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Tecnologie Alimentari n°3 - Maggio / Giugno 2021

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Il metodo per prevedere<br />

la succosità delle arance<br />

Controllo di processo per prodotti<br />

lattiero-caseari senza lattosio<br />

Additivi: aumentano<br />

prodotti e applicazioni<br />

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RIVISTA DELLE<br />

SISTEMI PER PRODURRE<br />

ANNOXXXII N.3 MAGGIO/GIUGNO <strong>2021</strong>


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sommario<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 MAGGIO/GIUGNO <strong>2021</strong><br />

2<br />

6 In primo piano<br />

Materie prime sicure e sostenibili<br />

Per ABS Food la qualità è uno stile aziendale che riguarda ogni aspetto dei<br />

prodotti alimentari e dei processi aziendali. E che si basa sulla conoscenza<br />

della filiera, attraverso partnership consolidate e controlli accurati dal campo al<br />

prodotto finito.<br />

24 Agricoltura positiva: il progetto di Pepsico<br />

per ridurre le emissioni<br />

L’azienda internazionale si è posta l’obiettivo di estendere le pratiche agricole<br />

rigenerative su 7 milioni di acri, abbattendo di almeno 3 milioni di tonnellate<br />

le emissioni di gas serra entro il 2030 e ottenendo in modo sostenibile il 100%<br />

degli ingredienti chiave.<br />

30 Soluzioni ad aria calda per il processo<br />

I nuovi riscaldatori Leister hanno un design compatto e la possibilità di usare<br />

ugelli diversi coprendo molte applicazioni, come quelle di termo-retrazione,<br />

tipiche dell’industria del packaging.<br />

32 Macchine per il bakery certificate MOCA<br />

Minipan ha ottenuto la certificazione “Materiali e Oggetti a Contatto con gli<br />

Alimenti”, confermando il suo impegno verso qualità, rispetto delle normative<br />

di sicurezza e sostenibilità. E ha inaugurato un nuovo stabilimento autonomo<br />

sotto il profilo energetico.<br />

36 Digitale: non basta spendere, ci vuole una strategia<br />

Per cogliere i frutti della trasformazione industriale occorre non solo adattare i<br />

sistemi acquisiti alla specificità della propria produzione, ma anche attuare un<br />

cambio di paradigma. Se ne è parlato a “We Love talking”, l’incontro on line<br />

organizzato da SPS Italia.<br />

EDITORIALE<br />

Una transizione che coinvolge l’intera filiera (A. Bignami) 5<br />

IN COPERTINA<br />

Materie prime sicure e sostenibili 6<br />

ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />

La pandemia frena l’industria dei salumi 10<br />

Notizie attualità 12<br />

FI e Hi Europe insieme a Francoforte con una formula ibrida 20<br />

INGREDIENTI<br />

Antiossidanti da vegetali per estendere la shelf life 22<br />

AMBIENTE<br />

Agricoltura positiva: il progetto di Pepsico per ridurre le emissioni 24<br />

Notizie ambiente 26<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Il metodo per prevedere la succosità delle arance 27<br />

pag. 24<br />

pag. 32<br />

pag. 30<br />

pag. 36<br />

MACCHINE<br />

Notizie macchine 29<br />

Soluzioni ad aria calda per il processo 30<br />

Macchine per il bakery certificate MOCA 32<br />

COMPONENTI<br />

Piastra passacavi con doppia opzione di montaggio 35<br />

AUTOMAZIONE<br />

Digitale: non basta spendere, ci vuole una strategia (E. De Vecchis) 36<br />

STRUMENTAZIONE<br />

Controllo di processo per prodotti lattiero-caseari “senza lattosio” 39<br />

PACKAGING<br />

Un imballaggio sostenibile per l’espresso italiano 40<br />

INDAGINE DI MERCATO<br />

Additivi: in aumento i prodotti e i campi di applicazione (G. Tamburini) 42<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 48<br />

pag. 6<br />

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ENERGIA<br />

SPS Italia: 10 temi per L’industria chimica<br />

per il 2020 un dialogo fra uomo e tecnologia punta a ridurre i consumi<br />

INDUSTRIA<br />

CHIMICA E<br />

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ANNOXI NUMERO1 FEBBRAIO/MARZO2020<br />

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la ubfornitura<br />

Bimestrale - anno XI - n°1 gennaio/febbraio 2020<br />

Pag. 10<br />

Pag. 20<br />

Pag. 32<br />

PMI<br />

SPS<br />

MACCHINE UTENSILI<br />

L’eccellenza dell’imprenditoria Se uomo e tecnologia <strong>Maggio</strong>re produttività nelle<br />

italiana<br />

dialogano sul futuro lavorazioni complesse<br />

ARCOPLEX GROUP<br />

“Le imprese italiane<br />

supereranno l’emergenza”<br />

ATTUALITÀ<br />

Plastic tax: una misura<br />

che fa discutere<br />

VERSALIS<br />

Opzioni per una<br />

circolarità virtuosa<br />

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plastic a<br />

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ANNOXXXI N.1 GENNAIO/FEBBRAIO 2020<br />

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Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

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ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />

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Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />

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❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />

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Titolare carta .............................................................................<br />

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Interprogetti Editori Srl - Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

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04_05_EDITORIALE.indd 4 28/06/21 17:44


editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

La transizione, sia ecologica che digitale, riguarda pressoché ogni fase della filiera e ogni aspetto del fare impresa.<br />

Nessuna azienda può davvero dire di poterne fare a meno. Più che mai nel settore alimentare, così decisivo per la<br />

questione climatica.<br />

L’industria del food chiede una gamma sempre più ampia e diversificata di ingredienti, anche da fonti alternative<br />

e naturali. In un panorama così complesso, la costruzione della credibilità e la creazione di fiducia sono aspetti<br />

chiave per il produttore, chiamato a coltivare partnership solide, a conoscere in modo approfondito e completo la<br />

filiera complessiva in cui si trova a operare, a dotarsi di laboratori accreditati per verificare la qualità delle materie<br />

prime. Il concetto di qualità si è ormai esteso dal prodotto al sistema, coinvolgendo, anche con il riconoscimento<br />

di certificazioni, l’intera gestione del processo. Oltre alla cura quotidiana del prodotto e della relazione con il mercato,<br />

anche l’azienda alimentare non deve staccare lo sguardo dal futuro, non deve ripiegarsi sul solo risultato<br />

UNA TRANSIZIONE CHE<br />

COINVOLGE L’INTERA FILIERA<br />

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immediato. E nel futuro, ormai questo è chiaro da tempo e ancora più dall’avvento della pandemia, si parlerà<br />

sempre più di ambiente, sia nella multinazionale sia nel caseificio locale. Lo impone anche il dato odierno, secondo<br />

il quale un terzo delle emissioni di gas serra sono causate proprio dal sistema alimentare.<br />

Conteranno lo sviluppo di tecniche agricole che abbiano minore incidenza sulla salute del suolo, la riduzione dei<br />

consumi di risorse energetiche, il rispetto per la rigenerazione dei terreni, ma anche il necessario sostegno alle<br />

comunità agricole e agli agricoltori. Nella trasformazione industriale, si affermeranno sempre di più la progettazione<br />

di impianti in grado di rispettare le caratteristiche specifiche del prodotto, soprattutto se composto da ingredienti<br />

naturali, ma anche la spinta sulla realtà virtuale per controllare meglio l’andamento della linea e formare gli<br />

operatori.<br />

Qualità e sicurezza appaiono dunque valori sempre più traversali ed estesi all’intera gestione dell’azienda, oltre<br />

che strettamente intrecciati al concetto di sostenibilità. Nel comparto alimentare, la transizione ecologica, che non<br />

può prescindere dall’innovazione tecnologica, può contribuire a far convergere questi fattori verso una crescita<br />

che non danneggi il suolo che ci offre le materie prime e che faccia leva su una trasformazione industriale sempre<br />

più digitalizzata, con prototipi sviluppati in 3D, impianti personalizzati e meno invasivi sulle caratteristiche del<br />

prodotto finale.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

5<br />

04_05_EDITORIALE.indd 5 28/06/21 17:44


in copertina<br />

Per ABS Food la qualità<br />

è uno stile aziendale<br />

che riguarda ogni aspetto<br />

dei prodotti alimentari<br />

e dei processi aziendali.<br />

E che si basa sulla<br />

conoscenza della filiera,<br />

attraverso partnership<br />

consolidate e controlli<br />

accurati dal campo<br />

al prodotto finito.<br />

Anna Caracò, Quality Assurance, e Riccardo Schirripa,<br />

Quality & Product Manager, del gruppo ABS Food<br />

MATERIE PRIME<br />

SICURE E SOSTENIBILI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

6<br />

ABS Food si è sempre distinta per essere una realtà alla<br />

costante ricerca di materie prime naturali e sostenibili dal<br />

punto di vista ecologico e salutistico.<br />

Esamineremo il percorso che l’azienda ha condotto negli<br />

anni, in particolare nella ricerca e nella crescita di una<br />

Qualità da intendersi nel più ampio significato possibile:<br />

dai prodotti alimentari sino ai processi aziendali. Uno<br />

sguardo a quella Qualità che ha avvicinato sempre più il<br />

marchio ABS Food ad un’immagine di sicurezza che si è<br />

nel tempo guadagnata fiducia e credibilità presso i clienti.<br />

Ne parliamo con Riccardo Schirripa, Quality & Product<br />

Manager, che ha seguito fin dall’inizio lo sviluppo e<br />

l’organizzazione di questo importante reparto e con<br />

Anna Caracò, Quality Assurance del gruppo ABS Food.<br />

Cos’è secondo lei la Qualità nel Food? E cosa richiedono<br />

oggi i Clienti di questo settore?<br />

Riccardo Schirripa: Oggi il mercato offre la possibilità<br />

di reperire un ingrediente alimentare da molteplici fonti,<br />

ma i fattori che giocano un ruolo fondamentale nella<br />

scelta di un alimento sicuro e di qualità sono tanti. Noi<br />

abbiamo scelto di partire dal cuore stesso della produzione,<br />

instaurando rapporti solidi e di partnership durature<br />

con i nostri produttori, sia europei che oltre oceano,<br />

attraverso visite ed audit periodici. Conoscere la filiera è<br />

fondamentale, come lo sono tutti i controlli ed analisi<br />

effettuate dal campo fino al prodotto finito.<br />

La mission del mio Team è quella garantire al cliente la<br />

sicurezza e la serenità di poter utilizzare un ingrediente<br />

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06_09_STORIA COVER ABS FOOD.indd 6 28/06/21 17:41


selezionato e già controllato, pronto<br />

per poter essere processato. Per<br />

questo motivo abbiamo voluto creare<br />

un laboratorio interno per fare i<br />

test preliminari sulla qualità della<br />

materia prima e ci avvaliamo di laboratori<br />

accreditati a livello mondiale<br />

per le analisi di routine.<br />

Abbiamo notato che il mercato è<br />

sempre più sensibile alla Qualità nel<br />

prodotto ed è sempre più attento a<br />

Riccardo Schirripa: “Abbiamo voluto<br />

creare un laboratorio interno per fare<br />

i test preliminari sulla qualità<br />

della materia prima e ci avvaliamo<br />

di laboratori accreditati a livello<br />

mondiale per le analisi di routine”<br />

ciò che legge in etichetta, soprattutto<br />

ora, in un periodo particolare<br />

come quello che stiamo vivendo<br />

con la pandemia da Covid-19.<br />

Vogliamo garantire ai nostri Clienti<br />

e quindi ai consumatori finali dei<br />

prodotti naturali, sicuri, certificati e<br />

soprattutto sani.<br />

Quali sono le certificazioni che seguono<br />

i prodotti ABS Food?<br />

Anna Caracò: ABS Food è nata con<br />

la commercializzazione della soia<br />

NON OGM, quindi la certificazione<br />

di prodotto che più rappresenta la<br />

nostra storia è sicuramente<br />

FOODCHAIN ID NON OGM, mediante<br />

la quale controlliamo in accettazione<br />

le materie prime garantendo<br />

valori NON OGM ancora più restrittivi<br />

rispetto ai limiti normativi. La<br />

seconda certificazione che copre<br />

una gran fetta delle nostre vendite è<br />

quella Biologica, grazie alla quale<br />

offriamo ai nostri Clienti un prodotto<br />

più sano, sostenibile e in linea con<br />

le nuove esigenze di mercato.<br />

E più in generale, cos’è la Qualità in<br />

un’azienda?<br />

Schirripa: Ampliando ulteriormente<br />

la concezione di Qualità da quella<br />

di Prodotto a quella di Sistema<br />

posso senza dubbio confermare che<br />

quest’ultima è sempre più un fattore<br />

competitivo e strategico per le<br />

aziende. Infatti, è filosofia di ABS<br />

Food investire molto in questo ambito<br />

perché pensiamo che persone<br />

competenti possano esprimersi al<br />

meglio in un ambiente strutturato<br />

nel pieno rispetto delle singole individualità.<br />

Da qualche anno ormai<br />

stiamo adottando una logica lean<br />

office che sta portando notevoli miglioramenti<br />

nell’organizzazione interna.<br />

Strutturare un reparto in<br />

modo da ottimizzare i flussi di lavoro<br />

e di comunicazione rimane comunque<br />

un processo complesso,<br />

che richiede un costante monitoraggio<br />

e miglioramento al fine di poter<br />

ottimizzare i tempi di gestione.<br />

Questo approccio lo applichiamo su<br />

tutti i processi, dalla qualifica del<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

7<br />

06_09_STORIA COVER ABS FOOD.indd 7 28/06/21 17:41


Un riferimento nella distribuzione<br />

di ingredienti alimentari<br />

Anna Caracò: “Mediante<br />

la certificazione Foodchain ID NON OGM,<br />

controlliamo in accettazione<br />

le materie prime garantendo<br />

valori NON OGM ancora<br />

più restrittivi rispetto ai limiti normativi”<br />

Esperienza, lungimiranza e know how maturato in oltre 25 anni di attività hanno<br />

permesso ad ABS Food di diventare un punto di riferimento nella distribuzione di<br />

ingredienti alimentari per realtà industriali italiane ed europee.<br />

L’eccellenza dei prodotti di ABS Food, la tracciabilità del prodotto sin dall’origine<br />

e le filiere sostenibili dal punto di vista etico, ecologico e salutistico, sono riconosciute<br />

e garantite da numerose certificazioni internazionali quali FOODCHAIN ID<br />

NON OGM, ISO 9001:2015, Biologico, Kosher e BRC Storage&Distribution.<br />

Le sue referenze sono tutte NON OGM, e disponibili anche nelle declinazioni<br />

gluten free e biologiche.<br />

Partnership di lungo corso e più recenti legami con marchi riconosciuti per qualità<br />

dei prodotti ed efficienza del servizio permettono ad ABS Food di offrire una<br />

gamma prodotti ampia e in linea con le nuove tendenze del mercato del Food.<br />

Dall’offerta iniziale della soia NON OGM, l’azienda ha arricchito la sua gamma<br />

con amidi nativi, precotti ed estrusi, farine precotte, paste acide, lieviti naturali,<br />

farine e grani maltati.<br />

Nel corso degli anni, grazie all’attività di Ricerca e Sviluppo, sono stati inseriti<br />

prodotti a marchio ABS Food, come le lecitine in polvere e fluide, le fibre, i semi,<br />

i fiocchi e le farine di legumi; ci siamo inoltre specializzati nella ricerca di prodotti<br />

adatti ai mercati Low Carb, Low GI, Low Fat.<br />

In linea con le richieste crescenti del mercato vegetariano e vegano, dal 2015 ABS<br />

Food propone una linea innovativa di proteine testurizzate vegetali partendo da<br />

materie prime quali soia, frumento, glutine e più recentemente pisello.<br />

Per rispondere alla crescente attenzione e consapevolezza del consumatore verso<br />

prodotti naturali e ottenuti con lavorazioni sostenibili, la società ha ampliato<br />

la sua gamma di proteine vegetali, affiancando alla storica matrice soia nuove<br />

tipologie quali pisello, riso, fava e fagiolo, che coniugano un alto valore funzionale<br />

con il plus dell’allergen free.<br />

fornitore all’approvazione della materia<br />

prima fino alla gestione in accettazione<br />

e spedizione, in modo da<br />

poter fornire un servizio rapido e<br />

sicuro al Cliente. Ci appoggiamo ad<br />

un’agenzia di consulenza Lean<br />

esterna e ci avvaliamo di certificazioni<br />

come BRC e ISO 9001:2015<br />

come strumento di analisi dei processi<br />

per garantire standard sempre<br />

più elevati in termini di qualità del<br />

servizio e di prodotto.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Come si diventa un’azienda di<br />

Qualità?<br />

Schirripa: Mi piace pensare alla<br />

Qualità più come uno stile aziendale<br />

che una destinazione. Un’azienda di<br />

Qualità ha lo sguardo rivolto al futuro<br />

e punta al miglioramento continuo.<br />

ABS Food ha costruito molto negli<br />

ultimi anni, ma vi assicuro che anche<br />

i progetti per il futuro sono certamente<br />

molto stimolanti e interessanti.<br />

8<br />

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attualità<br />

Nel 2020 la produzione italiana<br />

di salumi è calata per l’impatto<br />

della crisi sanitaria, che ha<br />

colpito duramente Lombardia<br />

ed Emilia Romagna, le regioni<br />

più vocate alla suinicoltura,<br />

e ha messo in grave difficoltà<br />

il canale ho.re.ca. Il salume<br />

più consumato resta<br />

il prosciutto cotto.<br />

Foto Consorzio Prosciutto di Parma<br />

LA PANDEMIA FRENA<br />

L’INDUSTRIA DEI SALUMI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

10<br />

Nel 2020 è risultata in flessione la produzione di salumi,<br />

che ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,093<br />

milioni di tonnellate da 1,176 del 2019 (-7,1%). In<br />

calo è risultato anche il valore alla produzione che ha<br />

mostrato una flessione più contenuta, scendendo a<br />

7.927 milioni di euro (-3,6%) da 8.225 milioni del<br />

2019.<br />

“Il Covid-19 ha avuto un profondo impatto sul nostro<br />

Paese e sulla sua economia, colpendo in maniera profonda<br />

molti settori economici”, afferma Ruggero<br />

Lenti, neopresidente di Assica, l’associazione industriali<br />

delle carni e dei salumi che, nell’ambito di<br />

Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione<br />

e trasformazione delle carni suine. “Anche la filiera<br />

suinicola, nonostante la natura anticiclica del settore<br />

alimentare, ha risentito profondamente dell’onda<br />

d’urto generata dalla pandemia, innanzitutto perché<br />

l’epidemia nel nostro Paese si è diffusa proprio a partire<br />

dalle regioni più importanti per la nostra suinicoltura<br />

(Lombardia ed Emilia-Romagna). E in secondo<br />

luogo perché l’Italia, che ha pagato un duro prezzo in<br />

termini di decessi, ha adottato misure restrittive importanti<br />

per un periodo piuttosto lungo. La chiusura<br />

del canale Ho.re.Ca ha sottratto, infatti, una fetta<br />

importante ai consumi di carni fresche e di salumi. A<br />

fronte di queste dinamiche, soprattutto nella prima<br />

fase dell’emergenza, sono cresciuti gli acquisti di<br />

carni e salumi in GDO, che hanno registrato veri e<br />

propri picchi proprio nelle prime settimane di diffusione<br />

del virus. Questa tendenza si è stemperata con<br />

il passare delle settimane, ma gli acquisti in GDO si<br />

sono assestati su livelli superiori a quelli dell’anno<br />

precedente. Nonostante il settore abbia mostrato,<br />

dunque, una certa resilienza grazie all’aumentata<br />

richiesta nel canale GDO e anche alla crescita degli<br />

acquisti on line, la flessione dell’Ho.Re.Ca. non è stata<br />

compensata e produzione e consumi hanno evidenziato<br />

una flessione”.<br />

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attualità<br />

La produzione nazionale di carni e<br />

prodotti trasformati è risultata penalizzata<br />

anche dal calo della domanda<br />

estera di salumi determinato<br />

dall’adozione di provvedimenti<br />

simili a quelli assunti dal governo<br />

italiano in molti Paesi nostri partner<br />

commerciali sia nella UE sia<br />

fuori dalla UE.<br />

La produzione di conserve animali<br />

e quella di grassi lavorati è risultata<br />

in flessione rispetto a quella<br />

dell’anno precedente, attestandosi<br />

a 1,345 milioni di ton da 1,439<br />

milioni di ton del 2019 (-6,6%).<br />

L’insieme delle produzioni ha presentato<br />

un fatturato di 8.237 milioni<br />

di euro, inferiore (-3,3%) a<br />

quello del 2019 (8.522 milioni di<br />

euro).<br />

In merito ai singoli salumi, il 2020<br />

ha registrato una contrazione nella<br />

produzione a volume di tutte le<br />

principali categorie.<br />

La produzione di prosciutti crudi<br />

stagionati, dopo la contenuta flessione<br />

del 2019, ha evidenziato un<br />

calo consistente del 7,3% per<br />

261.100 ton e un -4,9% in valore<br />

per 2.115 milioni di euro. La chiusura<br />

dell’Ho.Re.Ca. e il blocco del<br />

turismo hanno penalizzato la categoria<br />

e soprattutto le produzioni<br />

tipiche. La stessa dinamica si è riscontrata<br />

anche sui mercati esteri.<br />

In decisa flessione è risultata anche<br />

la produzione di prosciutto cotto,<br />

scesa a 271.100 ton (-6,3%) per<br />

1.934 milioni di euro (-2,7%).<br />

La quota di prosciutti crudi e cotti,<br />

prodotti leader del settore, si è<br />

mantenuta relativamente stabile<br />

rispetto all’anno precedente, sia in<br />

quantità attestandosi a 48,7% da<br />

48,6% del 2019 sia in valore fermandosi<br />

a quota 51,1% da 51,2%<br />

dell’anno precedente.<br />

Trend cedente in quantità anche<br />

per la produzione di mortadella,<br />

fermatasi a 157.100 ton (-4,3%),<br />

ma rimasta stabile a valore (+0,4%<br />

per 681,7 milioni di euro) e per<br />

quella dei wurstel, scesi a quota<br />

58.900 ton (-1,2%) per un valore<br />

di 187,4 milioni di euro (+2,5%).<br />

Nel 2020 la produzione di speck si<br />

è fermata a quota 32.700 ton<br />

(-4,4%) per un valore di 346,4 milioni<br />

di euro (+1,2%).<br />

In diminuzione è risultata anche la<br />

produzione di salame, attestatasi<br />

a 109.000 ton (-3,5%)<br />

per un valore di 992 milioni di<br />

euro (+1,4%). Un contributo<br />

positivo alla categoria è arrivato<br />

dalla domanda estera<br />

cresciuta sia a volume sia a<br />

valore.<br />

Andamento cedente anche<br />

per la pancetta che, nel complesso<br />

dei dodici mesi, ha visto<br />

la produzione fermarsi a<br />

quota 47.700 ton (-5,5%)<br />

per un valore di 243,3 milioni<br />

di euro (+4,1%).<br />

Analogamente al salame la<br />

voce ha evidenziato un aumento<br />

delle esportazioni. La<br />

differenza registrata negli andamenti<br />

di quantità e prezzi<br />

ha risentito, nel caso specifico,<br />

anche della pressione<br />

esercitata dalla domanda<br />

estera sulla materia prima.<br />

Hanno chiuso in flessione,<br />

infine, anche le produzioni di<br />

c o p p a c o n 3 9 . 4 0 0 t o n<br />

(-7,1%) per 315,2 milioni di<br />

euro (-1,1%) e di bresaola,<br />

che ha chiuso l’anno con un<br />

-9,6% in quantità per 27.100<br />

ton e un -6,2% in valore per<br />

442,5 milioni di euro.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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attualità<br />

COTTO, CRUDO E MORTADELLA<br />

SUL PODIO<br />

Nel 2020 la disponibilità totale per il<br />

consumo nazionale di salumi (compresa<br />

la bresaola) è stata di<br />

962,7mila ton (-7,6%) contro 1,041<br />

milioni dell’anno precedente.<br />

Il consumo apparente procapite,<br />

considerato l’andamento della popolazione<br />

e la drastica riduzione degli<br />

arrivi dei turisti, si è attestato intorno<br />

ai 16,2 kg contro i 17,3 del<br />

2019 (-6,6%).<br />

Considerando l’insieme dei salumi e<br />

delle carni suine fresche, il consumo<br />

apparente pro-capite è sceso a 27,2<br />

kg da 28,9 kg dell’anno precedente<br />

(-6,1%).<br />

I consumi apparenti dei prosciutti<br />

crudi stagionati, molto penalizzati<br />

dalla chiusura dell’Ho.Re.Ca. e dalla<br />

crisi del banco taglio, sono scesi a<br />

209.700 ton (-7,1%); quelli di prosciutto<br />

cotto si sono fermati a quota<br />

Ruggero Lenti è il nuovo presidente<br />

Nel corso della recente assemblea annuale di<br />

Assica, Ruggero Lenti è stato eletto nuovo presidente<br />

dell’associazione. Lenti subentra a Nicola Levoni, che ha<br />

ricoperto il ruolo dal 2015 ad oggi.<br />

Piemontese, laureato in medicina veterinaria all’Università<br />

di Torino, Ruggero Lenti ha una vasta esperienza nel<br />

mondo associativo. È inoltre amministratore delegato e<br />

direttore generale di Lenti - Rugger Spa, azienda di famiglia<br />

arrivata alla quarta generazione.<br />

262.200 ton (-5,5%). Sono risultati<br />

in calo anche i consumi di mortadella<br />

e wurstel (-5,6% per 183.100 ton)<br />

e quelli di salame fermatisi a 78.000<br />

ton (-6,1%). Hanno evidenziato una<br />

profonda flessione i consumi di bresaola<br />

scesi a 24.200 ton dalle 26.400<br />

dell’anno precedente (-8,5%) e<br />

quelli degli “altri salumi”, attestatisi<br />

a 205.500 ton. (-12,5%). La struttura<br />

dei consumi interni ha così visto al<br />

primo posto sempre il prosciutto<br />

cotto, con una quota pari al 27,2%<br />

del totale dei salumi, seguito dal prosciutto<br />

crudo al 21,8%, da mortadella/wurtel<br />

scesi al 19%, dal salame<br />

all’8,1% e dalla bresaola al 2,5%.<br />

Chiudono gli altri salumi al 21,3%.<br />

FRUMENTO TENERO: IL RIALZO DELLE QUOTAZIONI PREOCCUPA LA FILIERA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

12<br />

I continui incrementi delle quotazioni del frumento<br />

tenero, sia sui mercati internazionali, sia sul mercato<br />

interno, allarmano Italmopa che rappresenta, in<br />

via esclusiva, l’industria molitoria italiana, in merito<br />

al trend fortemente rialzista dei prezzi di una materia<br />

prima di fondamentale rilevanza per la nostra<br />

alimentazione quotidiana, ed in particolare, per la<br />

produzione di pane, di pizza, di prodotti dolciari e<br />

della biscotteria.<br />

Le quotazioni del grano tenero hanno registrato dall’inizio<br />

della campagna di commercializzazione, ovvero<br />

dal mese di luglio 2020, incrementi che sfiorano il<br />

40%. La forte tensione sui prezzi appare riconducibile,<br />

da ultimo, all’andamento del mercato internazionale<br />

delle materie prime, ed in particolare, per quanto concerne<br />

il settore cerealicolo, del mais ma anche all’evoluzione<br />

dei mercati dei derivati, che possono essere influenzati<br />

da movimenti finanziari di natura speculativa.<br />

“Continuiamo a monitorare attentamente la situazione<br />

anche perché il costo della materia prima frumento<br />

può rappresentare sino all’80% dei costi di<br />

produzione delle nostre farine. Sinora l’industria della<br />

trasformazione, conscia del suo ruolo sociale, ha svolto<br />

la funzione di camera di compensazione assorbendo<br />

gran parte dei rincari delle quotazioni della materia<br />

prima”, ha sottolineato Giorgio Agugiaro, presidente<br />

della Sezione Molini a frumento tenero di Italmopa.<br />

“Il perdurare di questa situazione, unitamente ad un<br />

andamento fortemente negativo dei consumi, rischia<br />

di tradursi in modo deleterio sulla redditività delle nostre<br />

aziende molitorie, che risulta già essere tra le più<br />

basse dell’intero sistema alimentare nazionale, e sulla<br />

conseguente tenuta di un comparto che costituisce<br />

un fiore all’occhiello dell’agroalimentare nazionale”.<br />

“Appare pertanto doveroso richiamare nuovamente<br />

l’attenzione dei nostri policy makers sulle numerose<br />

criticità della filiera nazionale frumento tenero – conclude<br />

Agugiaro – e sottolineare che esse non possono<br />

certamente essere risolte dalla sola industria della trasformazione”.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

FRANCESCO PIZZAGALLI CONFERMATO ALLA GUIDA DI IVSI<br />

Francesco Pizzagalli è stato riconfermato<br />

all’unanimità presidente<br />

dell’Istituto Valorizzazione<br />

Salumi Italiani (IVSI) per il triennio<br />

<strong>2021</strong>-2024. Lo ha rieletto il<br />

Consiglio direttivo dell’Istituto.<br />

Riconfermato anche Lorenzo<br />

Spada come vicepresidente.<br />

Alla guida dell’Istituto dal 2012,<br />

che aveva presieduto anche dal<br />

2000 al 2006, Pizzagalli è stato<br />

presidente di Assica (associazione<br />

industriali delle carni e<br />

dei salumi) dal 2005 al 2010.<br />

Molto attivo sul fronte associazionistico,<br />

è anche componente<br />

del gruppo tecnico sulla<br />

responsabilità sociale d’impresa<br />

di Confindustria; componente<br />

del Consiglio di presidenza di<br />

Confindustria Como con delega<br />

alla sostenibilità; vicepresidente<br />

della Fondazione Alessandro<br />

Volta di Como. Tra i suoi impegni,<br />

insegna alle Università delle<br />

Tre Età.<br />

Il presidente nel suo ringraziamento<br />

al Consiglio Direttivo per<br />

la fiducia accordatagli, ha ricordato<br />

l’attività dell’Ivsi dell’ultimo<br />

triennio: “In questi ultimi anni,<br />

l’Istituto ha ampliato il proprio<br />

raggio d’azione, cogliendo le<br />

nuove dinamiche che stavano<br />

sopraggiungendo. Ho iniziato<br />

l’ultimo triennio della mia presidenza<br />

in un quadro drammatico,<br />

reso ancora più difficile nel<br />

nostro settore, dalla crisi per la<br />

materia prima, dagli attacchi<br />

mediatici, quasi giornalieri, dalla<br />

diminuzione dei consumi.<br />

Eppure, in questo contesto così<br />

a sfavore, abbiamo dato vita al<br />

Manifesto dei valori della salumeria<br />

italiana. Abbiamo voluto<br />

creare un Manifesto che fosse<br />

identitario delle aziende e che<br />

mettesse al centro non solo cosa<br />

si fa, ma chi lo fa e come lo fa.<br />

Questo perché oggi più che mai,<br />

alla luce anche della pandemia, è<br />

chiaro che vincerà la competizione<br />

internazionale solo chi saprà<br />

riportare al centro del sistema<br />

l’identità aziendale”.<br />

Tra gli obiettivi dell’Istituto, oltre<br />

quello di proseguire lungo<br />

il percorso della sostenibilità,<br />

ormai punto centrale e strategico<br />

dell’attività dell’Ivsi verso le<br />

aziende, ci sarà anche un’attenzione<br />

verso il mondo del credito<br />

e dell’impresa.<br />

“Nei prossimi tre anni, dobbiamo<br />

accompagnare le aziende a<br />

rafforzarsi sui temi fondamentali<br />

legati alla responsabilità sociale<br />

d’impresa. Prepararsi oggi per<br />

affrontare meglio il domani”,<br />

ha concluso Pizzagalli.<br />

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13<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

MORTADELLA BOLOGNA IGP: PRODUZIONE E VENDITE IN CRESCITA<br />

Corradino Marconi,<br />

Presidente del<br />

Consorzio italiano<br />

tutela Mortadella<br />

Bologna<br />

Il 2020 si è chiuso con il segno positivo<br />

per la Mortadella Bologna IGP. I<br />

dati dell’ente di certificazione IFCQ<br />

hanno registrato una produzione di<br />

oltre 37,6 milioni di kg con un incremento<br />

dell’1,1% rispetto al 2019.<br />

Anche le vendite hanno registrato<br />

un aumento dell’1% con 32 milioni<br />

di kg di prodotto venduto.<br />

Come era facile prevedere, a causa<br />

delle limitazioni dei trasporti e delle<br />

parziali chiusure delle frontiere<br />

legate alla pandemia, le vendite<br />

all’estero, durante il 2020, hanno<br />

subito una battuta d’arresto, più<br />

marcata nei Paesi terzi. Le vendite<br />

in Italia invece sono state in grado<br />

di compensare il calo delle esportazioni.<br />

I canali più performanti sono<br />

stati il Normal Trade, ovvero i negozi<br />

tradizionali, in cui è stato registrato<br />

un +18% rispetto al 2019 (elaborazioni<br />

Consorzio su dati IFCQ) e la<br />

Distribuzione Organizzata con un<br />

incremento del 6,1% delle vendite<br />

di Mortadella Bologna (dati IRI), che<br />

sono riusciti a compensare le perdite<br />

del mondo HoReCa. Secondo i dati<br />

IRI (negli ipermercati, supermercati<br />

e superette), il banco taglio, che per<br />

la Mortadella Bologna costituisce<br />

il 70% del totale delle vendite, ha<br />

registrato un aumento del 2,8%,<br />

mentre nel peso imposto, in larga<br />

parte costituito dall’affettato, l’aumento<br />

registrato è stato a doppia<br />

cifra, pari al 17%.<br />

“È motivo di grande soddisfazione<br />

per il Consorzio registrare un incremento<br />

delle vendite di Mortadella<br />

Bologna IGP in un anno così particolare<br />

come il 2020”, ha dichiarato<br />

Corradino Marconi, presidente del<br />

Consorzio italiano tutela Mortadella<br />

Bologna. “Crediamo che il maggior<br />

tempo passato a casa, dovuto al<br />

lockdown e allo smartworking, abbia<br />

fatto crescere nel consumatore<br />

la voglia di vivere al meglio il tempo<br />

da condividere con la propria famiglia,<br />

portandolo così ad orientare<br />

le scelte di consumo verso prodotti<br />

di qualità, tutelati e garantiti come<br />

la Mortadella Bologna IGP. E a tal<br />

proposito, riteniamo che l’impegno<br />

costante del Consorzio, con le sue<br />

attività di promozione in Italia, abbia<br />

contributo a tale crescita, diffondendo<br />

il valore dell’eccellenza della<br />

Mortadella Bologna nel consumatore<br />

italiano”.<br />

La comunicazione dei dati di produzione<br />

e vendita del 2020 è un’iniziativa<br />

che rientra nel programma di<br />

“Enjoy the authentic Joy”, il progetto<br />

promozionale e informativo che<br />

unisce tre consorzi agroalimentari<br />

per la tutela dei salumi DOP e IGP,<br />

cofinanziato dall’Unione Europea e<br />

rivolto al mercato italiano e belga. La<br />

campagna prevede la promozione<br />

delle seguenti eccellenze gastronomiche<br />

italiane: Mortadella Bologna<br />

IGP, Salamini Italiani alla Cacciatora<br />

DOP, Zampone Modena IGP e<br />

Cotechino Modena IGP.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

14<br />

FERRERO COMPRA I BISCOTTI BURTON<br />

DAL FONDO PENSIONE ONTARIO TEACHERS<br />

Nuova mossa del gruppo Ferrero nel settore biscotti.<br />

Attraverso una società affiliata (la belga Cth) ha siglato un<br />

accordo definitivo in base al quale acquisirà Burton’s Biscuit<br />

Company dal fondo Ontario Teachers’ Pension Plan Board.<br />

Burton’s produce alcuni tra i brand più’ amati del mercato<br />

dei biscotti britannico, tra cui Maryland Cookies, Jammie<br />

Dodgers, Wagon Wheels, Paterson’s e Thomas Fudge’s.<br />

Nell’ambito dell’operazione la Cth, precisa una nota di<br />

Ferrero, rileverà sei stabilimenti di produzione nel Regno<br />

Unito, con sedi a Blackpool, Dorset, Edimburgo, Livingston,<br />

Llantarnam e sull’Isola di Arran.<br />

Attraverso questa acquisizione, la società affiliata a Ferrero<br />

prevede di aumentare l’offerta di prodotti nel mercato dei<br />

biscotti, a seguito anche delle precedenti acquisizioni di<br />

Delacre, Kelsen Group e Fox’s.<br />

Ontario Teachers’ ha investito in Burton’s nel 2013 e ha<br />

contribuito a far crescere l’azienda attraverso investimenti<br />

continui nel portafoglio prodotti, nei marchi dei distributori<br />

e nei marchi globali di terze parti, oltre ad iniziative di crescita<br />

organica e acquisizioni complementari.<br />

Il completamento della transazione, soggetta al rilascio<br />

delle autorizzazioni di legge e alle consuete condizioni di<br />

chiusura, è previsto per i prossimi mesi.<br />

Davis Polk & Wardwell, LSM legal LLP e Houlihan Lokey,<br />

hanno seguito la consulenza legale e finanziaria della società<br />

affiliata a Ferrero. Kirkland & Ellis e Stamford Partners<br />

hanno seguito la consulenza legale e finanziaria di Ontario<br />

Teachers.<br />

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OLI D’OLIVA AD ALTA PUREZZA<br />

Ai sensi del Regolamento UE 2020/1322, da<br />

gennaio <strong>2021</strong> sono in vigore nuovi tenori massimi<br />

di 3-MCPD e glicidolo nell’olio d’oliva e in<br />

altri oli vegetali. Grazie a una speciale tecnologia<br />

di raffinazione, Nutriswiss è in grado di<br />

minimizzare tali contaminanti legati ai processi<br />

di lavorazione. L’azienda esperta leader negli<br />

oli alimentari speciali e biologici lavora con un<br />

procedimento mediante il quale gli oli vengono<br />

raffinati in modo particolarmente delicato ed<br />

efficace a basse temperature di lavorazione. I<br />

produttori di oli possono così non solo ottimizzare<br />

il profilo organolettico dei loro prodotti e<br />

aumentare la loro resa, ma anche soddisfare i<br />

requisiti di legge.<br />

Il Regolamento della Commissione Europea<br />

ha fissato dal primo gennaio <strong>2021</strong> valori limite<br />

di 1250 µg di 3-MCPD e 1000 µg di glicidolo<br />

per kg di olio alimentare; per l’alimentazione<br />

dei bambini e dei neonati le regole stabilite<br />

sono ancora più severe (15 µg /kg di 3-MCPD<br />

e 6,0 µg/kg di glicidolo negli alimenti liquidi<br />

per lo svezzamento). Le analisi di laboratorio<br />

Nutriswiss mostrano, a seguito della raffinazione,<br />

valori prossimi al limite di rivelabilità<br />

per entrambi i contaminanti da processo. Gli<br />

svizzeri dettano pertanto nuovi criteri proprio<br />

per quanto riguarda l’olio d’oliva raffinato, nel<br />

quale sono spesso riscontrabili valori elevati per<br />

quanto concerne i contaminanti da processo.<br />

Nutriswiss è in grado di raffinare, mediante procedimenti<br />

speciali, anche oli contaminati o con<br />

un alto numero di acidi, come gli oli di sansa o<br />

gli oli lampanti, ricavandone un alimento perfetto<br />

dal punto di vista organolettico, appetibile<br />

e sicuro.<br />

Diversamente da quanto accade nella raffinazione<br />

tradizionale di oli vegetali, Nutriswiss non<br />

ha bisogno di processi che richiedano tempi<br />

lunghi e temperature elevate per rimuovere pesticidi<br />

e residui di oli minerali (MOSH/MOAH).<br />

Il calore favorisce la formazione di glicidilesteri<br />

e cloresteri degli acidi grassi, come il 3-MCPD,<br />

potenzialmente nocivi per la salute. Nutriswiss<br />

si serve invece di una neutralizzazione fisica ottenuta<br />

per mezzo di una moderna tecnica di distillazione<br />

e di una successiva deodorizzazione<br />

delicata. In questo modo non si formano contaminanti<br />

da processo. Allo stesso tempo vengono<br />

preservati componenti preziosi, vengono<br />

eliminati aromi sgradevoli e pesticidi e vengono<br />

ridotti significativamente MOSH/MOAH, idrocarburi<br />

policiclici (IPA) e ftalati come il DEHP.<br />

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15<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

POMODORO DA INDUSTRIA: L’ACCORDO PER IL BACINO CENTRO SUD<br />

Dopo una lunga trattativa,<br />

l’Anicav e le OP del Bacino<br />

Centro Sud Italia hanno definito<br />

il Contratto Quadro d’area<br />

per la gestione della prossima<br />

campagna di trasformazione<br />

del pomodoro. Con la firma<br />

del Contratto Quadro, le parti<br />

hanno confermato l’attenzione<br />

della filiera alla sostenibilità etica,<br />

ambientale e sociale.<br />

In particolare, in un’ottica di tutela<br />

del territorio le OP si sono<br />

impegnate, anche attraverso la<br />

definizione di parametri qualitativi<br />

più restrittivi, a garantire<br />

una raccolta ecosostenibile e la<br />

consegna di un prodotto quanto<br />

più possibile privo di terreno<br />

e pietre al fine di venire incontro<br />

alle difficoltà registrate negli anni<br />

dalle aziende di trasformazione<br />

nella gestione del terriccio, soprattutto<br />

nel bacino idrografico<br />

del Sarno. Le parti, inoltre, sosterranno<br />

e promuoveranno le<br />

attività connesse al reclutamento<br />

dei lavoratori e alla gestione telematica<br />

dell’offerta di lavoro e dei<br />

servizi di trasporto poste in essere<br />

nell’ambito del progetto “Fi.<br />

Le. - Filiera Legale”, finanziato a<br />

valere sul PON Legalità e la cui<br />

area di intervento è la provincia<br />

di Foggia.<br />

L’industria e le OP, infine, si<br />

sono impegnate a lavorare per<br />

trovare insieme soluzioni finalizzate<br />

a recuperare un clima di<br />

collaborazione all’interno della<br />

filiera anche attraverso il rilancio<br />

del dialogo interprofessionale<br />

nell’ambito dell’OI Bacino<br />

Centro Sud Italia che rappresenta<br />

un fondamentale strumento<br />

di sviluppo per il comparto.<br />

Fermo restando l’autonomia<br />

contrattuale delle singole aziende<br />

in sede di sottoscrizione dei<br />

contratti di fornitura, le parti,<br />

sulla base di una serie di criteri<br />

oggettivi, hanno riconosciuto<br />

alla parte agricola un sovrapprezzo<br />

di 10 euro per i maggiori<br />

costi di produzione, sia sul lungo<br />

che sul tondo, assorbendo interamente<br />

quanto concesso nella<br />

scorsa campagna per le criticità<br />

legate alla siccità e alla emergenza<br />

sanitaria.<br />

I prezzi medi di riferimento applicabili<br />

saranno: 105,00 euro/ton<br />

per il pomodoro tondo e 115,00<br />

euro/ton per il pomodoro lungo<br />

e una maggiorazione del 40%<br />

per il biologico.<br />

Una campagna di trasformazione<br />

complessa quella che si<br />

prospetta per il pomodoro da<br />

industria in Italia. A fronte di un<br />

incremento programmato della<br />

produzione del 10/15%, bisognerà<br />

fare i conti con le difficoltà<br />

di approvvigionamento della<br />

banda stagnata e con il conseguente<br />

importante aumento<br />

del costo di acquisto delle scatole<br />

che, sommato agli ulteriori<br />

rincari, in particolare degli altri<br />

imballaggi e dell’energia, oltre<br />

che della stessa materia prima,<br />

andrà a gravare in modo significativo<br />

sul costo dei prodotti<br />

finiti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Marco Serafini nuovo presidente di Anicav<br />

L’Anicav, la più grande associazione<br />

di rappresentanza delle imprese di<br />

trasformazione di pomodoro al<br />

mondo, rinnova i suoi vertici. Nel<br />

corso dell’assemblea annuale dei<br />

soci, Marco Serafini è stato eletto<br />

nuovo presidente per il prossimo<br />

quadriennio raccogliendo il testimone<br />

di Antonio Ferraioli che ha<br />

guidato l’associazione negli ultimi<br />

otto anni.<br />

Serafini, 59 anni, rappresentante<br />

legale di Desco Spa, azienda conserviera<br />

con sede nel Lazio, a<br />

Pontinia, è stato ai vertici delle due<br />

organizzazioni internazionali del pomodoro<br />

da industria: dal 2006 al<br />

2008 ha ricoperto la carica di vicepresidente<br />

di Amitom (Association<br />

Méditeranéenne Internationale de la<br />

Tomate) e dal 2008 al 2010 quella<br />

di presidente del WPTC (World<br />

Processing Tomato Council).<br />

Marco Serafini sarà affiancato dal<br />

nuovo consiglio di presidenza formato<br />

dai vice presidenti Pasquale<br />

D’Acunzi, Francesco Mutti, Aldo<br />

Rodolfi, Filippo Torrente e Gianluigi<br />

Di Leo, in rappresentanza dei<br />

Giovani imprenditori, e dal tesoriere<br />

Carmine Alfano.<br />

“Ringrazio tutti i colleghi per la<br />

fiducia che hanno voluto accordarmi,<br />

non posso che essere orgoglioso<br />

di guidare l’associazione nella<br />

quale ho militato sin da giovane<br />

imprenditore”, ha dichiarato il neopresidente.<br />

“Responsabilità sociale,<br />

etica ed ambientale, valorizzazione<br />

delle nostre produzioni e<br />

dialogo con la filiera e le Istituzioni<br />

saranno le linee guida su cui incentrerò<br />

il mio mandato. In continuità<br />

con la presidenza Ferraioli,<br />

andrà, inoltre, proseguita l’azione<br />

di riposizionamento e rafforzamento<br />

reputazionale dell’associazione<br />

e del settore. Ci aspettano<br />

anni intensi nei quali saranno<br />

necessari visione e impegno, qualità<br />

che non mancano alle nostre<br />

aziende e ai nostri imprenditori”.<br />

16<br />

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13_19_NEWS ATTUALITA.indd 16 28/06/21 18:02


news [fatti, persone, aziende]<br />

FEDERALIMENTARE: “IL CARO MATERIE PRIME RALLENTA LA RIPRESA”<br />

L’aumento dei prezzi di alcune materie prime fino al 50% (sui prezzi di<br />

maggio <strong>2021</strong> rispetto a ottobre 2020), cui si aggiungono costi indiretti<br />

derivanti dalle quotazioni del petrolio da un lato e dai costi dei noli e dei<br />

container dall’altro, si stanno ripercuotendo sull’industria alimentare.<br />

“Sono spinte che per il momento ricadono sull’industria del food &<br />

beverage, ma che presto potrebbero abbattersi sui prodotti finiti e<br />

quindi sui consumatori”, ha commentato Ivano Vacondio, presidente<br />

di Federalimentare. “Le nostre imprese stanno vivendo una fase<br />

paradossale; dopo aver assicurato le forniture ai mercati in un anno<br />

difficilissimo come il 2020, non si trovano ancora nella fase auspicata<br />

di una progressiva ripresa. In attesa dei faticosi profili di rilancio<br />

dell’export e del settore Ho.Re.Ca, le aziende devono fronteggiare<br />

una ulteriore stretta, che potrebbe non essere breve e che sta recando<br />

oggettivi problemi e nuove preoccupazioni alla categoria”.<br />

I prezzi alla produzione dell’industria alimentare, infatti, dopo aver registrato<br />

nel gennaio scorso tendenziali del -0,4%, sono saliti al +0,9%<br />

a marzo, mentre i prezzi al consumo dell’alimentare trasformato sono<br />

andati in senso opposto, diminuendo dal +0,1% di gennaio al -0,8% di<br />

aprile. “Il risultato è una compressione dei margini nella filiera alimentare<br />

– ha proseguito Vacondio – ulteriormente amplificata dal fatto che le<br />

vendite relative ai canali del fuori casa sono state ampiamente tagliate e<br />

non hanno consentito all’industria di trovare su questo fronte qualche<br />

recupero o compensazione”. Un problema confermato anche dai numeri:<br />

sebbene la produzione alimentare del 1° trimestre sia aumentata<br />

in quantità del +1,8%, il fatturato trimestrale è diminuito del -0,7%.<br />

“L’industria alimentare non può caricarsi, da sola, di ogni tensione<br />

di costo – ha concluso Vacondio – tutta la filiera deve fare la sua<br />

parte se vogliamo superare questa crisi senza che il consumatore ne<br />

risenta. Se le cose rimangono come sono ora, presto le preoccupazioni<br />

sull’aumento dei prezzi dei prodotti che finiscono sugli scaffali<br />

si trasformeranno in realtà”.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

SURGELATI: MERCATO ITALIANO OLTRE I TRE MILIARDI DI EURO<br />

Nel 2020 le vendite di surgelati hanno superato<br />

quota 3 miliardi di euro, con un incremento<br />

dell’11,6% a valore e dell’8.4%<br />

a volume rispetto al 2019 (fonte: Nielsen).<br />

Sono state 554 mila le tonnellate acquistate.<br />

Lo scenario pandemico ha certamente contribuito<br />

a questo sviluppo, per un duplice<br />

ordine di motivi: se all’inizio i consumatori<br />

hanno fatto “scorte”, in un secondo momento<br />

hanno sostituito le uscite al ristorante<br />

con il consumo di surgelati e piatti pronti.<br />

La novità è che la crescita ha riguardato tutte<br />

le tipologie di prodotto (fa eccezione solo<br />

il pane): si va da quelle più centrali (come<br />

vegetali e ittico che da soli coprono oltre il<br />

50% del sell-out e il 65% dei volumi) sino a<br />

quelle minori (come la pasticceria) e a quelle<br />

più innovative (come il gluten free).<br />

E così la spesa degli italiani, accanto a bastoncini<br />

di pesce e sofficini, verdure al naturale<br />

e minestroni, tranci di pesce e patatine,<br />

si è arricchita di altri prodotti, come hamburger<br />

(+22,3%), dolci per la prima colazione<br />

(+25,7%), pasta e sfoglia per la pizza<br />

(+32,2%), pizzette (+17,5%), verdure panate<br />

o pastellate (+16,4%), focacce e tigelle<br />

(+19,2%), secondi piatti pronti (+16,9%) e<br />

primi piatti senza glutine (+70,9%).<br />

La tendenza non si arresterà con l’uscita<br />

graduale dalla pandemia e sembra destinata<br />

a durare nel tempo: secondo una<br />

Survey di Bonduelle, il 41% degli italiani<br />

in periodo di lockdown affermava di avere<br />

acquistato più surgelati, a dicembre 2020<br />

la quota è salita al 66%. Il 70% dei consumatori<br />

italiani resterà dunque fedele ai<br />

surgelati anche nel futuro prossimo e il<br />

13% ha dichiarato che è pronto a spendere<br />

addirittura di più.<br />

A livello logistico e distributivo le soluzioni<br />

di “filiera completa” sembrano incontrare<br />

il favore del mercato, in termini di efficienza<br />

e ottimizzazione dei costi: un esempio<br />

è dato da Gruppo M Italia, realtà di riferimento<br />

nel settore multiservice attiva in ambito<br />

logistico, che ha consolidato nel tempo<br />

la propria presenza nel settore del secco<br />

e del fresco e da qualche mese ha aperto<br />

anche alla catena del freddo (-30/-18°C),<br />

investendo in nuovi centri di stoccaggio.<br />

“Abbiamo appena inaugurato un nuovo<br />

magazzino per far fronte alle crescenti<br />

richieste dei nostri clienti: il settore<br />

HoReCa, in forte ripartenza, è un driver<br />

importante di sviluppo”, ha spiegato<br />

Alessio Pepe, direttore operativo Nord<br />

Ovest Gruppo M Italia. “Abbiamo investito<br />

molto sugli aspetti tecnologici con un<br />

occhio di riguardo al risparmio energetico<br />

e all’efficienza degli impianti”.<br />

DR. SCHÄR CEDE UNA DIVISIONE E PUNTA SUL GLUTEN FREE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

18<br />

Dr. Schär ha ceduto la divisione<br />

Metabolic Nutrition per concentrarsi<br />

ancora di più sui segmenti di clientela<br />

con specifiche esigenze nutrizionali<br />

e sull’alimentazione senza glutine.<br />

Di conseguenza l’azienda si separa<br />

dai marchi Mevalia e Comidamed e<br />

dai prodotti per il trattamento degli<br />

errori congeniti del metabolismo.<br />

Entrambi i marchi, così come lo stabilimento<br />

di produzione a Rosbach,<br />

in Germania sono stati acquisiti da<br />

Vitaflo Limited, una divisione di<br />

Nestlé Health Science.<br />

“Nei nostri obiettivi a medio e lungo<br />

termine, stiamo ponendo l’accento<br />

sui nostri marchi legati alla nutrizione”,<br />

ha spiegato Philipp Schoeller,<br />

CEO della Dr. Schär S.p.A. “Di conseguenza,<br />

stiamo sviluppando il<br />

nostro portafoglio globale di marchi<br />

intorno a Schär, Flavis e Kanso, con<br />

l’obiettivo di specializzarci ulteriormente<br />

nella nutrizione inclusiva e<br />

senza glutine vediamo il nostro futuro<br />

nell’Innovating Special Nutrition.<br />

Con l’integrazione del business in<br />

Vitaflo, siamo certi che Nestlé continuerà<br />

il nostro percorso di successo<br />

nella nutrizione metabolica. La<br />

divisione Metabolic Nutrition della<br />

Dr. Schär può guardare indietro ad<br />

uno sviluppo positivo della propria<br />

azienda. Negli ultimi anni la Business<br />

Unit ha registrato una crescita redditizia<br />

raggiungendo una solida posizione<br />

internazionale. Tutto ciò ci sta<br />

particolarmente a cuore, d’altronde<br />

perseguiamo la visione di migliorare<br />

la vita delle persone con specifiche<br />

esigenze alimentari da quasi 100<br />

anni. Nestlé Health Science condivide<br />

la nostra passione per la salute e<br />

per il benessere”.<br />

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appuntamenti<br />

FI E HI EUROPE INSIEME A FRANCOFORTE CON UNA FORMULA IBRIDA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Q u e s t ’ a n n o , I n f o r m a<br />

Markets ospiterà Food ingredients<br />

e Health ingredients Europe<br />

combinando una fiera in persona<br />

con un’ampia offerta online. Con<br />

l’aumento del tasso di vaccinazioni<br />

e l’abolizione delle restrizioni in<br />

tutta Europa, la voglia di partecipare<br />

di persona sta crescendo.<br />

L’ultimo sondaggio, organizzato<br />

da Informa Markets, mostra che<br />

oltre il 60% degli intervistati sarebbe<br />

disposto a partecipare a<br />

un evento in presenza in questo<br />

momento e, finora, l’86% dello<br />

spazio espositivo disponibile a Fi<br />

Europe <strong>2021</strong> è già stato prenotato.<br />

L’evento in persona sarà aperto<br />

a Francoforte dal 30 novembre al<br />

2 dicembre. L’evento online di accompagnamento,<br />

a partire dal 22<br />

novembre, si rivolgerà ai partecipanti<br />

che non sono in grado di visitare<br />

Francoforte a causa di restrizioni<br />

di viaggio o vincoli di tempo.<br />

Tutti i partecipanti beneficeranno<br />

quindi delle nuove presentazioni<br />

di prodotti online, delle funzioni<br />

di ricerca degli ingredienti e delle<br />

funzioni di chat e video meeting.<br />

Il team di Fi Europe si aspetta che il<br />

nuovo formato attiri più di 23.000<br />

partecipanti e 1.200 espositori.<br />

Per garantire che i partecipanti<br />

possano godere di opportunità di<br />

business e di networking in condizioni<br />

ottimali durante la fiera, sarà<br />

in vigore il piano di conformità in<br />

10 punti dello “Standard di salute<br />

e sicurezza AllSecure”, sviluppato<br />

da Informa Markets, che impone<br />

regolamenti sulla pulizia e l’igiene,<br />

e la distanza fisica, insieme a misure<br />

di protezione e rilevamento.<br />

“Sono i dettagli che fanno la differenza,<br />

e noi abbiamo prestato<br />

attenzione ai dettagli quando si<br />

tratta di aggiungere sicurezza per<br />

tutte le persone coinvolte”, ha<br />

spiegato Julien Bonvallet, direttore<br />

di Informa Markets. “Siamo già in<br />

contatto con gli espositori per sostituire<br />

la distribuzione di opuscoli<br />

con un sistema di codici QR che<br />

aiuterà a ridurre i contatti fisici. E,<br />

naturalmente, stiamo adattando<br />

il layout del nostro padiglione con<br />

vicoli più ampi in modo che il traffico<br />

a doppio senso sia fattibile,<br />

pur mantenendo le norme di distanziamento.<br />

Inoltre, trattandosi<br />

di uno show F&B, sarà garantito<br />

un modo sicuro di campionatura<br />

e degustazione”.<br />

L’evento online apre a nuovi<br />

mercati e gruppi target<br />

L’edizione online 2020 degli eventi<br />

digitali Fi Europe e Fi Global del<br />

Foto TCS Pacific<br />

mese scorso ha dimostrato che i<br />

formati non solo sono stati ben<br />

accolti, ma hanno anche attinto<br />

a un potenziale di partecipanti<br />

del tutto nuovo: il 40-60% dei<br />

partecipanti a questi eventi online<br />

ha partecipato per la prima<br />

volta. Anche la portata globale<br />

è aumentata, ampliando così la<br />

consapevolezza del marchio e<br />

le opportunità di business per le<br />

aziende che esponevano.<br />

La salute al centro della scena<br />

Il Covid-19 ha portato a un’impennata<br />

del mangiar sano e quindi<br />

della domanda di ingredienti<br />

per la salute, alternative a base<br />

vegetale, concetti e ingredienti<br />

per la salute dell’intestino e l’immunità.<br />

In un sondaggio dell’Istituto<br />

Europeo di Innovazione<br />

e Tecnologia, un terzo degli intervistati<br />

di 10 paesi in Europa ha<br />

detto che il mangiare sano sarà<br />

molto importante nell’era postpandemica.<br />

E quasi altrettanti<br />

hanno dichiarato che evitare<br />

additivi e conservanti continuerà<br />

ad essere di grande importanza.<br />

Uno spostamento dei consumatori<br />

verso un’alimentazione più<br />

sana significa che gli acquirenti<br />

stanno anche cercando di fare<br />

la scelta giusta quando si tratta<br />

di ridurre zucchero, sale e grassi.<br />

Si tratta di una tendenza guidata<br />

non solo dai consumatori, ma<br />

anche dai cambiamenti legislativi<br />

sulla scia di un obiettivo europeo<br />

di riduzione del 10% dello zucchero<br />

dal 2015 al 2020.<br />

Dagli ingredienti alimentari e dalle<br />

soluzioni salutari alle informazioni<br />

normative e alle nuove tecnologie,<br />

Fi Europe coprirà l’intero<br />

spettro di argomenti di tendenza<br />

nel settore F&B. Insieme a nuove<br />

opportunità virtuali, l’evento offre<br />

un’esperienza migliorata, più<br />

completa e flessibile che mai.<br />

20<br />

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31 agosto- 3 settembre <strong>2021</strong><br />

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9-12 settembre <strong>2021</strong><br />

Bologna<br />

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17-20 settembre <strong>2021</strong><br />

Bra (CN)<br />

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Thaifex-Anuga Asia<br />

29 settembre - 3 ottobre <strong>2021</strong><br />

Bangkok, Thailandia<br />

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home/index.php<br />

H20 - Accadueo<br />

6-8 ottobre <strong>2021</strong><br />

Bologna<br />

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Anuga<br />

9-13 ottobre <strong>2021</strong><br />

Colonia, Germania<br />

www.koelnmesse.it<br />

Eima International<br />

19-23 ottobre <strong>2021</strong><br />

Bologna<br />

www.eima.it<br />

SIC - Salone Industria Casearia e<br />

Conserviera<br />

22-24 ottobre <strong>2021</strong><br />

San Marco Evangelista (CE)<br />

www.saloneindustriacasearia.it<br />

Meat-Tech<br />

22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />

Milano<br />

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Tuttofood<br />

22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />

Milano<br />

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SAVE<br />

27-28 ottobre <strong>2021</strong><br />

Verona<br />

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23-25 novembre <strong>2021</strong><br />

Norimberga, Germania<br />

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FI Europe<br />

30 novembre - 2 dicembre <strong>2021</strong><br />

Francoforte, Germania<br />

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19-20 gennaio 2022<br />

Bologna<br />

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IPPE<br />

25-27 gennaio 2022<br />

Atlanta, Usa<br />

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Fieragricola<br />

26-29 gennaio 2022<br />

Verona<br />

www.fieragricola.it<br />

ISM e Prosweets<br />

30 gennaio - 2 febbraio 2022<br />

Colonia, Germania<br />

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Prowein<br />

27-29 marzo 2022<br />

Düsseldorf, Germania<br />

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ingredienti<br />

FARAVELLI: LA CAMPAGNA ADV CHE SUPERA I CONFINI<br />

Si chiama Behind great satisfaction ed è la nuova campagna<br />

adv di Faravelli. Preceduta sul web da un video<br />

on air da metà giugno su tutte le piattaforme (FB,<br />

Instagram, YouTube, LinkedIN, Twitter), la campagna<br />

rompe i confini convenzionali tra b2b e b2c e lascia<br />

spazio alle emozioni grazie a un impatto visivo forte<br />

e immediato.<br />

Cosa si cela dietro ad una grande soddisfazione? Cosa<br />

rende ogni cliente felice e soddisfatto?<br />

La risposta è tutta nella headline “Behind great satisfaction<br />

are always great raw materials”: sono le<br />

materie prime di grande qualità, quelle che Faravelli<br />

distribuisce in ogni settore e che permettono di ottenere<br />

la ricetta e la formula perfetta, proprio quello che<br />

l’industria cerca per soddisfare i propri consumatori<br />

e clienti.<br />

La campagna è anche l’opportunità per comunicare il<br />

posizionamento dell’azienda, attraverso un impegno<br />

nella selezione dei fornitori e nel lavoro che compie<br />

ogni giorno da anni per essere una realtà davvero<br />

inclusiva, attraverso una serie di obiettivi da centrare<br />

con l’aiuto di collaboratori, fornitori e clienti.<br />

In sinergia con digital e social, la pianificazione su<br />

stampa periodica di settore, con pagine in posizione<br />

premium sulle principali testate<br />

del mondo food, nutraceutico,<br />

cosmetico, farmaceutico, industriale,<br />

petfood sia in Italia che in<br />

Europa e Stati Uniti, e con un’ampia<br />

pianificazione che a partire<br />

dalla primavera/estate coprirà<br />

anche la stagione autunnale.<br />

Gli obiettivi e valori del brand invece<br />

verranno rafforzati con una<br />

serie di iniziative che vedranno<br />

coinvolti collaboratori e pubblico<br />

sui canali social nelle prossime<br />

settimane.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

NEL 2035 UN DECIMO DELLA CARNE SARÀ CON PROTEINE ALTERNATIVE<br />

Secondo lo studio BCG “Food for Thought.<br />

The Protein Transformation” entro il 2035<br />

un decimo di tutte le porzioni di carne, uova<br />

e latticini consumate nel mondo sarà con<br />

proteine alternative, a base vegetale, di microrganismi<br />

o di cellule animali.<br />

Si tratta di proteine derivate<br />

dalle piante, come soia o<br />

piselli gialli, oppure prodotte<br />

utilizzando batteri, lieviti,<br />

alghe unicellulari e funghi, o<br />

ancora coltivate direttamente<br />

da cellule animali (tra cui della<br />

carne e dei frutti di mare). Il<br />

loro consumo è destinato ad<br />

aumentare di sette volte nei<br />

prossimi quindici anni a livello<br />

globale, passando dalle attuali<br />

13 milioni di tonnellate l’anno,<br />

il 2% delle proteine animali, a<br />

97 milioni di tonnellate entro<br />

Lamberto Biscarini,<br />

Managing Director e Senior<br />

Partner di BCG<br />

il 2035, quando rappresenteranno l’11%<br />

del totale.<br />

Entro il 2035 il mercato delle proteine alternative<br />

raggiungerà il valore di 290 miliardi di<br />

dollari, spinto dall’interesse di consumatori,<br />

aziende e investitori verso prodotti più sani,<br />

con minori emissioni di CO 2<br />

e<br />

minori implicazioni etiche legate<br />

all’allevamento intensivo<br />

degli animali. Con profitti distribuiti<br />

lungo tutta la catena<br />

del valore.<br />

E questo è solo lo scenario<br />

base. La crescita del settore<br />

sarà più rapida se miglioramenti<br />

di efficienza produttiva<br />

consentiranno di ottenere<br />

prodotti realmente comparabili<br />

nel gusto, nella consistenza<br />

e nel prezzo a quelli con<br />

proteine animali: in questo<br />

caso, la quota di mercato potrebbe arrivare<br />

al 16% del totale nel 2035. E se i regolatori<br />

daranno un’ulteriore spinta con incentivi ad<br />

hoc, le alternative arriveranno al 22% del<br />

consumo di proteine entro 15 anni. Mentre,<br />

già dal 2025 in Europa e Nord America si<br />

sarà raggiunto il “picco della carne”, con<br />

un consumo di proteine animali in declino.<br />

Nello scenario base, entro il 2035, solo il<br />

passaggio a carne e uova di origine vegetale<br />

consentirebbe di risparmiare oltre 1 gigatone<br />

di CO 2<br />

equivalente, che corrisponde<br />

ad un anno intero a zero emissioni di carbonio<br />

di uno stato come il Giappone e un<br />

risparmio di acqua sufficiente a rifornire la<br />

città di Londra per 40 anni, con un contributo<br />

importante alla sicurezza alimentare e<br />

alla biodiversità. Ogni porzione di spaghetti<br />

alla bolognese a base di carne vegetale evita<br />

emissioni di gas serra pari a quelle di un’auto<br />

nuova guidata per 10 chilometri.<br />

22<br />

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MAIS VIOLA: FONTE DI COLORANTI NATURALI E INTEGRATORI<br />

Roberto Pilu, docente di<br />

Miglioramento Genetico delle<br />

piante, e da Fabrizio Adani,<br />

docente di Biomass and Waste<br />

Recycling Promoting the Circular<br />

Economy, del Dipartimento di<br />

Scienze Agrarie e Ambientali<br />

e del Gruppo Ricicla hanno<br />

portato avanti un lavoro di ricerca,<br />

pubblicato sulla rivista<br />

ACS - Sustainable Chemistry &<br />

Engineering, mirato a recuperare<br />

gli scarti agricoli del mais viola<br />

aderendo così ai principi della<br />

bioeconomia circolare definita<br />

nell’“Agenda Europea 2030 per<br />

lo sviluppo sostenibile”.<br />

L’intento è quello di sfruttare il<br />

tutolo (la parte interna e spugnosa<br />

della pannocchia) di mais colorato<br />

per ricavarne antocianine,<br />

naturalmente ricche di pigmenti<br />

per le colorazioni rosso, blu,<br />

viola e porpora, e impiegarle<br />

in ambito tessile, farmaceutico<br />

e veterinario per la produzione<br />

di coloranti naturali e integratori<br />

alimentari. La ricerca è stata sviluppata<br />

secondo un approccio<br />

di bioraffineria con lo scopo di<br />

estrarre gli antociani presenti<br />

in un ibrido selezionato di mais<br />

pigmentato, coltivato presso<br />

l’Azienda Agraria Didattico-<br />

Sperimentale dell’Università<br />

degli Studi di Milano “Angelo<br />

Menozzi” di Landriano (PV). Gli<br />

antociani sono una classe di pigmenti<br />

vegetali appartenenti alla<br />

famiglia dei flavonoidi che nella<br />

pannocchia di mais viola sono<br />

distribuiti quasi equamente tra<br />

la granella (55%) ed il tutolo<br />

(45%), non commestibile. Il tutolo<br />

di mais è una biomassa vegetale<br />

di difficile biodegradazione<br />

a causa del basso contenuto<br />

di acqua e della natura lignocellulosica<br />

dei suoi costituenti,<br />

organizzati nella struttura rigida<br />

e compatta delle pareti cellulari.<br />

Queste caratteristiche rendono il<br />

tutolo di mais viola un materiale<br />

speciale, stabile nel tempo e<br />

ricco di antociani: infatti queste<br />

molecole possono essere estratte<br />

in qualsiasi momento dell’anno<br />

a differenza, invece, con<br />

quanto accade con i frutti edibili<br />

rossi, anch’essi fonte di antociani,<br />

quali frutti di bosco, uva, ribes<br />

e ciliegie, legati alla stagionalità.<br />

In particolare, il processo proposto<br />

consente di recuperare gli antociani<br />

e utilizzarli per scopi tintori<br />

(con colori e fibre naturali) e<br />

nutraceutici (integratori destinati<br />

l’alimentazione umana ed animale).<br />

Al termine del processo estrattivo,<br />

il residuo di tutolo esausto<br />

è proposto come lettiera per<br />

animali con caratteristiche particolari,<br />

poiché ancora presenti gli<br />

antociani. La lettiera residua per<br />

animali è destinata alla raccolta<br />

differenziata con rifiuti alimentari<br />

producendo compost e/o biogas<br />

e fertilizzanti, chiudendo il ciclo<br />

con zero rifiuti, secondo i principi<br />

della bioeconomia circolare.<br />

Il progetto (denominato PASTEL) è<br />

finanziato da Fondazione Cariplo.<br />

ANTIOSSIDANTI DA VEGETALI PER ESTENDERE LA SHELF LIFE<br />

Il processo di autossidazione degli acidi grassi insaturi è una reazione<br />

a catena irreversibile. Biochim propone estratti vegetali antiossidanti,<br />

senza impatto organolettico, che aiutano a mantenere freschi,<br />

belli e gustosi gli alimenti.<br />

Diversi fattori influenzano il grado di ossidazione nei grassi e negli olii:<br />

• quale tipo di grasso o olio e il grado di insaturazione del gli acidi<br />

grassi;<br />

• fattori chimici, l’esposizione all’ossigeno, all’umidità e alla luce;<br />

• le temperature di processo e di conservazione;<br />

• il tipo di imballaggio.<br />

Conseguenze dell’ossidazione possono essere:<br />

sviluppo di odori pungenti, viraggio di gusto o del<br />

colore, decadimento dei valori nutritivi. La<br />

presenza di antiossidanti naturali o la loro<br />

aggiunta è un parametro significativo<br />

che influenza la cinetica dell’ossidazione.<br />

www.interprogettied.com<br />

Le indagini di mercato favoriscono gli alimenti sani e prodotti attraverso<br />

un processo di produzione ecologicamente corretto, socialmente<br />

responsabile ed economicamente sostenibile.<br />

È stato dimostrato che i grassi insaturi sono più sani per i consumatori,<br />

rispetto agli oli con maggiori concentrazioni di grassi saturi<br />

come grassi animali o olio di palma. Tuttavia, gli oli con un profilo<br />

maggiore di acidi grassi insaturi hanno una sensibilità<br />

maggiore all’ossidazione e quindi all’irrancidimento.<br />

Per stabilizzare grassi e oli particolarmante insaturi,<br />

è necessario aggiungere un sistema antiossidante.<br />

I prodotti Biochim a base di tocoferolo e/o<br />

rosmarino sono efficaci nel proteggere una<br />

grande varietà di alimenti dalla degradazione<br />

del colore e del gusto, estendendo<br />

la shelf life degli alimenti. L’azienda mette<br />

a disposizione anche aromi naturali biologici.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

23<br />

22_23_NEWS INGREDIENTI.indd 23 30/06/21 15:27


ambiente<br />

L’azienda internazionale<br />

si è posta l’obiettivo<br />

di estendere le pratiche<br />

agricole rigenerative<br />

su 7 milioni di acri,<br />

abbattendo di almeno<br />

3 milioni di tonnellate<br />

le emissioni di gas serra<br />

entro il 2030 e ottenendo<br />

in modo sostenibile<br />

il 100% degli ingredienti<br />

chiave.<br />

AGRICOLTURA POSITIVA:<br />

IL PROGETTO DI PEPSICO<br />

PER RIDURRE LE EMISSIONI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

24<br />

Si chiama “Agricoltura Positiva” l’ambizioso progetto di<br />

PepsiCo, ancorato all’obiettivo del 2030 di diffondere<br />

pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri, approssimativamente<br />

pari alla sua intera impronta agricola.<br />

L’azienda stima che questo impegno eliminerà almeno 3<br />

milioni di tonnellate di emissioni di gas serra (GHG) entro<br />

la fine del decennio. Ulteriori obiettivi del programma per<br />

il 2030 includono il miglioramento dei mezzi di sussistenza<br />

di oltre 250.000 persone nella sua filiera agricola e<br />

l’approvvigionamento sostenibile del 100% dei suoi ingredienti<br />

chiave.<br />

“Qualsiasi piano per contrastare le urgenti sfide che il sistema<br />

alimentare globale si trova ad affrontare deve rivolgersi<br />

all’agricoltura, fonte di nutrimento per miliardi di<br />

persone e leva chiave per affrontare il cambiamento climatico<br />

e la disuguaglianza”, ha affermato Ramon<br />

Laguarta, CEO di PepsiCo. “In qualità di azienda primaria<br />

nel settore internazionale degli alimenti e delle bevande,<br />

un sistema alimentare resiliente è essenziale per la nostra<br />

attività e, grazie alla nostra portata, abbiamo l’opportunità<br />

e la responsabilità di guidare un cambiamento significativo.<br />

Il programma di Agricoltura Positiva dà priorità<br />

agli investimenti, all’innovazione e alla solida collaborazione<br />

con i nostri partner agricoli per ottenere un forte<br />

impatto in tutto il mondo. Lavorando insieme, possiamo<br />

ridurre la nostra impronta di carbonio collettiva, nutrire<br />

una popolazione in rapida crescita e fornire significative<br />

opportunità economiche a più persone”.<br />

L’agricoltura è il fondamento del sistema alimentare; tuttavia,<br />

nell’ultimo secolo, le pratiche agricole convenzionali<br />

hanno contribuito a una significativa perdita e degrado<br />

del suolo. Nella sola UE, 13 paesi si sono già<br />

dichiarati colpiti dalla degradazione del suolo. Il sistema<br />

alimentare è anche la fonte di circa un terzo di tutti i gas<br />

serra. Ad ogni modo, sebbene l’agricoltura contribuisca<br />

a molte delle urgenti sfide ambientali e sociali affrontate<br />

in tutto il mondo, può anche essere una soluzione, offrendo<br />

la possibilità di aiutare a bloccare il carbonio sulla Terra.<br />

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24_25_ART PEPSICO.indd 24 29/06/21 09:08


ambiente<br />

Il programma di Agricoltura Positiva<br />

punta a procurarsi colture e ingredienti<br />

tali da accelerare la transizione<br />

verso un’agricoltura rigenerativa, con<br />

una serie di pratiche che possono migliorare<br />

e ripristinare gli ecosistemi, e<br />

inoltre costruisce una capacità di ripresa<br />

del sistema alimentare, e rafforza<br />

le comunità agricole. L’azienda si<br />

concentrerà sui seguenti punti:<br />

Diffondere l’adozione di pratiche agricole<br />

rigenerative su 7 milioni di acri.<br />

Ovvero quasi il 100% della terra utilizzata<br />

in tutto il mondo per produrre<br />

colture e ingredienti per i prodotti<br />

dell’azienda.<br />

Si stima che questo impegno porterà<br />

a una riduzione netta di almeno 3<br />

milioni di tonnellate di gas serra<br />

(GHG) entro il 2030. Dopo aver promosso<br />

per quasi un decennio i progressi<br />

del suo “Programma di<br />

Agricoltura Sostenibile”, PepsiCo<br />

continuerà a collaborare con gli agricoltori<br />

di 60 paesi per adottare sempre<br />

più pratiche che avranno un impatto<br />

positivo sulla terra.<br />

L’agricoltura di precisione sarà fondamentale<br />

per rendere note le pratiche<br />

rigenerative di PepsiCo in Europa,<br />

fornendo misurazioni e approfondimenti<br />

per aiutare gli agricoltori a crescere,<br />

utilizzando meno risorse naturali.<br />

PepsiCo, con il suo marchio<br />

Quaker, ha già creato l’iniziativa<br />

“Opti-Oat”, che utilizza oltre un milione<br />

di punti dati, per guidare gli<br />

agricoltori su come coltivare “l’avena<br />

perfetta”, migliorando i raccolti e creando<br />

una fonte di avena più sostenibile.<br />

Per le sue colture di patate, l’azienda<br />

farà un’ulteriore leva sulla sua<br />

tecnologia iCrop, che è già utilizzata<br />

in tutta Europa e sta aiutando gli agricoltori<br />

a comprendere le prestazioni<br />

del raccolto e la giusta quantità di<br />

acqua e fertilizzante da utilizzare.<br />

La tecnologia sta anche supportando<br />

la spinta di PepsiCo per ricostruire la<br />

materia organica nel suolo e ridurre<br />

le emissioni. Il marchio Walkers di<br />

PepsiCo, ha recentemente introdotto<br />

nel Regno Unito una nuova tecnologia<br />

di “patate circolari”, che utilizza<br />

gli scarti delle bucce di patate per<br />

produrre fertilizzanti a basso impatto<br />

carbonico e ricchi di nutrienti. Si prevede<br />

che l’utilizzo di questo fertilizzante<br />

ridurrà del 70% le emissioni di<br />

carbonio delle coltivazioni di patate<br />

Walkers e verrà testato nel <strong>2021</strong>, con<br />

gli agricoltori del Regno Unito, e a<br />

partire dal 2022, nelle colture delle<br />

patate Lay’s in Europa.<br />

PepsiCo metterà gli agricoltori al<br />

centro della sua iniziativa verso l’agricoltura<br />

rigenerativa e consentirà<br />

l’apprendimento virtuale peer to<br />

peer all’interno dei mercati europei,<br />

per promuovere l’adozione di nuove<br />

pratiche.<br />

Migliorare i mezzi di sussistenza di oltre<br />

250.000 persone all’interno della sua<br />

catena di approvvigionamento agricolo<br />

e nelle comunità, inclusa l’emancipazione<br />

economica delle donne.<br />

PepsiCo concentrerà il suo lavoro sulle<br />

comunità agricole più vulnerabili<br />

Il programma<br />

di Agricoltura<br />

Positiva punta<br />

a procurarsi colture<br />

e ingredienti tali<br />

da accelerare la<br />

transizione verso<br />

un’agricoltura<br />

rigenerativa,<br />

con una serie<br />

di pratiche che<br />

possono migliorare<br />

e ripristinare<br />

gli ecosistemi,<br />

e inoltre rafforza le<br />

comunità agricole<br />

collegate alla sua filiera globale, compresi<br />

i piccoli proprietari terrieri, gli<br />

agricoltori, le donne e Ia minoranza<br />

dei coltivatori. Attraverso il<br />

P r o g r a m m a d i A g r i c o l t u r a<br />

Sostenibile, PepsiCo lavora già direttamente<br />

con i suoi agricoltori per<br />

condividere conoscenze e pratiche<br />

che migliorano la redditività e le rese<br />

dei raccolti. In mercati come Russia,<br />

Turchia, Ucraina e Romania, l’azienda<br />

sta lavorando per creare inclusione<br />

finanziaria per i coltivatori di patate,<br />

fornendo flussi di entrate e pagamenti<br />

anticipati così che abbiano fondi<br />

sufficienti per l’acquisto di fertilizzanti<br />

e semi.<br />

Approvvigionamento sostenibile del<br />

100% degli ingredienti chiave<br />

Un’espansione che include non solo<br />

le sue colture di origine diretta (patate,<br />

mais, avena e arance), ma anche<br />

colture chiave da terzi, come oli vegetali<br />

e cereali. In Europa questo lavoro<br />

è già in corso. In Ungheria, Ucraina e<br />

Russia, PepsiCo sta lanciando programmi<br />

di collaborazione con i fornitori<br />

per sviluppare ulteriormente pratiche<br />

di approvvigionamento<br />

sostenibile per l’olio di girasole.<br />

Questi processi cercheranno di migliorare<br />

i raccolti, ridurre gli input,<br />

migliorare la salute del suolo e fornire<br />

un raccolto più produttivo, minimizzando<br />

così l’impatto sull’ambiente.<br />

PepsiCo produce raccolti in 60 paesi<br />

e sostiene oltre 100.000 posti di lavoro<br />

nella filiera agricola. Dalla fine del<br />

2020, le colture di origine diretta di<br />

PepsiCo provengono al 100% da<br />

fonti sostenibili in 28 paesi. A livello<br />

globale, circa l’87% delle colture dirette<br />

proviene da fonti sostenibili tramite<br />

SFP di PepsiCo. Inoltre, l’azienda<br />

ha raggiunto il suo obiettivo di approvvigionarsi<br />

di zucchero di canna<br />

sostenibile a livello globale entro il<br />

2020, certificato Bonsucro al 100%<br />

e ha ottenuto oltre il 99% di olio di<br />

palma certificato fisicamente dalla<br />

“Tavola Rotonda sull’olio di palma<br />

sostenibile”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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25<br />

24_25_ART PEPSICO.indd 25 29/06/21 09:08


ambiente<br />

IL PRIMO MARCHIO BEVERAGE A ZERO PLASTIC FOOTPRINT<br />

Corona, marchio di AB InBev,<br />

è il primo brand beverage al<br />

mondo con una net zero plastic<br />

footprint, ovvero l’“impronta di<br />

plastica” di Corona nel mondo<br />

è pari a zero, in quanto il brand<br />

recupera e ricicla più plastica<br />

dall’ambiente di quanta ne rilasci<br />

nel mondo. Questo storico<br />

traguardo fa parte della visione<br />

del brand di essere un leader<br />

nella sostenibilità dei beni di<br />

consumo confezionati e questo<br />

è solo il più recente dei suoi impegni<br />

per aiutare a proteggere<br />

gli oceani e le spiagge in tutto<br />

il mondo dall’inquinamento<br />

marino causato dalla plastica.<br />

Il raggiungimento di questa<br />

tappa arriva dopo un’ampia<br />

valutazione delle iniziative<br />

del brand rispetto alle 3RI<br />

Corporate Plastic Stewardship<br />

Guidelines di South Pole, leader<br />

provider per soluzioni legate<br />

al clima. Questa valutazione<br />

ha misurato l’utilizzo rimanente<br />

di plastica di Corona nei suoi<br />

prodotti e nei processi logistici<br />

di distribuzione. È stato inoltre<br />

considerato il Verra Plastic<br />

Waste Reduction Standard per<br />

calcolare l’impatto delle attività<br />

di limitazione dei rifiuti di<br />

Corona, a cui si aggiunge un<br />

importante investimento in<br />

un impianto di riciclaggio in<br />

Messico (“Mexico Recicla”).<br />

Grazie a questi sforzi, Corona<br />

ora recupera più plastica rispetto<br />

alla sua plastic footprint.<br />

“Diventare il primo brand beverage<br />

nel mondo con una<br />

net zero plastic footprint è la<br />

più recente tra le ambizioni di<br />

Corona nell’aiutare a proteggere<br />

gli oceani e le spiagge di tutto<br />

il mondo dall’inquinamento<br />

della plastica. Ma non possiamo<br />

farlo da soli”, ha spiegato<br />

Felipe Ambra, vice presidente<br />

del Marketing Globale di<br />

Corona. “Questo è il motivo<br />

per il quale Corona ha creato<br />

Plastic Reality”.<br />

Chi parteciperà al progetto<br />

Plastic Reality, dopo aver risposto<br />

ad alcune domande sui propri<br />

consumi abituali, avrà una<br />

stima della propria plastic footprint<br />

annuale. Questo dato verrà<br />

poi visualizzato dall’utente<br />

attraverso pezzi di plastica colorata<br />

in realtà aumentata (AR)<br />

che galleggeranno nella stanza<br />

in cui si trova l’utente, come se<br />

fosse il mare che bagna la riva.<br />

Si aprirà poi un portale virtuale<br />

verso una spiaggia paradisiaca,<br />

ma inquinata che mostra<br />

da una parte come la plastica<br />

invade la natura e dall’altra incoraggia<br />

l’utente ad agire nel<br />

modo corretto per ridurre la<br />

propria plastic footprint.<br />

“Corona sta fissando uno<br />

standard elevato per l’industria.<br />

I suoi continui sforzi di<br />

riprogettazione del prodotto<br />

elimineranno progressivamente<br />

la plastica in eccesso ed il suo<br />

investimento in Mexico Recicla<br />

va ben oltre ciò che viene richiesto<br />

per indirizzare l’attuale<br />

plastic footprint verso lo zero”,<br />

ha dichiarato Irene Hofmeijer,<br />

Senior Managing Consultant<br />

per la Plastica di South Pole.<br />

“Accogliamo con piacere questo<br />

primo importante passo di<br />

Corona verso l’eliminazione<br />

completa della plastica dalla<br />

supply chain”, ha commentato<br />

Richard Hill, CEO di Ocean<br />

Generation. “Questo riconoscimento<br />

della “net plastic footprint”<br />

dimostra come Corona<br />

sia consapevole della plastic<br />

footprint che i suoi prodotti lasciano<br />

sul pianeta e stia iniziando<br />

una serie di misure pratiche<br />

per ridurle.”<br />

OGGETTI DI DESIGN DALLA LAVORAZIONE DELLE COZZE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Avviato il nuovo programma di economia circolare<br />

della fondazione sarda Medsea, istituzione no profit<br />

che promuove la tutela e lo sviluppo sostenibile<br />

degli ecosistemi costieri, e Nieddittas, azienda che<br />

gestisce l’intera filiera della mitilicoltura nel Golfo<br />

di Oristano. L’obiettivo è ideare e progettare soluzioni<br />

di ecodesign attraverso il recupero e riuso di<br />

materiali di scarto della mitilicoltura e di rifiuti potenzialmente<br />

impattanti per gli ecosistemi marinocostieri,<br />

come ad esempio la retina utilizzata per<br />

l’allevamento delle cozze, reti da pesca e cordami.<br />

L’iniziativa nasce all’interno dei laboratori verticali<br />

del Blue Eco Lab che la fondazione Medsea ha avviato<br />

in alcuni settori produttivi del territorio sardo<br />

per progettare soluzioni specifiche di recupero dei<br />

rifiuti in mare e dare nuova vita ai materiali. Il fine è<br />

quello di condurre attività di ricerca applicata, finalizzata<br />

all’introduzione di innovazioni di prodotto e<br />

di processo per il miglioramento delle performance<br />

ambientali. Attraverso la collaborazione tra la fondazione<br />

Medsea e Nieddittas, il laboratorio esplorerà<br />

le potenzialità della riconversione di materiali<br />

di scarto delle attività di mitilicoltura.<br />

26<br />

www.interprogettied.com<br />

26_26_NEWS AMBIENTE.indd 26 29/06/21 09:09


scienza e tecnologia<br />

IL METODO PER PREVEDERE LA SUCCOSITÀ DELLE ARANCE<br />

Arriva dai laboratori universitari cafoscarini<br />

un metodo brevettato per “prevedere”<br />

la succosità delle arance senza per<br />

questo distruggere una grande quantità<br />

di frutti, ma utilizzando scansioni, prove<br />

di spremitura e modelli matematici. Dalla<br />

collaborazione tra Università Ca’ Foscari<br />

Venezia, Fondazione Università Ca’<br />

Foscari e Agricola Lusia, azienda di<br />

Rovigo, specializzata nella commercializzazione<br />

di agrumi per la grande distribuzione<br />

e improntata alla sostenibilità, nasce<br />

il brevetto che applica metodi matematici<br />

per una classificazione statistica meno distruttiva<br />

degli agrumi, esempio virtuoso<br />

di ricerca scientifica aperta alle necessità<br />

del territorio.<br />

Si tratta del primo metodo, e del relativo<br />

software e sistema informatico per la sua<br />

implementazione, che permette di definire<br />

un parametro di succosità, distruggendo<br />

una quantità minima di frutti, per poi<br />

selezionare le arance una ad una applicando<br />

un processo unico, verificabile e<br />

soprattutto non distruttivo. Il regolamento<br />

CE 1221/2008 prevede infatti che le<br />

arance e altri agrumi destinati al consumo<br />

fresco contengano un minimo del 30-<br />

35% di peso in succo, a seconda della<br />

varietà. Finora però nessuno studio aveva<br />

collegato la quantità di succo con le caratteristiche<br />

fisiche e varietali dell’agrume ed<br />

era quindi necessario distruggere una<br />

grande quantità di frutti per poterlo scoprire:<br />

un metodo non sostenibile, né scalabile<br />

a livello industriale.<br />

Grazie a una serie di prove di spremitura e di<br />

misure volumetriche, il metodo elabora un<br />

modello di succosità che “istruisce” il sistema<br />

in base al parametro definito e alla varietà,<br />

origine e grado di maturazione del lotto.<br />

La classificazione di qualsiasi agrume diventa<br />

così più sostenibile, efficace e anche<br />

implementabile su scala industriale, poiché<br />

è agilmente adottabile sul macchinario<br />

già esistente in azienda con l’aggiunta<br />

di un apposito dispositivo. Un vantaggio<br />

sul quale Agricola Lusia ha investito depositando<br />

insieme all’Ateneo il brevetto, che<br />

ha ora rilevato in totalità per applicarlo<br />

industrialmente.<br />

Con il coordinamento del C4S - Center<br />

for Sustainability presente in Fondazione<br />

Università Ca’ Foscari, ricercatori e azienda<br />

hanno lavorato fianco a fianco nelle<br />

sperimentazioni condotte da Pietro<br />

Riello, Dipartimento di Scienze molecolari<br />

e nanosistemi, da Carlo Gaetan del<br />

Dipartimento di Scienze ambientali, informatica<br />

e statistica e da Paolo Girardi,<br />

ora al Dipartimento di Psicologia dello<br />

Sviluppo e della Socializzazione,<br />

Università di Padova, sviluppando la tecnologia<br />

insieme al CEO di Agricola Lusia,<br />

Daniele Campagnaro, e al General and<br />

Strategic Manager dell’azienda, Nicola<br />

Modica.<br />

PARTNERSHIP PER LA DIGITALIZZAZIONE<br />

DELL’AGRICOLTURA MADE IN ITALY<br />

www.interprogettied.com<br />

Var Group, esperto in Italia nel settore dei servizi<br />

e delle soluzioni ICT per le imprese del Made in<br />

Italy, cresce nel campo dell’agricoltura smart entrando<br />

nel capitale di Enogis, prima azienda in<br />

Italia per numero di registri di campagna digitali,<br />

con una partecipazione di minoranza e acquisendo,<br />

tramite Apra, Studio Pragma, azienda storica<br />

di Trento impegnata nello sviluppo di soluzioni<br />

gestionali per aziende agricole e vitivinicole.<br />

A valle di più collaborazioni su progetti di agricoltura<br />

smart, Var Group, attraverso Apra, entra<br />

nel capitale di Enogis con una partecipazione di<br />

minoranza.<br />

Nata dalla ricerca scientifica trentina, Enogis offre<br />

un insieme di soluzioni avanzate e innovative<br />

a servizio delle cantine in un unico sistema per<br />

una gestione smart del vigneto. Di particolare<br />

rilievo è la realizzazione di registri di campagna<br />

informatizzati che, in linea con gli obiettivi di sostenibilità<br />

del 2050, permette di automatizzare<br />

il calcolo della Carbon Foot Print agricola, standard<br />

unico per la certificazione dell’impronta<br />

carbonica, attestato necessario di sostenibilità.<br />

Le competenze di Enogis in ambito agricoltura<br />

sono state integrate alla suite i-Wine di Apra,<br />

controllata di Var Group, per offrire la possibilità<br />

di seguire l’intero circuito produttivo, dalla campagna<br />

alla bottiglia in tutte le sue fasi. Accedere<br />

attraverso dashboard alla mappatura in automatico<br />

dei vigneti così come alle analisi di laboratorio<br />

e alla programmazione strategica, diventa<br />

aiuto indispensabile nel far fronte alle richieste<br />

sempre più esigenti in termini di sostenibilità e<br />

tracciabilità.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

27<br />

27_28_NEWS SCIENZA E TECNOLOGIA.indd 27 29/06/21 09:13


scienza e tecnologia<br />

DA SCARTI DEL LIMONE INTEGRATORI ANTI-RISCHIO CARDIO-VASCOLARE<br />

Enea, in collaborazione con le aziende<br />

siciliane Navhetec Srl e Agrumaria<br />

Corleone Spa, ha brevettato una<br />

metodologia innovativa per trasformare<br />

gli scarti della lavorazione del<br />

limone in integratori e nutraceutici<br />

da utilizzarsi nella prevenzione di<br />

alcune patologie come obesità, diabete,<br />

ipercolesterolemia e disturbi<br />

cardio-vascolari. L’innovazione si<br />

basa sull’utilizzo della tecnologia<br />

della separazione su membrana,<br />

messa a punto da Enea, abbinata a<br />

successive fasi di incapsulamento ed<br />

essiccazione mediante tecnologia di<br />

spray-drying o essiccazione a spruzzo:<br />

in questo modo dagli scarti e dai<br />

sottoprodotti ottenuti durante la<br />

lavorazione del limone si ottengono<br />

delle nanovescicole, ovvero piccolissime<br />

sfere ricche di composti bioattivi<br />

come acidi nucleici, polifenoli,<br />

lipidi e proteine.<br />

Alcuni studi in vivo e in vitro effettuati<br />

dalla start-up Navhetec già nel<br />

2015 hanno dimostrato una forte<br />

azione di riduzione della crescita di<br />

cellule tumorali, mentre studi in corso<br />

ne evidenziano le proprietà antinfiammatorie.<br />

Inoltre, nel 2019, a<br />

seguito della sperimentazione del<br />

sistema brevettato su alcuni volontari<br />

sani, è emersa una riduzione di<br />

alcuni fattori di rischio cardiovascolare,<br />

quali colesterolo-LDL e circonferenza<br />

vita.<br />

Il brevetto è applicabile anche ad altre<br />

matrici vegetali e consente di<br />

ottenere un prodotto di facile dosaggio<br />

ed utilizzo, ad alta stabilità e<br />

conservabilità, facilmente trasferibile<br />

su scala industriale, con costi e<br />

tempi di produzione ridotti rispetto<br />

alle tecniche tradizionali di ultracentrifugazione.<br />

“Il brevetto, utile anche per la formulazione<br />

di cibi e bevande con proprietà<br />

nutraceutiche, si ispira al principio<br />

zero waste nei processi<br />

produttivi ed è in grado di rispondere<br />

sia a esigenze ambientali che economiche,<br />

legate da una parte all’abbattimento<br />

dei costi di smaltimento<br />

e dall’altra alla trasformazione degli<br />

scarti agroindustriali in bioprodotti<br />

ad alto valore aggiunto”, ha sottolineato<br />

Paola Sangiorgio, ricercatrice<br />

del Laboratorio Bioprodotti e<br />

Bioprocessi del Centro Ricerche Enea<br />

della Trisaia.<br />

L’iniziativa si inquadra nell’ambito<br />

delle attività di ricerca e sviluppo<br />

dell’Enea per il miglioramento e la<br />

sostenibilità dei processi di produzione<br />

e l’applicazione dei principi di<br />

economia circolare attraverso l’impiego<br />

degli scarti agroalimentari<br />

per ottenere nuovi materiali e intermedi<br />

da utilizzare nei settori food e<br />

no-food.<br />

PERCHÉ LE VESPE SONO AFRODISIACHE PER I LIEVITI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

28<br />

Irene Stefanini, microbiologa del Laboratorio di<br />

Microbiologia e Virologia (LMV) del Dipartimento di<br />

Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università<br />

di Torino, è la vincitrice di uno dei prestigiosi Research<br />

Grants promossi dallo Human Frontier Science Program<br />

(HSFP), organizzazione internazionale con sede a<br />

Strasburgo.<br />

Stefanini ha partecipato al bando con il progetto “The<br />

aphrodisiac gut: defining the factors promoting yeast<br />

mating within insect intestines” che ha l’obiettivo di<br />

comprendere i meccanismi molecolari attraverso i quali<br />

gli intestini di alcuni insetti<br />

sociali promuovono la biodiversità<br />

del lievito di birra.<br />

Sebbene fondamentale per pratiche<br />

indispensabili per l’uomo, come la<br />

produzione di vino, birra e panificati,<br />

solo negli ultimi anni si è osservato<br />

che il lievito Saccharomyces cerevisiae<br />

(altrimenti noto come lievito di<br />

birra) possa sopravvivere anche in ambienti naturali, in<br />

particolare grazie al contributo degli insetti sociali che lo<br />

mantengono e trasportano. Infatti, gli insetti sociali,<br />

come le vespe e i calabroni, sono in grado di mantenere<br />

popolazioni di cellule del lievito nel proprio microbiota<br />

intestinale durante tutto l’anno per poi diffonderle nei<br />

vari ambienti naturali che colonizzano. Inoltre, recentemente,<br />

i ricercatori di UniTo hanno scoperto che nel microbiota<br />

intestinale di questi insetti, le cellule di S. cerevisiae<br />

sono in grado di riprodursi sessualmente.<br />

Nonostante la riproduzione sessuata sia fonte<br />

della variabilità genetica che favorisce<br />

l’evoluzione e la capacità di adattamento<br />

del lievito, nella maggior<br />

parte degli ambienti naturali S.<br />

cerevisiae si riproduce solo asessualmente.<br />

Al contrario, condizioni peculiari<br />

dell’intestino delle vespe e dei<br />

calabroni promuovono l’incrocio<br />

tra ceppi diversi di S. cerevisiae.<br />

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27_28_NEWS SCIENZA E TECNOLOGIA.indd 28 29/06/21 09:13


macchine<br />

CONFEZIONATRICE MODULARE AD ALTE PRESTAZIONI<br />

La confezionatrice modulare CHS DI Theegarten-Pactec è stata appositamente<br />

sviluppata per il confezionamento di prodotti a base<br />

cioccolato e ora raggiunge una produzione fino a 1.800 prodotti al<br />

minuto anziché i precedenti 1.200.<br />

Si tratta di una macchina particolarmente flessibile, con nove diverse<br />

tipologie di piegatura come doppio fiocco, doppio fiocco sigillato,<br />

fiocco in testa, fiocco laterale, foglio sferico (foil wrap), busta,<br />

saldato sul fondo, portafoglio saldato lateralmente e a puntina tipo<br />

Vienna-fruit-fold. È possibile cambiare rapidamente tipologia d’incarto<br />

e formato, tramite un operatore supportato da un sistema di<br />

guida integrato e da un sistema di illuminazione che evidenzia le<br />

aree interessate della macchina.<br />

Grazie alla sua struttura flessibile, la macchina è adatta a diversi<br />

prodotti e tipologie di incarto richieste stagionalmente. In questo<br />

modo la CHS consente un utilizzo ad alta capacità durante tutto<br />

l’anno, anche con cicli di vita del prodotto sempre più brevi, garan-<br />

tendo dunque un elevato livello di sicurezza dell’investimento.<br />

In merito ai formati, precedentemente le lunghezze dei prodotti<br />

erano da 16 a 45 mm, mentre il nuovo sistema offre una flessibilità<br />

che copre da 16 a 60 mm. È stata anche variata la larghezza – da<br />

12 a 25 mm a 12 a 35 mm – ampliando sempre più le sue possibilità<br />

di applicazione.<br />

MACCHINA PER PRODURRE CARTONE ONDULATO IN FIBRA RICICLATA<br />

Mondi, un gruppo attivo a livello<br />

globale nel settore di imballaggi<br />

e carta, fornisce ai clienti<br />

la sua tipologia di carta per cartone<br />

ondulato in fibra riciclata<br />

innovativa e sostenibile, prodotta<br />

in Slovacchia a partire da materie<br />

rinnovabili. La Kraft Top<br />

White combina la resistenza,<br />

stampabilità ed estetica di uno<br />

strato superiore bianco in fibra<br />

vergine con i vantaggi di uno<br />

strato inferiore in fibra riciclata.<br />

Una tecnologia cartaria all’avanguardia<br />

aumenta la resistenza<br />

e al contempo riduce il<br />

peso, facendo della Kraft Top<br />

White una soluzione convincente<br />

per il crescente mercato<br />

europeo della carta kraft per<br />

copertura bianca da utilizzare<br />

per shelf ready packaging,<br />

espositori per punti vendita,<br />

vassoietti, imballaggi per l’ecommerce,<br />

beni di consumo<br />

durevoli e applicazioni per l’imballaggio<br />

personalizzate.<br />

Grazie alla sua posizione centrale<br />

nel crescente mercato europeo<br />

della carta per cartone<br />

ondulato, la cartiera di<br />

Ružomberok può offrire ai<br />

clienti di tutta Europa tempi di<br />

consegna ridotti per queste<br />

nuove soluzioni. La cartiera<br />

Mondi di Ružomberok in<br />

Slovacchia ha già iniziato a rifornire<br />

la sua clientela europea<br />

di Kraft Top White, una nuova<br />

tipologia di carta per cartone<br />

ondulato sostenibile e innovativa,<br />

prodotta sulla macchina<br />

PM19.<br />

La capacità produttiva Mondi<br />

per la Kraft Top White, pari a<br />

300.000 tonnellate all’anno,<br />

non ha pari in Europa. La produzione<br />

delle due tipologie di<br />

Kraft Top White – ProVantage<br />

Smartwhite e ProVantage<br />

Topwhite – è aumentata costantemente<br />

dall’avvio della PM19 a<br />

gennaio. A pieno regime la<br />

macchina tratterà oltre 200.000<br />

tonnellate all’anno di carta da<br />

riciclare (provenienti principalmente<br />

dalla Slovacchia), aprirà<br />

nuove capacità di trasformazione<br />

e sosterrà l’economia circolare<br />

mantenendo i materiali in<br />

circolazione e prevenendo la<br />

formazione di rifiuti.<br />

“L’obiettivo di Mondi è di contribuire<br />

a un mondo migliore<br />

realizzando soluzioni innovative<br />

e sostenibili per imballaggi e<br />

carta”, ha affermato Markus<br />

Gärtner, CEO di Corrugated<br />

Packaging Mondi.<br />

La nostra nuova macchina per<br />

la carta in Slovacchia ci permette<br />

di offrire ai clienti una soluzione<br />

per la carta per cartone<br />

ondulato nuova e qualitativamente<br />

elevata, migliorando al<br />

contempo l’impronta ambientale<br />

della nostra cartiera di<br />

Ružomberok. Nonostante le<br />

difficoltà presentate dal dover<br />

operare nel corso di una pandemia,<br />

il team locale ha portato<br />

a termine questo complesso<br />

progetto in modo sicuro ed<br />

efficiente. Siamo fieri dell’impatto<br />

positivo che i 125 posti di<br />

lavoro permanenti appena creati<br />

avranno sulla comunità locale”.<br />

La nuova macchina è<br />

parte dell’ampio programma di<br />

modernizzazione che Mondi<br />

ha condotto a Ružomberok nel<br />

corso degli ultimi due anni, per<br />

un investimento pari a 370 milioni<br />

di euro.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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29<br />

29_29_NEWS MACCHINE.indd 29 29/06/21 09:13


macchine<br />

I nuovi riscaldatori Leister<br />

hanno un design<br />

compatto e la possibilità<br />

di usare ugelli diversi<br />

coprendo molte<br />

applicazioni, come<br />

quelle di termo-retrazione,<br />

tipiche dell’industria<br />

del packaging.<br />

SOLUZIONI AD ARIA CALDA<br />

PER IL PROCESSO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

30<br />

I riscaldatori LHS 210 e LHS 410 sono stati recentemente<br />

presentati da Leister, multinazionale svizzera leader nella<br />

progettazione e produzione di soluzioni ad aria calda per<br />

l’industria di processo. Potenti e compatti, sono molto facili<br />

da integrare in impianti industriali o sistemi di tubazioni per<br />

il riscaldamento dell’aria.<br />

I riscaldatori Leister, efficienti e affidabili, trovano impiego da<br />

molti anni in applicazioni e processi industriali in tutto il mondo.<br />

All’ampia gamma di soluzioni già collaudate da decenni<br />

si aggiungono ora LHS 210 e LHS 410, a una o due flange:<br />

grazie alle dimensioni contenute è possibile installarli anche<br />

in processi dove lo spazio è limitato. L’aspetto compatto non<br />

tragga in inganno riguardo alle prestazioni: forniscono aria<br />

calda a una temperatura che arriva fino ai 650°C.<br />

LE VERSIONI A FLANGIA SINGOLA<br />

Sia LHS 210 SF che LHS 410 SF sono flangiati dal lato di ingresso<br />

dell’aria, mentre dal lato di uscita presentano un tubo<br />

che consente l’eventuale montaggio di diffusori. Oltre alle<br />

dimensioni contenute, un’altra loro caratteristica è proprio<br />

quella di essere compatibili con una vasta gamma di ugelli e<br />

diffusori presenti nel catalogo Leister. Il flusso d’aria calda<br />

può essere distribuito su un’area più ampia, ad esempio<br />

utilizzando un ugello a bocca larga, mentre un ugello a<br />

schermo riflettente può facilitare le applicazioni di termoretrazione,<br />

tipiche dell’industria del packaging.<br />

La differenza fra i due modelli è data sostanzialmente dal<br />

volume di aria che sono in grado di riscaldare, più alto nella<br />

versione LHS 410 SF.<br />

Leister propone il riscaldatore LHS 210 SF nella versione a<br />

230V con potenza di 2000W o 3300W; per coprire le necessità<br />

di mercati internazionali è inoltre presente una versione<br />

a 120V con 2000W di potenza.<br />

I riscaldatori LHS 410 SF a fase singola con volume d’aria<br />

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30_31_ART LEISTER.indd 30 29/06/21 09:34


macchine<br />

maggiore sono disponibili nella versione<br />

a 230V con potenza 2000W,<br />

3600W e 4400W, e nella versione a<br />

400V con potenza 4400W e 5500W.<br />

VERSIONI A DOPPIA FLANGIA<br />

I riscaldatori LHS 210 DF e LHS 410 DF<br />

sono a doppia flangia, il che li rende<br />

adatti all’installazione in sistemi industriali<br />

di riscaldamento dell’aria mediante<br />

tubazioni. Grazie alle loro caratteristiche<br />

tecniche possono essere<br />

facilmente installati in forni di pre-riscaldo,<br />

essiccazione, o termo-retrazione.<br />

Per le versioni “DF” ovvero “a doppia<br />

flangia” sono disponibili le stesse taglie<br />

in termini di potenza e tensione<br />

della versione a singola flangia.<br />

ANCHE CON RICIRCOLO D’ARIA CALDA<br />

Nelle versioni LHS 210 SF-R e LHS 410<br />

SF-R, la “R” sta per “ricircolo”. Questi<br />

riscaldatori sono infatti stati progetta-<br />

ti appositamente per i processi industriali<br />

dove è possibile e conveniente<br />

riciclare l’aria calda. Il design a doppia<br />

flangia li rende compatibili con installazione<br />

in sistemi a tubazione. Inoltre<br />

grazie ad un particolare accorgimento<br />

costruttivo che isola termicamente la<br />

parte elettrica, i riscaldatori DF-R possono<br />

lavorare con aria in ingresso ad<br />

alte temperature, fino a 350°C. In un<br />

mondo sempre più sensibile agli sprechi<br />

e quindi interessato ad un uso “intelligente”<br />

ed oculato dell’energia,<br />

questi riscaldatori offrono interessanti<br />

opportunità di impiego.<br />

DESIGN COMPATTO E FACILITÀ<br />

DI COLLEGAMENTO<br />

Se l’aspetto che per primo colpisce di<br />

questi riscaldatori è il design compatto<br />

che ne permette l’installazione in impianti<br />

dagli spazi contenuti, questo non<br />

è l’unico vantaggio di LHS. Anche il col-<br />

I riscaldatori<br />

LHS 210 e LHS<br />

410 possono<br />

essere a una<br />

o due flange: grazie<br />

alle dimensioni<br />

contenute è<br />

possibile installarli<br />

anche in processi<br />

dove lo spazio<br />

è limitato<br />

legamento alla rete elettrica è semplificato<br />

dal design accuratamente studiato.<br />

Inoltre, la connessione dell’alloggiamento<br />

è collocata al di fuori del flusso di aria<br />

calda. Questo presenta due vantaggi:<br />

l’aria fluisce attraverso il riscaldatore senza<br />

ostacoli e senza perdite apprezzabili<br />

di pressione. Inoltre, la connessione<br />

dell’alloggiamento è protetta dal surriscaldamento,<br />

il che vuol dire che è possibile<br />

lavorare con temperature dell’aria<br />

in entrata fino a 350°C (versione R).<br />

Riepilogando, i principali vantaggi dei<br />

riscaldatori LHS 210 e 410 sono:<br />

• un design compatto per l’installazione<br />

in impianti industriali con spazi ristretti;<br />

• un facile collegamento all’alimentazione<br />

elettrica;<br />

• adatti a innumerevoli processi industriali<br />

che implicano temperature fino<br />

a 650°C;<br />

• flusso d’aria ininterrotto attraverso il<br />

riscaldatore, senza perdite di pressione;<br />

• temperatura dell’aria in ingresso fino<br />

a 350°C;<br />

• LHS 210/410 SF and SF-R: compatibili<br />

con l’ampia gamma di ugelli Leister;<br />

• LHS 210/410 DF and DF-R: adatti per<br />

l’integrazione in sistemi di tubazioni;<br />

• LHS 210/410 SF-R and DF-R: il ricircolo<br />

dell’aria calda permette di risparmiare<br />

energia e denaro;<br />

• LHS 210/410 SF-R and DF-R: l’isolamento<br />

in ceramica protegge la connessione<br />

elettrica dalle temperature elevate<br />

e dal riflusso di aria calda.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

31<br />

30_31_ART LEISTER.indd 31 29/06/21 09:34


macchine<br />

Minipan ha ottenuto<br />

la certificazione “Materiali<br />

e Oggetti a Contatto<br />

con gli Alimenti”,<br />

confermando il suo<br />

impegno verso qualità,<br />

rispetto delle normative<br />

di sicurezza e sostenibilità.<br />

E ha inaugurato un nuovo<br />

stabilimento autonomo<br />

sotto il profilo energetico.<br />

MACCHINE PER IL BAKERY<br />

CERTIFICATE MOCA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Bruno Fusari,<br />

presidente e<br />

direttore generale<br />

di Minipan<br />

Nel 2020, ICIM Spa ha rilasciato a Minipan,<br />

azienda costruttrice di macchine per il settore<br />

bakery, la certificazione volontaria<br />

MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con<br />

gli Alimenti): un passaggio significativo a<br />

conferma dell’impegno dell’azienda ravennate<br />

nel fare impresa in modo responsabile<br />

e sostenibile, che mette la sicurezza<br />

al primo posto, ben oltre il semplice rispetto<br />

delle normative. Con l’occasione, ne è<br />

uscito il ritratto di un’eccellenza italiana in<br />

grado di competere nel mondo grazie all’applicazione<br />

costante di ricerca e innovazione.<br />

ALTA TECNOLOGIA PER PRODOTTI DA FORNO<br />

Minipan nasce nel 1957 a Massa Lombarda (RA) come<br />

costruttore di macchine per panifici, conosciuta fin dagli<br />

anni Sessanta per il brevetto del macchinario<br />

che automatizzava il processo dello<br />

schiacciamento nella realizzazione delle<br />

crocette, il pane ferrarese.<br />

Nel tempo, Minipan ha ampliato la produzione<br />

con soluzioni sempre più performanti<br />

come, ad esempio, la prima macchina<br />

brevettata per la realizzazione dei<br />

taralli adottata, nel tempo, da un’infinità<br />

di produttori pugliesi. Dalla metà degli<br />

anni Ottanta, l’azienda inizia a sviluppare<br />

una spiccata capacità di ricerca per la costruzione di macchine<br />

speciali per il settore bakery – personalizzate e a<br />

elevata automazione – fino alla realizzazione di linee produttive<br />

complete.<br />

Oggi le linee industriali e le macchine Minipan danno<br />

forma a pane (ciabatta artigianale, baguette, pan baulet-<br />

32<br />

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32_34_ART MINIPAN.indd 32 29/06/21 09:51


macchine<br />

tire la sicurezza da contaminazioni<br />

per contatto in tutti i passaggi degli<br />

alimenti all’interno delle macchine.<br />

Oltre a essere progettati secondo le<br />

buone pratiche di fabbricazione<br />

(GMP), i prodotti Minipan si avvalgono<br />

di uno studio di clean design che<br />

prevede un facile accesso a tutte le<br />

componenti a contatto con gli alimenti,<br />

per agevolare al massimo le<br />

operazioni di manutenzione e pulizia.<br />

Inoltre, dopo aver conseguito la certificazione<br />

ISO9001 per i Sistemi di<br />

Gestione della Qualità nel 2000,<br />

Minipan ha intrapreso lo scorso anno il<br />

percorso di certificazione volontaria<br />

MOCA - Materiali e Oggetti a Contatto<br />

di Alimenti secondo lo schema proprietario<br />

di ICIM Spa, riconosciuto da<br />

Accredia: un requisito necessario per<br />

chi, come Minipan, opera nel settore<br />

alimentare con serietà e competenza,<br />

perché permette di dimostrare, attrato,<br />

pane da sandwich, tramezzino,<br />

fette biscottate, pane da hamburger<br />

e hot dog, basi pizza, piadine e tigelle,<br />

pane e crocette ferraresi e molto<br />

altro), snack salati di ogni tipo (dal<br />

grissino ai crackers, dai taralli ai decorati<br />

con semi e spezie, ecc.), biscotti<br />

(macchine colatrici e tagliafilo) e a<br />

una linea importante di prodotti senza<br />

glutine.<br />

L’85% delle macchine e degli impianti<br />

Minipan è destinato al mercato estero:<br />

principalmente Europa, Usa, ma<br />

anche Brasile e Australia dove, proprio<br />

in questi mesi, si sta finalizzando la<br />

messa in opera di un impianto in grado<br />

di produrre fino a 2.500 kg/h di<br />

pane ad altissima idratazione con un<br />

processo di lievitazione naturale.<br />

Minipan si contraddistingue nello<br />

scenario competitivo per la capacità<br />

di adattare la macchina da progettare<br />

alla ricetta del cliente, sempre comprensibilmente<br />

preoccupato di vedere<br />

i propri prodotti snaturati<br />

dall’automazione: nel processo, infatti,<br />

entrano in gioco non solo gli<br />

ingredienti ma anche, e soprattutto,<br />

il macchinario che, secondo la filosofia<br />

di Minipan, deve essere progettato<br />

nel totale rispetto dei processi desiderati<br />

dal cliente e dei tempi<br />

necessari per una lievitazione naturale.<br />

Il ciclo produttivo potrà risultare<br />

più lungo, ma il risultato sarà eccezionale:<br />

meno chimica tra gli ingredienti<br />

(lieviti, additivi, conservanti ecc.),<br />

meno costi per le materie prime di<br />

produzione e il vanto di un’etichetta<br />

“pulita” per l’azienda cliente.<br />

All’interno del laboratorio di ricerca<br />

Minipan, la progettazione di una<br />

macchina o di un impianto ad alto<br />

contenuto tecnologico e innovativo<br />

tiene in considerazione tutti gli input<br />

del cliente anche attraverso l’utilizzo<br />

di macchine pilota e modelli digitali<br />

3D (realizzati con i software di<br />

Autodesk, partner strategico di<br />

Minipan dal 2005). E sono proprio le<br />

innovazioni tecnologiche ad aver<br />

contrassegnato la crescita dell’azienda<br />

nel corso degli anni, come ad<br />

esempio il primo impianto per i grissini<br />

progettato nel 1996.<br />

Oggi si realizzano prototipi in 3D e<br />

impianti pilota che offrono enormi<br />

potenzialità nell’affinare la progettazione<br />

delle macchine in ogni particolare,<br />

realizzando anche linee industriali<br />

assolutamente customizzate. Grazie<br />

alla tecnologia digital twin, inoltre, è<br />

possibile fornire un’esperienza immersiva<br />

dell’impianto, che viene riprodotto<br />

virtualmente nella sede del cliente<br />

offrendo la possibilità di una vera e<br />

propria formazione all’utilizzo dei<br />

macchinari prima ancora che vengano<br />

installati e consegnati.<br />

L’aspetto della sostenibilità, sempre<br />

più richiesto e sentito dal mercato, è<br />

al centro della ricerca Minipan per<br />

produrre macchinari sempre più performanti<br />

nelle loro prestazioni, efficienti<br />

nell’ambito degli scarti di produzione<br />

e sempre operativi nel<br />

totale rispetto dell’ambiente e della<br />

sicurezza.<br />

Lavorando nell’industria alimentare<br />

è, inoltre, fondamentale poter garan-<br />

Linee per la<br />

produzione pane<br />

francese<br />

Linea per la<br />

produzione<br />

di focaccia<br />

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33<br />

32_34_ART MINIPAN.indd 33 29/06/21 09:51


macchine<br />

Un ente di certificazione per la trasformazione industriale<br />

ICIM Spa è un ente di certificazione indipendente che fa parte di ICIM Group, polo di competenze<br />

fondato da Anima Confindustria. ICIM opera nella certificazione di: sistemi – qualità, ambiente e<br />

sicurezza sul lavoro – nei settori della meccanica, termoidraulica, impiantistica, automotive; sicurezza<br />

antieffrazione e antincendio; figure professionali; energie rinnovabili e efficienza energetica.<br />

Possiede, inoltre, competenze specifiche nella valutazione di sostenibilità in diversi settori: ciclo di<br />

vita dei prodotti, edifici, biocarburanti, standard per la responsabilità sociale ed è stato la prima<br />

Agenzia d’Ispezione Autorizzata ASME in Italia. Oggi ICIM si propone come l’ente di certificazione di<br />

riferimento in ambito trasformazione industriale e Industria 4.0. Aderisce, infine, a IQNet, circuito<br />

internazionale di organismi di certificazione.<br />

Nell’ambito della sicurezza alimentare, oltre alla “Certificazione di prodotto MOCA”, ICIM propone lo<br />

schema di “Certificazione prodotti e componenti a contatto con acqua potabile” (accreditato Accredia,<br />

che anticipa la revisione della Drinking Water Directive europea) e i servizi di certificazione secondo<br />

la ISO 22000, lo standard internazionale volontario per la certificazione dei Sistemi di Gestione<br />

della Sicurezza Alimentare (SGSA).<br />

verso l’attestazione di un ente terzo, il<br />

rispetto di tutte le normative di sicurezza<br />

alimentare.<br />

Sempre in ambito sostenibilità<br />

Minipan ha inaugurato lo scorso<br />

anno un nuovo stabilimento che ha<br />

portato all’autonomia dal punto di<br />

vista energetico e creato nuovi ambienti<br />

per il pieno benessere dei 50<br />

collaboratori, ad esempio, grazie alle<br />

grandi vetrate con vista sulle campagne.<br />

Nell’ambito di un articolato programma<br />

di riduzione dell’impatto<br />

ambientale l’azienda è ora, inoltre,<br />

completamente plastic free.<br />

che alle verifiche di un ente terzo<br />

indipendente – l’applicazione di<br />

buone pratiche di fabbricazione e il<br />

rispetto dei requisiti di sicurezza e<br />

conformità. Il campo di applicazione<br />

delle disposizioni sui MOCA riguarda<br />

aziende che producono macchinari<br />

e apparecchiature per la lavorazione,<br />

Reparto<br />

di produzione<br />

La nuova sede di<br />

Minipan a Massa<br />

Lombarda (RA)<br />

è stata portata<br />

all’autonomia<br />

energetica e<br />

ospita ambienti<br />

confortevoli per i<br />

50 operatori<br />

la preparazione, il trasporto, la conservazione<br />

e la somministrazione di<br />

cibi e bevande, i materiali che possono<br />

prevedibilmente venire a contatto<br />

con i prodotti alimentari, nonché<br />

utensili e attrezzi di vario tipo<br />

utilizzati nel vending e nel catering<br />

equipment, imballaggi per alimenti,<br />

inclusi quelli attivi e intelligenti, materiali<br />

e oggetti a contatto con l’acqua<br />

per il consumo umano (post<br />

punto di erogazione).<br />

La Certificazione MOCA permette,<br />

inoltre, di svolgere audit integrati con<br />

i più comuni Sistemi di Gestione per<br />

la Qualità (ad esempio ISO 9001,<br />

14000, 22000 ecc).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

SICUREZZA E QUALITÀ DEI MOCA<br />

Lo schema di certificazione MOCA<br />

- Materiali e Oggetti a Contatto con<br />

gli Alimenti messo a punto da ICIM<br />

e accreditato da Accredia permette<br />

alle aziende del settore foodtech di<br />

avere uno strumento unico per poter<br />

dimostrare al mercato – grazie an-<br />

34<br />

www.interprogettied.com<br />

32_34_ART MINIPAN.indd 34 29/06/21 09:51


componenti<br />

PASSACAVI CON DOPPIA<br />

OPZIONE DI MONTAGGIO<br />

RIVESTIMENTO SUPERFICIALE<br />

PER IMPIANTI ALIMENTARI<br />

Con il nuovo KEL-DPZ-Click di Icotek è possibile<br />

far passare fino a 78 cavi attraverso un<br />

solo foro. La nuova piastra passacavi ha due<br />

diverse opzioni di montaggio.<br />

Il KEL-DPZ-Click è disponibile per forature<br />

metriche standard M25, M32, M40, M50 e<br />

M63. A seconda della versione selezionata,<br />

è possibile far passare fino a 78 cavi attraverso<br />

un foro, offrendo così un passaggio<br />

cavi estremamente compatto. Il tipo di fissaggio<br />

viene deciso dall’utente e può essere<br />

in qualsiasi momento modificato durante il<br />

processo di installazione. Le opzioni di montaggio<br />

disponibili sono fissaggio con un<br />

controdado (spessore della parete fino a 11<br />

mm) o innesto a scatto (spessore della parete<br />

1 - 2,5 mm).<br />

Con i prodotti KEL-DPZ-Click compatti, piatti<br />

e ibridi, i cavi negli alloggiamenti degli<br />

armadi di controllo, nei sistemi e nelle macchine<br />

possono essere instradati e sigillati<br />

fino a IP68. Inoltre i sistemi Click possono<br />

essere installati frontalmente senza la necessità<br />

di accedere e fissare dal retro con una<br />

ghiera (installazione mediante scatto). Il tipo<br />

di installazione può essere determinato dagli<br />

utenti stessi, a seconda della classe di<br />

protezione IP richiesta. Retrofit e assistenza<br />

possono essere eseguiti facilmente in qualsiasi<br />

momento con il nuovo sistema Click.<br />

A seconda del tipo di installazione, il KEL-<br />

DPZ-Click garantisce diverse classi di protezione<br />

certificate IP65, IP66 e IP68, RINA,<br />

HL3, Ecolab e molte altre.<br />

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Oggi, impianti e sistemi dell’industria<br />

alimentare presentano<br />

un elevato livello di automazione.<br />

Ma cosa succede se una<br />

bottiglia cade dalla linea di imbottigliamento<br />

o se una confezione<br />

di zuppa istantanea si<br />

incastra nello scivolo del nastro<br />

e si lacera? Ogni situazione che<br />

comporta l’arresto degli impianti<br />

implica costi elevati e<br />

perdita di tempo. Per questo, è<br />

necessario che i componenti delle macchine, che siano<br />

in movimento o particolarmente soggetti a usura, abbiano<br />

un coefficiente d’attrito ridotto. Per rendere i<br />

deflettori in lamiera, gli scivoli metallici o altri componenti<br />

con geometrie complesse più resistenti all’usura,<br />

igus ha sviluppato un nuovo materiale di rivestimento<br />

pensato appositamente per l’impiego nelle tecnologie<br />

alimentari. Il polimero ad alte prestazioni IC-05 è conforme<br />

alle direttive FDA e ai regolamenti UE10/2011 ed<br />

è quindi idoneo per il contatto con gli alimenti. Grazie<br />

al suo colore blu il materiale è rilevabile. Permette di<br />

ridurre significativamente il coefficiente d’attrito dei<br />

componenti rivestiti aumentandone la durata d’esercizio<br />

e, di conseguenza, aumenta la disponibilità degli<br />

impianti. Infine migliora la sicurezza dei prodotti e abbassa<br />

i costi. E non servono lubrificanti. Il materiale in<br />

polvere può essere spruzzato sui componenti da rivestire<br />

dal cliente stesso oppure da igus. È possibile prevedere<br />

rivestimenti di spessore compreso tra 60 e 120<br />

µm. “Usare un rivestimento superficiale sulle parti in<br />

movimento, e quindi soggette a usura, è particolarmente<br />

vantaggioso nei punti in cui non vi è spazio per un<br />

cuscinetto”, spiega Stefan Loockmann-Rittich, responsabile<br />

della divisione cuscinetti iglidur in igus GmbH.<br />

I test di laboratorio mettono in evidenza una durata<br />

d’esercizio quattro volte maggiore. Igus ha testato la<br />

durata delle parti in movimento nel laboratorio di prova<br />

aziendale di 3.800 metri quadrati a Colonia. Sono state<br />

effettuate diverse prove, con varie configurazioni,<br />

mettendo a confronto un componente rivestito con<br />

IC-05 e un componente di forma identica rivestito con<br />

il materiale standard IC-01. Il materiale conforme FDA<br />

si è rivelato superiore con una durata d’esercizio quattro<br />

volte maggiore. Oltre a IC-05, igus propone altri cinque<br />

materiali di rivestimento, per esempio per applicazioni<br />

ad alte temperature o con un’elevata resistenza agli<br />

agenti chimici.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

35<br />

35_35_NEWS COMPONENTI.indd 35 30/06/21 15:26


automazione<br />

Per cogliere i frutti della<br />

trasformazione industriale<br />

occorre non solo adattare<br />

i sistemi acquisiti alla<br />

specificità della propria<br />

produzione, ma anche<br />

attuare un cambio<br />

di paradigma.<br />

Se ne è parlato<br />

a “We Love talking”,<br />

l’incontro on line<br />

organizzato da SPS Italia.<br />

Foto Synthesis<br />

di Eva<br />

De Vecchis<br />

DIGITALE: NON BASTA SPENDERE,<br />

CI VUOLE UNA STRATEGIA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

36<br />

Nel corso del quarto incontro di “We Love Talking”, l’iniziativa<br />

on-line promossa da SPS Italia, si è discusso dei<br />

benefici della digital trasformation all’interno della filiera<br />

agroalimentare.<br />

Sviluppare una strategia di digitalizzazione e soluzioni<br />

integrate specifiche per l’industria alimentare e delle bevande<br />

può portare infatti a molti vantaggi. Una supply<br />

chain resiliente consente di adattarsi ai cambiamenti,<br />

adeguarsi alle normative in continua evoluzione, ridurre<br />

gli sprechi, eliminare le inefficienze e i tempi di inattività,<br />

migliorando i processi di sviluppo di nuovi prodotti e aumentando<br />

la produttività. Ma la digitalizzazione non si<br />

compra a peso e nel percorso che ogni azienda del food<br />

& beverage deve considerare ci sono anche dei rischi e<br />

delle riflessioni sulle proprie strategie.<br />

Alla base di tutto questo però c’è la sicurezza, che non è<br />

solo quella dei cibi, ma anche quella digitale.<br />

I BENEFICI DELLA DIGITAL TRANSFORMATION<br />

Nel corso dell’incontro si è parlato dell’importanza della<br />

digital trasformation all’interno della filiera del<br />

Food&Beverage, di come cambiano i processi e di quali<br />

siano i nuovi vantaggi.<br />

Il primo fra tutti potrebbe essere la precisione. In un settore<br />

di prodotti delicati e suscettibili ai cambiamenti climatici,<br />

l’evoluzione al 4.0 vuol dire trattare nel modo più accurato<br />

possibile alimenti fragili come la frutta e gli ortaggi.<br />

Il primo esempio tangibile è quello di Unitec, azienda produttrice<br />

di impianti, macchine, tecnologie e linee innovative<br />

per la lavorazione di frutta e verdura.<br />

“Unitec si occupa del comparto ortofrutticolo, soprattutto<br />

le ciliegie, da cui parte il business dell’azienda”, ha spiegato<br />

Paolo Pasini, HR Department Development Unitec.<br />

“Spesso, parlando di innovazione si immaginano situazioni<br />

legate alla meccanica o elettronica: per il settore del<br />

www.interprogettied.com<br />

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automazione<br />

F&B, invece, grazie alla forte accelerazione<br />

tecnologica del comparto, c’è<br />

molto di più”.<br />

Unitec ha competitor sparsi per tutta<br />

Europa (soprattutto in Germania,<br />

Francia e Olanda). Questa sfida internazionale,<br />

insieme alle richieste dei<br />

clienti che volevano maggiore precisione,<br />

innovazione e performance, ha<br />

spinto l’azienda ad investire sempre di<br />

più nel 4.0.“Ciò che più conta nel settore<br />

di frutta e verdura è la precisione”,<br />

prosegue Pasini. “Si tratta di<br />

prodotti delicati ed è necessario fare<br />

attenzione al grado di maturazione e<br />

allo stato del prodotto”.<br />

Ma la forza di Unitec sta anche nel<br />

progettare e produrre il 100% delle<br />

proprie tecnologie, soprattutto la<br />

parte legata allo sviluppo di algoritmi,<br />

software dedicati e reti. Tra le varie<br />

novità quella della computer vision è<br />

senza dubbio la più adatta al settore<br />

del food, soprattutto al segmento<br />

della frutta di piccole dimensioni<br />

come ciliegie e mirtilli, prodotti che<br />

devono essere ispezionati nei minimi<br />

dettagli. Altro grande passo avanti è<br />

quello garantito dall’intelligenza artificiale<br />

che caratterizza ogni macchinario,<br />

ormai capace di adattarsi ai<br />

differenti prodotti che deve trattare.<br />

Infine, un approccio tecnologico su<br />

cui Unitec punta molto è quello che<br />

riguarda la manutenzione predittiva.<br />

“Abbiamo la necessità di essere costantemente<br />

in comunicazione con i<br />

nostri macchinari, e al contempo con<br />

il cliente, grazie alla possibilità di prevedere<br />

eventuali malfunzionamenti e<br />

di metterlo nelle condizioni di gestire<br />

al meglio la linea produttiva”, ha concluso<br />

Pasini.<br />

Non bisogna scordare, infatti, che nel<br />

settore agroalimentare, dove il fattore<br />

stagionale e climatico è spesso determinante,<br />

anche un breve fermomacchina<br />

può costituire un grave<br />

problema per l’intera produzione. Si<br />

pensi alla stagione delle ciliegie, che<br />

dura soli 45 giorni durante i quali<br />

ogni interruzione rischia di essere deleteria.<br />

VERSO UNA SUPPLY CHAIN INTEGRATA<br />

La deperibilità delle merci e la necessità<br />

di conservarle pongono al settore<br />

alimentare una serie di importanti sfide<br />

tecniche e logistiche. Così ha introdotto<br />

il fenomeno dell’industria 4.0<br />

nell’industria del Food&Beverage<br />

Lorenzo Mastrangelo, R&D Manager<br />

di ICAM: “Abbiamo riscontrato i benefici<br />

soprattutto per il controllo e per<br />

la gestione della supply chain, che<br />

deve diventare il più possibile integrata.<br />

Non a caso il focus delle nuove<br />

tecnologie si sta spostando anche verso<br />

la digitalizzazione dell’intero flusso<br />

e verso la possibilità, da parte del produttore,<br />

di entrare in contatto con il<br />

consumatore finale. In questo modo<br />

verrebbe digitalizzata una serie di passaggi<br />

necessari, permettendo all’azienda<br />

di diventare sempre più consumer<br />

friendly”.<br />

Su questo punto è d’accordo anche<br />

Giancarlo Carlucci, Ecostruxure Plant<br />

Marketing Manager di Schneider<br />

Electric, secondo il quale l’importanza<br />

di mettere in collegamento le tecnologie<br />

con le richieste dei clienti è uno<br />

dei fattori principali offerti dalla digitalizzazione.<br />

“La spinta in questo<br />

senso è fornita dal fenomeno dell’anticontraffazione,<br />

che può essere aiutata<br />

proprio con lo sviluppo del 4.0.<br />

Per esempio, monitorare il percorso<br />

del prodotto e accertarsi che il produttore<br />

abbia fornito una materia<br />

prima ottimale, valutare la sua trasformazione,<br />

il processo di produzione<br />

della supply chain nella GDO fino<br />

al consumatore finale: ecco, tutto<br />

questo processo si può monitorare<br />

attraverso i sistemi in Cloud”.<br />

VALUTARE LE COMPETENZE<br />

Ma se la digitalizzazione è imprescindibile,<br />

a cambiare deve essere prima di<br />

tutto l’approccio che bisogna avere<br />

verso il suo utilizzo.<br />

“Noi ci occupavamo di 4.0 quando<br />

ancora non sapevamo si chiamasse<br />

così”, ha dichiarato nel corso di “We<br />

Love Talking” Daniele Ferrari, OT<br />

Manager Engineering Dept.<br />

di Parmalat. “Bisogna però evitare<br />

che la rincorsa allo sviluppo porti a<br />

perdere di vista la propria mission. Lo<br />

stesso utilizzo massiccio della digitalizzazione<br />

rischia di condurre l’azienda<br />

ad utilizzare le tecnologie non più<br />

come mezzo ma come fine ultimo”.<br />

È pur vero che la tecnologia è cresciuta<br />

in maniera talmente esponenziale<br />

da permettere una vastissima quantità<br />

di operazioni, ma è importante capire<br />

a che prezzo e con quali competenze<br />

si vuole intraprendere il percorso (perché<br />

di percorso si tratta) verso la digital<br />

transformation. Si hanno delle figure<br />

professionali in azienda o sono comunque<br />

reperibili al di fuori? Si hanno<br />

gli strumenti adeguati per supportare<br />

e sopportare lo sviluppo? C’è anche<br />

questo da chiedersi. “Noi in Parmalat,<br />

per esempio, abbiamo portato avanti<br />

un progetto di gemello digitale quando<br />

ci siamo accorti che un’azienda<br />

come la nostra doveva mettere al primo<br />

posto altre priorità, ed ecco dov’è<br />

la difficoltà: trovare il giusto momento<br />

e gli strumenti adeguati, anche quando<br />

si parla di nuove tecnologie”.<br />

Quando parliamo di digitalizzazione<br />

dunque, parliamo di un vero e proprio<br />

processo culturale. “È per questo che<br />

ad ogni impresa che voglia sperimentarsi<br />

in questo senso servirebbe prima<br />

di tutto una guida illuminata che possa<br />

portare l’azienda verso la digitalizzazione”,<br />

ha concluso Daniele Ferrari.<br />

“Ciò di cui ha bisogno l’azienda sono<br />

figure trasversali capaci di controllare<br />

e analizzare grandi masse di dati. Ma<br />

questa capacità di abbracciare più<br />

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automazione<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

competenze non è da tutti e spesso<br />

chi analizza i dati non conosce le tecnologie<br />

e viceversa, generando una<br />

realtà fatta a compartimenti stagni”.<br />

In questo senso si possono delineare<br />

tre elementi dai quali può dipendere<br />

la cultura aziendale: processi, persone<br />

e tecnologie (in quanto capaci di<br />

supportare processi e persone).<br />

Cambiare l’approccio al business e<br />

scegliere i giusti partner sono quindi<br />

la base per iniziare il percorso verso il<br />

digitale.<br />

Utilizzare il 4.0 non vuol dire solo utilizzare<br />

la tecnologia, ma intraprendere<br />

un vero e proprio cambio di paradigma.<br />

Molte aziende del settore non<br />

hanno ancora compreso a fondo<br />

questo aspetto e credono che basti lo<br />

strumento per ottenere l’evoluzione.<br />

I RISCHI DEL PERCORSO<br />

La conversione digitale è frutto di un<br />

processo che all’inizio può essere complicato<br />

e rischioso. Per questo motivo<br />

tutte le imprese del settore dovrebbero<br />

armarsi di buon senso e di studi<br />

appropriati che permettano loro di<br />

conoscere questi rischi e di procedere<br />

attraverso strategie calcolate e studiate<br />

a tavolino. Non basta comprare i<br />

macchinari per potersi definire un’azienda<br />

tecnologicamente avanzata.<br />

La situazione italiana, da questo punto<br />

di vista, è molto variegata. Ci sono<br />

aziende che hanno raggiunto un<br />

buon grado di digitalizzazione e altre<br />

che devono accelerare. Ma il 4.0 è<br />

una necessità, un obiettivo concreto<br />

per ogni realtà che non può solo limitarsi<br />

alla ricerca. A confermarlo è stato<br />

Giorgio Santandrea, Head of<br />

Food&Beverage Vertical Market di<br />

Digital Industries Siemens. “Il sistema<br />

alimentare è variegato: le aziende<br />

italiane, in particolare, mostrano livelli<br />

di sviluppo tecnologico molto diversi<br />

tra loro e necessitano perciò di protocolli<br />

specifici prima di attivare la<br />

digitalizzazione”.<br />

Avere chiaro l’obiettivo che si vuole<br />

raggiungere attraverso un percorso di<br />

ammodernamento tecnologico è<br />

dunque fondamentale.<br />

“In questo modo si possono trovare<br />

partner, finanziamenti per il progetto e<br />

per la formazione, ma anche modalità<br />

di performance contracting: è quindi<br />

importante capire bene perché l’azienda<br />

vuole digitalizzarsi”, ha suggerito<br />

Santandrea. “Non bisogna scordare<br />

che il settore del Food&Beverage è diverso<br />

da molti altri proprio a causa della<br />

sua varietà. Le stesse capacità di investimento<br />

dell’alimentare sono a volte<br />

inferiori rispetto a quelle di altri settori<br />

dove la digitalizzazione è probabilmente<br />

più evoluta, come l’automotive”.<br />

Altro aspetto da considerare è il fattore<br />

umano. L’operatore, per esempio,<br />

deve poter approcciarsi ai macchinari<br />

con fiducia e serenità e, viceversa, i<br />

macchinari dovrebbero essere pensati<br />

per adattarsi a chi li gestisce.<br />

“Se così non fosse si rischierebbe di<br />

escludere le persone dai percorsi di<br />

cambiamento”, ha commentato<br />

Fabio Massimo Marchetti, vicepresidente<br />

di ANIE Automazione. “Le persone<br />

devono fare parte del 4.0, rimanere<br />

al centro ed essere messi nelle<br />

condizioni di poter accrescere le proprie<br />

competenze utilizzando tecnologie<br />

abilitanti: questo permette, soprattutto<br />

alle PMI, di attivare un percorso<br />

di evoluzione digitale”.<br />

Per diventare competitive le aziende<br />

del settore devono conoscere la direzione<br />

e conoscere ancor di più le proprie<br />

capacità, al fine di non creare sistemi<br />

o sottodimensionati o<br />

sovradimensionati rispetto alle proprie<br />

effettive possibilità.<br />

SICUREZZA A 360 GRADI<br />

A rappresentare il filo conduttore<br />

dell’incontro è stato, in definitiva, il<br />

tema della sicurezza. Soprattutto in un<br />

momento come questo, colpito duramente<br />

dalla crisi sanitaria e investito<br />

dall’accelerazione digitale, è importante<br />

che sistemi semplici, dinamici e<br />

intuitivi siano al servizio delle singole<br />

aziende per supportarle e informarle<br />

sulle potenzialità e i rischi della tecnologia.<br />

La sicurezza, soprattutto quella<br />

alimentare che ci riguarda tutti, riguarda<br />

la capacità del settore di monitorare<br />

al meglio cibi e bevande, di tracciarli,<br />

di evitare le frodi, ottenendo di<br />

conseguenza anche un vantaggio<br />

competitivo.<br />

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strumentazione<br />

CONTROLLO DI PROCESSO PER PRODOTTI LATTIERO-CASEARI “SENZA LATTOSIO”<br />

Il latte delattosato o HD (High<br />

Digestible) e i prodotti derivati,<br />

sono alimenti ottenuti industrialmente<br />

al fine di consentire<br />

ai soggetti deficienti in lattasi di<br />

consumare il latte vaccino senza<br />

incorrere nella tipica sintomatologia<br />

gastro-intestinale<br />

dell’intolleranza al lattosio.<br />

R-Biopharm ha sviluppato un<br />

metodo semplice e preciso per<br />

estrarre in acqua e dosare in<br />

modo selettivo il lattosio in<br />

tracce in diverse matrici delattosate,<br />

basato sull’utilizzo di kit<br />

enzimatici stabili e pronti all’uso.<br />

Possono essere utilizzati<br />

con l’ausilio di un fotometro e<br />

di fogli di calcolo per i risultati,<br />

oppure in alternativa con analizzatori<br />

automatici quali:<br />

• i-Magic M9 (multi-parametrico),<br />

che testa in modo simultaneo<br />

più campioni (60-80 test/<br />

ora) e più parametri sullo stesso<br />

campione (zuccheri semplici,<br />

acidi organici, alcoli e molti altri<br />

componenti quali urea, ammoniaca,<br />

colesterolo, nitrati, ecc.),<br />

riducendo di molto il costo per<br />

singola analisi.<br />

• Rida ® Cube Scan (mono-parametrico),<br />

fornisce risultati accurati<br />

in meno di 15 minuti (produttività<br />

analitica di circa 4 test/<br />

ora). Lavora con cuvette di reazione<br />

mono-test; l’operatore<br />

deve pipettare soltanto il campione<br />

in cuvetta e lo strumento<br />

gestisce tutte le altre operazioni.<br />

Il limite di quantificazione, pari<br />

a 20 ppm (0,002%) è ben al di<br />

sotto del limite di legge (0.1%)<br />

e delle soglie più restrittive fissate<br />

da alcuni produttori (claim<br />

“lactose free < 0.01%”).<br />

Nel latte delattosato la concentrazione<br />

di lattosio viene ridotta<br />

di circa il 70% rispetto alla<br />

concentrazione iniziale, impieg<br />

a n d o l a t t a s i d a l i e v i t i<br />

(Kluyveromyces fragilis<br />

o Saccharomyces lactis) oppure<br />

fungine (Aspergillus niger,<br />

Rhizopus oryzae), con una efficienza<br />

di idrolisi che dipende da<br />

svariati fattori (pH e temperatura<br />

del processo, grado di purezza<br />

degli enzimi).<br />

Per tale motivo, dosare tracce<br />

di lattosio in alimenti delattosati<br />

è, oggi, una esigenza molto<br />

sentita da aziende lattiero-casearie<br />

al fine di monitorare il<br />

proprio processo produttivo e<br />

garantire la sicurezza di prodotti<br />

dichiarati lactose-free.<br />

SENSORI PER L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE<br />

R S C o m p o n e n t s , m a rc h i o c o m m e rc i a l e d i<br />

Electrocomponents plc, partner globale di soluzioni omnichannel<br />

per clienti e fornitori industriali, ha annunciato un<br />

ampliamento della gamma di sensori del suo marchio RS<br />

PRO, offrendo così ai clienti una scelta ancora più completa<br />

per le applicazioni di automazione industriale.<br />

I sensori di prossimità a ultrasuoni e i sensori a fibra ottica<br />

sono stati aggiunti per completare l’offerta di sensori di<br />

prossimità fotoelettrici (a sbarramento, a riflessione e a<br />

diffusione), sensori di prossimità induttivi e sensori capacitivi,<br />

già disponibili. A seconda della tecnologia del sensore<br />

selezionato, i prodotti RS PRO possono essere utilizzati<br />

per rilevare un’ampia gamma di materiali tra cui<br />

metalli, plastica, carta, liquidi, polveri e particelle. Sono<br />

ideali per l’incorporazione in sistemi di qualità e verifica:<br />

ad esempio, per contare con precisione le unità, rilevare la<br />

presenza o l’assenza di un oggetto o misurare parametri<br />

come pressione, flusso e viscosità.<br />

Le applicazioni vanno dall’automazione, ai laboratori, al<br />

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food and beverage, all’imballaggio<br />

automatizzato e ai magazzini di distribuzione.<br />

Oltre a queste integrazioni, la gamma RS PRO<br />

comprende un’ampia selezione di celle di carico,<br />

encoder rotativi, termocoppie, interruttori per sensori<br />

e cavi. Figurano anche accessori essenziali come le<br />

staffe di montaggio e sensori tester per interruttore. Questa<br />

offerta consente ai responsabili della progettazione e/o della<br />

manutenzione di potersi rifornire agilmente dei componenti<br />

da un unico fornitore per soddisfare le loro esigenze<br />

in tema di automazione.<br />

Tutti i prodotti RS PRO sono sottoposti a test secondo gli<br />

esigenti standard internazionali, per assicurare qualità, durata<br />

e collaudo. Riportano il sigillo di approvazione RSP PRO<br />

e sono dotati di una garanzia di tre anni così da garantire<br />

qualità, affidabilità e durata necessarie per operare efficacemente<br />

in ambienti industriali. La gamma estesa di sensori<br />

RS PRO viene ora distribuita da RS a livello globale.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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packaging<br />

LA BOTTIGLIA SCULTURA CHE CATTURA L’ESSENZA DELL’ACQUA<br />

Un formato inedito progettato dall’architetto<br />

Lorenzo Palmeri che propone forme, assenze,<br />

trasparenze ed incisioni, una bottiglia<br />

scultura che cattura l’essenza dell’acqua, un<br />

nuovo tappo, un’etichetta non etichetta: iF<br />

Design Award <strong>2021</strong> assegna il Design<br />

Excellence alla bottiglia in vetro Chiarella<br />

Symposion 0,70 per la categoria packaging.<br />

Un progetto che è anche una interpretazione<br />

del mondo quello proposto dal designer e<br />

progettista Lorenzo Palmeri che nel disegnare<br />

la nuova bottiglia in vetro spoglia il contenitore<br />

di ogni contenuto superfluo per svelate<br />

l’acqua: la limpidezza, le caratteristiche<br />

intrinseche di perfetto bilanciamento di sali<br />

minerali, la leggerezza.<br />

iF Design Award dal 1954 è uno dei premi di<br />

design più prestigiosi al mondo, un attestato<br />

di eccellenza nella progettazione internazionale;<br />

oltre 10.000 le opere candidate provenienti<br />

da 52 diversi paesi per l’edizione del<br />

<strong>2021</strong>, la più grande di sempre. Un comitato<br />

internazionale composto da 98 giurati ha scelto<br />

le soluzioni progettuali più innovative e<br />

premiato un progetto unico: la bottiglia in<br />

vetro Chiarella Symposion 0,70.<br />

“Dopo esserci confrontati con regole, materiali,<br />

filiere e un ciclo produttivo particolarmente<br />

lungo come quello del vetro, insieme a Lorenzo<br />

Palmeri abbiamo voluto andare oltre e misurarci<br />

con riconoscimenti che avessero uno spettro<br />

di pubblico internazionale”, ha raccontato<br />

Andrea Vaccani, amministratore delegato<br />

Acque Minerali Val Menaggio.“Consapevoli<br />

che il nostro progetto propone una forte novità<br />

estetica e concettuale abbiamo scelto iF<br />

Design Award per la sua autorevolezza e visibilità<br />

europea ed extra europea, orgogliosi di<br />

poter competere ai più alti livelli”.<br />

Un premio motivato per il design, la qualità<br />

progettuale, l’estetica e l’innovazione ma<br />

anche per la capacità di armonizzarsi con le<br />

regole della filiera e del processo produttivo<br />

di una bottiglia in vetro. “Il design della bottiglia<br />

instaura una relazione tattile con l’utente,<br />

grazie alla forma affusolata al centro e<br />

all’etichetta in rilievo alla base che risolve il<br />

problema dello scuffing. Eventuali segni di<br />

consumo del vetro a rendere che si trasformano<br />

in un vantaggio estetico quando la<br />

naturale usura del vetro fa sì che la luce filtrante<br />

sia maggiormente rifratta alla base<br />

della bottiglia”, recita la motivazione.<br />

Un presidio del territorio dell’eccellenza e del<br />

design proprio del DNA di Chiarella sin dalle<br />

origini e che accompagna la visione della terza<br />

generazione al timone dell’azienda.<br />

“Parteciperemo ad altri concorsi nazionali ed<br />

internazionali, focalizzandoci su premi che<br />

hanno un’autorevolezza pari all’iF Design<br />

Award”, ha sottolineato Andrea Vaccani,<br />

anima del progetto Chiarella Symposion.<br />

“Sicuramente questo premio conferma che<br />

le intuizioni di Lorenzo e dell’azienda sono<br />

corrette, e che la strada intrapresa è quella<br />

giusta. Con Lorenzo stiamo sviluppando un<br />

progetto pluriennale di rebranding con la<br />

creazione di nuovi formati e con lo sviluppo<br />

di quelli esistenti, con un punto fermo intorno<br />

a cui ruotare: creare valore al prodotto e<br />

alla sua narrazione”.<br />

UN ADESIVO COMPOSTABILE PER IL FOOD PACKAGING<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

C.O.I.M. Spa, multinazionale italiana che produce specialità chimiche dal 1962, presenta un nuovo<br />

adesivo compostabile a base solvente per il food packaging, dotato dei certificati OK compost<br />

Industrial e Seedling di TÜV Austria e BPI (Biodegradable products institute) per il mercato americano.<br />

“Il nuovo adesivo Novacote NE 810 S + CE 510 è il risultato di un investimento in ricerca e sviluppo<br />

che ha coinvolto l’intero team R&D di Coim, con l’obiettivo di offrire una soluzione compostabile<br />

per il food packaging flessibile”, ha commentato Maddalena Boara, R&D Manager Novacote di<br />

Coim. “Impiegato con film certificati compostabili, consente ai nostri clienti di produrre imballaggi<br />

al 100% compostabili, senza sostituire né modificare gli impianti esistenti”.<br />

“Il nuovo adesivo compostabile sviluppato da Coim è una innovazione fondamentale per i<br />

nostri clienti che desiderano proporre soluzioni più eco-friendly per il food packaging”, ha<br />

spiegato Mauro Masperi, Business Manager Divisione Adesivi e Coating di Coim. “I test effettuati<br />

hanno confermato le eccellenti prestazioni del prodotto, che va a soddisfare un mercato<br />

in costante crescita”.<br />

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packaging<br />

BUONE PROSPETTIVE PER L’INDUSTRIA DEL CONFEZIONAMENTO<br />

Le aspettative per il <strong>2021</strong> sono positive<br />

per l’industria del packaging: i dati del<br />

primo trimestre segnano infatti uno<br />

scatto delle vendite con una variazione<br />

di fatturato rispetto a marzo 2020 del<br />

+9,2%. Risultato frutto di una notevole<br />

crescita del mercato interno che segna<br />

un +28,8% mentre il mercato estero<br />

consolida un +4,9%.<br />

Buone le prospettive, dunque, dopo un<br />

2020 in calo per il mercato dei costruttori<br />

italiani di macchine per il packaging che hanno rallentato la crescita,<br />

sia sul mercato domestico sia sull’export, con un fatturato complessivo<br />

di 7.639 milioni di euro. Le performance positive di alcuni<br />

importanti settori clienti, tra i quali il Food, hanno comunque mitigato<br />

le perdite di fatturato. Il mercato dei costruttori italiani di macchine per<br />

il packaging è calato del 6,8% in Italia, per un valore assoluto di 1.574<br />

milioni di euro e l’export, storico punto di forza del settore, ha contribuito<br />

complessivamente per 6.065 milioni di euro, flettendo del 4,5%<br />

rispetto all’esercizio precedente.<br />

Per comprendere il peso del settore Food all’interno di questo comparto<br />

è necessario analizzare il 2019, che ha chiuso con un fatturato di<br />

oltre 8.040 milioni di euro. Il food è stato<br />

predominante, assorbendo il 29,6%<br />

del fatturato totale, pari a 2.377 milioni<br />

di euro; di questi il 73% deriva dall’export.<br />

Per quanto riguarda le aree geografiche,<br />

i dati mostrano l’Unione<br />

Europea come primo mercato di destinazione<br />

con un fatturato di oltre 635<br />

migliaia di euro.<br />

Concentrando l’attenzione sul mercato<br />

europeo della carne, le prospettive di<br />

vendita per i costruttori di tecnologie nel periodo <strong>2021</strong>-2024 mostrano<br />

segno positivo con un atteso +1,9% pari a 194.476 milioni di euro;<br />

tendenza invertita, invece, per quanto riguarda la carne trasformata,<br />

in leggera flessione dell’0,5% con 109.135 milioni di euro. Se il mercato<br />

europeo mostra tendenze contrastanti, non è così per quello<br />

mondiale, dove i due segmenti si allineano invece con il segno positivo,<br />

con un +4% per il prodotto fresco, per un valore complessivo di<br />

814.436 milioni di euro, e un +0,6% per la carne processata pari ai<br />

268.512 milioni di euro.<br />

(Fonte: Dati elaborati da Ipack Ima Business Monitor in collaborazione<br />

con MECS)<br />

UN IMBALLAGGIO SOSTENIBILE PER L’ESPRESSO ITALIANO<br />

Goglio, uno dei principali player<br />

in Europa nel packaging flessibile,<br />

supporta il passaggio a materiali<br />

green di Segafredo<br />

Zanetti, produttore di Espresso<br />

in Italia e nel mondo, che sta<br />

adottando per tutti i propri prodotti<br />

imballi multistrato pronti al<br />

riciclo e a minor impatto ambientale<br />

rispetto alle soluzioni di<br />

confezionamento contenenti<br />

alluminio attualmente utilizzate<br />

nel mondo del caffè.<br />

“Da oltre 50 anni Goglio sviluppa<br />

per Segafredo Zanetti soluzioni<br />

di confezionamento studiate<br />

per preservare inalterate<br />

nel tempo la qualità, l’aroma e<br />

la freschezza del caffè”, ha spiegato<br />

Alessandro Caretti, direzione<br />

commerciale EMEA/Sud<br />

America di Goglio Spa. “Siamo<br />

orgogliosi di intensificare ora la<br />

nostra collaborazione con un<br />

grande e ambizioso obiettivo:<br />

produrre in maniera sostenibile<br />

e trovare le migliori soluzioni di<br />

packaging eco-compatibili che<br />

tengano conto delle esigenze<br />

del Pianeta e della sempre crescente<br />

sensibilità ambientale dei<br />

consumatori”.<br />

Attenta agli sviluppi del mercato<br />

e ai cambiamenti sociali e ambientali,<br />

da alcuni anni Goglio ha<br />

iniziato a sviluppare nuove soluzioni<br />

di confezionamento ecocompatibili<br />

come i packaging<br />

realizzati con processi produttivi<br />

che riducono l’emissione di CO 2<br />

fino al 40% e l’impiego di materiali<br />

a cui è possibile dare una<br />

nuova vita attraverso il riciclo. I<br />

nuovi imballi studiati da Goglio<br />

rappresentano una novità per il<br />

mondo del caffè perché, a differenza<br />

delle tradizionali soluzioni<br />

di confezionamento adottate<br />

dalle aziende del comparto, non<br />

contengono alluminio.<br />

Si tratta di confezioni che possono<br />

essere composte da un<br />

laminato poliolefinico – ottenuto<br />

accoppiando una struttura<br />

di polipropilene e una struttura<br />

di polietilene – oppure monomateriale,<br />

di solo polietilene o<br />

polipropilene. In entrambi i<br />

casi, l’assenza di alluminio consente<br />

il recupero nella plastica<br />

dell’imballo, che diversamente<br />

sarebbe smaltito come rifiuto<br />

indifferenziato. Oltre a rispettare<br />

il pianeta i nuovi imballi garantiscono<br />

ottimi livelli di conservazione<br />

e protezione del<br />

prodotto.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

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41<br />

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indagine di mercato<br />

È in continuo aumento<br />

il numero degli additivi<br />

presenti sul mercato<br />

internazionale,<br />

che nel 2020 ha<br />

raggiunto il valore<br />

di 36,9 miliardi di<br />

dollari, con un tasso<br />

medio di crescita<br />

di oltre il 6%.<br />

Gli addensanti/<br />

stabilizzanti<br />

rappresentano la fetta<br />

maggiore sia dei sintetici<br />

sia dei naturali.<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

ADDITIVI: IN AUMENTO I PRODOTTI<br />

E I CAMPI DI APPLICAZIONE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

42<br />

È importante definire che cosa si intende per additivi alimentari<br />

e le tipologie di prodotti prese in considerazione nel<br />

definire le dimensioni del mercato.<br />

La definizione di additivo alimentare nei paesi della Comunità<br />

Europea è riportata nel Regolamento (CE) n. 1333/2008:<br />

“Qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come<br />

alimento in sé e non utilizzata come ingrediente caratteristico<br />

di alimenti, con o senza valore nutritivo, la cui aggiunta<br />

intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico nella<br />

fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel<br />

trattamento, nell’imballaggio, nel trasporto o nel magazzinaggio<br />

degli stessi, abbia o possa presumibilmente avere per<br />

effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti diventino, direttamente<br />

o indirettamente, componenti di tali alimenti”.<br />

Secondo il Food & Nutrition Board degli Stati Uniti, è definito<br />

additivo alimentare “qualsiasi sostanza, o miscela di sostanze,<br />

diversa dagli alimenti di base, che si ritrovi nell’alimento<br />

pronto per il consumo a seguito dei vari trattamenti<br />

connessi con la produzione, la lavorazione, la conservazione<br />

ed il confezionamento dello stesso”.<br />

In generale si tratta pertanto di prodotti che vengono aggiunti<br />

agli alimenti in piccole quantità per esaltarne alcune<br />

caratteristiche funzionali, e non vanno confusi con gli ingredienti<br />

alimentari che costituiscono l’essenza dell’alimento<br />

stesso: vengono piuttosto aggiunti agli ingredienti in proporzioni<br />

e quantità ben definite. In generale gli additivi servono<br />

a preservare la freschezza degli alimenti contro fenomeni<br />

degradativi, o per migliorare le caratteristiche<br />

sensoriali o estetiche degli alimenti, pertanto sono definiti<br />

additivi funzionali: sono sostanze presenti in quasi tutti gli<br />

alimenti, ad eccezione degli alimenti base (per esempio l’olio<br />

vergine di oliva).<br />

Sono esclusi, in linea di massima, gli adiuvanti di processo (o<br />

additivi tecnologici), usati per facilitare la lavorazione degli<br />

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indagine di mercato<br />

Figura 1 - Mercato mondiale degli additivi per industria alimentare:<br />

2010 – 2020<br />

Tabella 1 - Mercato mondiale degli additivi<br />

alimentari sintetici suddiviso per classi di prodotti:<br />

anno 2020<br />

IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2010 - 2020:<br />

Totale additivi: + 6,4%<br />

Additivi sintetici: + 6,1%<br />

Additivi naturali: + 7,2%<br />

Fonte: analisi incrociata industrie alimentari – industrie produttrici di additivi<br />

Tipologia di additivo per funzione Milioni $<br />

Addensanti / stabilizzanti 11.985<br />

Edulcoranti 1.585<br />

Coloranti 1.380<br />

Emulsionanti 1.920<br />

Sostituti dei grassi (1)<br />

Ns<br />

Conservanti 1.720<br />

Antiossidanti 1.690<br />

Acidulanti 3.060<br />

Altri 2.910<br />

Totale 26.250<br />

(1)<br />

Anche la margarina (un grasso modificato)<br />

è stata ormai sostituita da oli e grassi naturali<br />

Fonte: analisi incrociata industrie alimentari –<br />

industrie produttrici di additivi<br />

alimenti senza avere alcuna funzione<br />

specifica sull’alimento finito, anche se<br />

in qualche caso un coadiuvante di processo<br />

può avere riflessi anche sulle caratteristiche<br />

dell’alimento finito.<br />

Sono pure esclusi gli aromi e le fragranze,<br />

in quanto considerati una tipologia<br />

di prodotti con caratteristiche peculiari,<br />

spesso utilizzati a sé stanti, e che pertanto<br />

non rientrano nella definizione<br />

legislativa di “additivi”.<br />

LE PRINCIPALI CATEGORIE<br />

Il mercato mondiale degli additivi alimentari<br />

ha raggiunto nel 2020 il valore<br />

di 36,9 miliardi di dollari, segnando un<br />

tasso di crescita del 6,4% medio annuo<br />

nell’arco dell’ultimo decennio (figura 1):<br />

È interessante rilevare che il mercato<br />

degli additivi naturali rappresenta attualmente<br />

solo circa il 29% del mercato<br />

globale degli additivi alimentari, ma ha<br />

registrato, nell’arco di tempo considerato,<br />

un tasso di crescita più elevato rispetto<br />

agli additivi di origine sintetica.<br />

Gli additivi alimentari si possono classificare<br />

in alcune macro-categorie<br />

principali:<br />

- addensanti/stabilizzanti: si tratta di<br />

sostanze che aumentano la densità e<br />

la consistenza di un prodotto alimentare,<br />

e ne stabilizzano le proprietà chimico-fisiche<br />

nel tempo. Possono essere<br />

sintetici o semisintetici (per esempio<br />

carbossimetilcellulosa E466), oppure<br />

naturali: acido alginico (E400), gelatine<br />

(E411), caseine, gomma xantano<br />

(E415), gomma arabica (E414), gomma<br />

di gellano (E418), gomma di tara<br />

(E417), gomma di karaya (E416), pectina<br />

(E440), agar - agar (E410) ecc;<br />

- edulcoranti: sostanze utilizzate per<br />

conferire un sapore dolce agli alimenti;<br />

sono spesso utilizzati anche come dolcificanti<br />

da tavola. Gli edulcoranti di<br />

origine sintetica più comuni sono<br />

aspartame (E951), saccarina e saccarinati<br />

(E954), ciclamato di sodio (E952),<br />

acesulfame K (E950), maltitolo (E965).<br />

Tra gli edulcoranti naturali quello più<br />

importante è la stevia. Spesso gli edulcoranti<br />

sono oggetto di discussioni<br />

circa i loro possibili effetti sulla salute<br />

umana, ma si tratta il più delle volte di<br />

casi di non facile soluzione o di motivazioni<br />

infondate, e spesso di carattere<br />

speculativo o concorrenziale;<br />

- coloranti: sostanze che conferiscono<br />

un colore e particolari caratteristiche<br />

cromatiche ad un alimento, oppure gli<br />

Il mercato degli<br />

additivi naturali<br />

rappresenta<br />

attualmente solo<br />

circa il 29% del<br />

mercato globale<br />

degli additivi<br />

alimentari, ma ha<br />

registrato un tasso<br />

di crescita più<br />

elevato rispetto<br />

agli additivi di<br />

origine sintetica<br />

(Foto Conger<br />

Design - Pixabay)<br />

restituiscono o esaltano la colorazione<br />

originaria. L’utilizzo più importante è<br />

nella colorazione di bevande. Anche i<br />

coloranti possono essere artificiali (quali<br />

la tartrazina e i coloranti azoici come<br />

il giallo tramonto E110), oppure naturali<br />

(carotenoidi, clorofilla, betalaine,<br />

caramello, clorofilla ecc);<br />

- emulsionanti: sostanze che rendono<br />

possibile la formazione o il mantenimento<br />

di una miscela omogenea di fasi<br />

tra loro immiscibili (per esempio acqua<br />

e olio) in un prodotto alimentare; consentono<br />

inoltre di ridurre il contenuto<br />

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indagine di mercato<br />

Figura 2 - Mercato mondiale degli additivi alimentari sintetici suddiviso<br />

per classi di prodotti (in %): anno 2020<br />

Tabella 2 - Mercato mondiale degli additivi<br />

alimentari naturali suddiviso per classi di prodotti:<br />

anno 2020<br />

Tipologia di additivo per funzione Milioni $<br />

Addensanti / stabilizzanti 2.860<br />

Edulcoranti 290<br />

Coloranti 1.045<br />

Emulsionanti 1.060<br />

Sostituti dei grassi 1.280<br />

Conservanti 485<br />

Antiossidanti 800<br />

Acidulanti 1.060<br />

Enzimi 1.380<br />

Altri 390<br />

Totale 10.650<br />

Fonte: analisi incrociata industrie alimentari –<br />

industrie produttrici di additivi<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

di grassi negli alimenti. Anche gli emulsionanti<br />

possono essere di due tipi:<br />

sintetici (quali i mono e di-gliceridi, il<br />

calcio stearoil lattitato, il propilen-glicole<br />

monostearato, gli esteri del sorbitano,<br />

gli esteri acetici, i polisorbati, il sodio<br />

lauril-solfato), oppure naturali, di<br />

cui il più importante è la lecitina di soia,<br />

ottenibile da oli vegetali;<br />

- sostituti dei grassi: sono a base di lipidi,<br />

carboidrati e proteine;<br />

- conservanti: sostanze che prolungano<br />

la durata di conservazione dell’alimento,<br />

proteggendolo dal deterioramento<br />

provocato dalla presenza di microorganismi,<br />

e/o dalla proliferazione di microorganismi<br />

patogeni. Anch’essi possono<br />

essere sintetici (come sorbati,<br />

propionati, benzoati) oppure naturali,<br />

quali estratto di rosmarino, oli, natamicina,<br />

conosciuta anche come piramicina<br />

(E235): quest’ultima è ammessa<br />

dalla Normativa Europea solo in formaggi<br />

e salumi secchi, imponendo<br />

inoltre che non sia presente ad una<br />

profondità superiore a 5 mm sotto la<br />

crosta del formaggio;<br />

- antiossidanti: anch’essi servono a prolungare<br />

la conservazione dell’alimento,<br />

in questo caso proteggendolo dal deterioramento<br />

provocato dal processo di<br />

ossidazione, quale l’irrancidimento e la<br />

variazione di colore. Numerosissimi<br />

sono gli antiossidanti utilizzati nell’industria<br />

alimentare: tra i sintetici si citano, a<br />

titolo di esempio, acido ascorbico (E300)<br />

e ascorbati (E301, E302, E304), eritorbato<br />

di sodio (E318), e numerosi altri.<br />

Molti antiossidanti di origine sintetica<br />

comunque sono ancora oggetto di discussione<br />

sotto il profilo salutistico da<br />

parte della UE. Tra gli antiossidanti naturali<br />

si citano vitamina C, tocoferolo naturale<br />

componente della vitamina E,<br />

polifenoli, carotenoidi, luteina. Fino a<br />

qualche tempo fa gli antiossidanti sintetici<br />

erano largamente impiegati nell’industria<br />

alimentare; oggi, pur rappresentando<br />

ancora la quota più consistente<br />

del mercato, vengono sempre più sostituiti<br />

da quelli di origine naturale;<br />

- enzimi: per “enzima alimentare” s’intende<br />

un prodotto ottenuto da vegetali,<br />

animali o microrganismi o prodotti<br />

derivati, nonché un prodotto ottenuto<br />

Foto Pexels - Pixabay<br />

Il Food & Nutrition<br />

Board degli<br />

Stati Uniti<br />

definisce additivo<br />

alimentare<br />

“qualsiasi<br />

sostanza, o miscela<br />

di sostanze,<br />

diversa dagli<br />

alimenti di base,<br />

che si ritrovi<br />

nell’alimento<br />

pronto per il<br />

consumo<br />

a seguito dei<br />

vari trattamenti<br />

connessi con<br />

la produzione,<br />

la lavorazione, la<br />

conservazione ed<br />

il confezionamento<br />

dello stesso”<br />

mediante un processo di fermentazione.<br />

A livello comunitario finora solo due<br />

enzimi, l’invertasi (E1103) e il lisozima<br />

(E1105), sono stati autorizzati nell’ambito<br />

degli additivi alimentari e soggetti<br />

pertanto a norme di etichettatura;<br />

- acidulanti o acidificanti: sono sostanze<br />

che aumentano l’acidità di una bevanda<br />

(sono usati soprattutto nelle<br />

bevande non alcooliche e soft drink) o<br />

di un altro alimento (per esempio del<br />

condimento), conferendo inoltre altre<br />

caratteristiche positive, quali ottimizzare<br />

il gusto del prodotto, e preservare<br />

l’alimento da possibili attacchi da microbi,<br />

fungere da agente chelante,<br />

gelatinizzante, coagulante ecc. Gli<br />

agenti acidificanti più usati nell’industria<br />

alimentare e delle bevande sono<br />

acido citrico (E330), acido fosforico<br />

(E338), e acido ascorbico (vitamina C);<br />

- altri vari: tra cui agenti schiumogeni<br />

e antischiumogeni, esaltatori di sapidità<br />

(come glucammato monosodico,<br />

inosinato), antiagglomeranti (riducono<br />

la tendenza delle singole particelle<br />

ad aderire l’una all’atra), gelificanti,<br />

umidificanti (impediscono l’essiccazione<br />

degli alimenti), lievitanti (liberano<br />

gas aumentando il volume dell’alimento)<br />

ecc.<br />

Sia tra gli additivi sintetici che naturali,<br />

gli agenti addensanti/stabilizzanti rap-<br />

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indagine di mercato<br />

Tabella 3 - Mercato mondiale degli additivi<br />

alimentari per area geografica: anno 2020<br />

Figura 3 - Mercato mondiale degli additivi alimentari naturali<br />

suddiviso per classi di prodotti (in %): anno 2020<br />

Area geografica / paese Milioni $<br />

Nord America, di cui: 10.540<br />

. USA 9.560<br />

. Canada 980<br />

America Latina, di cui 2.290<br />

. Brasile 910<br />

. Messico 560<br />

. altri paesi 820<br />

Europa Occidentale 9.060<br />

Europa dell’Est 910<br />

CSI, di cui: 1.040<br />

. Russia 660<br />

. altri paesi 380<br />

Asia – Pacifico, di cui: 11.120<br />

. Giappone 1.610<br />

. Cina 6.150<br />

. India 710<br />

. Sud Corea 490<br />

. altri paesi 2.160<br />

Africa 840<br />

Medio Oriente. Di cui: 1.100<br />

. Turchia 400<br />

. altri paesi 700<br />

Totale mondo 36.900<br />

Fonte: analisi incrociata industrie alimentari – industrie<br />

produttrici di additivi<br />

presentano la fetta più consistente del<br />

mercato globale degli additivi per industria<br />

alimentare (tabelle 1 e 2).<br />

L’ASIA SUPERA IL NORDAMERICA, MA GLI<br />

USA SONO ANCORA IL PRIMO MERCATO<br />

Il mercato asiatico ha superato ormai<br />

quello nord americano, confermandosi<br />

il maggior mercato mondiale: in<br />

Cina, maggior mercato asiatico per<br />

dimensioni e secondo al mondo dopo<br />

quello USA (tabella 3), gli standard<br />

qualitativi comunque, se non in alcuni<br />

casi, sono ancora ben lontani dagli<br />

standard qualitativi occidentali.<br />

Il settore degli additivi alimentari è in<br />

continua evoluzione, ed attrae investimenti<br />

ed iniziative di lancio di nuovi<br />

prodotti: alcuni esempi:<br />

- la società Cargill Inc ha lanciato sul<br />

mercato un nuovo tipo di estratto di<br />

carragenina (gelatina ad uso alimentare,<br />

così chiamata perché originaria della<br />

località irlandese Carragheen), col<br />

marchio Satiagel TM . La carragenina<br />

veniva estratta originariamente solo da<br />

muschio irlandese, mentre attualmente<br />

è ottenibile da molte specie di alghe<br />

marine. Cargill Inc aggiunge così un<br />

altro prodotto alla vasta gamma di carragenina<br />

che già è in grado di offrire,<br />

partendo da una gamma molto ampia<br />

di alghe del gruppo Gigartinales.<br />

Inoltre, la società ha lanciato la Red<br />

Seaweed Promise TM , un programma<br />

finalizzato a potenziare la coltivazione<br />

di alghe rosse, fornendo anche supporti<br />

di vario tipo (di training, strutturale<br />

ecc) ai coltivatori e alle comunità locali,<br />

per preservare l’ambiente marino;<br />

- la società Tate & Lyle PLC, ha lanciato<br />

sul mercato una specie particolare di<br />

zucchero a bassissimo contenuto calorico,<br />

di nome allulose, uno zucchero<br />

raro che si trova in natura. L’allulose ha<br />

la stessa formula chimica del fruttosio<br />

e del glucosio, ma con gli atomi di ossigeno<br />

e di idrogeno disposti in maniera<br />

diversa; tale differente disposizione<br />

è quella che permette di ottenere una<br />

notevole riduzione di calorie. Il prodotto<br />

viene ottenuto con processo di conversione<br />

enzimatica del fruttosio del<br />

mais: ha il 70% del potere dolcificante<br />

dello zucchero, ma fornisce solo circa<br />

un decimo delle calorie dello zucchero.<br />

Come per molti altri sostituti dello zucchero,<br />

la raccomandazione della FDA<br />

è quella di usarlo con una certa cautela,<br />

cioè in dosi non massive;<br />

- la società giapponese Nippon<br />

Shokubai ha acquisito una società certificata<br />

Halal, che le ha permesso di inserire<br />

nel proprio portafoglio prodotti<br />

una serie di acidi organici come additivi.<br />

Dal termine arabo halal, che significa<br />

lecito, la certificazione Halal serve ad<br />

attestare che i prodotti delle filiere agroalimentari,<br />

dei cosmetici, dei prodotti<br />

chimici e farmaceutici, dei prodotti per<br />

la cura del corpo e della salute, del settore<br />

finanziario e assicurativo, i processi<br />

industriali, di trasformazione, compreso<br />

la certificazione del packaging,<br />

siano conformi alle norme etiche ed<br />

igienico sanitarie della legge e della dottrina<br />

dell’Islam, quindi commercializzabili<br />

in tutti i Paesi di religione islamica.<br />

Nel settore alimentare la certificazione<br />

Halal garantisce che i cibi non solo siano<br />

conformi alle normative italiane ed<br />

europee in tema di igiene e sicurezza,<br />

ma siano preparati secondo le regole<br />

islamiche. I requisiti per ricevere questa<br />

certificazione sono: l’assenza di sostanze<br />

non conformi, la non contaminazione,<br />

la separazione delle linee produttive<br />

appunto allo scopo di evitare<br />

qualsiasi tipo di contaminazione, la<br />

tracciabilità, l’etichettatura e il logo<br />

Halal, il sistema qualità e la formazione.<br />

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indagine di mercato<br />

Figura 4 - Mercato mondiale degli additivi alimentari per area<br />

geografica (in %): anno 2020<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

Tabella 4 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli additivi<br />

alimentari: 2020 – 2024 (1)<br />

Tipologia di additivo Miliardi $ IMA% (2)<br />

2020 2024<br />

Additivi sintetici 26,25 32,22 + 5,3<br />

Additivi naturali 10,65 14,38 + 7,8<br />

Totale 36,90 46,60 + 6,0<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2020<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2020 – 2024<br />

Fonte: consensus industrie alimentari – industria degli additivi<br />

I FATTORI DI CRESCITA<br />

E QUELLI DI RALLENTAMENTO<br />

L’evoluzione dell’industria degli additivi<br />

alimentari sarà determinata da una serie<br />

di fattori:<br />

- è in continuo aumento il numero degli<br />

additivi presenti sul mercato.<br />

Indicativamente si stima che attualmente<br />

siano disponibili commercialmente<br />

oltre 3.000 differenti compound di additivi.<br />

Di fatto si tratta di un numero che<br />

va considerato come puramente indicativo<br />

della vastità delle tipologie di<br />

prodotti esistenti, in quanto una valutazione<br />

precisa è ben difficile da fare.<br />

Infatti spesso sono sufficienti solo alcune<br />

semplici modifiche della composizione<br />

della miscela, o della disposizione<br />

degli atomi all’interno della molecola,<br />

o anche delle varianti di processo, per<br />

ottenere un prodotto definito come<br />

nuovo. Sta di fatto che comunque l’orientamento<br />

generale dei produttori è<br />

quella di fornire una gamma sempre<br />

più ampia e diversificata di additivi e<br />

composizioni, spesso formulate su richiesta,<br />

a seconda delle specifiche esigenze<br />

del cliente utilizzatore; è sempre<br />

più frequente il lancio di formulazioni di<br />

additivi polifunzionali, per cui può risultare<br />

difficile farli rientrare in una specifica<br />

classe di additivi. Un tipico esempio<br />

di additivo polifunzionale è il trealosio,<br />

uno zucchero riducente simile al saccarosio,<br />

ottenibile industrialmente tramite<br />

processo multistep per via enzimatica,<br />

partendo da dispersioni acquose di<br />

amido di mais o tapioca. Oltre ad essere<br />

usato come dolcificante (ha un potere<br />

dolcificante del 45% rispetto al sac-<br />

Indicativamente,<br />

si stima che oggi<br />

siano disponibili<br />

sul mercato oltre<br />

3.000 differenti<br />

compound di<br />

additivi<br />

carosio) svolge anche una serie di<br />

numerose altre funzioni: aumenta la<br />

resistenza dell’alimento al calore e a pH<br />

molto acidi, è un agente esaltante del<br />

sapore, è crio-protettivo, umettante,<br />

stabilizzante, agente di riempimento;<br />

- è amplissima e sempre più variegata la<br />

gamma di possibili applicazioni degli<br />

additivi funzionali: prodotti da forno,<br />

dessert, industria dolciaria e delle caramelle,<br />

industria del gelato, industria del<br />

cioccolato, industria lattiero casearia,<br />

industria delle carni, dei salumi e insaccati,<br />

industria del gelato e surgelati, industria<br />

delle salse e sughi, della maionese<br />

e della senape, industria della pasta,<br />

industria delle bevande, succhi e sciroppi,<br />

industria enologica, industria del<br />

baby food ecc. Molti additivi poi, specie<br />

se polifunzionali, possono trovare applicazioni<br />

in diversi settori alimentari;<br />

- gli stessi consumatori sono sempre<br />

più orientati alla ricerca di prodotti alimentari<br />

ad elevate performance (in<br />

termini di colore, conservazione, gusto<br />

ecc) in particolare nel segmento di mercato<br />

“premium”, uno dei fattori driver<br />

del mercato: si tratta di un segmento<br />

di mercato di dimensioni minoritarie,<br />

ma comunque a crescita più elevata e<br />

che richiede tipologie di additivi più<br />

innovativi e sofisticati;<br />

- è in aumento statisticamente provato<br />

la domanda di cibi sottoposti a processi<br />

46<br />

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Figura 5 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli additivi<br />

alimentari: 2020 - 2024<br />

di lavorazione industriale, a scapito di<br />

prodotti non lavorati, in relazione al<br />

cambiamento degli stili di vita della popolazione<br />

mondiale: cibi pronti, anziché<br />

i tradizionali cibi fatti in casa, soprattutto<br />

nei paesi ad “economia emergente”,<br />

anche se va segnalato un certo ritorno,<br />

specie da parte di donne in età non più<br />

lavorativa, al “fatto in casa”;<br />

- di pari passo con l’aumentare di mercato<br />

dei cibi pronti e del convenience<br />

food, aumenta la diffusione della GDO<br />

in tutto il mondo;<br />

- esistono comunque anche fattori di<br />

possibile, per lo meno parziale freno allo<br />

sviluppo dell’industria degli additivi alimentari<br />

funzionali. Sono stati più volte<br />

avanzati, e, in molti casi non ancora risolti,<br />

dubbi sulle possibili, eventuali conseguenze<br />

derivanti dall’uso degli additivi<br />

sulla salute umana. A questo<br />

proposito la stessa Normativa sempre<br />

più stringente emessa dalle Autorità<br />

Sanitarie nei vari paesi – la European<br />

Food and Safety Authority o EFSA e la<br />

European Union Law Food Additives in<br />

Europa, e la US FDA negli Stati Uniti –<br />

giocano un ruolo importante;<br />

- il segmento degli additivi naturali è<br />

destinato a crescere a ritmi superiori rispetto<br />

agli additivi di sintesi; va però rilevato<br />

che anche per gli additivi naturali<br />

esistono potenziali limiti di crescita: in<br />

particolare la loro scarsa solubilità, e il<br />

loro costo mediamente più elevato.<br />

Peraltro va però anche rilevato che gli<br />

additivi naturali saranno sempre più utilizzati<br />

nel segmento premium, che è<br />

quello a più alto tasso di crescita.<br />

A livello mondiale è ragionevolmente<br />

ipotizzabile un tasso di crescita del mercato<br />

degli additivi alimentari del 6%<br />

medio annuo, di poco inferiore al tasso<br />

di crescita registrato nell’arco dell’ultimo<br />

decennio, in relazione ad un tendenziale<br />

consolidamento del mercato, per arrivare<br />

ad attestarsi a 46,6 miliardi di<br />

dollari nel 2024, ma con un tasso di<br />

crescita della domanda di additivi naturali<br />

non solo superiore al tasso di crescita<br />

del mercato degli additivi sintetici<br />

(tabella 4), ma in leggera accelerazione<br />

rispetto al passato. Ciò in relazione al<br />

citato orientamento verso cibi salutistici,<br />

orientamento che tenderà addirittura a<br />

favorire i cosiddetti cibi additive-free,<br />

cioè completamente privi di additivi, il<br />

che, a sua volta, può essere considerato<br />

un potenziale fattore di freno al mercato<br />

degli additivi in genere.<br />

I paesi per i quali sono attesi i tassi di<br />

sviluppo più elevati sono:<br />

- Cina e India: va rilevato a questo proposito<br />

che, specialmente in Cina, la crescita<br />

del mercato sarà dovuta principalmente<br />

alla crescente domanda e<br />

produzione in volume di cibi sottoposti<br />

a processo industriale, crescita che però<br />

molto probabilmente non sarà accompagnata<br />

da un collaterale sviluppo in<br />

termini di standard qualitativi;<br />

- USA, dove la domanda di additivi sarà<br />

trainata da un insieme di fattori: richiesta<br />

di cibi pronti (gli americani sono tradizionalmente<br />

noti per le catene di fast<br />

food, e i sistemi di distribuzione di snack<br />

ready to use), favorevole contesto economico,<br />

innovazione di prodotto.<br />

Più problematica la situazione in generale<br />

in paesi i cui mercati presentano<br />

comunque elevate potenzialità di crescita,<br />

in considerazione del gap che ancora<br />

li separa dai paesi avanzati e dell’elevata<br />

percentuale di popolazione<br />

giovane, ma che sono attualmente<br />

pesantemente condizionati dalla problematica<br />

situazione economico-finanziaria;<br />

si pensi ad esempio a diversi paesi<br />

dell’America Latina (Brasile, Argentina,<br />

Venezuela) o alla Turchia.<br />

NORMATIVE SUGLI ADDITIVI<br />

ALIMENTARI AUTORIZZATI<br />

Gli elenchi o liste positive degli additivi<br />

alimentari sono stati istituiti con i seguenti<br />

provvedimenti comunitari:<br />

- Regolamento (UE) n. 1129/2011 che<br />

modifica l’allegato II del Regolamento<br />

(CE) n. 1333/2008 (testo consolidato<br />

al 2017);<br />

- Regolamento (UE) n. 1130/2011 che<br />

modifica l’allegato III del Regolamento<br />

(CE) n. 1333/2008;<br />

- Regolamento (UE) n. 1131/2011 che<br />

modifica l’allegato II del Regolamento<br />

(CE) n. 1333/2008 per quanto riguarda<br />

i glicosidi steviolici.<br />

Tali elenchi sono in continuo aggiornamento<br />

grazie alle nuove conoscenze<br />

scientifiche e all’evoluzione tecnologica.<br />

In Italia è stato istituito un Piano<br />

Nazionale integrato 2015-2018, per<br />

il controllo ufficiale degli additivi alimentari.<br />

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REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

HA COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Giuseppe Tamburini<br />

IMPAGINAZIONE: Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana, Rossella Rossi (www.studiograficopage.it)<br />

SANITARIETÀ<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2021</strong><br />

48<br />

RESISTENZA<br />

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CA’ FOSCARI 27<br />

CHIARELLA 40<br />

CHIMAB 3<br />

COIM 40<br />

CORONA 26<br />

DR. SHÄR 18<br />

ELECTROCOMPONENTS 39<br />

ELLAB 9<br />

ENEA 28<br />

ENOGIS 27<br />

FARAVELLI 19, 22<br />

FEDERALIMENTARE 17<br />

FERRERO 14<br />

FI EUROPE 20<br />

FLUORTECNO 1<br />

GEORG FISCHER 15<br />

GOGLIO 41<br />

GRUPPO RICICLA 23<br />

ICIM 32<br />

ICOTEK 35<br />

IGUS 35<br />

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ITALMOPA 12<br />

IVSI 13<br />

LEISTER 17, 30<br />

LR INDUSTRIES 13<br />

MECFOR<br />

3A COP.<br />

MECS 41<br />

MEDSEA 26<br />

MINIPAN 32<br />

MONDI 29<br />

MONTENEGRO 21<br />

MORTADELLA BOLOGNA IGP 14<br />

NAVHETEC 28<br />

NIEDDITAS 26<br />

NUTRISWISS 15<br />

PEPSICO 24<br />

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R-BIOPHARM 39<br />

RS COMPONENTS 39<br />

SEGAFREDO ZANETTI 41<br />

SPS 36<br />

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Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

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Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />

Finito di stampare il 28/6/<strong>2021</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />

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