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se tu vieni quassu

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Più difficile è invece ricostruire la cronologia esatta per S<strong>tu</strong>cchi Prinetti, giovanissimo, e per<br />

Vargiu e Piredda, anche <strong>se</strong> è ipotizzabile un loro coinvolgimento, ben prima della data indicata. Il<br />

tenente colonnello dell'e<strong>se</strong>rcito, Vito Finazzo, comandante il III° Battaglione Movimento Stradale,<br />

ricostruì, alcuni anni dopo gli eventi, in due lettere indirizzate alle famiglie Vargiu e Piredda, gli<br />

ultimi mesi di vita di Vittorio e Francesco, suoi soldati nel 3° Battaglione Movimento Stradale, 7^<br />

Compagnia, Sezione A, lettere che riporteremo nelle rispettive biografie e che datano l'inizio<br />

dell'attività partigiana di Vargiu e Piredda tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944 19 .<br />

Ci sia con<strong>se</strong>ntita una ulteriore riflessione su alcuni elementi di dettaglio, ma non del <strong>tu</strong>tto<br />

<strong>se</strong>condari, che son rimasti imprecisi, sia nella descrizione del Cavallini, sia nello scritto<br />

commemorativo di Bartolomeo Dal Cerro, come pure nelle memorie di Francesco Giuntini<br />

Antinori. Quando i partigiani furono cat<strong>tu</strong>rati, legati, e <strong>se</strong>paratamente condotti, due a due, a<br />

Volterra, vennero riconosciuti da alcuni operai che dalla città o dai suoi sobborghi si recavano a<br />

lavorare nelle fattorie agricole vicine, compresa quella di Ariano-Ca<strong>se</strong>tte, operai salariati che<br />

rima<strong>se</strong>ro molto sorpresi ed amareggiati di riconoscere tra loro il "signorino", cioè Gianluca Spinola,<br />

figlio della padrona di Ariano. Pertanto è presumibile che già nella mattinata del giorno 13 giugno,<br />

ad Ariano, alcuni dipendenti dello Spinola siano venuti a conoscenza dell'arresto e della traduzione<br />

a Volterra dei quattro. For<strong>se</strong> anche il Cappelletti e Aruffo, una volta accertato che nessuno li aveva<br />

in<strong>se</strong>guiti, si saranno pre<strong>se</strong>ntati alla fattoria. E' impensabile che sia stato usato il telefono o il<br />

telegrafo per avvertire i familiari dello Spinola a Selvapiana, dove erano sfollati, in quanto le linee<br />

telefoniche e gli uffici telegrafici erano strettamente controllati dai tedeschi e dai repubblicani.<br />

Qualcuno sarà partito con il postale o un mezzo di for<strong>tu</strong>na per raggiungere Selvapiana, nei pressi di<br />

Rufina, ed avvertire dell'arresto di Gianluca Spinola e dei suoi compagni. E qualcuno si sarà recato<br />

presso un comando partigiano operante nella zona, dove agivano distaccamenti della grande Brigata<br />

"Spartaco Lavagnini". Viene quindi da pensare che attraverso gli uomini della Resistenza sia stato<br />

rapidamente informato il tenente colonnello Vito Finazzo al Comando Militare del CTLN di<br />

Firenze. Infatti il Finazzo, in due lettere spedite nel 1945 e 1946 alle famiglie Vargiu e Piredda,<br />

scrive di es<strong>se</strong>re venuto a conoscenza dell'arresto e della traduzione a Pisa, dello Spinola e degli altri<br />

tre partigiani, il giorno 13 giugno medesimo. Cosa abbia fatto realmente il Finazzo è difficile<br />

appurarlo: egli afferma che stante le difficoltà di collegamenti, e soprat<strong>tu</strong>tto per es<strong>se</strong>re stato<br />

fuorviato dall'ipotetico trasferimento a Pisa della "piccola banda di Ariano", non riuscì ad<br />

individuare il luogo preciso della loro pre<strong>se</strong>nza. Tuttavia, il fatto che i familiari dello Spinola<br />

fos<strong>se</strong>ro venuti a conoscenza dell'arresto, del trasferimento al Comando della Wehrmacht di Volterra,<br />

dell'uscita dal "Mastio" annotata sul registro del carcere volterrano (registro successivamente<br />

distrutto), di Gianluca e dei suoi compagni, e, infine, che si aves<strong>se</strong> notizia della fucilazione di tre<br />

partigiani ignoti a Castelnuovo Val di Cecina il giorno 14 giugno 1944 e del ritrovamento, poco<br />

dopo, di un altro cadavere ignoto ucciso nella cella di sicurezza maschile della ca<strong>se</strong>rma del pae<strong>se</strong>,<br />

avrebbe po<strong>tu</strong>to far scattare una ricerca, anche attraverso lo schedario mondiale dei dispersi<br />

funzionante a Roma, molto tempo prima di quando essa sia stata effettivamente intrapresa, cioè tra<br />

il 1946 e il 1947. Non dimentichiamo infine il ruolo del signor Umberto Volpi, fattore della Fattoria<br />

del Canalino a Castelnuovo Val di Cecina che, attraverso il <strong>se</strong>gretario dell'Associazione agricoltori<br />

di Volterra, Garone Cianferotti, dimostra di conoscere il colonnello Francesco Formigli, patrigno di<br />

Gianluca Spinola, e che sarà il punto di riferimento per le fasi di esumazione e riconoscimento delle<br />

salme, per la testimonianza nella compilazione degli atti di morte, per l'apposizione delle lapidi nel<br />

cimitero e per il pagamento delle medesime. Umberto Volpi era originario di Bagno a Ripoli ed<br />

aveva svolto attività in aziende agricole nel <strong>se</strong>ne<strong>se</strong> e nel fiorentino. La famiglia Spinola ed il<br />

colonnello Formigli riponevano in lui una grande fiducia. Umberto Volpi sapeva dell'uccisione dei<br />

Piredda Francesco (anni 24)".<br />

19 Lettera del tenente colonnello Vito Finazzo alla famiglia Vargiu, 20 dicembre 1945; id., alla famiglia Piredda, 20<br />

febbraio 1946.<br />

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