“accattone”: un nucleo del tradurre pasoliniano - Pier Paolo Pasolini
“accattone”: un nucleo del tradurre pasoliniano - Pier Paolo Pasolini
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cinema» 19 . Prese di posizione, queste, che mi hanno<br />
autorizzato a leggere la terza parte di Empirismo eretico<br />
come <strong>un</strong> contenitore di sp<strong>un</strong>ti interessanti e originali,<br />
con definizioni a modo loro incontestabili 20 , ma dalle<br />
quali emerge con evidenza come, oltre ai problemi posti<br />
dalla cronologia 21 , i concetti maturati in quelle pagine<br />
non possano certo essere letti come sviluppi preparatori<br />
di <strong>un</strong>a teoria successivamente applicata ai testi sui<br />
quali ho inteso concentrare i miei sforzi interpretativi,<br />
cosa sufficiente a renderli di difficile manovrabilità<br />
all’interno <strong>del</strong>l’orizzonte di metodo nel quale ho voluto<br />
collocarmi.<br />
Operate queste premesse in fatto di metodi e di<br />
cronologia, cerco di circoscrivere (brevemente poiché si<br />
tratta di opere ormai canonizzate <strong>del</strong>la letteratura e <strong>del</strong><br />
cinema italiani) il gruppo principale di testi da cui è<br />
impossibile prescindere volendo attuare <strong>un</strong> gioco di<br />
confronti come quello che mi sono deciso ad<br />
intraprendere. Imprescindibile è la coppia dei romanzi<br />
cosiddetti "romani" che, assieme alla raccolta di<br />
racconti e di sceneggiature dal titolo Alì dagli occhi<br />
azzurri, rappresentano la palestra nella quale <strong>Pasolini</strong>,<br />
ancora molto giovane, oltre a essersi formato come<br />
scrittore, ha potuto conoscere, innamorarsi e fotografare<br />
secondo la propria sensibilità quegli ambienti e quei<br />
personaggi che faranno rispettivamente da sfondi e da<br />
figure nei suoi primi intensissimi l<strong>un</strong>gometraggi. Accanto<br />
19<br />
Antonio Costa, Immagine di <strong>un</strong>'immagine : cinema e letteratura,<br />
cit., p. 129.<br />
20<br />
Mi riferisco, per esempio, alla definizione sulla quale intendo<br />
tornare, di ‘sceneggiatura quale genere autonomo’ e ad altre<br />
categorizzazioni, da più parti contestate, ma sicuramente efficaci,<br />
come quella che formula <strong>un</strong> paragone tra il “discorso indiretto<br />
libero” in letteratura e il cosiddetto “cinema di poesia”.<br />
21<br />
E proprio all’inizio di <strong>un</strong>o dei capitoli iniziali di <strong>un</strong> importante<br />
volume uscito nel 1981 come numero speciale dei «Cahiers du Cinéma»<br />
si insiste con forza sul fatto che: «Respecter la chronologie, dans<br />
l’étude des films de <strong>Pasolini</strong>, c’est respecter sa vie, la réalité».<br />
In Hervé Joubert-Laurencin, <strong>Pasolini</strong>: portrait du poète en cinéaste,<br />
Parigi, Cahiers du cinéma, 1995, p. 45.<br />
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