Dispensa - Istituto Teologico Marchigiano
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delinquenza, tra la tenerezza e la crudeltà, allora tutto sarebbe uguale al contrario di tutto.<br />
In realtà la volontà del nulla deriva da un amore deluso, di un amore cercato ma deluso<br />
dall‘insufficienza della sua esperienza. Anche il drammatico problema del dopo domanda<br />
di un Altro che ci ha pensati e verso il quale andiamo. Il suo contrario aprirebbe le porte<br />
dell‘assurdo, della vita che si corre verso l‘abisso del nulla.<br />
L‘uomo, essere finito e fatto per la relazione, scopre se stesso e trova l‘infinito che<br />
è posto in lui come senso mediante l‘apertura all‘altro e l‘incontro con l‘altro, che<br />
dischiude il senso e il significato dell‘essere e del vivere. Nella domanda di senso è<br />
racchiusa la domanda di bellezza della vita e per la vita, del bello di un incontro, della<br />
bellezza dell‘amore che vince le tenebre e la tragicità del nulla.<br />
Sporgendosi sull‘abisso del non senso, la domanda di senso si rivela come domanda<br />
di salvezza, di una salvezza possibile a condizione di essere salvati, dunque possibile come<br />
dono. E le possibilità del senso come dono sono le possibilità della fede come accoglienza.<br />
1.3. La conversione: dagli idoli al Dio vivente<br />
Per accogliere l'annuncio di Gesù fatto dalla Chiesa e «credere» la persona deve<br />
anzitutto «ascoltarlo»; la parola deve giungere alle orecchie del cuore. Ma sul cammino<br />
che conduce alla fede si possono presentare altri ostacoli legati alla bontà della vita, alla<br />
ricerca non solo di ciò che è vero e bello, ma anche di ciò che è bene.<br />
Il messaggio cristiano, proclamato dalla Chiesa, parla di realtà spirituali che, per<br />
essere comprese e apprezzate richiedono un'apertura ai valori dello spirito. Chi perciò fa<br />
del denaro e dell'acquisto della ricchezza lo scopo supremo della sua vita; chi fa del<br />
benessere materiale e dei beni che lo rendono sempre più grande la sua aspirazione<br />
suprema; chi va alla ricerca di piaceri sempre più raffinati e ha interessi esclusivamente<br />
materiali e mondani, incontra notevoli ostacoli ad ascoltare e ad accogliere il messaggio<br />
cristiano, il quale non promette né ricchezza né benessere né felicità «mondana». C‘è in<br />
molti una sordità e una insensibilità spirituale che rendono difficile non soltanto l‘ascolto<br />
del messaggio cristiano, ma anche il desiderio di ascoltarlo. Così la fede appare inutile, se<br />
non addirittura contraria i legittimi desideri della vita.<br />
L'ostacolo più radicale all'ascolto del messaggio cristiano è però il peccato, inteso<br />
non come fatto passeggero, ma come condizione stabile di vita, in cui ci si sente a proprio<br />
agio e da cui non si cerca o, meglio, non si desidera uscire. Il credere richiede, secondo la<br />
sua struttura veritativa e il suo amore per la bellezza, la ricerca del bene, che si traduce<br />
nella bontà della vita.<br />
L‘ostacolo più difficile è costituito dal peccato di orgoglio, per cui l'uomo fa di se<br />
stesso il centro di tutto, si ritiene un essere superiore che non ha bisogno di ricevere e<br />
d'imparare nulla da nessuno e fa della propria intelligenza la norma e la misura della verità.<br />
Ostacolo non minore all'ascolto del messaggio cristiano è anche il peccato della<br />
sensualità, quando essa non sia subita per debolezza o commessa sotto l'impulso di una<br />
passione a cui si è incapaci di resistere, ma sia cercata, voluta e accettata fino a divenire il<br />
proprio modo di essere e di vivere, senza provare nessun senso di colpa, anzi sentendosene<br />
fieri. Infatti chi si trova in questa condizione prova spesso repulsione e rigetto per il<br />
messaggio cristiano. Il suo ascolto diventa allora difficile. ―L‘incredulo dice: «Avrei<br />
abbandonato i piaceri, se avessi la fede»; ma io gli rispondo:«Avresti la fede se avessi<br />
abbandonato i piaceri»‖ 47 .<br />
47 B. PASCAL, Pensieri, 240.