PANE E POTERE (parte I) - Sistema Archivistico nazionale
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26<br />
. Il vino è l'unico genere per il quale nella maggioranza<br />
dei centri si riscontra il divieto alle importazioni.<br />
Significativo è il «consiglio» che, nel Tr ecento,<br />
il novelliere Giovanni Sercambi, figura non<br />
secondaria sulla scena politica lucchese, offre ai signori<br />
Guinigi invitandoli a perseguire una politica<br />
protezionistica e ad ostacolare, tra l'altro, l'introduzione<br />
di vino forestiero per evitare danni al commercio<br />
del prodotto locale (62). D'altra <strong>parte</strong>, il suo<br />
consumo nel medioevo raggiunge livelli molto elevati.<br />
A Venezia, che per i rifornimenti dipendeva<br />
oltre che dai domini di oltremare anche dalla terraferma<br />
(63), sono stati appurati livelli di consumo<br />
oscillanti tra i 700 e i 750 litri annui pro capite.<br />
Sorprendenti, pur se minori, anche i livelli riscontrati<br />
in altre città: 500 litri a Bologna, 350 a Firenze<br />
e Prato.<br />
Nell'Italia medioevale, d'altronde, il vino non<br />
solo è la bevanda più diffusa ma è anche impiegato<br />
nella farmacopea e pu ò accadere che le stesse autorità<br />
comunali, come a Siena, deliberino di facilitarne<br />
e di incentivarne la vendita e il consumo ( 64).<br />
Il quadro dei provvedimenti in materia di politica<br />
annonaria non è, tuttavia, ancora completo.<br />
62 - Lucca, sec. XIV, consigli di Giovanni Sercambi ai signori Guinigi,<br />
Archivio di Stato di Lucca.<br />
1 • •<br />
63 - Treviso, 5 febbraio 1399, licenze per il trasporto di vino da<br />
Treviso a Venezia lungo il Sile, Archivio di Stato di Treviso.<br />
64 - Siena, 6 dicembre 1359, il Consiglio generale stabilisce di<br />
facilitare la vendita e il consumo di vernaccia riconoscendone la<br />
validità come medicinale, Archivio di Stato di Siena.<br />
Le autorità cittadine si mostrano pienamente<br />
consapevoli del fatto che l'afflusso di merci, anche<br />
in grande quantità, non è sufficiente a garantire né<br />
l'adeguata disponibilità delle stesse, né il mantenimento<br />
di prezzi equi, ma che è necessario altresì<br />
regolamentare e sorvegliare la distribuzione e l'attività<br />
dei mestieri ad essa collegati.<br />
Il contenimento dei prezzi, l'eliminazione delle<br />
frodi, il controllo della quantità e della qualità delle<br />
merci, rappresentano altri problemi sui quali si deve<br />
intervenire con specifici provvedimenti. Per quanto<br />
concerne la limitazione dei prezzi, il mezzo più comune<br />
al quale si ricorre è rappresentato dai calmieri.<br />
Periodicamente le autorità cittadine stabiliscono<br />
il prezzo delle singole derrate, elencandole in<br />
dettaglio e tenendo conto della situazione del mercato<br />
(65). A Pistoia, per il pane, (66) l'Opera di San<br />
Jacopo - che sin dal XIII secolo esercitava per delega<br />
del comune il controllo del mercato cittadino -<br />
predispone una tabella di corrispondenza tra il<br />
prezzo del grano ed il peso del pane, che era venduto<br />
a prezzo fisso.<br />
Non ci si limita, per ò, ad intervenire esclusivamente<br />
sui prezzi di mercato ma si cerca di risalire<br />
alle origini del fenomeno. L'ostacolo principale con<br />
il quale le autorità sono chiamate a misurarsi è rappresentato<br />
dai tentativi, sia dei privati che delle corporazioni,<br />
di organizzare monopoli tendenti a sottrarre<br />
prodotti al mercato allo scopo di rialzare i<br />
prezzi (67).<br />
67 - Lucca, 1371, norme statutarie sulla macellazione e vendita<br />
delle carni, Archivio di Stato di Lucca.<br />
65 - Roma, 1447, tabella dei prezzi del pesce, Archivio di Stato di<br />
Roma.<br />
66 - Pistoia, 1450-1470, tabella dei prezzi del pane, Archivio di<br />
Stato di Pistoia. 27