La lingua de Lo Cunto de li cunti di Giambattista Basile - FedOA ...

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durante tutta la sua vita e, dopo aver perduto la lisciva e il sapone, la gioventù e la salute, era stato pagato a formaggini; chi diceva che gli era stata fatta un’ingiustizia da un superiore e che non gli era stato possibile aversene a male e era stato necessario inghiottire questa pillola e non evacuare la collera; uno piangeva perché aveva messo tutti i suoi beni in una nave e un poco di vento contrario gli aveva tolto il cotto e il crudo; un altro si lamentava d’avere speso tutti i suoi anni a esercitare la penna e non ci aveva ricavato una piuma di utile e soprattutto si disperava perché le fatiche della sua penna avevano avuto così poca fortuna, mentrea la materia con cui si costruiscono i calamai era così fortunata nel mondo. Nel frattempo il re di Terraverde era tornato e aveva trovato quel buon sciroppo a casa, fece cose da leone scatenato e avrebbe fatto levare la pelle ai consiglieri se non gli avessero mostrato la sua lettera. (p. 491) DE SIMONE E correndo questa voce per tutta l’Europa, vennero a corte concorrenti a frotte come bruchi per guadagnarsi il ricco premio in palio; e chi raccontava di avere servito a corte tutta la vita, e dopo averci rimesso la lisciva e il sapone, la giovinezza e la salute, era stato ricompensato con un caciocavallo. Chi narrava di avere subìto un’ingiustizia da un superiore, senza potere lamentarsene, per chi gli toccava inghiottire la pillola e tenersi la collera in corpo. Uno si lagnava che aveva posto tutte le sue sostanze in una nave e che un po’ di vento contrario gli aveva tolto il cotto e il crudo. Un altro si doleva di aver speso tutti i suoi anni ad esercitare la penna, senza ricavarne nemmeno l’utile di una piccola penna, e soprattutto si disperava che le fatiche della sua penna avevano avuto così poca sorte, laddove la materia dei calamai era tanto fortunata al mondo. Frattanto il Re di Terraverde fece ritorno al suo paese, e trovato a casa quel bel condensato di sciroppo, diede in furie da leone scatenato; e avrebbe fatto scuoiare vivi i consiglieri, se non gli avessero mostrato subito la lettera da loro ricevuta. (pp. 425, 427). Delle tre, la traduzione più fedele, sia sul piano sintattico sia su quello delle scelte lessicali, è quella di Croce. È però da notare la resa erronea di vrucole con broccoli, che non ha senso nel contesto, mentre il glossario di Petrini, Rak e De Simone, conformemente ai dizionari dialettali, hanno bruchi (cfr. il lemma vrucole ‘cavallette’ nelle liste lessicali del Cap. V). Il bello sciruppo, cioè il disastro che il re di Terraverde trova una volta tornato a casa, è reso da Croce con l’espressione dolce bevanda; Rak ha buon sciroppo, De Simone quel bel condensato di sciroppo, ma nessuna delle tre espressioni rende pienamente il senso ironico del testo originario. Per quanto riguarda Rak, nel passo citato si ha un saggio delle sue scelte lessicali arbitrarie, negli «obbrobbriosi ‘formaggini’» (Valente 1989: 205) con cui viene tradotto un termine come caciocavallo, «in omaggio a un costume alimentare più aggiornato, e malgrado gli usi di lingua che partono dal Sacchetti e arrivano al Fucini, al Bacchelli e a Gadda» (ib.). Inoltre, Rak sostituisce penna, usata nella seconda occorrenza col senso di ‘antica moneta corrispondente al carlino’ (D’Ascoli 1993: 527), con piuma, forse per evitare la ripetizione 53 . La traduzione di De Simone è quella che si allontana di più dal testo originario, ma, nonostante alcune aggiunte rispetto al dettato basiliano (gente chiù de le vrucole diventa concorrenti a frotte come bruchi, sta recchezza è il ricco premio in palio 53 Per altri esempi di errori di traduzione di Rak si vedano gli elenchi lessicali nel cap. V. 36
ecc.) sembra, limitatamente a questo passo, la più scorrevole e chiara per i lettori moderni 54 . 54 Si segnala anche la fedele traduzione di Ruggero Guarini (Basile 1994), che, condotta sull’edizione di Petrini, mira a riprodurre il Cunto in «una lingua accessibile e piana ma aderentissima al colore e al ritmo del testo originale» (cit. dalla seconda di copertina). 37
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Page 62 and 63: (14) chiammaie lo marito e le disse
Page 64 and 65: le vocali finali confluiscono nella
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Page 74 and 75: della prima giornata; c’è una so
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Page 82 and 83: de nuovo (14) (I.Int. 9.23, I.3 54.
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2ª pers. pl. futuro: conzenterrite
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43.29), s. guzzo (2) (I.Int. 3.20,
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attentune (a l’) ‘a tentoni’
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3. VOCALISMO ATONO Il napoletano ap
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canosco 240 (4) (II.4 29.8, IV.2 22
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ezetta 249 (1) (IV.2 21.5), rezette
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habetava 253 (1) (III.1 11.8) - hab
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fegliola (8) (I.2 38.18, II.2 12.13
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In rommore (2) (I.4 55.1, III.3 38.
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medesemo (10) (I.Int. 4.20, 5.2, I.
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osservare che siamo di fronte a un
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doie (9) (I.2 32.5, I.3 47.24, I.4
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Questo processo di defonologizzazio
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voie ‘bue’ (1) (III.2 27.2), vu
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visola pos. debole (2) (I.5 62.33-6
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14.11,…), ruina (4) (I.4 55.17, I
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successive, una sonorante (/m/, /n/
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Seguono le occorrenze del fenomeno
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caudamente (1) (II.4 28.27), caudar
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1) Esiti dei nessi lat. cons. + L i
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Nel napoletano del Cunto l’esito
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(193) (I.Int. 1.20, 7.31, 8.26, 10.
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C’è conservazione di PL nel lati
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estano tracce di /j-/: parole come
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itenuto semplice allografo di sci,
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commerzio (1) (V.3 21.20), conzerta
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itiene che «la penetrazione progre
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Un esito particolare ha invece, in
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6. S POSTCONSONANTICA Comune ai dia
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s. perzona (29) (I.Int. 8.9, 10.16,
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Ne La Ghirlanda di Fiorillo sono at
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‘uccidersi’ (1) (III.4 49.22),
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in cui il nesso risulta da un in- p
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intervocalica è segnalato graficam
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(1) (I.Int. 6.23), gabbato (1) (V.3
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geminata etimologica: CARRICARE. Et
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trafico 543 e derivati, e nelle for
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L’azione del RF è però dimostra
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anche in contesto non allocutivo 56
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Dopo la preposizione co i pronomi m
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I.3 49.17-28,…), haverriamo (2) (
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(II.4 31.22), addemannasse (1) (III
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170
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s. corona (20) (I.Int. 1.15, I.3 45
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metafonetico cfr. anche ib: 136-137
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Forma con alternanza -a/-o senapa (
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61.11-12), nigromanto 628 (1) (III.
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s. cetrangolo (3) (f.c., II.6 56.32
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tanta vote (II.1 5.32), tanta belle
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41.4, I.5 64.21, 65.20, II.2 14.7,
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arabi (1) (III.5 60.1) (l’Arabi f
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Chello è sempre seguito da una rel
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3. COMPARATIVO E SUPERLATIVO Il com
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(9) sulo Grannonia stette sauda sau
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egloghe 695 , mentre ci sono solo d
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pl. m. e femm. sull’unica forma
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un maschile singolare (allo tafanar
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co (5): coll’autre (1) (IV.3 35.1
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sulla base di una forma di genitivo
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geminata non compare di norma all
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-senne: 9 (se la mese nzino pe ioqu
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8. I DIMOSTRATIVI Nella lingua del
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positivamente rispetto all’ascolt
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previamente stabilita nel contesto
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grado «individua un luogo definito
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no cierto tentillo paggio de corte
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«Il pronome negativo neutro è res
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10. GLI INTERROGATIVI Come pronome
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antichi, la desinenza -e è esclusi
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songo (5) (I.5 62.3, II.3 20.11, II
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1 a sia per la 3 a persona (cfr. Ro
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Per la 3 a pers. sing., manca del t
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- perfetti forti con concorrente de
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APRIRE (perf. forte sigmatico) 3ª
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(perf. forte con raddoppiamento) 2
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sicuramente accettabile nel ’700,
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Nel Cunto, prevale la r doppia, anc
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fosse popolare, ma venisse sostitui
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generalizzata rispecchia il fatto c
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coniugaz. -isse è metafonetica. Si
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1ª pers. sing.: -arria: curarria (
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Jennaro, Masuccio, Ceccarella, Sann
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12), receuto (1) (I.3 40.19), recev
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chiuoppeto 860 (2) (III.3 35.24, 40
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1 a pers. pl.: havimmo (2) (I.3 46.
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3 a pers. sing.: faceva (45) (I.Int
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3 a pers. pl.: iessero (2) (IV.3 39
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2 a pers. sing.: vorrisse (1) (III.
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cimmenere fomose, da male vecino, d
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L’accumulo lessicale è uno strum
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2. I COMPOSTI VERBO + NOME La compo
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cacasicco (1) Una vorza picosa, una
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Croce traduce (p. 130) ‘ammalizia
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aselicese e in abr. Piuttosto diffu
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‘un antico pugnale corto e robust
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anche i suonatori di questo strumen
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Di manciaguerra ‘varietà di uva
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scervellachiocche, per il quale non
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voca da lo cuorpo, lo sango fa marc
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naturalmente le ingiurie sono di tu
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Anche nella Lettera IV alla Vaiasse
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solo come composti, troviamo: cacaz
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3. I SUFFISSI VALUTATIVI 3.1. Intro
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anche essere processi appena avviat
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diminutivi elencati possono avere u
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cunteciello m. (1) Lassa fare à st
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porciello m. (1) quanno t’è prom
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metafora sessuale. Carosiello/carus
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scaudatiello à tutte li panne lurd
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cacciottiello - cacciottella, camma
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coppolelle f.pl. (1) e mescatose co
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PIZZELLE. IV.7 81.10, Lo Cunto de l
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ntrèlle ‘canicola’; molis. ch=
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meticolosa a toccare sempre lo stes
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usticano, del Quattro- Cinquecento,
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I suffissi -iello e -ella si legano
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La voce, di provenienza napoletana,
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motillo m. (1) si hai quarche crapi
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selezionati dalla consonante che li
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(3) sentennose cercare na figlia da
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E i capi di vestiario da donna sono
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(31) la quale azzoppanno co na spog
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Talvolta i diminutivi sono usati pe
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occorrenze di -ino con valore dimin
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comunque più numerose rispetto ad
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garzetta f. (3) ogne varva le resce
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evoluto verso un suffisso derivativ
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dialettali (per es. b.piem. brínzu
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’nevinole m.pl. (1) adonanno tutt
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punto di vista morfologico, le form
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codola f. (2) mettennola sotto à l
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poteche lorde sotto doi gran pennat
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ella, che saiettava li core, comme
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Bartolo (2) (I.7 82.33, IV.2 19.10)
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marzarole f.pl. (1) eccoce fatte co
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vetreiuolo agg. (1) Pe no scapizza
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ferruccio m. (2) Cola sempre, che i
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Cominciamo dalle voci con referente
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paciune m.pl. (2) partoruto le Sore
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caperrone m. (9) à lo figlio de lo
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vorzone m. (1) dannole no gran vorz
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ipotesi etimologiche di maccherone
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squatrone m. (1) no vosco, che have
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Alcuni accrescitivi hanno il signif
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onitese migliazza ‘polenta’. Cf
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1. USO DEL POSSESSIVO CAPITOLO VI S
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ima riccio - pagliariccio. In (2) i
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sintetico», presente non solo «ne
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PATRETO: 1 hai voluto secotiare li
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Nel Cunto, dunque, resta solo qualc
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Nel campione di Cunto esaminato ci
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Anche in De Rosa (Formentin 1998: 4
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- con le perifrasi avere da, avere
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punto di crisi dell’antica strutt
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-mette: 2 (levamette da nante scola
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SN è sempre preceduto da preposizi
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(2f) pe accompagnare à te, ed à F
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(2o) corcatose na sera sto Prencepe
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(13l) dormeva a no lietto (II.3 23.
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costituito ancora una volta dal sos
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Tipico del napoletano è l’uso de
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locativo che direttivo (es. 3), 4 d
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Altri sintagmi lessicalizzati con v
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(21b) deze de mano à no bello torc
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possibilità (non si schedano i cas
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più diffuso è però il perfetto,
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desonesta, che la vista de no scorz
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In realtà, infatti, tanto come pot
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Sacchetti, in Firenzuola e in A.F.
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3. L’ACCORDO DEL PARTICIPIO PASSA
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FEMM.PL. aggio contato le frunne (I
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(8n) arme, che tu m’hai dato (IV.
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testi napoletani antichi. Cennamo (
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cogliere: l’è cogliuto notte a s
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avere: (fuori campione): tutte l’
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cauzarese: s’io non m’haggio ca
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è dunque parzialmente diversa risp
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haverraggio da fare (II.4 28.17), c
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non etimologico» (Loporcaro 1988:
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Si riscontra, infine, anche il tipo
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Tra e e il gerundio può trovarsi i
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scrive Formentin (1998: 430), sembr
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Non mancano casi di che polivalente
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(2a) Cola Matteo, ch’era fatto al
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1. «il che semplicemente indeclina
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subordinante generica, si deve pens
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delle preposizioni coordinate infil
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(14a) chille aucielle trascorrevano
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In (15a) l’antecedente di la qual
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delle difficoltà ad individuare il
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(23e) co tutto chesto, de riffa, e
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Sacchetti, Sercambi). Nei testi ant
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(6a) happe no funnamiento cossi leb
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(12b) se ’nficcaie lesto lesto à
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causale introdotta da perché è se
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(4e) e non me ne curo, che sia senz
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(6c) e crescenno de iuorno ’niuor
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(1e) Tadeo, che allancava pè tener
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Le frasi participiali sono delle «
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composto, e sottintenda avendo 1129
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(10a) visto lo tavernaro sta evacoa
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Come sempre, non mancano contesti i
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Le subordinate al gerundio erano in
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ESSENNO: 19 ogneuno de loro che lo
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In questa frase, però, la presenza
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modale e l’infinito; ci sono poi
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antico, come si è più volte ricor
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verbo essere, con i verbi monoargom
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fissata; inoltre, mentre il cunto I
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(18) Piacette n’estremo lo cunto
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(27d) Dove lo caso dell’Orche pot
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dall’elenco seguente, l’ordine
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Le restanti 21 frasi hanno il S esp
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(50d) Non è cosa, sore mia, d’om
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(1a) ma st’uteme parole se le ’
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Innanzitutto, come si è visto nell
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3. L’INTERPOSIZIONE Nel Cunto son
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BIBLIOGRAFIA AIS 1928-1940 Jaberg,
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1987 Sociolinguistica dell’italia
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2001a (a c. di), Il Pentamerone oss
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1999 Sulla sintassi delle costruzio
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Imbriani, Vittorio 1875 Il gran Bas
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1982 Formazione e storia del gerund
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Raimondi, Ezio 1960 Trattatisti e n
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1983 Neologia e suffissazione: alcu
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lessicali, etimologie, A-C, «Contr
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APPENDICE NOTA AL TESTO Si presenta
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{1} LO CUNTO || DE LI CUNTE || NTRO
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gabbata da lo suon|no, de manera, c
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a lo quale scorreva na gran Fontana
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Lo Taverna-|ro, ch’era de li quat
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voglio parte co tico, e | Antuono p
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n’effetto) se afferraie comme | p
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chella, che ci hai guada-| 15 gnato
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havenno da secoteiare | lo parlamie
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ma li Consi-|gliere le dissero, chi
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veramente | 25 da Rè servuto da ch
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Gran-|nonia, e comme hai fatto? che
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All’utemo ionze à sta Notomia |
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haverranno compassione de lo stato
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chesto, tu sai ca | patreto farria
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Ve(n)ne l’autra fe-|sta, e sciute
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aspettare chiù, meglio è toc-|car
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|denno sta cosa disse: Chi non asse
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luccaro ammasona; com-|me si stato
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Chesto sentenno Masaniel-|lo (che c
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se creda havereme ashiata à la lav
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E cossi mannato ciento pescature à
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| e datole de mano, lo calaie drint
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Ponto, me pasca, de nascienzo co |
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cosa, dette | funno à no mantracch
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voglio fare no fico sotto a lo mant
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52. Se la cosa è sofisteca, ò ria
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149. ’Ncoppa la chiricoccola, 150
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244. E ’nce ’mpizza spetaffie 2
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337. Ma ’nce perde lo tiempo, 338
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434. De chillo fa mesesca 435. Cien
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529. E s’haie ’nfacce no sfriso
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622. Doie lavra, comme à felle de
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716. E fa tanto de lardo, {154} 717
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810. Saglie ’ncoppa à le stelle,
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fossero ve|nute la matina appriesso
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e-| 25 sistere, abistato, quanno sc
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chiano alo Regno delo | 25 Prencepe
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che non s’haggia da ashiare lo |
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Colaniello ch’era ommo de io-|dit
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Viola | desiderosa dela vennetta se
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subeto fece pigliare dala guardarob
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Ora dice, ch’era na vota na Foret
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mettenno l’huoc-| 10 chie pe lo p
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’mpro(m)messa pe quanto ammore me
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Ora mo essenno chiena | la terra de
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ven[i]re la quale ar-|rivato alo li
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spotestate | forze d’Ammore, non
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trovatolo | 25 covernato, restaie f
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uono a mangiare, datte spasso a bog
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E arrivato lo tiempo, e soc-|ciesso
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Li conziglie de la midia sempre for
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{87} LO COMPARE || TRATTENEMIENTO |
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spa| 25 pateiava vedeva, ca me tene
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33. La tenta che dico io, 34. È d
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130. È tenuto da tutte, 131. Pe no
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223. E tinto isso perzine 224. Lo c
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316. Trammontana io non veo; 317. S
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{1} TERZA || IORNATA || Deli tratte
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c’è de che: vasta schitto | no C
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servette de bona ’ ngresta. O ni-
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mamma de lo sospetto, e | 15 de la
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E correnno sta nova pe | tutto l’
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LO VISO || TRATTENEMIENTO || TERZO.
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correre pe la pista de | Cecio, e t
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Sta zitto, Mogliere | mia, respose
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Ma | venenno la matina, quanno l’
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ma | Sapia fu lesta à scire da dov
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fare chiù de le toie, | ca non te
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stommaco; pe lo quale se’ll’era
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che non hanno li Spetiale, pe tratt
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che | vedde la bona volontate de Na
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pe la | quale cosa se fece na bona
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’ngnoranzie soie, datole na bona
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Aurecchie à leparo, che sentette |
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nascuosto, tutta vota pe la fatatio
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guatto do|ve Rosella, essa le decet
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ma | vedenno Caradonia ca la figlia
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Le Ma-|ghe vedenno, ca la cosa le i
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t’haveva puo-|sto à sto nigro lu
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60. Ecco vene la notte, 61. Notte d
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157. Non duorme suonno ’nchino, 1
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254. L’arecchie de sentire 255. N
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|tato da dui surece, la recupera; t
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l’haverria leva-|ta mai da lo dit
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Archemi-| 5 sta passa lo destillato
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lietto perciato, cossi conzomata, e
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frutte de la virtù, che tanto ha-|
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chillo giardino a cogliere | quatto
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LE SETTE || Cotenelle. || TRATTENEM
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de lino, e portatole a Saporita, le
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ioquava l’ardore à la galera | d
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e puostose à volare se {58} fermai
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lo Re à darele nova de lo fatto, l
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e concruso lo matremmonio | caccian
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costretta a lasciarela partire dann
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Martiella pe mostrarese cortese co
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Pe la | quale cosa cacciato Puccia,
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Chi fa piacere sempre ne trova. Lo
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Occorze, che trovan-|nose li frate
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che se mozzeca la coda no ciervo, n
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dove trovata la Valena, | le decett
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schiecco de la Talia, re-|cietto de
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e arrivato à lo | puorto de Fratta
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lo | sango de li figlie tuoie? ches
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Cinti-|ella fattose ’ncroccare da
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ma | à la negra Cintiella pe l’a
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55. Lo scrivano deritto; e sa lo ci
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152. Goliuso abbuscare, babuino, 15
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247. Ch’è modesta, e norata, 248
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344. Nar. Mentione mardetta 345. Tu
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iuoco de marite, c’hanno mala mo-
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l’onore, o cheste hanno trovato |
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lo quale azzettato lo ’mvito,| ca
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era stato lo | viento prospero, che
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visto da | le Dammecelle, lo disser
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che s’haverria veduto na pasta de
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la vocca, e non pipe-|tare, ca te f
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scatola dece(n)nole, che | 20 le po
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caccia, ven-|ne à vederela, e trov
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dintro a tanta borrasca trovas-|se
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e venuto lo Rè da fore trovaie, |
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la quale com-|mo vedde venire sta v
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Lo nigro marito | havenno puosto no
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animale: e de-|mannato lo Re, comme
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|ne, vedenno varie paise, trattanno
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la fata, cre-| 30 denno d’essere
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a la quale cosa | chi responneva, c
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La lingua de Lo Cunto de li cunti di Giambattista Basile - FedOA ...

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