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COMUNICARE<br />

BIMESTRALE D’INFORMAZIONE INTERNA. SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE<br />

ANNO 15. NUOVA SERIE – N. 6 – NOVEMBRE-DICEMBRE 2004 (contiene allegato)<br />

L’inaugurazione <strong>del</strong>l’Anno<br />

Accademico 2004-2005<br />

Sped. in abb. post. 45% art. 2 comma 20/B L. 662/96 Filiale di Roma


Editoriale<br />

Di questo numero di “Comunicare”, che sarà in distribuzione dopo le Festività Natalizie, desidero<br />

segnalare due aspetti, che si collocano a buon diritto nel Percorso Qualità avviato nel Policlinico<br />

Gemelli fra i progetti <strong>del</strong> Piano strategico 1996-2000 e continuamente rivisitato e aggiornato.<br />

Il primo è trattato in un articolo <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria e <strong>del</strong> Servizio Tecnico e riguarda la qualità<br />

<strong>del</strong> comfort in ospedale. Possiamo affermare senza smentita che l’umanizzazione <strong>del</strong>la medicina<br />

al Gemelli non è teoria e letteratura, ma acquista sempre più spessore e sostanza con interventi<br />

concreti e visibili.Ulteriori passi significativi saranno percorsi in questa direzione con la graduale<br />

ma completa trasformazione <strong>del</strong>le camere di degenza a uno o due letti, che saranno dotate<br />

di impianto di condizionamento, servizi igienici propri, televisore, telefono a richiesta e testa-letto<br />

per gli strumenti sanitari. Lo stesso principio ispiratore per una migliore qualità <strong>del</strong>la vita in<br />

ospedale vale per gli interventi che saranno realizzati in ostetricia e pediatria, nonché per l’idea di<br />

“terrazza” sull’ ingresso dei visitatori al quarto piano <strong>del</strong> Policlinico. L’ostetricia sarà rivisitata in<br />

un’ottica più idonea e moderna per una massima vicinanza <strong>del</strong>la madre con il neonato e con una<br />

sala attrezzata per il parto in acqua. Per la pediatria l’obiettivo primario è costituito dal benessere<br />

e dalla serenità dei bambini bisognosi di cure da realizzare anche con una sala giochi a loro dedicata.<br />

Infine si è pensato a uno spazio di accoglienza e di attesa con panchine al di sopra <strong>del</strong>l’ingresso<br />

principale per venire sempre più incontro alle esigenze <strong>del</strong>l’utenze e dei visitatori.<br />

Se il soggiorno in ospedale non potrà mai paragonarsi al vivere sociale e familiare di ciascun ospite,<br />

è nostro dovere compiere tutti gli sforzi possibili perché il divario debba essere ristretto al minimo.<br />

Il secondo aspetto sul quale desidero richiamare l’attenzione è la pubblicazione allegata come<br />

supplemento.<br />

La Carta dei Servizi <strong>del</strong> settore Gestione e Manutenzione (GeMa) <strong>del</strong> Servizio Tecnico <strong>del</strong>la sede<br />

di Roma <strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong>, nel formulare dei precisi impegni contrattuali (standard di servizio<br />

erogato) con i propri Clienti, avvia un significativo e sistemico programma di attenzione alla<br />

soddisfazione dei bisogni degli stessi, in una ottica coerente e conforme ai principi di gestione, per<br />

la qualità e per il miglioramento continuo, dettati dalle norme internazionali ISO 9001:2000.<br />

Questa iniziativa, prima <strong>del</strong> suo genere in una organizzazione ospedaliera, nel riscuotere l’unanime<br />

consenso da parte <strong>del</strong>la Direzione, è testimonianza di un fattivo e condiviso coinvolgimento di<br />

tutte le figure professionali afferenti al settore Gestione e Manutenzione (GeMa) e si colloca, con<br />

pieno diritto, nell’alveo <strong>del</strong>le iniziative di miglioramento strutturale ed organizzativo che stiamo<br />

realizzando nell’ambito <strong>del</strong> processo verso l’accreditamento istituzionale.<br />

COMUNICARE<br />

1<br />

Antonio Cicchetti


<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong><br />

Facoltà di Medicina e Chirurgia - Roma<br />

Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”<br />

INTENTI E VALORI GUIDA PER LA QUALITÀ<br />

NEL RICONOSCERE L’ATTUALITÀ DEL DISEGNO DEL FONDATORE PADRE AGO-<br />

STINO GEMELLI, SI RINNOVA IL PRIMARIO E COERENTE IMPEGNO DI TUTTE LE COM-<br />

PONENTI UMANE E PROFESSIONALI AD OPERARE AL FINE DI:<br />

PRENDERSI CURA DELLA PERSONA MALATA, NEL RISPETTO INTEGRALE DELLA SUA<br />

DIGNITÀ, DEI SUOI BISOGNI, DELLA SUA SOFFERENZA E DELLA SUA SPERANZA.<br />

OFFRIRE SERVIZI E PRESTAZIONI CHE SIANO ECCELLENTI IN TERMINI DI EFFICA-<br />

CIA, APPROPRIATEZZA, EQUITÀ, SICUREZZA, TEMPESTIVITÀ, EFFICIENZA ED AC-<br />

CESSIBILITÀ.<br />

PROMUOVERE INNOVAZIONI E GARANTIRE LA TRASPARENZA DEI COMPORTAMEN-<br />

TI PROFESSIONALI, NELLA CONDIVISIONE DEGLI OBIETTIVI GENERALI E SPECI-<br />

FICI, SUPERANDO LA VISIONE SETTORIALE E CATEGORIALE NELL’INTENTO DI MI-<br />

GLIORARE CONTINUAMENTE L’ORGANIZZAZIONE.<br />

STIMOLARE L’APPRENDIMENTO CONTINUO E LA FORMAZIONE DEL SAPERE PRO-<br />

FESSIONALE, SCIENTIFICO E TECNICO.<br />

ASSICURARE LA DIFFUSIONE CAPILLARE DELLE INFORMAZIONI, LA CONOSCENZA<br />

DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI ED OPERATIVI DEI RISULTATI RAGGIUNTI E DELLE<br />

ESPERIENZE MATURATE.<br />

FAVORIRE LA COLLABORAZIONE ED IL COINVOLGIMENTO, LA MULTIDISCIPLINA-<br />

RIETÀ, IL LAVORO DI GRUPPO, LA RESPONSABILITÀ CONDIVISA.<br />

RICONOSCERE E VALORIZZARE L'IMPEGNO DI TUTTI I PROTAGONISTI.<br />

TRADURRE GLI INTENTI ED I VALORI IN AZIONI CONCRETE, COSTANTI E COEREN-<br />

TI ATTRAVERSO GLI IMPEGNI PRIMARI DELLA DIREZIONE E LA PARTECIPAZIONE<br />

ATTIVA DI TUTTE LE FIGURE PROFESSIONALI.<br />

Questo documento è il risultato di sei gruppi di lavoro - 150 persone - rappresentativi di tutte le figure<br />

professionali <strong>del</strong>la sede di Roma. I sei gruppi hanno lavorato distintamente e hanno prodotto questa sintesi,<br />

che costituisce la premessa di riferimento per l’avvio di un Sistema Qualità realizzato nel Policlinico Gemelli.<br />

Il testo è una proposta che va letta in chiave dinamica, suscettibile di integrazioni<br />

e aggiornamenti attraverso il contributo di tutti coloro che lavorano all’interno <strong>del</strong>l’Istituzione.<br />

Dei suggerimenti pervenuti si terrà conto per una nuova stesura.


COMUNICARE<br />

BIMESTRALE D’INFORMAZIONE INTERNA. SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE.<br />

ANNO 15. NUOVA SERIE – N. 6 – NOVEMBRE-DICEMBRE 2004 (contiene allegato)<br />

Comunicare – Anno XV.<br />

Nuova serie – Numero 6<br />

Periodico di informazione interna<br />

<strong>del</strong>la sede di Roma <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong><br />

Bimestrale<br />

novembre – dicembre 2004<br />

DIRETTORE:<br />

Antonio Cicchetti<br />

RESPONSABILE:<br />

Domenico Tavani<br />

REDAZIONE<br />

Marilina Pogutz Scrascia<br />

(redattore capo),<br />

Maria Cristina Buschi,<br />

Francesco Gemelli<br />

(referente per gli eventi istituzionali)<br />

SEGRETERIA<br />

Michelina Misantoni<br />

UFFICI DI REDAZIONE<br />

Largo Francesco Vito, 1<br />

00168 Roma<br />

Tel. 0630154013-0630154881<br />

e-mail comunicare@rm.unicatt.it<br />

www.rm.unicatt.it/Comunicare<br />

PROGETTO GRAFICO<br />

Oliviero Ciriaci<br />

STAMPA<br />

I.G.E.R. srl<br />

Via Carlo Tommaso Odescalchi, 67a<br />

00147 Roma<br />

HANNO COLLABORATO AI TESTI<br />

Elena Arnò, Numa Cellini,<br />

Anna Chiovenda, Francesco Consalvi,<br />

Luciana Di Iulio, Vincenzo Di Scala,<br />

Donatella Esposito, Patrizia Guerra,<br />

Giampietro Massacci, Biagio Merlino,<br />

Mariarosaria Ripa, Simonetta<br />

Salomone, Luca Tagliaferri<br />

FOTO<br />

Servizio Fotoriproduzioni<br />

e Stampa U.C.S.C.<br />

Chiuso in redazione<br />

il 2 dicembre 2004<br />

Autorizz. <strong>del</strong> Trib. di Roma n.390<br />

<strong>del</strong> 15/6/1990<br />

COMITATO DI COORDINAMENTO<br />

Mons. Gianni Ambrosio,<br />

Antonio Cicchetti, Andrea Cambieri,<br />

Nicola Cerbino, Paolo Garavaglia,<br />

Giampietro Massacci,<br />

Domenico Tavani<br />

In copertina: i giovani flautisti<br />

Francesca Raponi e Emiliano<br />

Zenodocchio hanno, con la loro<br />

musica, aperto la manifestazione<br />

in Auditorium.<br />

Sommario<br />

Editoriale........................................................................................................1<br />

Cultura come servizio................................................................................3<br />

Dies Academicus a Campobasso .........................................................10<br />

Quali politiche per la sanità nel Lazio..............................................13<br />

Sempre più confortevole il soggiorno al Gemelli ..........................16<br />

Addio “lastre” con la radiologia digitale ..........................................20<br />

Il buon uso <strong>del</strong> farmaco in ospedale .................................................23<br />

I vantaggi nel lavorare in piastra ........................................................26<br />

L’errore in medicina ................................................................................29<br />

“Avanti tutta” con i corsi Nostos .........................................................32<br />

Padre Livio: 60 anni di sacerdozio ....................................................37<br />

Informazioni ..............................................................................................39<br />

Dal corpo docente....................................................................................40<br />

Dal centro pastorale ................................................................................40<br />

Formazione.................................................................................................42<br />

Scienza e cultura ......................................................................................43<br />

Notiziario ....................................................................................................44<br />

Dov’è il nato Re........................................................................................48


Prende avvio il nuovo anno accademico.<br />

80 anni dal riconoscimento giuridico<br />

<strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong> e un resoconto<br />

<strong>del</strong>l’anno appena trascorso,<br />

giudicato dal Magnifico Rettore,“ampiamente<br />

positivo”<br />

Francesco Gemelli e<br />

Marilina Pogutz Scrascia<br />

Con una solenne cerimonia si è<br />

inaugurato il 16 novembre scorso<br />

l’Anno Accademico 2004/05<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e Chirurgia “A.<br />

Gemelli”.<br />

Tutte le componenti <strong>del</strong>la sede romana<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> si sono ritrovate,<br />

dapprima in Chiesa centrale<br />

per la concelebrazione eucaristica, successivamente<br />

in Auditorium per ascoltare<br />

il discorso inaugurale <strong>del</strong> Magnifico<br />

Rettore, prof. Lorenzo Ornaghi, la<br />

relazione <strong>del</strong> Preside, prof. Pasquale<br />

Marano e la prolusione <strong>del</strong> prof. Gianfranco<br />

Ferraccioli, Ordinario di Reumatologia.<br />

Come da programma, alle ore 9,30 fanno<br />

il loro ingresso in Chiesa centrale,<br />

accompagnati dalle autorità accademiche<br />

ed amministrative il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Conferenza Episcopale Italiana, Card.<br />

Camillo Ruini ed i Sacerdoti concelebranti:<br />

Mons. Gianni Ambrosio, Assistente<br />

Ecclesiastico Generale, Mons. Enzo<br />

Leuzzi, Responsabile per la Diocesi<br />

di Roma <strong>del</strong>la Pastorale Universitaria,<br />

Fra Giovanni Rossi, Fra Ausilio Toonambe’,<br />

Don Nunzio Currao, Cappellani<br />

<strong>del</strong> Policlinico “A. Gemelli”, e gli Assistenti<br />

spirituali <strong>del</strong>la sede di Roma,<br />

Mons. Decio Cipolloni, Padre Tiziano Civiero,<br />

Don Antonio Cecchini, Don Marco<br />

Ceccarelli che ha svolto il ruolo di<br />

Cerimoniere.<br />

ANNO ACCADEMICO 2004 - 2005<br />

Cultura come<br />

servizio<br />

Il Card. Camillo Ruini durante l’Omelia.<br />

Con le parole <strong>del</strong>la prima lettura e quelle<br />

<strong>del</strong> Vangelo <strong>del</strong> giorno, inizia la sua<br />

Omelia il Cardinale Vicario, richiamando<br />

un binomio: “ l’incontro con Gesù, che<br />

ci conosce meglio di quanto ci conosciamo<br />

noi stessi, e la conversione. Per tutti<br />

valgono le parole conclusive <strong>del</strong>la prima<br />

lettura: “ Ecco, sto alla porta e busso. Se<br />

qualcuno ascolta la mia voce e mi apre<br />

la porta, io verrò da lui, cenerò con lui<br />

ed egli con me.” È un banchetto che comincia<br />

qui e dura per sempre. Sono parole<br />

che il Signore rivolge a ciascuno di<br />

noi, ma anche a ciascuna istituzione che<br />

si richiama alla Parola di Dio.<br />

Al Policlinico “Agostino Gemelli” e all’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> intera è chiesta<br />

COMUNICARE<br />

3<br />

dunque la fe<strong>del</strong>tà concreta<br />

a queste parole. Fe<strong>del</strong>tà<br />

al nostro spirito, alla vocazione<br />

per cui questa<br />

<strong>Università</strong> è nata ed è stata<br />

istituita. Se davvero sarà<br />

comune questa fe<strong>del</strong>tà,<br />

ne deriverà anche unione<br />

interna per lavorare insieme.<br />

E questo perché è comune<br />

la nostra grande<br />

missione, sia come Policlinico<br />

verso i malati e le<br />

loro famiglie, sia come<br />

<strong>Università</strong> verso gli studenti<br />

che qui vengono formati,<br />

verso l’intero paese,<br />

in una prospettiva europea.<br />

Le frontiere <strong>del</strong>la medicina<br />

si allargano, sia sul piano<br />

scientifico e tecnologico<br />

che su quello organizzativo.<br />

Qualificante è la dimensione<br />

di questo sviluppo<br />

e la direzione non<br />

può che essere una: l’uomo<br />

nella verità <strong>del</strong> suo essere,<br />

come ci viene rivelata soltanto in<br />

Gesù Cristo. Questo significa innanzitutto<br />

che il Policlinico Gemelli deve<br />

porsi al servizio <strong>del</strong>le persone nel segno<br />

<strong>del</strong>l’amore cristiano improntato alla<br />

fraternità. Ma significa anche che ci<br />

deve essere sempre un rapporto profondo<br />

tra la ricerca scientifica da una<br />

parte e l’etica e l’antropologia dall’altra.<br />

Quando il soggetto umano è in questione,<br />

e nella medicina e nella ricerca<br />

biomedica lo è sempre, la neutralità <strong>del</strong>la<br />

ricerca si rivela impossibile e distruttiva<br />

perché implica la negazione di<br />

ciò che è specificamente umano. Se si<br />

guarda l’uomo soltanto in modo neutro<br />

vuol dire che non si prende in consi-


Il Rettore prof. Lorenzo Ornaghi apre l’Anno<br />

Accademico.<br />

derazione il fatto che egli è soggetto<br />

creato a immagine di Dio, radicalmente<br />

unico. Ecco perché la ricerca biomedica<br />

non può che essere intimamente<br />

unita all’etica e alla visione antropologica<br />

<strong>del</strong>l’uomo. Assumere lo specifico<br />

<strong>del</strong>l’uomo dentro alla ricerca le conferisce<br />

il suo senso pieno. E non si tratta<br />

di un limite, bensì di una forza”.<br />

Dopo la S. Messa, si è passati tutti in<br />

Auditorium dove ha preso avvio la cerimonia<br />

d’inaugurazione con l’intervento<br />

<strong>del</strong> Rettore, che, prima <strong>del</strong> suo saluto,<br />

ha letto un messaggio <strong>del</strong> Presidente<br />

<strong>del</strong>l’Istituto Toniolo di Studi Superiori,<br />

Cardinale Dionigi Tettamanzi.<br />

“Corre quest’anno l’80° <strong>del</strong> riconoscimento<br />

giuridico <strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong>,<br />

ha ricordato il prof. Ornaghi. Con il Regio<br />

Decreto N. 1661, <strong>del</strong> 2 ottobre 1924,<br />

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale <strong>del</strong><br />

Regno il 31 ottobre stesso, il nostro Ateneo<br />

entrava a far parte a pieno titolo <strong>del</strong><br />

sistema universitario italiano.<br />

Il Decreto giungeva dopo che il Consiglio<br />

superiore <strong>del</strong>la Pubblica Istruzione<br />

aveva dichiarato che “la peculiarità<br />

dei fini, la larghezza dei mezzi, l’elevatezza<br />

dei criteri scientifici e didattici<br />

posti a base <strong>del</strong>l’ordinamento di codesta<br />

<strong>Università</strong>, la funzione in parte internazionale<br />

che sembra esserle riser-<br />

vata, accanto a quella di<br />

interesse nazionale, la<br />

bontà di parecchie sue innovazioni,<br />

portano ad accogliere<br />

senza esitare la<br />

domanda <strong>del</strong>la sua costituzione<br />

e lo Statuto relativo”.<br />

Durante la solenne<br />

inaugurazione <strong>del</strong> 7 dicembre<br />

1921, il Legato<br />

Pontificio, cardinale Achille<br />

Ratti portò anche alla<br />

nostra <strong>Università</strong> il “grido”<br />

augurale <strong>del</strong>le universitates<br />

studiorum, quel grido<br />

destinato a essere ripetuto<br />

più volte nei periodi<br />

lieti e in quelli meno<br />

fortunati o facili <strong>del</strong> nostro<br />

Ateneo: “vivat, crescat,<br />

floreat”.<br />

La ricorrenza, poi, rappresenta<br />

anche il momento<br />

propizio per cominciare<br />

a offrire una concreta<br />

risposta, in termini sempre più precisi<br />

e determinati, a quella serie di interrogativi<br />

che le trasformazioni <strong>del</strong> sistema<br />

universitario italiano e i cambiamenti<br />

<strong>del</strong>l’ideal-tipo stesso di <strong>Università</strong> stanno<br />

sollevando ormai da tempo. Vale a<br />

dire: quale <strong>Università</strong> immaginiamo per<br />

i prossimi decenni? quali<br />

programmi di formazione<br />

e quali linee di ricerca<br />

scientifica desideriamo e,<br />

soprattutto, intendiamo<br />

perseguire? quale Ateneo<br />

dei cattolici italiani siamo<br />

davvero in grado di poter<br />

e volere – nella nostra autonomia<br />

e con tutto il senso<br />

<strong>del</strong>la nostra responsabilità<br />

– costruire?<br />

“Seppur in questa loro formulazione<br />

semplificata,<br />

prosegue il Rettore, tali interrogativi<br />

devono costituire<br />

la bussola per continuare<br />

la nostra strada,<br />

dentro un complesso di<br />

cambiamenti che in parte<br />

si sono già compiuti e in<br />

parte devono ancora concludersi<br />

interamente. Del<br />

resto, le risposte che, qui<br />

nella nostra <strong>Università</strong>,<br />

COMUNICARE<br />

4<br />

vorremo e sapremo dare a queste domande<br />

sono anche l’unico modo per<br />

non conformarci passivamente a un processo<br />

di crescente omologazione dall’esterno<br />

di tutte le università.”.<br />

Il Rettore ha proseguito dando un resoconto<br />

<strong>del</strong>la crescita complessiva <strong>del</strong>l’Ateneo;<br />

“una crescita, ha detto il prof.<br />

Ornaghi, da valutare in termini ampiamente<br />

positivi”.<br />

Il prof. Ornaghi ha accennato poi alle<br />

importanti innovazioni <strong>del</strong>l’area diagnostica-assistenziale:<br />

l’installazione di<br />

una nuova gamma-camera; una nuova<br />

TAC, in grado di effettuare un esame total<br />

body in meno di un minuto; in fase<br />

di avanzata realizzazione il centro di<br />

diagnostica precoce per immagini dotati<br />

di due PET.<br />

Il Rettore ha anche parlato di un innovativo<br />

sistema PACS per la memorizzazione<br />

e la distribuzione <strong>del</strong>le immagini<br />

medicali in formato digitale; la rivisitazione<br />

<strong>del</strong> Sistema informativo <strong>del</strong>l’area<br />

ricoveri, resasi necessaria dall’introduzione<br />

<strong>del</strong>la nuova Piastra Polifunzionale.<br />

Inoltre, ha detto il Rettore<br />

che è stato reso operativo il progetto<br />

“Nostos” per il recupero e la riqualificazione<br />

di professionalità da adeguare<br />

alle esigenze di una realtà in continua<br />

evoluzione.<br />

Il prof. Gianfranco Ferraccioli durante la sua lezione<br />

magistrale.


Il Preside prof. Pasquale Marano, davanti al Corpo Accademico durante la sua<br />

presentazione <strong>del</strong>la Facoltà. In primo piano a sinistra i Presidi <strong>del</strong>le sedi padane.<br />

Ha formulato poi i ringraziamenti a tutto<br />

il personale tecnico-amministrativo<br />

e assistenziale, e ha rinnovato gli auguri<br />

di buon lavoro al dott. Antonio Cicchetti,<br />

nuovo Direttore Amministrativo,<br />

nella certezza, ha affermato il Rettore,<br />

“che egli, in una fase di ammodernamento<br />

e sviluppo, metterà a disposizione<br />

<strong>del</strong>l’intero Ateneo le preziose<br />

risorse di professionalità dimostrate<br />

nei numerosi anni alla guida <strong>del</strong>la Sede<br />

di Roma e che continua a dimostrare<br />

come Direttore <strong>del</strong> Policlinico”.<br />

Conclusa la parte relativa alla vita <strong>del</strong>l’Ateneo,<br />

il Rettore è tornato a richiamare<br />

l’attenzione sulle considerazioni<br />

iniziali, che si potrebbero sintetizzare in<br />

una unica domanda, “Stiamo lavorando,<br />

da noi stessi, nel predefinire e cominciare<br />

a realizzare quelli che saran-<br />

COMUNICARE<br />

5<br />

no i lineamenti e i caratteri di una grande<br />

<strong>Università</strong> e di un grande Policlinico<br />

dei Cattolici Italiani?<br />

Nei prossimi decenni, una grande <strong>Università</strong><br />

sarà davvero tale se già da adesso<br />

sarà attrezzata a saper corrispondere<br />

alle funzioni sociali che sempre più<br />

saranno richieste all’istituzione universitaria.<br />

E, soprattutto, se sarà preparata<br />

a saper esercitare in modo davvero<br />

eccellente le funzioni <strong>del</strong>la ricerca scientifica,<br />

<strong>del</strong>l’assistenza sanitaria, e <strong>del</strong>la<br />

formazione <strong>del</strong> capitale umano, funzioni<br />

tra loro interdipendenti in modo<br />

assai stretto.<br />

Per rendere ancora più grande la nostra<br />

<strong>Università</strong>, tre linee di sviluppo, tra<br />

quelle necessarie e possibili, mi sembrano<br />

urgenti da impostare con chiarezza<br />

e realizzare secondo tempi determinati.<br />

Esse sono: 1) l’ulteriore internazionalizzazione<br />

<strong>del</strong> nostro sistema di<br />

formazione e di ricerca; 2) il rafforzamento<br />

<strong>del</strong>la centralità <strong>del</strong>l’azione di ricerca<br />

scientifica e, al tempo stesso, la<br />

sua efficace promozione quale elemento<br />

fondante <strong>del</strong> rango <strong>del</strong> nostro Ateneo<br />

dentro il sistema europeo e internazionale<br />

<strong>del</strong>le università; 3) la corrispondenza<br />

più funzionale possibile tra<br />

i processi di governo e quelli di attuazione<br />

<strong>del</strong>le decisioni, così da assicurare<br />

il rispetto dei principî <strong>del</strong>la compe-<br />

Il Corpo Accademico


tenza, <strong>del</strong>la responsabilità, <strong>del</strong>la coerenza<br />

con la strategia complessiva di<br />

gestione <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />

Lungo la prima linea, molte iniziative<br />

già si sono assai positivamente realizzate:<br />

le Alte Scuole, le Scuole di dottorato,<br />

il successo dei “double degree”<br />

già attivi, i master istituiti in forma congiunta<br />

con altre <strong>Università</strong>. Lungo la<br />

seconda linea, lo sviluppo e il potenziamento<br />

<strong>del</strong>la ricerca richiederanno<br />

non solo di promuovere l’azione di ricerca,<br />

diffondendo e premiando soprattutto<br />

quei risultati che siano maggiormente<br />

riconosciuti e valutati come<br />

innovativi e rilevanti in campo europeo<br />

e internazionale, ma anche di aprire il<br />

nostro Ateneo ai giovani ricercatori.<br />

Lungo la terza linea di crescita, infine,<br />

essenziale risulterà il mo<strong>del</strong>lo di amministrazione<br />

che andremo a costruire,<br />

nei suoi quotidiani rapporti con gli organi<br />

accademici e direttivi, nella sua<br />

crescente funzionalità rispetto alla qualità<br />

dei servizi da erogare agli studenti,<br />

nella sua capacità di essere sempre più<br />

compartecipe attiva e responsabile dei<br />

fondamentali processi <strong>del</strong>la vita di un<br />

ateneo. Tutte queste tre linee esigeranno,<br />

da ognuno di noi, la saggezza nel<br />

procedere verso i necessari cambia-<br />

Il Rettore consegna la targa ricordo<br />

al prof. Pierugo Carbonin e al prof.<br />

Costantino Romagnoli che la ritira<br />

per il prof. Giuseppe Tortorolo.<br />

menti. E ci domanderanno l’intelligenza<br />

di un ragionato e consapevole rinnovamento<br />

culturale.<br />

Mi sembra opportuno riportare alla memoria<br />

un altro di quei fili che, talvolta<br />

dimenticati, intessono la trama di tutta<br />

la nostra storia. La sera <strong>del</strong>la solenne<br />

inaugurazione <strong>del</strong> 7 dicembre 1921 terminava<br />

con una festosa adunanza dei<br />

Giovani di Azione <strong>Cattolica</strong>, durante la<br />

quale il cardinal Ratti ebbe a osservare:<br />

“Abbiamo passato una giornata in<br />

paradiso; siamo passati di gioia in<br />

gioia… Forse rimane nei cuori una<br />

grande contentezza come se il più importante<br />

fosse fatto. Non è così. Nihil<br />

actum si quid agendum. Non si è fatto<br />

COMUNICARE<br />

6<br />

nulla, se resta qualche cosa da fare”.<br />

Padre Gemelli fece sue queste parole.<br />

Da allora, il Nihil actum si quid agendum,<br />

oltre che una <strong>del</strong>le esortazioni più<br />

ricorrenti nei discorsi <strong>del</strong> Fondatore, è<br />

divenuto un canone <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>la nostra<br />

<strong>Università</strong>, un criterio che guida il<br />

pensare e l’agire per il domani che intendiamo<br />

costruire”.<br />

Subito dopo, ha preso la parola il Preside<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina, prof. Pasquale<br />

Marano, affermando che “l’<strong>Università</strong><br />

è, per tradizione storica, il luogo<br />

di formazione <strong>del</strong> sapere, prima ancora<br />

<strong>del</strong> luogo ove il sapere viene trasmesso;<br />

essa è il luogo di quella elaborazione<br />

critica che permette al sapere<br />

di crescere, modificarsi, correggere i<br />

propri errori. Elaborazione critica che<br />

si svolge attraverso un processo continuo<br />

di ricerca che impronta di sé anche<br />

gli altri compiti universitari, come<br />

l’insegnamento e - nelle Facoltà di Medicina<br />

- l’assistenza”.<br />

Il prof. Marano si pone poi un imporante<br />

interrogtivo: “il mo<strong>del</strong>lo generale che abbiamo<br />

<strong>del</strong>ineato sulla inscindibilità tra<br />

ricerca, insegnamento ed assistenza è ancor<br />

oggi punto di riferimento per lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>le Facoltà mediche in Europa<br />

ed in Italia in particolare oppure esso<br />

deve considerarsi superato? E se esiste<br />

un nuovo mo<strong>del</strong>lo di riferimento in che<br />

cosa esso consiste e quali sono i principali<br />

elementi che lo caratterizzano?<br />

Da un lato la crescita esponenziale <strong>del</strong>le<br />

conoscenze e <strong>del</strong>le tecnologie fa enor-


memente lievitare il costo <strong>del</strong>la ricerca;<br />

ne segue che la limitazione <strong>del</strong>le risorse<br />

incide in modo <strong>del</strong> tutto particolare<br />

sull’investimento in ricerca e su un<br />

insegnamento basato su questa. E vi è<br />

anche, in ragione degli elevati costi <strong>del</strong>la<br />

ricerca, il possibile e terribile rischio<br />

<strong>del</strong>la fine di una ricerca libera, che diventi<br />

una merce come tante, che si indirizzi<br />

non verso il bene comune bensì<br />

verso interessi di industrie offrendosi<br />

in vendita ai migliori acquirenti”.<br />

Prosegue il Preside: “poco più di dieci<br />

anni fa, l’introduzione dei Diplomi Universitari<br />

veniva a modificare profondamente<br />

l’itinerario formativo di molti<br />

professionisti <strong>del</strong>l’area sanitaria, spo-<br />

stando l’asse <strong>del</strong>la loro formazione dal<br />

contesto professionale a quello universitario.<br />

Il successivo passaggio dai Diplomi Universitari<br />

ai Corsi di Laurea Triennale e<br />

Specialistica ha ulteriormente accentuato<br />

questo carattere di complessità<br />

nella gestione <strong>del</strong>le Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia, ponendo problemi di<br />

equità nella gestione stessa e nella distribuzione<br />

<strong>del</strong>le risorse ma ponendo anche<br />

problemi di esigenza nella qualità<br />

dei risultati che ogni corso è tenuto a<br />

fornire”.<br />

Il Prof. Marano conclude il suo intervento<br />

affermando di rendersi conto “che<br />

si può dubitare <strong>del</strong>la reale possibilità<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina di svolgere<br />

ancor oggi gli stessi ruoli <strong>del</strong> passato,<br />

ricerca, formazione, assistenza e ciò in<br />

COMUNICARE<br />

7<br />

Il prof. Gaetano Paludetti riceve<br />

la targa al posto <strong>del</strong> prof. Maurizio<br />

Maurizi, al centro la prof.ssa Maria<br />

Assunta Pesaresi e, in basso, il prof.<br />

Paolo Orlando.<br />

tutti i corsi che essa deve attualmente<br />

gestire. Vi si oppongono difficoltà pratiche<br />

gravissime: la crescita esponenziale<br />

<strong>del</strong>le conoscenze e <strong>del</strong>la tecnologia,<br />

il costo crescente <strong>del</strong>la ricerca, la<br />

necessità di ampliare il corpo docente.<br />

Tutto ciò ha un costo e richiede pertanto<br />

adeguate risorse<br />

Siamo posti di fronte ad una sfida che<br />

può e deve essere vinta. Per quanto riguarda<br />

noi docenti, la vinceremo solo<br />

se, avendo in mente un obiettivo ben


I premiati: prof. Alberto Venuti,<br />

Aldo Nacci e Franco Ceriati.<br />

chiaro sintetizzabile in un nuovo slogan,<br />

ossia “fare <strong>del</strong>la docenza ricerca e <strong>del</strong>la<br />

ricerca docenza”, avremo nell’animo<br />

l’entusiasmo necessario a conseguirlo.<br />

Spetta poi alla Facoltà, nella sua autonomia,<br />

collegialità e responsabilità, individuare<br />

modalità e strumenti per rispondere<br />

alla sfida, migliorarndo il suo<br />

ruolo ed il suo prestigio, aggiungendo<br />

valori moderni a quelli tradizionali, privilegiando<br />

così la qualità scientifica nell’insegnamento<br />

dei docenti, nella formazione<br />

degli studenti, nell’assistenza<br />

ai pazienti. Problemi non da poco dei<br />

quali tutti noi siamo consapevoli”.<br />

COMUNICARE<br />

8<br />

Ha preso poi la parola il prof. Gianfranco<br />

Ferraccioli, ordinario di Reumatologia<br />

per la prolusione inaugurale<br />

dal titolo: “Da Renoir alle molecole intelligenti.<br />

L’arte <strong>del</strong>la specialità”. Lo studio<br />

<strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>le opere di Pierre-<br />

Auguste Renoir sono alla base <strong>del</strong>la<br />

scelta da parte <strong>del</strong> prof. Ferraccioli di<br />

dedicarsi allo studio <strong>del</strong>la Reumatologia.<br />

Il grande pittore impressionista<br />

francese all’età di 50 anni è stato colpito<br />

da una gravissima forma di artrite<br />

reumatoide che gli ha deformato e creato<br />

altri gravi fenomeni di disassamento<br />

articolare impedendogli di dipingere<br />

in libertà e serenità. La malattia gli<br />

impediva di reggere il pennello e solo<br />

in brevi momenti riusciva ancora a creare<br />

piccoli dipinti. “Mi sono chiesto, sono<br />

parole <strong>del</strong> prof. Ferraccioli, come<br />

fosse possibile per un pittore, ma lo<br />

stesso sarebbe stato per un musicista o<br />

per un chirurgo, accettare di vivere senza<br />

l’uso <strong>del</strong>lo strumento fondamentale<br />

<strong>del</strong> proprio corpo che gli permetteva di<br />

svolgere la sua attività: le mani. Mi sono<br />

chiesto come si potesse portare sollievo<br />

e curare quelle malattie devastanti,<br />

sempre dolorose, che progressivamente<br />

distruggono il corpo e lo spirito”.<br />

L’artrite reumatoide, malattia sconosciuta<br />

fino al 1492, anno <strong>del</strong>la scoperta<br />

<strong>del</strong>l’America, è stata importata dal<br />

Nuovo Mondo e da quel momento è diventata<br />

universale.<br />

“Seguendo in reparto ed in ambulatorio,<br />

prosegue il prof. Ferraccioli, i pa-


Questo il testo <strong>del</strong> messaggio inviato dal Ministro <strong>del</strong>la Salute prof. Girolamo Sirchia al Magnifico<br />

Rettore, prof. Lorenzo Ornaghi in occasione <strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong>l’Anno Accademico<br />

2004 – 2005.<br />

Magnifico Rettore,<br />

è mio desiderio innanzitutto ringraziarLa per l’invito all’inaugurazione <strong>del</strong> nuovo Anno Accademico<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> che si terrà martedì 16 novembre a Roma. Purtroppo improrogabili<br />

impegni parlamentari dovuti alla discussione <strong>del</strong>la Legge Finanziaria non mi permettono<br />

di essere con Voi.<br />

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale sta vivendo un cambiamento epocale poiché epocale è lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>la conoscenza. Oggi l’<strong>Università</strong> deve affrontare una nuova sfida, quella di non rimanere una monade<br />

chiusa in se stessa ma essere sensibile al territorio in cui vive, agli interessi anche sociali, al mondo <strong>del</strong> lavoro,<br />

ai problemi degli studenti, al mondo <strong>del</strong>l’impresa.Abbiamo bisogno di un’<strong>Università</strong> che sia attenta<br />

ai problemi <strong>del</strong>la salute in maniera globale, così come è sempre stato nella tradizione <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>.<br />

Nella vita umana pochi cambiamenti sono stati così profondi come quelli prodotti dalle scienze biomediche<br />

e dalla pratica <strong>del</strong>la medicina. La grande quantità e qualità di nozioni scientifiche con cui le <strong>Università</strong><br />

arricchiscono oggi la preparazione degli studenti, dei medici, degli operatori sanitari, gli alti livelli di specializzazione<br />

raggiunti per poter utilizzare apparecchiature sempre più complesse, non devono mai far passare<br />

in secondo piano l’importanza <strong>del</strong>l’umanizzazione <strong>del</strong> rapporto con il paziente, che deve essere considerato<br />

come una unità inscindibile di corpo e psiche, con il quale saper comunicare.<br />

Compito <strong>del</strong>le <strong>Università</strong> è dunque quello di preparare gli studenti ad affrontare tutte le diverse sfaccettature<br />

che la professione da essi scelta implicherà.<br />

L’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> che oggi inaugura il nuovo anno accademico costituisce un esempio<br />

di come la scienza possa sposarsi all’etica, di come l’attenzione alla persona e il rispetto <strong>del</strong>l’umana<br />

dignità coincidano con prestazioni di altissimo livello.<br />

Nell’augurare un proficuo anno accademico, La prego di porgere il mio saluto a tutti i docenti, studenti e<br />

autorità presenti all’inaugurazione, con i migliori auguri di buon lavoro.<br />

zienti affetti da artrite reumatoide mi sono<br />

accorto che nonostante tanti sforzi,<br />

nonostante lo scrupoloso uso dei farmaci,<br />

nonostante i controlli periodici,<br />

il danno osteoarticolare dei pazienti proseguiva<br />

imperterrito”. E continua: “dopo<br />

alcuni anni di dibattito internazionale<br />

veniva infine accettato che nella<br />

realtà tutto ciò che si faceva in clinica<br />

non modificava per nulla il decorso <strong>del</strong><br />

danno articolare. Da quel momento partirono<br />

due linee di ricerca a livello internazionale:<br />

la prima che mirava ad<br />

identifiare le molecole e le cellule chiave<br />

<strong>del</strong>la infiammazione reumatoide, la<br />

seconda che mirava ad ottimizzare le<br />

molecole disponibili in terapia attaverso<br />

schemi terapeutici innovativi. La ricerca<br />

ha così portato a due risultati importantissimi<br />

ed inequivocabili: il pri-<br />

mo è stato l’avere individuato alcune<br />

molecole chiave responsabili <strong>del</strong>l’artrite<br />

ed alcune cellule primariamente coinvolte<br />

nel danno infiammatorio, il secondo<br />

ad acquisire il concetto di polifarmacoterapia<br />

sin dalle primissime fasi<br />

<strong>del</strong>la malattia reumatoide. Il primo filone<br />

di ricerca ha consentito di arrivare<br />

a sintetizzare le cosidette molecole<br />

intelligenti capaci di antagonizzare le<br />

proteine infiammatorie dannose, il secondo<br />

filone ad impostare nella pratica<br />

clinica quelle terapie di combinazione<br />

contenenti anche molecole intelligenti”.<br />

Il prof. Ferraccioli termina la<br />

sua prolusione con alcune considerazioni:<br />

“Il contatto quotidiano con malati<br />

sofferenti di dolore cronico mi ha<br />

permesso di comprendere un poco meglio<br />

l’essere umano nella sua comples-<br />

COMUNICARE<br />

9<br />

Prof. Girolamo Sirchia<br />

sità, mi permette di affermare che senza<br />

atti d’amore tra uomo (medico) e uomo<br />

(paziente) non si può costruire nessun<br />

avvenire di speranza e mi permette<br />

di affermare che senza ricerca e amore<br />

per la ricerca, molto di quello che è<br />

il nostro destino di migliorare costantemente<br />

le condizioni di salute e la qualità<br />

<strong>del</strong>la vita dei nostri pazienti, verrà<br />

colpevolmente ritardato e penalizzerà<br />

come sempre i più deboli ed i più fragili”.<br />

Al termine <strong>del</strong>la cerimonia, il prof. Lorenzo<br />

Ornaghi ha consegnato le targhe<br />

ricordo ai professori che quest’anno<br />

hanno lasciato l’attività: Pierugo Carbonin,<br />

Giuseppe Tortorolo, Maurizio<br />

Maurizi, Maria Assunta Pesaresi, Paolo<br />

Orlando, Alberto Venuti, Aldo Nacci,<br />

Franco Ceriati.


Durante la cerimonia il Rettore ha<br />

tracciato le finalità strumentali per lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>l’Ateneo e ha espresso il<br />

suo orgoglio per i risultati che sta ottenendo<br />

il centro di Campobasso<br />

Francesco Gemelli<br />

Il 2 dicembre 2004, si è svolta, presso<br />

il Centro di Ricerca e Formazione<br />

ad Alta Tecnologia nelle Scienze<br />

Biomediche di Campobasso, l’inaugurazione<br />

<strong>del</strong>l’Anno Accademico.<br />

La giornata ha avuto inizio con la Santa<br />

Messa celebrata da Mons. Armando Di Fabio,<br />

Vicario <strong>del</strong>l’Arcivescovo di Campobasso<br />

– Boiano e Mons. Gianni Ambrosio.<br />

Il Dies Academicus ha da sempre significato<br />

per le Istituzioni universitarie un<br />

appuntamento importante, non solo per<br />

ANNO ACCADEMICO 2004 - 2005<br />

Dies Academicus<br />

a Campobasso<br />

l’aspetto prettamente didattico, ma anche<br />

e soprattutto per l’attenzione rivolta<br />

al corpo docente ed agli studenti quali<br />

soggetti protagonisti di una realtà importante<br />

e radicata sul territorio.<br />

La manifestazione è iniziata con l’intervento<br />

<strong>del</strong> Magnifico Rettore prof. Lorenzo<br />

Ornaghi, il quale, dinanzi ad una<br />

folta platea, ha ringraziato tutte le Autorità<br />

presenti, il personale docente, gli<br />

studenti e gli ospiti.<br />

Il Magnifico Rettore ha voluto aprire il<br />

proprio intervento con una breve rassegna<br />

di alcuni dati significativi <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

costante che l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

ha avuto negli ultimi anni. Ha spiegato<br />

come i numerosi obiettivi raggiunti<br />

siano stati e siano oggi determinanti<br />

alla causa perseguita dal Centro di Campobasso<br />

il quale individua, nella propria<br />

“mission”, l’intenzione di qualificarsi, in<br />

COMUNICARE<br />

10<br />

sinergia con la sede di Roma, come ambito<br />

dove realizzare in forme fortemente<br />

innovative un intreccio virtuoso tra<br />

ricerca scientifica, attività didattico-formativa<br />

e pratica assistenziale.<br />

Il Rettore ha citato le linee guida che egli<br />

ritiene debbano essere portate avanti al<br />

fine di rendere ancora più grande l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>, individuando tre finalità<br />

strumentali allo sviluppo <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />

Tali finalità sono: l’ulteriore internazionalizzazione<br />

<strong>del</strong> sistema di formazione<br />

e ricerca; avvalorare l’azione di ricerca<br />

scientifica in un sistema divenuto<br />

ormai Europeo. Infine, abbattimento <strong>del</strong>le<br />

barriere burocratiche attraverso il riconoscimento<br />

diretto di poteri decisio-<br />

Mons. Armando Di Fabio e Mons.<br />

Gianni Ambrosio durante la<br />

Concelebrazione.


Il Rettore inaugura l’Anno Accademico.<br />

Da sinistra: padre Michele Perruggini,<br />

il dott. Giuseppe Mobilia, il dott.<br />

Antonio Cicchetti, l’on. Angelo Michele<br />

Iorio, il prof. Pasquale Marano<br />

e il dott. Rosario De Matteis.<br />

nali agli stessi soggetti che sono chiamati<br />

ad attuarli, con conseguente accrescimento<br />

<strong>del</strong>le competenze e <strong>del</strong>le responsabilità<br />

specifiche.<br />

Il Rettore ha inoltre evidenziato come il<br />

Centro di Campobasso rappresenti un<br />

motivo di orgoglio, non solo per il Molise,<br />

ma per il meridione tutto. Il Centro<br />

di Ricerca, che solo qualche anno fa sembrava<br />

un sogno irrealizzabile, oggi è una<br />

realtà concreta destinata a crescere grazie<br />

anche agli Enti locali che hanno creduto<br />

nel progetto.<br />

Il prof. Ornaghi ha quindi concluso il proprio<br />

intervento con un breve escursus storico,<br />

ricordando i primordi <strong>del</strong> progetto<br />

<strong>del</strong> Centro di Campobasso e, in particolare,<br />

il momento in cui Sua Santità Giovanni<br />

Paolo II benedì il Centro posando<br />

egli stesso la prima pietra. Il 19 marzo<br />

2005, ha sottolineato ancora il Rettore, ricorre<br />

il decimo anniversario di quel giorno<br />

così significativo <strong>del</strong> legame che unisce<br />

da sempre l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> alla<br />

missione universale <strong>del</strong>la Chiesa.<br />

Al discorso <strong>del</strong> prof. Ornaghi ha fatto seguito<br />

l’intervento <strong>del</strong> Preside <strong>del</strong>la Facoltà<br />

di Medicina e Chirurgia, prof. Pasquale<br />

Marano. Il prof. Marano ha volu-<br />

to onorare il Dies Academicus illustrando<br />

ai presenti le attività didattiche<br />

<strong>del</strong> Centro di Campobasso ed ha, inoltre,<br />

spiegato come l’avvento <strong>del</strong>le lauree<br />

triennali abbia modificato l’impostazione<br />

<strong>del</strong>l’intero sistema universitario<br />

italiano.<br />

Si è concluso con un toccante appello<br />

inviato a tutti i giovani, futuri operatori<br />

nell’ambito sanitario, ricordando loro<br />

che la medicina è quella scienza che<br />

interviene nel momento <strong>del</strong>la sofferenza<br />

umana e che per ciò, oltre all’impegno<br />

professionale, è necessario l’impegno<br />

etico.<br />

Successivamente il Direttore Amministrativo<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, dott.<br />

Antonio Cicchetti, ha espresso tutto il<br />

proprio entusiasmo rammentando ai presenti<br />

quando il 28 novembre 2002, nel<br />

corso <strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong> Centro, portava<br />

a Campobasso il suo saluto in qualità<br />

di Direttore di Sede e che, a distanza<br />

di due anni, poteva con orgoglio affermare<br />

che il Centro è ormai avviato.<br />

Il dott. Antonio Cicchetti può essere sicuramente<br />

annoverato tra coloro che<br />

hanno determinato la chiave di svolta per<br />

l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, per Campobasso<br />

e per il meridione. Egli ha creduto con<br />

convinzione al progetto <strong>del</strong> Centro di<br />

Campobasso predisponendo ed organizzando<br />

ogni risorsa utile al raggiungimento<br />

<strong>del</strong>l’obiettivo. Nel giorno <strong>del</strong><br />

Dies Academicus, il Direttore Amministrativo<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, ha po-<br />

COMUNICARE<br />

11<br />

tuto con fierezza affermare che le attività<br />

di assistenza sanitaria, avviate presso<br />

il Centro di Campobasso, hanno finalmente<br />

interrotto il flusso di molisani<br />

verso altre regioni e che ha già avuto<br />

inizio una prima tendenza inversa,<br />

cioè, quella che porta i pazienti di altre<br />

regioni a recarsi in Molise per usufruire<br />

<strong>del</strong>l’assistenza sanitaria <strong>del</strong> Centro di<br />

Campobasso.<br />

Questo Centro, ha ricordato ancora il<br />

dott. Cicchetti, dovrebbe definire la propria<br />

configurazione con l’ultimazione<br />

dei lavori che partiranno intorno al<br />

2006. Il Direttore ha concluso riferendo<br />

che l’obiettivo di arrivare, in tempi<br />

brevi, al riconoscimento di Istituto di<br />

Ricovero e Cura a carattere Scientifico,<br />

è oramai una realtà.<br />

Subito dopo, ha preso la parola il Direttore<br />

di Sede <strong>del</strong> Centro di Campobasso,<br />

dott. Giuseppe Mobilia. L’intervento<br />

<strong>del</strong> dott. Mobilia ha coinvolto i<br />

presenti con un resoconto <strong>del</strong>le date più<br />

salienti, partendo dal 1988, data in cui<br />

fu svolto lo studio di fattibilità, menzionando<br />

ancora il 1991 data in cui fu approvato<br />

il progetto, il 1995, data in cui<br />

si posò la prima pietra, ed infine l’anno<br />

2002, data in cui si diede avvio alle attività.<br />

La missione <strong>del</strong> Centro di Campobasso<br />

si dirama in tre direzioni, ha spiegato il<br />

dott. Mobilia: l’assistenza sanitaria, la ricerca,<br />

la formazione e didattica. Egli ha<br />

illustrato i servizi attualmente attivi pres-


Il dott. Antonio Cicchetti ha ripercorso<br />

le tappe più salienti che hanno portato<br />

alla realizzazione <strong>del</strong>la sede molisana.<br />

so il Centro prospettando, inoltre, gli sviluppi<br />

che si auspica di realizzare entro<br />

breve. Il Direttore di Sede ha offerto<br />

un’ampia descrizione <strong>del</strong>l’organizzazione<br />

amministrativa <strong>del</strong> Centro di Ricerca<br />

di Campobasso; che si basa su Dipartimenti<br />

Clinici a loro volta suddivisi<br />

in più Unità Operative che svolgono attività<br />

di degenza, attività ambulatoriale,<br />

attività di consulenza e servizi per gli altri<br />

Dipartimenti.<br />

Attraverso una serie di grafici, il dott.<br />

Mobilia ha mostrato il continuo svilup-<br />

La mostra biblica inaugurata in<br />

occasione <strong>del</strong> nuovo Anno Accademico.<br />

po <strong>del</strong> Centro con dati che sono in costante<br />

crescita. Il numero dei dimessi<br />

dall’ottobre 2003 all’ottobre 2004 è vertiginosamente<br />

aumentato, cosi come anche<br />

il numero dei servizi erogati, degli<br />

interventi chirurgici e <strong>del</strong>le prestazioni<br />

ambulatoriali. Nell’ambito <strong>del</strong>la didattica,<br />

i due corsi di laurea breve, il corso<br />

di Laurea in Scienze Infermieristiche ed<br />

il corso di Laurea per Tecnici Sanitari di<br />

Radiologia e Radioterapia, hanno riscontrato<br />

un enorme successo con una<br />

crescita importante <strong>del</strong>le domande di<br />

iscrizione. In ultimo, ha segnalato il Direttore<br />

di Sede, l’andamento <strong>del</strong>l’organico<br />

ha avuto una crescita esponenziale,<br />

basti pensare che dal 2002 al 2004 il<br />

personale impiegato nei vari settori <strong>del</strong><br />

centro è aumentato di oltre il 600 %.<br />

Nel corso <strong>del</strong>la manifestazione hanno<br />

COMUNICARE<br />

12<br />

preso la parola altre Autorità, quali il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Regione Molise, On. Angelo<br />

Michele Iorio che ha voluto sottolineare<br />

come il Centro di Campobasso costituisca<br />

un sogno per tutta la Regione<br />

Molise e che la prospettiva futura è quella<br />

di creare un punto di riferimento in<br />

una realtà territoriale particolare come<br />

quella <strong>del</strong> Molise.<br />

Durante il Dies Academicus si è svolta<br />

anche l’inaugurazione di una Mostra Biblica<br />

presentata dall’Assessore alla Cultura<br />

<strong>del</strong>la Regione Molise, dott. Rosario<br />

De Matteis il cui curatore è Padre Michele<br />

Perruggini, Cappellano presso il<br />

Centro di Ricerca. Entrambi hanno evidenziato<br />

come la Mostra Biblica sia una<br />

sorta di viaggio in un percorso storico,<br />

bibliografico ed iconografico, e che l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> e la Regione Molise<br />

sono ben liete di ospitare questa manifestazione<br />

e di poter contribuire alla realizzazione<br />

di un evento di così grande valore<br />

spirituale ancorché culturale.<br />

Il Dies Academicus si è concluso con<br />

l’omaggio a Sua Ecc.za Armando Dini,<br />

per i suoi 50 anni di Sacerdozio; il dono<br />

è stato consegnato dal Rettore <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong>,<br />

prof. Lorenzo Ornaghi, a<br />

Mons. Di Fabio, Vicario <strong>del</strong>l’Arcivescovo<br />

di Campobasso - Boiano.<br />

Prima di dichiarare conclusa la prima<br />

parte <strong>del</strong> Dies Academicus, il prof. Ornaghi<br />

e il Direttore Amministrativo, dott.<br />

Cicchetti, hanno consegnato un omaggio,<br />

in segno di gratitudine, al Presidente<br />

<strong>del</strong>la Regione Molise, On. Angelo Michele<br />

Iorio e all’Assessore alla Cultura,<br />

dott. Rosario De Matteis.


La razionalizzazione <strong>del</strong>l’offerta ospedaliera,<br />

il mix pubblico-privato, l’integrazione<br />

tra attività ospedaliere e territoriali,<br />

l’innovazione tecnologica e i<br />

meccanismi di finanziamento: sono i<br />

diversi fronti su cui la Regione Lazio<br />

può agire per giungere a definire un<br />

mo<strong>del</strong>lo sanitario funzionale, secondo<br />

quanto emerso nel convegno “L’evoluzione<br />

<strong>del</strong>le politiche sanitarie nella<br />

Regione Lazio: dal Piano Sanitario Regionale<br />

ad oggi”<br />

Salvatore Izzo<br />

Al Convegno è stato presentato il<br />

progetto “Minorel”, promosso<br />

dalla stessa <strong>Università</strong> e dall’Assessorato<br />

regionale alla Sanità, che<br />

evidenzia una situazione <strong>del</strong>l’offerta<br />

ospedaliera nel complesso positiva, ma<br />

con qualche ombra. Nelle 96 strutture<br />

mappate dal progetto (sulle 121 complessive),<br />

risultano 31.117 unità di per-<br />

REGIONE<br />

Quali politiche<br />

per la sanità<br />

nel Lazio<br />

sonale, di cui 2.193 a contratto (7%). I<br />

medici sono 7.571, di cui a contratto<br />

1.139 (15%).<br />

Il Direttore amministrativo <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> dott. Antonio Cicchetti, ha<br />

sottolineato l’esigenza etica di una razionalizzazione<br />

<strong>del</strong> settore sanitario per<br />

evitare i rischi di un razionamento e lanciato<br />

una “provocazione” che viene dall’esperienza<br />

<strong>del</strong>la Svezia, “paese poco<br />

più grande <strong>del</strong> Lazio, per numero di abitanti”,<br />

dove la ricerca biomedica fatta<br />

negli ospedali genera risorse. Hanno partecipato<br />

anche il Presidente <strong>del</strong>la Regione<br />

Francesco Storace e l’Assessore alle<br />

Politiche Sanitarie Marco Verzaschi, che<br />

hanno posto in rilievo i risultati conseguiti<br />

in cinque anni di governo. “Nel Sistema<br />

Sanitario di 5 anni fa - ha detto<br />

Storace - non credo ci fosse equità, efficienza<br />

e nemmeno risanamento. Nel<br />

2000 abbiamo trovato oltre 8.000 miliardi<br />

di lire di debiti: avremmo potuto<br />

tagliare i servizi o mettere mano nelle tasche<br />

dei cittadini, ma abbiamo optato<br />

COMUNICARE<br />

13<br />

L’apertura <strong>del</strong> Convegno su<br />

“ L’evoluzione <strong>del</strong>le politiche sanitarie<br />

nella Regione Lazio”.<br />

per azioni di risanamento credibili, tanto<br />

che oggi siamo a meno di 1.000 miliardi<br />

l’anno di disavanzo (erano 2.000)<br />

e abbiamo utilizzato il 75% <strong>del</strong>le risorse<br />

in tre anni”.<br />

“Oggi - ha sottolineato da parte sua Verzaschi<br />

- abbiamo varato un sistema di incardinamento<br />

legislativo che ha dato per<br />

la prima volta nel Lazio un orientamento<br />

alla programmazione sanitaria. I due<br />

capisaldi sono il Piano Sanitario regionale<br />

e la legge sull’Accreditamento. Ora occorre<br />

maggiore integrazione tra strutture<br />

pubbliche e private e tra i policlinici universitari,<br />

e dobbiamo aumentare in modo<br />

sostanziale l’assistenza territoriale”.<br />

Ma dall’indagine <strong>del</strong>l’Istituto d’Igiene,<br />

come ha spiegato il coordinatore <strong>del</strong>la ricerca,<br />

prof. Americo Cicchetti, emergono<br />

accanto alle “luci” anche <strong>del</strong>le “ombre”,<br />

in particolare per quanto riguarda


le relazioni di scambio di pazienti nell’ambito<br />

<strong>del</strong> sistema di emergenza e urgenza<br />

<strong>del</strong>la Regione Lazio. “Il fenomeno<br />

in termini assoluti è rilevante - ha sottolineato<br />

Cicchetti -. Ogni giorno circa<br />

40 persone vengono trasferite con ambulanza<br />

o elicottero tra unità di emergenza<br />

<strong>del</strong>la Regione per un totale che<br />

sfiora i 15.000 trasferimenti annui. I rischi<br />

stradali, il traffico e la duplicazione<br />

di prestazioni sono alcuni tra gli elementi<br />

che suggeriscono una attenta analisi<br />

<strong>del</strong>l’appropriatezza di tali trasferimenti”.<br />

I dati mettono in evidenza, anche<br />

grazie a strumenti di visualizzazione<br />

grafica <strong>del</strong>le reti, che la rete dei trasferimenti<br />

tra pronti soccorso (PS), DEA<br />

di I e di II livello appare particolarmente<br />

densa. Anche i dati confermano che sono<br />

prevalentemente i DEA di II livello<br />

ad attirare i pazienti trasferiti da DEA di<br />

I e pronti soccorso, suggerendo una sostanziale<br />

appropriatezza di funzionamento<br />

<strong>del</strong>la rete. È comunque un DEA<br />

di I livello (quello <strong>del</strong>l’ospedale Umberto<br />

I di Frosinone) ad avere il record di<br />

pazienti accettati provenienti da altri nodi<br />

<strong>del</strong>la rete <strong>del</strong>l’emergenza (1208).<br />

Secondo il coordinatore <strong>del</strong>la ricerca, “i<br />

dati mostrano che in alcuni casi i tra-<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Regione Francesco<br />

Storace illustra la situazione <strong>del</strong>la<br />

sanità nel Lazio. A destra il prof.<br />

Cesare Catananti.<br />

Il dott. Antonio Cicchetti durante il suo<br />

intervento.<br />

sferimenti non avvengono secondo le indicazioni<br />

previste dal sistema ‘gerarchico’<br />

<strong>del</strong> servizio 118 (per esempio da<br />

Pronto Soccorso a DEA di I livello; da<br />

PS a DEA di II o da DEA di I a DEA di<br />

II) e in altri anche il criterio ‘geografico’<br />

non è rispettato con pazienti che si<br />

muovono al di fuori dei confini <strong>del</strong>le 6<br />

Aree 118 in cui è suddivisa la Regione”.<br />

“L’approfondimento di tale analisi, oggi<br />

in corso, oltre a dare la possibilità di<br />

comprendere l’effettiva efficacia <strong>del</strong>la re-<br />

COMUNICARE<br />

14<br />

te dei servizi - ha aggiunto Americo Cicchetti<br />

-, permette di fornire interessanti<br />

indicazioni per l’ottimizzazione <strong>del</strong>le<br />

Aree 118 al fine di minimizzare i trasferimenti<br />

non necessari dei pazienti anche<br />

attraverso il potenziamento di alcuni<br />

nodi <strong>del</strong>la rete <strong>del</strong>l’emergenza”.<br />

Prendendo atto (<strong>del</strong>le criticità messe in<br />

risalto) dall’indagine, il governatore Storace<br />

ha risposto invitando a non dimenticare<br />

che “il Lazio è l’unica Regione<br />

in Europa che ha deciso di istituire<br />

una azienda per le emergenze: l’Agenzia<br />

118. Questo - sono ancora parole <strong>del</strong><br />

Presidente <strong>del</strong>la Regione - ha comportato<br />

dei problemi, ma li stiamo risolvendo”.<br />

Infatti, ha continuato, “ora che<br />

la legge sull’Agenzia 118 c’è, è chiaro<br />

che va attuata. Ci sono discussioni in<br />

corso che riguardano anche la gestione<br />

<strong>del</strong> personale e la dotazione <strong>del</strong>la nuova<br />

azienda”. In ogni caso, secondo Storace<br />

la situazione <strong>del</strong>la sanità <strong>del</strong> Lazio<br />

ha fatto un grande passo in avanti come<br />

dimostrano indagini regionali sul gradimento<br />

da parte dei cittadini: la percentuale<br />

degli utenti insoddisfatti, che vorrebbero<br />

un’azione più incisiva da parte<br />

<strong>del</strong>la Regione, è scesa dal 70% <strong>del</strong> 2000<br />

ad appena il 14% di oggi. Rispetto alla<br />

situazione ereditata dalla precedente<br />

Giunta, “nel 2000, quando trovammo<br />

8.400 miliardi di lire di debiti fuori bilancio,<br />

oggi - ha elencato Storace - abbiamo<br />

più ospedali, grazie agli interventi<br />

di ristrutturazione <strong>del</strong>la rete ospedaliera<br />

una maggiore attenzione alle politiche<br />

di prevenzione e <strong>del</strong>l’assistenza domiciliare<br />

ed una rinnovata politica <strong>del</strong>le<br />

emergenze con il varo <strong>del</strong>l’Agenzia<br />

118’’. “Un’agenzia - ha rimarcato Verzaschi<br />

- non si inventa in un giorno. Avevamo<br />

previsto dei tempi ben determinati<br />

che stanno scadendo in questi giorni.<br />

È chiaro che il resto <strong>del</strong>l’attivazione<br />

<strong>del</strong>l’azienda 118 avverrà progressivamente,<br />

per ora ci interessa principalmente<br />

garantire il servizio e successivamente<br />

attivare l’agenzia, ma non siamo<br />

assolutamente in ritardo visto che i tempi<br />

scadono a Natale, in questo mese completeremo<br />

l’iter amministrativo”.<br />

La ricerca presentata al Convegno è stata<br />

finanziata dal Ministero <strong>del</strong>la Salute nell’ambito<br />

dei progetti ex art. 12. Sotto la<br />

responsabilità scientifica <strong>del</strong> prof. Giancarlo<br />

Vanini ha coinvolto il Policlinico


L’assessore alle Politiche Sanitarie,<br />

Marco Verzaschi, ha posto in rilievo<br />

i risultati conseguiti in cinque anni di<br />

governo.<br />

Universitario “Agostino Gemelli” come<br />

unità operativa di coordinamento. Interessanti<br />

anche i dati sulla disponibilità di<br />

“connettività” in rete dei presidi, da cui<br />

Il coordinatore <strong>del</strong> progetto “ Minorel”<br />

prof. Americo Cicchetti ha evidenziato<br />

i risultati <strong>del</strong>l’indagine.<br />

emerge che il 70% degli stabilimenti hanno<br />

una connessione internet permanente.<br />

Nel resto dei casi la connessione è solo<br />

temporanea o inesistente. “Però, il 91%<br />

degli stabilimenti - ha osservato Ameri-<br />

co Cicchetti - dichiara di avere l’accettazione<br />

informatizzata, strumento fondamentale<br />

per la corretta gestione <strong>del</strong>le ammissioni,<br />

<strong>del</strong>le dimissioni e dei trasferimenti<br />

dei pazienti”.<br />

Su questi grandi passi in avanti compiuti<br />

nel Lazio si sono soffermati nei loro interventi<br />

anche l’ex ministro <strong>del</strong>la Sanità<br />

Elio Guzzanti, oggi direttore scientifico<br />

<strong>del</strong>l’Irccs “Oasi” di Villa Troina in<br />

Sicilia, e l’ex responsabile <strong>del</strong>la politica<br />

sanitaria regionale Vincenzo Maria Saraceni,<br />

oggi Assessore all’Ambiente. “In<br />

pochi anni - ha detto quest’ultimo - abbiamo<br />

raddoppiato il numero <strong>del</strong>le Residenze<br />

Sanitarie Assistite seguendo il<br />

principio <strong>del</strong>la sussidiarietà per il quale<br />

la risposta al bisogno emerge prioritariamente<br />

dalle strutture sociali che lo incontrano.<br />

Le istituzioni, cioè, debbono<br />

saper fare un passo indietro”. Occorre<br />

ora tradurre questo nuovo modo di guardare<br />

alla tutela <strong>del</strong>la salute in una razionalizzazione<br />

dei bilanci. “Le risorse<br />

sono limitate e - ha affermato Saraceni<br />

- in un momento nel quale bisogna scegliere<br />

dobbiamo finanziare le prestazioni<br />

più che la sopravvivenza <strong>del</strong>le strutture.<br />

Non è pensabile che un policlinico<br />

spenda il 70% <strong>del</strong> suo budget per il<br />

personale quando un altro riesce a contenere<br />

questa voce spendendo solo il<br />

50% e liberando così risorse più ingenti<br />

per la ricerca e l’assistenza”.<br />

Il Direttore sanitario <strong>del</strong> Policlinico Gemelli,<br />

prof. Cesare Catananti ha descritto<br />

i criteri seguiti in proposito a livello<br />

internazionale. “È l’insieme - ha rilevato<br />

- che fa l’eccellenza di un Centro: notorietà,<br />

durata <strong>del</strong>le degenze, mortalità,<br />

complessità <strong>del</strong>la casistica. E la ricerca<br />

deve essere policentrica e non isolata.<br />

Ben venga - ha aggiunto - una partnership<br />

da parte <strong>del</strong>l’industria ma rispettando<br />

l’autonomia <strong>del</strong>la ricerca”.<br />

Il giornalista Luciano Onder, vice direttore<br />

<strong>del</strong> Tg2, ha analizzato infine i problemi<br />

e i rischi legati alla devolution per<br />

quanto riguarda la sanità.”Le differenze<br />

tra le regioni - ha detto - possono allargarsi.<br />

E bisogna stare attenti a non fare<br />

<strong>del</strong> trionfalismo sul dramma <strong>del</strong>la migrazione<br />

dei pazienti provenienti da altre<br />

regioni”.<br />

Sul rischio che si stia confezionando “un<br />

abito da arlecchino per la sanità italiana”,<br />

ha risposto, concludendo i lavori, il<br />

COMUNICARE<br />

15<br />

Presidente <strong>del</strong>la Commissione Sanità <strong>del</strong><br />

Senato, Antonio Tommasini. “Stiamo facendo<br />

- ha scandito - una riforma così<br />

grande in un quadro complesso, con cri-<br />

Il prof. Elio Guzzanti parla dei passi<br />

avanti compiuti in sanità nella Regione<br />

Lazio.<br />

ticità e disomogeneità che sono evidenti.<br />

Non è detto che ogni Regione debba<br />

fare tutto. Ma non vogliamo un abito di<br />

taglia unica che deve andare bene per<br />

tutti, come prevedeva la 239”.<br />

L’assessore all’ambiente Vincenzo<br />

Maria Saraceni illustra le residenze<br />

sanitarie assistite.


Nel 1983 al Policlinico Gemelli<br />

veniva avviato un programma di<br />

rinnovi e ampliamenti strutturali<br />

e tecnologici <strong>del</strong> patrimonio edilizio e<br />

GEMELLI<br />

Sempre più confortevole<br />

il soggiorno al Gemelli<br />

Il comfort alberghiero è sempre stato<br />

per il Policlinico Gemelli una carta vincente<br />

e un prestigioso biglietto da visita:<br />

con le ristrutturazioni in atto <strong>del</strong>le<br />

camere di degenza, tutte dotate di<br />

TV e servizi igienici propri, la creazione<br />

di un percorso pediatrico sempre<br />

più accogliente e familiare ai bambini,<br />

una innovativa struttura ostetrica,<br />

la realizzazione di un Centro di Endoscopia<br />

Chirurgica e di un Centro<br />

Coordinamento Ricoveri e di strutture<br />

di Day Surgery, questa Istituzione fa<br />

un ulteriore balzo in avanti assicurando<br />

ai ricoverati serenità e sicurezza<br />

Giovanni Scavino,<br />

Andrea Cambieri<br />

e Romano Berluti<br />

strumentale. I reparti erano ridisegnati allo<br />

scopo di assicurare degenze ottimali,<br />

in particolar modo per i malati chirurgici:<br />

le stanze dei reparti <strong>del</strong>le varie discipline<br />

chirurgiche dai sei letti di origine<br />

diventavano a due letti con servizi propri.<br />

Ad un occhio esterno non erano lavori<br />

che avevano un grande impatto visivo<br />

(come invece la Piastra tecnologica,<br />

il Centro per le Malattie <strong>del</strong>l’Invecchiamento<br />

e le Malattie infettive, la Residenza<br />

protetta o il ponte di collegamento<br />

tra il Complesso Sanitario Polifunzionale<br />

e il Policlinico) ma che consentivano<br />

una crescita razionale <strong>del</strong>l’ospedale<br />

mantenendo, e anzi potenziando, i già<br />

elevati standard alberghieri. Sempre nell’ottica<br />

di un miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />

<strong>del</strong>le cure e di una umanizzazione <strong>del</strong>l’assistenza<br />

sia in termini edilizi che organizzativi,<br />

l’Amministrazione, nel 2000,<br />

ha studiato un ulteriore piano di investimenti<br />

per portare avanti nuove ristrutturazioni<br />

rivolte al miglioramento<br />

<strong>del</strong> livello <strong>del</strong> comfort alberghiero e <strong>del</strong>-<br />

COMUNICARE<br />

16<br />

la sicurezza, allo sviluppo dei processi<br />

assistenziali ed organizzativi ed all’ampliamento<br />

dei livelli di servizio e di offerta<br />

per l’attività libero-professionale intramoenia<br />

(ALPI), settore per il quale<br />

sempre più persone chiedono di essere<br />

ricoverate grazie anche al moltiplicarsi di<br />

sistemi assicurativi specifici.<br />

In primo luogo, sono interessati ai lavori<br />

i reparti di degenza ordinaria degli edifici<br />

C-E–L–M, reparti che quarant’anni<br />

fa, quando furono costruiti, rispondevano<br />

appieno alle esigenze di un ospedale<br />

moderno ed in effetti venivano considerati<br />

innovativi rispetto a quelle che erano<br />

le corsie tradizionali dei nosocomi<br />

italiani; negli anni tuttavia le nuove tecniche<br />

di edilizia ospedaliera hanno modificato<br />

radicalmente i concetti di comfort<br />

alberghiero: per meglio rispondere<br />

alla riservatezza e comodità dei ricoverati,<br />

al rispetto <strong>del</strong>la loro privacy nei rapporti<br />

con i familiari e con i medici stessi,<br />

le stanze verranno tutte trasformate dagli<br />

attuali 5 – 6 letti in stanze a 1 o 2 let-


ti, dotate di propri servizi igienici. La ristrutturazione<br />

prevede, inoltre, l’installazione<br />

in ogni stanza di impianto TV, la<br />

predisposizione per il telefono e la trave<br />

testa letto dove saranno alloggiati i vari<br />

sistemi di illuminazione, le prese elettriche,<br />

gli impianti dei gas medicali e di rete<br />

dati. L’esigenza di un miglioramento<br />

<strong>del</strong> comfort ambientale, il controllo <strong>del</strong><br />

microclima per garantire condizioni ideali<br />

di benessere hanno portato alla predisposizione<br />

di un impianto di condizionamento<br />

<strong>del</strong>l’aria che andrà a sostituire<br />

l’attuale sistema di termoventilazione.<br />

Al momento sono ultimati i lavori <strong>del</strong><br />

1°E e <strong>del</strong> 7°E, mentre quelli <strong>del</strong> 10°L,<br />

10°C e 9°L lo saranno entro la fine <strong>del</strong><br />

mese di febbraio.<br />

È stato poi creato un nuovo reparto (11°Q,<br />

ex alloggio <strong>del</strong>le suore) destinato all’AL-<br />

PI con una capienza di 17 posti letto. Sono<br />

state realizzate stanze singole con servizi<br />

(attrezzati per permettere anche l’ingresso<br />

di sedie a rotelle), arredo e finiture<br />

di qualità (tende, frigorifero, poltrona<br />

o divano per i familiari). Scopo principale<br />

è preservare la privacy <strong>del</strong> paziente, la<br />

sua intimità con la famiglia in un ambiente<br />

il più possibile confortevole.<br />

Altro grande settore che subirà una vera<br />

rivoluzione strutturale è quello <strong>del</strong><br />

Centro di Coordinamento Ricoveri che<br />

avrà anche il compito di monitorare i<br />

percorsi diagnostico terapeutici dal punto<br />

di vista organizzativo. L’area verrà completamente<br />

ridisegnata architettonicamente:<br />

sono previste due ampie sale d’at-<br />

tesa climatizzate, sale per i prelievi ematochimici<br />

di routine secondo i protocolli<br />

prestabiliti per ridurre le degenze, 4 sale<br />

visita ambulatoriali, uffici amministrativi<br />

per le pratiche di ricovero. Saranno<br />

inoltre create strutture per le attività amministrative<br />

e sanitarie di accettazione<br />

dedicate all’ALPI.<br />

Sul piano dei processi organizzativi, l’impegno<br />

è parimenti ambizioso e tende a<br />

proiettare il Policlinico verso un mo<strong>del</strong>lo<br />

di assistenza sempre più innovativo e<br />

di forte impatto verso l’utenza.<br />

COMUNICARE<br />

17<br />

Il primo progetto è una rivisitazione in<br />

un’ottica moderna ma anche strutturalmente<br />

più idonea <strong>del</strong>l’area ostetrico neonatologica.<br />

Anche in questo caso grande<br />

importanza viene attribuita al processo<br />

di umanizzazione <strong>del</strong> parto in ospedale:<br />

parti che avvengono in stanze singole<br />

dove già si è svolto tutto il travaglio,<br />

accessibilità in qualunque momento dei<br />

più prossimi familiari (uno alla volta naturalmente),<br />

massima vicinanza <strong>del</strong>la ma-<br />

Progetto di una stanza tipo.


dre con il neonato. Sono previste sei sale<br />

travaglio-parto di cui una attrezzata<br />

per il parto in acqua, due sale parto tradizionali<br />

e una sala operatoria. I lavori<br />

sono già iniziati e si prevede che dureranno<br />

circa nove mesi.<br />

Un secondo progetto riguarda la pediatria:<br />

sarà costruita ex novo una struttura<br />

sopraelevata a livello <strong>del</strong> 5° piano <strong>del</strong><br />

corpo di collegamento S1 (sopra al corridoio<br />

che collega l’edificio D all’edificio<br />

L–M). In questi nuovi spazi verranno<br />

creati degli ambulatori pediatrici, il Day<br />

Hospital con annessa sala giochi e alcu-<br />

ni studi medici. Anche in questo caso<br />

grande attenzione viene posta al benessere<br />

e alla serenità dei bambini che hanno<br />

bisogno di cure. La costruzione di<br />

questa nuova volumetria è programmata<br />

per la primavera 2005.<br />

Altra importante realizzazione è quella<br />

di una “Stroke unit” per l’assistenza di<br />

pazienti affetti da ictus cerebrale. Afferente<br />

al Dipartimento di Neuroscienze,<br />

verrà collocata al 7° piano E con una dotazione<br />

di 8 posti letto di cui 2 destinati<br />

a pazienti infetti o immunodepressi.<br />

In aderenza alla normativa regionale,<br />

manterrà una stretta correlazione funzionale<br />

con le strutture <strong>del</strong> DEA. Il ter-<br />

mine dei lavori è previsto per marzo<br />

2005.<br />

Per quanto riguarda il Centro di Endoscopia<br />

Chirurgica e la Day Surgery, va sottolineato<br />

che dopo lo spostamento alla<br />

nuova Piastra <strong>del</strong> Pronto Soccorso e <strong>del</strong><br />

Centro di Rianimazione “Biancarosa Fanfani”<br />

si doveva dare una nuova destinazione<br />

a tutta l’area dismessa. Questa zona<br />

è stata suddivisa tra il Centro di Endoscopia<br />

Chirurgica e la Day Surgery che<br />

hanno, sia dal punto di vista strutturale<br />

che sanitario, alcune parti in comune.<br />

La nuova realizzazione è caratterizzata da<br />

una baricentralità rispetto alle strutture<br />

di degenza chirurgica e di supporto assistenziale<br />

centralizzato e da una vicinanza<br />

con le sale operatorie destinate alla<br />

Day Surgery.<br />

Gli interventi previsti per l’Endoscopia<br />

Chirurgica sono la creazione di 3 sale di<br />

endoscopia, 2 di colonscopia, 1 per la<br />

C.P.R.E., più ambulatori, 1 sala di recovery<br />

room con sei posti letto.<br />

L’intervento per la funzione di Day Surgery<br />

si svolge nell’area adiacente e prevede<br />

la realizzazione di 2 sale operatorie<br />

(<strong>del</strong>le 6 complessivamente dedicate<br />

a tale settore operatorio), di oltre 20 posti<br />

letto equivalenti di day hospital chi-<br />

COMUNICARE<br />

18<br />

rurgico (collocati nell’ex Centro di Rianimazione)<br />

e di tutte le facilities collegate.<br />

Tutte queste attività hanno necessità<br />

di un facile accesso per gli utenti<br />

esterni attraverso percorsi dedicati. L’opera<br />

è complessivamente in fase di cantierizzazione<br />

e si prevede un tempo di realizzazione<br />

di almeno un anno.<br />

Ultimo lavoro da segnalare è la costruzione<br />

di una pensilina da realizzarsi sopra<br />

l’ingresso principale al 4° piano <strong>del</strong><br />

Policlinico. Per venire sempre più incontro<br />

alle esigenze <strong>del</strong>l’utenza e dei visitatori<br />

<strong>del</strong> Policlinico è stata ideata la<br />

creazione di una struttura di 27m. x<br />

18,50m. con lo scopo di realizzare uno<br />

spazio coperto di accoglienza ma anche<br />

un luogo di attesa dove saranno installate<br />

tra l’altro <strong>del</strong>le panchine. La copertura<br />

verrà realizzata con materiale translucido<br />

con voltine e cupoline. I lavori<br />

sono quasi ultimati.<br />

Nel giro di poco più di due anni il Policlinico<br />

Gemelli si presenterà così rinnovato<br />

alla sua utenza, offrendo servizi e<br />

spazi più confortevoli e caratteristiche di<br />

prestigio sempre nel rispetto più assoluto<br />

<strong>del</strong>la persona, <strong>del</strong>la sua malattia, cercando<br />

di ovviare al disagio che ognuno prova<br />

al momento di entrare in un ospedale.


COMUNICARE<br />

19


FOCUS<br />

Addio “lastre” con<br />

la radiologia digitale<br />

Ormai abbandonato il sistema <strong>del</strong>le<br />

lastre e <strong>del</strong>le pellicole, ora l’immagine<br />

radiologica è prodotta in formato digitale:<br />

vantaggi enormi in spazi, migliore<br />

qualità e abbattimento dei costi<br />

Lorenzo Bonomo<br />

Èda alcuni giorni iniziata, presso il<br />

Policlinico Gemelli, l’installazione<br />

<strong>del</strong> P.A.C.S.<br />

Con il termine P.A.C.S. (Picture Archiving<br />

and Communication System) si intende<br />

l’integrazione in un network di diversi<br />

sottosistemi quali le modalità per l’acquisizione<br />

di immagini e dati, l’archivio,<br />

le workstation di visualizzazione e refertazione.<br />

La caratteristica fondamentale<br />

<strong>del</strong> P.A.C.S. è la sua flessibilità che permette<br />

di adeguare l’architettura <strong>del</strong> sistema<br />

alle dimensioni <strong>del</strong> presidio in cui deve<br />

essere implementato e agli obiettivi<br />

che si intendono raggiungere.<br />

Quando il processo di installazione nelle<br />

diverse aree radiologiche <strong>del</strong> Policlinico<br />

Gemelli (DEA, RM, Radiologia Centrale)<br />

sarà completato, la gestione <strong>del</strong> workflow<br />

radiologico sarà profondamente mutata.<br />

Questo cambiamento interesserà non solo<br />

il personale <strong>del</strong>la Radiologia ma tutti<br />

i reparti <strong>del</strong> Policlinico Gemelli che potranno<br />

accedere alla visualizzazione <strong>del</strong>le<br />

immagini e dei referti radiologici da<br />

ogni singolo reparto, ambulatorio, sala<br />

operatoria, ecc.<br />

Il P.A.C.S. fa parte integrante di quel processo<br />

di innovazione tecnologica che ha<br />

interessato e interessa tutti i settori <strong>del</strong>la<br />

medicina ed in particolare le discipline mediche<br />

a maggiore caratterizzazione tecnologica.<br />

L’evoluzione <strong>del</strong>la medicina, come<br />

di altre scienze, è caratterizzata dalla<br />

stratificazione di termini che, con il progresso<br />

<strong>del</strong>le conoscenze, modificano il<br />

proprio significato sino a perderlo <strong>del</strong> tutto<br />

nella memoria di chi li usa.<br />

L’impiego gergale <strong>del</strong> termine “lastra” per<br />

riferirsi alle pellicole radiografiche è così<br />

diffuso, anche in ambito medico, che<br />

risulta difficile far comprendere come esso<br />

sia legato ad una tecnologia ormai obsoleta<br />

(vale a dire l’impiego a fini fotografici<br />

di lastre di vetro ricoperte di materiale sensibile,<br />

non più in uso da oltre 50 anni).<br />

La grande diffusione <strong>del</strong>la radiologia si è<br />

basata principalmente sull’uso <strong>del</strong>le pellicole<br />

(film nella terminologia anglosassone),<br />

supporti fotografici ubiquitari che,<br />

pur con alcune limitazioni, hanno consentito<br />

di proiettare la vecchia radiologia<br />

tradizionale (basata pressoché esclusivamente<br />

sulle radiazioni ionizzanti) verso la<br />

moderna diagnostica per immagini (che<br />

comprende oltre alla radiologia tradizionale<br />

ed alla tomografia computerizzata,<br />

metodiche più moderne quali ecografia e<br />

risonanza magnetica).<br />

COMUNICARE<br />

20<br />

Il prof. Lorenzo Bonomo, Direttore<br />

<strong>del</strong> Dipartimento di Bioimmagini<br />

e Scienze Radiologiche.<br />

Eppure la vecchia “lastra” di difetti ne<br />

ha sempre avuti parecchi. Alcuni di natura<br />

eminentemente pratica, ad esempio<br />

l’ingombro (chi non si è lamentato da paziente<br />

<strong>del</strong> peso degli esami precedenti da<br />

portarsi dietro!) e la difficile visibilità, essendo<br />

necessaria la retroilluminazione<br />

per la valutazione. Ma anche di natura<br />

più strettamente tecnica, data la dipendenza<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’immagine da fattori<br />

tecnici ed operatore-dipendenti e la<br />

sensibilità alla luce <strong>del</strong> supporto pellicola<br />

che ne comporta un decadimento più<br />

o meno rapido nel tempo con perdita <strong>del</strong>l’informazione.<br />

Tutto ciò permette di comprendere<br />

come, lungi dall’essere una soluzione<br />

ideale, la pellicola o “lastra” è<br />

stata una soluzione di compromesso nel<br />

suo campo di applicazione.


Il tecnico Paolo Piras mentre esegue un<br />

radiogramma <strong>del</strong> torace con la nuova<br />

strumentazione digitale diretta.<br />

Con l’inizio <strong>del</strong> nuovo millennio appare<br />

chiaro che anche per le pellicole, come<br />

per le vecchie lastre, è però giunto il tempo<br />

<strong>del</strong> giusto pensionamento. L’introduzione<br />

<strong>del</strong>le tecnologie digitali su larga scala<br />

ha coinvolto anche la radiologia, tra le<br />

prime fra le branche mediche, dapprima<br />

modificando radicalmente le modalità con<br />

cui le immagini mediche sono prodotte<br />

(senza il digitale tomografia computerizzata<br />

e risonanza magnetica non sarebbero<br />

possibili) e finalmente innovando completamente<br />

le modalità di documentazione<br />

e distribuzione <strong>del</strong>le immagini.<br />

La pellicola è sempre stata impiegata principalmente<br />

per tre scopi: visualizzazione<br />

(per il radiologo ai fini <strong>del</strong>la formulazione<br />

<strong>del</strong> referto, per il clinico per un confronto,<br />

per il paziente a corredo <strong>del</strong>la sua<br />

documentazione sanitaria); distribuzione<br />

(trasporto <strong>del</strong>l’informazione diagnostica<br />

con il paziente per essere visualizzata laddove<br />

necessario); archiviazione (conservazione<br />

<strong>del</strong>l’informazione immagine per<br />

tutti i suoi possibili impieghi).<br />

Tutte queste funzioni possono oggi essere<br />

svolte senza pellicola (filmless, senza<br />

film): l’immagine prodotta in modo digitale<br />

può essere visualizzata su un moni-<br />

tor di computer in modo nettamente migliore<br />

che su pellicola; allo stesso modo<br />

le immagini possono essere inviate ovunque<br />

in formato digitale attraverso reti di<br />

distribuzione informatica; infine l’immagine<br />

in formato digitale può essere conservata<br />

su supporti fisici che riducono<br />

drasticamente gli spazi (nastri, CD, DVD;<br />

un CD equivale a oltre 60 pellicole!) e permangono<br />

sostanzialmente inalterati nel<br />

tempo.<br />

COMUNICARE<br />

21<br />

Vi sono inoltre altre importanti conseguenze<br />

positive: in caso di errore il radiogramma<br />

può in molti casi non essere<br />

ripetuto (con riduzione <strong>del</strong>la dose di<br />

radiazioni al paziente), grazie alla possibilità<br />

di elaborazioni applicabili dopo<br />

l’acquisizione; l’esecuzione <strong>del</strong>l’esame<br />

è mediamente più rapida (con potenziale<br />

riduzione <strong>del</strong> fastidio al paziente<br />

e abbassamento dei tempi di attesa nella<br />

diagnosi); l’informazione diagnostica<br />

ottenibile su monitor è generalmente<br />

più ricca, con miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />

<strong>del</strong> lavoro radiologico ed importanti<br />

ricadute positive sulla salute <strong>del</strong> paziente<br />

(qualità <strong>del</strong>la diagnosi); l’uso <strong>del</strong>le<br />

immagini in formato digitale ha permesso<br />

di introdurre nuove modalità di<br />

esame (si pensi solo all’angiografia non<br />

invasiva e alla colonografia virtuale con<br />

TC e RM).<br />

Sebbene la maggiore duttilità <strong>del</strong>la tecnologia<br />

digitale, che consente presumibilmente<br />

una migliore efficienza, (per numero<br />

e qualità degli esami), sia poi di fatto<br />

controbilanciata da un aumento indubbio<br />

<strong>del</strong> numero <strong>del</strong>le immagini prodotte<br />

o producibili per esame (con aumento<br />

in molti casi <strong>del</strong> carico di lavoro<br />

<strong>del</strong> radiologo), il bilancio complessivo è<br />

positivo, al punto che il trend verso l’a-<br />

Il dott. Biagio Merlino con due<br />

specializzande nella fase di refertazione<br />

tradizionale al diafanoscopio.


Il prof. Bonomo detta un referto<br />

valutando le immagini sulla stazione<br />

P.A.C.S.: “ lastre” e pellicole, così come<br />

la carta dei referti, appartengono<br />

ormai al passato.<br />

bolizione <strong>del</strong>le tradizionali “lastre” è ormai<br />

irreversibile.<br />

È ormai accertato che il mo<strong>del</strong>lo digitale<br />

di acquisizione, visualizzazione, distribuzione<br />

e conservazione <strong>del</strong>l’immagine radiologica<br />

è anche economicamente conveniente,<br />

aspetto non trascurabile in una<br />

epoca di ristrettezza nelle risorse sanitarie<br />

e nell’ottica <strong>del</strong>l’ottimizzazione dei costi<br />

che caratterizza la nostra attualità.<br />

COMUNICARE<br />

22<br />

Il dott. Giuseppe Macis visualizza le<br />

immagini direttamente al monitor.<br />

Rassegnamoci, quindi, a gettare i bustoni<br />

con le fatidiche “lastre” e ad andare in giro<br />

con CD, DVD (oggi) e supporti di memoria<br />

digitali sempre più miniaturizzati (futuro<br />

prossimo) nel taschino; o addirittura<br />

senza alcuna immagine, quando in un futuro<br />

non tanto lontano i nostri dati (sanitari<br />

e non solo) saranno archiviati in modo<br />

centrale, sempre raggiungibili attaverso<br />

le reti informatiche.<br />

Il prof. Tommaso Pirronti discute<br />

un caso con i colleghi clinici<br />

al diafanoscopio.


Il corso, che ha avuto un forte impatto<br />

sui destinatari, ha preso in considerazione<br />

particolari problematiche<br />

quali l’appropriatezza nell’uso <strong>del</strong> farmaco,<br />

la costante valutazione per un<br />

suo giusto utilizzo, la sperimentazione<br />

di nuovi prodotti e le modalità organizzative<br />

al fine di evitare errori, sprechi<br />

e contenere i costi<br />

Paolo Preziosi,<br />

Pierluigi Navarra<br />

e Andrea Cambieri<br />

Nei giorni 26 ottobre e 19 novembre<br />

si è tenuto, sotto l’egida<br />

<strong>del</strong> Dipartimento per la sicurezza,<br />

le tecnologie in sanità e la farmacoutilizzazione,<br />

un seminario aziendale<br />

sul “Buon uso <strong>del</strong> farmaco in ospedale”,<br />

focalizzato al problema <strong>del</strong>la appropriatezza<br />

di impiego <strong>del</strong> farmaco in<br />

ambito ospedaliero nella visuale di efficacia<br />

e sicurezza nel contenimento<br />

dei costi.<br />

L’appropriatezza d’uso <strong>del</strong> farmaco deriva<br />

da un corretto ed accettato impiego<br />

in profilassi, diagnostica e terapia,<br />

sulla base <strong>del</strong>le risultanze di adeguati<br />

trial con l’ausilio, ove <strong>del</strong> caso,<br />

di apposite linee guida per specifiche<br />

situazioni o sindromi. Perché queste<br />

vengano effettivamente seguite, necessita<br />

che, intorno ad esse, si sia raggiunto<br />

consenso di coloro che dovranno<br />

poi applicarle.<br />

Situazioni specifiche ospedaliere richiedono<br />

pertanto la certa valutazione<br />

<strong>del</strong>l’impiego di farmaci sulla guida <strong>del</strong>-<br />

Il prof. Paolo Preziosi illustra<br />

ai partecipanti le problematiche<br />

<strong>del</strong>la sperimentazione clinica.<br />

FORMAZIONE<br />

Il buon uso<br />

<strong>del</strong> farmaco<br />

in ospedale<br />

la medicina basata sulle evidenze in<br />

rapporto alla consuetudine.<br />

La sperimentazione clinica di nuovi farmaci<br />

è un problema di sempre crescente<br />

interesse in ambito ospedaliero, sede<br />

abituale e quasi istituzionale di essa,<br />

ma con la costante di condurre prove il<br />

più possibile esenti da errori metodologici<br />

e tali da dare una precisa indicazione<br />

per una corretta farmacoterapia.<br />

L’impiego <strong>del</strong> farmaco e dei dispositivi<br />

medici in ospedale necessita altresì di<br />

modalità organizzative circa l’acquisizione,<br />

l’immagazzinamento, l’erogazione:<br />

l’ottimizzazione dei sistemi è fatto-<br />

COMUNICARE<br />

23<br />

re di eliminazione <strong>del</strong>l’errore, riduzione<br />

degli sprechi, maggiore contenimento<br />

dei costi.<br />

Sono queste le problematiche ampiamente<br />

affrontate nelle giornate di studio.<br />

Primo relatore <strong>del</strong>la giornata è stata la<br />

dott.ssa Caterina Gualano, Dirigente<br />

<strong>del</strong>l’Unità Operativa di ‘Autorizzazioni<br />

all’immissione in commercio’ (AIC) <strong>del</strong>l’Agenzia<br />

Italiana <strong>del</strong> Farmaco (AIFA).<br />

È stata innanzi tutto illustrata la situazione<br />

generale <strong>del</strong>la politica <strong>del</strong> farmaco<br />

negli ultimi anni in Italia, situazione<br />

in cui la neonata Agenzia Italiana <strong>del</strong>


Il prof. Pierluigi Navarra ha parlato<br />

<strong>del</strong>la farmacovigilanza <strong>del</strong>le reazioni<br />

avverse ai medicamenti.<br />

Farmaco è andata ad inserirsi con la<br />

difficile ‘missione’ di conciliare in modo<br />

ottimale le problematiche di spesa<br />

farmaceutica all’esigenza di mantenere<br />

un elevato profilo scientifico nella valutazione<br />

dei farmaci e nella farmacovigilanza<br />

ed omogeneità di trattamenti<br />

sul territorio nazionale. Dell’AIFA sono<br />

stati descritti gli obiettivi, la struttura,<br />

le risorse umane ed i rapporti con<br />

gli altri Enti regolatori europei, nazionali<br />

e comunitari (ossia l’European Medicinal<br />

Agency, EMEA).<br />

La dott.ssa Gualano ha poi compiuto<br />

un’approfondita analisi di tutti gli aspetti<br />

normativi che sono in qualche modo<br />

coinvolti nell’utilizzo corretto dei farmaci,<br />

a partire dalla definizione stessa<br />

di farmaco e dai diversi meccanismi che<br />

portano alla sua commercializzazione,<br />

illustrando poi i prerequisiti di qualità,<br />

efficacia e sicurezza, le classi di rimborsabilità,<br />

la classificazione con criterio<br />

anatomico, terapeutico e chimico e<br />

quella in base ai regimi di fornitura.<br />

Non sono mancate interessanti <strong>del</strong>ucidazioni<br />

su aspetti particolari, quali le cosiddette<br />

‘note CUF’ o la normativa che<br />

regola l’uso dei farmaci ‘off-label’, ossia<br />

al di fuori di indicazioni ufficialmente<br />

riconosciute.<br />

È questo un impiego piuttosto larga-<br />

mente diffuso di molecole ampiamente<br />

conosciute ed utilizzate secondo schemi<br />

e linee guida ufficiali, ma per le quali<br />

evidenze scientifiche suggeriscono un<br />

loro impiego anche in situazioni cliniche<br />

non previste nella scheda tecnica<br />

approvata dal Ministero <strong>del</strong>la Salute.<br />

È stata poi la volta <strong>del</strong> prof. Paolo Preziosi,<br />

che ha tenuto una relazione sulla<br />

sperimentazione clinica dei farmaci.<br />

Sono stati illustrati tutti i più importanti<br />

aspetti metodologici di tale ricerca,<br />

quali le tipologie di disegno sperimentale<br />

e di end-point <strong>del</strong>lo studio, l’uso<br />

dei gruppi di controllo e <strong>del</strong> placebo,<br />

la sperimentazione nei volontari sani,<br />

ed altro. Sono state fornite definizioni<br />

aggiornate e ragguagli sulle sperimentazioni<br />

a carattere osservazionale<br />

e quelle co-finanziate, che sono largamente<br />

oggi diffuse in ambito clinico,<br />

illustrando le <strong>del</strong>icate problematiche<br />

relative ai costi <strong>del</strong>la ricerca clinica.<br />

In questo contesto si è voluto dare un<br />

taglio più aderente alle realtà <strong>del</strong>la sperimentazione<br />

clinica in ambito ospedaliero,<br />

quale quella con cui si confrontano<br />

- nella quotidianità, e sempre più<br />

frequentemente - operatori medici e<br />

non medici <strong>del</strong> nostro Policlinico. A riguardo,<br />

è degno di nota il fatto che, nell’ultimo<br />

rapporto sulla sperimentazione<br />

clinica dei medicinali in Italia, relativo<br />

all’anno 2003, il Policlinico Gemelli<br />

risulta al quinto posto nella classifica<br />

nazionale per le sperimentazioni<br />

che vedono il Policlinico stesso come<br />

centro coordinatore, ed al quarto posto<br />

per quanto riguarda le sperimentazioni<br />

‘no profit’.<br />

È seguita una relazione, tenuta dal prof.<br />

Pierluigi Navarra, su un altro tema di<br />

interesse in ambito ospedaliero, ossia<br />

la farmacovigilanza <strong>del</strong>le reazioni avverse<br />

ai medicamenti. Oltre ad un breve<br />

cenno sulla nascita e lo sviluppo, negli<br />

ultimi 40 anni, <strong>del</strong>la cosiddetta ‘postmarketing<br />

surveillance’ (sorveglianza<br />

post-commercializzazione), sono stati<br />

illustrati i motivi per cui la farmacovigilanza<br />

è da considerarsi un’attività sempre<br />

più necessaria a completare la conoscenza<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche di tollerabilità<br />

(e, per converso, di pericolosità)<br />

dei farmaci nelle normali condizioni<br />

di impiego nella popolazione generale,<br />

ossia in situazioni spesso ben di-<br />

COMUNICARE<br />

24<br />

verse di quelle - strettamente controllate<br />

- <strong>del</strong>le sperimentazioni cliniche.<br />

Sono state illustrate le metodologie <strong>del</strong>la<br />

farmacovigilanza, dando particolare<br />

rilievo alla raccolta di segnalazioni spontanee<br />

<strong>del</strong>le reazioni avverse, intese come<br />

preciso obbligo deontologico da parte<br />

dei medici. Sono stati inoltre descritti<br />

i criteri attraverso cui si giunge a stabilire<br />

una relazione di causa-effetto tra<br />

somministrazione <strong>del</strong> farmaco ed evento<br />

avverso. Infine, un breve commento<br />

è stato riservato all’attività di farmacovigilanza<br />

all’interno <strong>del</strong> nostro Policlinico,<br />

che negli ultimi 3 anni ha contribuito<br />

con una media di 10 segnalazioni/anno<br />

alla raccolta di dati da tutto<br />

il territorio nazionale.<br />

La segnalazione <strong>del</strong>le possibili reazioni<br />

avverse è un preciso dovere degli operatori<br />

sanitari e serve a determinare la<br />

sicurezza di impiego specie <strong>del</strong>le nuove<br />

molecole a disposizione <strong>del</strong> medico.<br />

Dopo le prime 3 relazioni si sono succedute<br />

alcune presentazioni, più brevi<br />

ma non per questo meno interessanti,<br />

aventi come filo conduttore il tema ‘Evidence<br />

verso consuetudine’ nella pratica<br />

clinica, illustranti peculiari corrette<br />

modalità di impiego di farmaci in determinate<br />

situazioni patologiche. Il prof.<br />

Raffaele Landolfi ha discusso la problematica<br />

<strong>del</strong>le trombosi venose pro-<br />

Il prof. Massimo Antonelli espone<br />

le nuove tecniche di rianimazione<br />

<strong>del</strong>le sepsi gravi.


Il dott. Armando Antinori<br />

si è soffermato sulle linee guida<br />

<strong>del</strong>la antibioprofilassi chirurgica.<br />

fonde e <strong>del</strong>le embolie polmonari correlate,<br />

con impressionanti dati di incidenza<br />

e di mortalità che hanno fatto<br />

emergere una pressante esigenza di sviluppare<br />

ed adottare idonee linee-guida<br />

per la profilassi farmacologica di questa<br />

patologia. Il prof. Massimo Antonelli<br />

ha parlato degli standard attuali di<br />

trattamento <strong>del</strong>le sepsi gravi; sono stati<br />

discussi i più recenti punti di vista sull’uso<br />

di approcci terapeutici tradizionali,<br />

quali l’antibioticoterapia, la somministrazione<br />

di fluidi (dimostrata l’importanza<br />

<strong>del</strong>la velocità di infusione e la<br />

sostanziale identità tra albumina e soluzione<br />

fisiologica) e di agenti vasopressori.<br />

Di particolare interesse erano<br />

i dati di alcuni studi che pongono le<br />

basi per un impiego razionale dei glucocorticoidi<br />

in questa condizione, con<br />

la possibilità di individuare pazienti ‘responders’<br />

a tali steroidi sulla base dei<br />

livelli di cortisolo circolante. Hanno<br />

chiuso i lavori <strong>del</strong>la mattinata le relazioni<br />

<strong>del</strong> prof. Paolo Magistrelli/dott.<br />

Armando Antinori, che ha riportato <strong>del</strong>le<br />

confortanti note positive sui miglioramenti<br />

nell’impiego di antibiotici nella<br />

profilassi chirurgica registrati a seguito<br />

<strong>del</strong>l’introduzione di specifiche lineeguida<br />

alla fine <strong>del</strong> 2002, e <strong>del</strong>la dott.ssa<br />

Alessandra Cassano, <strong>del</strong>l’Unità Opera-<br />

tiva di Oncologia Medica, che ha illustrato<br />

le opinioni correnti circa l’impiego<br />

di eritropoietina nel trattamento<br />

<strong>del</strong>le anemie primarie e secondarie in<br />

pazienti oncologici.<br />

Le attività <strong>del</strong> pomeriggio sono iniziate<br />

con una relazione ‘a quattro mani’ tenuta<br />

dal dott. Andrea Cambieri Direttore<br />

medico <strong>del</strong> Policlinico e dall’ing.<br />

Riccardo Ceccarelli Responsabile <strong>del</strong><br />

Sistema informativo. Il primo ha svolto<br />

un ampio excursus di economia sanitaria,<br />

partendo dalla descrizione <strong>del</strong>la<br />

politica economica in campo sanitario<br />

nazionale, andando poi sempre più<br />

nello specifico fino ad illustrare l’ambito<br />

ospedaliero ed in particolare la situazione<br />

<strong>del</strong> nostro Policlinico. All’ing.<br />

Ceccarelli è toccato il compito di descrivere<br />

alcuni aspetti di organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro di recente implementati<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la Piastra Polifunzionale,<br />

in particolare le tecniche fortemente<br />

innovative di approvvigionamento ‘a<br />

domanda’ di farmaci e materiali di consumo<br />

alle strutture chirurgiche operanti<br />

in Piastra.<br />

Ha ripreso quindi la parola il prof. Preziosi,<br />

sul tema <strong>del</strong>la dispensazione dei<br />

farmaci in ospedale. L’argomento è stato<br />

introdotto con dati sui consumi di<br />

farmaci in ospedale; l’entità dei consumi<br />

e dei costi, e la loro tendenze alla crescita<br />

nel tempo, hanno portato alla constatazione<br />

<strong>del</strong>la rilevanza strategica <strong>del</strong><br />

prontuario terapeutico ospedaliero o<br />

aziendale (PTO, PTA) come strumento<br />

essenziale per coniugare razionalità nelle<br />

scelte terapeutiche con politiche accettabili<br />

di contenimento dei costi. La<br />

trattazione è stata corredata da numerosi<br />

esempi pratici e descrizione di situazioni<br />

paradigmatiche che si sono verificate<br />

anche nel nostro Policlinico. Nella<br />

seconda parte <strong>del</strong>la relazione, il dott.<br />

Giuseppe Tringali - ricercatore <strong>del</strong>l’Istituto<br />

di Farmacologia - ha sottolineato<br />

un ulteriore fattore di rilievo <strong>del</strong> PTO,<br />

ossia la corretta e razionale prescrizione<br />

di farmaci alla dimissione <strong>del</strong> paziente,<br />

che può servire anche come guida<br />

per il proseguimento ottimale <strong>del</strong>la<br />

terapia da parte <strong>del</strong> medico di base. Sono<br />

poi stati illustrati altri aspetti particolari<br />

<strong>del</strong>la prescrizione in ambito ospedaliero,<br />

quali ad es. la prescrizione secondo<br />

un piano terapeutico o quella in<br />

COMUNICARE<br />

25<br />

aderenza al cosiddetto ‘registro USL’.<br />

Hanno concluso i lavori due relazioni<br />

di carattere clinico, sempre riferite al tema<br />

‘Evidence verso consuetudine’. La<br />

prima, tenuta dal prof. Roberto Bernabei/prof.<br />

Giovanni Gambassi, ha riguardato<br />

la problematica <strong>del</strong>la farmacoterapia<br />

<strong>del</strong> paziente anziano, ed ha<br />

sottolineato una serie di carenze quali<br />

la mancanza di studi clinici specificamente<br />

condotti su popolazioni geriatriche,<br />

cui consegue un uso da considerarsi<br />

di fatto ‘off-label’ di numerosi farmaci,<br />

ed una relativamente scarsa utilizzazione<br />

dei medicamenti anche in<br />

quelle situazioni in cui essi sarebbero<br />

disponibili e di provata efficacia. In<br />

chiusura, il prof. Roberto Cauda/dott.ssa<br />

Evelina Tacconelli <strong>del</strong>la Clinica <strong>del</strong>le<br />

Malattie Infettive, hanno considerato il<br />

tema <strong>del</strong> corretto uso di antibiotici in<br />

ospedale ed, oltre a fornire un’ampia<br />

panoramica <strong>del</strong>le problematiche relative,<br />

hanno illustrato un interessante progetto,<br />

che vede in questo momento impegnata<br />

la nostra Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />

Infettive nell’ambito di un programma<br />

quadro europeo per l’ottimizzazione <strong>del</strong>la<br />

terapia antibiotica in pazienti ospedalieri<br />

sulla base di un sistema automatizzato<br />

di raccolta ed integrazione di<br />

parametri clinici ed ambientali.<br />

La dott.ssa Alessandra Cassano discute<br />

la posizione attuale <strong>del</strong>l’eritropoietina<br />

in ambito oncologico.


Tecnologia avanzata, funzionalità, attenzione<br />

per i pazienti in particolare<br />

per i più piccoli ma anche punto di<br />

socializzazione: questa la Piastra tecnologica<br />

Giovanni de Francisci<br />

Sono ormai molti anni (dovrei forse<br />

dire troppi?) che svolgo la mia<br />

attività di anestesista rianimatore:<br />

laureato e specializzato presso la<br />

nostra <strong>Università</strong>, ne ho sempre condiviso<br />

le finalità non senza, a volte,<br />

esprimere alcune riserve o critiche. Ma<br />

questo è umano.<br />

TESTIMONIANZA<br />

I vantaggi<br />

nel lavorare<br />

in piastra<br />

Così come i chirurghi, in quanto anestesista<br />

sono uno dei grossi fruitori <strong>del</strong>la<br />

nuova Piastra tecnologica e mi sento<br />

quindi pronto ad esprimere un mio personale<br />

giudizio sulla sua funzionalità e<br />

sui cambiamenti che ha comportato in<br />

tutti noi.<br />

Come ormai credo sappiamo tutti (anche<br />

per i servizi apparsi su “Comunicare”), la<br />

nuova piastra tecnologica è formata, per<br />

la parte <strong>del</strong>la chirurgia generale (1° piano)<br />

da 12 sale operatorie. Adiacenti si<br />

trovano tre sale operatorie dedicate esclusivamente<br />

alle urgenze. Al piano di sopra<br />

(2° piano) si trovano le sale <strong>del</strong>le chirurgie<br />

specialistiche e la terapia intensiva<br />

postoperatoria (TIPO). Al piano inferio-<br />

COMUNICARE<br />

26<br />

Il dott. Giovanni de Francisci e la<br />

dott.ssa Tiziana Iacobucci controllano<br />

sul monitor i parametri vitali<br />

di un neonato sul tavolo operatorio.<br />

re c’è la terapia intensiva pediatrica, il<br />

centro di rianimazione, il pronto soccorso<br />

e importanti strutture come la farmacia<br />

e il centro trasfusionale.<br />

I vantaggi <strong>del</strong>la nuova piastra rispetto all’organizzazione<br />

precedente (sale operatorie<br />

situate in piani differenti) sono a<br />

mio parere innumerevoli, e cercherò qui<br />

di riassumere quelli che ritengo di maggior<br />

impatto positivo sul nostro lavoro.<br />

• Ogni giorno incontro nella piastra operatoria<br />

numerosi colleghi di varie clini-


Il prof. Rodolfo Proietti, il dott. Giovanni<br />

de Francisci, il prof. Claudio Coco<br />

e Claudio Volpini davanti al tabellone<br />

con il programma <strong>del</strong>le sale operatorie.<br />

che: questo, oltre a indubbi risvolti umani<br />

(riesco a fare due chiacchiere con persone<br />

che prima incontravo solo saltuariamente)<br />

comporta la possibilità di fruire,<br />

in caso di necessità, <strong>del</strong>le competenze<br />

tecniche e culturali dei vari colleghi.<br />

• La piastra è dotata di una sala di controllo<br />

postoperatorio (quella che chi ama<br />

parlare inglese definisce recovery room)<br />

dove vengono accuditi gli ammalati subito<br />

dopo il risveglio dall’anestesia. In<br />

questa sala operano un’infermiera esperta<br />

e uno specializzando di anestesia. Gli<br />

ammalati vengono monitorizzati, riscaldati<br />

con appositi erogatori di aria calda,<br />

sottoposti ad ossigenoterapia, e viene<br />

trattato il dolore postoperatorio. Questo<br />

rappresenta un enorme vantaggio rispetto<br />

alle vecchie sale, dove il paziente<br />

rimaneva nella saletta di preanestesia<br />

senza una persona dedicata che controllasse<br />

a tempo pieno le sue condizioni.<br />

L’”osservazione prolungata” nella<br />

sala di controllo ci ha permesso spesso<br />

di stabilizzare le condizioni degli ammalati<br />

“risparmiando” il posto in TIPO.<br />

In ogni caso il paziente viene ricondotto<br />

in reparto dopo almeno un’ora dalla<br />

fine <strong>del</strong>l’intervento, in condizioni stabili<br />

e senza dolore.<br />

• La TIPO è vicinissima alle sale operatorie<br />

e questo consente di minimizzare<br />

i rischi legati al trasporto di malati in<br />

condizioni critiche. Inoltre la stessa TI-<br />

PO, con tredici posti letto, ci facilita il<br />

lavoro perché i malati più gravi vi trascorrono<br />

le prime giornate postoperatorie<br />

e molto raramente vi sono difficoltà nel<br />

reperire un posto. Quando funzionavano<br />

le vecchie sale prima di mettere in<br />

lista un intervento dovevamo chiedere<br />

il posto letto al centro di rianimazione,<br />

e non era infrequente che un interven-<br />

COMUNICARE<br />

27<br />

to venisse rinviato 2-3 volte per indisponibilità<br />

all’ultimo momento <strong>del</strong> posto<br />

in rianimazione.<br />

• La piastra comprende anche due ampie<br />

sale di attesa per i bambini, dotate di vari<br />

giochi. Questo consente un approccio<br />

molto più umano: i bambini, già visitati<br />

il giorno prima, vengono accolti in un<br />

ambiente confortevole e vengono convinti<br />

a seguire l’anestesista e l’infermiera<br />

in sala operatoria per l’induzione <strong>del</strong>l’anestesia.<br />

Uno dei punti fermi dei nostri<br />

protocolli in anestesia pediatrica è l’assenza<br />

<strong>del</strong>la premedicazione farmacologica, che<br />

viene sostituita dalla visita preoperatoria<br />

e da una serie di piccoli accorgimenti, come<br />

giochi e bolle di sapone. Le due sale<br />

facilitano molto il nostro lavoro; inoltre<br />

una volta che il bambino è entrato in sala<br />

vengono utilizzate per l’attesa dei genitori,<br />

ai quali le nostre infermiere comunicano,<br />

a intervalli regolari, le condizioni<br />

<strong>del</strong> loro bambino e i tempi previsti<br />

per il completamento <strong>del</strong>l’intervento.<br />

• Le sale operatorie dedicate alle urgenze<br />

sono, come si diceva, sullo stesso<br />

piano. Questo rende enormemente<br />

più semplice la gestione, per esempio,<br />

di due-tre urgenze in contemporanea.<br />

Prima non era infrequente dover gestire<br />

un’urgenza al terzo piano, una al sesto,<br />

una all’ottavo, e così via.<br />

Il tecnico Rinaldo Marinelli alle prese<br />

con una apparecchiatura scientifica.


• Nella piastra tecnologica è possibile<br />

interagire continuamente con i medici<br />

<strong>del</strong>la Direzione Sanitaria, la dott.ssa Marilena<br />

D’Alfonso e il dott. Achille Luongo,<br />

che sono presenti in sala con la divisa<br />

verde come la nostra. Prima, per<br />

parlare con la Direzione Sanitaria, dovevamo<br />

superare rigidi filtri telefonici gestiti<br />

da inflessibili segretarie. La collaborazione<br />

quotidiana permette di capire<br />

le reciproche esigenze e di migliorare<br />

ogni giorno il servizio.<br />

• Sempre in accordo con la Direzione Sanitaria,<br />

cerchiamo di ottimizzare le risorse:<br />

se una sala operatoria ha completato<br />

il suo programma, e c’è <strong>del</strong> tempo<br />

residuo, spostiamo in quella sala un<br />

intervento di un’altra sala che altrimenti<br />

sarebbe stato rinviato. In questo modo<br />

si rispettano di più gli ammalati. Io sono<br />

stato operato due volte, senza rinvii,<br />

ma non mi è difficile immaginare il mio<br />

stato d’animo se mi avessero detto “Per<br />

oggi il tuo intervento è rimandato”!<br />

• In piastra, oltre alla caposala Mercedes<br />

Meloni, al personale infermieristico<br />

e ausiliario col quale già collaboravamo<br />

e <strong>del</strong> quale conosco la grande professionalità,<br />

ho avuto modo di apprez-<br />

La sig.ra Lucia Zaino, il dott.<br />

de Francisci, le infermiere Roberta<br />

Palmieri e Rosaria Pinco, la dott.ssa<br />

Marilena D’Alfonso e, in primo piano,<br />

la dott.ssa Federica D’Angelo alla<br />

postazione di controllo <strong>del</strong>le sale<br />

operatorie nella recovery room.<br />

zare due persone eccezionali: il sig. Rinaldo<br />

Marinelli, esperto tecnico ufficialmente<br />

responsabile <strong>del</strong>la parte tecnica<br />

dei trapianti di fegato, ma che spesso<br />

ha messo la sua preziosa esperienza<br />

al servizio <strong>del</strong>l’intera sala operatoria per<br />

problemi improvvisi e il sig. Claudio Volpini,<br />

ufficialmente telefonista <strong>del</strong>la sala,<br />

ma in realtà sempre pronto a darsi<br />

da fare per risolvere i problemi più vari<br />

di tipo organizzativo.<br />

• I Farmacisti (dei quali prima non conoscevo<br />

neanche il viso!) sono spesso<br />

presenti in sala operatoria e si può collaborare<br />

anche con loro, per ottimizzare<br />

COMUNICARE<br />

28<br />

Il prof. Fabio Pacielli, l’infermiera<br />

Gesuina Piredda e il prof. Germano<br />

De Cosmo presso un paziente<br />

nella recovery room.<br />

le risorse, ridurre gli sprechi, e così via.<br />

• È nata infine una fattiva collaborazione<br />

con l’unità di programmazione per<br />

il supporto informatico che continua<br />

con la massima soddisfazione.<br />

Naturalmente, come sempre nella vita,<br />

ci sono alcuni aspetti migliorabili:<br />

• Occorre implementare il personale infermieristico<br />

che è decisamente una risorsa<br />

preziosa. A riguardo vanno sottolineati<br />

gli sforzi <strong>del</strong>la capo area <strong>del</strong> Servizio<br />

Infermieristico signora Lucia Zaino,<br />

che realizza quelli che io chiamo “i<br />

miracoli”, facendo materializzare nuove<br />

infermiere.<br />

• Sarebbe auspicabile la presenza di tecnici<br />

adibiti al controllo di qualità <strong>del</strong>le<br />

apparecchiature medicali. Il Servizio tecnico<br />

al momento interviene solo su chiamata<br />

per i guasti.<br />

• Vi sono ancora spazi organizzativi di<br />

miglioramento per l’attività chirurgica<br />

in ALPI.<br />

In conclusione ritengo che la piastra sia<br />

una struttura ricca di enormi vantaggi, che<br />

abbia dato un grande aiuto nella pianificazione<br />

<strong>del</strong> lavoro degli operatori a tutto<br />

vantaggio dei malati e che costituisca<br />

un sostanziale passo in avanti rispetto alle<br />

vecchie sale operatorie.


“Primum, non nocere…” (Ippocrate<br />

470-360 A.C.): questo è il primo dovere<br />

<strong>del</strong>l’operatore sanitario. Il corso<br />

sull’errore in medicina vuole mettere<br />

in evidenza e quindi porvi riparo, gli<br />

inconvenienti e rischi nei quali si può<br />

incorrere nella quotidianeità <strong>del</strong>la professione<br />

sanitaria: tutto questo proprio<br />

per....non nuocere...<br />

Angela Maria Mastromatteo,<br />

Gianfranco Damiani,<br />

Gualtiero Ricciardi<br />

PREMESSA<br />

La medicina moderna risulta caratterizzata<br />

da un sempre più elevato grado di<br />

complessità in un contesto ambientale<br />

sotto pressione ed in rapido cambiamento.<br />

Un contesto che prevede l’utilizzo<br />

di un numero crescente di tecnologie<br />

e porta gli operatori sanitari a compiere<br />

ogni giorno scelte in tempi rapidi. Può<br />

così capitare che durante una procedura<br />

o decisione clinica si verificano danni<br />

non intenzionali al paziente; qualche<br />

volta il danno è serio ed in alcuni casi<br />

può contribuire a conseguenze irreparabili.<br />

Il problema degli errori e degli eventi<br />

avversi nella pratica clinica assistenziale<br />

non è nuovo ma, negli ultimi anni, ha<br />

assunto una tale rilevanza da divenire<br />

prioritario nei sistemi sanitari di molti<br />

Paesi in tutto il mondo.<br />

Diversi studi hanno provato a calcolare<br />

le dimensioni <strong>del</strong> problema. Uno dei più<br />

autorevoli studi sull’errore in medicina<br />

ha riportato che il 4% dei pazienti sperimenta<br />

un evento avverso durante le<br />

cure assistenziali ospedaliere; di questi<br />

il 70% porta ad una disabilità temporanea<br />

ma il 14% va incontro a morte.<br />

L’Institute of Medicine ha stimato che<br />

PROFESSIONI SANITARIE<br />

L’errore<br />

in medicina<br />

gli “errori medici” provocano ogni anno,<br />

nelle strutture sanitarie americane,<br />

più decessi di quelli dovuti ad incidenti<br />

automobilistici, a cancro <strong>del</strong>la mammella<br />

o a AIDS con valori pari a 44.000<br />

- 98.000 decessi l’anno.<br />

Il Department of Health <strong>del</strong> Regno Unito<br />

nel suo report <strong>del</strong> 2000, An organization<br />

with a memory, ha stimato che gli<br />

eventi avversi avvengono nel 10% dei<br />

ricoveri ospedalieri pari a circa 850.000<br />

casi all’anno.<br />

Il Quality in Australian Health Care<br />

Study (QAHCS) <strong>del</strong> 1995 ha evidenziato<br />

un tasso <strong>del</strong> 16.6% di eventi avversi<br />

nei pazienti ospedalizzati.<br />

I recenti studi <strong>del</strong>la Nuova Zelanda e <strong>del</strong><br />

Canada hanno riportato un tasso relativamente<br />

alto di eventi avversi che si aggira<br />

intorno al 10%.<br />

Gli eventi avversi hanno <strong>del</strong>le ricadute<br />

non solo sanitarie ma anche economiche;<br />

in Gran Bretagna si stima che il prolungamento<br />

<strong>del</strong>la durata di degenza per<br />

COMUNICARE<br />

29<br />

Il prof. Rodolfo Proietti e il Preside<br />

prof. Pasquale Marano durante<br />

l’introduzione al corso.<br />

eventi avversi costa circa 2000 milioni<br />

di sterline all’anno ed il costo annuo per<br />

contenziosi medico-legali si aggira intorno<br />

a 400 milioni di sterline annue. Anche<br />

le stime americane sono considerevoli<br />

e vanno dai 17.000 milioni a 29.000<br />

milioni di dollari all’anno.<br />

In Italia, anche se i dati sono parziali, secondo<br />

una stima <strong>del</strong> Cineas nel 2003, l’errore<br />

colpisce circa il 4% di tutti i pazienti<br />

ricoverati (320.000 su 8 milioni).<br />

A fronte <strong>del</strong>le dimensioni e <strong>del</strong>l’impatto<br />

clinico ed economico <strong>del</strong> fenomeno<br />

<strong>del</strong>l’errore in medicina, il Ministero <strong>del</strong>la<br />

Salute ha istituito di recente presso la<br />

Direzione Generale <strong>del</strong>la Programmazione<br />

Sanitaria dei Livelli di Assistenza<br />

e dei Principi Etici di Sistema, in linea<br />

con le tendenze internazionali espresse<br />

nel WHA55.18 (WHO 18 maggio 2002),


Il prof. Diego Currò ha analizzato<br />

gli errori legati ai farmaci..<br />

la “Commissione tecnica sul rischio clinico”<br />

con l’obiettivo di studiare la prevalenza<br />

e le cause <strong>del</strong> rischio clinico,<br />

formulando indicazioni generali per la sua<br />

riduzione.<br />

Il problema <strong>del</strong>l’errore in medicina e le<br />

sue soluzioni, come ormai evidente anche<br />

nelle esperienze internazionali, passano<br />

innanzitutto attraverso una crescita<br />

culturale e la formazione, come recitano<br />

gli standard per i processi di accreditamento<br />

all’eccellenza <strong>del</strong>la Joint<br />

Commission on Accreditation for Healthcare<br />

Organizations (JCAHO), di una “culture<br />

of patient safety”.<br />

In particolare il risk management, ovvero<br />

le politiche di gestione <strong>del</strong> rischio,<br />

si basa su un profondo cambiamento culturale<br />

che deve avere al suo centro valori<br />

e principi fondamentali come la ricerca<br />

<strong>del</strong>la verità, la scelta per la trasparenza,<br />

la disponibilità a mettersi in discussione,<br />

la non colpevolizzazione di chi<br />

sbaglia, la collaborazione reciproca, il<br />

dialogo con il paziente, l’impegno nella<br />

ricerca dei mezzi atti a garantire la qua-<br />

lità e la tensione morale verso l’eccellenza<br />

nel proprio lavoro.<br />

IL PROGETTO FORMATIVO<br />

AZIENDALE SULL’ERRORE IN<br />

MEDICINA DEL POLICLINICO<br />

UNIVERSITARIO “AGOSTINO<br />

GEMELLI”<br />

In tale contesto si inserisce il progetto<br />

formativo <strong>del</strong> Policlinico Universitario<br />

“A. Gemelli”, organizzato congiuntamente<br />

dalla Direzione di Sede e <strong>del</strong> Policlinico,<br />

dalla Direzione Sanitaria e dalla<br />

Presidenza <strong>del</strong>la Facoltà. Questo programma<br />

punta alla sensibilizzazione degli<br />

operatori sanitari su un tema nuovo<br />

e di viva attualità come la gestione degli<br />

errori in medicina e la sicurezza <strong>del</strong>le<br />

cure nell’ottica <strong>del</strong> miglioramento <strong>del</strong>la<br />

qualità <strong>del</strong>l’assistenza.<br />

Gli obiettivi formativi <strong>del</strong> corso sono volti<br />

alla acquisizione da parte dei destinatari<br />

di:<br />

• una maggiore sensibilità sul problema<br />

degli errori in medicina;<br />

• informazioni sull’impatto clinico, sociologico,<br />

psicologico, economico e medico-legale<br />

degli errori in medicina;<br />

• conoscenza degli approcci tecnici e<br />

COMUNICARE<br />

30<br />

scientifici <strong>del</strong> risk management in ambito<br />

clinico;<br />

elementi di base per la gestione degli errori<br />

nella pratica clinica assistenziale.<br />

Il corso è strutturato in un unico modulo<br />

<strong>del</strong>la durata di un giorno per un impegno<br />

complessivo di nove ore. Sono previste<br />

12 edizioni <strong>del</strong> modulo formativo<br />

per rispondere alle esigenze di formazione<br />

aziendale diffusa all’interno <strong>del</strong> Policlinico<br />

Gemelli. Il numero totale dei partecipanti<br />

all’evento formativo è di circa<br />

2400 operatori sanitari: è previsto un<br />

numero massimo di 200 partecipanti per<br />

edizione.<br />

La programmazione formativa <strong>del</strong> corso<br />

si pone l’obiettivo di stimolare un apprendimento<br />

attivo da parte dei discenti<br />

adeguando al contesto di lavoro (specificità<br />

<strong>del</strong>la struttura, tipologia di utenti,<br />

etc.) i contenuti didattici.<br />

Ogni edizione è coordinata da un componente<br />

<strong>del</strong>la Commissione ECM <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>. Il corso è articolato<br />

in due sessioni.<br />

La sessione mattutina è incentrata sull’inquadramento<br />

storico, epidemiologico,<br />

metodologico degli errori in medicina<br />

insieme all’analisi giurisprudenziale civile<br />

e penale. Apre infatti il corso l’intervento<br />

<strong>del</strong> prof. Cesare Catananti e <strong>del</strong><br />

dott. Marco Marchetti con l’analisi storica<br />

degli errori in medicina, segue la<br />

Il dott. Marco Marchetti propone una<br />

analisi storica degli errori in medicina.


I partecipanti in aula Brasca durante<br />

un’edizione <strong>del</strong> corso.<br />

relazione <strong>del</strong> prof. Gualtiero Ricciardi e<br />

<strong>del</strong> prof. Gianfranco Damiani sull’epidemiologia<br />

degli errori nella pratica clinica<br />

assistenziale con la presentazione<br />

<strong>del</strong>le strategie di intervento nazionali ed<br />

internazionali. Il dott. Andrea Cambieri<br />

e il dott. Fabrizio Celani esaminano poi<br />

il problema <strong>del</strong>la gestione dei rischi nelle<br />

organizzazioni sanitarie con particolare<br />

riguardo alle esperienze <strong>del</strong> Policlinico<br />

Gemelli. La dott.ssa Angela Maria<br />

Mastromatteo illustra poi le principali<br />

tipologie di analisi degli errori (Root<br />

Cause Analysis ed Failure Modes and<br />

Effects Analisys) e metodologie di intervento.<br />

Il prof. Paolo Preziosi e il prof. Diego<br />

Currò analizzano nello specifico gli<br />

errori legati ai farmaci ancora troppo frequenti.<br />

Dopo questa prima parte vi è<br />

quella dedicata agli aspetti giurisprudenziali<br />

degli errori in medicina tenuta<br />

dal Sostituto Procuratore dott. Attilio Pisani<br />

e dall’avv. Maria Paola Costantini e<br />

quella su l’errore e la colpa analizzati<br />

dal prof. Vincenzo Pascali e dal prof. Ernesto<br />

d’Aloja. La sessione pomeridiana<br />

si apre con la relazione <strong>del</strong>la dott.ssa Sabina<br />

Gainotti e M.R.Spedicato dedicata<br />

all’analisi <strong>del</strong>l’impatto psicologico e so-<br />

Il dott. Andrea Cambieri ha esaminato<br />

il problema <strong>del</strong>la gestione dei rischi<br />

nelle organizzazioni sanitarie.<br />

ciologico degli errori e prosegue con la<br />

presentazione <strong>del</strong> prof. Pierluigi Paparella<br />

e <strong>del</strong> dott. Pietro Contegiacomo sulla<br />

esperienza <strong>del</strong> progetto “Imparare dall’errore”<br />

condotta presso il Complesso<br />

Integrato Columbus. Completa la giornata<br />

l’attività pratica di analisi e gestione<br />

<strong>del</strong> rischio nei diversi settori di attività<br />

di area medica, chirurgica, critica e<br />

dei servizi e l’attività esercitativa su casi<br />

clinici in piccoli gruppi, il tutto condotto<br />

da moderatori medici appartenenti<br />

alle diverse aree.<br />

In questo corso di formazione viene sottolineato,<br />

in accordo con le tendenze internazionali,<br />

che le cause principali degli<br />

eventi avversi sono da ricercarsi nel<br />

sistema organizzativo e gestionale piuttosto<br />

che nel singolo operatore sanitario.<br />

È quindi necessario lavorare sui sistemi,<br />

sulla strategia organizzativa, sulla cultura<br />

e sull’approccio alla gestione <strong>del</strong>la<br />

qualità assistenziale e <strong>del</strong>la prevenzione<br />

<strong>del</strong> rischio nonchè sulla capacità di imparare<br />

dagli errori. I correttivi basati sulle<br />

modifiche nel sistema sono dunque<br />

quelli più produttivi e duraturi. Per garantire<br />

la sicurezza <strong>del</strong>le cure per i pazienti<br />

sono inoltre indispensabili altre<br />

COMUNICARE<br />

31<br />

tre linee di intervento dirette verso la<br />

prevenzione degli eventi avversi, per renderli<br />

visibili e mitigarne gli effetti quando<br />

avvengono. Ciò richiede:<br />

a) una aumentata capacità di imparare<br />

dagli errori che si può attuare attraverso<br />

un migliore sistema di reporting, una<br />

analisi degli eventi avversi ed una condivisione<br />

responsabile dei dati;<br />

b) una migliore abilità nell’intercettare<br />

gli errori prima che avvengano insieme<br />

ad una analisi dei punti di debolezza <strong>del</strong><br />

sistema che possono portare ad eventi avversi;<br />

c) un miglioramento <strong>del</strong> sistema di erogazione<br />

<strong>del</strong>l’assistenza sanitaria con ridisegno<br />

dei processi in maniera tale da<br />

garantire che la qualità sia il core <strong>del</strong> sistema.<br />

Tutto ciò può essere raggiunto con l’inserimento<br />

<strong>del</strong> problema nelle priorità<br />

strategiche aziendali e con la fattiva collaborazione<br />

di tutte le categorie di operatori<br />

impegnati nei processi assistenziali.<br />

In questo modo si attua anche quanto<br />

dichiarato nella recentissima World<br />

Alliance for Patient Safety lanciata dall’Organizzazione<br />

Mondiale di Sanità<br />

(WHO) il 27/10/2004.


Una forte partecipazione <strong>del</strong> personale<br />

beneficiario <strong>del</strong> programma sta<br />

caratterizzando i corsi realizzati nell’ambito<br />

<strong>del</strong> Progetto Nostos, ammesso<br />

a finanziamento dal Ministero<br />

<strong>del</strong> Lavoro e <strong>del</strong>le Politiche Sociali.<br />

La varietà degli argomenti proposti,<br />

la conduzione e il livello dei docenti,<br />

la costante presenza di tutors<br />

rende questa iniziativa particolarmente<br />

apprezzata. Una grande opportunità<br />

offerta ai dipendenti che<br />

hanno usufruito di congedi per maternità,<br />

paternità e parentali negli ultimi<br />

anni<br />

Se ne parla nei reparti, negli uffici,<br />

all’Infopoint, a mensa… Ormai il<br />

Progetto Nostos e le opportunità<br />

formative che offre è argomento di confronto<br />

che accomuna infatti i diversi profili<br />

professionali in un’unica iniziativa.<br />

Dall’aula tradizionale alla formazione a<br />

distanza, dai manuali ai corsi integrati di<br />

Informatica e di Inglese, dalla Piattaforma<br />

Blackboard ai CD-ROM, dai percorsi<br />

personalizzati, all’assistenza di tutors dedicati.<br />

Una formazione pensata in modo<br />

nuovo centrata sulla persona, che concili<br />

il più possibile i tempi di lavoro con<br />

i tempi <strong>del</strong>la famiglia e in particolare dei<br />

figli. Una formazione efficace in grado<br />

di rispondere al bisogno <strong>del</strong> personale di<br />

aggiornarsi e di adeguare le proprie competenze<br />

ai cambiamenti realizzati in questi<br />

ultimi anni. Tutto il personale coinvolto<br />

ha mostrato molto apprezzamento<br />

per l’iniziativa, sia per l’organizzazione<br />

che per la qualità <strong>del</strong>la gestione nei rapporti<br />

personalizzati con ciascuno, infatti<br />

i tutors sempre a disposizione dei par-<br />

La qualità e il lavoro di squadra<br />

vengono illustrati dal dott. Andrea<br />

Cambieri.<br />

PRIMO PIANO<br />

“Avanti tutta”<br />

con i corsi Nostos<br />

tecipanti hanno accolto le domande e i<br />

fabbisogni formativi, conciliandoli il più<br />

possibile con le offerte proposte, indirizzando<br />

e accompagnando i partecipanti<br />

in veri e propri percorsi individuali.<br />

È veramente una grande opportunità che<br />

con saggezza i beneficiari non si stanno<br />

lasciando sfuggire. Anche il Rettore prof.<br />

Lorenzo Ornaghi, in occasione <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />

<strong>del</strong>l’A.A. 2004-2005, ha<br />

sottolineato nella sua relazione, come il<br />

progetto Nostos, realizzato in collaborazione<br />

con il Ministero <strong>del</strong> Lavoro e <strong>del</strong>le<br />

politiche sociali, è stato reso operativo<br />

“come recupero e riqualificazione di<br />

professionalità da adeguare alle esigenze<br />

di una realtà di lavoro sempre il evoluzione”.<br />

Il Progetto avviato a luglio 2003 si concluderà<br />

a giugno 2005. Ci troviamo quindi<br />

a più di metà strada, ma le cifre ci chiariscono<br />

il grande lavoro già svolto e quello<br />

più sostanzioso ancora da realizzare.<br />

Circa 5.000 ore di formazione erogate da<br />

marzo scorso a oggi. Prevediamo co-<br />

COMUNICARE<br />

32<br />

munque una sostanziale crescita di attività,<br />

soprattutto per quanto riguarda la<br />

Formazione a Distanza che abbiamo già<br />

iniziato a sperimentare con notevole successo<br />

in questo ultimo trimestre ma che<br />

decollerà nei prossimi sei mesi.*<br />

(a cura di Giovanna Iasilli,<br />

Coordinatore didattico<br />

<strong>del</strong> Progetto Nostos)<br />

* per maggiori informazioni sul<br />

Progetto Nostos consultare il sito<br />

www.rm.unicatt.it/intranet/formazione<br />

L’EVOLUZIONE ORGANIZZATIVA DEL<br />

POLICLINICO A. GEMELLI: LA<br />

QUALITÀ E IL LAVORO DI SQUADRA<br />

Allo scopo di migliorare la qualità <strong>del</strong>le<br />

prestazioni sanitarie, di evidenziare<br />

l’importanza <strong>del</strong> lavoro di gruppo nonché<br />

integrare ruoli e funzioni sanitarie<br />

e amministrative, nel mese di novembre<br />

si sono svolte due edizioni <strong>del</strong> corso<br />

”L’evoluzione organizzativa <strong>del</strong> Policli-


nico A. Gemelli: la qualità e il lavoro di<br />

squadra”.<br />

Il corso, rivolto agli operatori sanitari e<br />

al personale amministrativo, si è articolato<br />

in tre giornate per un totale di diciotto<br />

ore durante le quali sono stati trattati<br />

due concetti portanti: la qualità e il<br />

lavoro di squadra.<br />

Ripercorrendo i cambiamenti normativi<br />

che hanno caratterizzato il Servizio<br />

Sanitario Nazionale negli ultimi anni, il<br />

dott. Andrea Cambieri e il dott. Marco<br />

Marchetti hanno illustrato le trasformazioni<br />

organizzative e le esperienze<br />

maturate al Policlinico (la piastra tecnologica,<br />

le logiche dipartimentali) con<br />

l’obiettivo di raggiungere maggiore efficienza<br />

ed efficacia nei servizi. Nel pomeriggio<br />

la dott.ssa Giovanna Iasilli,<br />

l’ing. Mario Spagnoli e la dott.ssa Antonella<br />

Bilà, hanno focalizzato l’attenzione<br />

sulla formazione aziendale e il<br />

programma ECM, sulle tecnologie internet/intranet<br />

e sugli applicativi informatici<br />

esplicitandone non solo i vantaggi<br />

derivanti dal loro utilizzo, ma promuovendoli<br />

anche come strumenti a<br />

servizio <strong>del</strong>la qualità.<br />

Durante la seconda e parte <strong>del</strong>la terza<br />

giornata il dott. Mario Giuli nella prima<br />

edizione e la dott.ssa Daniela Criscitiello<br />

nella seconda hanno condotto i partecipanti<br />

alla riscoperta dei criteri di fondo<br />

di un lavoro di squadra efficace e, attraverso<br />

sperimentazioni dirette, hanno<br />

posto le basi sulla riflessione che un<br />

buon lavoro di gruppo è condizione necessaria<br />

per un’erogazione di servizio<br />

improntata alla qualità.<br />

Nel pomeriggio <strong>del</strong>la terza giornata, allo<br />

scopo di rendere le argomentazioni<br />

più vicine alle problematiche lavorative<br />

dei partecipanti, si sono costituiti due<br />

gruppi, quello degli operatori sanitari ai<br />

quali il dott. Marco Robino ha illustrato<br />

i metodi per definire un mo<strong>del</strong>lo sistemico<br />

di gestione per la qualità in sanità<br />

e quello <strong>del</strong> personale amministrativo,<br />

che insieme al dott. Giuli ha approfondito<br />

le tematiche sulla comunicazione<br />

efficace attraverso simulazioni<br />

e role playing.<br />

ASPETTI PSICOLOGICI E CONDIZIONI<br />

DI SICUREZZA SUL LAVORO E<br />

NELL’AMBIENTE DOMESTICO<br />

Tra le azioni positive proposte per la<br />

STAFF DEL PROGETTO NOSTOS<br />

Direttore di progetto Dott.Vito Penna<br />

Responsabile di gestione Dott. Domenico Tavani<br />

Coordinatore di progetto Sig.ra Renata Proietti Mancini<br />

Coordinatore didattico Dott.ssa Giovanna Iasilli<br />

Formatori per l’assistenza Dott.ssa Mariagrazia Balducci<br />

e il tutoraggio Dott.ssa Silvia Cardaioli<br />

Dott. Giovanni Caretta<br />

Dott.ssa Antonia Merola<br />

Dott.Andrea Munari<br />

Dott.ssa Lucia Sartori<br />

Responsabile di Segreteria Sig.ra Michelina Misantoni<br />

Supporto amministrativo Sig. Simone Conti<br />

conciliazione tra lavoro e famiglia, il<br />

corso su “Aspetti psicologici e condizioni<br />

di sicurezza sul lavoro e nell’ambiente<br />

domestico” fornisce un ulteriore<br />

contributo nella gestione <strong>del</strong>le situazioni<br />

di “emergenza (e non)” che si<br />

possono incontrare nella vita di tutti i<br />

giorni, dato che gli argomenti trattati<br />

dei docenti offrono spiegazioni dirette<br />

e puntuali su: come prevenire ed affrontare<br />

un incendio, gestire la propria<br />

persona dai rischi biologico e da antiblastici,<br />

gestire la propria colonna vertebrale,<br />

la conoscenza degli obblighi e<br />

dei diritti di lavoratore.<br />

Il progetto aziendale ha voluto dare<br />

continuità alla politica già intrapresa<br />

negli anni scorsi di formare e informare<br />

gli utenti sui comportamenti e<br />

sulle azioni da intraprendere nelle situazioni<br />

di emergenza. Il programma <strong>del</strong><br />

corso è sempre più coinvolgente grazie<br />

alle prove pratiche, con esecuzione<br />

diretta da parte di tutti i partecipanti,<br />

di spegnimento incendi e movimentazione<br />

manuale dei carichi di lavoro e<br />

dei pazienti.<br />

La novità maggiore di questo corso è data<br />

dall’interazione/integrazione con il II<br />

modulo sulla gestione psicologica <strong>del</strong>l’emergenza<br />

al fine di sviluppare una<br />

cultura <strong>del</strong>la sicurezza “partecipata” attraverso<br />

la quale tutti dovranno sapere<br />

COMUNICARE<br />

33<br />

cosa fare o non fare nella prevenzione e<br />

nella “gestione” <strong>del</strong>l’emergenza.<br />

Il secondo modulo è una novità dedicata<br />

esclusivamente ai beneficiari <strong>del</strong><br />

Progetto Nostos ed ha l’obiettivo di sostenere<br />

e accogliere il reinserimento<br />

dei lavoratori dopo l’esperienza <strong>del</strong>la genitorialità<br />

vista come fattore di cambiamento<br />

individuale, familiare e lavorativo.<br />

Dopo una parte teorica che tratta <strong>del</strong><br />

sentimento di sicurezza e <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>la genitorialità, i partecipanti eseguono<br />

un’esercitazione in aula di training<br />

autogeno che ha l’obiettivo di insegnare<br />

a gestire lo stato emotivo in situazioni<br />

di ansia e panico.<br />

Il prof. Pietro Bria, responsabile scientifico<br />

<strong>del</strong> corso, ha evidenziato quanto<br />

sia importante comprendere, attraverso<br />

la condivisione degli stati emotivi,<br />

la funzione <strong>del</strong> gruppo come risorsa<br />

psicologica e sociale per affrontare<br />

i cambiamenti fisiologici e traumatici<br />

e per farvi fronte. A tale scopo<br />

infatti viene proiettata una sequenza filmica<br />

tratta dal premio Oscar di Roberto<br />

Benigni, “La vita è bella” seguita<br />

dal commento/dibattito tra i partecipanti.<br />

Si sono svolte fino ad ora tre<br />

edizioni e il feedback da parte dei partecipanti<br />

è stato positivo; le argomentazioni<br />

hanno suscitato interesse e co-


Il prof. Giacinto Abele Miggiano<br />

illustra i vari punti <strong>del</strong> prontuario<br />

dietetico.<br />

involgimento, in particolare per la novità<br />

degli argomenti affrontati che riguardano<br />

la sfera psicologica e personale<br />

<strong>del</strong>l’individuo.<br />

Il corso è stato accreditato dalla Commissione<br />

ECM.<br />

IL PRONTUARIO DIETETICO<br />

OSPEDALIERO<br />

L’Educazione alimentare come strumento<br />

terapeutico per il benessere e la<br />

salute dei pazienti è l’obiettivo principale<br />

<strong>del</strong> corso di formazione “Il Prontuario<br />

Dietetico Ospedaliero”.<br />

Le tematiche <strong>del</strong> corso, di interesse trasversale,<br />

offrono al nostro target una<br />

doppia valenza: oltre che un aggiornamento<br />

professionale, la giornata è un<br />

modo per condividere conoscenze alimentari<br />

all’interno <strong>del</strong>le famiglie, in<br />

particolare per gli utenti <strong>del</strong> Progetto,<br />

per la maggior parte neo-mamme.<br />

Il corso, che ha preso il via a maggio e<br />

terminerà a marzo 2005, è stato accreditato<br />

dalla Commissione ECM. Si articola<br />

in 8 edizioni e ha inizio con l’intervento<br />

<strong>del</strong> prof. Giacinto Abele Miggiano,<br />

responsabile scientifico, che illustra<br />

il Prontuario Dietetico Ospedaliero,<br />

un vademecum tascabile (consegnato<br />

a tutti i partecipanti presenti in<br />

aula) di circa 70 pagine contenente le<br />

Linee-guida per una corretta nutrizione<br />

per varie tipologie di pazienti.<br />

La giornata prosegue con interventi (a<br />

cura di medici e dietiste <strong>del</strong> Servizio di<br />

Dietetica) riguardanti: la dieta in gravidanza<br />

e allattamento, la dieta nella patologia<br />

intestinale e nella rialimentazione,<br />

la dieta nella patologia metabolica<br />

(diabete) e nella patologia cardiovascolare<br />

e renale.<br />

Seguono i lavori di gruppo in cui i partecipanti<br />

sperimentano direttamente la<br />

preparazione <strong>del</strong>le varie diete e, in chiusura<br />

di giornata, i responsabili <strong>del</strong> Servizio<br />

di Alimentazione illustrano gli<br />

COMUNICARE<br />

34<br />

aspetti gestionali e organizzativi <strong>del</strong>l’alimentazione<br />

in ospedale.<br />

CORSO DI INFORMATICA<br />

Saper usare il computer è ormai un requisito<br />

indispensabile per lavorare, sia<br />

per chi è alla sua prima occupazione,<br />

o per chi un lavoro lo ha da tempo, ma<br />

soprattutto è diventato fondamentale<br />

per la riqualificazione professionale all’interno<br />

<strong>del</strong>la propria struttura.<br />

Ma che cosa significa realmente saper<br />

usare il computer? Quali sono gli strumenti<br />

più utili per lavorare nel proprio<br />

specifico? Come funziona un computer<br />

o una rete di computer? A queste e<br />

ad altre domande è pronto a rispondere<br />

questo nuovo corso di “Informatica”<br />

svolto con frequenza settimanale.<br />

Il corso è strutturato in modo da rispettare<br />

i criteri necessari al conseguimento<br />

<strong>del</strong>la patente ECDL (European<br />

Computer Driving Licence), certificato<br />

riconosciuto a livello internazionale,<br />

attestante il possesso <strong>del</strong>le abilità<br />

minime necessarie all’utilizzo <strong>del</strong><br />

computer.<br />

Le lezioni, che termineranno a marzo<br />

2005, tenute da docenti appartenenti alla<br />

società ELEA, esperta nel settore, sono<br />

rivolte a 150 utenti, suddivisi in più<br />

moduli al fine di venire incontro alle esigenze<br />

di flessibilità.<br />

La docente Roberta Talucci con alcuni<br />

allievi <strong>del</strong> corso di informatica.


VALUTAZIONE E CONTROLLO DEL<br />

DOLORE NEL BAMBINO<br />

Fino a pochi anni fa, era idea comune<br />

che il neonato ed il bambino non provassero<br />

dolore con la stessa intensità <strong>del</strong>l’adulto<br />

e false convinzioni e preconcetti,<br />

come ad esempio la tendenza a credere<br />

che il bambino tanto è più piccolo<br />

tanto tollera meglio il dolore, hanno fatto<br />

sì che questo argomento fosse spesso<br />

sottovalutato.<br />

Nell’aula Telemed il corso di internet<br />

e ricerca bibliografica.<br />

Lo scopo <strong>del</strong> corso è stato quindi quello<br />

di sensibilizzare in particolare infermieri<br />

e infermieri pediatrici sul tema<br />

<strong>del</strong> dolore, prendendo in esame varie<br />

tematiche: i progressi legislativi compiuti<br />

fino ad oggi, l’approccio farmacologico<br />

e non, le scale di valutazione e il<br />

valore scientifico ed etico di un adeguato<br />

controllo.<br />

Il primo intervento è stato condotto dalla<br />

caposala Rita Megliorin che ha proposto<br />

una riflessione sulle norme legislative<br />

e le responsabilità deontologiche<br />

infermieristiche sul tema <strong>del</strong> dolore; ha<br />

inoltre tattato l’identificazione <strong>del</strong> dolore<br />

nel bambino in rapporto alle fasi di<br />

sviluppo.<br />

Il dott. Antonio Chiaretti ha spostato<br />

l’attenzione sull’approccio farmacologico,<br />

sottolineando che esistono numero-<br />

si farmaci che possono essere utilizzati<br />

con sicurezza anche nella popolazione<br />

pediatrica.<br />

La terza relazione, quella <strong>del</strong>la caposala<br />

Lidia Muscheri, ha illustrato le più<br />

importanti scale di valutazione, valido<br />

aiuto per l’operatore sanitario, dato che<br />

il bambino nei primi mesi o anni di vita<br />

può esprimere la percezione <strong>del</strong> dolore<br />

o l’intensità <strong>del</strong>lo stesso solo limitatamente.<br />

Le lezioni frontali si sono concluse con<br />

l’intervento <strong>del</strong>la formatrice Anna Chiovenda,<br />

che ha proposto una riflessione<br />

sugli aspetti etici nell’assistenza infermieristica<br />

al bambino e sulla <strong>del</strong>icata<br />

gestione <strong>del</strong> rapporto con la famiglia.<br />

Nel pomeriggio i partecipanti, suddivisi<br />

in gruppo, hanno collaborato allo<br />

studio di una scheda di rilevazione <strong>del</strong><br />

dolore. I lavori prodotti sono stati poi<br />

illustrati ai colleghi dando vita a una<br />

interessante discussione di gruppo dalla<br />

quale è emerso l’interesse dei partecipanti<br />

per gli argomenti trattati durante<br />

tutta la giornata.<br />

Il corso è stato accreditato dalla Commissione<br />

ECM.<br />

INTERNETELARICERCA<br />

BIBLIOGRAFICA<br />

Nella professione sanitaria l’uso di Internet<br />

sta assumendo un ruolo sempre<br />

più importante, sia come strumento abi-<br />

COMUNICARE<br />

35<br />

tuale di lavoro e di studio, sia di comunicazione.<br />

Proprio per questo motivo<br />

è stato organizzato un corso su “Internet<br />

e la ricerca bibliografica”, giunto<br />

ormai alla sua 9° edizione e con oltre<br />

120 partecipanti. Obiettivo <strong>del</strong> corso<br />

è quello di fornire gli strumenti per<br />

conoscere una rete di servizi che siano<br />

di supporto alla ricerca e alla didattica,<br />

alla crescita <strong>del</strong>la vita culturale e sociale<br />

di tutta l’utenza.<br />

Il corso si svolge in due giornate di 5<br />

ore ciascuna con il seguente programma:<br />

le prime due ore sono dedicate alla<br />

spiegazione dei concetti base di Internet,<br />

sia dal punto di vista teorico,<br />

svolto dall’ing. Mario Spagnoli, che<br />

pratico svolto dal sig. Paolo Timperi.<br />

Le successive tre ore <strong>del</strong>l’incontro, tenute<br />

dalla dott.ssa Maria Sciuto, dalla<br />

dott.ssa Ombretta Perfetti e dalla<br />

dott.ssa Simona Piccinni, hanno per<br />

argomento la ricerca bibliografica svolta<br />

su banche dati, biblioteche on-line<br />

specialistiche sul ramo sanitario.<br />

L’assoluta novità di questo corso è incentrata<br />

principalmente nella possibilità<br />

di fornire, oltre che le conoscenze<br />

base per la navigazione e la ricerca su<br />

Internet, anche un metodo di ricerca degli<br />

strumenti specialistici per l’aggiornamento<br />

professionale di tutte le figure<br />

sanitarie. La conoscenza di strumenti<br />

quali Pubmed, Opac e i cataloghi on line<br />

<strong>del</strong>le biblioteche sanitarie <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> di Roma e Milano consentono<br />

all’utenza di utilizzare, per la<br />

ricerca e l’aggiornamento professionale,<br />

metodi informativi rinnovati nella<br />

forma e nelle potenzialità. Inoltre, una<br />

conoscenza approfondita <strong>del</strong>le biblioteche<br />

telematiche garantisce ai dipendenti<br />

<strong>del</strong> Policlinico Gemelli uno dei<br />

servizi più utili per la riqualificazione<br />

professionale.<br />

L’utilizzo <strong>del</strong>l’aula Telemed, con 16 postazioni<br />

internet, i test sugli argomenti<br />

<strong>del</strong> corso, le esercitazioni pratiche, il<br />

supporto in aula dei due formatori Andrea<br />

Munari e Lucia Sartori, hanno consentito<br />

al corso “Internet e la ricerca bibliografica”<br />

di raccogliere consensi da<br />

parte di tutte le figure professionali per<br />

la completezza <strong>del</strong>le informazioni e l’importanza<br />

degli argomenti trattati.<br />

Si sono svolte, fino ad ora, tre edizioni<br />

e il feedback da parte <strong>del</strong> persona-


Una <strong>del</strong>le lezioni <strong>del</strong> corso di inglese<br />

con la docente Deborah Leistner.<br />

le Nostos è stato positivo; le argomentazioni<br />

hanno suscitato nei partecipanti<br />

interesse e coinvolgimento,<br />

in particolare per la novità degli argomenti<br />

affrontati che riguardano la<br />

sfera psicologica e personale <strong>del</strong>l’individuo.<br />

CORSO DI LINGUA INGLESE<br />

I pazienti in ospedale, sempre più frequentemente<br />

di provenienza multietnica,<br />

le riviste e le pubblicazioni scientifiche<br />

per l’ aggiornamento <strong>del</strong> personale<br />

sanitario, fanno sì che il corso di Lingua<br />

inglese risulti imprescindibile.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong> corso sono così riassumibili:<br />

- apprendere una struttura linguistica di<br />

base in ambito sanitario;<br />

- sviluppare la capacità di riprodurre<br />

testi relativi ad argomenti sia d’interesse<br />

generale che professionale;<br />

- per i livelli più avanzati, ampliare le<br />

competenze relative all’utilizzo <strong>del</strong>l’inglese<br />

scientifico.<br />

Il corso di lingua inglese, che vede la<br />

partecipazione di 117 persone, ha una<br />

struttura cosiddetta “integrata”, offre<br />

cioè lezioni settimanali in aula con un<br />

docente di madrelingua inglese e dà la<br />

possibilità al partecipante di svolgere<br />

gli esercizi on-line attraverso la scuola<br />

di Lingue virtuale anche da casa o dal<br />

posto di lavoro. Il corso in aula si com-<br />

pone di 35 ore complessive; inoltre sono<br />

previste 75 ore on-line per le esercitazioni,<br />

che sono per lo più di tipo<br />

comunicativo-interattivo.<br />

FAD SU BLACKBOARD<br />

Nel quadro <strong>del</strong>le iniziative di Formazione<br />

a Distanza (FAD) uno degli strumenti<br />

utilizzati è la piattaforma formativa<br />

Blackboard.<br />

La piattaforma, destinata fino ad oggi<br />

esclusivamente agli studenti <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>, viene<br />

in questa sede utilizzata in via sperimentale.<br />

I vantaggi dei corsi su Blackboard sono:<br />

- svolgimento di attività didattiche secondo<br />

tempi e spazi scelti a seconda <strong>del</strong>-<br />

COMUNICARE<br />

36<br />

le esigenze <strong>del</strong>l’utente (i corsi si possono<br />

seguire on line anche da casa);<br />

- autoapprendimento: apprendimento<br />

centrato sull’utente e non più sul docente<br />

(è il partecipante che sceglie i contenuti<br />

da apprendere, i tempi e la modalità<br />

<strong>del</strong>la formazione);<br />

- possibilità di interagire e scambiarsi<br />

idee attraverso forum di discussione;<br />

- possibilità di visionare file multimediali<br />

(per es. video) che stimolano e coinvolgono<br />

l’utente in modo interattivo;<br />

- possibilità di aggiungere e integrare i<br />

contenuti <strong>del</strong> corso e creare degli approfondimenti<br />

on line (attraverso la segnalazione<br />

di siti Internet dedicati agli<br />

argomenti trattati).<br />

Al momento i corsi attivati su Blackboard<br />

iniziati nel mese di settembre sono:<br />

- Educazione alimentare in ospedale e<br />

in ambiente domestico<br />

(responsabile scientifico <strong>del</strong> corso prof.<br />

Giacinto Abele Miggiano)<br />

- Valutazione e controllo <strong>del</strong> dolore nel<br />

bambino<br />

(responsabili scientifici <strong>del</strong> corso prof.<br />

Giancarlo Polidori e prof. Concezio Di<br />

Rocco)<br />

(A cura dei formatori <strong>del</strong> Progetto<br />

Nostos: Mariagrazia Balducci, Silvia<br />

Cardaioli, Giovanni Caretta, Antonia<br />

Merola, Andrea Munari, Lucia Sartori)<br />

Da sin. Giovanna Saladini<br />

e Anna Maria Scoppelliti e in piedi<br />

la tutor Antonia Merola seguono<br />

un corso on-line.


Nella festività <strong>del</strong> Serafico Padre<br />

San Francesco, il 4 ottobre 2004,<br />

nella cappella <strong>del</strong> Policlinico<br />

Universitario “A. Gemelli”, ufficiata dai<br />

Frati Minori, abbiamo voluto ricordare<br />

insieme ai confratelli e con tutti i malati,<br />

col patrocinio <strong>del</strong>l’Amministrazione,<br />

il 60° di sacerdozio <strong>del</strong> cappellano<br />

Padre Livio Petroselli, francescano, nato<br />

nel 1921 a Valentano (VT) e ordinato<br />

sacerdote il 16 luglio 1944. La peculiarità<br />

<strong>del</strong>l’evento è significata dallo<br />

straordinario e reiterato impegno <strong>del</strong><br />

Padre Livio a servizio dei malati per ben<br />

37 anni nel Policlinico A. Gemelli e per<br />

più di un decennio nell’Ospedale civile<br />

di Tarquinia. Mons. Elio Sgreccia, nell’omelia,<br />

ha visto nella disponibilità generosa<br />

di Francesco al disegno <strong>del</strong> Padre<br />

e nella scelta di vita povera e umile,<br />

i tratti caratteristici <strong>del</strong>l’esperienza<br />

cristiana <strong>del</strong> poverello d’Assisi per il quale<br />

erano “beati e benedetti coloro che<br />

amano il Signore e ubbidiscono al Suo<br />

Vangelo!” (Lettera a tutti i fe<strong>del</strong>i). Tra i<br />

figli gloriosi di Francesco annoveriamo<br />

figure eccellenti di santi, di testimoni e<br />

discepoli insigni, tra i quali ci piace inserire<br />

padre Agostino Gemelli, fondatore<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> <strong>del</strong> <strong>Sacro</strong><br />

<strong>Cuore</strong> e <strong>del</strong> nostro Policlinico che porta<br />

il suo nome. I Francescani, per volontà<br />

<strong>del</strong>la Chiesa e <strong>del</strong>l’Ordine dei Frati Minori,<br />

fin dall’inizio sono stati presenti nel<br />

Policlinico Universitario, costituendo<br />

una cappellania ospedaliera inserita nel-<br />

RICORRENZA<br />

Padre Livio:<br />

60 anni di sacerdozio<br />

La comunità <strong>del</strong> Policlinico Gemelli si<br />

è stretta intorno al suo cappellano<br />

per festeggiare un evento così importante:<br />

60 anni dedicati al Signore<br />

e ai malati<br />

Padre Giovanni Rossi<br />

COMUNICARE<br />

37


l’organico per il servizio religioso ai malati.<br />

Un servizio umile, sovente silenzioso,<br />

ma prezioso come presenza amorevole<br />

e solidale accanto a chi soffre per<br />

portare la speranza salvifica <strong>del</strong> Cristo<br />

con la parola e i sacramenti. Questa presenza<br />

Padre Livio l’ha incarnata per 37<br />

anni, fin dal lontano 1967, appena po-<br />

La preziosa icona offerta dal dott.<br />

Cicchetti a padre Livio come<br />

ringraziamento di tutta l’Istituzione.<br />

Padre Livio, Sua Ecc.za Mons. Elio<br />

Sgreccia, padre Ausilio e padre Aldo<br />

La Neve, Ministro Provinciale dei frati<br />

minori <strong>del</strong> Lazio, durante la<br />

concelebrazione eucaristica.<br />

chi anni dopo l’inaugurazione <strong>del</strong>lo stesso<br />

Policlinico Gemelli.<br />

Il dott. Antonio Cicchetti, Direttore Amministrativo<br />

<strong>del</strong>l’Ateneo, ha riconosciuto<br />

l’alto valore morale e il servizio pastoralmente<br />

benefico di Padre Livio con il<br />

COMUNICARE<br />

38<br />

dono di una preziosissima icona; lo stesso<br />

riconoscimento hanno espresso tutti<br />

i malati attraverso l’omaggio floreale<br />

presentato dall’AVOG e la numerosa<br />

presenza <strong>del</strong> personale, <strong>del</strong> Ministro<br />

provinciale, dei sacerdoti assistenti, <strong>del</strong>le<br />

suore di carità, <strong>del</strong>la corale Jubilate<br />

Deo, <strong>del</strong> baritono Nardinocchi e di<br />

mons. Sgreccia che, nella sua pregevole<br />

omelia, ha evidenziato con le sue parole<br />

la straordinaria importanza <strong>del</strong>l’evento.<br />

In questa felice occasione il dott. Antonio Cicchetti, Direttore Amministrativo<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, ha inviato a Padre Livio una lettera che riportiamo:<br />

“Caro Padre Livio,<br />

festeggiare con Lei il 60° anniversario <strong>del</strong> Suo sacerdozio è per la nostra<br />

Istituzione e personalmente un grande onore.<br />

Lo è ancor di più perché Ella, Padre, lo ha svolto per 37 anni nel Policlinico<br />

“A. Gemelli”, a servizio <strong>del</strong>l’uomo, <strong>del</strong> malato.<br />

La Sua vocazione è stata quindi un dono per Lei, per il malato, ma anche per<br />

noi.<br />

Questa struttura, ormai adulta, Lei l’ha vista crescere, l’ha seguita nel suo<br />

sviluppo, e ritengo giusto poter dire che l’ha appagata nel suo desiderio di donarsi<br />

all’altro.<br />

Tutti i presenti sono qui oggi per dirLe “grazie” di aver dedicato la Sua vita<br />

sacerdotale a questa nostra Istituzione, a nome <strong>del</strong>la quale e personalmente Le<br />

formulo i migliori auguri”.<br />

Antonio Cicchetti


PER SERGIO DE RISIO<br />

Martedì 26 ottobre <strong>del</strong> 2004<br />

alle ore 20.30, in Roma, ha lasciato<br />

la vita terrena un uomo<br />

esemplare, un docente appassionato,<br />

un valido studioso, un<br />

illustre collega il prof. Sergio De<br />

Risio.<br />

A me, in qualità di amico e collega,<br />

a nome di tutta la Facoltà,<br />

per espresso desiderio dei familiari,<br />

spetta il triste compito, il<br />

grande onore e privilegio di ricordare<br />

ai colleghi, agli studenti,<br />

ai numerosi amici qui convenuti,<br />

l’uomo e di tratteggiare la sua<br />

figura di docente, ricercatore e<br />

medico apprezzato ed illustre.<br />

Una sorte cru<strong>del</strong>e, caratterizzata<br />

in questi ultimi 4 anni da<br />

una sequela di insulti alla sua<br />

salute, lo ha strappato alla famiglia<br />

da lui tanto amata. Gli ultimi<br />

anni <strong>del</strong>la vita di Sergio sono<br />

stati infatti un vero calvario<br />

con pochi spazi di remissione<br />

intervallati da interventi chirurgici<br />

sempre più impegnativi.<br />

L’attaccamento alla vita, la tenacia<br />

innata e la serenità di spirito<br />

con cui ha affrontato questo<br />

percorso terminale gli hanno<br />

consentito di vivere serenamente<br />

il distacco dalla vita<br />

terrena circondato dall’affetto<br />

dei suoi cari, lasciando una testimonianza<br />

unica di spiritualità<br />

e di dignità umana.<br />

Il prof. Sergio De Risio era nato<br />

a Scerni in provincia di Chieti<br />

il 28 agosto 1945.<br />

Scerni è un piccolo paese immerso<br />

nella campagna abruzzese,<br />

che affonda le sue radici<br />

nella solida ed antica civiltà contadina.<br />

Di questa civiltà Sergio<br />

si è nutrito e questo ambiente<br />

ha forgiato il suo carattere forte<br />

e determinato. Stimolato da<br />

una innata curiosità e dotato di<br />

una continua ed incessante voglia<br />

di apprendere, aveva un gusto<br />

particolare per la conoscenza<br />

che non doveva essere<br />

mai fine a se stessa, ma propedeutica<br />

di una crescita culturale<br />

completa ed armonica.<br />

L’interesse per la letteratura, la<br />

passione per la filosofia, l’amore<br />

per le arti figurative e la musica<br />

non riempivano semplicemente<br />

il suo tempo libero ma<br />

erano perfettamente integrati<br />

con la sua attività professionale<br />

e scientifica e contribuivano<br />

insieme agli strumenti propri<br />

<strong>del</strong>la medicina a studiare e<br />

comprendere la complessità<br />

<strong>del</strong>la psiche umana.<br />

Uomo di vasta cultura ha sempre<br />

avuto come aspirazione<br />

quella di trasferire le sue conoscenze<br />

a quanti si rivolgevano<br />

a Lui.<br />

Gli amici di sempre raccontano<br />

che già a 6 anni insegnava<br />

quanto da lui appreso nelle<br />

giornate e notti di studio. Giovanissimo<br />

scolaro aveva già letto<br />

libri impegnativi e difficili quali<br />

“Guerra e Pace” ed i “Promessi<br />

Sposi”. È sempre stato<br />

un eccellente studente di riconosciuto<br />

valore come testimoniano<br />

le numerose borse di studio<br />

e premi per merito vinti nel<br />

corso degli anni, che hanno permesso<br />

a Sergio di proseguire nei<br />

vari corsi di studi in modo sereno<br />

e regolare.<br />

Iscritto alla Facoltà di Medicina<br />

e Chirurgia <strong>del</strong>la <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>, ha conseguito<br />

il diploma di Laurea con<br />

il massimo dei voti e lode il 6<br />

novembre 1970. Nella nostra<br />

<strong>Università</strong> ha anche conseguito<br />

nel luglio 1974 il diploma di<br />

COMUNICARE<br />

39<br />

specializzazione in Psichiatria.<br />

Dal 1970 al 1973 è stato assistente<br />

incaricato presso l’Istituto<br />

di Fisiologia.<br />

Dal 1973 al 1982 è stato assisternte<br />

ordinario presso l’Istituto<br />

di Psichiatria <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> “La<br />

Sapienza” di Roma diretto dal<br />

prof. Gaspare Vella.Vincitore di<br />

concorso, nel 1982 è chiamato<br />

in qualità di Professore Associato<br />

a ricoprire la cattedra<br />

di Clinica Psichiatrica presso<br />

quella <strong>Università</strong>.<br />

Nel 1985 a soli 40 anni vince<br />

il concorso a cattedra per Professore<br />

Ordinario di Clinica Psichiatrica<br />

e viene chiamato alla<br />

Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> “G. D’Annunzio”<br />

di Chieti.<br />

In questa sede universitaria, allora<br />

di recente istituzione, superando<br />

le intrinseche difficoltà<br />

che di norma si incontrano<br />

quando si vuole inserire l’organizzazione<br />

universitaria in un<br />

ambiente vergine, il prof. De Risio<br />

ha fondato due scuole di<br />

specializzazione: la prima in<br />

“Criminologia Clinica e Psichiatria<br />

Forense” e la seconda<br />

in “Psichiatria”.<br />

A Chieti, nonostante l’opposizione<br />

<strong>del</strong>la classe medica locale,<br />

ha promosso l’attivazione,<br />

per convenzione, di un reparto<br />

di Psichiatria, da subito apprezzato<br />

non solo dai pazienti<br />

ma anche dagli stessi colleghi.<br />

Nel 1992 è chiamato a ricoprire<br />

la Cattedra di Psichiatria<br />

presso la Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong> in Roma.<br />

Diventa così Direttore <strong>del</strong>l’Istituto<br />

di Psichiatria e Psicologia,<br />

Istituto prestigioso sino a<br />

quella data diretto dal prof. Leonardo<br />

Ancona, degno allievo<br />

<strong>del</strong> prof.Agostino Gemelli, fondatore<br />

<strong>del</strong>la nostra <strong>Università</strong>.<br />

In questa sede svolge una apprezzata<br />

attività didattica nei<br />

vari corsi di laurea e in qualità<br />

di Direttore <strong>del</strong>la scuola di specializzazione<br />

in Psichiatria.<br />

Informazioni<br />

Il prof. Sergio De Risio faceva<br />

parte di numerose Società<br />

Scientifiche nazionali ed internazionali<br />

ed intratteneva rapporti<br />

di studio e di ricerca con<br />

prestigiosi istituti ed <strong>Università</strong><br />

sparse per il mondo. Fra queste,<br />

per citarne alcune il Karolinska<br />

Institute di Stoccolma, la<br />

Columbia University di New<br />

York,l’Institute of Psykiatry di Tokio,<br />

l’<strong>Università</strong> di Dublino etc.<br />

Gli argomenti di studio vari ma<br />

integrati hanno riguardato ad<br />

esempio gli aspetti psico-dinamici<br />

e neuro-psico-endocrini<br />

negli “Eating disorders”, gli<br />

aspetti Bio-Psico-Sociali <strong>del</strong>le<br />

condotte suicidiarie, la Psicoimmuno-endrocrinologia<br />

<strong>del</strong>la<br />

depressione, il trattamento dei<br />

disturbi depressivi e dei disturbi<br />

d’ansia, e l’applicazione <strong>del</strong>le<br />

indagini genetiche alla psichiatria.<br />

È autore di oltre 200 articoli<br />

pubblicati su riviste scientifiche,<br />

molte <strong>del</strong>le quali ad ampia diffusione<br />

internazionale.<br />

L’attività editoriale è stata ampia<br />

e variegata. Direttore di due<br />

riviste “Quaderni di psicoterapia”<br />

e “Rivista Italiana di Gruppoanalisi”,<br />

ha collaborato, per<br />

argomenti di letteratura e psicoanalisi,<br />

a: “Il Messaggero”,<br />

“Carte segrete”,“Almanach de<br />

Shakespeare and Company”,<br />

“Rivista di psicoanalisi” e a varie<br />

altre pubblicazioni specialistiche.<br />

Ha inoltre prodotto come autore<br />

o coautore diversi volumi:<br />

“Psicosi e linguaggio”; “Effetto<br />

Lacan”;“Autonomia e creatività<br />

<strong>del</strong>la critica”; “Psicoanalisi e<br />

Narrazione”;“Derive <strong>del</strong> Narcisismo”.<br />

Accanto alla variegata scelta di<br />

interessi, una, conosciuta solo<br />

dagli addetti ed amici, rappresenta<br />

il grande amore <strong>del</strong> Professore:<br />

La Poesia.<br />

Sergio De Risio, poeta apprezzato<br />

dalla critica, è autore di numerosi<br />

componimenti poetici<br />

che sono stati raccolti in diversi


Informazioni<br />

volumi: “Le dure radici” 1967;<br />

“Metepos”1970;“Dislogia”1983,<br />

“Anastrofe” 1987 e l’ultima nel<br />

2002 “Metamorfosi virtuali”.<br />

Secondo Cesare Milanese, il<br />

poeta Sergio De Risio, “in sintonia<br />

con la fede dei grandi<br />

poeti <strong>del</strong>le ‘Stagioni <strong>del</strong>l’illuminazione’,<br />

crede nella poesia come<br />

slancio che porta a un sentire<br />

che sta ‘al di là’ <strong>del</strong> sentire<br />

usuale e <strong>del</strong> vivere usuale”.<br />

Per meglio ricordarlo e per far<br />

capire quanto complessa e<br />

completa fosse la sua personalità<br />

ho ritenuto opportuno leggervi<br />

un brano tratto dal componimento<br />

poetico “Metamenti”<br />

(“Metamorfosi e mente”<br />

pubblicato nel <strong>del</strong>izioso, anche<br />

dal punto di vista editoriale, volume<br />

“Metamorfosi virtuali”).<br />

RICERCATORI<br />

UNIVERSITARI<br />

Sono stati nominati riercatori<br />

universitari dal 1° novembre<br />

2004: Giovanni Camardese e<br />

Federico Tonioni, Psichiatria e<br />

Psicologia.<br />

Scrivere all’imbrunire <strong>del</strong>l’ardore vivente<br />

Ardore che si sente quanto più si<br />

spende<br />

E che si scrive nelle menti<br />

saccheggiate<br />

Contro l’eterno pallore <strong>del</strong> loro<br />

apparire<br />

Legarsi scomparire.<br />

E come il raggio per il vetro oscuro<br />

Cadendo si scompone e trasmette,<br />

Così l’eterno e solitario permutare<br />

Dell’atto permanente <strong>del</strong>la scrittura<br />

Depone la natura nelle sue foglie<br />

Atterrite e ridenti.<br />

Poggiare<br />

Senza posa<br />

Inavvertito.<br />

Anche tutto l’umano è inavvertito.<br />

Sul filo di magnolia, rapito<br />

Nell’oblìo che l’inebria,<br />

Brusìo e vorticare di brame percuote<br />

e cuce nel pensiero.<br />

E dallo squarcio che percorre le dita<br />

S’assorbe a ogni altra foglia, ogni altra<br />

vita.<br />

Poco a poco divergo dalla vita<br />

Inseguo una metafora infinita.<br />

Le metafore inseguono, insegnano,<br />

ingannano<br />

Puntellano il pensiero pericolare<br />

Dove scontra il reale.<br />

Dove per esse più cercare<br />

L’amore?<br />

FUORI<br />

RUOLO<br />

Sono stati collocati fuori ruolo<br />

dal 1° novembre 2004: Paolo<br />

Preziosi, Luigi Scullica e Rita<br />

Vestri.<br />

Dal Centro Pastorale<br />

PELLEGRINAGGIO<br />

DELLE MATRICOLE 2004<br />

AD ASSISI<br />

Sabato 6 novembre hanno<br />

partecipato circa trecento<br />

matricole <strong>del</strong>la nostra sede,<br />

accompagnate da don Marco<br />

Ceccarelli, don Antonio Cecchini<br />

e da fra’ Carlo. Ecco le<br />

testimonianze di due di loro:<br />

- Dalla comunità al Tau: le matricole<br />

seguono Francesco nel suo<br />

cammino<br />

Non credo bastino semplici parole<br />

per descrivere le emozioni<br />

che ci hanno accompagnato du-<br />

rante la giornata <strong>del</strong>l’incontro ad<br />

Assisi. A partire dal viaggio in<br />

pullman: persino i più audaci<br />

chiacchieroni hanno ceduto alla<br />

stanchezza <strong>del</strong>la sveglia alle<br />

6.30. Ma quello è stato solo l’inizio<br />

di questo viaggio nella fratellanza<br />

e nell’amore. In Santa<br />

Maria degli Angeli, appena varcate<br />

le porte, abbiamo trovato<br />

tanti giovani come noi, pronti a<br />

condividere quell’esperienza nel<br />

mormorio, tra i canti, tra i sorrisi,tra<br />

le preghiere recitate in coro,<br />

tanti sguardi che si cercavano<br />

l’un l’altro e parevano dirsi<br />

COMUNICARE<br />

40<br />

Dopo questi illuminanti e struggenti<br />

versi porgo, anche a nome<br />

<strong>del</strong>la Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia e di tutta l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>, le più sentite condoglianze<br />

all’adorata moglie Maria<br />

Antonietta, alle amate figlie<br />

Maria Giovanna e Luisa ed a<br />

parenti tutti.<br />

Martedì 26 ottobre <strong>del</strong> 2004,<br />

alle ore 20,30, in Roma ha lasciato<br />

la vita terrena un uomo<br />

esemplare, un docente appassionato,<br />

un valido studioso, un<br />

illustre collega, un poeta.<br />

Il prof. Sergio De Risio sarà<br />

sempre nei nostri cuori<br />

(Giovanni Fadda)<br />

NOMINA PRO-RETTORI<br />

Con decreto rettorale n. 1699<br />

<strong>del</strong> 4 novembre 2004, il Rettore<br />

COLLOCATI<br />

IN QUIESCIENZA<br />

Sono stati collocati in quiescienza<br />

dal 1° novembre 2004:<br />

Pierugo Carbonin, Maurizio<br />

Maurizi, Giuseppe Giovanni<br />

Battista Tortorolo, Aldo Nac-<br />

ha confermato Pro-Rettori per<br />

il biennio accademico 2004/05<br />

– 2005/06, i professori Luigi<br />

Campiglio, con funzioni vicarie<br />

e Maria Luisa De Natale ed è<br />

stato nominato Pro-Rettore il<br />

prof. Franco Anelli.<br />

SERVIZIO VIGILANZA<br />

E SICUREZZA INTERNA<br />

In relazione al riesame <strong>del</strong>la struttura<br />

amministrativa <strong>del</strong>l’Ente, il<br />

Servizio Vigilanza e Sicurezza Interna,<br />

di cui è responsabile il sig.<br />

Antonio Scurti, afferisce alla Vice<br />

Direzione di Sede.<br />

È TORNATO ALLA CASA<br />

DEL PADRE<br />

Novembre<br />

Giuseppe Capulli, OTA, Unità<br />

farmaci antiblastici<br />

Dal Corpo Docente<br />

con affetto:“Eccomi, io ci sono,<br />

noi ci siamo”. Con i nostri cappellini<br />

gialli e le nostre bandane<br />

blu ci siamo trovati l’uno accanto<br />

all’altro ad ascoltare la storia<br />

e l’esempio di Francesco. Così<br />

dopo la santa Messa abbiamo<br />

seguito lo Spirito Santo fra i luoghi<br />

più importanti <strong>del</strong>la sua vita,<br />

tra i vari saliscendi di Assisi, chi<br />

seguendo le indicazioni,chi chiedendo<br />

ad altri turisti, eccoci di<br />

nuovo tutti riuniti nella grande<br />

basilica di San Francesco, sotto<br />

il cielo stellato <strong>del</strong>le volte, abbracciati<br />

dall’esempio di Fran-<br />

ci, Paolo Orlando e Alberto<br />

Venuti.<br />

DIMISSIONI<br />

Dl 1° novembre 2004 ha<br />

lasciato la Facoltà Silvia<br />

Sterzi.<br />

cesco raffigurato dal maestro<br />

Giotto,a toccare l’amore che ha<br />

ispirato e reso possibili tanto<br />

grandi cose, come questa magnifica<br />

giornata. Ed eccoci di ritorno<br />

a Roma, con una piccola<br />

croce di legno appesa al collo,<br />

tanti sogni e una luce in più che<br />

si è accesa sulla nostra strada.<br />

(Sara Calcinaro)<br />

- Davanti al Crocifisso di San Damiano<br />

All’arrivo Santa Maria degli Angeli<br />

era già stracolma.Oltre duemila<br />

studenti occupavano ogni


spazio disponibile e già alcuni<br />

iniziavano a sedersi per terra circondando<br />

l’altare, riempiendo<br />

le navate laterali, e stringendo<br />

in un unico abbraccio la Porziuncola<br />

e l’umile luogo dove il<br />

santo ha voluto esser deposto<br />

prima di morire,“nudo sulla nuda<br />

terra”.<br />

Mi ha sorpreso vedere tanti ventenni<br />

piegare le ginocchia in preghiera<br />

sul pavimento,questa immagine<br />

mi è sembrata sulle prime<br />

quasi fuori dal mondo, ma<br />

vivendola io stesso, ho compreso<br />

come fosse incompatibile<br />

solo con quel mondo già filtrato<br />

dai media, che crediamo<br />

essere la realtà.<br />

All’improvviso mi sono reso<br />

conto che attorno a me si era<br />

creata un’atmosfera raccolta e<br />

sospesa,in cui riuscivo facilmente<br />

a raggiungere quella concentrazione<br />

necessaria alla preghiera<br />

personale; allo stesso tempo riuscivo<br />

a sentire una per una le<br />

pur tante persone che mi circondavano,potevo<br />

sentire chiaramente<br />

che anche nelle diverse<br />

intenzioni i nostri cuori e le<br />

nostre menti erano rivolte verso<br />

lo stesso Volto. Mi sono sentito<br />

in una grande famiglia.<br />

Senza quasi accorgercene abbiamo<br />

abbandonato definitivamente<br />

quella naturale predisposizione<br />

al divertimento e ci<br />

siamo addentrati nelle strade di<br />

Assisi, non come semplici turisti<br />

in gita, ma con lo spirito proprio<br />

dei pellegrini.<br />

Ad Assisi ogni pietra parla di<br />

Francesco. Il silenzio, la natura<br />

quasi assorta, i cittadini discreti<br />

e operosi,tutto ci racconta di lui,<br />

e mentre percorriamo le faticose<br />

salite e le stradine contorte<br />

sembra che svoltato l’angolo<br />

prima o poi lo si debba incontrare.<br />

Ho ancora impresso nella memoria<br />

l’immagine <strong>del</strong> crocifisso<br />

di S. Damiano, lo stesso davanti<br />

al quale tante volte ho pregato<br />

nella cappella <strong>del</strong> mio collegio,<br />

lo stesso davanti al quale tante<br />

volte ha pregato Francesco. Il<br />

Mistero che attira a Sè migliaia<br />

di pellegrini ad Assisi lo abbiamo<br />

accanto a noi,dentro di noi.<br />

Dovremmo riscoprirlo singolarmente<br />

e come comunità, nei<br />

nostri collegi, nella nostra università,<br />

perché quello spirito di<br />

unità che sembra permeare Assisi<br />

non è “lo spirito di Assisi”,<br />

ma è lo spirito <strong>del</strong>la Chiesa Universale.<br />

(Pietro Spinelli)<br />

PADRE PIO VISTO<br />

DA VICINO<br />

Venendo incontro alle molte richieste<br />

di quanti desideravano<br />

farsi pellegrini alla tomba di padre<br />

Pio,siamo andati a San Giovanni<br />

Rotondo il 22 e 23 ottobre<br />

con 70 persone.Preoccupati<br />

di non andare in cerca di<br />

emozioni e, liberi da curiosità e<br />

da fanatismi, abbiamo avuto la<br />

fortuna di sostare a lungo in preghiera<br />

sulla sua tomba e soprattutto<br />

di ascoltare padre Marcellino,<br />

un diretto testimone di<br />

padre Pio che personalmente<br />

lo ha accudito negli ultimi anni<br />

<strong>del</strong>la sua vita.Di nessun miracolo<br />

nè prodigio egli ci ha parlato,<br />

ma solo <strong>del</strong>la sofferenza che viveva<br />

quotidianamente padre Pio,<br />

preoccupato solo di amare il Signore.Le<br />

stigmate furono la sua<br />

vergogna davanti a Dio, perché<br />

si riteneva un peccatore, una<br />

vergogna davanti alla gente,perché<br />

avrebbe suscitato quel fanatismo<br />

che sempre ha combattuto.<br />

Un pellegrinaggio ricco di conoscenze,<br />

sia nella visita accurata<br />

alla nuova Basilica, sia alla Casa<br />

sollievo <strong>del</strong>la sofferenza. La<br />

visita a Monte Sant’Angelo ci ha<br />

rivelato ancora in quel Santuario<br />

il passaggio di Dio che lo ha<br />

reso luogo di misericordia e di<br />

perdono.<br />

VISITA AI PRESEPI<br />

DI NAPOLI<br />

Un’altra giornata importante è<br />

stata quella dedicata ai presepi<br />

Dal Centro Pastorale<br />

COMUNICARE<br />

41<br />

di Napoli, a quei laboratori artigianali<br />

che creano i meravigliosi<br />

personaggi con grande finezza<br />

artistica. La visita è stata preceduta<br />

dalla celebrazione <strong>del</strong>la<br />

messa all’altare di San Giuseppe<br />

Moscati nella chiesa <strong>del</strong> Gesù<br />

Nuovo. Resta sempre emozionante<br />

questo incontro. Sappiamo<br />

di portare sulla tomba<br />

<strong>del</strong> santo medico tutti i nostri<br />

operatori sanitari, perché abbiano<br />

almeno un lembo <strong>del</strong> suo<br />

camice.Una giornata intensa vissuta<br />

dai 70 partecipanti con spirito<br />

di fede e con un interesse<br />

artistico suscitato da una guida<br />

che ci ha fatto gustare non solo<br />

le opere pregiate dei presepi,<br />

ma anche alcune pitture <strong>del</strong>l’arte<br />

napoletana.<br />

GRUPPO PHOS<br />

Tutti i lunedì alle ore 21 presso<br />

il Centro Pastorale continuano<br />

gli incontri <strong>del</strong> gruppo universitario<br />

PHOS, fondato e guidato<br />

da don Antonio Cecchini,che si<br />

propone di essere un ambito<br />

educativo alla vita cristiana adulta,<br />

dove la priorità è data all’aspetto<br />

formativo, nella consapevolezza<br />

che il giovane universitario<br />

si trova in una fase<br />

particolarmente decisiva per l’orientamento<br />

<strong>del</strong>la propria vita<br />

futura, non solo per l’acquisizione<br />

<strong>del</strong>le proprie competenze<br />

professionali, ma anche in vista<br />

<strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong>la propria<br />

futura famiglia e <strong>del</strong>l’assunzione<br />

<strong>del</strong>le diverse responsabilità civili<br />

e sociali. In questa prospettiva<br />

e mossi da questa preoccupazione,il<br />

punto di riferimento,oltre<br />

ad una vita interiore sempre<br />

più coltivata,è una ragionata conoscenza<br />

dei contenuti <strong>del</strong>la fede<br />

e <strong>del</strong>la morale cristiana, alla<br />

luce <strong>del</strong>le autorevoli indicazioni<br />

offerte dal Magistero <strong>del</strong>la Chiesa,<br />

in una feconda dialettica tra<br />

fede e cultura. In questo modo<br />

la fede in Cristo è progressivamente<br />

compresa non come<br />

qualcosa di marginale o affiancata<br />

alla vita, ma come l’esplici-<br />

tarsi pieno <strong>del</strong>la sua verità, cioè<br />

<strong>del</strong> suo significato autentico.<br />

Questo cammino è in atto già<br />

da sei anni e, pur nella gioiosa<br />

fatica che questo impegno comporta,vede<br />

crescere sia la quantità<br />

che la qualità di vita degli<br />

studenti o giovani medici che<br />

compiono con fe<strong>del</strong>tà questo<br />

percorso.<br />

PASTORALE SANITARIA<br />

Dal 5 al 9 ottobre si è tenuto il<br />

convegno annuale <strong>del</strong>l’A.I.Pa.S.<br />

(Associazione Italiana di Pastorale<br />

Sanitaria), al quale ha partecipato<br />

una rappresentanza <strong>del</strong>la<br />

cappellania francescana dei<br />

Frati Minori, che dal 1964 opera<br />

come fraternità inserita nel<br />

Policlinico, cui Padre Agostino<br />

Gemelli, francescano e fondatore<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>,ha<br />

dato il nome. In quell’occasione<br />

è stata presentata un’indagine<br />

sulle cappellanie in Italia per indicare<br />

la direzione da percorrere<br />

nell’ambito di una pastorale<br />

<strong>del</strong>la salute, che vuole ampliare<br />

i suoi orizzonti operativi.<br />

Tema <strong>del</strong> convegno era “la pastorale<br />

<strong>del</strong>la salute integrata nella<br />

pastorale ordinaria”. Esso ha<br />

fatto emergere la coscienza di<br />

una pastorale che è più efficace<br />

se è radicata nella spiritualità cristiana<br />

e nell’azione unitaria dei<br />

diversi carismi <strong>del</strong>la Chiesa.Una<br />

pastorale “globale” che tenga<br />

conto <strong>del</strong>le varie appartenenze<br />

e sfaccettature di cultura e religione<br />

dei tanti malati che l’operatore<br />

di pastorale sanitaria<br />

“esperto di umanità” incontra<br />

nelle strutture ospedaliere.<br />

Sono state, poi, richiamate alcune<br />

linee che il cappellano, specie<br />

se sacerdote francescano,deve<br />

tenere presenti. Come frate<br />

minore “pellegrino e forestiero<br />

in questo mondo”, nel suo servizio<br />

pastorale nei reparti, molto<br />

spesso egli fa l’esperienza <strong>del</strong><br />

“servo inutile” <strong>del</strong> Vangelo, rendendolo<br />

però ancor più “prossimo”<br />

ai malati. “Proprio la cocente<br />

sofferenza morale <strong>del</strong> sen-


Dal Centro Pastorale<br />

tirci inutili – affermano i cappellani<br />

– ci rende più vicini al malato<br />

che, in quel momento, avverte<br />

maggiormente la sua stessa<br />

inutilità e il suo essere di peso<br />

agli altri. Perciò il cappellano,<br />

mentre svolge la sua missione<br />

ecclesiale, può chiedere ad ogni<br />

CENTRALINISTI<br />

Dal 5 all’ 8 ottobre si è svolto<br />

in due edizioni un corso per il<br />

personale <strong>del</strong> Centralino telefonico<br />

(complessivamente 14<br />

unità, compresi il Responsabile<br />

e i Capi servizio) per un totale<br />

di 10 ore.<br />

Il corso, preceduto da un questionario<br />

di orientamento, è<br />

stato centrato sui seguenti<br />

obiettivi: mettere in condizione<br />

i partecipanti di perseguire<br />

le finalità <strong>del</strong> proprio ruolo, individuare<br />

gli indicatori di qualità<br />

per soddisfare le esigenze<br />

dei clienti <strong>del</strong> Centralino, sperimentare<br />

quali competenze affinare<br />

per costruire una buona<br />

immagine professionale.<br />

Docente <strong>del</strong> corso è stata la<br />

dott.ssa Patrizia Berardi <strong>del</strong>la<br />

Società Babele, esperta di comunicazione<br />

e già conosciuta<br />

ed apprezzata per precedenti<br />

interventi di formazione nella<br />

Sede, che ha condotto le gior-<br />

malato la disponibilità a percorrere<br />

un breve tratto di strada insieme<br />

al Cristo, povero e crocefisso,come<br />

lo vedeva san Francesco,<br />

per partecipare alla sua<br />

passione redentiva <strong>del</strong>l’umanità”.<br />

Il cappellano, in questa sua<br />

azione umile e silenziosa, dice<br />

La dott.ssa Patrizia Berardi<br />

durante il corso rivolto ai<br />

centralinisti.<br />

nate in aula con un taglio decisamente<br />

pragmatico e coinvolgente.<br />

Ulteriori momenti di formazione<br />

sono allo studio per il<br />

personale <strong>del</strong> Centralino in<br />

modo da offrire occasioni di<br />

approfondimento e di aggiornamento<br />

a figure professionali<br />

che svolgono un ruolo di primo<br />

impatto con gli utenti <strong>del</strong><br />

Policlinico.<br />

CORSO BLS- D<br />

Di tutte le emergenze mediche,<br />

l’arresto cardiocircolatorio è<br />

certamente quella più drammatica.<br />

Dinanzi a noi vi è una<br />

persona che sta perdendo il<br />

bene più importante, la vita, e<br />

per la quale tutto quello che<br />

possiamo fare va fatto con la<br />

massima velocità e decisione<br />

COMUNICARE<br />

42<br />

anzitutto la presenza di Dio e la<br />

fede in Gesù, crocefisso e risorto,<br />

nostro Redentore. Nell’ottica<br />

<strong>del</strong>la pastorale globale il convegno,<br />

infine, ha riesplorato, nel<br />

nuovo dinamismo <strong>del</strong>lo Spirito,<br />

il rapporto tra salvezza e salute<br />

per una visione più autentica-<br />

nell’arco non di pochi minuti<br />

ma di secondi. Le cellule neuronali<br />

sono estremamente sensibili<br />

alla mancanza di ossigeno<br />

e pochi minuti di arresto cardiocircolatorio<br />

senza massaggio<br />

cardiaco e respirazione artificiale<br />

efficaci comportano un<br />

danno cerebrale spesso irreversibile.<br />

In caso di sopravvivenza,<br />

è uno stato vegetativo<br />

che attende il paziente per il<br />

quale i valori, i sentimenti, le<br />

emozioni sono spesso irrimediabilmente<br />

persi. Per salvare il<br />

paziente è necessario mettere<br />

in atto una serie di comportamenti<br />

che sono stati codificati<br />

in base ad una crescente massa<br />

di dati scientifici sull’arresto<br />

cardiaco. Queste linee guida<br />

comprendono le tecniche di<br />

base per il supporto <strong>del</strong>le funzioni<br />

vitali BLS (Basic Life Support),<br />

cui è stato recentemente<br />

associato l’impiego <strong>del</strong> defibrillatore<br />

semiautomatico<br />

mente cristiana. Lo Spirito Santo,infatti,dona<br />

agli infermi la santa<br />

unzione: è la sua grazia, la forza<br />

necessaria per affrontare quella<br />

durissima lotta interiore, provocata<br />

dalla malattia, per potervi<br />

scorgere il valore <strong>del</strong>l’offerta<br />

al Signore <strong>del</strong>la propria vita.<br />

Formazione<br />

(BLS-D) e le tecniche avanzate<br />

per il supporto <strong>del</strong>le funzioni<br />

vitali (Advance Life Support,<br />

ALS).<br />

In ospedale l’incidenza <strong>del</strong>l’arresto<br />

cardiocircolatorio è particolarmente<br />

elevata per l’alta<br />

concentrazione di ammalati a<br />

rischio, ed è anche il luogo dove<br />

dovrebbe verificarsi la risposta<br />

più efficace per la presenza<br />

di personale medico e<br />

infermieristico. Per ottimizzare<br />

sempre più questa capacità<br />

di risposta all’emergenza arresto<br />

cardiaco bisogna perseguire<br />

il raggiungimento di standard<br />

di risposta sempre migliori.<br />

Il corso aziendale di BLS-<br />

D nasce per soddisfare questa<br />

esigenza. Il programma artico-<br />

L’infermiera Maria<br />

Antonietta Matrella e la<br />

docente dott.ssa Grazia<br />

Portale durante una<br />

esercitazione al manichino


lato in cinque ore di cui tre di<br />

esercitazioni pratiche prevede<br />

esercitazioni su manichini e<br />

con defibrillatore semiautomatico.<br />

Ogni partecipante è<br />

fornito di mascherina “ambu”<br />

per il primo soccorso. Sono<br />

state realizzate dal 16 marzo<br />

al 13 dicembre 15 edizioni cui<br />

hanno partecipato 12 infermieri<br />

professionali, 1 ostetrica,<br />

1 fisioterapista per singola<br />

replica. In accordo con il Servizio<br />

Infermieristico si è data<br />

priorità ai reparti di medicina<br />

e ad alcuni servizi tra i quali sa-<br />

Scienza e Cultura<br />

PSICHIATRIA<br />

Novembre 2004 – maggio<br />

2005: seminari interdisciplinari<br />

su metodo e semiotica “La formazione<br />

filosofica nella Facoltà<br />

di Medicina”<br />

Organizzati dalla Scuola di specializzazione<br />

in Psichiatria e dalle<br />

Cattedre di Igiene mentale<br />

e di Storia <strong>del</strong>la Medicina, questi<br />

seminari sono giunti alla loro<br />

sesta edizione. Hanno avuto<br />

inizio l’8 novembre con<br />

Sherwin B. Nuland, docente<br />

americano <strong>del</strong>la Yale University<br />

che parlerà di Leonardo da Vinci<br />

“filosofo <strong>del</strong> corpo umano”<br />

e proseguiranno con: La comunicazione<br />

televisiva, Ippocrate<br />

e Galeno: lineamenti di<br />

storia <strong>del</strong> pensiero medico; Il<br />

cristiano perché relativista, relativista<br />

perché cristiano; La nascita<br />

<strong>del</strong>la clinica nel pensiero<br />

di Michel Foucault; La filosofia<br />

di Seneca come terapia dei mali<br />

<strong>del</strong>l’anima; La logica clinica.<br />

Termineranno il 9 maggio 2005<br />

quando si dibatterà <strong>del</strong>la Comunicazione<br />

in ospedale.<br />

MALATTIE INFETTIVE<br />

8 novembre: corso di aggiornamento<br />

su “Infezioni da HIV:<br />

la lezione <strong>del</strong>la Praxis”<br />

Organizzato dall’Istituto di Clinica<br />

<strong>del</strong>le Malattie infettive, il<br />

corso sviluppa due importanti<br />

problematiche: il trattamento<br />

<strong>del</strong> paziente HIV pluritrattato e<br />

il trattamento <strong>del</strong> paziente coinfetto<br />

HIV-HCV. Nella prima<br />

parte <strong>del</strong> corso si affronta il<br />

problema <strong>del</strong>la terapia antiretrovirale<br />

il cui principale obiettivo<br />

è quello di garantire una<br />

prolungata soppressione <strong>del</strong>la<br />

replicazione virale in modo da<br />

protrarre il più a lungo possibile<br />

l’efficacia <strong>del</strong>la terapia stessa.<br />

La seconda parte riguarda il<br />

problema <strong>del</strong>la coinfezione HIV-<br />

HCV che sta diventando una<br />

<strong>del</strong>le problematiche di maggior<br />

rilievo nell’ambito <strong>del</strong>la terapia<br />

<strong>del</strong>l’infezione da HIV.<br />

DERMATOLOGIA<br />

12 – 13 novembre: corso di aggiornamento<br />

su “Dermatologia<br />

clinica e cosmetologica: oggi”<br />

Organizzato dall’Istituto di Clinica<br />

dermatologica, il corso<br />

prende in esame alcuni tra i<br />

temi che più colpiscono l’individuo<br />

nella sua immagine sociale<br />

perché a prevalente carattere<br />

estetico. Questi sono<br />

in particolare l’acne, le alopecie,<br />

la dermatite atopica, i tumori<br />

non melanocitari, i linfomi<br />

cutanei e le psoriasi. L’incontro<br />

si è concluso con una<br />

tavola rotonda su “La responsabilità<br />

professionale <strong>del</strong>l’infermiere<br />

nella gestione <strong>del</strong> day<br />

hospital di dermatologia”.<br />

NEUROLOGIA<br />

13 novembre: corso di aggiornamento<br />

su “L’insonnia nella<br />

pratica clinica”<br />

Organizzato dall’Istituto di<br />

Neurologia, Laboratorio di Medicina<br />

<strong>del</strong> Sonno, il corso tratta<br />

<strong>del</strong>l’epidemiologia e <strong>del</strong>l’im-<br />

COMUNICARE<br />

43<br />

la prelievi, centro trasfusionale,<br />

ambulatorio di allergologia,<br />

infermieri di radiologia in servizio<br />

al DEA, Servizio di Endoscopia<br />

e infermieri neo assunti<br />

<strong>del</strong>la Rianimazione,Terapia<br />

intensiva post operatoria<br />

(TIPO) e Pronto Soccorso,<br />

patto socio-economico <strong>del</strong>le<br />

insonnie, <strong>del</strong>la loro diagnosi e<br />

<strong>del</strong>la loro influenza in alcune<br />

patologie neurologiche. Si è<br />

parlato infine <strong>del</strong> trattamento<br />

farmacologico <strong>del</strong>le insonnie e<br />

il loro legame con forme di depressione.<br />

ORTOPEDIA<br />

19 novembre: corso di formazione<br />

su “La clinical governance<br />

in ortopedia”<br />

Il corso, organizzato dall’Istituto<br />

di Clinica ortopedica, verte<br />

sui processi assistenziali in due<br />

campi ben precisi: quello <strong>del</strong>la<br />

frattura esposta <strong>del</strong>la gamba e<br />

quello <strong>del</strong>la protesi totale <strong>del</strong><br />

ginocchio. L’analisi critica dei<br />

propri comportamenti permette<br />

di innestare un processo<br />

di miglioramento continuo<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le prestazioni e<br />

dei servizi erogati, riqualificando<br />

il ruolo dei professionisti e<br />

valorizzando le proprie competenze<br />

professionali e manageriali.<br />

L’approccio per processi,<br />

inoltre, evidenzia come la<br />

multidisciplinarietà rappresenti<br />

un plus valore <strong>del</strong> sistema e<br />

solo grazie al “governo” di tali<br />

professionalità che si ha la possibilità<br />

di anticipare il cambiamento<br />

in atto presso il servizio<br />

sanitario nazionale.<br />

OSTETRICIA E<br />

ANESTESIOLOGIA<br />

22 – 23 novembre: convegno<br />

su “Urgenze ed emergenze<br />

materne in sala parto”<br />

Formazione<br />

nonché le ostetriche e i fisioterapisti<br />

per un totale di circa<br />

210 operatori sanitari.<br />

L’anno prossimo tale iniziativa<br />

verrà riproposta allargando l’offerta<br />

anche alle altre unità operative.<br />

Organizzato dagli Istituti di<br />

Clinica ostetrica e ginecologica<br />

e Anestesiologia e Rianimazione,<br />

il convegno ha<br />

come obiettivo di fornire una<br />

riflessione culturale critica su<br />

quanto oggi si deve sapere e<br />

si può applicare per tutelare<br />

la vita <strong>del</strong>la gestante: in effetti<br />

la sicurezza per la vita<br />

<strong>del</strong>la donna in sala parto è<br />

percepita dall’opinione pubblica<br />

come in diritto inalienabile.Temi<br />

trattati sono: l’urgenza-emergenza<br />

in sala parto;<br />

il taglio cesareo d’urgenza-emergenza;<br />

l’emergenza<br />

neonatologica inattesa; quali<br />

le emrgenze prevedibili; l’emorragia<br />

post partum; le<br />

complicanze ed altre emergenze<br />

ed infine le considerazioni<br />

emergenti dal contenzioso<br />

medico-legale.<br />

BIOETICA<br />

febbraio – maggio 2005: corso<br />

di perfezionamento in Bioetica<br />

– livello base<br />

Il corso è rivolto a laureati in materie<br />

medico-scientifiche, filosofiche,psicologiche,giuridiche,sociologiche,<br />

teologiche. Il corso,<br />

che si propone di fornire una<br />

qualificazione post-universitaria,<br />

tratterà argomenti ripartiti in insegnamenti<br />

in tre aeree: Bioetica<br />

generale, Bioetica speciale<br />

e Bioetica clinica. Il corso è articolato<br />

in tre settimane intensive<br />

(14-19 febbraio; 4-9 aprile;<br />

23-28 maggio 2005) e la frequenza<br />

è obbligatoria.


Scienza e Cultura<br />

Letture<br />

“Etica e giustizia in sanità.<br />

Questioni generali,aspetti<br />

metodologici e organizzativi”,<br />

di Antonio G. Spagnolo,<br />

Dario Sacchini,Adriano Pessina,<br />

Michele Lenoci,ed.McGraw Hill<br />

2004, pagg. 399, € 26<br />

La necessità di garantire ai cittadini<br />

un sistema sanitario equo<br />

diviene sempre più urgente per<br />

il nostro Paese. Si sono create<br />

però diverse iniquità di sistema,<br />

fra le quali lo scarso rispetto<br />

per il malato, le lunghe liste di<br />

attesa, l’inappropriatezza <strong>del</strong>le<br />

prestazioni. Il significativo richiamo<br />

all’etica <strong>del</strong> sistema, contenuto<br />

nel piano sanitario nazionale<br />

2003-2005, spinge a riflettere<br />

sulla situazione che vive oggi<br />

la medicina,dove l’istanza economica<br />

influenza sempre più il<br />

funzionamento e le scelte dei sistemi<br />

di tutela sociale <strong>del</strong>la sa-<br />

INFERMIERI DI<br />

RADIOTERAPIA<br />

In occasione <strong>del</strong> Primo Convegno<br />

nazionale <strong>del</strong>l’AIIRO<br />

(Associazione Italiana Infermieri<br />

di Radioterapia Oncologica),<br />

tenutosi nel nostro Policlinico<br />

il 13 ed il 14 novembre, è stata<br />

inaugurata la mostra dal ti-<br />

lute. Questo rapporto medicopaziente<br />

oggi va riconnotato,<br />

non superato, all’interno <strong>del</strong>le<br />

organizzazioni che erogano servizi<br />

sanitari, le quali diventano<br />

esse stesse agenti morali.<br />

Nella presentazione il prof.Gualtiero<br />

Ricciardi scrive che,tra tanti,<br />

due sono gli aspetti da segnalare<br />

come novità <strong>del</strong> volume,<br />

a conferma <strong>del</strong>l’originalità e <strong>del</strong><br />

rigore metodologico dei suoi<br />

autori: uno è lo sforzo di trattare<br />

le problematiche etiche non<br />

solo analiticamente ma all’interno<br />

di una visione sistemica <strong>del</strong>la<br />

sanità e dei suoi aspetti organizzativo-gestionali,<br />

l’altro è il<br />

taglio applicativo, che caratterizza<br />

prevalentemente la seconda<br />

parte <strong>del</strong> testo e che scaturisce<br />

dall’arricchimento di chi<br />

- come docente - è stimolato dal<br />

confronto in aula con i discenti.<br />

Gli otto capitoli <strong>del</strong> libro sono<br />

stati scritti da quattro illustri<br />

docenti <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />

Il prof. Adriano Pessina ha<br />

scritto i primi due capitoli dedicati<br />

a “Il contesto culturale <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>la biomedicina” e<br />

agli “Operatori sanitari come<br />

agenti morali”, i professori Michele<br />

Lenoci e Dario Sacchini<br />

hanno redatto il terzo capitolo,<br />

sulle “Teorie <strong>del</strong>la giustizia in sanità”,<br />

mentre il prof.Antonio G.<br />

Spagnolo ha scritto il quarto capitolo<br />

sulle “Metodologie di analisi<br />

dei problemi etici nella sanità”,<br />

e il settimo, su “La relazione<br />

medico-paziente nella sanità<br />

tolo:“L’infermiere ieri, oggi, domani”.<br />

L’idea è nata dal desiderio di ripercorrere<br />

insieme il cammino<br />

<strong>del</strong>la professione nei suoi<br />

aspetti originali. La mostra consiste<br />

in dieci grandi poster<br />

ognuno dei quali, attraverso foto<br />

in alcuni casi molto rare, ap-<br />

COMUNICARE<br />

44<br />

aziendalizzata”. Il prof. Sacchini<br />

dedica due capitoli, il quinto e il<br />

sesto, a “Sistemi-sanità: una lettura<br />

etica ‘integrata’” e a “L’etica<br />

<strong>del</strong>l’allocazione <strong>del</strong>le risorse<br />

in sanità”. Per finire, Spagnolo e<br />

Sacchini nel capitolo ottavo scrivono<br />

di “Etica organizzativa nei<br />

servizi sanitari”.<br />

“Un ospedale a misura di<br />

bambino,esperienze e proposte”,<br />

di Giuliana Filippazzi,<br />

ed. Franco Angeli 2004,<br />

pagg.202, € 18,50<br />

L’autrice si occupa da oltre 25<br />

anni in modo attivo <strong>del</strong>l’umanizzazione<br />

degli ospedali affinché<br />

siano “a misura di bambino”.<br />

Attualmente è la coordinatrice<br />

europea di EACH (European<br />

Association for Children<br />

in Hospital) e membro <strong>del</strong><br />

gruppo di lavoro <strong>del</strong>l’OMS sul<br />

progetto degli ospedali pro-<br />

profondisce un tema: dal modo<br />

di porsi nei confronti <strong>del</strong>l’ammalato,<br />

“con la tenerezza<br />

di una madre”, al ricordo di<br />

Florence Nightingale, la signora<br />

<strong>del</strong>la lampada, che ha aperto<br />

la strada alla moderna assistenza<br />

infermieristica, fino al futuro<br />

esaltante che da un lato<br />

motori di salute.<br />

La prima parte <strong>del</strong> libro è dedicata<br />

ai “punti fondamentali”<br />

per un ospedale a misura di<br />

bambino e ai “suggerimenti per<br />

un ospedale accogliente”, mentre<br />

nella seconda parte viene<br />

esposta un’esperienza avanzata:<br />

il Child Life Research Project,<br />

un progetto di ricerca svoltosi<br />

in un ospedale pediatrico di<br />

Phoenix, in Arizona, che ha coinvolto,<br />

in un intervento globale,<br />

tante figure professionali <strong>del</strong>la<br />

sanità, dando ottimi risultati.<br />

La Filippazzi,per conoscenza diretta,<br />

ha un’ampia visione, che<br />

nel libro riporta con esperienze<br />

e proposte, <strong>del</strong>la situazione<br />

europea, australiana e statunitense<br />

e <strong>del</strong>le iniziative più avanzate<br />

sul campo, per suggerire<br />

interventi sulle strutture, la formazione<br />

<strong>del</strong> personale, i regolamenti<br />

interni. Nella seconda<br />

parte infatti l’autrice continua<br />

l’esposizione con il capitolo “dalla<br />

teoria alla pratica”, dove vengono<br />

esaminati vari aspetti, anche<br />

per organizzare un programma<br />

di assistenza psicosociale<br />

nei nostri ospedali. Il libro<br />

si conclude con cinque appendici,<br />

un glossario e una guida all’approfondimento<br />

bibliografico.<br />

L’ultima appendice riporta le<br />

nove pagine <strong>del</strong> questionario<br />

sull’accoglienza e la degenza dei<br />

bambini in ospedale redatto da<br />

APACHE, l’associazione francese<br />

per il benessere dei bambini<br />

in ospedale.<br />

Notiziario<br />

ha raggiunto un livello di formazione<br />

universitaria, dall’altro<br />

ha come obiettivo prioritario<br />

l’incontro di solidarietà fraterna<br />

nei confronti <strong>del</strong>l’ammalato.<br />

Il ricordo <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’assistenza<br />

agli infermi ci fa comprendere<br />

come questa ha la<br />

stessa età <strong>del</strong>l’uomo e, in mo-


do diverso, viene svolta in ogni<br />

parte <strong>del</strong>la terra.<br />

Tre pannelli sono dedicati all’assistenza<br />

agli infermi che da<br />

40 anni viene svolta presso il<br />

nostro Policlinico Universitario,<br />

attraverso le parole dei fondatori<br />

e di Sua Santità Giovanni<br />

Paolo II, più volte ricoverato<br />

presso la nostra Istituzione; ci<br />

viene ricordato che la debolezza<br />

<strong>del</strong> malato è in realtà una<br />

vera forza che proviene dal Cristo<br />

Crocifisso che dobbiamo<br />

vedere in ognuno di loro.<br />

MEDICO E POETA<br />

Paolo Zeppilli, responsabile <strong>del</strong><br />

Servizio di Medicina <strong>del</strong>lo<br />

Er senso de la vita 1<br />

sport, medico <strong>del</strong>la Nazionale<br />

di calcio, rivela un aspetto particolare<br />

<strong>del</strong> suo carattere e <strong>del</strong>la<br />

sua sensibilità: è un poeta<br />

dialettale. Riportiamo una sua<br />

toccante poesia inserita in una<br />

raccolta che presto vedrà la luce<br />

nelle librerie e firmata con<br />

lo pseudonimo “Esculapio”:<br />

SALONE DELLO<br />

STUDENTE<br />

Nel mese di ottobre 2004 si<br />

è svolto presso la Fiera di Roma<br />

il Saone <strong>del</strong>lo Studente. La<br />

partecipazione <strong>del</strong>la nostra Facoltà<br />

di Medicina e Chirurgia<br />

ha riscontrato una significativa<br />

affluenza di studenti e fa-<br />

Povera pupazzetta impecettata,<br />

vissuta sola, senza fà rumore,<br />

grazzie a li sbuffi d’un respiratore<br />

e a mezza frebboclisi zuccherata.<br />

Voi dite: è giusto vive pe du’ ore,<br />

drento a un’incubbatrice riscallata,<br />

nemmanco er tempo d’esse battezzata<br />

ch’è ritornata ar celo dar Signore?<br />

Potressimo discute una mesata,<br />

sur senso de la vita, sur dolore,<br />

su la speranza quanno è disperata.<br />

Io penso che nun serve stà a discóre.<br />

Se pò sortanto dì’: la pupa è nata<br />

e ha fatto a tempo a respirà l’amore.<br />

Esculapio<br />

Spieganzorio<br />

1. Er sonetto è dedicato a Emanuela, la fija de du’ cari amichi, morta<br />

du’ ore dopo la nascita pe gravi marformazzioni a li reni.Amichi che, co<br />

fede e coraggio, aveveno scerto de portà avanti la gravidanza, pure si<br />

sapevano che la pupa nun ciavrebbe avuto, praticamente, nissuna possibilità<br />

de sopravvive.<br />

COMUNICARE<br />

45<br />

La mostra fotografica<br />

che ripercorre la storia <strong>del</strong>la<br />

professione infermieristica.<br />

miglie e, secondo gli organizzatori<br />

<strong>del</strong>la manifestazione, lo<br />

stand <strong>del</strong>la Facoltà è stato tra<br />

i primi per il numero di contatti<br />

distribuendo anche informazioni<br />

su l’offerta formativa<br />

<strong>del</strong>le altre Sedi <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />

FINALMENTE<br />

MATRICOLE!<br />

L’11 e 12 ottobre 2004, inizio<br />

<strong>del</strong>le lezioni <strong>del</strong> nuovo anno<br />

accademico, si è tenuto il tradizionale<br />

incontro con le matricole<br />

alla presenza anche di<br />

numerosi familiari. Da alcuni<br />

anni la Facoltà ha assunto l’iniziativa<br />

di dedicare le prime due<br />

giornate <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong>le lezioni<br />

ad un ingresso “morbido”<br />

dei giovani studenti per familiarizzarsi<br />

con un nuovo ciclo di<br />

studi superiori e con l’ambiente<br />

complesso <strong>del</strong>la Facoltà di<br />

Medicina e Chirurgia.<br />

Nella prima giornata le Autorità<br />

accademiche e direzionali<br />

hanno porto il loro saluto<br />

alle ragazze e ragazzi (oltre<br />

500) con l’intervento anche<br />

<strong>del</strong> prof. Giuseppe Del Barone,<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

Nazionale <strong>del</strong>l’Ordine<br />

dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri.<br />

Nel pomeriggio il prof.<br />

Pietro Bria e il prof. Gualtiero<br />

Notiziario<br />

Ricciardi hanno illustrato, da<br />

un lato un percorso culturale<br />

non esclusivamente tecnicistico<br />

per una formazione umanistica<br />

<strong>del</strong>la persona in un contesto<br />

molto <strong>del</strong>icato che pone<br />

ogni giorno lo studente e<br />

poi il futuro medico a diretto<br />

contatto con la realtà <strong>del</strong>la sof-<br />

Lo stand <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>.<br />

ferenza; dall’altro è stato <strong>del</strong>ineato<br />

il nuovo scenario, sempre<br />

in evoluzione, <strong>del</strong>la organizzazione<br />

dei Servizi Sanitari<br />

per la migliore rispondenza agli<br />

specifici bisogni <strong>del</strong> cittadino.<br />

Nella seconda giornata sono<br />

state fornite analitiche informazioni<br />

su tutti i servizi che<br />

accompagneranno gli studenti<br />

nel loro percorso di formazione:<br />

didattica, attività sportive,<br />

laboratori di esercitazione, assistenza<br />

spirituale, erogazione di<br />

benefici economici ai più meritevoli,<br />

attività ricreative e culturali<br />

nell’ottica di una visione<br />

<strong>del</strong>la presenza in università come<br />

mo<strong>del</strong>lo di vita comunitaria<br />

interattiva con tutte le componenti<br />

<strong>del</strong>la Facoltà.<br />

CONSULTA DEI CENTRI<br />

DI CULTURA<br />

Si è tenuto a Roma, il 15 novembre,<br />

presso la Facoltà di<br />

Medicina e Chirurgia, la<br />

XXXI Consulta dei Centri di


Notiziario<br />

Inaugurazione <strong>del</strong>la<br />

XXXI Consulta dei Centri<br />

di Cultura <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>.<br />

Cultura <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>.<br />

Il dott. Mauro Salvatore, Direttore<br />

Centrale, ha presentato<br />

l’iniziativa rilevando l’importanza<br />

per la nostra <strong>Università</strong><br />

di mantenere vivi i rapporti<br />

con le 13 realtà presenti su tutto<br />

il territorio nazionale promuovendo<br />

iniziative in stretto<br />

collegamento con le cinque sedi<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong>. Il dott. Salvatore<br />

ha inoltre invitato i presidenti<br />

dei “Centri”, presenti all’incontro,<br />

ad utilizzare per le comunicazioni<br />

il sito <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>. Subito dopo hanno<br />

preso la parola, per una breve<br />

presentazione i cinque responsabili<br />

<strong>del</strong>la Formazione<br />

Permanente <strong>del</strong>l’Ateneo.<br />

Alla sessione istituzionale, hanno<br />

partecipato il Magnifico Rettore,<br />

prof. Lorenzo Ornaghi, il<br />

Direttore Amministrativo <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

<strong>Cattolica</strong>, dott.Antonio<br />

Cicchetti, l’Assistente Ecclesiastico<br />

Generale, Mons.<br />

Gianni Ambrosio e il Responsabile<br />

<strong>del</strong> Progetto Culturale<br />

<strong>del</strong>la Conferenza Episcopale<br />

Italiana, dott.Vittorio Sozzi.<br />

Il prof. Ornaghi ha riconosciuto<br />

ai Centri di Cultura una storia<br />

e una tradizione positiva;<br />

tenuto conto <strong>del</strong>le passate<br />

esperienze ha auspicato di<br />

guardare al futuro inserendo<br />

le esperienze dei “Centri” all’interno<br />

<strong>del</strong> progetto culturale<br />

<strong>del</strong>la Chiesa italiana. Il dott.<br />

Cicchetti si è detto disponibile<br />

per favorire la crescita scientifica<br />

e culturale e la piena integrazione<br />

con l’<strong>Università</strong>.<br />

Proposte sono fatte dal prof.<br />

Pasquale Gallucci, presidente<br />

<strong>del</strong> Centro di Cultura di Benevento,<br />

dal prof. Gianpaolo<br />

Barbetta, associato di Politica<br />

economica presso la Facoltà di<br />

Scienze Finanziarie ed Assicurative,<br />

dal prof. Giorgio Feliciani,<br />

ordinario di Diritto Canonico<br />

e Diritto ecclesiastico presso<br />

la Facoltà di Giurisprudenza,<br />

dal prof. Mario Molteni, ordi-<br />

COMUNICARE<br />

46<br />

nario di Economia aziendale<br />

presso la Facoltà di Economia<br />

e dal prof. Gualtiero Ricciardi,<br />

ordinario di Igiene generale<br />

presso la Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia.<br />

Mons. Gianni Ambrosio ha<br />

svolto la riflessione finale sull’intensificazione<br />

<strong>del</strong> rapporto<br />

con le Chiese locali.<br />

IL FILM DEL LUNEDÌ<br />

Rosario Fiorello, nelle vesti di<br />

Johan Padan, ha inaugurato il 6<br />

dicembre,“Il film <strong>del</strong> lunedì”, la<br />

rassegna cinematografica dedicata<br />

ai bambini ricoverati nei reparti<br />

pediatrici <strong>del</strong> Policlinico<br />

Gemelli, che si è aperto con la<br />

proiezione <strong>del</strong> film “Johan Padan<br />

a la descoverta de le Ame-<br />

riche”, il cartone animato a cui<br />

il popolare conduttore ha prestato<br />

la voce. L’iniziativa è promossa<br />

dal Segretariato Sociale<br />

<strong>del</strong>la Rai e dalla Direzione <strong>del</strong><br />

Policlinico in collaborazione<br />

con Rai Cinema e l’associazione<br />

Ali di Scorta. Dieci pomeriggi<br />

di cinema per i pazienti<br />

pediatrici che avranno luogo<br />

nella hall <strong>del</strong> Policlinico ogni lunedì<br />

fino al 14 febbraio 2005.<br />

Ciascun film sarà illustrato ai<br />

bambini ricoverati da dieci<br />

esponenti <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>lo<br />

spettacolo, affiancati dai medici<br />

dei reparti pediatrici <strong>del</strong> Gemelli<br />

nell’insolito ruolo di presentatori.<br />

Dopo Fiorello, nel<br />

mese di dicembre interverranno<br />

il 13 dicembre Tiberio<br />

Timperi che presenterà “La<br />

freccia azzurra” e il 20 dicembre<br />

gli attori di Melevisione.<br />

Hanno inoltre già dato la loro<br />

adesione Claudio Amendola e<br />

Margot Sikabony.<br />

MERCOLEDÌ DELLA<br />

CATTOLICA<br />

Sono ripresi in aula Vito, il mercoledì<br />

dalle 13,30 alle 14,30, gli<br />

incontri culturali per gli stu-<br />

Rosario Fiorello intrattiene<br />

i piccoli pazienti prima<br />

<strong>del</strong>la proiezione <strong>del</strong> film.


denti e il personale <strong>del</strong>la nostra<br />

sede, seguiti da un pubblico<br />

numeroso e attento. Quest’anno<br />

ai partecipanti viene<br />

data la possibilità di conseguire<br />

crediti utili ai fini <strong>del</strong>le ADE<br />

(Attività Didattiche Elettive),<br />

che costituiscono parte integrante<br />

<strong>del</strong> curriculum formativo<br />

degli studenti (almeno 15<br />

crediti su 360 <strong>del</strong>la nuova Laurea<br />

Specialistica).<br />

Il 20 ottobre è intervenuto fra’<br />

Fiorenzo Priuli, medico <strong>del</strong>l’Ordine<br />

Ospedaliero dei Fatebenefratelli,<br />

membro <strong>del</strong>l’Organizzazione<br />

Mondiale <strong>del</strong>la<br />

Sanità e recentemente insignito<br />

<strong>del</strong>la “Legion d’onore”,<br />

massima onorificenza francese.<br />

Egli ha parlato di “Aids in<br />

Africa e cure accessibili alla popolazione”,<br />

illustrando la sua<br />

esperienza in particolare in Togo<br />

e in Benin sin dal 1969; ha<br />

esaminato la situazione sanitaria<br />

trovata prima e dopo l’arrivo<br />

e la propagazione <strong>del</strong>l’Aids,<br />

vera pandemia, le manifestazioni<br />

fondamentali e le più comuni<br />

malattie ad esso si associano<br />

in Africa. Oltre alla descrizione<br />

dei fattori tipici che ne<br />

hanno favorito l’insorgenza e<br />

la propagazione, fra’ Lorenzo<br />

ha parlato <strong>del</strong>le sperimentazioni<br />

<strong>del</strong>le possibili barriere, dei<br />

mezzi diagnostici e <strong>del</strong>le tecniche,<br />

anche appoggiate dall’OMS,<br />

che, unite ad un impegno<br />

di moralizzazione e di<br />

scambio con le culture locali,<br />

stanno dando risultati positivi<br />

nella lotta contro l’AIDS.<br />

Il 3 novembre l’incontro è stato<br />

dedicato all’affido familiare,<br />

dei cui aspetti sociologici e giuridici<br />

hanno parlato le assistenti<br />

sociali Fulvia Flavioni e Isabella<br />

Palmieri, dei Servizi Sociali <strong>del</strong><br />

Municipio XIX, insieme a due<br />

volontari, una sociologa, Marta<br />

Lucianelli, e un padre affidatario,<br />

Marco Bellavitis, entrambi<br />

legati a Casa Betania, una casa<br />

famiglia fondata da Silvia Terranera,<br />

ex assistente sociale <strong>del</strong><br />

nostro Policlinico e Giuseppe<br />

Dolfini ex dipendente. Possono<br />

diventare “affidatari” gli adulti,<br />

sia coppie con o senza figli<br />

sia singoli, che lo desiderano e<br />

sono ritenuti idonei, dopo aver<br />

partecipato ad incontri formativi<br />

e preso contatti con il Centro<br />

Comunale per l’Affido “Pollicino”<br />

o con i Servizi Sociali<br />

<strong>del</strong> Municipio. Essi potranno<br />

accogliere bambini e ragazzi a<br />

casa propria per un periodo<br />

determinato, con l’impegno al<br />

mantenimento dei rapporti<br />

con la famiglia di origine, che<br />

attraversa momenti di particolare<br />

difficoltà, in funzione <strong>del</strong><br />

rientro a casa <strong>del</strong> bambino o<br />

ragazzo. Casa Betania, una “famiglia<br />

aperta” che dalla sua nascita<br />

ospita madri e bambini in<br />

difficoltà, fornisce supporto per<br />

la crescita nella genitorialità alle<br />

famiglie di origine e alle fa-<br />

COMUNICARE<br />

47<br />

Incontro sull’affido familiare:<br />

da sin. Marco Bellavitis,<br />

Marta Lucianelli, Fulvia<br />

Flavioni e Isabella Palmieri.<br />

miglie adottive e anche affidatarie<br />

che, in gruppi, lavorano<br />

con un esperto.<br />

Il 10 novembre il prof. Alberto<br />

Gambino, professore di diritto<br />

privato <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

“Parthenope” di Napoli e docente<br />

di filosofia <strong>del</strong> diritto <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

“Regina Apostolorum”,<br />

ha parlato di “soggetti<br />

forti e deboli nella pratica <strong>del</strong>la<br />

procreazione medicalmente<br />

assistita. Il diritto come fonte di<br />

giustizia”. Il docente ha affrontato<br />

il problema a partire dalla<br />

lettera di una madre “in potenza”,<br />

uno dei casi decisi dalla<br />

giurisprudenza italiana sulla<br />

fecondazione medicalmente<br />

assistita, per argomentare con<br />

considerazioni di tipo legislativo<br />

ma anche di filosofia <strong>del</strong> diritto.<br />

Oltre a cenni normativi si<br />

è soffermato sui “diritti” esaminando<br />

la complessità <strong>del</strong>le<br />

questioni che intervengono nel<br />

dibattito contemporaneo a<br />

proposito <strong>del</strong>la legge sulla procreazione<br />

assistita<br />

Il 17 novembre il prof. Felice<br />

d’Onofrio, professore emerito<br />

<strong>del</strong>la II Clinica Medica <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong><br />

di Napoli, ha parlato<br />

di “Giuseppe Moscati: medico,<br />

scienziato, santo”. Il prof.<br />

d’Onofrio è stato anche il relatore<br />

per il miracolo <strong>del</strong>la canonizzazione<br />

di san Giuseppe<br />

Moscati di cui ha parlato<br />

come di un santo moderno e<br />

laico nel senso più pieno e alto<br />

<strong>del</strong> termine, già riconosciuto<br />

da padre Gemelli come<br />

persona e professionista<br />

in cui “si realizzava il trinomio<br />

di scienza, sapienza e attività<br />

benefica”. Il prof. d’Onofrio ha<br />

esaminato gli aspetti scientifici<br />

e di innovazione nella sua<br />

attività a Napoli, la sua partecipazione<br />

ai dibattiti più vivi<br />

degli inizi <strong>del</strong> secolo, con-<br />

Notiziario<br />

tro gli abusi nella professione<br />

medica e universitaria <strong>del</strong><br />

tempo, la sua profondità spirituale,<br />

la passione per la verità<br />

e l’attenzione verso tutti<br />

i pazienti, descrivendolo come<br />

perfetto esempio <strong>del</strong> connubio<br />

tra scienza e fede, che<br />

di un “uomo integrale” ha fatto<br />

<strong>del</strong> medico Giuseppe Moscati<br />

“un vero santo”.<br />

Il 24 novembre è intervenuta<br />

la dott.ssa Paola Mencarini, laureata<br />

<strong>del</strong>la nostra Facoltà e specializzata<br />

in Malattie infettive,<br />

che ha parlato <strong>del</strong>la “organizzazione<br />

sanitaria nel Nord <strong>del</strong>la<br />

Repubblica Democratica <strong>del</strong><br />

Congo”, dove da alcuni anni sta<br />

lavorando insieme al marito,<br />

medico congolese laureato<br />

presso la nostra facoltà, in collaborazione<br />

con Memisa Belgique,<br />

un’organizzazione non governativa<br />

(ONG) di cooperazione<br />

medica missionaria.<br />

L’incontro è stato introdotto<br />

dal prof. Gualtiero Ricciardi che<br />

ha rilevato come per la nostra<br />

<strong>Università</strong> sia naturale partecipare<br />

per conoscere ma anche<br />

per cercare di risolvere, con interventi<br />

attivi, le problematiche<br />

sanitarie dei Paesi in via di sviluppo.<br />

L’infettivologa ha presentato<br />

dati riguardanti la terra<br />

congolese, fertile e ricca di<br />

ingenti risorse minerarie, dove<br />

il 48% <strong>del</strong>la popolazione è in età<br />

pediatrica e dove esiste un alto<br />

tasso di fecondità e anche di<br />

mortalità, innalzatosi negli anni<br />

<strong>del</strong>la guerra. Nel 1978 la Repubblica<br />

Democratica <strong>del</strong> Congo<br />

aderì alla Carta di Alma Ata,<br />

impegnandosi a garantire a tutti<br />

una assistenza medica di base.<br />

Paola Mencarini ha esposto<br />

in dettaglio l’organizzazione <strong>del</strong><br />

sistema sanitario nazionale, organizzato<br />

in “zone sanitarie”,<br />

unità operative di pianificazione,<br />

e finanziato da risorse <strong>del</strong>le<br />

comunità locali, che si devono<br />

pagare le cure mediche, da<br />

ONG e da organizzazioni internazionali.


Così come i Re Magi riconoscono subito<br />

in Gesù il Re, anche gli uomini<br />

debbono lasciarsi guidare dalla fede<br />

e dalla voce <strong>del</strong>lo spirito nel costante<br />

avvicinamento al Cristo; il Natale<br />

sia un ulteriore motivo di ricerca <strong>del</strong><br />

Bambino di Betlemme che vive in<br />

ogni uomo in stato di bisogno<br />

Don Decio Cipolloni<br />

Fu la domanda che i Magi venuti<br />

dall’oriente, rivolsero ad Erode,<br />

pensando che nessuno meglio di lui<br />

avrebbe dovuto saperlo. Non fu così, perché<br />

era più affascinato dai fastigi <strong>del</strong>la<br />

corte e dal potere che ne gestiva la corruzione,<br />

più che dalla fede <strong>del</strong> suo popolo.<br />

Grande fu il turbamento per la paura di<br />

perdere il trono: per questo invitò i Magi,<br />

una volta trovato il Bambino ad informarlo<br />

accuratamente. Progetti esecrandi<br />

già attraversavano il suo cuore dispotico.<br />

Solo quando uscirono da Gerusalemme<br />

i Magi videro la stella. Sì perché<br />

non può risplendere la luce su chi<br />

preferisce le tenebre.<br />

Perché mai tanto interesse per un<br />

Bambino e questo lungo cammino<br />

per trovarlo? Loro infatti erano<br />

uomini di scienza già stupiti<br />

dall’armonia sublime <strong>del</strong>le costellazioni<br />

e sicuramente gratificati<br />

dalle sempre nuove conquiste.<br />

Perché nella ricerca scientifica non<br />

si può non incontrare il mistero e<br />

restare in silenzio e in riflessione.<br />

Un’inspiegabile attrattiva li spinge<br />

ad andare al di là <strong>del</strong> dato scientifico<br />

e a riconoscere i segni <strong>del</strong><br />

divino. Tra questi per loro ci fu una<br />

stella, che li guidò per vie tortuose<br />

ed impervie verso Betlemme.<br />

SPIRITUALITÀ<br />

Dov’è<br />

il nato Re<br />

La stella che splendeva nel cielo era segno<br />

<strong>del</strong>la loro fede, <strong>del</strong>la nostra, che può<br />

illuminarci ed essere come la can<strong>del</strong>a,<br />

che se non elimina la notte, illumina però<br />

i passi.<br />

Natale è indicato per noi da una stella,<br />

da una fede, che appare quando ci fidiamo<br />

di Dio, scompare quando ci facciamo<br />

detentori <strong>del</strong>la scienza, convinti di<br />

possedere la verità, senza pensare che solo<br />

da essa possiamo essere posseduti.<br />

Nel Bambino di Betlemme riconoscono<br />

il Re e gli offrono in dono l’oro, lo adorano<br />

come Dio e gli offrono l’incenso, lo<br />

contemplano come l’uomo dei dolori e<br />

gli consegnano la mirra, sedativo per<br />

ogni sofferenza.<br />

Quanti uomini e donne ai nostri giorni<br />

come i Magi, pur lontani da un’esperienza<br />

religiosa, ma retti nella loro coscienza,<br />

spinti dallo stesso desiderio di<br />

conoscere i misteri <strong>del</strong>la vita, lasciandosi<br />

guidare dalla voce <strong>del</strong>lo spirito, si<br />

stanno incamminando verso il Signore!<br />

E a noi che siamo all’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>,<br />

ben identificabile con la città di Ge-<br />

COMUNICARE<br />

48<br />

rusalemme, perché anche essa è consacrata<br />

al Signore, al suo <strong>Sacro</strong> <strong>Cuore</strong>, che<br />

non succeda di non accorgerci di questo<br />

evento, di questa visita, di questa presenza.<br />

Sappiamo che molti sono gli uomini e<br />

le donne dedicati alla ricerca scentifica<br />

nella nostra Facoltà di Medicina. A loro<br />

il Papa ricordava nell’Anno santo che: “il<br />

problema in definitiva è sempre il rapporto<br />

tra ricerca scientifica e fede cristiana<br />

quale fondamento <strong>del</strong>l’etica. In questi<br />

termini si può cogliere meglio quale sia<br />

il nesso tra l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong> e l’esperienza<br />

<strong>del</strong>la fede in Cristo”.<br />

Questo deve essere il cammino di ogni serio<br />

ricercatore, come fu quello dei Magi.<br />

Questo dovrà essere il cammino di tutti<br />

gli operatori sanitari e di quanti in ogni<br />

specifico settore costituiscono la grande<br />

realtà <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, perché<br />

sappiano riconoscere il Bambino di Betlemme<br />

come uomo dei dolori, che nella<br />

moltitudine dei malati ha bisogno di guarigione,<br />

di sollievo, di comprensione umana.<br />

Non sia consentito passare oltre ai dolori<br />

<strong>del</strong>l’uomo, che ha sempre<br />

bisogno di essere affidato all’uomo<br />

grande dei dolori.<br />

Di quella mirra significata oggi<br />

dalle terapie più complesse e<br />

qualche volta inquietanti, insieme<br />

ad una dose insostituibile di<br />

umanità e di spiritualità, non sia<br />

privato mai nessun malato.<br />

Ci consenta questo Natale di<br />

metterci in ricerca <strong>del</strong> nato Re,<br />

<strong>del</strong> Bambino di Betlemme per<br />

trovarlo nel mistero <strong>del</strong>l’Eucaristia,<br />

<strong>del</strong> presepio e nella persona<br />

di ogni uomo in stato di bisogno,<br />

perché non si dica anche<br />

di noi: “venne tra la sua gente,<br />

ma i suoi non l’hanno accolto”(Gv.1,11).


RIFLESSIONE<br />

Carissimi, se ci lasciamo illuminare dalla fe-<br />

de, l’ospedale, che è luogo di sofferenza, può<br />

diventare tempio di misericordia per tut-<br />

ti: per chi vi è ricoverato, per chi vi lavo-<br />

ra, per quanti vengono a visitare i malati e<br />

per l’intera comunità cristiana. Un ospedale<br />

può diventare una centrale di misericor-<br />

dia che sprigiona energia vitale, frutto <strong>del</strong>-<br />

l’impegno comune di servire la vita, di com-<br />

battere il male col bene.<br />

Giovanni Paolo II

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