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R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...

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emarginazione (L'Aurora, Seracchi a Roma, Esuli di Rao, Cuoco e Lomonaco di <strong>De</strong><br />

Francesco). Di qui studi sulla mobilitaÁ, quasi sempre ascendente, mentre scarsissima<br />

sensibilitaÁ ha mostrato la storiografia italiana a percorsi di mobilitaÁ discendente.<br />

Lo studio della stampa, dei giornali di vario genere, ha qualificato l'impegno di una<br />

intellettualitaÁ «organica» di tipo nuovo, di cui Foscolo eÁ emblematico rappresentante,<br />

ma essa conta soprattutto come metro di una nascente opinione pubblica che si esprime<br />

scrivendo e leggendo giornali, libri, ed elaborando, a servizio dello Stato, strumenti di<br />

creazione del consenso al regime napoleonico. Col Convegno di Tolentino del 1997<br />

(Ideologie e patrimonio storico-culturale nell'etaÁ rivoluzionaria e <strong>napoleonica</strong>) si eÁ intervenuti<br />

in uno dei settori piuÁ carenti come quello del patrimonio storico culturale, delle<br />

ideologie che vi sottendono e dell'uso che se ne fece, al di laÁ della frammentarietaÁ di altri<br />

interventi sul tema che erano rientrati in piuÁ generali discorsi di carattere istituzionale e<br />

politico. Patrimoni che furono soggetti a spostamenti, con conseguenze sul mondo degli<br />

studi e sull'opinione pubblica, sulla regolamentazione del regime internazionale in materia,<br />

sui problemi della formazione dei musei e delle collezioni pubbliche, sul «rapporto<br />

fra opera d'arte e contesto storico-culturale, utilizzazione delle fonti documentarie<br />

nello svolgimento della storia dell'arte, la catalogazione, la conservazione, il restauro,<br />

la fruizione collettiva del patrimonio, il concetto di museo diffuso, e cosõÁ via» (Raponi,<br />

p. 3). L'immensa quantitaÁ di opere d'arte giunte al Louvre creoÁ problemi di organizzazione<br />

e catalogazione e fondoÁ la moderna storia dell'arte, problemi simili si posero anche<br />

per Brera ai creatori del museo, Andrea Appiani e Giuseppe Bossi.<br />

Il giornalismo, l'inchiesta sui dialetti e l'impiego della lingua francese rispetto a<br />

quella italiana, temi linguistici trascurati fino ad un certo periodo, acquistano sempre<br />

piuÁ spazio.<br />

2. Periodizzazione e ideologie<br />

L'ETA Á NAPOLEONICA (<strong>1800</strong>-<strong>1815</strong>)<br />

Quadri interpretativi non conflittuali che superano i dualismi della storia etico-politica<br />

ci impongono di tornare a riflettere sulla periodizzazione e sul tema classico dell'etaÁ<br />

rivoluzionaria e <strong>napoleonica</strong>, sempre coesa fra originalitaÁ-imitazione, continuitaÁfrattura,<br />

modernizzazione in positivo-suoi effetti negativi.<br />

Il giudizio sull'etaÁ <strong>napoleonica</strong> che nel 1974 ancora Zaghi contrapponeva al Triennio<br />

come sinonimo di conservazione, mancanza di slanci giacobini, appiattimento, eÁ ancora<br />

una volta problema di prospettive. La valorizzazione della continuitaÁ puoÁ porsi in<br />

maniera da superare il rischio di non valutare le resistenze, le diversitaÁ, le novitaÁ; non<br />

appare piuÁ prioritario contrapporre Triennio-piena fase <strong>napoleonica</strong>, certamente periodi<br />

che mantengono una propria specificitaÁ, ma conoscere i meccanismi del passaggio<br />

dalla «scoperta» al «tempo» della politica, fasi scontate e prevedibili di ogni processo<br />

rivoluzionario. Conoscere questi meccanismi ha il vantaggio di costituire una base ineludibile<br />

per la precisazione della dimensione di medietas come quella piuÁ idonea a comprendere<br />

il «lungo Ottocento». Non quindi una deminutio <strong>napoleonica</strong>, ma consapevolezza<br />

che il problema delle rivoluzioni, come tutti i veri rivoluzionari chiaramente percepiscono,<br />

eÁ quello di individuarne la fine, per far subentrare una rinnovata forma di<br />

stabilizzazione e di riformismo.<br />

Codici, costituzioni, sanciscono questa diversa percezione dell'uomo che si esprime<br />

nell'eroismo napoleonico, eroismo delle grandi battaglie, ma soprattutto dei ritmi quo-<br />

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