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Rilancio termale parola a Mignone - L'ANCORA edicola

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L’ANCORA<br />

12 12 FEBBRAIO 2006<br />

ACQUI TERME<br />

Acqui Terme. “La stagione<br />

teatrale in mano ai medici”, dicevamo<br />

su queste colonne poche<br />

settimane fa. E la conferma<br />

è venuta dagli strani “dottori”<br />

Zuzzurro e Gaspare, che giovedì<br />

due febbraio, al Teatro Ariston,<br />

hanno portato in scena<br />

con garbo e ritmo intensissimo<br />

(gran dote, forse la migliore per<br />

le scene contemporanee) la<br />

commedia di Joe Orton Ciò che<br />

vide il maggiordomo (titolo demenziale<br />

e astruso, eppure a<br />

suo modo funzionale nel suo<br />

essere scombinato, del tutto<br />

sganciato dalla trama, come il<br />

pubblico avrà potuto ben osservare).<br />

E, forse per la seconda volta,<br />

quest’anno (la prima occasione<br />

era stata con la farsa di<br />

Dario Fo I cadaveri si spediscono<br />

e le donne si spogliano,<br />

portata in scena da “I Pochi” di<br />

Alessandria) la comicità ha scatenato<br />

applausi a scena aperta.<br />

Merito grande poi va ad Andrea<br />

Brambilla (Zuzzurro), per aver<br />

conferito alla fabula un taglio<br />

boccacciano e non boccaccesco.<br />

E, nel segno della grande<br />

ironia e levità, lo spettacolo è andato<br />

felicemente in porto (da<br />

non dimenticare la bravura degli<br />

interpreti), tra la soddisfazione<br />

degli spettatori.<br />

Ma veniamo al prossimo appuntamento.<br />

Il rammarico di<br />

aver perduto la attesissima<br />

Boheme di Puccini in forma cameristica<br />

(oltretutto, assai “giocabile”<br />

da parte della scuola:<br />

non c’è di meglio per conoscere<br />

il Decadentismo attraverso il<br />

filtro dell’opera musicale) è stato<br />

compensato da un vaudeville<br />

scientifico che è stato scritto<br />

appositamente per la ricorrenza<br />

del 2005, anno mondiale della<br />

Fisica (e non è un caso che lo<br />

spettacolo abbia ricevuto accoglienza<br />

non solo ad Alba, Moncalvo,<br />

Moncalieri, ma anche<br />

presso l’università di Torino).<br />

Madame Curie... all’Ariston il 16<br />

Invito a teatro<br />

Si tratta de Marie Curie, la<br />

scoperta dell’amore, che vede<br />

Miriam Mesturino quale protagonista<br />

prima dell’allestimento.<br />

Dunque, ancora un’opera<br />

molto “scolastica” (il che non<br />

deve essere considerato un difetto:<br />

lo spettacolo della Coltelleria<br />

Einstein Spupazzi d’amore,<br />

nato per le Superiori, poteva<br />

essere benissimo inserito nel<br />

cartellone principale dell’Ariston,<br />

come già riferimmo nella<br />

recensione del 29 gennaio) che,<br />

da un lato, è un po’ biografia romanzata<br />

di una coppia di spicco<br />

della scienza moderna, e,<br />

dall’altro, ricorre ad una delle<br />

forme più in auge del teatro (anche<br />

musicale) ottocentesco.<br />

I coniugi Curie nel vaudeville<br />

Dunque i protagonisti dell’allestimento,<br />

portato in scena dalla<br />

compagnia Torino Spettacoli<br />

sono proprio loro: Pierre Curie<br />

(1859-1906) e la moglie Marie<br />

(1867-1934), polacca quanto<br />

all’origine (era nata Sklodowska),<br />

insieme Nobel per la Fisica<br />

nel 1903 (ma Marie ottenne<br />

anche quello per la Chimica nel<br />

1911).<br />

Dunque un “teatro in laboratorio”<br />

aspetta il pubblico acquese<br />

(i due nostri scienziati scoprirono<br />

il radio e il polonio, condussero<br />

ricerche su magnetismo<br />

e radioattività), ma combinato<br />

con quell’aspetto romantico<br />

e irrazionale che proprio non<br />

ti aspetteresti.<br />

La scoperta…- come recita il<br />

titolo - è quella dell’amore, del<br />

sentimento meno analizzabile<br />

e scomponibile per eccellenza.<br />

E allora vale la pena di riprendere<br />

una sintetica presentazione<br />

che così riassume: “La commedia<br />

è un calibratissimo meccanismo<br />

teatrale che riesce sapientemente<br />

a miscelare alla<br />

dimensione divulgativa tutti gli<br />

ingredienti della grande tradizione<br />

francese del vaudeville.<br />

Entrate e uscite a sorpresa, ma-<br />

Contributo all’Enoteca<br />

lintesi, suspense, battute al fulmicotone<br />

e situazioni comicamente<br />

imbarazzanti”..<br />

E questo perché le due menti<br />

sono sì straordinarie, ma appartengono<br />

a due esseri umani<br />

complementari: e allora i tic,<br />

la caparbietà, la serietà dell’indagine<br />

e anche la passione diventano<br />

pretesto per uno spettacolo<br />

divertente e allo stesso<br />

tempo ricco di contenuti.<br />

Come si può immaginare di<br />

far ridere parlando seriamente<br />

di uranio, radioattività, premi<br />

Nobel e tutto il contorno: esperimenti,<br />

provette e alambicchi<br />

vari?<br />

Dalla piece la risposta.<br />

Signori, in vaudeville<br />

Nato da una costola dell’opéra<br />

comique, all’inizio del<br />

XVIII secolo, il genere del vaudeville<br />

trovò la sua sede nel<br />

Théâtre de Vaudeville inaugurato<br />

nel 1792. Ma è l’Ottocento,<br />

davvero, l’epoca d’oro, tanto che<br />

sono addirittura 10 mila circa i<br />

lavori prodotti in Francia nel secolo<br />

XIX.Tanto che anche i Teatri<br />

Variétés e Palais Royal adottarono<br />

con successo questa forma,<br />

in cui si distinsero Scribe,<br />

Labiche, Feydeau e Halévy.<br />

La grande stagione del vaudeville<br />

venne poi oscurata (ma<br />

che combinazione) dall’avvento<br />

del cinema, conservando però<br />

la forma una certa popolarità<br />

sino alla metà del Novecento.<br />

Ma a quelle date il vaudeville era<br />

già da tempo migrato tanto nelle<br />

lontane Russie, quanto negli<br />

Stati Uniti. Qui, tra il 1885 e l’inizio<br />

del XX secolo, il termine<br />

vaudeville servì per definire quel<br />

teatro di varietà statunitense la<br />

cui evoluzione troveremo poi<br />

nel musical. E a questo tipo di<br />

commedia musicale si ispirò anche<br />

il vaudeville tedesco, che<br />

godette di particolare fortuna a<br />

Monaco e a Berlino nel secondo<br />

dopoguerra.<br />

G.Sa<br />

Acqui Terme. L’Enoteca regionale Acqui «Terme e vino»<br />

parteciperà, dal 18 al 20 marzo, alla «Rassegna dei vini e dei<br />

sapori dell’Alto Monferrato», edizione 2006, in programma a<br />

Castelletto d’Orba. Per la «quota spese», l’amministrazione comunale<br />

ha concesso all’Enoteca regionale un contributo di<br />

1.000,00 euro.<br />

La rassegna di Castelletto d’Orba è ritenuto un evento di rilevanza<br />

nel settore della promozione turistica e valorizzazione<br />

del territorio, dei prodotti tipici locali.<br />

Linea Ufficio ARES Servizi Tecnologici S.r.l.<br />

Via Mantova 3/5 - 15011 Acqui Terme (AL)<br />

tel.: 0144 325621 - fax: 0144 326261<br />

www.ares-st.com - e-mail: info@ares-st.com<br />

Servizio di: fotocopie, stampe digitali da file, rilegature, scansioni, biglietti da visita,<br />

carta e buste intestate con creazione loghi personalizzati, fax.<br />

Offerta mese di febbraio: 100 biglietti da visita euro 18,00<br />

Acqui Terme. La Bollente,<br />

cioè il monumento del Cerutti<br />

situato sulla piazza omonima<br />

simbolo della città <strong>termale</strong> e<br />

meta turistica di chi è in visita<br />

ad Acqui Terme, ha bisogno<br />

di interventi, di restauri, di un<br />

nuovo look. Tanti acquesi, di<br />

nascita o sgaientò di adozione<br />

perchè preferiscono la nostra<br />

città per acquisti, cure<br />

termali o fitness, turismo e<br />

shopping, hanno manifestato<br />

al sindaco Danilo Rapetti, la<br />

necessità di porre, da parte<br />

dell’amministrazione comunale,<br />

una particolare attenzione<br />

alla Bollente, di conseguenza<br />

alla piazza, che per antonomasia,<br />

dagli acquesi è considerata<br />

il salotto della città. La<br />

piazza e la Bollente, da cui<br />

sgorga un dono fatto da madre<br />

natura ad Acqui Terme,<br />

vale a dire l’acqua calda a 75<br />

gradi, sono situate al centro<br />

del contesto urbano, quindi in<br />

una posizione ideale per un<br />

intervento di riqualificazione<br />

necessario a restituire valenza<br />

e prestigio ad un’area dove<br />

gli acquesi possano camminare<br />

attraverso la propria<br />

storia e vivere nuove emozioni.<br />

Possano anche offrire al<br />

turista, al visitatore, la massima<br />

suggestione e fruibilità.<br />

La proposta dei cittadini,<br />

come affermato dal sindaco<br />

Rapetti, «si intrinseca con i<br />

programmi dell’amministrazione<br />

comunale di fare sempre<br />

più bella e godibile ogni zona<br />

della nostra Acqui Terme».<br />

Quella di Rapetti, più che un’idea<br />

è una interpretazione del-<br />

Allo studio una serie di interventi<br />

La fonte Bollente<br />

necessita di nuovo look<br />

l’aspirazione degli acquesi.<br />

Desiderio a cui far seguire un<br />

piano, quindi una fase progettuale.<br />

Il mantenimento del giusto<br />

decoro dell’<strong>edicola</strong> sarebbe<br />

compito anche delle Terme,<br />

società proprietaria della<br />

struttura. Quindi il sindaco<br />

Rapetti ha ricordato che senza<br />

alcun dubbio con il presidente<br />

della società, Andrea<br />

<strong>Mignone</strong>, considerato persona<br />

sensibile a progetti adatti a<br />

riqualificare la struttura simbolo<br />

della città e delle terme,<br />

ci sarà un’unità di elementi e<br />

di indirizzi tali da effettuare interventi<br />

necessari a riqualificare<br />

la Bollente. Una struttura<br />

che ha un fascino eccezionale<br />

dovuta all’originalità che la<br />

caratterizza. «La nuova idea<br />

di spazio urbano, e di riqualificazione<br />

dell’<strong>edicola</strong> della Bollente<br />

nasce dalla volontà di<br />

restituire alla piazza la qualità<br />

di cuore pulsante, di centro<br />

cittadino per scambi culturali<br />

e sociali, funzioni rappresentate<br />

dalla attività commerciali<br />

che circondano la piazza, citiamo<br />

corso Italia, via Bollente,<br />

il Quartiere del vino, porta<br />

aperta sulla Pisterna», ha ricordato<br />

Rapetti. L’idea della<br />

ristrutturazione della Bollente,<br />

oltre che una necessità ha la<br />

sua fondatezza nella storia<br />

della città ed il «piano» indicato<br />

dal sindaco sta per diventare<br />

progetto. Il tutto, come<br />

sottolineato dal sindaco,<br />

«con l’aiuto degli acquesi e<br />

delle Terme».<br />

Tra i modelli di riqualificazione<br />

ipotizzabili, uno tra i più<br />

interessanti consisterebbe in<br />

una scenografia dell’insieme<br />

completa di una particolare<br />

attenzione alle fonti di illuminazione,<br />

magari con realizzazione<br />

di effetti scenici di luci e<br />

colori, con determinazione di<br />

atmosfere. È infatti da rilevare<br />

che chi percorre, particolarmente<br />

di sera, corso Italia,<br />

giunto all’altezza di via Saracco,<br />

guardando la Bollente si<br />

accorge che è poco e male illuminata.<br />

L’illuminazione scenografica<br />

dell’insieme della<br />

Bollente, con «luci di gala»,<br />

determinerebbe un’atmosfera,<br />

un’attenzione particolare, caratterizzerebbe<br />

l’ambiente<br />

sottolineando la forma e la<br />

materia dell’<strong>edicola</strong> e farebbe<br />

convergere l’attenzione sul riflesso<br />

del vapore acqueo provocato<br />

dall’acqua bollente<br />

che fuoriuscita dalla bocca<br />

della fontana, si riversa nella<br />

conchiglia, prima di scendere<br />

nelle fontana dalle due bocche.<br />

L’importanza per Acqui Terme<br />

della Bollente è stata da<br />

sempre e da tutti sottolineata<br />

durante i secoli della sua storia.<br />

«Questa fonte fu causa<br />

che la città s’edificasse in<br />

questo luogo. Alle acque termali<br />

dee la città d’Acqui non<br />

solo la sua origine, ma altresì<br />

la sua esistenza», rileva il<br />

Biorci, uno dei più grandi storiografi<br />

di Acqui Terme. Nel<br />

terzo millennio è dunque interessante<br />

apprendere che la<br />

Bollente non viene dimenticata.<br />

C.R.

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