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Rivista n°56 - giugno 2012 - Ordine degli Ingegneri della Provincia ...

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RIVISTA GIUGNO_rivista ing 06/07/12 10:25 Pagina 36<br />

<strong>Rivista</strong>*<br />

dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

Approccio preliminare ai progetti e relative linee guida.<br />

Considerazioni generali.<br />

L’ingegneria ambientale.<br />

L’ingegneria ambientale è un cammino<br />

professionale che richiama un<br />

insieme di attività interdisciplinari tra<br />

loro correlate e variamente indirizzate allo<br />

studio, alla ricerca, alla progettazione, alla<br />

costruzione di opere ed infrastrutture,<br />

unità produttive, impianti, servizi generali,<br />

ecc. Attività<br />

queste sviluppate tuttavia in forme non antagoniste<br />

ed aggressive verso l'ambiente e<br />

il territorio in generale ma viceversa pensate<br />

in armonia e compatibilità con gli<br />

stessi. E' evidente come tali percorsi non<br />

siano di per sé semplici in quanto, a parte<br />

la frequente<br />

contrapposizione con la logica del business<br />

spinto, essi devono pur sempre confrontarsi<br />

con le complesse esigenze, presenti e<br />

future, di promuovere uno sviluppo socioeconomico<br />

comunque sostenibile, in parallelo<br />

con un trend evolutivo tecnologico.<br />

Ne consegue che quanto più forte sarà la<br />

pressione in atto su di un determinato ambito<br />

territoriale, tanto maggiori potranno<br />

risultare in negativo le ricadute sui valori<br />

dei parametri ambientali quali quelli riferiti<br />

principalmente agli aspetti socio-economici,<br />

naturalistici, paesaggistici, di qualità<br />

<strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> salute, ecc.<br />

E' stato quindi determinante che da decenni<br />

si sia sviluppata e maturata a livello<br />

mondiale una diffusa coscienza ambientale<br />

che progressivamente ha coinvolto molti<br />

tra i centri più autorevoli e responsabili<br />

<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> cultura internazionale.<br />

Tale orientamento ha potuto talora influire<br />

anche sulla politica dei governi più attenti<br />

alle scelte di taluni poteri economici. La<br />

36 - <strong>Rivista</strong>* dell’<strong>Ordine</strong> <strong>degli</strong> <strong>Ingegneri</strong><br />

contrapposizione in atto, spesso aspra, con<br />

gli obiettivi speculativi di questi ultimi non<br />

ha tuttavia portato ancora ad<br />

una ampia e costante condivisione di programmi<br />

ed obiettivi finalizzati alla difesa del<br />

pianeta nelle sue diverse matrici ambientali.<br />

Uno dei principi più noti <strong>della</strong> politica<br />

ambientale è quello dello sviluppo sostenibile<br />

che in termini semplici può intendersi<br />

come quella forma di sviluppo<br />

economico che comporta da parte delle<br />

generazioni di oggi uno sfruttamento corretto<br />

e responsabile delle risorse mondiali<br />

in modo da assicurarne lo sfruttamento<br />

anche da parte delle generazioni future.<br />

Per quanto questo atteggiamento possa riguardare<br />

da vicino il nostro ruolo e la nostra<br />

azione, ricordo una definizione del<br />

prof. Bozza, Rettore del Politecnico di Milano<br />

<strong>degli</strong> anni '60, che diceva appunto: "Gli<br />

ingegneri sono coloro che indirizzano la<br />

propria attività alla utilizzazione e al dominio<br />

delle forze messe a disposizione<br />

dalla natura, all'impiego razionale dei<br />

materiali naturali e artificiali, alla produzione<br />

di materiali nuovi od opportunamente<br />

modificati, allo scopo di ottenere<br />

migliori condizioni di vita individuale e sociale".<br />

Mi sembra che nella sua sinteticità questa<br />

espressione confermi, a distanza di cinquant'anni,<br />

con semplicità e chiarezza, una<br />

attualissima vocazione al progresso tesa<br />

appunto alle migliori condizioni di vita individuali<br />

e sociali quali finalità da perseguire.<br />

Di questo richiamo l'ingegnere, se<br />

vuole accreditarsi di un ruolo da protagonista<br />

attivo nella società di oggi, dovrebbe<br />

DI FLAvIO TReSOLDI<br />

opportunamente coglieme il senso nella<br />

costruzione quotidiana del proprio percorso<br />

professionale.<br />

Un particolare impegno andrebbe, tra l’altro,<br />

dedicato allo sviluppo di una cultura<br />

attenta e critica verso le scelte tecnologiche<br />

di opere ed infrastrutture che potrebbero<br />

incidere negativamente, se non<br />

filtrate progettualmente attraverso opportune<br />

griglie di valutazione ambientali, su<br />

qualità e vivibilità del territorio.<br />

Per evidenziare praticamente tali aspetti<br />

può essere utile riportarne sinteticamente<br />

una esemplificazione considerata sotto il<br />

profilo metodologico delle fasi analitiche<br />

che, a monte <strong>della</strong> progettazione vera e<br />

propria ed in parallelo temporale con il<br />

procedere <strong>della</strong> stessa, dovrebbero riguardare<br />

i diversi parametri ambientali ritenuti<br />

più critici per un determinato intervento<br />

sul territorio.<br />

A tale scopo si illustrano alcuni quadri<br />

operativi, eventi, situazioni, esigenze ecc.<br />

presenti a monte, durante e dopo gli interventi<br />

programmati.<br />

A - Va sottolineato anzitutto che numerose<br />

attività portano sempre di per sé ad<br />

impatti intrinseci alla realizzazione di un<br />

dato progetto. Tra queste va fatta una distinzione<br />

tra quelle considerate temporanee<br />

e quelle permanenti. Le prime<br />

procurano essenzialmente effetti di impatto<br />

legati alla durata dei lavori limitatamente<br />

alle fasi preparatorie e alle<br />

successive operazioni di cantiere. Dette<br />

fasi si riassumono principalmente nelle seguenti<br />

voci:

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