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Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...

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RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 25<br />

Carlo STAGNARO<br />

Direttore Studi e Ricerche, Istituto Bruno Leoni<br />

Il percorso più appropriato che lo Stato dovrebbe<br />

seguire per formulare la Strategia Energetica è<br />

quello del “white paper”: il Governo dovrebbe predisporre<br />

un documento di indirizzo relativo alle<br />

strategie che intende seguire nel campo <strong>della</strong> politica<br />

energetica, allo scopo di farne l’oggetto di una<br />

consultazione pubblica che coinvolga il più ampio<br />

numero di stakeholder possibile.<br />

Una volta ricevute le osservazioni, l’esecutivo dovrebbe<br />

tenerne conto nel riformulare il documento,<br />

allo scopo di integrare nelle proprie<br />

politiche i suggerimenti che, a suo avviso, si sono<br />

rivelati utili. Il processo dovrebbe essere il più<br />

ampio, aperto e trasparente possibile (inclusa la “sistematizzazione”<br />

delle osservazioni e la divulgazione<br />

delle ragioni per cui alcune sono state<br />

recepite e altre rigettate).<br />

Il problema, però, è che una Strategia Energetica<br />

Nazionale non può, per varie ragioni, essere vincolante:<br />

essa è soprattutto un documento di indirizzo.<br />

In un contesto liberalizzato, non c’è spazio per alcuna<br />

forma di pianificazione dell’offerta o <strong>della</strong> domanda<br />

di energia.<br />

Lan SEN dovrebbe concentrarsi sugli aspetti di<br />

“non-mercato”: per esempio le politiche di incentivazione<br />

o il perseguimento di obiettivi extraeconomici<br />

(come quelli ambientali) allo scopo di<br />

individuare strumenti di policy che siano (a) i meno<br />

costosi possibili e (b) i meno distorsivi possibili.<br />

Chicco TESTA<br />

Managing Director, Rothschild<br />

linee e le modalità adeguate di coinvolgimento delle Regioni.<br />

- Valutare la riorganizzazione, di ruolo e funzionamento, delle<br />

Direzioni Generali dei Ministeri coinvolti (Sviluppo Economico,<br />

Ambiente, ecc).<br />

- Rivalutare, alla luce <strong>della</strong> post liberalizzazione, un nuovo indirizzo<br />

ed il ruolo dell’Autorità per Energia Elettrica e Gas.<br />

- Valutare una razionalizzazione del sistema normativo appropriato<br />

che possa facilitare i percorsi autorizzativi per le nuove<br />

infrastrutture, se del caso centralizzando alcuni iter.<br />

- Ripensare, per una valorizzazione e qualificazione, il compito<br />

di alcuni soggetti pubblici e individuare le possibili forme di collaborazione<br />

sussidiaria con i soggetti privati.<br />

Credo che il percorso principale che lo Stato dovrebbe<br />

seguire per formulare la Strategia Energetica<br />

Nazionale sia quello di fare un bilancio serio e<br />

ragionato di cosa è successo a partire dalla riforma<br />

Bersani (1996-97), di come si è modificata la situazione<br />

del nostro Paese in termini di mix energetico,<br />

di quantità di energia consumate, di vantaggi o<br />

svantaggi per i consumatori, i produttori e per le<br />

imprese. E’ necessario quindi, come punto di partenza,<br />

poter disporre di numeri e dati precisi, mettendo<br />

a disposizione di tutti gli attori coinvolti un<br />

set di informazioni quanto più possibile verificate<br />

e condivise.<br />

Lo scopo del piano energetico non è quello di fissare<br />

azioni prescrittive, ma semplicemente di mettere<br />

in funzione delle leve che orientino il<br />

comportamento di tutti gli attori, consumatori distributori<br />

e importatori nelle direzioni auspicate.<br />

Esse sono fondamentalmente tre: riduzione del<br />

prezzo del costo dell’energia, innovazione tecnologica<br />

per favorire investimenti ed innovazione e aumento<br />

del livello di sicurezza e di indipendenza<br />

energetica del Paese.<br />

L’altro problema da risolvere nel settore dell’energia<br />

è il cosiddetto“groviglio” istituzionale, cioè la<br />

sovrapposizione di competenze, la moltitudine di<br />

attori che prendono parte al processo decisionale,<br />

la poca chiarezza dei ruoli, che spesso si sovrappongono<br />

creando conflitti.<br />

Roberto TESTORE<br />

Responsabile Progetto Sicurezza, Energia e Ambiente,<br />

Assolombarda<br />

Dal punto di vista imprenditoriale, i suggerimenti<br />

per la Strategia Energetica Nazionale si articolano<br />

in sei punti.<br />

È necessaria una programmazione di medio-lungo<br />

periodo, perché non si può più fare a meno di un<br />

quadro normativo di riferimento stabile nel tempo.<br />

L’Italia è atipica nel mix di fonti di generazione di<br />

energia elettrica. Di conseguenza è inevitabile accelerare<br />

lo sviluppo di impianti a carbone pulito,<br />

che sostituiscano i sistemi produttivi vecchi, dalle<br />

performance scadenti e che ritardano lo sviluppo<br />

<strong>della</strong> carbon capture and sequestration.<br />

È opportuno concentrarsi sulle infrastrutture di<br />

rete: la burocrazia è pesante e i ritardi autorizzativi<br />

penalizzano in maniera importante i miglioramenti.<br />

Al di là delle smart grid e altre evoluzioni tecnologiche,<br />

si ritiene indispensabile procedere in maniera<br />

rapida ed efficace per strutturare una rete competitiva.<br />

Non si può convivere con situazioni atipiche<br />

e sconosciute che penalizzano il sistema nazionale<br />

e che potrebbero essere rimosse. La forte dipendenza<br />

dell’Italia dal gas naturale porta sia vantaggi<br />

che svantaggi. È fondamentale dare un impulso allo<br />

sviluppo di gasdotti e terminali di rigassificazione.<br />

Non si possono frapporre <strong>degli</strong> ostacoli alla struttura<br />

di distribuzione, ma al contrario va assecondata<br />

una scelta fatta dal Paese e che impatta anche<br />

sul resto dell’Europa.<br />

Si ringraziano in particolare<br />

Laura Ammannati – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Luigi Bodria – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Giampio Bracchi – Politecnico di Milano<br />

Angela Bracco – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Maurizio Delfanti – Politecnico di Milano<br />

Luigi De Paoli – Università Bocconi<br />

Marzio Galeotti – Università <strong>degli</strong> Studi di Milano<br />

Massimo Gallanti – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Gabriele Grea – Università Bocconi<br />

Carlo Lombardi – Fondazione EnergyLab<br />

Ennio Macchi – Politecnico di Milano<br />

Luigi Mazzocchi – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Guido Pedroni – Ricerca Sistema Energetico - RSE S.p.A.<br />

Pippo Ranci Ortigosa – Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

Marco E. Ricotti – Politecnico di Milano<br />

Lanfranco Senn – Università Bocconi<br />

Andrea Silvestri – Politecnico di Milano<br />

Coordinamento tecnico del progetto<br />

Silvio Bosetti – Fondazione EnergyLab<br />

Luca Valota – Fondazione EnergyLab<br />

Chiara Tamarindi – Fondazione EnergyLab<br />

<strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong> - 25

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