“accattone”: un nucleo del tradurre pasoliniano - Pier Paolo Pasolini

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significativi riverberi di questa particolare pratica di scrittura dentro le dinamiche interne alla sua opera di poeta e di romanziere, fonda la necessità di analizzare la sua produzione fino ad Accattone lungo una sorta di passaggio a tre termini, dove la sceneggiatura ha una funzione di cerniera tra letterario e filmico, grazie alla sua naturale tensione a essere «struttura che vuol essere altra struttura» 12 , come amò definirla nel 1965 il Pasolini semiologo. Mi riferisco a uno dei suoi molti interventi di stampo teorico, in qualità di linguista, semiologo e, più in generale, teorico della cultura, che sono stati raccolti in un volume intitolato Empirismo eretico 13 , edito per la prima volta nel 1972. L’opera è apparsa tre anni prima della tragica morte dell’autore che, curandone l’edizione, ha voluto inserirvi testi scritti lungo l’arco di circa dieci anni, lasciando a volte che vi siano contenute affermazioni poi superate e contraddette nel testo seguente della raccolta. In ogni caso, tutti i testi riguardanti l’ambito cinematografico sono datati dopo il 1965, anno in cui si svolse la prima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Due tra i brani presenti in Empirismo eretico sono proprio le relazioni, rivedute e corrette, che Pasolini presentò durante i lavori della neonata manifestazione. A quella data Pasolini era già un regista affermato, con ben quattro lungometraggi e tre mediometraggi all’attivo. La Ricotta 14 , che è uno di questi, fa parte di un film a 12 Si intitola La sceneggiatura come «struttura che vuol essere altra struttura» un intervento di Pasolini poi inserito in: Pier Paolo Pasolini, Empirismo eretico, Milano, Garzanti, 2000, pp. 188-197. 13 Pier Paolo Pasolini, Empirismo eretico, cit. 14 La ricotta, 1963; Quarto episodio del film RoGoPaG. Gli altri episodi sono: Illibatezza di Rossellini, Il nuovo mondo di Godard, Il pollo ruspante di Gregoretti. Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini; fotografia Tonino Delli Colli; architetto Flavio Mogherini; costumi Danilo Donati; commento e coordinamento musicale Carlo Rustichelli; montaggio Nino Baragli; aiuto alla regia Sergio Citti, Carlo di Carlo. Produzione Arco Film (Roma) / Cineriz (Roma) / Lyre 8
episodi tra i quali uno porta la firma del regista principe della nouvelle vague francese, Jean-Luc Godard. Quest‘ultimo aveva cominciato a condurre attraverso lo strumento cinematografico un’operazione, allo stesso tempo politica e teorica, tesa a mostrare come ogni forma d’arte partecipasse a un sistema di convezioni incapace di far affiorare il dispositivo della propria estetica oltre la superficie del sistema di valori dominante. Il cinema giovane europeo scopriva, in quel momento, certe libertà stilistiche e formali che la letteratura aveva conquistato molti anni prima. Sembrava finalmente possibile poter parlare del cinema attraverso il cinema stesso, svelandone i meccanismi dall’interno, in una pratica che era, nello stesso tempo, artistica e sociale. La manifestazione pesarese nasceva con il preciso intento di intessere anche in Italia un dibattito attorno a questi temi e di far circolare le idee francesi nella speranza, in parte realizzata, che queste potessero trovare terreno fertile anche tra le nuove leve del cinema italiano. Non è un caso dunque, se Pasolini comincia a interrogarsi con metodo e sistematicità sulle basi del mezzo cinematografico solo a partire dal 1965 e se le parentele del suo cinema con la nouvelle vague francese saranno sempre parziali e, in ogni caso, per nulla semplici da tracciare al momento dell’uscita del suo primo lungometraggio. Leggendo molte delle analisi che cercano di fare il punto sull’intera opera cinematografica pasoliniana illuminandola alla luce degli scritti inseriti in Empirismo eretico, succede di trovarsi davanti a una Film (Parigi); produttore Alfredo Bini; pellicola Ferrania P 30, Kodak Eastman Color; formato: 35 mm, b/n e colore; macchine da ripresa Arriflex; sviluppo e stampa Istituto Nazionale Luce; doppiaggio CID-CDC; sincronizzazione Titanus; distribuzione Cineriz; durata 35 minuti. Riprese ottobre-novembre 1962; teatri di posa Cinecittà; esterni periferia di Roma; premi Grolla d'oro per la regia, Saint Vincent, 4 luglio 1964. 9
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