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Corso tecnico del suono

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Il blog <strong>del</strong>l'Ingegneria <strong>del</strong> <strong>suono</strong> - Capitolo 13. Suono live<br />

http://audiosonica.blog.excite.it/permalink/60444 (3 di 17)14/09/2004 22.45.29<br />

Schema dei collegamenti in una situazione live<br />

Si tratta di uno schema semplificativo che comunque fornisce<br />

una visione di insieme <strong>del</strong> funzionamento e dei vari<br />

collegamenti che vengono realizzati.<br />

Cominciamo a vedere come viene organizzato il palco. La<br />

prima cosa da fare è prelevare i segnali (microfonici o di<br />

linea) che vengono prodotti dai musicisti. Sul palco è presente<br />

un elemento denominato splitter box (comunemente:<br />

ciabatta) che ha la funzione di raccogliere tutti i segnali<br />

presenti sul palco e smistarli verso altre destinazioni in più<br />

copie. Le due copie che ci servono come si vede dalla figura<br />

sono destinate una al mixer di palco e una al mixer di sala.<br />

Dunque in una situazione live sono presenti sempre almeno<br />

due mixer: il mixer di sala, come si può immaginare, serve<br />

per realizzare il mix che alimenterà l'impianto di diffusione<br />

principale (più eventuali impianti di ritardo); il mixer di palco<br />

viene utilizzato per fornire ai musicisti sul palco un ascolto<br />

personalizzato dei suoni da essi prodotti. Come si può vedere<br />

dalla figura ogni musicista sul palco ha uno o due monitor<br />

dedicati. Questi monitor (detti anche spie) servono da<br />

riferimento ad ogni musicista per ascoltare se stesso e gli<br />

altri. Immaginate per esempio il batterista che si trova alle<br />

spalle <strong>del</strong> cantante e che oltretutto si trova già sommerso dai<br />

suoni che egli stesso produce. Per permettere al batterista di<br />

ascoltare gli altri musicisti, tra cui il cantante, viene<br />

predisposto un monitor (per i batteristi anche due) che viene<br />

alimentato da un segnale generato attraverso il mixer di<br />

palco. Sul mixer di palco, dove arrivano in ingresso tutti i<br />

segnali dal palco, è possibile creare una serie di mix diversi,<br />

tipicamente uno per ogni musicista. Questo nasce dal fatto<br />

che ogni musicista ha diverse esigenze di ascolto, per<br />

esempio un batterista ha necessità di sentire soprattutto il<br />

<strong>suono</strong> <strong>del</strong> bassista piuttosto che la voce <strong>del</strong> cantante o la<br />

chitarra solista.<br />

Dunque i mixer da concerto hanno la caratteristica di poter<br />

creare un buon numero di mix separati destinati ai vari<br />

monitor presenti sul palco. In situazioni live ristrette (molto<br />

ristrette) è possibile utilizzare un solo mixer che assolve alle<br />

funzioni di mixer di palco e mixer di sala<br />

contemporaneamente. I segnali <strong>del</strong> palco, attraverso lo<br />

splitter, vengono inoltrati anche al mixer di sala. Sarà su<br />

quest'ultimo che il front of house engineer (l'ingegnere <strong>del</strong><br />

<strong>suono</strong> che sta di fronte al palco, da noi il fonico di sala)<br />

eseguirà il mix che andrà ad alimentare l'impianto (in inglese<br />

il sistema di altoparlanti dedicato alla diffusione <strong>del</strong> <strong>suono</strong><br />

nella sala viene chiamato P.A. - Public Address - e per<br />

semplicità nel seguito si adotterà questa denominazione).<br />

Dunque si vede come il mix che arriva all'impianto <strong>del</strong>la sala<br />

e i mix presenti sul palco siano completamente indipendenti.<br />

Vediamo ora più in dettaglio la catena dei collegamenti al

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