seduta ordinaria del 20 dicembre 2010 - Comune di Orvieto
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espressioni sociali <strong>di</strong> cui si articola la nostra comunità nazionale, fino al singolo citta<strong>di</strong>no e quin<strong>di</strong><br />
anche alle associazioni ambientaliste.<br />
Ma veniamo al tema in <strong>di</strong>scussione, la domanda che ci dobbiamo porci è la seguente: i calanchi<br />
<strong>del</strong>l’orvietano sono un paesaggio meritevole <strong>di</strong> tutela o invece <strong>di</strong> scarso valore e quin<strong>di</strong>, in virtù<br />
<strong>del</strong>la loro caratteristica geologica, una location tecnicamente valida e economicamente conveniente<br />
per attività industriali <strong>di</strong> smaltimento dei rifiuti? Una sorta <strong>di</strong> secchi per l’immon<strong>di</strong>zia <strong>di</strong>sposti in serie<br />
sulle colline orvietane? Per rispondere a questa domanda sicuramente impegnativa potremmo<br />
<strong>di</strong>scutere sul valore anche economico <strong>del</strong> paesaggio <strong>di</strong> un territorio come il nostro, ma più<br />
semplicemente ci viene in soccorso la Regione Umbria dove prevede la promozione, la<br />
salvaguar<strong>di</strong>a e la messa in valore dei paesaggi collinari tra <strong>Orvieto</strong> e Ficulle. Stando così le cose<br />
l’istituzione <strong>del</strong> Parco dei calanchi sembrerebbe cosa fatta, la loro salvaguar<strong>di</strong>a sarebbe raggiunta<br />
ma purtroppo le cose non stanno così, infatti in quell’area insiste da tempo una attività industriale<br />
che ha anch’essa un valore economico e sociale <strong>di</strong> cui la Pubblica Amministrazione ne deve tenere<br />
conto.<br />
Insomma, Parco dei calanchi contro <strong>di</strong>scarica? È come <strong>di</strong>re come esempio parco marino contro i<br />
pescatori? Se noi ci facessimo rinchiudere in questo <strong>di</strong>lemma da un lato tardo e romantico e<br />
veteroindustriale dall’altro e quin<strong>di</strong> qualunque decisione sarebbe comunque <strong>di</strong>sastrosa per la nostra<br />
comunità citta<strong>di</strong>na, e noi incapaci <strong>di</strong> cogliere la complessità e l’opportunità <strong>di</strong> un mondo moderno.<br />
Riteniamo che l’Amministrazione comunale non si debba fare tirare per la giacca da nessuno ma<br />
lavorare per il bene comune, <strong>del</strong> resto la scelta che il sottoscritto insieme a altri colleghi consiglieri<br />
abbiamo fatto recentemente va in questa <strong>di</strong>rezione, cioè assunzione <strong>di</strong> responsabilità nell’interesse<br />
complessivo, davvero l’ambiente e l’economia sono contrapposti e non possono andare d’accordo?<br />
Molte esperienze in giro per l’Italia <strong>di</strong>cono che così non è, noi pensiamo che al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orvieto</strong><br />
serve mettere rapidamente a punto un piano <strong>del</strong>l’ambiente, dei rifiuti e <strong>del</strong>l’energia dove si siano<br />
puntualizzati alcuni punti: a) la tutela e la valorizzazione <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong> paesaggio; b) la<br />
corretta gestione dei rifiuti; c) la produzione <strong>di</strong> energia da fonti rinnovabili.<br />
E in questo quadro la costituzione <strong>di</strong> un parco tecnologico ambientale può essere la sintesi per<br />
coniugare le varie esigenze nell’interesse generale.<br />
Vedete, nell’Italia moderna i rifiuti da problema stanno rapidamente <strong>di</strong>ventando risorsa e quin<strong>di</strong> non<br />
è più tollerabile né comprensibile che solo a <strong>Orvieto</strong> i rifiuti restino un problema da affrontare con<br />
vecchie logiche, superate ormai dalla storia.<br />
Il Consiglio dei Ministri appena un mese fa e successivamente anche la Regione Umbria hanno<br />
rispettivamente recepito la <strong>di</strong>rettiva <strong>del</strong>l’Unione Europea sui rifiuti, favorendo una gestione integrata<br />
e cioè organica e industriale dei rifiuti intesi come risorsa. L’industrializzazione <strong>del</strong> settore<br />
costituisce infatti (interruzione <strong>di</strong> registrazione) e il rafforzamento <strong>del</strong>l’occupazione, con la nuova<br />
<strong>di</strong>rettiva infatti il rifiuto è valorizzato sia come materiale riciclabile sia come risorsa energetica,<br />
determinando così una <strong>di</strong>minuzione dei costi per i citta<strong>di</strong>ni.<br />
Perché i rifiuti trovano una effettiva collocazione in una filiera produttiva che li utilizza sia per la<br />
produzione <strong>di</strong> materie prima sia come fonte rinnovabile, infatti con la raccolta <strong>di</strong>fferenziata che<br />
inizierà anche in questo comune dal 1 gennaio con il centro storico <strong>di</strong> <strong>Orvieto</strong> che è ovviamente il<br />
primo step, ma si dovrà arrivare e fare la raccolta <strong>di</strong>fferenziata su tutto il territorio. È chiaro a tutti<br />
che ci vorrà <strong>del</strong> tempo ma l’importante è partire.<br />
Vedete, con la raccolta <strong>di</strong>fferenziata e la tracciabilità lungo tutta la filiera <strong>del</strong> ciclo si potrebbe<br />
pensare a inse<strong>di</strong>amenti nel nostro territorio <strong>di</strong> aziende che lavorano il riutilizzo <strong>di</strong> prodotti tipo carta,<br />
vetro e plastica etc.. Quin<strong>di</strong> con una politica a valle <strong>del</strong>la filiera <strong>del</strong>la raccolta <strong>di</strong>fferenziata si<br />
potrebbe avviare politiche attrattive alle imprese con ricadute positive nel nostro territorio,<br />
occupazionali in primo luogo.<br />
Ritornando alla questione generale ritengo sarebbe utile conoscere e <strong>di</strong>scutere in questo consesso<br />
i contenuti <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva europea e poi recepirla come atto <strong>di</strong> valore simbolico, per raggiungere gli<br />
obiettivi previsti dall’Unione Europea riconoscere nella raccolta <strong>di</strong>fferenziata lo strumento più<br />
importante da utilizzare, a tal proposito voglio evidenziare e portare a esempio il comune <strong>di</strong> Monza,<br />
un articolo riportato su Il corriere <strong>del</strong>la sera perché anche dai rifiuti i citta<strong>di</strong>ni possano guadagnarci.<br />
Infatti un milione e mezzo <strong>di</strong> Euro l’anno sono i profitti <strong>del</strong>la raccolta <strong>di</strong>fferenziata in una città i cui<br />
123 mila abitanti, numero analogo al nostro Ati, producono 150 tonnellate <strong>di</strong> rifiuto al giorno. “Il<br />
guadagno è abbastanza per consentirci <strong>di</strong> non aumentare la tassa sui rifiuti da 18 anni”, afferma<br />
l’assessore all’ambiente <strong>del</strong> comune <strong>di</strong> Monza.<br />
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