“accattone”: un nucleo del tradurre pasoliniano - Pier Paolo Pasolini
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monti <strong>del</strong> Lazio... Spande <strong>un</strong>a mortale<br />
pace, disamorata come i nostri destini,<br />
tra le vecchie muraglie l'aut<strong>un</strong>nale<br />
maggio. In esso c'è il grigiore <strong>del</strong> mondo,<br />
la fine <strong>del</strong> decennio in cui ci appare<br />
tra le macerie finito il profondo<br />
e ingenuo sforzo di rifare la vita;<br />
il silenzio, fradicio e infecondo...<br />
[…]<br />
Dall’osservazione operata sopra è possibile<br />
riscontrare, già nell’immediato, <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>anza con i modi<br />
di espressione <strong>del</strong> cinema. Infatti, sarà sempre <strong>un</strong>a<br />
forzatura assumere il singolo fotogramma come entità<br />
minima <strong>del</strong>la significazione, dato che, come nel<br />
programmatico procedimento <strong>del</strong>la sineciòsi pasoliniana,<br />
anche il cinema, arte <strong>del</strong> tempo, sviluppa pienamente il<br />
suo senso solo dentro <strong>un</strong>a sequenza organizzata in<br />
montaggio. 4 Anche Agosti, guidato da questa iniziale<br />
suggestione, cerca di sviluppare il paragone portando<br />
come esempio <strong>un</strong> procedimento ancora più sofisticato di<br />
«dizione totale <strong>del</strong>la realtà attuata nel discorso in<br />
prima persona» 5 .<br />
Il poema La Ricchezza, per esempio, è costruito su<br />
veri e propri «processi di omologazione (di mimesi) fra<br />
strutture <strong>del</strong> discorso e strutture <strong>del</strong>la realtà» 6 . La<br />
poesia si trova all’interno <strong>del</strong>la raccolta La religione<br />
<strong>del</strong> mio tempo, <strong>del</strong>la quale, data alle stampe nel 1961, è<br />
4 Così, a proposito di questa questione, si è espresso Christian<br />
Metz: «La fotografia resta soprattutto <strong>un</strong> analogon, <strong>un</strong>o pseudo-reale;<br />
il film è soprattutto “parola”. La fotografia diventa “linguaggio”<br />
per così dire ai suoi margini, mentre la serie di fotografie – il<br />
film – è linguaggio dentro di sé e da cima a fondo. Perciò al fondo<br />
<strong>del</strong>la semiologia <strong>del</strong> cinema si trova ancora il montaggio». Da<br />
Christian Metz, La significazione nel cinema, Milano, Bompiani, 1995,<br />
p. 230.<br />
5 Stefano Agosti, La parola fuori di sé, cit. p. 137.<br />
6 Ibidem. Agosti si riferisce qui, in particolare, all’istituzione di<br />
<strong>un</strong>a corrispondenza fra temporalità discorsiva e temporalità reale.<br />
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