong> 16 anni; ad Atene 2004 era malata;<br />

quelle cinesi sono state quin<strong>di</strong> le<br />

sue prime, vere, Olimpia<strong>di</strong>. E lei aveva<br />

già in testa il modo in cui festeggiare<br />

un'eventuale medaglia d'oro:<br />

"Un sogno l'avrei: una gara <strong>di</strong> salto in<br />

alto a Spalato, in Procuratia, fra le rovine<br />

romane <strong>di</strong> Diocleziano e quelle<br />

veneziane. È una piazza che guarda il<br />

mare, e noi atleti salteremmo verso il<br />

cielo: in pochi metri ci sarebbero tutta<br />

l'essenza e la natura della mia gente".<br />

Dominatrice incontrastata delle ulti-<br />

bontà del suo talento. Una<br />

me due stagioni, favorita d'obbligo, è<br />

schiera <strong>di</strong> atleti silenziosi,<br />

stata battuta nel modo più incre<strong>di</strong>bile<br />

sconosciuti ai più, abituati<br />

dalla belga Tia Hellebaut, campiones-<br />

a lavorare lontano dal clasa<br />

europea all'aperto 2006 (2,03 m) e<br />

more, che soltanto questo<br />

indoor 2007 (2,05 m). La Vlašić ave-<br />

evento, e le medaglie conva<br />

sfoderato una prestazione esente<br />

quistate, ha riportato sot-<br />

da errori fi no a 2,03, ma ha sbagliato<br />

i rifl ettori dell’opinione<br />

to il primo tentativo a 2,05 mentre la<br />

pubblica.<br />

Hellebaut, dopo un errore a 1,99, 2,01 ha chiesto <strong>di</strong> passare a 2,07 ma lo<br />

Altro <strong>di</strong>scorso, inve-<br />

e 2,03, è riuscita a varcare l'asticella al ha fatto quando era già partito il<br />

ce, per la grande Blanka<br />

primo colpo. A questo punto la Vlašić countdown per il secondo salto a<br />

Vlašić, campionessa mon-<br />

2,05, che è riuscita a varcare ma<br />

<strong>di</strong>ale in carica e, cre<strong>di</strong>amo<br />

alla successiva misura ha sbaglia-<br />

solo momentaneamente,<br />

to tutti e tre i tentativi. Oro quin<strong>di</strong><br />

spodestata dal trono del-<br />

alla Hellebaut che a 30 anni (coml'alto.<br />

Non rivederla danpiuti<br />

lo scorso febbraio) centra il<br />

zare sulla pista d'atletica<br />

più grande successo della sua car-<br />

dello sta<strong>di</strong>o olimpico <strong>di</strong><br />

riera, e argento senza rimpianti per<br />

Pechino è stata una delle<br />

Blanka. È la legge dello sport, non<br />

sorprese più clamorose dei<br />

Giochi. Sì, perché Blanka<br />

è solita festeggiare le vittorie<br />

più belle danzando<br />

a ritmo <strong>di</strong> rap sulla pista,<br />

appena fi nito <strong>di</strong> rimbalzare<br />

sul materassino, dopo essersi<br />

accertata con un rapido<br />

sguardo dei suoi occhi<br />

ver<strong>di</strong> trasparenti e profon<strong>di</strong><br />

che l'asticella si è ancora<br />

una volta inchinata ai suoi<br />

voleri, rimanendo fi ssa al<br />

suo posto e garantendole<br />

così l'ennesimo successo.<br />

c'è "ingiustizia" che tenga. Diventa<br />

comunque la prima atleta croata<br />

a vincere una medaglia olimpica<br />

nell'atletica leggera. Ma la giovane<br />

età, un personale <strong>di</strong> 2,07 e i 34<br />

successi consecutivi nelle ultime<br />

due stagioni, ne fanno comunque<br />

la più seria can<strong>di</strong>data a succedere<br />

alla Kosta<strong>di</strong>nova (2,09) nel libro<br />

dei record, magari anche a incassare<br />

il premio, 1 milione <strong>di</strong> dollari, in<br />

palio per la migliore atleta del circuito<br />

IAAF Golden League. E tra<br />

qualche tempo potrà pensare alla<br />

prossima Olimpiade.●<br />

Bronzo per Snježana Pejčić,<br />

fi umana (13 luglio 1982), tiro<br />

a segno - carabina 10 metri.<br />

Dopo la collezione <strong>di</strong> po<strong>di</strong> eueu- ropei (oro 2005, argento 2008,<br />

bronzo 2006) nel teakwondo<br />

57 kg è arrivato il bronzo <strong>di</strong> PePechino per la zagabrese Marti-<br />

na Zupčić (2 giugno 1989, foto<br />

in alto), successo bissato nella<br />

cat. 67 kg da Sandra Šarić <strong>di</strong><br />

Segna (8 maggio 1984, a sinisini- stra), campionessa europea in<br />

carica, argento (2003) e bron-<br />

zo ai mon<strong>di</strong>ali (2005 e 2007)<br />

30 Panorama Panorama 31


Roberto Cammarelle (Milano, 30 lulu- glio 1980), campione mon<strong>di</strong>ale e<br />

olimpico dei supermassimi<br />

32 Panorama<br />

La u<strong>di</strong>nese Chiara Cainero (24<br />

marzo 1978) ha vinto, prima ita-<br />

liana nella storia del tiro a volo,<br />

l’oro nello skeet. Nella foto gran-<br />

de Alex Schwazer (Vipiteno, 26<br />

<strong>di</strong>cembre 1984), dopo due bron-<br />

zi mon<strong>di</strong>ali, a Pechino ha centrato<br />

l’oro nella 50 km <strong>di</strong> marcia


Il terzo urlo <strong>di</strong> Valentina Vezzali,<br />

l'abbraccio ai pie<strong>di</strong> del po<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

mamma Idem con i piccoli Janek<br />

e Jonas, la marcia trionfale con bacio<br />

al braccialetto pegno d'amore <strong>di</strong><br />

Alex Schwazer, il record del mondo<br />

<strong>di</strong> Federica Pellegrini, i pugni d'oro<br />

<strong>di</strong> Roberto Cammarelle. C'é tutta<br />

l'Italia nella traccia d'azzurro lasciata<br />

ai Giochi <strong>di</strong> Pechino: il riscatto, la<br />

conferma, i sentimenti, il nuovo. E<br />

sono tante le facce mai viste, quelle<br />

dei campioni che hanno fatto se non<br />

gran<strong>di</strong>ssima, almeno nuova l'Italia<br />

dello sport. L'olimpiade pechinese si<br />

è chiusa con 28 po<strong>di</strong>, quattro in meno<br />

rispetto ad Atene, <strong>di</strong> cui otto ori, che<br />

erano stati <strong>di</strong>eci quattro anni fa.<br />

Il Coni guarda però al bicchiere<br />

mezzo pieno, parla <strong>di</strong> ricambio generazionale,<br />

perché è vero che nonostante<br />

i tanti "vecchietti" ancora<br />

sulla cresta dell'onda e sempre prezioso<br />

bacino a cui attingere, l'età me<strong>di</strong>a<br />

dei medagliati si è abbassata. Ma<br />

sono le <strong>di</strong>scipline riemerse e i volti<br />

nuovi ad aver ridato una lucidata all'Italia<br />

sportiva. Tra i segni più <strong>di</strong> un<br />

bilancio con <strong>di</strong>verse luci, ma anche<br />

alcune ombre (a cominciare dalla<br />

ginnastica e i tanti quarti posti), piazza<br />

d'onore al pugilato, che mette nel<br />

sacco tre medaglie <strong>di</strong> altrettanti metalli,<br />

compreso l'oro del supermassimo<br />

che mancava da vent'anni. Tra i<br />

segni meno invece il tramonto dei<br />

campioni <strong>di</strong> Atene. Unica eccezione<br />

l'inossidabile Vezzali, che resta regina<br />

del fi oretto per la terza e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

fi la (con la scherma solita fabbrica <strong>di</strong><br />

medaglie, questa volta sono due ori e<br />

cinque bronzi) o Josefa Idem, che a<br />

quasi 44 anni perde <strong>di</strong> quattro millesimi<br />

l'oro della canoa. È argento, ma<br />

quel po<strong>di</strong>o al fotofi nish la ricarica<br />

forse fi no ai Giochi <strong>di</strong> Londra.<br />

Ma tante medaglie sono quelle<br />

su cui pochi avrebbero scommesso:<br />

si chiamano Giulia Quintavalle,<br />

eroina del judo, Andrea Minguzzi,<br />

lottatore show man, e ancora Matteo<br />

Tagliariol, la scherma nuova, o<br />

Mauro Sarmiento, che tinge d'argento<br />

il taekwondo. Pechino registra<br />

<strong>di</strong> sicuro il fl op delle squadre:<br />

ad Atene in quattro erano salite sul<br />

po<strong>di</strong>o, in Cina tutte fuori. Crisi della<br />

pallavolo, che dopo anni <strong>di</strong> dominio<br />

Sport<br />

Italia, <strong>di</strong>scipline riemerse e volti nuovi<br />

La nuotatrice veneziana Federica Pellegrini (a destra)<br />

è nata a Mirano il 5 agosto 1988. È detentrice<br />

del record del mondo dei 400 e dei 200 stile libero,<br />

quest’ultimo stabilito nella fi nale <strong>di</strong> Pechino vinta<br />

davanti alla slovena Sara Isakovič (Bled, 9 giugno<br />

1988), campionessa europea in carica<br />

assoluto adesso è costretta a restare<br />

alla fi nestra. È fi nita l'era del Settebello,<br />

ma neanche il Setterosa ha salvato<br />

la pallanuoto azzurra. Il calcio,<br />

dopo la parentesi <strong>di</strong> bronzo <strong>di</strong> Atene,<br />

è ritornato alla sua storia <strong>di</strong> fallimenti<br />

olimpici.<br />

Torna a casa con almeno un paio<br />

<strong>di</strong> medaglie in meno anche il nuoto:<br />

l'oro con record del mondo della Pellegrini<br />

e l'argento <strong>di</strong> Alessia Filippi<br />

salvano la piscina azzurra. Delude<br />

Filippo Magnini, arrivato da doppio<br />

campione del mondo, e ripartito con<br />

zero medaglie e molte polemiche.<br />

Note dolenti per l'atletica: falliscono<br />

i volti da copertina, primo fra tutti<br />

quello <strong>di</strong> Andrew Howe, salva tutti<br />

la marcia, con Alex Schwazer che<br />

interrompe il lungo silenzio sulla 50<br />

km seguito al successo del fi umano<br />

Abdom Pamich a Tokio. In pista<br />

l'atletica italiana continua a non decollare,<br />

anche se le fi nali raggiunte<br />

sono raddoppiate rispetto a quattro<br />

anni fa. Perde l'oro anche il ciclismo,<br />

a beffare le due ruote azzurre è ancora<br />

una volta la Spagna e l'Italia si<br />

consola con Rebellin.●<br />

Scherma: Valentina Vezzali (Jesi, 14 febbraio 1974) a<br />

Pechino ha conquistato un oro in<strong>di</strong>viduale e un bronzo<br />

a squadre, per un totale <strong>di</strong> 5 ori, un argento e un<br />

bronzo in 4 Olimpia<strong>di</strong>. A destra Margherita Granbassi,<br />

triestina (primo settembre 1979), che dopo 2 ori e<br />

due argenti mon<strong>di</strong>ali ha vinto due bronzi olimpici<br />

Panorama 33


Il 9 settembre <strong>di</strong> cent'anni fa a San Stefano Belbo, fra le colline delle<br />

Città e campagna, polarità inconcili<br />

<strong>di</strong> Stefano Ver<strong>di</strong>no<br />

Vissuto sempre tra Torino e le<br />

Langhe, Pavese ha sempre<br />

amato simbolizzare questa sua<br />

situazione biografi ca nella relazioneantitesi<br />

tra città e campagna, che è motivo<br />

ricorrente nella sua opera. La città<br />

è il luogo della <strong>di</strong>namica sociale, del<br />

progresso, della storia, dell’operosità e<br />

della razionalità, come lui poteva cogliere<br />

nella Torino laboriosa della Fiat<br />

e dei circoli intellettuali, laici e antifascisti,<br />

<strong>di</strong> ascendenza illuministica, che<br />

frequentava. La città è pertanto il luogo<br />

della vita adulta, della responsabilità e<br />

soprattutto della maturità, che per lo<br />

scrittore è un obiettivo da raggiungere,<br />

secondo una formulazione fatta da<br />

Shakespeare nel Re Lear, che <strong>di</strong>venta il<br />

suo motto ("l’uomo deve sopportare / il<br />

suo andarsene <strong>di</strong> qua, così come il venirci.<br />

/ La maturità è tutto"). Si delinea<br />

l’ideale dell’uomo autosuffi ciente, che<br />

basta a se stesso ed ha una relazione <strong>di</strong>sincantata<br />

con sentimenti e cose (un<br />

po’ come certi eroi della narrativa e del<br />

cinema americani contemporanei).<br />

Ma tutto questo per Pavese è soprattutto<br />

un dover essere, in quanto,<br />

dall’opposto versante, è vigoroso il<br />

richiamo della campagna. La campagna<br />

è invece il luogo dell’origine, dello<br />

stretto, "fi sico" contatto tra l’uomo e la<br />

terra, una sorta <strong>di</strong> integrazione che gli<br />

appare come un mondo perfetto e assoluto<br />

in sé:<br />

Fermo davanti a una campagna,<br />

smemorato, a un cielo chiaro, a un<br />

corso d’acqua, a un bosco, mi sorprende<br />

la rabbia improvvisa <strong>di</strong> non essere<br />

più io, <strong>di</strong> farmi quel campo, quel<br />

cielo, quel bosco, <strong>di</strong> cercar la parola<br />

che lo traduca tutto quanto, fi no ai fi li<br />

dell’erba, fi no al sentore, fi no al vuoto<br />

("Mal <strong>di</strong> mestiere", in Feria d’agosto,<br />

p. 156 )<br />

Come si vede l’esperienza della<br />

campagna ha un carattere ra<strong>di</strong>cale ed<br />

assoluto: è piena identità che assorbe<br />

l’uomo in un "tutto quanto" primario,<br />

in cui si manifesta, in modo "bruto" la<br />

vita, fuori <strong>di</strong> qualsiasi schematizzazione<br />

e razionalizzazione. La campagna<br />

<strong>di</strong>venta così esperienza dell’irrazionale<br />

34 Panorama<br />

La cultura italiana ricorda il centenario<br />

della nascita <strong>di</strong> Cesare Pavese<br />

vitale, che egli concepisce sulla scorta<br />

del <strong>di</strong>onisiaco <strong>di</strong> Nietzsche e <strong>di</strong> varie<br />

suggestioni antropologiche (da Frazer<br />

a Kerényi). Solo nell’infanzia si è inconsapevolmente<br />

e compattamente legati<br />

al mondo-campagna e, anche per<br />

questo, l’infanzia è uno sta<strong>di</strong>o insuperabile<br />

per Pavese che anela tornarvi.<br />

Da qui il tema del ritorno all’infanzia<br />

(con la memoria o con la proiezioni in<br />

altri personaggi) e alla campagna, in<br />

una strategia <strong>di</strong> evidente regressione;<br />

ma il forte problematicismo <strong>di</strong> Pavese<br />

e il "dover essere" della città vanifi -<br />

cano il desiderio della regressione che<br />

è autenticamente impraticabile. Città<br />

e campagna <strong>di</strong>ventano perciò polarità<br />

inconciliabili, che lo condannano<br />

a un permanente stato <strong>di</strong> sofferenza e<br />

tensione, in balia da un lato a un profondo<br />

senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne (segno della<br />

continua inadeguatezza ai suoi obiettivi<br />

e al "dover essere"), dall’altro a una<br />

nostalgia amara per la coazione a ripetere<br />

l’impossibile ritorno.<br />

Per lungo tempo la scrittura è stata<br />

per Pavese l’unica possibilità <strong>di</strong> vivere<br />

ed esprimere questo suo complesso<br />

mondo interiore. Intellettuale colto<br />

e raffi nato, grande cultore dei classici<br />

(da Omero a Virgilio, da Esiodo a Erodoto)<br />

e del linguaggio shakespiriano, si<br />

forma soprattutto su "Vico e l’antropologia"<br />

e su "Moby Dick". Da queste<br />

molteplici letture elabora la sua "poetica<br />

del mito", che informa tutta la sua<br />

opera, ma è messa a fuoco soprattutto<br />

negli anni <strong>di</strong> guerra (1943-44) e successivamente.<br />

Il mito per Pavese è una chiave interpretativa<br />

del reale e un modo <strong>di</strong> scrivere,<br />

che si esprime attraverso una rete<br />

<strong>di</strong> simboli, dai connotati fi losofi ci ed<br />

antropologici: mito vuol <strong>di</strong>re una trasposizione<br />

della vita fuori del tempo (e<br />

quin<strong>di</strong> della morte) in una <strong>di</strong>mensione<br />

assoluta, che non fa che ripetersi identica.<br />

In altre parole il mito vuole essere<br />

un fondamento del sacro della vita,<br />

che, a suo modo religioso, egli avverte<br />

nei cicli naturali, che sono appunto<br />

perfetta ripetizione. Il mito ci attesta<br />

del sacro e del suo legame con l’uomo,<br />

che anela a sottrarsi alla <strong>di</strong>spersione del<br />

tempo e della morte per rifl uire nel ciclo<br />

come "destino":<br />

Che cos’è questo destino? Che anche<br />

i gesti, le parole, la vita umana siano<br />

veduti come simbolo, come mito,<br />

signifi ca che si confi gurano come esi-<br />

Stefano Ver<strong>di</strong>no, nato a Genova e docente <strong>di</strong> letteratura italiana<br />

all’Università <strong>di</strong> questa città, si è occupato <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi nomi e perio<strong>di</strong><br />

della letteratura italiana, dalla poesia del Seicento al Tasso, da Leopar<strong>di</strong><br />

a Manzoni. Particolarmente corposa e approfon<strong>di</strong>ta è la mole<br />

della sua opera riguardante Eugenio Montale e, ultimamente Luzi,<br />

del cui libro La poesia <strong>di</strong> Mario Luzi (2007) si è parlato anche su queste<br />

pagine. Ver<strong>di</strong>no ha inoltre all’attivo approfon<strong>di</strong>ti stu<strong>di</strong> su Enrico<br />

Morovich, a cui fu anche vivico mentre era in vita. Degli scritti sul<br />

tema vanno ricordati I racconti del dopoguerra <strong>di</strong> Morovich (rivista<br />

“Pragma”1990), “Fortuna e sfortuna critica <strong>di</strong> Enrico Morovich (“Resine”,<br />

1994) e La debole poesia <strong>di</strong> Morovich (“Istmi”, 2001).


Langhe, nasceva lo scrittore Cesare Pavese<br />

bile che crea sofferenza<br />

stenti fuori del tempo e insieme ogni<br />

volta scoperti come unici, come per<br />

la prima volta rivelati. Una vita appare<br />

destino quando inaspettatamente<br />

si rivela esemplare e fi ssata per sempre<br />

("La poetica del destino", in Saggi<br />

letterari)<br />

La poetica del mito, perciò, è attenta<br />

alle misure esistenziali che si ritrovano<br />

sotto i simboli-archetipi che sono a fondamento<br />

della vita e della cultura e che<br />

si concentrano su una fonte eminentemente<br />

sessuale (la collina-mammella;<br />

la penetrazione nella terra; il sangue; il<br />

fuoco; l’acqua). Per Pavese la sessualità<br />

è un fatto ossessivo e fondamentale,<br />

in quanto contiene in sé sia l’amore<br />

che la morte, eros e thanatos ed è perciò<br />

massima espressione del mistero e dell’ambiguità<br />

alla ra<strong>di</strong>ce delle cose.<br />

Della vasta e varia attività (romanzi,<br />

saggi, poesie) in solo 42 anni <strong>di</strong> vita,<br />

risalta tutt’oggi l’ultima fase, alla fi ne<br />

degli anni ‘40, con La casa in collina,<br />

Il <strong>di</strong>avolo sulle colline, Tra donne sole<br />

e La luna e i falò.<br />

La poetica del mito è qui al suo apice,<br />

ma nello stesso tempo lo scrittore,<br />

per la prima volta, accetta in La casa in<br />

collina <strong>di</strong> non fuggire la storia (e precisamente<br />

l’impegno nella resistenza) e <strong>di</strong><br />

porla in relazione critica con il suo universo<br />

mitico, con aspetti <strong>di</strong> assimilazione<br />

ma anche <strong>di</strong> contrasto, nella più netta<br />

domanda <strong>di</strong> responsabilità e <strong>di</strong> interrogazione<br />

esistenziale che la guerra partigiana<br />

gli pone. Egli è oltretutto l’unico<br />

al suo tempo che non mitizza la resistenza<br />

ma la vede come "guerra civile"<br />

<strong>di</strong> cui ci si chiede vanamente senso e<br />

giustifi cazione. La guerra, presente proprio<br />

nella sua "sacra" campagna, sembra<br />

ad<strong>di</strong>rittura una profanazione e qualcosa<br />

<strong>di</strong> inesplicabile rispetto anche ai riti violenti<br />

della terra (come Paesi tuoi).<br />

Con La luna e i falò si riprende il<br />

nesso mito-storia <strong>di</strong> La casa in collina<br />

e lo si approfon<strong>di</strong>sce in <strong>di</strong>rezione decisamente<br />

tragica: il ritorno alla terra e<br />

l’autosuffi cienza <strong>di</strong> Anguilla si sgretolano<br />

davanti al peso inquietante della<br />

recente guerra, per cui l’unico ritorno<br />

possibile è quello auto<strong>di</strong>struttivo e della<br />

<strong>di</strong>ssoluzione in "cenere" della vita<br />

umana.<br />

In un’intervista alla ra<strong>di</strong>o egli<br />

stesso ci spiega come lavora: Quando<br />

Pavese comincia un racconto,<br />

una favola, un libro, non gli accade<br />

mai <strong>di</strong> avere in mente un ambiente<br />

socialmente determinato, un personaggio<br />

o dei personaggi, una tesi.<br />

Quello che ha in mente è quasi sempre<br />

soltanto un ritmo in<strong>di</strong>stinto, un<br />

gioco <strong>di</strong> eventi che, più che altro,<br />

sono sensazioni e atmosfere. Il suo<br />

compito sta nell’afferrare e costruire<br />

questi eventi secondo un ritmo intellettuale<br />

che li trasformi in simboli<br />

<strong>di</strong> una data realtà. Ciò gli riesce,<br />

beninteso, secondo il grado <strong>di</strong> concretezza<br />

sensoriale, <strong>di</strong>alogica, umana,<br />

che porta nella sua elaborazione.<br />

Nasce <strong>di</strong> qua il fatto, non mai abbastanza<br />

notato, che Pavese non si<br />

cura <strong>di</strong> "creare i personaggi". I personaggi<br />

sono per lui un mezzo, non<br />

un fi ne (Saggi letterari).<br />

Questa <strong>di</strong>chiarazione ci chiarisce<br />

l’originalità del suo impianto narrativo<br />

dove l’attenzione all’atmosfera (tipico<br />

della narrativa anni '30) non viene<br />

sviluppato su base impressionistica<br />

ma nell’impianto mitico-simbolico degli<br />

eventi e dei personaggi; sul primato<br />

del ritmo narrativo si ricorda l’infl uenza<br />

della narrativa americana e <strong>di</strong> Conrad<br />

con l’ampio uso <strong>di</strong> quelle tecniche,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista al fl ash-back alla <strong>di</strong>namica<br />

dei <strong>di</strong>aloghi. ●<br />

Perdono a tutti<br />

e non fate troppi<br />

pettegolezzi!<br />

Cesare Pavese nasce il 9 settembre<br />

1908 a Santo Stefano<br />

Belbo, nelle Langhe (Cuneo).<br />

Trasferita la famiglia a Torino,<br />

queste colline rimarranno nella<br />

mente del ragazzo, scontroso e<br />

introverso, su cui incideranno a<br />

fondo anche la morte precoce del<br />

padre e l'irrigi<strong>di</strong>rsi della madre.<br />

Studente universitario, conosce<br />

"la donna dalla voce rauca" e<br />

si trasforma <strong>di</strong>ventando cor<strong>di</strong>ale<br />

e aperto. Laureato a 22 anni con<br />

una tesi su Walt Whitman, traduce<br />

autori inglesi e Usa acquisendo<br />

ben presto ampia fama. La<br />

morte della madre (1931) è un altro<br />

solco amaro.<br />

Negli anni Trenta vive i momenti<br />

migliori con la sua donna,<br />

impegnata a fondo nella lotta<br />

antifascista: nel 1935, accettato<br />

<strong>di</strong> far giungere al proprio<br />

domicilio lettere compromettenti,<br />

viene scoperto ma non fa il<br />

nome della donna. Sconta meno<br />

<strong>di</strong> uno dei tre anni <strong>di</strong> confi no in<br />

Calabria previsti, ma il ritorno è<br />

amarissimo: lei ha sposato un altro.<br />

Nel 1936 esce la prima raccolta<br />

<strong>di</strong> poesie Lavorare stanca.<br />

Nel 1941 la prima opera narrativa<br />

Paesi tuoi.<br />

Ancora a Roma per lavoro conosce<br />

<strong>di</strong> nuovo l'amore, l'attrice<br />

Constance Dowling. Ma l'i<strong>di</strong>llio<br />

fi nisce, la giovane lo lascia e lui<br />

scrive Verrà la morte e avrà i tuoi<br />

occhi…<br />

A questo secondo abbandono,<br />

alle crisi che frammentano i successi<br />

(nel 1938 Il compagno vince<br />

il premio Salento; nel 1949 La<br />

bella estate ottiene lo Strega) non<br />

riesce più a reagire. A 42 anni, il<br />

27 agosto 1950 muore in un albergo<br />

<strong>di</strong> Torino per eccesso <strong>di</strong><br />

barbiturici. Sui Dialoghi con<br />

Leucò, sul como<strong>di</strong>no della stanza,<br />

la nota "Perdono tutti e a tutti<br />

chiedo perdono. Va bene? Non<br />

fate troppi pettegolezzi". ●<br />

Panorama 35


È<br />

morto lontano dalla sua terra, la<br />

Palestina, Mahmoud Darwish,<br />

il più grande poeta arabo e del<br />

popolo senza terra. È morto lontano,<br />

come era stato sempre costretto a viverci,<br />

dopo che nel 1948 - aveva sette<br />

anni - il suo villaggio, Al Birwah in<br />

Galilea, venne <strong>di</strong>strutto durante il primo<br />

confl itto arabo-israeliano...<br />

Oh padre, io sono Yusuf<br />

Oh padre, i miei fratelli<br />

non mi amano<br />

Né mi vogliono tra <strong>di</strong> loro<br />

Mi aggre<strong>di</strong>scono<br />

lanciandomi pietre e parole<br />

Mi vogliono morto<br />

così da scriverne l’eulogia<br />

Hanno chiuso la porta<br />

della tua casa lasciandomi fuori<br />

Mi hanno cacciato dal campo<br />

Oh padre mio,<br />

mi hanno avvelenato l’uva<br />

Distrutto i giocattoli<br />

Quando una leggera brezza giocava<br />

Con i miei capelli, erano invi<strong>di</strong>osi<br />

Si sono infi ammati d’ira<br />

verso <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> te<br />

Che cosa ho tolto loro,<br />

Oh padre mio?<br />

Le farfalle si riposavano<br />

sulla mia spalla<br />

Gli uccelli indugiavano<br />

sulla mia mano<br />

Che cosa ho fatto, Oh padre mio?<br />

Perché me?<br />

Mi hai chiamato Yusuf<br />

e mi hanno gettato nel pozzo<br />

Hanno dato la colpa al lupo<br />

Il lupo è più clemente<br />

dei miei fratelli<br />

Oh, padre mio<br />

Ho forse offeso<br />

qualcuno quando ho detto che<br />

Ho visto un<strong>di</strong>ci astri,<br />

il sole e la luna<br />

Cadere in ginocchio<br />

<strong>di</strong> fronte a me?<br />

Visse in Libano, a Beirut,<br />

quin<strong>di</strong> al Cairo, ad Amman, in<br />

cento altre città arabe, a Cipro,<br />

a Mosca. A Parigi, dove arriva<br />

quando è già voce riconosciuta<br />

e amata dal proprio popolo,<br />

36 Panorama<br />

Scrittori<br />

Ricordando Mahmoud Darwish, il grande poeta palestinese che ha de<strong>di</strong>cato tutta la<br />

Oh padre, i miei fratelli non mi amano n<br />

<strong>di</strong> Sandro Damiani<br />

Mahmaud Darwish era nato ad Al-Birwah, un villaggio presso<br />

la città <strong>di</strong> Ãkka, in Galilea, nel 1941, ed è morto il 9 agosto a Houston,<br />

Texas (Usa), a seguito <strong>di</strong> un intervento chirurgico al cuore<br />

alla cui lotta ha de<strong>di</strong>cato tutta la vita.<br />

Il poeta - la sua prima raccolta <strong>di</strong> poesie<br />

è del 1964 - nel frattempo è <strong>di</strong>ventato<br />

anche giornalista e, termine oramai<br />

in <strong>di</strong>suso, “intellettuale organico”;<br />

il più importante del gruppo <strong>di</strong>rigente<br />

<strong>di</strong> Arafat, talché sarà lui l’ideatore ed<br />

estensore della “Dichiarazione <strong>di</strong> In<strong>di</strong>pendenza<br />

dello stato palestinese”.<br />

Negli anni del suo maggiore impegno<br />

politico - quello letterario è un “basso<br />

continuo”, un fi ume carsico che non ha<br />

mai smesso <strong>di</strong> scorrere - a Firenze un<br />

gruppo <strong>di</strong> poeti e <strong>di</strong> “compagni <strong>di</strong> viaggio”,<br />

il cui punto <strong>di</strong> riferimento è la rivista<br />

“Collettivo R”, <strong>di</strong> mese in mese si<br />

presenta nei ritrovi culturali, sindacali,<br />

circoli dopolavoristici, Feste dell’Uni-<br />

Polvere da sparo<br />

Potete legarmi mani e pie<strong>di</strong><br />

Togliermi il quaderno e le sigarette<br />

Riempirmi la bocca <strong>di</strong> terra:<br />

La poesia è sangue del mio cuore vivo<br />

sale del mio pane, luce nei miei occhi.<br />

Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,<br />

la canterò nella cella della mia prigione,<br />

al bagno,<br />

nella stalla,<br />

sotto la sferza,<br />

tra i ceppi<br />

nello spasimo delle catene.<br />

Ho dentro <strong>di</strong> me un milione d’usignoli<br />

Per cantare la mia canzone <strong>di</strong> lotta.<br />

tà e dell’Avanti, nei teatri citta<strong>di</strong>ni e dei<br />

<strong>di</strong>ntorni, e legge, spesso <strong>di</strong> fronte a sale<br />

stracolme <strong>di</strong> spettatori, le proprie e altrui<br />

poesie: <strong>di</strong> autori latinoamericani,<br />

africani, asiatici. E palestinesi.<br />

Essendo uno dei “compagni <strong>di</strong><br />

viaggio” <strong>di</strong> cui più sopra, è qui che<br />

ha luogo il mio primo impatto con la<br />

poesia <strong>di</strong> Darwish. Una poesia stranissima:<br />

sofferta, melanconica, triste,<br />

talvolta tragica e <strong>di</strong> battaglia, eppure<br />

piena d’amore con inaspettati squarci<br />

<strong>di</strong> luce... È il 1986, quando “Collettivo<br />

R” e gli Enti locali <strong>di</strong> Firenze decidono<br />

<strong>di</strong> organizzare l’anno successivo<br />

una grande manifestazione dal titolo<br />

“Poeti del Me<strong>di</strong>terraneo per la Pace”,<br />

a cui invitare autori spagnoli e greci,<br />

arabi, israeliani e dall’allora Jugoslavia.<br />

E Mahmoud Darwish.<br />

Luca Rosi, caporedattore della<br />

rivista, riesce a mettersi in contatto<br />

coll’Autorità Palestinese.<br />

Il rappresentante dell’OLP in<br />

Italia lo informa che Darwish<br />

da Parigi, dove vive costan-<br />

temente sotto scorta, dato che<br />

il Governo <strong>di</strong> Tel Aviv non lo<br />

ama eccessivamente, è <strong>di</strong>sponibile<br />

a venire a Firenze, ma prima<br />

vuole conoscere i suoi ospiti:<br />

chi sono, cosa fanno.<br />

Il caso vuole che proprio in<br />

quel 1986 la mia compagna ed<br />

io si decida <strong>di</strong> fare il viaggio <strong>di</strong><br />

nozze nella capitale francese.<br />

Sicché toccherà a noi portare


vita alla causa del suo popolo<br />

mi vogliono<br />

l’invito e fare la presentazione <strong>di</strong> “Collettivo<br />

R” e della manifestazione. A<br />

<strong>di</strong>re il vero, farà tutto Marcellina, mia<br />

moglie, che parla il francese, e con la<br />

poesia ha un rapporto che io... non so<br />

dove sia <strong>di</strong> casa, se non mi si spiegano<br />

le cose. Il nostro interlocutore si <strong>di</strong>mostra<br />

assai incuriosito dell’iniziativa e<br />

dell’interesse nei suoi riguar<strong>di</strong>. E poi,<br />

a Firenze, dove non è mai stato, avrà<br />

modo <strong>di</strong> incontrare poeti <strong>di</strong> cui ha letto<br />

le opere, ma non ha mai conosciuto<br />

(Goytisolo, Apostolatos).<br />

Per farla breve, in una domenica<br />

<strong>di</strong> aprile dell’87 la splen<strong>di</strong>da Villa<br />

Demidoff <strong>di</strong> Pratolino, sulle colline<br />

che sovrastano il capoluogo toscano,<br />

accoglie alcune centinaia <strong>di</strong> persone:<br />

fi orentini e gente <strong>di</strong> altre parti d’Italia,<br />

come pure tanti palestinesi e studenti<br />

arabi che vivono nel Belpaese. È<br />

una festa. Di colori, <strong>di</strong> fi ori. Di poesia.<br />

Non c’è competizione, ovviamente, tra<br />

quanti si susseguono al microfono. C’è<br />

comunque una sorta <strong>di</strong> gara tra chi riuscirà<br />

a parlare d’amore e <strong>di</strong> pace nei<br />

mo<strong>di</strong> più veri, sinceri, toccanti. Ogni<br />

poeta si esprime nella propria lingua<br />

(il rappresentante jugoslavo lo farà in<br />

italiano: ma si tratta <strong>di</strong> Alessandro Damiani...),<br />

mentre Marcellina ed io leggeremo<br />

la traduzione. Quando è la volta<br />

<strong>di</strong> Darwish, il silenzio - me lo ricordo<br />

come se fosse ieri - è totale: Mahmoud<br />

sta offi ciando una messa laica.<br />

Negli occhi dei suoi connazionali e dei<br />

giovani arabi spuntano le lacrime. E<br />

spuntano pure in Delia Rawikovich, la<br />

poetessa israeliana. E spuntano anche<br />

nel pubblico italiano, al momento della<br />

traduzione. E anche il Poeta è commosso:<br />

non si aspettava tanto affetto.<br />

Ecco, questo mi ha colpito più <strong>di</strong><br />

tutto, in quella stupenda giornata primaverile:<br />

vedere un uomo che aveva<br />

pianto ormai tutte le lacrime del mondo<br />

in quarant’anni <strong>di</strong> esilio, miseria,<br />

lotta, riuscire a piangere ancora, per<br />

<strong>di</strong> più del pianto altrui. L’ho sempre<br />

tenuto così nella memoria, Mahmoud<br />

Darwish, unitamente al suo sorriso:<br />

bello, ampio, <strong>di</strong> occhi e non <strong>di</strong> suoni.<br />

Continuerò a tenercelo. Ovviamente,<br />

sentendolo sempre vivo. Perché i poeti<br />

non muoiono.●<br />

Novità in libreria<br />

Maureen Lindley<br />

IL DIARIO SEGRETO<br />

DI GIOIELLO D’ORIENTE<br />

È il<br />

1914 in<br />

Cina.<br />

Gioiello<br />

d’Oriente<br />

è una<br />

principessa<br />

manciù,<br />

fi glia del<br />

principe<br />

Su. Ha<br />

solo otto<br />

anni, ma<br />

ha già un<br />

carattere irrequieto e ribelle che in<strong>di</strong>spettisce<br />

Su e sua madre Yuzu,<br />

la quarta concubina e la seconda<br />

donna più bella nella famiglia del<br />

principe. Scoperta un giorno mentre<br />

spia il padre in intimità con una<br />

quattor<strong>di</strong>cenne, l’insolente bambina<br />

viene spe<strong>di</strong>ta in Giappone dal<br />

fratello <strong>di</strong> sangue del principe:<br />

Kawashima Naniwa, <strong>di</strong>scendente<br />

<strong>di</strong> un’antica famiglia e capo <strong>di</strong><br />

un impero mercantile. Di qui ha<br />

inizio la sua strabiliante vita nelle<br />

corti e nelle città d’Oriente. Gioiello<br />

d’Oriente <strong>di</strong>venterà, infatti,<br />

Kawashima Yoshiko, fi glia adottiva<br />

<strong>di</strong> Kawashima Naniwa. All’età<br />

<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni sarà sedotta<br />

dall’anziano padre <strong>di</strong> Kawashima,<br />

Te-shima, per essere introdotta alla<br />

femminilità e preparata ai doveri <strong>di</strong><br />

moglie. Diventerà una delle amanti<br />

del patrigno, che la tratterà con<br />

estrema brutalità, ma Yoshiko non<br />

<strong>di</strong>sdegnerà affatto il suo modo crudele<br />

e freddo <strong>di</strong> fare sesso; fi nirà<br />

tra le braccia <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> prestigio<br />

e <strong>di</strong> potere e rimarrà incinta; si unirà<br />

in matrimonio col principe della<br />

Mongolia, Kanjurjab, ma scapperà<br />

dal suo rozzo e deprimente paese<br />

dopo aver sedotto Jon, suo cognato;<br />

raggiungerà Shanghai, la capitale<br />

del lusso e del <strong>di</strong>vertimento in<br />

quegli anni in Cina, e lì si imbatterà<br />

nel capitano dell’esercito giapponese<br />

Tanaka e ne sarà l’amante;<br />

e, infi ne, <strong>di</strong>venterà una spia del<br />

Giappone. Basato sulla storia vera<br />

<strong>di</strong> Kawashima Yoshiko, principessa<br />

orientale realmente.<br />

E<strong>di</strong>tore Neri Pozza<br />

Pagine 357. Prezzo 17,00 euro<br />

Bob Berkowitz<br />

LA NUDA VERITÀ<br />

Tutto quello che gli uomini<br />

non <strong>di</strong>ranno mai ma che le<br />

donne devono sapere<br />

Quante<br />

volte, tra<br />

amiche,<br />

si sono<br />

chieste<br />

cosa mai<br />

avranno<br />

gli uomini<br />

per la<br />

testa. Sarebbero<br />

<strong>di</strong>sposte a<br />

rinunciareall’ultimomodello<br />

<strong>di</strong> stivali <strong>di</strong> Manolo Blahnik<br />

pur <strong>di</strong> sapere cosa intendeva veramente<br />

lui quando, alla legittimissima<br />

domanda “A cosa stai pensando?”<br />

ha risposto il classico “A<br />

niente”. A loro non va proprio giù<br />

che non pensino a niente, avranno<br />

pure in mente qualcosa, no? E<br />

chi meglio <strong>di</strong> un uomo può svelare<br />

il mistero? Uno che stia anche<br />

un po’ dalla parte delle donne e sia<br />

<strong>di</strong>sposto a fare la spia, a raccogliere<br />

confessioni, umori, pensieri dei<br />

suoi simili. A capire le motivazioni<br />

nascoste <strong>di</strong> certi comportamenti<br />

che per nessuna ragione al mondo,<br />

nemmeno sotto tortura, un uomo<br />

svelerebbe alla sua donna. E spifferarli,<br />

aprendo così le porte del<br />

loro mondo, senza troppi giri <strong>di</strong><br />

parole, parlando chiaro, anche rischiando<br />

l’effetto Dr House. Bob<br />

Berkowitz è proprio quello <strong>di</strong> cui<br />

si aveva bisogno, un delatore. Sarà<br />

lui a svelare che cosa pensano veramente<br />

gli uomini quando <strong>di</strong>cono<br />

alle donne esattamente quello che<br />

vogliono sentirsi <strong>di</strong>re.<br />

E<strong>di</strong>tore Piemme<br />

Pagine 238. Prezzo 15,50 euro<br />

Panorama 37


A 62 anni dalla trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Vergarolla, a Trieste è stato scoperto un monumento<br />

Onore al me<strong>di</strong>co che salvò i feriti d<br />

a cura <strong>di</strong><br />

<strong>Diana</strong> <strong>Pirjavec</strong> <strong>Rameša</strong><br />

Lo scorso 18 agosto si è svolta a<br />

Trieste la cerimonia <strong>di</strong> scoprimento<br />

del monumento a Geppino<br />

Micheletti, realizzato in pietra d'Aurisina<br />

su progetto dell'architetto Ennio<br />

Cervi e donato dall’Unione degli Istriani<br />

al Comune <strong>di</strong> Trieste. Si è trattato <strong>di</strong><br />

un importante evento che ha messo in<br />

evidenza la fi gura e l’opera del me<strong>di</strong>co<br />

triestino che nel 1946 curò i feriti della<br />

strage <strong>di</strong> Vergarolla, a Pola.<br />

A ricordare questo tragico avvenimento,<br />

che ha inciso profondamente<br />

sulla storia e sulla memoria della città<br />

dell'Arena, è stato Giuseppe Giubilo,<br />

nato a Pola ed attualmente delegato<br />

della Regione Friuli Venezia Giulia<br />

per gli italiani all'estero - Circoscrizione<br />

Australia: "Ore 14.15, un improvviso<br />

boato tra i bagnanti e gli atleti <strong>di</strong><br />

una gara <strong>di</strong> nuoto - racconta -, poi una<br />

colonna <strong>di</strong> fumo con una pioggia <strong>di</strong><br />

schegge sul litorale <strong>di</strong> Vergarolla: era<br />

il 18 agosto del 1946. Ottanta furono i<br />

morti tra donne e bambini, un centinaio<br />

i feriti. Geppino Micheletti, me<strong>di</strong>co,<br />

nato nel 1905 e morto nel 1961, nonostante<br />

la tremenda notizia della sciagura<br />

e della morte nell'attentato dei suoi<br />

due fi glioletti, Carlo e Renzo, <strong>di</strong> 6 e 9<br />

anni e i cui corpi non vennero mai ritrovati,<br />

non abbandonò neanche per un<br />

attimo il suo <strong>di</strong>ffi cile compito <strong>di</strong> assistenza<br />

ai feriti".<br />

Ma chi è quest'uomo e me<strong>di</strong>co che<br />

nonostante la sciagura che in quel tri-<br />

46 Panorama<br />

Anniversari<br />

Lo scorso 18 agosto si è svolta a Trieste la cerimonia <strong>di</strong> scoprimento<br />

del monumento a Geppino Micheletti, realizzato dall’Unione<br />

degli Istriani e donato al Comune <strong>di</strong> Trieste<br />

ste giorno lo colpì personalmente riuscì<br />

a salvare tante vite? Il dott. Micheletti,<br />

nato a Trieste il 18 luglio 1905,<br />

nel 1930 si trasferisce a Pola con la<br />

famiglia dopo aver ottenuto la laurea<br />

in me<strong>di</strong>cina a Perugia. Nel frattempo<br />

si specializza in chirurgia a Padova e<br />

<strong>di</strong>viene primario dell'ospedale "Santorio<br />

Santorio" del capoluogo istriano.<br />

Per tutti gli italiani <strong>di</strong> Pola l'eroica<br />

fi gura <strong>di</strong> Geppino Micheletti è legata<br />

all'episo<strong>di</strong>o delittuoso dello scoppio<br />

<strong>di</strong> alcune cariche esplosive marine<br />

(recuperate e <strong>di</strong>sinnescate dagli<br />

artifi cieri ed accatastate nei pressi <strong>di</strong><br />

una pineta della spiaggia <strong>di</strong> Vergarolla,<br />

affollatissima <strong>di</strong> bagnanti in quella<br />

tragica domenica del 18 agosto 1946)<br />

e alla grande professionalità e umanità<br />

<strong>di</strong>mostrate anche in quella drammatica<br />

circostanza. Il dott. Micheletti<br />

viene a sapere ben presto <strong>di</strong> aver perso<br />

i due amati fi glioletti ma, nonostante<br />

ciò, continua la sua opera all'ospedale<br />

per oltre 24 ore consecutive,<br />

fi no alla cessazione dell'emergenza.<br />

Soltanto dopo si recherà a casa a<br />

consolare l'affranta consorte, Iolanda<br />

Il cippo che ricorda la strage <strong>di</strong> Vergarolla


al dottor Geppino Micheletti<br />

lla spiaggia<br />

Geppino Micheletti<br />

Nar<strong>di</strong>ni, deceduta a Trieste lo scorso<br />

anno all'età <strong>di</strong> 99 anni.<br />

Per il suo coraggioso gesto il 28<br />

agosto 1946, <strong>di</strong>eci giorni dopo i fatti,<br />

il Consiglio Comunale <strong>di</strong> Pola gli<br />

ha conferito una medaglia <strong>di</strong> benemerenza<br />

mentre il 2 ottobre 1947 lo Stato<br />

italiano gli ha assegnato la Medaglia<br />

d'Argento al Valor Civile. "Ma qualche<br />

tempo dopo il dottor Micheletti fu costretto<br />

a lasciare Pola da esule" ricorda<br />

Giubilo.<br />

Il monumento che ricorda il gesto<br />

eroico <strong>di</strong> Micheletti è stato inaugurato<br />

nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Piazzale Rosmini a<br />

Trieste, lo scorso 18 agosto, proprio<br />

nella ricorrenza del 62.esimo anniversario<br />

della strage <strong>di</strong> Vergarolla. "Per<br />

questo suo encomiabile gesto <strong>di</strong> umana<br />

pietà ed elevata etica professionale - si<br />

legge nella nota <strong>di</strong>ramata dall'Unione<br />

degli Istriani - il dott. Micheletti è assurto<br />

a simbolo degli alti valori morali<br />

e dell'altissimo senso civico della gente<br />

istriana ed il suo ricordo rimarrà indelebile<br />

nella memoria <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> Pola".<br />

Alla cerimonia dello scoprimento<br />

hanno presenziato pure il sindaco <strong>di</strong><br />

Trieste, Roberto Dipiazza, e il presidente<br />

dell'Unione degli Istriani, Massimiliano<br />

Lacota. (News Italia Press)<br />

Italiani residenti all’estero:<br />

carte d’identità valide 10 anni<br />

Saranno valide 10 e non più 5 tutte le carte d’identità ancora valide<br />

alla data del 26 giugno (data dell’entrata in vigore del decreto 112<br />

pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 25 giugno). Basterà un timbro<br />

per l'aggiornamento anche dopo la scadenza originaria (per l'aggiornamento<br />

il Comune dovrà procedere apponendo un apposito timbro con<br />

la <strong>di</strong>citura "vali<strong>di</strong>tà prorogata ai sensi dell'art.31 del D. L. 25/6/2008<br />

n.112 fi no al ..... "). Le nuove carte, invece, saranno emesse <strong>di</strong>rettamente<br />

con la nuova vali<strong>di</strong>tà. La richiesta del timbro si può fare presso un<br />

qualunque uffi cio anagrafi co del proprio Comune, non solo quello che<br />

ha emesso il documento.<br />

Le nuove date <strong>di</strong> scadenza dei documenti verranno comunicate dai<br />

Comuni agli intestatari tra i centottanta e i novanta giorni prima del termine<br />

della vali<strong>di</strong>tà. La proroga non riguarda, invece, i documenti per i<br />

minori <strong>di</strong> 15 anni, la cosiddetta "carta bianca". In tal caso, infatti, la vali<strong>di</strong>tà<br />

resta solo <strong>di</strong> 12 mesi.<br />

Nel caso degli italiani residenti all'estero, se il rilascio è avvenuto<br />

presso un Comune italiano, è possibile ottenere l'attestazione <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà<br />

dal Consolato nel caso in cui questo rilasci documenti d'identità. Altrimenti,<br />

recarsi presso il Comune o rivolgersi all'Aire (Anagrafe Italiani<br />

Residenti all'Estero). (Inform)<br />

Economia: Veneto presente<br />

nel progetto Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Il comitato <strong>di</strong> monitoraggio del Programma Central Europe ha approvato<br />

30 progetti transnazionali e li ha fi nanziati con 70 milioni <strong>di</strong><br />

euro, attinti dal Fondo europeo <strong>di</strong> sviluppo regionale (Fesr). Le proposte<br />

al vaglio erano un centinaio e hanno coinvolto 52 regioni, tra cui il<br />

Veneto ma anche altre regioni dell'area centrale dell'Europa. I partner<br />

italiani inclusi nelle iniziative selezionate, sono 32 tra enti pubblici e<br />

istituzioni private. Il Veneto è presente in 20 dei 30 piani <strong>di</strong> lavoro votati<br />

e assorbe circa il 15 p.c. dei fon<strong>di</strong> comunitari messi a bando per l'Italia<br />

che è capofi la ben sei volte, ponendosi al secondo posto per capacità<br />

propositiva dopo la Germania. ''La conferma - spiega l'assessore all'Economia,<br />

Vendemiano Sartor - che la nostra regione riesce ad attrarre<br />

risorse, è capace <strong>di</strong> fare gioco <strong>di</strong> squadra con le altre realtà europee,<br />

sa dare concretezza a percorsi innovativi e d'eccellenza". Il Programma<br />

Central Europe incoraggia la cooperazione transnazionale, fi nanziando<br />

attività con paternariati pubblici e organizzazioni private che provengono<br />

dall'Italia, dall'Austria, dalla Repubblica Ceca, dalla Germania, dall'Ungheria,<br />

dalla Polonia, dalla Repubblica Slovacca e dalla Slovenia.<br />

"Le proposte progettuali che vedono protagonista il Veneto - sottolinea<br />

l'assessore Sartor - mirano a stimolare la competitività e a migliorare la<br />

qualità della vita dei citta<strong>di</strong>ni nei campi dell'innovazione, dello sviluppo<br />

urbano, dell'accessibilità ai servizi, della tutela dell'ambiente". I progetti<br />

dovranno essere conclusi entro il 2013. Gli investimenti del Programma<br />

Central Europe riguardano il potenziamento delle reti transeuropee nei<br />

settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia. Contemporaneamente<br />

vengono sostenute le iniziative per lo sviluppo locale e per<br />

l'occupazione, nonché le attività delle piccole e me<strong>di</strong>e imprese. "Per le<br />

piccole e me<strong>di</strong>e imprese venete le risorse saranno essenzialmente utilizzate<br />

- conclude Sartor - per la sperimentazione <strong>di</strong> tecnologie d'avanguar<strong>di</strong>a".<br />

●<br />

Panorama 47


58 Panorama<br />

☺���� Il canto del <strong>di</strong>sincanto<br />

<strong>di</strong> Silvio Forza<br />

Peccatori e (comunque) tiratori <strong>di</strong> pietre<br />

È<br />

bastato l’arco <strong>di</strong> svolgimento <strong>di</strong><br />

un’Olimpiade per trasformare<br />

due entità territoriali da province<br />

secessioniste in stati sovrani. Il riconoscimento<br />

dell’autonomia dell’Ossezia<br />

del Sud e dell’Abkhazia è giunto magari<br />

solo dalla Russia. Ma è proprio questo<br />

il guaio: c’è <strong>di</strong> mezzo la grande Russia,<br />

il leone ferito nello zoo delle gran<strong>di</strong> potenze,<br />

non lo stato libero <strong>di</strong> Bananas.<br />

L’8 agosto, il giorno dell’inaugurazione<br />

dei Giochi Olimpici <strong>di</strong> Pechino,<br />

Russia e Georgia davano inizio al primo<br />

confl itto armato europeo del XXI secolo,<br />

lasciandosi coinvolgere in una vera e<br />

propria guerra per il controllo dell’Ossezia<br />

del Sud. Due settimane più tar<strong>di</strong>,<br />

appena spenta la fi accola olimpica, Mosca<br />

riconosceva non solo la piccola provincia<br />

caucasica, ma anche l’Abkazhia,<br />

l’altra repubblica separatista e fi lorussa<br />

che si è venuta a trovare entro i confi ni<br />

georgiani. Così, mentre a Pechino, con<br />

lo sport, si tentava <strong>di</strong> dar vita al miraggio<br />

del mondo ideale, fatto <strong>di</strong> regole rispettate,<br />

<strong>di</strong> virtù tutt’altro che me<strong>di</strong>aticamente<br />

posticce, <strong>di</strong> affermazioni raggiunte<br />

grazie al merito e non alle raccomandazioni,<br />

<strong>di</strong> eccellenze terrene e non da<br />

teleschermo, nel Caucaso, con le armi,<br />

molto più prosaicamente, si stava svolgendo<br />

il mondo reale; quello degli interessi<br />

petroliferi, della geopolitica, del ribaltamento<br />

dei valori per il quale l’uomo<br />

(da fronte) <strong>di</strong>venta mezzo e il territorio<br />

<strong>di</strong>venta fi ne. Due percorsi paralleli quelli<br />

tracciati dal “mondo come vorremmo<br />

che fosse” (quello delle Olimpia<strong>di</strong>)<br />

e dal “mondo così com’è” (quello<br />

del Caucaso <strong>di</strong> questi giorni). Posti in<br />

relazione e considerato il successo dell’ultima<br />

tornata olimpica, appare chiaro<br />

come l’uomo <strong>di</strong> oggi abbia ancora bisogno<br />

<strong>di</strong> immaginare un mondo ideale, in<br />

cui l’essere venga prima dell’avere e in<br />

cui competizione possa signifi care sano<br />

confronto e non annientamento dell’avversario:<br />

dopo la morte delle ideologie,<br />

ecco dunque che l’Olimpiade appare<br />

come l’ultima Utopia. Il problema è che<br />

il mondo ideale dei Giochi, per quanto<br />

planetario, dura due settimane soltanto:<br />

il mondo reale, ribollente <strong>di</strong> lava malata<br />

che ora sta eruttando nel Caucaso e in<br />

Iraq, ma che già domani potrebbe spostarsi<br />

nel Sudan oppure in Corea o magari<br />

tornare a Beirut e Gerusalemme, è<br />

una costante quoti<strong>di</strong>ana.<br />

L’Ossezia del Sud, che con la Georgia<br />

era stata parte dell’Unione Sovietica,<br />

conta solo 70.000 abitanti (più o meno<br />

come Pola), due terzi dei quali sono Osseti,<br />

dunque non Georgiani, che parlano<br />

il russo e che hanno già ottenuto quasi<br />

tutti la citta<strong>di</strong>nanza russa. Anche se<br />

formalmente la valuta uffi ciale è il Lari<br />

georgiano, il mercato <strong>di</strong> fatto accoglie il<br />

rublo russo. La ribellione dell’Ossezia<br />

era iniziata alla fi ne del 1990 con l’autoproclamazione<br />

della “Repubblica sovietica<br />

dell’Ossezia del Sud” respinta dal<br />

Parlamento georgiano <strong>di</strong> Tbilisi. Tutto<br />

ciò avveniva all’interno <strong>di</strong> una Georgia<br />

non ancora affrancata dall’URSS: e, infatti,<br />

nel gennaio del 1991 Mikhail Gorbaciov<br />

inviava in Ossezia truppe sovietiche<br />

a complicare una situazione in cui<br />

nazionalisti osseti e georgiani già si affrontavano<br />

con le armi. Ottenuta l’in<strong>di</strong>pendenza,<br />

la Georgia commette un errore<br />

madornale proclamando il georgiano<br />

quale unica lingua uffi ciale del paese,<br />

riducendo <strong>di</strong> fatto i <strong>di</strong>ritti acquisiti dagli<br />

Osseti nel periodo sovietico. Di conseguenza,<br />

la piccola provincia caucasica<br />

chiede imme<strong>di</strong>atamente l’unione con<br />

l’Ossezia del Nord all’interno della Federazione<br />

russa. Le schermaglie iniziali<br />

<strong>di</strong>ventano guerra nel 1992 (con migliaia<br />

<strong>di</strong> morti), con gli scontri che si rinnovano<br />

nell’agosto del 2004. Il 12 novembre<br />

del 2006, con un referendum, l’Ossezia<br />

del sud si esprime a favore dell’autonomia.<br />

Tuttavia i risultati della consultazione,<br />

boicottata dalla popolazione <strong>di</strong><br />

etnia georgiana, non sono mai stati riconosciuti<br />

dall’ONU, dall’Unione Europea<br />

né dalla stessa Russia. Ma <strong>di</strong> fatto<br />

la provincia <strong>di</strong>venta sostanzialmente<br />

autonoma, con presenza militare russa:<br />

sopravvalutando le proprie potenzialità<br />

belliche (dopo essersi “rafforzata” acquistando<br />

armi in Bulgaria, Macedonia<br />

e Ucraina grazie al sostegno logistico<br />

americano), l’8 agosto la Georgia lancia<br />

l’offensiva per riprendersi il controllo<br />

della regione separatista. Ma le cose<br />

vanno malissimo: i Russi corrono in<br />

soccorso ai secessionisti, è guerra vera<br />

con bombe, morti e feriti. Nel giro <strong>di</strong><br />

due settimane Ossezia del Sud e Abkhazia<br />

<strong>di</strong> fatto si svincolano defi nitivamente<br />

dal controllo <strong>di</strong> Tbilisi.<br />

Perché la Russia ha reagito in maniera<br />

così drastica? Il fatto che in Georgia<br />

si trovi l’unico oleodotto che por-<br />

ta il petrolio in Europa senza passare<br />

per il territorio russo è soltanto un<br />

bonus contingente. Di fatto, la Russia<br />

si è mossa sul serio perché non poteva<br />

più assistere allo spettacolo dell’occidentalizzazione<br />

dei territori che erano<br />

stati parte del suo impero. Dopo aver<br />

visto il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> tutti i paesi ex satelliti<br />

dell’Europa dell’est, Mosca stava<br />

per ritrovarsi l’alleanza militare del<br />

vecchio Patto Atlantico, il nemico storico<br />

sin dai tempi della guerra fredda,<br />

davanti allo soglia <strong>di</strong> casa. Nel giro <strong>di</strong><br />

poco tempo avrebbe dovuto fare i conti<br />

con i missili delle potenze occidentali<br />

in Polonia e con le confi nanti ex repubbliche<br />

sovietiche Georgia e Ucraina<br />

quali paesi aderenti alla NATO. Troppo<br />

per chi come Putin non sarà mai pronto<br />

ad accettare la supremazia militare<br />

ed economica europea e americana.<br />

Il riconoscimento internazionale del<br />

Kosovo secessionista e l’ingiustifi cata<br />

invasione americana in Iraq sono stati<br />

due precedenti che in questo caso<br />

– una volta <strong>di</strong>gerito il rospo – sono tornati<br />

come precedenti utili per i Russi, ai<br />

quali non si possono <strong>di</strong> certo muovere<br />

accuse senza guardarsi allo specchio.<br />

Cose che capitano, quando nessuno è<br />

senza peccato ma tutti scagliano comunque<br />

le pietre…<br />

Vero è che allungare così tanto le<br />

mani nella gabbia in cui un leone si sta<br />

leccando le ferite non è cosa saggia: ed<br />

è proprio quello che ha fatto l’Occidente<br />

che forse troppo presto si è scordato<br />

che la Russia è stata per mezzo secolo<br />

(e probabilmente lo è ancora) una<br />

Grande Potenza. Tuttavia, anche i Russi<br />

dovrebbero chiedersi come mai tutti<br />

gli stati che hanno avuto a che fare con<br />

Mosca non vedevano l’ora <strong>di</strong> togliersela<br />

<strong>di</strong> dosso: si sono inimicati Budapest<br />

e Praga con i carrarmati, Varsavia con<br />

Jaruzelsky, Bucarest causa il sostegno<br />

a Ceaucescu e Sofi a con troppo KGB.<br />

E anche gli stati con i quali con<strong>di</strong>videvano<br />

storia e affi nità, come le Repubbliche<br />

baltiche e le stesse Georgia e<br />

Ucraina, al vicino Don hanno preferito<br />

il lontano Atlantico. Se poi si rendono<br />

conto che oggi Russia è <strong>di</strong>ventata sinonimo<br />

<strong>di</strong> corruzione e arricchimento<br />

<strong>di</strong> stampo mafi oso, anche a Mosca dovrebbero<br />

darsi una buona occhiata nello<br />

specchio. Stiamo chiedendo cose da<br />

mondo ideale. ●

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