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Intervista all'Assessore alla Mobilità di Parma Gabriele Folli

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vita da circolo<br />

di Debora Bruni<br />

inalmente le agognate ferie arrivano.<br />

F Una settimana secca secca a Pantelleria<br />

– la cosiddetta Perla Nera - avamposto<br />

della cristianità dal 1200, terra di conquista,<br />

ora meta di viaggiatori curiosi.<br />

Mentre ci dirigiamo all’aeroporto Marconi<br />

di Bologna mio marito dice “Sai che nel<br />

2005 ACFT vendette i suoi pollicini a Pantelleria?”.<br />

E da lì comincia la sfida di descrivere una<br />

piccola realtà del trasporto pubblico su<br />

un’isola dove la viabilità è ridotta all’osso,<br />

dove le strade sfiorano i dammusi sgranati<br />

lungo i pendii ridisegnati dai muretti a secco<br />

e dove quasi tutti possiedono piccole e<br />

scassate utilitarie.<br />

Invece, sorpresa delle sorprese, i pollicini<br />

viaggiano, eccome. Ma la cosa che mi ha<br />

stupita sono gli autisti. In un’isola dove il<br />

turismo insieme all’agricoltura la fanno da<br />

padroni mi aspettavo autisti piuttosto in disordine,<br />

tipo bermuda e maglietta. E invece<br />

no. Impeccabili pantaloni blu con pinces e<br />

piega dritta stirata da amorevoli mani, camicie<br />

azzurre a maniche corte con le mostrine<br />

recanti il logo aziendale (ACP), tutti<br />

ben pettinati, rasati; elegantissimi nonostante<br />

l’assenza di condizionatore a bordo.<br />

E il servizio è impressionante, praticamente<br />

ogni frazione è servita. I pali e le tabelle<br />

sono sistemati un po’ dove si riesce, perché<br />

qui “carreggiata ridotta” assume un significato<br />

molto letterale. Pochissimi gli slarghi<br />

dove si possa sistemare una pensilina, ma<br />

comunque percorrendo in auto la strada<br />

che fa il periplo dell’isola (perimetrale,<br />

appunto) a ridosso degli orari di passaggio<br />

trasporti “in vacanza”<br />

Pantelleria,<br />

l'isola dei tesori<br />

dei pollicini, si notano tante persone sgranate<br />

lungo il percorso ad aspettare il loro<br />

autista.<br />

Pantelleria è stata una sorpresa sotto tanti<br />

punti di vista, non solo per il servizio di trasporto<br />

pubblico. Tanta parte della vita sia<br />

dei residenti che dei turisti ruota intorno<br />

agli altri mezzi di trasporto che collegano<br />

l’isola al resto del mondo. Spesso gli aerei<br />

non atterrano o non decollano in orario a<br />

causa di una nuvola che staziona sotto<br />

Montagna Grande, proprio sulla pista. Ancor<br />

più spesso la nave non parte neppure<br />

dalla Sicilia a causa del forte maestrale.<br />

È un luogo dove le condizioni meteo avverse<br />

vengono accolte con una scrollata di<br />

spalle, non come le tre dita di neve nella<br />

nostrana pianura che paiono bloccare ogni<br />

attività.<br />

Nei sentieri che risalgono le tante cuddie<br />

(colline di origine vulcanica) o che percorrono<br />

i margini delle colate laviche, il<br />

silenzio è rotto solo dal rumore “vetroso”<br />

che i nostri piedi fanno sui ciottoli di pantellerite,<br />

una roccia di origine vulcanica<br />

tipica dell’isola. Definirla isola è riduttivo,<br />

la spiegherei piuttosto come un continente<br />

in miniatura. Bellissimi i fenomeni vulcanici<br />

secondari, dalle favare alle sorgenti<br />

termali alle saune naturali. Si trovano sia<br />

nell’entroterra che a ridosso del mare. E il<br />

fatto che tutto sia lasciato allo stato naturale,<br />

senza nessuna intenzione di sfruttarlo a<br />

“livello industriale” crea la sensazione di<br />

essere in una mini Islanda mediterranea. Il<br />

lago Specchio di Venere, situato in una caldera<br />

vulcanica, circondato da una bianca<br />

spiaggia e dalla lussureggiante vegetazione<br />

fa da contrasto con gli accessi al mare<br />

impervi e neri. Al lago si può beneficiare<br />

del fango termale che rende la pelle come<br />

rinnovata e che fa sembrare i turisti degli allegri<br />

“mostri melmosi”. Nuotare nelle sue<br />

acque tiepide e ricche di carbonato di soda<br />

e di silice fa venire un gran appetito.<br />

E anche su questo versante l’isola non<br />

delude. Accanto alla già ricca cucina tipica<br />

siciliana si trova il pesto pantesco,<br />

la busiata (non é una parolaccia), l’origano,<br />

la tumma (primo sale vaccino), i baci<br />

panteschi (due “cialde di cannolo” con in<br />

mezzo ricotta freschissima lavorata fino<br />

a renderla una delicatissima crema), le<br />

cassatine al forno, i ravioli fritti, ripieni di<br />

ricotta o crema. Nei forni, nelle rosticcerie,<br />

nei ristoranti e nelle case dei residenti<br />

ogni piatto, per quanto semplice, viene<br />

esaltato dal fatto che la freschezza della<br />

materia prima è l'ingrediente principale.<br />

Impressionanti i famosi capperi, che crescono<br />

un po’ ovunque e vengono raccolti<br />

da mani pazienti, un bocciolo alla volta...<br />

E il vino! Il passito come vino da meditazione<br />

ottenuto vinificando uva zibibbo<br />

fresca, passita e semi passita. Ogni cantina<br />

(situata in suggestive località dai nomi<br />

arabeggianti) ha le sue percentuali, ma la<br />

differenza la fa la zona di coltivazione:<br />

composizione del terreno ed esposizione<br />

a vento e sole diverso per ogni vigneto,<br />

regalano aromi diversi in ogni cantina. E<br />

poi il vino da tavola ottenuto dall'uva zibibbo<br />

fresca che, incredibile, somiglia nel<br />

retrogusto al tanto lontano Traminer.<br />

In alto, i pollicini “ferraresi” adottati da Pantelleria. A sinistra,<br />

la fermata a Khamma e sotto quella a “Lago Specchio di Venere”<br />

18<br />

n u o v oinformatore N. 7-8 I luglio / agosto I 2013

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