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ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE - Centro MAAS

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44 Guida generale degli Archivi di Stato<br />

corse nel 1343-1347 al suo consolidamento con la riunione di tutte le prestanze in una<br />

massa unica e l’introduzione di una rendita perpetua come titolo di credito privilegiato<br />

trasferibile, con un dato saggio di interesse. Tutto questo si realizzò nella creazione del<br />

monte comune. Nel corso del XIV e XV secolo, per esigenze particolari, furono creati<br />

altri monti che trovarono un’unica amministrazione negli ufficiali del monte comune e<br />

delle graticole. Con intenti filantropici e per combattere l’usura, nel dicembre 1495 fu<br />

istituito il monte di pietà che dava prestiti su pegno. Con l’inizio del principato<br />

mediceo il monte di pietà venne discostandosi dalle finalità originarie, per trasformarsi<br />

in un istituto bancario gestito dallo Stato.<br />

Tra le entrate del comune fiorentino figuravano le rendite dei beni demaniali e dei beni<br />

passati al fisco in seguito a condanne politiche o alla mancata osservanza degli obblighi<br />

tributari. La tutela dei diritti demaniali, inizialmente affidata al giudice sui diritti del<br />

comune, sulla camera e sulla gabella, passo nel 1293 ai sei sopra i diritti del comune, ai<br />

quali era anche affidata la direzione dei piani edilizi. Quegli ufficiali, ridotti a tre nel<br />

1307, furono temporaneamente aboliti nel 1308, quando le loro competenze passarono<br />

agli ufficiali delle gabelle, e nuovamente istituiti nel 1322, con allargate mansioni. L’ubicazione<br />

del loro ufficio fece sì che i sei venissero denominati ufficiali di torre. L’amministrazione<br />

dei beni confiscati per motivi politici o fiscali era affidata, dagl’inizi del<br />

XIV secolo ad un ufficiale forestiero e ad una commissione cittadina, l’ufficio dei beni dei<br />

ribelli.<br />

Nel 1364 furono conferite agli ufficiali di torre le competenze di cinque altri uffici: delle<br />

gabelle, dei beni dei ribelli, delle mulina, del mare e l’ufficio delle vie, ponti e mura.<br />

In seguito a ciò si dissero ufficiali di torre e delle cinque cose. Nei periodi d’intensa lotta<br />

politica l’ufhcio dei beni dei ribelli riacquistò la propria autonomia. Gli archivi degli<br />

uffici assorbiti dagli ufficiali di torre si trovano attualmente riuniti in quello dei capitani<br />

di parte guelfa, dove confluirono in seguito al passaggio, avvenuto nel 1549, delle competenze<br />

degli ufficiali di torre ai capitani di parte.<br />

La provvisione del 22 mag. 1427 innovò il sistema fiscale della repubblica fiorentina<br />

istituendo il catasto: il calcolo dell’imposta, gravante anche sui cittadini, era fatto in<br />

base alle denunce (portate) presentate da ogni nucleo familiare, con la descrizione dei<br />

componenti, dei beni mobili e immobili posseduti e degli aggravi da detrarre. 1 dieci<br />

ufficiali del catasto stabilivano le quote di imposta in proporzione alla rendita complessiva<br />

risultante da ogni denuncia.<br />

Il regime fiscale dei cittadini, dei contadini e dei distrettuali era diverso. Le chiese, i<br />

monasteri; le opere pie, le confraternite laicali e le corporazioni artigiane erano esenti<br />

dall’imposta, ma i loro beni furono censiti nel 1427 e quelli del clero lo furono nuovamente<br />

nel 1478. Questi enti erano soggetti soltanto ad imposte straordinarie sotto forma<br />

di donativi o prestiti. Il censimento catastale avrebbe dovuto rinnovarsi ogni tre anni,<br />

ma lo fu molto più raramente e spesso in tempi diversi nella città, nel contado e nel distretto.<br />

Una nuova riforma fiscale avvenne tra la fine del 1494 e gli inizi del 1495, con l’istituzione<br />

della decima: soltanto i beni immobili venivano tassati e l’imposta ammontava<br />

alla decima parte della loro rendita annua. Nel contado il nuovo sistema di tassazione<br />

fu introdotto dopo un decennio, mentre non fu applicato ai distrettuali, tassati con una<br />

imposta annua fissa. Per i beni ecclesiastici il pontefice dette solo nel 1516 il permesso di<br />

estendere la decima ai beni patrimoniali dei chierici e a quelli che sarebbero stati acquistati<br />

in futuro dagli enti ecclesiastici.<br />

Fin dal X111 secolo, il conio e il controllo sulla circolazione delle monete fiorentine furono<br />

affidati a due ufficiali - uno dell’arte del cambio e l’altro di Calimala - che furono denominati<br />

signori e maestri di zecca. A partire dal 1324, essi furono coadiuvati da un ufficio<br />

del saggio. Ai maestri di zecca era affidata anche la repressione dei reati di falsificazione<br />

monetaria.

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