a ngelo p agano - la scuola poetica siciliana
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Sembra evidente a questo punto come Federico II, tollerando <strong>la</strong><br />
discussione presso <strong>la</strong> sua corte sul<strong>la</strong> nobiltà di costume o di nascita, e<br />
grazie al<strong>la</strong> sua politica di promuovere funzionari e burocrati solo in<br />
base a merito individuale e devozione, appoggiasse l’ideologia del<strong>la</strong><br />
meritocrazia. Ciò era tuttavia vero fino a un certo punto, siccome un<br />
piano imperiale senza limitazioni che promuoveva <strong>la</strong> causa<br />
dell’individualismo non avrebbe certo aiutato gli interessi politici<br />
dell’imperatore. La riorganizzazione dell’amministrazione regale e i<br />
vantaggi che ne derivavano per nobiltà minore e plebei (entrambe le<br />
c<strong>la</strong>ssi avevano uguali opportunità di avanzamento sociale) avevano lo<br />
scopo reale ma sottinteso di ridurre il potere dei nemici e di incrementare<br />
quello dello stupor mundi. Visto in questa luce, Federico II non può<br />
esser considerato né promotore di individualismo né come uomo appartenente<br />
più all’età moderna che al Medioevo (come molti storici del<br />
passato hanno creduto) 4 . Il controllo di Federico sull’amministrazione<br />
dell’impero era strettissimo: così come egli dispensava favori in segno<br />
di riconoscenza per i servigi offertigli, allo stesso modo li ritirava tirannicamente<br />
5 .<br />
4 Lo storico Amari era dell’opinione che Federico fosse un uomo del XVIII secolo<br />
capitato per sbaglio nel Medioevo (Amari 1939:730).<br />
5 Celebre è il caso di Pier del<strong>la</strong> Vigna. Protonotaro e logoteta era pervenuto ad una<br />
invidiabile ed invidiata posizione politica e sociale. Tuttavia nel 1249, per motivi che<br />
non si sono ben potuti accertare, cadde in disgrazia, venne fatto imprigionare ed<br />
accecare da Federico II e gli vennero confiscati i molti beni accumu<strong>la</strong>ti, sia a lui che ai<br />
suoi familiari (Lazzeri 1954:746). La sua testimonianza è stata raccolta da Dante in un<br />
bellissimo canto del<strong>la</strong> Commedia (Inf., XIII, vv. 22-78). Qui, nei vv. 58-60 (Io son colui che<br />
tenni ambo le chiavi/ del cor di Federigo, e che le volsi,/ serrando e disserrando, sì soavi),<br />
l’espressione ”serrando e disserrando” assomiglia a cancellos reserans di Pietro da<br />
Eboli, immagine da lui creata per descrivere il suo modello di perfetto cancelliere<br />
ricavato da Omero, considerato nel Medioevo uno dei fondatori del diritto:<br />
«conservator iuris, cancellos reserans, mundi signacu<strong>la</strong> solvens, alter Homerus»<br />
(Ferraù 1997:51).<br />
Una delle personalità fondamentali all’interno del Regnum, Piero nel<strong>la</strong> sua attività<br />
prosastica e <strong>poetica</strong> <strong>la</strong>tina diventò maestro acc<strong>la</strong>mato al<strong>la</strong> corte e modello in Italia e<br />
fuori fino agli albori dell’Umanesimo. Nel<strong>la</strong> sua scrittura <strong>la</strong>tina impiega con dovizia<br />
metonimie e metafore. Le parole «acquistano un loro valore ontologico, si rinnovano<br />
per costruire una diversa realtà: gli stilemi biblici e c<strong>la</strong>ssici, sapientemente suggeriti,<br />
evidenziano <strong>la</strong> grandezza dell’imperatore e delle sue intenzioni, ne esaltano i<br />
propositi, in un fertile accumulo di suggestioni» (Vil<strong>la</strong> 2001:180). Federico viene acco-<br />
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