Dispensa - Istituto Teologico Marchigiano
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essere una realtà su cui ci si può appoggiare: Dio è «vero», perché è «fedele», perché ci si<br />
può fidare di Lui, in quanto è solido e stabile. Le sue parole sono «verità» (2 Sam 7,28):<br />
infatti le promesse divine assicurano la perpetuità della casa di Davide.<br />
Che cos‘è, dunque, la «fede» per l‘AT? L‘uomo dell‘AT ha profondo il senso della<br />
fragilità e dell‘insicurezza della vita umana, soggetta alla sofferenza e alla morte e, perciò,<br />
sente vivo il bisogno di avere un appoggio solido, che possa dargli stabilità e sicurezza.<br />
L‘unico appoggio solido è JHWH, perché Egli è «una roccia», una «rupe» e uno «scudo»:<br />
―Ti amo, Signore, mia forza; Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio,<br />
mia rupe in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza‖(Sal 18,2-3).<br />
Perciò, per l‘uomo dell‘AT, la fede comporta anzitutto il sentimento della propria<br />
debolezza che lo induce a rivolgersi a JHWH per trovare in Lui la solidità e la sicurezza di<br />
cui ha bisogno; comporta poi un sentimento di fiducia, perché JHWH è «fedele» e «vero»<br />
e, dunque, ci si può fidare di Lui e della sua parola. Quindi, per l‘uomo dell‘AT la fede è<br />
l‘affidarsi fiducioso al Dio «fedele» e alla sua Parola di «verità». Ma la Parola a cui il<br />
credente si affida è anzitutto la rivelazione di Dio: la fede è allora adesione della mente e<br />
del cuore a quanto Dio rivela. La Parola di Dio è anche promessa di un futuro di salvezza:<br />
allora la fede è certezza fiduciosa che Dio compirà quanto ha promesso. Infine la Parola di<br />
Dio è comandamento e legge: allora la fede è ubbidienza e fedeltà a quanto egli ordina.<br />
Nell‘AT si parla di fede per la prima volta nella vicenda di Abramo. A lui che si<br />
lamenta con Dio che non gli ha dato una discendenza, Dio promette di dare una<br />
discendenza numerosa come le stelle del cielo: ―Egli credette al Signore, che glielo<br />
accreditò come giustizia‖(Gen 15,6). In che cosa consiste allora la fede di Abramo, per cui<br />
egli è divenuto il prototipo del credente, il «padre» di tutti i credenti (Rm 4,12.16)?<br />
Consiste nel fatto che Abramo, contro ogni verosimiglianza, perché egli e Sara, sua<br />
moglie, sono avanzati negli anni, si fida della promessa che Dio gli ha fatto e su questa<br />
promessa impegna tutta la sua esistenza, nella certezza che Dio manterrà la sua parola,<br />
nonostante che gli chieda in seguito dì sacrificargli lo stesso figlio della promessa, Isacco.<br />
Come Abramo, Mosè crede a JHWH che gli si è rivelato per inviarlo dal faraone,<br />
promettendogli che «sarà con lui» per condurre il popolo d‘Israele nella terra promessa.<br />
Mediatore tra JHWH e il suo popolo, Mosè rivela al popolo i disegni di Dio e con i prodigi<br />
che egli compie mostra l‘origine divina della sua missione. Così il popolo, dopo il<br />
passaggio del Mar Rosso, «temette il Signore e credette in Lui e nel suo servo Mosè» (Es<br />
14,31).<br />
Due saranno i cardini della fede del popolo d‘Israele. Anzitutto esso crede che<br />
JHWH è il Dio «unico» e che fuori di Lui «non ve n‘è un altro» (Dt4,3 ); crede poi che<br />
JHWH per mezzo di Mosè ha liberato Israele dalla schiavitù egiziana e, sul monte Sinai, ha<br />
stretto con esso un‘Alleanza, in virtù della quale Israele è divenuto il «suo» popolo.<br />
L‘Alleanza comporta da parte di Dio l‘impegno a soccorrere e a salvare Israele e a dargli la<br />
terra promessa ad Abramo; da parte d‘Israele comporta la «fede», cioè anzitutto la fedeltà<br />
ad ascoltare la parola di JHWH e a non ribellarsi a lui (Dt 9,2 3-24): infatti obbedire alla<br />
voce di JHWH è «credere» in Lui; poi la fiducia che JHWH sarà fedele alle sue promesse,<br />
perché Egli è «il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille<br />
generazioni con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti» (Dt 7,9).<br />
Così il destino di Israele è legato alla sua fede, cioè alla sua fedeltà ad ascoltare<br />
JHWH, osservando la sua legge, e alla sua fiducia nella protezione del «suo» Dio. La<br />
mancanza di fede sarà, perciò, per Israele la sua rovina. Per questo i profeti denunciano la<br />
mancanza di fede in Israele: mancanza che si esprime, anzitutto, nell‘idolatria, che è la<br />
negazione di JHWH come Dio unico, e poi nella ricerca di alleanze straniere, che è la<br />
negazione della fiducia che Israele deve nutrire in JHWH, l‘unico che può salvarlo dai suoi<br />
nemici.