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Dispensa - Istituto Teologico Marchigiano

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quella divina‖ 6 . Proprio a partire da questa partecipazione alla vita stessa di Dio, per<br />

l‘inserimento battesimale nel mistero pasquale, il cristiano è impegnato a realizzare<br />

esistenzialmente una vita morale teologale. E‘ il ―dovere‖ necessitato dalla libertà del dono<br />

di Dio, che diventa fondamento dell‘impegno morale di santificare la vita: ―Santificati in<br />

Cristo Gesù, chiamati ad essere santi…‖(1Cor 1, 2).<br />

La storia della salvezza, entro cui occorre continuamente ricollocare la riflessione<br />

teologico-morale, ci rivela che ―piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in<br />

persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1, 9), mediante il quale gli<br />

uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo<br />

e sono resi partecipi della divina natura(cfr. Ef 2, 18; 2 Pt 1,4)‖ 7 . Il battezzato riceve la vita<br />

divina perché è in Cristo, partecipa alla vita divina del Verbo incarnato. ―Inserito in Cristo,<br />

il cristiano diventa membro del suo Corpo, che è la Chiesa (cfr. 1 Cor 12,13.27). Sotto<br />

l'impulso dello Spirito, il Battesimo configura radicalmente il fedele a Cristo nel mistero<br />

pasquale della morte e risurrezione, lo «riveste» di Cristo (cfr. Gal 3,27): « Rallegriamoci e<br />

ringraziamo — esclama sant'Agostino rivolgendosi ai battezzati —: siamo diventati non<br />

solo cristiani, ma Cristo(...). Stupite e gioite: Cristo siamo diventati!‖ 8 . Morto al peccato, il<br />

battezzato riceve la vita nuova (cfr. Rom 6,3-11): vivente per Dio in Cristo Gesù, è<br />

chiamato a camminare secondo lo Spirito e a manifestarne nella vita i frutti (cfr. Gal 5,16-<br />

25).<br />

Essenzialmente tutti i sacramenti realizzano il dono della vita nuova in Cristo, che<br />

lo Spirito opera in noi, secondo il simbolismo proprio di ciascun sacramento e in relazione<br />

alla situazione esistenziale in cui ogni sacramento viene ricevuto.<br />

Vita nuova in Cristo, morto e risorto, che siede alla destra del Padre, per l'azione<br />

rigenerante dello Spirito, la vita teologale è vita eterna, non solo come vita oltre la morte,<br />

ma secondo il significato giovanneo di vita divina partecipata nel tempo all'uomo che<br />

accoglie il Figlio e la sua parola (cfr. Gv 3,36; 4,14; 5,24; 6,40.47.54) e che Gesù invoca<br />

come dono del Padre ai suoi (cfr. Gv 17,2 . ―Questa è la vita eterna: conoscere te, l'unico<br />

vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo‖ (Gv 17,3). Non si tratta di una conoscenza<br />

speculativa di Dio e di Gesù Cristo, ma della conoscenza propriamente biblica, la quale<br />

esprime una relazione esistenziale, una esperienza concreta, dove il conoscere qualcuno<br />

significa entrare in relazione personale con lui.<br />

La vita eterna è una comunione e comunicazione di vita che lega Cristo ai suoi, la<br />

quale è partecipazione e prolungamento salvifico dell' amore che unisce il Padre e il Figlio,<br />

che Cristo Cristo rivela e comunica, ―perché l'amore con il quale mi hai amato sia m essi e<br />

io in loro‖(Gv 17,26).<br />

Il cristiano, dunque, conosce Dio secondo l‘amore con cui Cristo conosce il Padre.<br />

E questa conoscenza amante è vita eterna: partecipazione alla pienezza di vita che e in Dio.<br />

Per questa partecipazione Cristo ha condiviso la condizione umana: ―Io sono venuto perché<br />

abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza‖(Gv 10,10). In Cristo infatti ―abita<br />

corporalmente tutta la pienezza della divinità, corporalmente; e voi avete in lui parte alla<br />

sua pienezza‖(Col 2,9-10): ―Dalla sua pienezza noi abbiamo ricevuto e grazia su<br />

grazia‖(Gv 1,16).<br />

La vita eterna è già la condizione presente dell‘essere del cristiano, come<br />

partecipazione alla pienezza di vita di Dio che si offre a noi nell'umanità del Cristo,<br />

sacramento del Padre. Si tratta di un dono divino che investe interamente l'uomo,<br />

rinnovandolo interiormente. Dio, infatti, si comunica pienamente e l'uomo è coinvolto<br />

totalmente. ―Il dono di Dio non si giustappone all'umano, ma lo assume in una dinamica di<br />

6 GS, 22.<br />

7 DV, 2.<br />

8 VS, 21.

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