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ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE - Centro MAAS

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40 Guida generale degli Archivi di Stato ,<br />

maggiori tra i membri di queste. Essi esautorarono rapidamente i quattordici buonomini,<br />

che furono soppressi entro breve tempo e sostituiti in tutte le loro funzioni dagli<br />

stessi priori. Il numero e il sistema di elezione di questi membri ebbero nel tempo varie<br />

modifiche: da tre divennero presto sei (uno per ogni sesto della città), numero confermato<br />

dagli ordinamenti di giustizia del 1293, ma di lì a poco ripetutamente variato. Nel periodo<br />

intercorso tra l’istituzione del priorato e gli ordinamenti di giustizia si era compiuto il<br />

processo di strutturazione delle ventuno arti (sette « maggiori », cinque « mediane »,<br />

nove « minori ») che con gli ordinamenti acquistarono precisi diritti politici, divenendo<br />

organi della costituzione fiorentina.<br />

Fin dalla loro istituzione i priori furono soliti riunire le capitudini delle arti insieme con<br />

altri « savi », per conoscere il parere su importanti questioni. 1 verbali di quelle riunioni<br />

si conservano nelle Consulte e pratiche, soltanto però a partire dal 1349. Dopo il 1293<br />

le capitudini delle ventuno arti riconosciute furono spesso convocate come consiglio<br />

speciale dai priori, dal podestà e dal capitano. Da quell’anno, inoltre, le capitudini delle<br />

arti maggiori e medie parteciparono alle sedute dei consigli del capitano; esse intervenivano<br />

spesso anche alle riunioni del consiglio speciale del podestà e più raramente a quelle<br />

del suo consiglio generale, secondo la volontà della signoria. Con 10 statuto del capitano<br />

del 1322 anche le nove arti minori furono chiamate a partecipare ai consigli. Durante le<br />

particolari vicende politiche degli anni 1293-1295, membri delle arti minori erano stati<br />

eletti nel collegio dei priori accanto ai rappresentanti delle arti maggiori, ma fu una riforma<br />

adottata nel 1343, all’indomani della rivolta contro il duca d’Atene, che concesse<br />

l’accesso al priorato a tutte le ventuno arti. Questa riforma fu comunque temperata, nel<br />

1358, dalla pretestuosa « legge dell’ammonire », con cui la parte guelfa - la roccaforte dei<br />

magnati - impose il divieto degli uffici ai sospetti di ghibellinismo. La rivolta dei ciompi<br />

vide, nel 1378, il formarsi e l’accedere agli uffici di tre nuove arti minori: farsettai, tintori<br />

e ciompi, ridotte ben presto a due per l’abolizione di quest’ultima. La restaurazione oligarchica,<br />

seguita nel 1382, eliminò poi anche le altre due arti del popolo minuto.<br />

Con gli ordinamenti di giustizia del 1293, il gonfaloniere di giustizia (magistrato che era<br />

al comando della compagnia comunale di armati della giustizia e che doveva tutelare gli<br />

ordinamenti dalle insidie dei magnati) affiancò i priori delle arti nella signoria. Nel 1321<br />

furono istituiti i dodici buonomini, che, con i gonfalonieri delle compagnie armate del<br />

popolo, costituirono i collegi della signoria, della quale divisero i compiti e le funzioni.<br />

Dal 1321 al 1328 si era venuto definendo il nuovo sistema di elezione della signoria: i<br />

singoli membri dovevano essere scelti attraverso la « tratta » o estrazione a sorte. 1 nomi<br />

dei cittadini eleggibili venivano scelti e imborsati secondo criteri e procedure che variarono<br />

nel tempo, e dalle borse si estraevano, ogni due mesi, i nuovi signori. Il sistema dell’imborsazione<br />

e della tratta si estese progressivamente ai collegi, ai consigli, al podestà,<br />

al capitano del popolo e agli uffici « intrinseci » (della città) ed

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