PANE E POTERE (parte I) - Sistema Archivistico nazionale
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Per quanto concerne gli approvvigionamenti è<br />
necessario distinguere le misure occasionali, adottare<br />
per far fronte a situazioni di emergenza, da<br />
quelle a carattere preventivo, destinate ad assumere<br />
carattere di stabilità e, pertanto, di vera politica annonaria.<br />
Tr a le prime si possono ricordare gli acquisti<br />
straordinari di viveri effettuati direttamente dalle<br />
autorità pubbliche negli anni in cui, per la scarsità<br />
dei raccolti, si profila il sopraggiungere della carestia<br />
: a Siena, in occasione della carestia del 1370, si<br />
decide di contrarre un mutuo di 25.000 fiorini per<br />
acquistare grano (26) ; ad Ascoli, nel 1379, il comune<br />
nomina un procuratore perché si rechi all'<br />
Aquila p er ottenere un mutuo di 2.000 fiorini con i<br />
quali acquistare grano «pro carestia vitanda» (27).<br />
Questi provvedimenti riguardano quasi esclusivamente<br />
i cereali. Ad essi, infatti, è riconosciuta rispetto<br />
agli altri viveri una priorità assoluta, dal momento<br />
che nel tardo medioevo costituiscono l'elemento<br />
di base dell'alimentazione.<br />
26 - Siena, 22 agosto 1370, approvazione di una balìa per reperire<br />
25.000 fiorini con i quali acquistare grano, Archivio di Stato di<br />
Siena.<br />
27 - Ascoli Piceno, 20 marzo 1379, il comune dispone di con<br />
trarre un prestito per acquistare grano, Archivio di Stato di Ascoli<br />
Piceno.<br />
Il loro consumo varia, sia in termini quantitativi<br />
che qualitativi, da zona a zona e secondo il tenore di<br />
vita dei diversi ceti sociali; sembra certo che, a partire<br />
dal Duecento, nelle città si consumi in prevalenza<br />
pane fatto esclusivamente o in larga <strong>parte</strong> di<br />
frumento, mentre il pane dei cittadini meno abbienti<br />
e quello delle masse rurali è fatto con cereali<br />
inferiori (orzo, miglio, panico, segale, spelta, sorgo,<br />
mescolati in varie proporzioni) ai quali può essere<br />
aggiunta farina di legumi (fave, vecce, cicerchie).<br />
Se si eccettua il Mezzogiorno, nel resto dell'Italia<br />
sono poche le città che in tempi di raccolto normale<br />
ricevono dal loro contado cereali a sufficienza.<br />
La maggior <strong>parte</strong> di esse deve rivolgersi o ai centri<br />
confinanti i cui contadi offrono una produzione ec-<br />
29 - Siena, 31 luglio 1257, il comune delibera l'invio di ambasciatori<br />
a re Manfredi perché rifornisca di grano la città, Archivio di<br />
Stato di Siena.<br />
30 - Napoli, 17 marzo 1380, la regina Giovanna concede agli<br />
ascolani di rifornirsi di grano in Puglia, Archivio di Stato di Ascoli Piceno.<br />
cedente rispetto alla popolazione - nel 1361 il comune<br />
di Perugia acquista grano a Sarteano (2 8) -;<br />
oppure a quelli che appaiono come i più importanti<br />
mercati di grano, la Puglia e la Sicilia, innanzitutto,<br />
come pure i pa esi d'oltremare: Siena nel 1257 invia<br />
ambasciatori al re Manfredi per ottenere grano dalla<br />
Puglia (29) e Giovanna, regina di Sicilia, nel 1380<br />
concede ad - As col i di estrarre dalla Puglia 2.000<br />
salme di grano (3 0).<br />
28 - Perugia, 24 settembre 1361, il comune di Perugia attesta<br />
l'avvenuta vendita di 200 corbelli di grano provenienti da Sarteano,<br />
Archivio di Stato di Siena. 13