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ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE - Centro MAAS

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64 Guida generale degli Archivi di Stato<br />

dici. Infine fu creata l’amministrazione della Magona per gestire le miniere, soprattutto<br />

quelle del ferro, considerate patrimonio del principe.<br />

Della antica repubblica rimase una sola carica di rilevanza politica: quella dell’« officiale »<br />

delle riformagioni, custode dell’archivio omonimo nel quale erano conservati gli atti politici<br />

e i documenti che concernevano l’espansione territoriale della repubblica fiorentina:<br />

trattati di pace con le città mano a mano assorbite, atti di dedizione, trattati con vari potentati,<br />

concessioni di privilegi. Questo ufficio rivestì grande importanza sotto Cosimo 1.<br />

Il suo titolare divenne come il notaio della corona ed assunse il titolo di auditore. Era inoltre<br />

il segretario della Pratica segreta e del senato dei quarantotto. Continuò a funzionare,<br />

immutato nella sua struttura, l’ufficio delle tratte, chiamato poi segreteria, che al tempo<br />

della repubblica provvedeva all’assegnazione delle cariche per estrazione a sorte, e dopo<br />

l’istituzione del principato ebbe anche l’incombenza di sbrigare le pratiche relative all’assunzione<br />

degli addetti ai pubblici uffici.<br />

Grande importanza assunse anche la carica di auditore, consigliere legale del principe,<br />

che esaminava le suppliche presentate dai sudditi e si occupava altresì della concessione<br />

dei benefici ecclesiastici.<br />

Per il resto l’amministrazione dello Stato era organizzata in maniera disorganica e la sua<br />

struttura risentiva direttamente delle esigenze che nel tempo avevano dato luogo alla istituzione<br />

delle varie magistrature. Ciascuna di esse esercitava funzioni che dopo la rivoluzione<br />

francese furono separate ed affidate a branche specializzate. A parte i tribunali,<br />

quasi tutte le magistrature, oltre ad esercitare la funzione amministrativa, riscuotevano<br />

imposte ed esercitavano anche la giurisdizione per le materie di loro competenza.<br />

Il territorio dello Stato era diviso originariamente in contado e distretto. A queste due parti<br />

si era aggiunta la provincia pisana, mentre Pistoia e la sua Montagna avevano anche esse<br />

un regime speciale. Dal 1557 si aggiunse poi lo Stato di Siena, che conservò un ordinamento<br />

separato. Il suo territorio era amministrato da organi centrali residenti a Siena ed affidati<br />

in gran parte a cittadini senesi. Così l’intero principato si divise in « Stato vecchio » e Stato<br />

di Siena, amministrati separatamente e con sistemi diversi, riuniti nella persona del sovrano<br />

che aveva in Siena un governatore, esecutore della sua volontà.<br />

Quanto alle circoscrizioni territoriali, sia lo Stato vecchio che quello di Siena erano divisi<br />

in vicariati e i vicariati in podesterie; queste cariche erano affidate rispettivamente a cittadini<br />

fiorentini e senesi. 1 vicari vi esercitavano la giurisdizione criminale e civile, i podestà<br />

solo quella civile. Vicari e podestà avevano anche funzioni amministrative e rappresentavano<br />

l’amministrazione centrale.<br />

Le amministrazioni comunali, il cui ambito territoriale, a parte le inevitabili variazioni,<br />

era stato stabilito in tempi molto antichi (per alcune addirittura si può risalire al tempo della<br />

conquista da parte delle due « dominanti B), erano nello Stato vecchio sottoposte al controllo<br />

dei Cinque conservatori del dominio fiorentino, istituiti nel 1420 ad resecandas expensas<br />

comunitatum, poi alla giurisdizione degli Otto di pratica, per quanto riguardava<br />

le loro controversie, infine al magistrato dei Nove conservatori della giuridizione e del<br />

dominio fiorentino, istituito nel 1560, che riunl in sé le funzioni delle due magistrature.<br />

Ai Nove fu anche affidata la riscossione e la gestione di una imposta istituita nel 1545,<br />

quella delle così dette « spese universali », che doveva essere pagata dai possidenti del distretto<br />

fiorentino, mentre quelli del contado, al medesimo magistrato, pagavano la decima.<br />

Oltre a queste due imposte, ai Nove fu affidata in vari tempi la riscossione e la gestione<br />

di altre imposte pagate da tutte o da alcune comunità dello « Stato vecchio ».<br />

Alla loro giurisdizione e controllo era pero sottratto il territorio di Pistoia e della sua Montagna,<br />

sottoposto dal 1532 prima al magistrato supremo, poi ai quattro commissari di<br />

Pistoia ed infine alla Pratica segreta, che, come organo tutorio di questa parte di territorio,<br />

si riuniva in sedute separate ed aveva un archivio anche esso separato.<br />

Infine le comunità dello Stato vecchio erano sottoposte al controllo tecnico dei capitani<br />

di parte per quanto riguardava l’esecuzione dei lavori pubblici da esse%nanziati. Questa

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