SECONDO CAPITOLO“The Generality of Deviance”Il corposo testo scientifico presenta un’ampia gamma di ricerche su diverse tematicheche hanno a che fare direttamente con la devianza. Il materiale proposto, su cui gli autoriargomentano i risultati, corrisponde allo studio sul campo da parte degli autori stessi, e atutta la documentazione già esistente sull’argomento.Ogni capitolo è dedicato ad una tematica di interesse criminologico, mi soffermerò suquelle di maggior interesse per la ricerca personale.2.1 La teoria di fondoIl fine del testo è quello di esplorare la generalità della teoria, in altre parole, gli autoritentano di dimostrare quanto la loro tesi si possa allargare a diverse situazioni di devianza.Ciò che emerge è che nel crimine vi è sempre la ricerca di un bene e di un piacere immediato,non sono richieste abilità o insegnamenti speciali.La teoria parte del presupposto, come abbiamo accennato in precedenza, che esiste unaproprietà dell’uomo: l’autocontrollo, che è alla base di ogni comportamento umano. Talecaratteristica emerge in età precoce e rimane pressoché costante durante il resto della vita.Una volta che il soggetto matura adeguatamente la sua identità, non ha più bisogno dirinforzi esterni, ma ha sviluppato la sua capacità di controllarsi e di compiere delle scelte inmaniera autonoma e congrua alle norme sociali.Un altro aspetto fondamentale è la socializzazione, denominata come processoindividuale, attraverso il quale la persona riesce ad assumere quei comportamenti consoniall’orientamento collettivo.
La teoria si fa molto chiara sul fatto che questi processi fondamentali per la crescitaumana, rimangono stabili, come abbiamo già detto, non subiscono dei cambiamenti durantel’arco di vita. Se pensiamo alla nuova corrente di psicologia che analizza l’uomo in tutto ilsuo arco di vita, ci possiamo discostare facilmente da questa ipotesi azzardata, in quantoafferma che la persona è soggetta continuamente alle influenze esterne e ai cambiamenti cheaffronta nella sua vita.Un altro elemento cardine della teoria del controllo, sta nella capacità della persona didimostrarsi lungimirante o meno rispetto alle scelte che fa. Un atto deviante presuppone chenon vi sia una giusta misurazione da parte del soggetto, di quelle che sono le conseguenze alungo termine, mentre la persona conformata ai parametri sociali, nell’agire quotidiano,cercherà di misurare adeguatamente le conseguenze del proprio comportamento. Si trattasempre di un ragionamento acquisito nel tempo, in base all’educazione ricevuta in etàprecoce.Nella parte dedicata agli incidenti viene introdotto un principio che ha guidato laricerca degli studiosi: colui che è coinvolto in un tipo di comportamento definitoproblematico o deviante, tenderà ad essere coinvolto in altri tipi di comportamento affini. Leanalisi condotte si focalizzano sulla concentrazione degli incidenti e rilevano come lapercentuale di questi ultimi sia maggiore nei casi di situazioni anomale, i quali verrannospecificati in seguito.In tutta la documentazione alla base del fatto che sia possibile rendere generalizzabilela teoria dell’autocontrollo a più tipologie di devianza, vi è il concetto di versatilità, ovverocoloro che hanno una bassa capacità di controllarsi, commetteranno atti devianti di diversogenere. Ad esempio, l’uso di una droga potrebbe essere così correlato all’uso di altre droghe,soprattutto quelle più facili da reperire (tabacco, alcool). Rispetto a questo punto è necessariochiarire che i soggetti che deviano tenderanno sempre a ripetere gli atti illeciti in cui avrannoavuto più successo, perché ciò comporta, dal punto di vista pratico, una maggiore capacitàdi evitare l’arresto. Inoltre, il concetto di versatilità è opposto al concetto di carriera criminale(Becker), in quanto il primo rifiuta l’idea che il criminale si specializzi verso una strada sola,e il secondo lo afferma.