Rilancio termale parola a Mignone - L'ANCORA edicola
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L’ANCORA<br />
38 12 FEBBRAIO 2006<br />
OVADA<br />
Ovada. Riceviamo e pubblichiamo<br />
un intervento di Giuseppe<br />
Vignolo, responsabile<br />
della Cisl ovadese.<br />
«Tempo di bilanci. Bilanci<br />
dell’anno trascorso, preventivi<br />
per il futuro.<br />
Il 2006 è un anno di bilanci<br />
particolari in quanto è l’anno<br />
delle elezioni. Credo che ogni<br />
soggetto impegnato nel sociale<br />
debba responsabilmente fare<br />
una attenta analisi ed<br />
esprimere idee ed apprezzamenti<br />
almeno nell’ambito in<br />
cui opera. Pertanto, quale responsabile<br />
di una Confederazione<br />
sindacale, mi sento in<br />
dovere di esaminare lo stato<br />
delle cose relativamente alla<br />
zona di Ovada.<br />
Le problematiche della zona<br />
sono purtroppo complesse,<br />
forse di difficile soluzione,<br />
ma debbono essere affrontate<br />
senza presunzione di nessun<br />
genere. Dobbiamo risolvere i<br />
problemi, quindi è indispensabile<br />
che incominciamo a guardare<br />
le cose non più come<br />
maggioranza, opposizione o<br />
categorie sociali interessate,<br />
ma avulse dalla responsabilità<br />
di gestione, bensì dobbiamo<br />
saper creare un nuovo soggetto<br />
che affronti i problemi<br />
per quelli che sono,<br />
indipendentemente da chi sta<br />
al Governo centrale, pur sapendo<br />
che la prospettiva della<br />
maggioranza ha un orizzonte<br />
diverso da quella della minoranza,<br />
ed entrambe hanno<br />
tempi differenti dalle categorie<br />
sociali.<br />
Premesso ciò, proviamo ad<br />
analizzare lo stato della zona,<br />
partendo dall’occupazione<br />
che da sempre sta alla base<br />
della sopravvivenza umana. È<br />
chiaro che la zona, verificate<br />
le ultime vicende Mecof, Fonti<br />
Feja, vive uno stato a dir poco<br />
comatoso, anche perché non<br />
si rilevano a breve nuovi insediamenti<br />
produttivi, prova ne è<br />
la stasi che riscontriamo anche<br />
nella nuova zona artigianale<br />
della Rebba. Certo non<br />
possiamo inventare una serie<br />
di investitori, ma tutti insieme<br />
dovremmo, nell’arco del 2006<br />
incontrarci, mettere in campo<br />
tutte le nostre conoscenze per<br />
promuovere con i porti liguri,<br />
la Regione Liguria e Piemonte,<br />
un convegno propedeutico<br />
ad un continuo contatto che<br />
possa avviare il volano e aprire<br />
la strada che porta gli insediamenti<br />
nella zona,<br />
monitorando però costantemente<br />
quello che già in Ovada<br />
è o che potrebbe arrivare.<br />
Chiaramente la griglia<br />
predisposta a suo tempo per<br />
la Caraffa sulle aziende inquinanti<br />
deve essere estesa a<br />
tutto la zona di Ovada, come<br />
pure il monitoraggio deve essere<br />
costante onde evitare il<br />
ripetersi di situazioni simili a<br />
quelli di località Campone, situazioni<br />
che sono innanzitutto<br />
la vergogna in primo luogo del<br />
sindacato che opera in zona,<br />
Non si deve arrivare agli<br />
estremi di avere un’azienda<br />
con più di venti dipendenti<br />
non regolarizzati e non saperlo.<br />
Pino Vignolo su occupazione, sanità e servizi<br />
Una zona che sia sinergica<br />
al di sopra dei campanili<br />
Per la Sanità e l’assistenza,<br />
si tratta di un punto molto delicato<br />
e troppo importante per<br />
essere sottovalutato. Certo è<br />
un argomento in cui la fatica e<br />
l’impegno personale non si<br />
traducono in altrettanta popolarità<br />
ma dobbiamo essere<br />
seri. Nel momento in cui il potere<br />
d’acquisto è costantemente<br />
eroso senza che si riesca<br />
ad intravedere, a medio<br />
termine, la fine del tunnel, è<br />
indispensabile garantire ai ceti<br />
meno abbienti una sicurezza<br />
di vita per lo meno decente.<br />
Dobbiamo renderci conto<br />
che non possiamo più cimentarci<br />
nel difendere quello che<br />
non è difendibile nè nei numeri<br />
nè nelle prestazioni. Dobbiamo<br />
comunque essere coscienti<br />
di essere in grado di<br />
ottenere quello che per Ovada<br />
è basilare. Dobbiamo sicuramente<br />
pretendere un Pronto<br />
Soccorso con dipartimento di<br />
emergenza e un reparto efficiente<br />
ed attrezzato di Geriatria,<br />
unitamente ad una serie<br />
di ambulatori specialistici rispondenti<br />
al meglio alle richieste<br />
dell’utenza. Se poi<br />
fosse possibile avere la presenza<br />
di altri reparti (ad es.<br />
Fisiatria), gli stessi si devono<br />
pretendere solo se la garanzia<br />
fosse quella di avere pendolarismo<br />
in entrata.<br />
Invece per la socio - assistenza,<br />
non possiamo<br />
permetterci di sbagliare. Il<br />
Consorzio dei Comuni deve<br />
essere all’altezza delle esigenze<br />
di zona, tenuto conto<br />
della morfologia della zona<br />
stessa. Non possiamo permetterci<br />
di sbagliare perché<br />
sbagliando andremmo a dividere<br />
il territorio tra Acqui e<br />
Novi, con la conseguente<br />
morte sociale dell’Ovadese.<br />
Qualcuno ,alla nostra proposta<br />
di accorpare i servizi sociali<br />
del Consorzio e del Lercaro,<br />
risponde definendola<br />
una “bella provocazione”. Ribadiamo<br />
che quella non fu<br />
provocazione ma una proposta<br />
che oggi reiteriamo, invitando<br />
i protagonisti a fare un<br />
passo indietro, a farsi carico<br />
anche dell’impopolarità ma a<br />
procedere speditamente sulla<br />
costruzione di un unico organismo,<br />
che gestisca l’assistenza<br />
a partire dal domicilio<br />
dell’anziano o del disabile<br />
sino al ricovero in struttura,<br />
passando per un centro diurno<br />
che purtroppo esiste solo<br />
sotto gli ippocastani di piazza<br />
Franzoni.<br />
Il passaggio dalla Sanità ai<br />
servizi è breve perché le problematiche,<br />
nonostante siano<br />
diverse, sono anche molto simili.<br />
Ovada sta vivendo una<br />
triste realtà per tutti servizi,<br />
che in fondo sono anche sociali.<br />
Stiamo vivendo lo<br />
smantellamento continuo dei<br />
trasporti su gomma riguardanti<br />
utenze che gravitano su<br />
paesi definiti “rami secchi”,<br />
ghettizzando chi non possiede<br />
un’auto. Assistiamo allo<br />
smantellamento delle Ferrovie,<br />
su cui è stato inutile disquisire:<br />
lo fanno certo meglio<br />
i Comitati dei pendolari. Stiamo<br />
assistendo agli effetti della<br />
privatizzazione su telefonia ed<br />
energia elettrica. Per i trasporti<br />
abbiamo depauperato le zone<br />
più belle, per la telefonia<br />
fissa ci siamo attrezzati coi telefonini,<br />
per le ferrovie impareremo<br />
a viaggiare in auto. E<br />
queste non sono certo soluzioni.<br />
Per l’energia elettrica invece<br />
è bene sapere che qualora<br />
manchi non sarà più possibile<br />
percorrere vie alternative,<br />
quindi il depauperamento dei<br />
servizi in zona potrebbe portare<br />
a black out non solo di luce<br />
ma soprattutto di riscaldamento<br />
perché è risaputo che<br />
nessun riscaldamento, all’infuori<br />
della stufa a legna, funziona<br />
senza l’energia elettrica.<br />
Quindi è bene che ci interroghiamo<br />
tutti sul come usare<br />
le fonti in nostro possesso (legna),<br />
su quelle che acquistiamo<br />
rendendocene schiavi,<br />
passando anche attraverso<br />
una seria e pacata analisi dell’energia<br />
nucleare.<br />
Su queste cose non possiamo<br />
più essere passivi e<br />
fatalisti. Dobbiamo assumerci<br />
la responsabilità di una lotta<br />
nuova, difficile ma necessaria,<br />
che coinvolga tutti gli strati sociali<br />
e tutte le organizzazioni<br />
di categoria, tutte le Amministrazioni<br />
comunali, una lotta<br />
senz’altro legale ma che porti<br />
ad iniziative anche di una crudezza<br />
esasperata. Non servono<br />
più i proclami, gli ordini<br />
del giorno ed i Consigli comunali<br />
aperti. Servono delle prese<br />
di posizione che si avvicinino<br />
a quelle della Valsusa. Lo<br />
diciamo adesso, in tempi non<br />
sospetti, perché su quello che<br />
siamo disponibili a fare oggi,<br />
magari domani, dopo le elezioni<br />
potremmo non essere<br />
più molto d’accordo. Quindi<br />
oggi dobbiamo assumere posizioni<br />
che ci portino avanti<br />
nel tempo, ammonendo le forze<br />
politiche chiamate domani<br />
al Governo della nostra realtà,<br />
che la gente non può e non<br />
deve più essere disponibile a<br />
fare ancora sacrifici. Le Amministrazioni<br />
comunali si vedono<br />
costrette a ricorrere, in modo<br />
massiccio, alle esternazioni<br />
che poi non sarebbero altro<br />
che il cane che si mangia la<br />
coda. Nella zona di Ovada, se<br />
saremo accorti se sapremo<br />
sviluppare davvero uno strumento<br />
formidabile come può<br />
essere la Saamo, potremmo<br />
bypassare il problema, mantenendo<br />
il controllo politico ed<br />
amministrativo della situazione,<br />
anche in caso di affidamento<br />
del lavoro all’esterno,<br />
evitando spiacevoli situazioni<br />
come quella del sottopasso di<br />
corso Italia.<br />
Per ottenere quanto sopra<br />
occorre una vera volontà di rilancio<br />
a 360 gradi della Saamo,<br />
con l’impegno fattivo di<br />
tutti i soci (Comuni) e l’autonomia<br />
operativa dell’Amministrazione<br />
dell’azienda. Qualcuno<br />
un giorno mi accusò di<br />
essere prevenuto verso questo<br />
Consiglio di Amministrazione.<br />
Oggi mi pare giusto fare<br />
chiarezza e dichiarare la<br />
mia stima verso il presidente<br />
Ferrini. Ma mi pare oltremodo<br />
giusto esprimere anche le<br />
perplessità verso un C. d. A.<br />
eletto con i crismi del manuale<br />
Cencelli. Sono pronto<br />
comunque ad andare a Canossa<br />
qualora mi si dimostri<br />
quell’autonomia operativa che<br />
porterebbe la Saamo ad essere<br />
lo strumento efficiente ed<br />
efficace tanto agognato, e non<br />
un’azienda da far vegetare in<br />
modo stagnante.<br />
Abbiamo più volte lanciato<br />
l’invito a concertare i bilanci<br />
comunali nell’arco dell’anno:<br />
abbiamo ricevuto applausi,<br />
pacche sulle spalle ma ci troviamo<br />
ancora a bilanci ormai<br />
costruiti. Premetto che questa<br />
è prerogativa degli amministratori<br />
comunali, che hanno<br />
facoltà di informare o concertare<br />
a loro scelta ma credo sia<br />
importante vedere le cose in<br />
modo diverso dal passato, in<br />
modo che il futuro assuma<br />
una colorazione un po’ più rosea<br />
di quella cupa che si intravvede<br />
all’orizzonte.<br />
Lavorare tutti insieme per<br />
lavorare meglio non è uno slogan<br />
ma un dato di fatto. Infatti<br />
sentiamo costantemente Comitati<br />
cittadini dei vari paesi<br />
confrontarsi con le Amministrazioni<br />
comunali sulle zone<br />
industriali nascenti (ultima la<br />
zona artigianale S. Giuseppe<br />
di Molare). Tenendo presente<br />
che la nostra zona è tra quelle<br />
più polverizzate sul numero<br />
dei Comuni, è naturale che<br />
ogni Comune, se non lavora<br />
di concerto con gli altri, tende<br />
a portare a casa propria ogni<br />
fonte possibile di guadagno.<br />
I capannoni portano l’Ici,<br />
quindi il contestare la strategia<br />
che viene avanti dalla polarizzazione<br />
non è altro che<br />
lotta accademica e sterile.<br />
Di qui la necessità di diventare<br />
a pieno titolo una zona<br />
che lavori in sinergia, al di sopra<br />
dei campanili.<br />
Nuove edicole funerarie a Grillano<br />
Ovada. La Giunta ha preso due decisioni per il cimitero di<br />
Grillano.<br />
Una riguarda la destinazione di una superficie interna per la<br />
concessione a privati di quattro aree per la costruzione di edicole<br />
funerarie, sulle indicazioni dell’Ufficio tecnico. Tre aree sono<br />
state individuata al lato sinistro ed una al destro. Sono state<br />
approvate le relative norme tecniche per le costruzioni che prevedono,<br />
fra l’altro, il tetto a capanna con linea di colmo in corrispondenza<br />
del centro della porta di accesso della tomba e comunque<br />
centrale rispetto all’area oggetto di concessione. Il colmo<br />
dovrà essere a quota di metri 5,70 con l’impluvio, a quota<br />
metri 5 dal piano del marciapiede di cm.60. La copertura del<br />
tetto dovrà essere in tegole marsigliesi. Fra le norme, l’obbligatorietà<br />
della realizzazione minima di 16 fra loculi ed ossari.<br />
L’altro provvedimento riguarda la disponibilità di loculetti ossario,<br />
ubicati sul lato destro dell’<strong>edicola</strong> funeraria ex Bozzano-<br />
Minuto ed ora con il lascito Ighina di proprietà comunale. Sono<br />
state confermate le tariffe per la concessione, quantificate per il<br />
primo ordine in euro 598 e per gli ordini dal 2º al 5º euro 777.<br />
11 febbraio, festa del malato<br />
Ovada. Si svolgerà sabato 11 febbraio in Parrocchia in forma<br />
solenne la festa della Beata Vergine apparsa a Lourdes e la<br />
giornata mondiale del malato.<br />
Alle ore 8,30 S.Messa all’altare della Madonna. Nel pomeriggio<br />
alle ore 17 S. Messa solenne per i malati, gli anziani;<br />
celebrazione comunitaria del Sacramento dell’unzione degli infermi<br />
e al termine della funzione fiaccolata all’altare della Madonna<br />
con canti mariani. Alle ore 18 S.Messa per i malati nella<br />
cappella dell’Ospedale.<br />
Con i militi Sasso e Pernigotti<br />
La Croce Verde<br />
alle Olimpiadi<br />
Ovada. La storia della Croce<br />
Verde continua.<br />
È stato appena festeggiato<br />
il 60º compleanno di fondazione<br />
e i militi sono i grandi<br />
protagonisti di una gara di solidarietà.<br />
Il libro che rievoca<br />
momenti epici della Pubblica<br />
Assistenza è in vendita in tutte<br />
le librerie ed edicole di<br />
Ovada e Molare, e tra non<br />
molto verrà anche presentato<br />
a Tagliolo. Una storia fatta di<br />
uomini, gesta di umanità.<br />
Un ulteriore motivo di soddisfazione<br />
è costituito dal fatto<br />
che due militi di valore, Cristian<br />
Sasso e Camilla Pernigotti<br />
sono stati chiamati a<br />
far parte dell’organizzazione<br />
delle Olimpiadi invernali di Torino.<br />
Sasso è partito martedì<br />
scorso alla volta di Torino con<br />
importanti funzioni: è stato<br />
destinato, con altri soccorritori<br />
delle Associazioni che operano<br />
sul territorio regionale, a<br />
garantire l’assistenza al “Palaghiaccio”<br />
di Torino dove si<br />
svolgerà il torneo olimpico di<br />
hockey. Il volontario, istruttore<br />
del servizio 118, avrà il compito<br />
di coordinare una piccola<br />
unità di soccorso composta<br />
da tre militi che farà riferimento<br />
ad un team di medici ed<br />
Ovada. Il canile di località<br />
Campone che ospita oltre un<br />
centinaio di cani, sarà<br />
ulteriormente potenziato.<br />
Lo ha deciso recentemente<br />
la Giunta comunale che ha<br />
approvato un progetto<br />
predisposto dall’Ufficio tecnico,<br />
che prevede l’ampliamento<br />
delle strutture con la realizzazione<br />
di nuovi box coperti. Il<br />
progetto che quantifica un intervento<br />
di spesa di circa 105<br />
mila euro, ha lo scopo di beneficiare<br />
del finanziamento, in<br />
base al D.M. del 13/5/2005<br />
del Ministero della Salute,<br />
previsto per la realizzazione<br />
di progetti aventi appunto la<br />
finalità di costruire strutture di<br />
rifugio per cani randagi.<br />
Attualmente il canile di<br />
Ovada, dispone di due strutture,<br />
una come canile sanitario<br />
dove vengono ospitati i<br />
randagi recuperati ed in molti<br />
casi abbandonati sul posto, e<br />
l’altra come canile rifugio, dove<br />
vengono ospitati gli animali<br />
che non hanno potuto essere<br />
riconsegnati al proprietario e<br />
quindi hanno comunque bisogno<br />
della disponibilità di un<br />
luogo dove vivere. Il Comune,<br />
anche con questa decisione,<br />
ha confermato l’attenzione<br />
che ha nei confronti di questo<br />
settore, evidenziata anche<br />
dalla nuova convenzione che<br />
è stata recentemente approvata<br />
e coinvolge anche gli altri<br />
Comuni della zona e che<br />
prende fra l’altro l’attivazione<br />
di una accalappiacani per catturare<br />
i randagi e portarli appunto<br />
al canile sanitario di località<br />
Campone. Quindi i cani<br />
recuperati anche nei Comuni<br />
limitrofi, vengono così ricoverati<br />
per la quarantena nel canile<br />
sanitario e restano a carico<br />
di ogni singolo Comune,<br />
che è tenuto al pagamento di<br />
una retta giornaliera .<br />
Va aggiunto che il canile di<br />
Ovada è ritenuto una struttura<br />
affiancheranno le varie nazionali<br />
impegnate nelle gare. La<br />
militessa Camilla Pernigotti<br />
sarà impegnata nel “Welcome<br />
Team”, servizio gestito dal Toroc<br />
e dal Comitato Organizzatore<br />
di Torino 2006 relativo<br />
all’accoglienza e all’informazione<br />
dei turisti durante i Giochi.<br />
Nei giorni scorsi Camilla<br />
ha ultimando la formazione<br />
ed é stata destinata nella sede<br />
di Pinerolo al Curling. Si<br />
tratta di 400 persone entusiaste<br />
e dinamiche pronte a rendersi<br />
utili affinché la macchina<br />
organizzativa giri al meglio.<br />
Ospita un centinaio di cani<br />
Il canile del “Campone”<br />
sarà potenziato<br />
all’avanguardia per l’ampio<br />
spazio che gli animali hanno<br />
a disposizione, ma anche per<br />
la particolare cura che offrono<br />
i volontari dell’Enpa.<br />
La gestione del canile ovadese<br />
è affidata alla giovane<br />
Arianna Nervi, figlia della<br />
compianta Cristina Bottero,<br />
che vanta della valida ed<br />
esperta collaborazione del<br />
padre Piero.<br />
Fra i provvedimenti assunti<br />
dal Comune di Ovada in questo<br />
specifico settore va ricordato<br />
la norma inserita nel<br />
nuovo regolamento che disciplina<br />
la presenza dei cani nelle<br />
aree pubbliche e di uso<br />
pubblico, là dove stabilisce<br />
anche precise disposizioni<br />
per chi detiene gli animali,<br />
con il preciso divieto a tenerli<br />
in luoghi non ritenuti adatti.<br />
R. B.<br />
Bravi, nonni!<br />
Ovada. Giustina e Giovanni<br />
Battista Boccaccio festeggiano<br />
l’11 febbraio 2006 le loro<br />
nozze d’oro.