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a ngelo p agano - la scuola poetica siciliana

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Le strutture metriche adoperate dai rimatori siciliani si riducono a<br />

tre principali. Dal<strong>la</strong> canso provenzale deriva <strong>la</strong> canzone, che diventa <strong>la</strong> forma<br />

più elevata e illustre di poesia lirica. Con <strong>la</strong> canzone si ha «un componimento<br />

di alta, aristocratica meditazione, presentazione di un poeta consapevole<br />

di dire cose elevate a un pubblico elevato» (Fubini 1962:53). Date<br />

le caratteristiche del<strong>la</strong> <strong>poetica</strong> <strong>siciliana</strong> – tensione intellettuale, chiusura elitaria,<br />

destinazione cortese -, <strong>la</strong> canzone costituisce <strong>la</strong> forma metrica più<br />

rappresentativa e importante del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong>. Essa è composta di endecasil<strong>la</strong>bi<br />

alternati spesso a settenari, <strong>la</strong> ”predilezione italiana” come l’ha definita<br />

l’esperto Beltrami. Mentre nel<strong>la</strong> canzone provenzale le rime si ripetono<br />

eguali in tutte le stanze, in quel<strong>la</strong> <strong>siciliana</strong> ogni stanza riprende lo stesso<br />

sistema metrico del<strong>la</strong> prima, ma al variare delle stanze corrisponde quasi<br />

sempre (fanno eccezione rari casi di fedeltà al modello provenzale) <strong>la</strong> variazione<br />

delle rime, che dunque si rinnovano passando da una stanza<br />

all’altra. Questa differenza si spiega pensando che ormai, nelle liriche in<br />

volgare italiano, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> prevaleva sul<strong>la</strong> musica - e siamo tornati al<strong>la</strong> solita<br />

questione! - e che <strong>la</strong> lingua italiana offre una minore possibilità di parole<br />

con identica desinenza. La canzonetta ha invece una struttura narrativa<br />

e dialogica e dunque si presta ad argomenti meno nobili ed elevati.<br />

Anche i versi sono più brevi e vivaci (settenari, doppi settenari, ma anche<br />

ottonari o novenari). Ha un andamento ritmico più semplice e spontaneo.<br />

Ne è un esempio «Meravigliosamente» di Giacomo da Lentini. Anche il<br />

Contrasto di Cielo d’ Alcamo, presenta alcuni aspetti tipici del<strong>la</strong> canzonetta.<br />

Quanto al sonetto, esso è stato usato per <strong>la</strong> prima volta dal caposcuo<strong>la</strong><br />

dei Siciliani, Giacomo da Lentini. Nasce nel<strong>la</strong> prima metà del Duecento<br />

e prolunga <strong>la</strong> sua fortuna lungo l’intero arco del<strong>la</strong> letteratura italiana<br />

(compreso il Novecento) e presso altre letterature europee (basti pensare,<br />

per fare solo un esempio, ai sonetti di Shakespeare e Milton). Tante<br />

le ipotesi sul<strong>la</strong> sua origine che Sandro Or<strong>la</strong>ndo (Or<strong>la</strong>ndo 1994:191-2) riunisce<br />

in due principali blocchi: nel primo, più tradizionale, troviamo Biadene<br />

e Wilkins i quali individuano nello strambotto, metro popo<strong>la</strong>re come<br />

<strong>la</strong> bal<strong>la</strong>ta, <strong>la</strong> matrice da cui discenderebbe <strong>la</strong> forma sviluppata dal<strong>la</strong><br />

Magna Curia <strong>siciliana</strong>; sappiamo oggi invece che il sonetto ha un’origine<br />

colta, è per questo verosimile pensare a una intenzionale non corrispondenza<br />

fra ottava e sestetto (per quanto riguarda lo schema delle rime) volta<br />

ad evitare gli effetti di monotonia e di anticlimax (caratteristici piuttosto<br />

delle forme non colte d’arte) (ivi:195).<br />

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