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Gli indifferenti - Scienze della Formazione

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pretese di verità avanzate dallo scrittore, la legittimità delle sue<br />

osservazioni, la praticabilità delle sue soluzioni. Al di là delle parole e<br />

dell’intento politico di Pasolini, fa problema la posizione da cui egli<br />

prende la parola, che potrebbe ingenerare una confusione tra la «fantasia<br />

poetica» dello scrittore e l’analisi razionale e distaccata del sociologo –<br />

ciò che fa problema è che nell’immaginario dell’opinione pubblica gli<br />

interventi di Pasolini siano davvero visti come esempi di analisi<br />

sociologica. Quando l’esangue dibattito tra Pasolini e i sociologi si<br />

interrompe per l’improvvisa morte dello scrittore il 2 novembre 1975, pur<br />

concedendogli l’onore delle armi Ferrarotti lo saluta reiterando un<br />

giudizio negativo:<br />

Da ultimo Pasolini usava termini e toccava temi tipici <strong>della</strong> ricerca<br />

sociologica. Istanze critiche contro il concetto riduttivo di industrializzazione<br />

o riflessioni intorno al carattere ambiguo dello sviluppo tecnico che, in bocca<br />

ai sociologi, non uscivano da ambiti specialistici ristretti, egli aveva il potere<br />

di attualizzarle, pur piegandole al proprio gusto, fino a farne materia di<br />

dibattito quotidiano anche scandalizzante, sempre sincero, presso il gran<br />

pubblico. Ci piace ricordarlo così, con la pietà che si addice a una fine tragica<br />

(Ferrarotti 1975, 170; vedi anche Ferrarotti 2008c).<br />

Fast forward<br />

Non sarà inutile, avviandomi a conclusione, ricordare un episodio che<br />

vede come protagonista un’altra delle «vittime» <strong>della</strong> costruzione e <strong>della</strong><br />

difesa <strong>della</strong> sociologia-scienza, un intellettuale che Pasolini tiene in<br />

grande considerazione – Danilo Montaldi. Già alla fine degli anni<br />

Cinquanta, l’accettazione dell’originario progetto <strong>della</strong> conricerca, la<br />

vicinanza con Pizzorno e Guiducci e l’auspicio di un pieno superamento<br />

del populismo meridionalista dovrebbero mettere Montaldi al riparo dalle<br />

critiche dei sociologi 15 . Il ricercatore cremonese, tuttavia, si spinge nella<br />

15 Si veda la sezione «Classici» del terzo fascicolo di «Studi culturali» del 2007 per<br />

una serie di lettere da cui emerge evidente la vicinanza di Montaldi agli altri sociologi<br />

(il giudizio sul populismo è nella lettera di Montaldi a Giuseppe Bartolucci pubblicata<br />

in Bertolotti e Capuzzo 2007, 444-445). Nell’introduzione di Autobiografie <strong>della</strong><br />

leggera Montaldi (1961) cita, sia pure in maniera non accademica, libri del tutto<br />

organici alle scienze sociali internazionali (Il crisantemo e la spada di Ruth Benedict<br />

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