T6NewsPRIORITÀ PER COMPETERE II ■ RECEPIRE IL REGOLAMENTO 178/2002Saranno 20 Italieanche per la tracciabilità?Era inevitabile che al convegno Indicod-Ecr del 22 novembre 2004 il tema fosse affrontato.All’ordine del giorno gli effetti del federalismo sulle competenze in materia sanitaria, ma anchela confusione tra certificazioni di filiera e rintracciabilità presente tra gli addetti ai lavori☛Il quadro è più complesso di quel che potrebbesembrare. Da una parte il regolamento178/2002, che dal gennaio 2005 impone la tracciabilitàalimentare in tutti i Paesi dell’Unione. Dall’altra l’esigenzaper le imprese di adottare i criteri migliori, i piùsemplici, efficaci ed economici, per adempiere in modoadeguato alle prescrizioni (in merito si veda lo specialepubblicato sul numero 48 di Tendenze e le informazionidisponibili sul sito www.indicod-ecr.it).Tra le due, il trasferimento delle competenze in materiasanitaria (comprese quelle inerenti la tracciabilità)alle regioni: una fonte di complessità non indifferente.Alcune scuole di pensiero, infatti, non escludono ilprofilarsi di ben venti “Italie” della tracciabilità. E a sostegnodella loro tesi fanno riferimento ai diversi riscontriche hanno avuto i primi controlli delle Asl sul rispettodel 178 da parte delle aziende. Fonti ufficiose, infatti,rilevano che le posizioni assunte rispetto a una stessafattispecie, spesso sono state tra loro eterogenee.«In Italia il regolamento Ue è stato oggetto di molteplicie contrastanti interpretazioni», ha spiegato PaoloDe Castro, ordinario di economia e politiche agricoleall’università di Bologna, nella sua relazione al convegnoIndicod-Ecr del 22 novembre 2004. «C’è chi ritienesufficiente conservare i registri fornitori e clienti;e chi ribadisce la necessità di soluzioni più articolate.Questo perché l’impianto della normativa alimentareeuropea si regge sul concetto di responsabilità primariadell’operatore. In pratica, il rispetto dei vincoli regolamentariè misurato non in funzione delle procedureadottate, ma del risultato finale raggiunto».È quasi una rivoluzione copernicana per un sistemacome quello italiano, dove finora i«La tracciabilitànon costituisceuna garanziaassoluta di qualità.È invece uncontributoindispensabileper la maggiorefficienza dellafiliera e perla sicurezzadel consumatore»controlli preventivi svolti dalle autoritàsono stati la norma! Si aprecosì un ampio margine di discrezionalitàper il controllore, che inmancanza di criteri quadro di riferimentopuò assumere posizioni moltodiversificate, da regione a regione,rispetto a una stessa problematica.Le linee guida per la tracciabilitàalimentare elaborate da Indicod-Ecracquistano dunque ulteriore valore.Sono state elaborate congiuntamentedall’industria e dalla distribuzione,ponendo la massima attenzionesui temi dell’efficienza e delcontenimento dei costi. «Il problemadella tracciabilità è una questionedi filiera», ha sottolineato GiandomenicoAuricchio, presidente della Giunta AgroalimentareIndicod-Ecr, durante il suo intervento, auspicando cheIndicod-Ecr, nei primi mesi del 2005, in concomitanzacon l’applicazione del regolamento 178, effettui un monitoraggiodell’evoluzione dell’applicazione della normativa,per registrare difformità di comportamento daparte dei controllori che possano «determinare eterogeneitàcapaci di alterare la capacità competitiva delleimprese». Nel corso dell’evento, i protagonisti del dibattitohanno focalizzato l’attenzioneanche sull’esigenza di sgombrare ilcampo a proposito delle differenzepresenti tra tracciabilità e garanziequalitative degli alimenti.Mario Lenzi, esponente dellaGiunta di Confagricoltura, ha ribaditoche spesso, anche tra gli addettiai lavori, la confusione è elevata. «Latracciabilità non costituisce una garanziaassoluta di qualità», ha spiegatoLenzi, «è invece un contributoindispensabile per la maggior efficienzadella filiera e per la sicurezzadel consumatore».L’adozione del regolamento europeo,per Giandomenico Auricchio,«farà sicuramente compiere al sistemaun passo in avanti sul piano delle garanziedi sicurezza degli alimenti, ma bisogna ricordareche i sistemi di tracciabilità coinvolgono prevalentementeil versante gestionale e logistico della catena,mentre il mantenimento della qualità richiede investimentidiversi, mirati alla materia prima ed ai control-
NewsT7NUMERI CHIAVE Giandomenico Auricchio, presidentedella Giunta Agroalimentare Indicod-Ecr.Al convegno del 22 novembre 2004 ha ricordatoche il 22% dei 700 mila addetti totali impegnatinell’industria alimentare lavora in attività di sicurezzae controllo degli alimentiAMPIE POSSIBILITÀ Paolo De Castro, già ministro allePolitiche agricole, ordinario di economia e politicheagricole all’università di Bologna. A suo parere «ilregolamento Ue 178/2002 lascia ampia discrezionalitàdi interpretazione: dalla mera tenuta dei libri contabiliall’adozione di soluzioni complesse»RIGORE Vincenzo Tassinari (a sinistra) vicepresidente Indicod Ecr e numero uno di Coop Italia eMario Lenzi (a destra) esponente della Giunta di Confagricoltura, sono stati concordi nell’affermareche «il regolamento 178/2002 non è una certificazione di qualità, ma un contributo indispensabileper la maggior efficienza della filiera e per la sicurezza del consumatore». Positive le valutazionisul ruolo giocato in questi anni dalla Giunta agroalimentare Indicod-EcrCOSA FRENAL’IMPLEMENTAZIONE?SCARSO RACCORDO DEGLI OPERATORIÈ soprattutto la distribuzione a segnalare questa criticità,che registra il peso maggiore tra tutte quelle registrate da NomismaCOMPLESSITÁ DEL PROCESSO PRODUTTIVOLa difficoltà è sentita soprattutto dall’industria, ma anche tra i distributoriil problema è particolarmente presenteSISTEMI DI CONTROLLOLa carenza di sistemi di controllo è segnalata in modo abbastanza omogeneoda parte delle aziende del largo consumo associate a Indicod-EcrIDENTIFICAZIONE DELLE UNITÁ IN ENTRATA/USCITAÈ soprattutto l’industria a focalizzarsi sul problema, che sembraessere meno rilevante per la moderna distribuzioneTRATTAMENTO AUTOMATICO DELLE INFORMAZIONIAnche in questo caso è soprattutto l’industria a considerareil tema critico. Il 27% dei distributori rappresenta il datostatistico più contenuto registrato da Nomisma durante l’indagineli». Pochi sanno, per esempio, che il 22% dei 700 milaaddetti totali impegnati nell’industria alimentare lavorain attività di sicurezza e controllo degli alimenti,alle quali l’industria destina l’1,7% del fatturato totale».È frequente, e non solo fra i non addetti ai lavori,anche la confusione tra certificazione di filiera e sistemadi rintracciabilità. I due processi possono sovrapporsie integrarsi, ma l’uno non è il gemello dell’altro. La rintracciabilitàdi filiera rappresenta una garanzia ben superiorerispetto a quanto prescrive genericamente il178/2002. È perciò improprio parlare di “rintracciabilitàdi filiera” nel caso un’azienda abbia adempiuto esclusivamenteai dettami del regolamento comunitario.È importante precisare questi concetti, perché la presenzadi validi sistemi di tracciabilità rappresenta senzadubbio una leva di marketing. È giusto comunicareai consumatori i vantaggi impliciti in un processoche garantisce la sicurezza dei prodotti, ma è scorrettofar passare quel processo come garanzia assoluta diqualità. La necessità di tracciare anche le commoditiese nello specifico tutte le materie prime, i semilavoratie i freschi non trasformati è un problema complessoche, in alcuni casi, potrebbe risolversi facilmente,se determinati comparti, come quello ortofrutticolo, nonfossero polverizzati e disorganizzati.«Le catene distributive più importanti garantisconogià sull’etichetta la provenienza estera della frutta,ma chi certifica che quella frutta sia buona? Noncerto il 178/2002. Il problema delle materie prime edelle commodities rimane ancora irrisolto», ha dettoVincenzo Tassinari, vice presidente Indicod-Ecr e presidenteCoop Italia. «Ma si può star certi che ai nostri5 milioni e passa di soci consumatori non venderemopomodori di Pechino, ma pomodori di Pachino».Le difficoltà operative incontrate dalle impresenell’adozione di sistemi di rintracciabilità (in %)INDUSTRIADISTRIBUZIONE62,4 83,352,3 45,043,6 45,049,9 33,346,0 27,8Fonte: Nomisma 2003