“accattone”: un nucleo del tradurre pasoliniano - Pier Paolo Pasolini
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nella differenza 31 , ma teso piuttosto a fornire degli<br />
indizi utili a dimostrare come <strong>un</strong>a riflessione sulle<br />
possibili dinamiche di scambio e di intersezione tra<br />
testi di diversa natura semiotica sia <strong>un</strong>’azione da<br />
perseguire senza timori, soprattutto affrontando il caso<br />
di <strong>un</strong> autore quale egli è stato.<br />
Un’identica, p<strong>un</strong>tuale esigenza di riflettere sui<br />
risvolti <strong>del</strong>l’atto traduttivo, <strong>Pasolini</strong> non l’avvertì<br />
solo al riguardo <strong>del</strong>la sua, per così dire, prima<br />
traduzione intersemiotica; egli infatti volle, anche al<br />
termine <strong>del</strong>la sua Orestiade 32 , inserire <strong>un</strong>a nota <strong>del</strong><br />
traduttore, nella quale è possibile ritrovare sp<strong>un</strong>ti<br />
particolarmente utili a definire il suo approccio, allo<br />
stesso tempo cosciente e disinvolto, nei confronti <strong>del</strong>le<br />
dinamiche di traduzione di <strong>un</strong> testo. <strong>Pasolini</strong>, per<br />
esempio, confessa di essersi gettato sul testo «con la<br />
brutalità <strong>del</strong>l’istinto» 33 e di aver usato l’italiano che<br />
possedeva, «quello <strong>del</strong>le Ceneri di Gramsci» 34 perché, egli<br />
scrive, «sapevo (per istinto) che avrei potuto farne<br />
uso» 35 . E ora, ecco l’interpretazione <strong>del</strong> dato<br />
contestuale:<br />
Il significato <strong>del</strong>le tragedie di Oreste è solo,<br />
esclusivamente, politico. […] Oreste, Apollo, Atena, […] sono<br />
soprattutto – nel senso che così stanno soprattutto a cuore<br />
all’autore – dei simboli: o degli strumenti per esprimere<br />
31 Roman Jakobson, Aspetti linguistici <strong>del</strong>la traduzione, ora in Id.,<br />
Saggi di linguistica generale, a cura di Luigi Heilmann, Milano,<br />
Feltrinelli, 1985. Va segnalato in questa sede come Christian Metz,<br />
proprio sulla base degli studi condotti da Jakobson, abbia cercato di<br />
sondare precisamente sotto quali aspetti i concetti linguistici di<br />
metafora e metonimia possano essere applicati al cinema. Cfr.<br />
Christian Metz, Cinema e psicanalisi, Venezia, Marsilio, 1980, in<br />
particolare pp. 133-272.<br />
32 E’ questo il titolo che <strong>Pasolini</strong> sceglie per la sua personale<br />
traduzione <strong>del</strong>l’opera di Eschilo più com<strong>un</strong>emente conosciuta come<br />
Orestea.<br />
33 <strong>Pier</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>Pasolini</strong>, Nota <strong>del</strong> traduttore, in L’Orestiade di Eschilo<br />
nella traduzione di <strong>Pier</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>Pasolini</strong>, Torino, Einaudi, 1985, pp.<br />
173-178 [175]. Ma la prima edizione per questa casa editrice risale<br />
al 1960.<br />
34 Ivi, p. 176.<br />
35 Ibidem.<br />
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