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Tiepolo maggio 2010 - Scuola media Statale "GB Tiepolo"

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QUI TIEPOLO<br />

Gli scienziati del terreno:<br />

i ragazzi della prima A<br />

Evviva !!! Un progetto di scienze!!!<br />

Così è iniziato un normalissimo martedì<br />

quando siamo entrati nella nostra<br />

aula.<br />

La nostra prof.ssa ci spiegò che tale<br />

lavoro consisteva nell’ esaminare e<br />

approfondire lo studio del suolo.<br />

Eravamo emozionantissimi all’idea<br />

di diventare piccoli scienziati undicenni,<br />

di poter scoprire tutti i misteri<br />

relativi al terreno e a tutti i suoi componenti<br />

e di usare il microscopio e<br />

tutto questo entusiasmo si era trasferito<br />

sui nostri vivaci volti.<br />

In seguito la prof.ssa ci presentò colui<br />

che ci ha poi seguito durante questo<br />

percorso: Matteo.<br />

Noi non conoscevamo tutti i segreti<br />

Che simmetria!<br />

Giovedì 25 febbraio la prof. Bertini<br />

e la prof. Casero ci hanno portato alla<br />

mostra “Simmetrie - giochi di specchi”,<br />

presso il dipartimento di matematica,<br />

dove ci hanno spiegato il<br />

motivo per il quale eravamo lì, ovvero<br />

capire meglio le simmetrie con<br />

dei giochi basati sulla posizione di<br />

uno o più specchi.<br />

Il primo gioco consisteva nel posizionare<br />

una figura disegnata su un<br />

cartoncino, all’interno di un triangolo<br />

rivestito di specchi. Il triangolo poteva<br />

essere modificato facendo ruotare<br />

i suoi lati e si notava che, in<br />

questo modo, la forma della figura,<br />

riflessa al suo interno, cambiava.<br />

Un altro gioco proponeva di inserire<br />

una parola o una figura in mezzo a<br />

due specchi paralleli, così la parola riflessa<br />

negli specchi poteva cambiare<br />

il suo significato, mentre la figura poteva<br />

essere vista in modo diverso.<br />

Un’altra postazione era caratterizzata<br />

da tre tavoli, su ognuno dei quali<br />

c’erano tre specchi disposti in verticale,<br />

a forma di triangolo (equilatero,<br />

scaleno e isoscele); avevamo a disposizione<br />

delle forme colorate da<br />

inserire all’interno per formare dei<br />

mosaici, e, guardando poi gli specchi<br />

all’interno, si poteva vedere il mosaico<br />

riflesso all’infinito.<br />

In un altro gioco ancora vi erano alcune<br />

forme tridimensionali rivestite<br />

di specchi, all’interno delle quali si<br />

dovevano disporre forme tridimensionali<br />

irregolari e, da un solo pezzo<br />

si poteva vedere riflessa la forma intera.<br />

La cosa più bella della mostra, o perlomeno<br />

quella su cui mi sono ingegnata<br />

di più, è stata la postazione in<br />

cui c’erano i tre specchi disposti in<br />

verticale a formare un triangolo scaleno,<br />

nel quale si dovevano inserire<br />

delle figure piane come un triangolo,<br />

un trapezio o un quadrato, incastrarle<br />

all’interno fino ad ottenere una continuità<br />

di figure come un mosaico.<br />

Io, un gruppo di miei compagni e la<br />

prof.ssa Bertini, abbiamo provato a<br />

costruire un mosaico composto da<br />

esagoni, triangoli e quadrati; siamo<br />

stati parecchio tempo a ragionare<br />

sulla stessa figura, fino a quando<br />

siamo arrivati alla conclusione di inserire<br />

un triangolo con i lati perfettamente<br />

coincidenti con quelli dello<br />

specchio nell’angolo più acuto, in<br />

modo da veder riflesso un esagono.<br />

Poi abbiamo inserito un rettangolo a<br />

toccare i lati della prima figura che,<br />

riflessa, sembrava un quadrato e per<br />

finire, abbiamo inserito un triangolo<br />

rettangolo a coprire l’ultimo buco<br />

che, riflesso, diventava un quadrilatero.<br />

In preparazione alla mostra la<br />

prof.ssa Bertini ci ha proposto la progettazione<br />

e successiva costruzione di<br />

una piastrella, mentre la prof.ssa Ca-<br />

che il suolo ci stava al momento nascondendo<br />

e avevamo molte domande<br />

a cui non sapevamo ancora<br />

rispondere.<br />

A certi ragazzi alcuni aspetti di questa<br />

sostanza interessavano più che ad<br />

altri, quindi ci siamo suddivisi in vari<br />

gruppi nei quali c’era il rispettivo capogruppo.<br />

Ogni gruppo si occupava delle diverse<br />

caratteristiche del suolo e dei<br />

suoi componenti.<br />

Alcuni esperimenti sono stati eseguiti<br />

analizzando alcuni granuli dei diversi<br />

campioni di terreno, altri, sono stati<br />

svolti constatando il comportamento<br />

di differenti animali nei terricci, abbiamo<br />

inoltre osservato le reazioni di<br />

I ragazzi<br />

davanti<br />

a specchi<br />

curvi.<br />

sero ci ha spiegato ulteriormente le<br />

simmetrie.<br />

Il lavoro ha avuto lo scopo di impegnare<br />

tutta la classe nella realizzazione<br />

di una piastrella che avesse una<br />

continuità in una pavimentazione.<br />

All’interno della piastrella dovevamo<br />

poi poter riconoscere due o più tipi di<br />

simmetrie studiate e, questa, è stata<br />

la richiesta più complicata ma ci ha<br />

aiutato a renderci conto dei tipi di<br />

simmetrie applicabili al disegno tecnico<br />

che avevamo eseguito.<br />

E soprattutto abbiamo scoperto che<br />

effetto estetico provocava.<br />

Sabrina Godino, 2 a F<br />

Fig. 1<br />

Il mio lavoro è stato l’esito di vari<br />

schizzi, non si basa su nulla in particolare,<br />

stavo facendo un po’ di linee<br />

con matita e compasso quando mi<br />

sono accorto che era uscito qualcosa<br />

che, secondo me, era molto bello.<br />

Così l’ho ritoccato un po’ e sono<br />

emersi il mio disegno e la mia tavola.<br />

Le uniche difficoltà che ho incontrato,<br />

sono state relative alla realizzazione<br />

del progetto, perchè bisognava<br />

alcune nostre piantine, da noi stessi<br />

piantate, ci siamo occupati della permeabilità<br />

e infine della separazione e<br />

dell’ unione dei granuli.<br />

Quest’ ultima prova ci ha fatto approfondire<br />

altri quesiti.<br />

Quindi, ci siamo divisi in ulteriori<br />

gruppi.<br />

Questi hanno colmato le nostre ultime<br />

perplessità e così, finito il progetto<br />

abbiamo arricchito le nostre<br />

conoscenze e da quel giorno ci possiamo<br />

definire dei veri e propri scienziati!!!<br />

Elena Carrieri,<br />

Serena Macrì,<br />

Filippo Meani,<br />

Marco Onorato, 1ª A<br />

Wojciech Bugala, 2 a C<br />

disegnare una figura che fosse bella,<br />

ripetuta a formare una pavimentazione<br />

e simmetrica allo stesso tempo.<br />

I materiali utilizzati nella realizzazione<br />

sono stati: legno compensato<br />

da 25x25 cm, di spessore 0,5 cm e 1<br />

cm, vernice per colorare, fissativo.<br />

Gli strumenti sono stati più numerosi:<br />

seghetto e lame da traforo, un<br />

pennello per colorare, carta vetrata<br />

per levigare i lati e i vertici tagliati,<br />

squadra e matita per disegnare la<br />

forma. Credo che il lavoro sia venuto<br />

bene, sia perchè mi sono impegnato<br />

al massimo, sia perché ho seguito alcuni<br />

giudizi della prof.<br />

La visita alla mostra e il laboratorio di<br />

tecnologia sono stati molto interessanti,<br />

ci siamo ingegnati ed impegnati,<br />

perché non è stato semplice risolvere<br />

i problemi posti. Inoltre sono serviti a<br />

farci approfondire argomenti scolastici<br />

osservando cose nuove e divertendoci<br />

nella manualità; infatti, per<br />

studiare, non è sempre solo necessario<br />

aprire i libri ma, in alcuni casi, si<br />

può ascoltare ed osservare, facendo<br />

anche esperienza sul campo.<br />

Stefano Giardini,<br />

Omar Mousa,<br />

Valentina Salvi, 2ª F<br />

Figura prodotta<br />

utilizzando<br />

specchi piani<br />

Problem solving<br />

Per “problem solving” si intende la<br />

capacità di un individuo di mettere in<br />

atto processi cognitivi per affrontare<br />

e risolvere situazioni reali e interdisciplinari,<br />

per le quali il percorso di<br />

soluzione non è im<strong>media</strong>tamente evidente.<br />

Il problem solving è un’attività<br />

che è stata proposta quest’anno ad alcuni<br />

alunni della nostra scuola.<br />

Iniziato da una gara di prova senza<br />

preavviso che ha dato scarsi risultati,<br />

ha sempre più impegnato i partecipanti.<br />

Le squadre sono formate da quattro<br />

studenti di diverse classi che variano<br />

ogni volta; ogni squadra è in competizione<br />

con le altre e all’interno si<br />

crea tra i componenti uno spirito di<br />

collaborazione.<br />

La gara dura tre ore, ed è costituita da<br />

venti quesiti in cui sono richieste abilità<br />

logiche, linguistiche, geografiche,<br />

storiche e di cultura generale. La<br />

competizione è interamente svolta<br />

sul computer, ed è permesso collegarsi<br />

a Internet per accedere alle fonti<br />

che possono essere utili.<br />

Per essere più competenti nelle gare<br />

di problem solving, abbiamo parteci-<br />

Razzi ad acqua<br />

Nell’ambito delle attività integrative<br />

del programma di scienze, la classe<br />

Terza G ha seguito il progetto relativo<br />

alla realizzazione dei razzi ad<br />

acqua. Al fine di seguire con <strong>maggio</strong>re<br />

attenzione il progetto, la classe<br />

è stata suddivisa in due gruppi aventi<br />

come obiettivo lo studio, la costruzione<br />

e il collaudo del razzo.<br />

Nel progetto sono state identificate le<br />

seguenti tappe di sviluppo:<br />

• realizzazione e collaudo del paracadute;<br />

• analisi del principio di azione e reazione;<br />

• identificazione del baricentro;<br />

• studio del comportamento in volo;<br />

• costruzione e collaudo del razzo.<br />

A supporto della fase iniziale sono<br />

state utilizzate delle schede contenenti<br />

le indicazioni utili alla costruzione<br />

analizzando nel dettaglio i<br />

principi fisici del volo di un razzo.<br />

Nella progettazione si è dovuto tenere<br />

conto di numerosi elementi tecnologici<br />

quali la struttura, la propulsione e<br />

l’aerodinamica del razzo.<br />

La realizzazione dei numerosi paracadute,<br />

utili alle operazioni di atterraggio,<br />

ha visto i due gruppi di lavoro<br />

I ragazzi di 1 a A<br />

al microscopio<br />

3<br />

pato ad allenamenti pomeridiani in<br />

cui abbiamo potuto analizzare gli errori<br />

più frequenti e migliorare la nostra<br />

tecnica e ci siamo confrontati tra<br />

di noi chiarendo alcuni esercizi riguardanti<br />

la criptografia e i grafi ad<br />

albero.<br />

L’obiettivo è giungere alla gara finale,<br />

che si terrà a Roma il 21 <strong>maggio</strong><br />

<strong>2010</strong>; vi accederanno solamente le<br />

squadre che risulteranno migliori alle<br />

gare regionali.<br />

Il continuo progresso delle squadre è<br />

anche dovuto al miglioramento della<br />

compilazione delle risposte: i risultati<br />

sono corretti automaticamente da<br />

un server, per esempio se si scrive<br />

[V-L-I-E-S] verrà considerato errore,<br />

poiché la risposta corretta per il server<br />

è [V,L,I,E,S]: così per semplici<br />

virgole, si perdono punti.<br />

Il problem solving ci ha aiutato a migliorare<br />

le nostre capacità logiche,<br />

collaborando in squadra e conoscendo<br />

nuove persone, ma soprattutto<br />

è stato utile per valutare le<br />

nostre abilità e conoscenze in confronto<br />

a quelle di ragazzi anche di<br />

altre classi.<br />

Laura Codazzi, Emilia Rejec, 3ªC<br />

collaborare e concludere la costruzione<br />

con il collaudo all’interno dell’Istituto<br />

utilizzando il vano delle<br />

scale. Una delle attività fondamentali<br />

del progetto è stato lo studio del principio<br />

di azione e reazione, durante il<br />

quale si sono analizzate le dinamiche<br />

relative alla propulsione.<br />

L’individuazione dell’esatto baricentro<br />

di una riproduzione in carta del<br />

razzo ha consentito di rispettare le<br />

necessarie proporzioni e la bilanciatura<br />

nella costruzione del modello<br />

realizzato successivamente per<br />

l’esperimento.<br />

Utilizzando dei parametri di riferimento<br />

è stato possibile ipotizzare il<br />

comportamento in volo del razzo da<br />

utilizzare per l’esperimento.<br />

La costruzione del razzo è stata caratterizzata<br />

da tre fasi principali:<br />

l’assemblaggio, la decorazione ed il<br />

collaudo. Quest’ultima attività è stata<br />

realizzata all’aperto ed ha visto il lancio<br />

di ben ventisei razzi. Alcuni di<br />

questi sono stati collaudati privi di<br />

parti fondamentali della struttura (ad<br />

esempio paracadute, ali) al fine di<br />

sperimentare il diverso comportamento<br />

in volo. Questa esperienza ha<br />

avuto un elevato valore didattico in<br />

quanto ha permesso di studiare, analizzare<br />

e sperimentare alcuni principi<br />

fondamentali della fisica.<br />

Alessia Abbate, 3ª G

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