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seduta ordinaria del 20 dicembre 2010 - Comune di Orvieto

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anche capito perché astuto e perché l’interrogazione non andò mai in aula – <strong>di</strong>sse sulla<br />

trasformazione <strong>del</strong>l’impianto da comprensoriale a industriale che secondo questo assessore era<br />

retrogrado e fuori luogo fare battaglie <strong>di</strong> retro guar<strong>di</strong>a su un progetto dalla tecnologia evoluta e in<br />

linea con la nuova normativa vigente. ***per <strong>di</strong> più ***a mettere in sicurezza anche la vecchia<br />

<strong>di</strong>scarica su cui il libro <strong>del</strong> giornalista de La nazione, il dott. Clau<strong>di</strong>o Lattanzi, credo che abbia fatto<br />

piena luce.<br />

Ebbene, preme evidenziare che allora eravamo completamente soli con l’eccezione <strong>di</strong> Legambiente<br />

<strong>del</strong>la Fenice <strong>di</strong> Fabbro a batterci contro quel progetto e molti altri che oggi militano nel cosiddetto<br />

ambientalismo illuminato militavano allora proprio dalla parte <strong>di</strong> quell’assessore, espressione <strong>del</strong><br />

loro stesso mondo. Solo sull’inceneritore riuscimmo nell’intento grazie anche a una certa<br />

resipiscenza <strong>di</strong> questi ambientalisti, forse influenzati anche da molti illustri intellettuali <strong>di</strong> sinistra che<br />

vivevano le meravigliose campagne orvietane e che presentarono il famoso esposto in Procura,<br />

anche quello malamente archiviato dopo quello <strong>del</strong> percolato nel Paglia, videoripreso dai<br />

Carabinieri. E <strong>di</strong> altri grossi punti interrogativi che ancora stanno lì in attesa <strong>di</strong> una qualche risposta.<br />

Sta <strong>di</strong> fatto che lentamente ma progressivamente, la Sao prima, Agarini poi e Acea oggi, hanno<br />

realizzato e coltivato una <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> tipo industriale che già c’è e ci rimarrà in eterno per i prossimi<br />

25 mila anni e dunque si dovrebbe spiegare quale danno ambientale ci dovesse essere se oltre ai<br />

due calanchi che già ci sono se ne dovessero realizzare un terzo, magari con tecnologie ancora più<br />

evolute <strong>di</strong> quelle con cui furono realizzati il primo e il secondo.<br />

E allora mi chiedo, se in questa città si faccia sempre l’esatto opposto <strong>di</strong> quello che si dovrebbe fare<br />

in quell’esatto momento, ovvero <strong>di</strong>re dì sì quando c’è da <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no e <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no quando c’è da <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

sì. E comunque ci sarebbe da <strong>di</strong>re o da non essere manichei e oltranzisti fino allo sfinimento ma<br />

senza possibilisti verso una rinegoziazione globale <strong>del</strong>la politica dei rifiuti e <strong>del</strong> mondo in cui è stata<br />

malamente gestita fino a oggi, con l’obiettivo ben fissato in mente <strong>di</strong> ottenere <strong>di</strong>rettamente o<br />

in<strong>di</strong>rettamente dal gestore la possibilità <strong>di</strong> finanziare questo cambiamento, specialmente in epoca <strong>di</strong><br />

grosse sofferenze <strong>del</strong> bilancio comunale.<br />

Cerchiamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ragionare con il nostro cervello su quello che più conviene alla città e ai<br />

citta<strong>di</strong>ni e non sulla base <strong>di</strong> paure, <strong>del</strong>le posizioni comode e foriere <strong>di</strong> futuri interessati voti o <strong>di</strong><br />

estremisti <strong>del</strong>l’ambientalismo che solo oggi, a tempo scaduto, si svegliano in maniera sospetta per<br />

rimettere i panni dei puristi dopo averli <strong>di</strong>smessi al momento <strong>del</strong>l’apertura <strong>del</strong> vaso <strong>di</strong> Pandora.<br />

Non ci facciamo terrorizzare, noi non ci facciamo influenzare, “Do the right thing” <strong>di</strong>ceva Spike Lee<br />

e questo dobbiamo fare.<br />

E allora credo che sulle questioni ambientalistiche in generale bisogna ragionare in modo<br />

equilibrato e pacato senza isterismi, senza estremismi anche perché non credo che su tali questioni<br />

sia in <strong>di</strong>scussione il principio <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile.<br />

Infine non posso esimermi dal censurare sul piano giuri<strong>di</strong>co lo strumento prescelto, ho cercato <strong>di</strong><br />

informarmi sulla questione anche se purtroppo la professione è tiranna e ho potuto de<strong>di</strong>care solo<br />

qualche ritaglio <strong>di</strong> tempo al tutto, però una cosa mi è stata confermata in <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong>: non<br />

possiamo con lo strumento urbanistico <strong>del</strong> Piano regolatore bloccare la realizzazione <strong>di</strong> un progetto<br />

legittimo già autorizzato, ad<strong>di</strong>rittura istituendo un parco, si tratterebbe <strong>di</strong> un atto palesemente<br />

illegittimo rispetto alla programmazione urbanistica regionale che per fortuna, o per sfortuna a<br />

seconda dei punti <strong>di</strong> vista, è con<strong>di</strong>visa, è integrata con quella comunale, non può camminare e<br />

contrad<strong>di</strong>rsi l’una con l’altra.<br />

Quin<strong>di</strong> questo atto potrebbe essere tranquillamente impugnato domattina al Tar e potrebbe, e su<br />

questo sono d’accordo con il Cons. Ranchino e con chi ha ricordato questo tipo <strong>di</strong> problema<br />

potrebbe esporre il comune all’ennesima causa <strong>di</strong> risarcimento danni miliardaria, che almeno per<br />

quanto mi riguarda non permetterò che rimetta ancora una volta in pericolo il bilancio <strong>del</strong> comune.<br />

Io ho il parere dei funzionari che me l’hanno confermato e ho qui alcune sentenze <strong>del</strong> Tar e <strong>del</strong><br />

Consiglio <strong>di</strong> Stato che mi confermano il fatto che è la regione, sia sul piano giuri<strong>di</strong>co – ambientale<br />

che su quello giuri<strong>di</strong>co – urbanistico, che potrebbe e dovrebbe assumersi la decisione <strong>di</strong> revocare<br />

autorizzazioni e piani vari e il comune ha solo la possibilità <strong>di</strong> adeguarsi a questi aspetti già decisi.<br />

Inoltre considerando l’intenzione manifesta che sottende a questa iniziativa e cioè bloccare un<br />

progetto legittimo <strong>di</strong> una impresa, quale che sia, la Sao, e ciò potrebbe anche integrare un abuso<br />

d’ufficio perché è intenzionale questo atteggiamento, questa condotta. Una sorta <strong>di</strong> danno voluto<br />

che giova al protagonismo <strong>di</strong> alcuni ma fa male agli altri che lo assecondano e fa male soprattutto<br />

alla città.<br />

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