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IL LINGUAGGIO DELLA LIRICA D'AMORE - Liberta' Educazione ...

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Il primo componimento è una ballata, o “canzone a ballo”, di endecasillabi, con rime<br />

ABABBX per la strofa, XX per la ripresa. L’ultima parola del componimento, giardino,<br />

coincide con l’ultima della ripresa.<br />

Vi sono pochi enjambements ( vv.1-3-6-7-13-14-17-30 ); da notare alcuni versi spezzati (<br />

vv.1-4-5-9-11-16-17-21-23-25-28-30 ).Oltre che da questi elementi, il ritmo è determinato<br />

anche dalla serie anaforica quando … quando … quando ai versi 24 e 25.<br />

Il secondo componimento è, anch’esso, una ballata ( destinata ad essere cantata con<br />

accompagnamento musicale ) di tutti settenari, con otto strofe di schema ababbx ( x sempre in<br />

maggio ), ripresa xx formata da un quinario e da un settenario.<br />

Sono presenti alcuni enjambements ( vv.1-3-7-9-11-13-15-17-19-21-23-25-27-33-36-37-<br />

39-47-49 ), ma in misura minore rispetto ai versi spezzati. Possiamo affermare che il ritmo di<br />

entrambe le poesie è piuttosto lento.<br />

6.2 TIPO DI <strong>LINGUAGGIO</strong> E DI SINTASSI<br />

Per comprendere che tipo di linguaggio usano i due poeti prenderemo spunto dall’ Epistola<br />

proemiale che fa capo a tutta una raccolta di testi poetici toscani che Lorenzo il Magnifico<br />

inviò a Federico di Aragona nel 1477. L’Epistola proemiale e probabilmente la stessa scelta<br />

dei testi della raccolta, si devono al Poliziano, che parla però in nome di Lorenzo.<br />

Questo testo è di grande importanza nell’ambito di quel processo di rivalutazione del<br />

volgare che caratterizza tutto il Quattrocento. Lorenzo Il Magnifico e Poliziano, assieme a<br />

tanti altri poeti loro contemporanei, operarono concretamente quella controtendenza che<br />

mirava a riconoscere dignità al volgare, a restituirgli campi d’uso non subalterni, a sostituirlo<br />

al Latino come lingua di cultura. Si possono apprezzare, grazie a loro, opere di qualità in<br />

volgare, sia in ambito poetico che prosastico. La ripresa del volgare, soprattutto, ma non solo,<br />

in ambito letterario, è guidata lungo le linee che avevano ispirato l’elaborazione linguistica e<br />

stilistica del Petrarca, anche se non con gli stessi risultati: il volgare degli umanisti cerca<br />

ispirazione nei classici latini, sia pur indirettamente, e cerca di competere con il Latino<br />

umanistico in dignità, eleganza e raffinatezza. Ecco perché vi è una forte frequenza di<br />

latinismi in ambito lessicale.<br />

Ritornando all’Epistola, Poliziano pone in rilievo i sommi Dante e Petrarca, ma anche tutti<br />

gli altri poeti che fanno parte dell’intera tradizione poetica.<br />

Possiamo asserire, quindi, che il linguaggio adoperato dagli umanisti, come Lorenzo il<br />

Magnifico e Poliziano, è assolutamente aderente a quello volgare della produzione del<br />

Petrarca.<br />

6.3 METAFORE ED IMMAGINI USATE<br />

Prendiamo in esame I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino. In questa lirica, che è fra le più<br />

belle e celebri del Poliziano e dell’intero Quattrocento, un giardino lussureggiante in<br />

primavera è metafora della giovinezza; il far ghirlande, il coglier la rosa mentre è più fiorita,<br />

significano goder la giovinezza; la sfioritura ( prima che sua bellezza sia fuggita v.27 ) evoca<br />

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