a ngelo p agano - la scuola poetica siciliana
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Immaginare forma e organizzazione di ciò che si è perduto potrebbe<br />
costituire un esercizio stimo<strong>la</strong>nte: sempre Giuseppina Brunetti<br />
ipotizza che, data <strong>la</strong> peculiarità dell’esperimento, <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> <strong>siciliana</strong> abbia<br />
avuto sin dall’origine un’organizzazione manoscritta tendenzialmente<br />
antologica (Brunetti 1999:66). Si deve ammettere però il pericolo<br />
di il<strong>la</strong>zioni sterili e di equilibrismo filologico. L’unica possibilità per <strong>la</strong><br />
ricostruzione, sia pur minima, di un canzoniere ”proprio” del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong><br />
risiede nell’esame delle tracce interne ai testi con le quali poter supporre<br />
un’eventuale sistemazione libraria del<strong>la</strong> poesia.<br />
La traccia interna più evidente e nota reperibile nel corpus lirico<br />
federiciano, allusiva ad una delle possibili forme di scrivibilità del<strong>la</strong><br />
poesia volgare, è quel<strong>la</strong> inserita da Giacomino Pugliese nel<strong>la</strong> penultima<br />
stanza di «Donna, di voi mi <strong>la</strong>mento» (vv. 68-72):<br />
84<br />
Poi che m’ài al tuo dimino,<br />
piglia di me tal vengianza,<br />
che ’l libro di Giacomino<br />
lo dica per rimembranza,<br />
amore<br />
L’espressione «libro di Giacomino», anche se inserita<br />
nell’alterco fittizio e letterario, è parte di un verso attribuibile al<strong>la</strong> dama<br />
e non al poeta. Osservando i versi, tale libro si collegherebbe con <strong>la</strong><br />
rimembranza - tema peraltro emblematico nel corpus poetico attribuito<br />
all’autore (Folena 1965:316) - ma, a seguirne <strong>la</strong> risposta maschile nel<strong>la</strong><br />
stanza successiva, esso si troverebbe prontamente e irridentemente barattato,<br />
a dispetto di ogni gloria da autore, per un inequivocabile e assai<br />
concreto guiderdone (vv. 77-81):<br />
Ma, s’eo sapesse in ciertanza<br />
eser da voi meritato,<br />
non avrei rimembranza<br />
di nesun fallo pasato,<br />
amore<br />
La replica (non avrei rimembranza) non ritratterebbe il libro, ma<br />
solo ciò che esso rappresenta, <strong>la</strong> forma ”rimembrante” di colei che in<br />
effetti ne rappresenta <strong>la</strong> sostanza. Il rifiuto forse sarebbe uguale ad un