20.05.2013 Views

La lingua de Lo Cunto de li cunti di Giambattista Basile - FedOA ...

La lingua de Lo Cunto de li cunti di Giambattista Basile - FedOA ...

La lingua de Lo Cunto de li cunti di Giambattista Basile - FedOA ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

(Formentin 1998: 431), <strong>di</strong> cui si trovano occorrenze, come sempre nel caso <strong>di</strong><br />

fenomeni molto connotati in senso popolare, nelle scritture riflesse e in quelle ‘basse’<br />

(nell’Epistola <strong>di</strong> Boccaccio, in <strong>Lo</strong>ise <strong>de</strong> Rosa, Ferraiolo, Velar<strong>di</strong>niello, Fiorillo e<br />

Cortese): il doppio imperativo, cioè la giustapposizione asin<strong>de</strong>tica <strong>di</strong> due imperativi;<br />

nel <strong>di</strong>aletto o<strong>di</strong>erno il tipo resiste in alcune costruzioni cristal<strong>li</strong>zzate (Cap. VI, §<br />

III.2). Da segnalare, infine, il passaggio <strong>de</strong>finitivo alla posposizione <strong>de</strong>ll’aggettivo<br />

possessivo non enc<strong>li</strong>tico, rispetto all’oscillazione e alla prevalenza <strong>de</strong>l modulo<br />

antepositivo nei testi napoletani prece<strong>de</strong>nti (Cap. VI, § I.1).<br />

Il lessico è sicuramente il <strong>li</strong>vello <strong>li</strong>nguistico per il quale è forse più evi<strong>de</strong>nte il<br />

mutamento <strong>de</strong>l napoletano nel tempo: «molte parole, oggi tipiche, prima non<br />

esistevano, così come molte altre parole <strong>di</strong> uso comune nei seco<strong>li</strong> passati oggi non<br />

solo non sono usate, ma richiedono approfon<strong>di</strong>te indagini per essere comprese» (De<br />

Blasi/Imperatore 2000: 204). <strong>Basile</strong>, con la ricchezza lessicale <strong>de</strong>l <strong>Cunto</strong>, con il suo<br />

gusto per le parole massicce e chiantute, l’attenzione per la <strong>di</strong>mensione bassa e<br />

concreta, il frequente ricorso allo stilema <strong>de</strong>l catalogo <strong>di</strong> sinonimi e quasi sinonimi,<br />

ci fornisce un ricchissimo repertorio <strong>di</strong> voci e locuzioni, in tutti i settori, dai nomi <strong>di</strong><br />

anima<strong>li</strong>, ai giochi, ai cibi, alle ingiurie, ag<strong>li</strong> antroponimi, ai mestieri, a costumi,<br />

consuetu<strong>di</strong>ni, tra<strong>di</strong>zioni,… Del resto, proprio la varietà lessicale è una <strong>de</strong>lle<br />

caratteristiche che rendono il <strong>Cunto</strong> così affascinante, ma ha rappresentato anche la<br />

<strong>di</strong>fficoltà maggiore per chi si è cimentato nella traduzione <strong>de</strong>ll’opera. Il testo <strong>di</strong><br />

<strong>Basile</strong> sembra essere «una specie <strong>di</strong> archivio universale <strong>de</strong>lle tra<strong>di</strong>zioni popolari,<br />

anche per il modo, da collezionista <strong>de</strong>l patrimonio <strong>li</strong>nguistico e tra<strong>di</strong>zionale<br />

napoletano, con cui <strong>Basile</strong> ha concepito l’opera sua» (Valente 1979: 46).<br />

Si segnala qui qualche caso sia <strong>di</strong> innovazioni lessica<strong>li</strong>, sia <strong>di</strong> termini caduti in<br />

<strong>di</strong>suso. Nel <strong>Cunto</strong> si ha la prima attestazione letteraria <strong>di</strong> un termine, guag<strong>li</strong>one, oggi<br />

<strong>di</strong>ffusissimo per in<strong>di</strong>care genericamente il ‘ragazzo’. Nei testi più antichi occorre<br />

invece, con questo significato, la voce zito, zita, zitiello (cfr. per esempio l’Epistola<br />

<strong>di</strong> Boccaccio), voce molto frequente anche in <strong>Basile</strong>, sia nel senso generico <strong>di</strong><br />

‘ragazzo/a’, sia nell’accezione specifica <strong>di</strong> ‘fidanzato/a’, ‘promesso/a sposo/a’, che è<br />

il senso con cui questo termine viene oggi usato in sezioni più o meno ampie <strong>de</strong>l<br />

Mo<strong>li</strong>se, <strong>de</strong>lla Campania, <strong>de</strong>l <strong>La</strong>zio meri<strong>di</strong>onale, <strong>de</strong>lla Lucania. <strong>La</strong> forma guagnone,<br />

l’unica presente in <strong>Basile</strong> (con il pl. guagnune, il femm. guagnona e g<strong>li</strong> alterati<br />

guagnonciello, guagnastra e guagnastrella), è probabilmente più arcaica <strong>di</strong> quella<br />

con la laterale palatale. Probabile francesismo <strong>di</strong> epoca angioina (cfr. Fanciullo<br />

46

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!