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Tiepolo maggio 2010 - Scuola media Statale "GB Tiepolo"

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12 STRATIEPOLO<br />

Inventa un racconto ambientato in un luogo<br />

storicamente significativo di Milano<br />

(Vincitore classi prime: Francesco Garbelli 1ª C)<br />

Quella mattina mi svegliai di soprassalto.<br />

Più di cento colpi di piccone e<br />

di martello mi rimbombavano nelle<br />

orecchie; suoni profondi e molto<br />

gravi, ma abbastanza potenti da svegliarmi.<br />

Mi affacciai alla finestra, dovevo sapere<br />

cosa stava succedendo,perché,<br />

nel 1300, ogni cosa è una novità. Vidi<br />

un operaio e gridai : - Uè, sciur, se l’è<br />

che susced chi? - - Ma, sciur, te capiset<br />

propri ‘nagot, né? A l’è la costrusiun<br />

del Domm de Milan. Disent<br />

touch che se pù no, ma garda chi! -<br />

Mi rispose. Scesi a vedere.<br />

I lavori procedevano bene e mi divertivo<br />

a guardare gli operai mentre<br />

picconavano su e giù, tanto che, visto<br />

che ero disoccupato, chiesi al direttore<br />

dei lavori di assumermi come<br />

manovale in cambio di poche monete.<br />

Lo vidi; un uomo alto, in canottiera,<br />

con un pancione brufoloso<br />

che straripava oltre la cinghia dei<br />

pantaloni che terminavano nei due<br />

scarponi marroni.<br />

Portava un berretto giallo da lavoro,<br />

È martedì. Mi sveglio e mi stiracchio,<br />

un raggio di sole penetra dalla fine-<br />

sotto al quale appariva qualche raro<br />

pelo nero. Poi, in mezzo a due occhi<br />

stretti e rugosi, si innalzava un naso<br />

grosso, rosso e allungato, sotto al<br />

quale una barba mal regolata copriva<br />

le labbra viola e carnose. Mi feci<br />

avanti e cominciai: - Uè, sciur, ghè<br />

minga un post per mi? – Lui si voltò<br />

e rispose: - Uella, ghe ne sì de post<br />

per lavurà, sciur! A quant el lavura,<br />

lu? – Ed io : - Eh, sciur, sa, una pagnottina…quel<br />

che me serv per tira<br />

inanz, nè…-. – Ah, d’acord sciur, va<br />

ben. Cumincia a lavurà! – Corsi nel<br />

luogo indicato e cominciai a picconare<br />

di gran lena. Ero fiero di partecipare<br />

alla costruzione del Duomo<br />

della mia città. D’un tratto sentii gridare:<br />

- Oddio, ma chi ghè la falda!- -<br />

Oh, sciur, l’acqua! - - Se pu no lavurà<br />

inscì! – In effetti il mio piccone era<br />

pieno di fango e non potevo andare<br />

avanti a scavare. Arrivò il capo: -<br />

Ben, vurarà di che el Domm le costruisum<br />

inscì, sul fango. Né, sciur,<br />

va ben? - -Ben, ben – fecero tutti.<br />

Così arrivarono i marmisti che co-<br />

stra inondandomi il volto della luce<br />

dorata del primo mattino. Mi alzo ed<br />

minciarono a scaricare le grandi lastre<br />

di marmo, mentre io mi feci assumere<br />

come operaio per la<br />

costruzione e non più per lo scavo.<br />

Vidi il progetto.<br />

Cosa?! Ma come lo volevano costruire?<br />

Era pieno di guglie, di pinnacoli,<br />

di rientranze…<br />

- Se l’è ‘sta roba? – sbottai. Un passante<br />

mi rispose: - A l’è l’arte gotica,<br />

sciur, nuova nuova! Appena cent an<br />

fa’ han comincià ad apparisen in<br />

Francia e l’è arrivata fin chi! -- Oh,<br />

grazie, sciur! – gli dissi, pieno di ammirazione.<br />

Nel 1300 essere così<br />

istruiti da conoscere l’arte gotica è<br />

tanto.<br />

Lessi la data per il termine dei lavori:<br />

- Se touch va ben, 1500… Forse - -<br />

Beh, 200 anni… Strano, non ero arrabbiato<br />

o triste perché non avrei<br />

visto la fine del Duomo, anzi, ero felice,<br />

perché sapevo che il mio contributo<br />

avrebbe aiutato il Duomo a<br />

crescere e a diventare famoso nel<br />

mondo. Dopo tutto, non è la foglia<br />

che fa l’albero, ma lo aiuta a vivere,<br />

Milano, la mia città: amo i suoi pregi e i suoi difetti<br />

(Vincitore classi seconde: Davide Mercanti, 2ª A)<br />

I Temi vincitori della<br />

Stratiepolo <strong>2010</strong><br />

dedicata a Milano<br />

Tema comune alle tre classi:<br />

1) Milano sotto il diluvio universale: ecco che cosa salverei della mia città<br />

sulla mia arca.<br />

Classi Prime:<br />

2) La mia casa, il mio quartiere, la mia via, i miei negozietti: Milano, la mia<br />

città.<br />

3) Inventa un racconto ambientato in un luogo storicamente significativo<br />

di Milano.<br />

Classi Seconde:<br />

2) Milano, la mia città: amo i suoi pregi, i suoi difetti.<br />

3) Cara Milano, ti faccio più bella…<br />

Classi Terze:<br />

2) Essere adolescenti a Milano: quali sono i luoghi di ritrovo, di divertimento,<br />

di aggregazione, di impegno, di cultura che la città offre ai suoi cittadini<br />

più giovani?<br />

3) Grandi sono i progetti che vedranno Milano protagonista del prossimo<br />

futuro: pensiamo all’EXPO, alle modificazioni urbanistiche, alle proposte<br />

culturali. Esponi il tuo parere in merito a questo nuovo ruolo della Milano<br />

del terzo millennio.<br />

Ecco i risultati del concorso del tema Stratiepolo:<br />

i primi tre classificati e gli altri segnalati:<br />

Classi prime: Francesco Garbelli, 1ª C; Linda Sarmiento, 1ª A; Chiara Bresciani,<br />

1ª B; Alessandra Pellegrini, 1ª L - Segnalati: Laura Venturini, 1ª E;<br />

Kevin Ferretti, 1ª G; Maria Giovanna Collura, 1ª F; Davide Biolcati, 1ª D;<br />

Martina Russo, 1ª H; Lucilla Tornaghi, 1ª I<br />

Classi seconde: Davide Mercanti, 2ª A; Sofia Cavaliere, 2ª B; Valentina<br />

Salvi, 2ª F - Segnalati: Francesca Ferrandini, 2ª C; Giada Prestinari, 2ª D;<br />

Marco Saracino, 2ª E; Lorenzo Guarino, 2ª G; Cecilia Prisco, 2ª H; Federico<br />

Gualandi 2ª I; Giorgio Misasi, 2ª L<br />

Classi terze: Margherita Galassini, 3ª E; Alessandro Bouchs, 3ª I; Maite Turati,<br />

3ª G - Segnalati: Stefano Intropido, 3ª A; Bianca Costanzo, 3ª B, Laura<br />

Codazzi, 3ª C; Elisa Fornasetti, 3ª D; Federico Gazzetta, 3ª F; Alberto Nasi,<br />

3ª H; Laura Batini, 3ª L<br />

Il logo prescelto dalla commissione<br />

come vincitore della<br />

Stratiepolo <strong>2010</strong> è di Alessandro<br />

Melloni, 2ª A.<br />

La commissione ha ritenuto<br />

di dare menzione<br />

speciale anche ai loghi<br />

disegnati da Mark Arandia,<br />

3ª D; a Daizel Magtibay,<br />

3ª G; a Mattia<br />

Sorrentino, 3ª D.<br />

apro la finestra…bleah un tanfo disgustoso<br />

si insinua nelle mie narici<br />

così richiudo di scatto: come tutti i<br />

martedì,sotto casa mia, c’è il mercato<br />

e la bancarella del pesce si è fermata<br />

proprio sotto la mia finestra.<br />

Mi preparo e dopo la colazione<br />

scendo e attraverso il mercato e<br />

penso a quanto sia antica l’abitudine<br />

dei mercati ambulanti nelle mia città.<br />

Mi dirigo alla fermata del tram: 7.35,<br />

è in ritardo 7.40, arriverà? Finalmente<br />

alle 8 meno un quarto si<br />

scorge in lontananza un punto arancione<br />

che si fa largo tra la miriade di<br />

automobili. Giunto alla fermata il<br />

gradino fuoriesce, saliamo senza<br />

guardarci attorno, ma c’è una signora<br />

col bastone che ha bisogno di essere<br />

insieme a centinaia di altre<br />

foglie.<br />

In questo caso le foglie<br />

sono gli operai e il tronco è<br />

il Duomo. Tutto l’albero è<br />

il cantiere. Nel cantiere gli<br />

operai che cominciano a lavorare<br />

non vedranno mai finito<br />

ciò che costruiscono,<br />

come il tronco, appena<br />

nato, non avrà mai, da<br />

adulto, le foglie che ha<br />

adesso, perché, mentre si sviluppa, le<br />

foglie cambiano.<br />

Tutto ciò mi rendeva fiero e pieno di<br />

ammirazione verso le persone che sarebbero<br />

venute dopo di me ad ammirare<br />

l’albero finito, cioè il Duomo, in<br />

tutta la sua maestosità.<br />

Intanto, l’alone misterioso e oscuro<br />

della sera, scendeva e avvolgeva<br />

tutto. Tornato nel mio alloggio, presi<br />

la pagnotta e la intagliai a forma di<br />

Duomo, come nel progetto.<br />

E venne bene, bene davvero.<br />

Non sapevo se il Duomo avrebbe<br />

avuto quella forma, né se sarebbe<br />

aiutata; per fortuna tra la nostra indifferenza<br />

il guidatore le presta il suo<br />

braccio.<br />

Il tram sferraglia, lo storico tram che<br />

da anni, prima trainato da cavalli poi<br />

elettrificato percorre le vie di questa<br />

Milano che cambia, ma poi non così<br />

tanto.<br />

Passa di fianco ad un cantiere, dal<br />

quale si solleva una nuvola di polvere.<br />

E’ da mesi che i lavori sono allo<br />

stesso punto; ma cosa stanno combinando<br />

lì dentro? Qualche rivoluzione<br />

urbanistica? Qualche permesso che<br />

manca? La solita burocrazia milanese?<br />

Il mio ragionamento viene interrotto<br />

da uno scampanellio: il tram<br />

cerca di farsi strada attraverso un ingorgo<br />

che occupa l’intera piazza,<br />

stato finito entro il 1500. Sapevo solo<br />

che il Duomo mi sarebbe rimasto nel<br />

cuore.<br />

Ho conservato sempre la mia pagnotta<br />

a forma di Duomo, e anche se<br />

so che non lo vedrò mai finito, ogni<br />

sera la aggiorno, magari tagliando un<br />

pezzo o appiccicandone un altro, sperando<br />

che sia la forma definitiva del<br />

Duomo.<br />

In ogni caso, so che il Duomo verrà<br />

finito nonostante le difficoltà finalmente,<br />

la ghianda diventerà quercia,<br />

anche se lo è già nel cuore di ogni<br />

operaio, compreso il mio.<br />

riempiendola di polvere e smog: presenze<br />

costanti e nocive.<br />

Dopo decine di altri scampanellii finalmente<br />

usciamo dalla piazza. Il<br />

tram passa di fianco a palazzi belli ed<br />

imponenti ed ad una chiesa di mattoni<br />

rossi. Eh sì, Milano è anche questo<br />

un “museo a cielo aperto”, ricca<br />

di opere d’arte, di chiese, cattedrali,<br />

incuneate tra le vie e spesso oscurate<br />

dalla frenetica vita della metropoli.<br />

Dalla viuzza sbuchiamo in una<br />

grossa piazza con un grande palazzo<br />

ornato da un simbolo dello EXPO<br />

2015.<br />

Ecco qualcosa di nuovo per Milano<br />

che è balzata alla ribalta sul palcoscenico<br />

mondiale per questa iniziativa<br />

che la spinge anche a<br />

modernizzarsi.<br />

Scendo dal tram, mi giro, guardo<br />

questa porzione di Milano che mi ha<br />

offerto in un breve tragitto gli aspetti<br />

che amo ed odio della mia città.<br />

Milano sotto il diluvio universale: ecco che<br />

cosa salverei della mia città sulla mia arca<br />

(Vincitrice classi terze: Margherita Galassini, 3ª E)<br />

Se il diluvio arrivasse all’improvviso,<br />

cogliendo tutti di sorpresa, senza<br />

pensarci salverei tutti i miei amici, i<br />

miei parenti e gli abitanti di Milano.<br />

Se però fossi avvisata in anticipo dell’arrivo<br />

di questo diluvio, e non ci<br />

fosse niente da fare per evitarlo, mi<br />

piacerebbe anche pensare a cosa salvare<br />

della mia città. È triste pensare<br />

che per un capriccio della natura migliaia<br />

di edifici costruiti con fatica in<br />

centinaia di anni debbano andare distrutti,<br />

ma, se fosse proprio inevitabile,<br />

ecco cosa salverei: innanzitutto,<br />

anche se può sembrare una scelta<br />

scontata, mi sembra d’obbligo salvare<br />

il Duomo, simbolo di Milano ed<br />

orgoglio dei milanesi da molto<br />

tempo, nonché bellissima cattedrale<br />

in uno stile gotico particolare. È stato<br />

costruito nell’arco di cinque secoli da<br />

abilissimi artigiani e sarebbe un peccato<br />

se andasse distrutto.<br />

Un altro luogo che, a mio parere, merita<br />

d’essere salvato, è il Teatro Alla<br />

Scala. Mi ricordo quanta emozione<br />

provai la prima volta che ci andai, in<br />

quinta elementare, quando la nostra<br />

maestra ci portò ad un concerto per<br />

arpa e quartetto d’archi. Ero emozionata<br />

all’idea di recarmi in uno dei<br />

templi dell’opera e del balletto, in un<br />

luogo in cui si realizzano i sogni di<br />

molti grandi artisti che hanno l’onore<br />

di esibirsi sul palco del più impor-<br />

tante teatro italiano. Notai subito la<br />

raffinatezza e l’eleganza degli stucchi<br />

e delle statue marmoree tipici<br />

dello stile neoclassico. Tutto l’edificio<br />

è pervaso da un’aria di magnificenza,<br />

che ti mette quasi in<br />

soggezione. Ammirando edifici come<br />

questo o il Duomo viene da chiedersi<br />

come abbia potuto l’uomo erigere<br />

edifici tanto splendidi.<br />

Vorrei anche salvare i Giardini Pubblici<br />

di Porta Venezia, un posto magnifico<br />

in cui spesso mi portava mia<br />

nonna quand’ero piccola per guardare<br />

i pesci nel laghetto e osservare i<br />

cigni dal piu<strong>maggio</strong> candido. Mi piacevano<br />

le cascatelle che sbucavano<br />

tra i massi ricoperti di muschio e adoravo<br />

crogiolarmi al sole ascoltando il<br />

gorgolìo dell’acqua. Quest’inverno,<br />

dopo tanto tempo, ci sono tornata,<br />

anche se in un contesto un po’ diverso<br />

rispetto a quand’ero bambina:<br />

ci sono andata con le mie amiche per<br />

giocare a palle di neve e pattinare sul<br />

ghiaccio, il giorno in cui la scuola era<br />

chiusa per la forte nevicata, e lì, ridendo<br />

e scherzando, ho riscoperto<br />

l’antica magia.<br />

Poi c’è il mio quartiere, nel quale<br />

sono nata e cresciuta, che conosco<br />

come le mie tasche, nel quale ogni negozio<br />

e ogni bar mi è famigliare, mi<br />

ricorda qualcosa. Qui vorrei passare<br />

ancora molti anni, passeggiando al-<br />

La Madonnina del Duomo<br />

vista da Francesco Garbelli, 1 a C<br />

l’ombra degli alberi di piazza Piola,<br />

viale Lombardia o viale Gran Sasso,<br />

sperando di poter ancora fare lo stesso<br />

in piazza Bernini, dove purtroppo attualmente<br />

gli alberi non ci sono perché<br />

sono stati tagliati per costruire un<br />

barbaro parcheggio sotterraneo. È un<br />

quartiere un po’ speciale e un po’<br />

magico per me, un angolo tranquillo e<br />

pacifico in cui si vive bene.<br />

Vorrei salvare la mia scuola elementare,<br />

la Leonardo Da Vinci, in cui ho<br />

trascorso cinque anni importanti e<br />

memorabili, ho stretto le prime amicizie<br />

e sono nate le prime antipatie,<br />

ho vissuto grandi e piccole esperienze<br />

di vita, ho gioito e sofferto,<br />

ma, soprattutto, sono cresciuta.<br />

Infine (ma non per questo meno importante)<br />

vorrei salvare la scuola<br />

<strong>media</strong> statale Gian Battista <strong>Tiepolo</strong>,<br />

che adesso sto per lasciare, ma non<br />

dimenticherò mai. Qui mi sono formata,<br />

ho imparato tanto (e non solo<br />

sui libri), ho lottato e faticato, ho<br />

pianto ed esultato, ho visto i miei<br />

sogni realizzarsi ed infrangersi e ho<br />

vissuto gli anni più belli della mia<br />

vita. Quindi vorrei ringraziare tutti in<br />

questa scuola, dalla preside agli studenti,<br />

passando per i miei insegnanti,<br />

che ringrazio in modo particolare,<br />

per avermi fatto vivere quest’esperienza<br />

indimenticabile.<br />

Anche a voi che leggete: GRAZIE!

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