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T4NewsPRIORITÀ PER COMPETERE I ■ I TREND DI CONSUMO NEL 2005I carrelli sono pieni...di PERPLESSITÀBeni durevoli, tempo libero e cultura registreranno incrementi importanti. Stime pocoincoraggianti, al contrario, caratterizzano il settore alimentare: solo i prodottiinnovativi, certificati, tipici e surgelati daranno prova di buona dinamicità☛Indecisione, insicurezza e insoddisfazione:tre parole chiave caratterizzano, in sintesi,l’approccio del consumatore italiano verso gli acquisti.Angelo Tantazzi, presidente di Prometeia, e GiuseppeMinoia, presidente di Eurisko, hanno disegnato(il primo a livello macro e settoriale, il secondo inun contesto stilistico e comportamentale) un ritrattodel consumatore italiano diviso tra rincorsa al benesseree recessione, tra risparmio e specializzazionecrescente degli acquisti, tra desiderio di autorealizzazionee impedimenti istituzionali ed esterni.Partiamo dai dati. Aumenta il tasso d’indebitamento,attualmente tra il 35% e il 37%. Gli italiani chiedonosempre più mutui immobiliari e prestiti per acquistodi prodotti e servizi. Il primo fenomeno riflette la crescenteesigenza di investimenti sicuri come reazionealla generale instabilità economica e finanziaria:il mattone ispira più fiducia di titoli e azioni. L’indebitamentoa breve è invece sintomo di un calo realenella disponibilità di spesa, dovuto alle più svariateragioni: disoccupazione, precarietà, perdita di potered’acquisto, erosione del risparmio.Ma come andranno i consumi nel 2005? Prometeiaprevede un lieve incremento, ma l’indice (1,6%)rimarrà al di sotto del prodotto interno lordo (1,7%).Se guardiamo invece, alle stime elaborate per il Natale2004 scopriamo che il 77,1%delle famiglie italiane ha fatto unregalo. Questa media si abbassanotevolmente al Sud(71,4%). Per quanto riguardagli orientamenti di spesa, sinota la rivalutazione dell’abbigliamento:il 43%Giuseppe Minoia,presidente Euriskodel campione, nella ricerca prenatalizia,dichiarava di voler acquistare indumentio accessori per sé o per gli altri;il 19% bricolage.Il successo dei libri, terza voce conil 15%, confermava un fenomeno ormaiassodato: quando i consumi ristagnano,la cultura resta uno dei settoripiù vivaci. Tenevano bene anche i giocattoli( il 12% delle scelte di acquisto).L’elettronica era indietro con l’8%.Altro dato che conferma un sensibilecalo nella disponibilità di spesa èquello relativo ai viaggi. Quasi il 12%degli italiani diceva di rinunciare nel2004 alle vacanze natalizie. In altre parole,tra coloro che hanno fatto un viaggionel Natale 2003 e quelli che nonsono rimasti a casa nel 2004, spiccauna differenza negativa del 5,3%.Torniamo al 2005. Beni durevoli, tempolibero e cultura: questi i due settoridai quali, secondo Prometeia, si attendonoi maggiori incrementi dei consumi.Cd e Dvd, elettrodomestici bruni,fotografia e telefonia, sono i prodottiche cresceranno di più in terminidi consumi reali, con incrementi adue cifre che vanno dal 50,1% dei supporti fonograficiall’11,3% e 11,2% di fotografia e telecomunicazioni.Gli alimentari tradizionali fanno parte delle categoriecon segno negativo, a differenza dei prodottidi alta qualità e di elevato valore aggiunto (alimenticome olio d’oliva e prodotti tipici, certificati, quartagamma e surgelati, saranno fra quelli più dinamicinel 2005). I servizi d’intrattenimento, socialie per la persona registreranno un’impennatapositiva (3,1%), uscendo dall’areadel meno nella quale sono rimastinel periodo 2002-2004.Ma quando si parla di consumi, il portafoglioha un valore relativo. Attese,paure, frustrazioni e situazioni esistenzialimodificano il barometro degli acquisti.Stili di vita, stati d’animo e orientamenticulturali possono infatticambiare le scelte degli acquirentiin modo non meno profondodi fattori più estrinseci come redditodisponibile, sicurezza economica,risparmio. Ha ragione GiuseppeMinoia: «Stanno mutando le prioritàdei desideri e dei bisogni, ed esistonoinsoddisfazioni che non dipendonosolo dai prezzi dei beni diprima necessità».L’indice dell’umore punta stabilmenteverso il basso da molti mesi.Le valutazioni più critiche investonola situazione politica e socialee il futuro del Paese. Sfiducia versol’esterno e necessario ripiegamentonel privato rappresentano, secondoMinoia, le ragioni fondamentalisu cui poggia qualunque valutazioneprospettica sui consumi.Una delle caratteristiche psicologichee culturali più importanti siriassume nell’efficace antitesi tra felicitàprivata e infelicità pubblica.La rivalutazione del privato nonesclude il desiderio di uscire, ma il“fuori” rischia di diventare un nonluogo, e questa percezione si riflettenegativamente sugli acquisti. «Se si escludono ragazzie giovani, l’esterno è associato a spostamenti stressanti»,ha ricordato Minoia, «e ciò contribuisce a fardiminuire il piacere nella visione, nella scoperta edeventualmente negli acquisti». La città accoglie poco:scarseggiano luoghi d’incontro e di cultura, asilinido, spazi per gli anziani. «Manca un’articolazionedei punti di vendita come aree di apprendimentoe divertimento. Non deve perciò stupire la perdita dipiacere negli acquisti di beni primari e voluttuari. Iprodotti emozionano poco, la pubblicità è un genereseparato, e solo telecomunicazioni e prodotti di intrattenimentosuscitano davvero la voglia di far partedi qualcosa».In questo processo di graduale svuotamento dell’esperienzadi acquisto, il prezzo è il primo imputato,ma non solo e non tanto per il carovita. «Il prezzo»ha precisato Minoia, «non parla o parla troppo po-«Stanno mutandole prioritàdei desiderie dei bisogni.Ed esistonoinsoddisfazioniche nondipendono solodal prezzodei beni di primanecessità»