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News - Indicod-Ecr

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Quale approccio?STRATEGICO• Come può l’Rfid migliorare la strategia?• Meglio essere leader o fast follower?• Quali partner possono essere “pilot”,quando e come?• Come operare in un mondo duale?E per quanto?FINANZIARIO• Qual è il Roi dell’ Rfid?• Quali specifiche applicazioni Rfid possonoessere utili?• Qual è un realistico modello di adozionedell’Rfid in uno specifico business?ORGANIZZATIVO• Quali sono le conseguenze del changemanagement?• Quali sono i rischi nell’installazionedell’Rfid?TECNOLOGICO• Quali sono i requisiti tecniciper l’installazione dell’Rfid?• Qual è l’architettura che meglio si adattaal proprio piano stratetgico?• Come può impattare sulle applicazioniesistenti l’installazione dell’Rfid?In Europa, e soprattutto in Italia, intanto si respiraun’atmosfera di prudenza e scetticismo. Nessuno mettein dubbio la validità della nuova tecnologia. Ciò chespaventa il mondo industriale e distributivo (più il primoche il secondo) è il costo delle singole etichette,direttamente proporzionale al volume di prodotti movimentato.Per un negozio di abbigliamento o un grandemagazzino ne può valere la pena. Ma per una multinazionaleche fattura 50 miliardi di dollari, se l’investimentorappresentasse il 2% (stima molto larga),saremmo sul miliardo di dollari, che non è poco.E poi chi paga l’investimento? La distribuzione? L’industria?O il cliente finale con gli aumenti di prezzo?Oggi il costo delle etichette oscilla tra 0,40 e 0,50euro. Perché la radiofrequenza diventi un investimentoappetibile questo valore dovrebbe ridursi a 0,02 europer etichetta. Gli esperti sostengono che i prezzi delletag sono destinati a scendere: una delle stime fissaa 0,06 euro la soglia minima raggiungibile nel mediotermine, se verranno superati i 5 miliardi di etichetteNewsT9STRATEGIA&TECNOLOGIA In alto, da sinistra: Mario Maiocchi,amministratore delegato di Metro Italia, e Massimo Bianchi,presidente di Deloitte Consulting. «Metro», ha spiegato Maiocchi,«ha in corso una sperimentazione della radiofrequenza nelpunto di vendita di Rheimberg in Germania». Bianchi si è soffermatosull’esigenza di utilizzare le nuove tecnologie in modocoerente con gli orientamenti strategici dell’azienda.Qui accanto: Filippo Passerini, numero uno mondiale delle ITProcter&Gamble. Per il manager, «è importante distinguere traetichettatura dei pallet e dei prodotti». La prima potrebbe concretizzarsianche entro un anno e mezzo, mentre la secondarichiederà almeno tre annivendute. Il tempo medio necessario per la diffusioneanche nei punti di vendita di questa tecnologia è statofissato in circa 5-6 anni.Sono stime ottimistiche. Ci vorrà più tempo. È quasicerto che lo sviluppo della radiofrequenza seguiràun passo da bersagliere solo in alcuni punti della catenalogistica, quelli compresi tra lo stabilimento industrialee i centri distributivi. «Bisogna innanzituttodistinguere tra l’etichettatura per pallet e quella per isingoli prodotti», ha ricordato Filippo Passerini, chiefinformation Officer & Global Business service Procter& Gamble. «Per il primo caso vedo maggiori possibilitàdi realizzare il progetto a pieno regime entro unanno e mezzo. Per la lettura dei singoli prodotti ci vorrannoinvece almeno altri tre anni». Le spese richiestesono comunque enormi, soprattutto per una multinazionalecome P&G. Passerini ha stimato l’investimentoin 1 milione di dollari solo per 6 prodotti.«Noi stiamo sperimentando la radiofrequenza nel magazzinodi Rheinberg con 20 fornitori a livello di pallet»,ha ricordato Mario Maiocchi, presidente di MetroItalia. «Nel 2005 prevediamo di estenderla alle unitàdi trasporto, ma per approfondire il dettaglio dell’applicazionedovremo valutare il costo complessivo dellatecnologia». Due importanti aspetti critici dovrannopoi essere presi in considerazione dalle imprese:salute e privacy. L’impatto ambientale legato alle emissionidelle etichette è limitato, ma è importante chesu questo tema sia fatta una capillare attività di informazione.«Dal punto di vista della salute si può osservareche le etichette generano campi elettromagneticialmeno tre ordini di grandezza inferiori rispettoa quelli utilizzati dai telefoni cellulari» si legge nellarelazione di Ernesto Hofmann.C’è poi il tema della riservatezza. L’Rfid è già usatain diversi settori dell’identificazione. In linea di massimale etichette non creano maggiori problemi delle cartedi credito. E la tecnologia non è nel complesso piùinvasiva delle videocamere. Ma le associazioni dei consumatorisono comunque sul piede di guerra.Le etichettea barre hannouna sostanzialelimitazione:devono esserelette conun processomanuale,,noscendo tutte le informazioni riportate dal codice a barre,può progressivamente fatturare sullo scontrino del cliente iprodotti da lui acquistati. Al tempo stesso, il computer, puòanche tenere traccia dei vari prodotti acquistati e ciò consentela gestione delle diverse giacenze di prodotto.Le etichette a barre, che pure sono in uso da molti anni,hanno però delle sostanziali limitazioni. Esse individuano unprodotto, ma non una specifica unità di quel prodotto, e devonodi volta in volta essere lette con un processo manuale,ossia non automatico, a ogni stazione della catena di distribuzione.Da molti anni esiste però un’altra tecnologia, basatasu micro-chip dotati di microantenne, denominati transponder,ovvero tag Rfid (Radio Frequency Identification) .I tag possono, in modo analogo ai codici a barre, essere postio inseriti in oggetti per essere successivamente letti o aggiornatida un sistema informativo senza intervento direttodi una persona. Oggi il costo di un singolo tag è ancora troppoelevato per consentirne un uso di massa, essendo nell’ordinedi alcune decine di centesimi di euro. Ma tale costo è destinatoa scendere progressivamente, e quindi a rendere questatecnologia del tutto competitiva con quella dei codici abarre anche sul puro piano economico.Il meccanismo Rfid è abbastanza semplice. Un’antenna posizionatarispetto al tag a un’opportuna distanza, dipendentedal tipo di applicazione, è in grado di leggerne il contenutopoichè lo stesso tag è dotato a sua volta di una propria antennae i due sistemi sono quindi in grado di comunicare elettromagneticamente.Secondo il tipo di necessità i tag possonoessere attivi o passivi. In quest’ultimo caso il chip trae l’energianecessaria per operare direttamen- >> segue a pag 14

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