R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L'ETA Á NAPOLEONICA (<strong>1800</strong>-<strong>1815</strong>)<br />
stata momento fondante di diversi rapporti e diverse forme di rappresentativitaÁ; conta<br />
ancora la verifica in spazi urbani, ove agiscono non solo le borghesie delle tradizionali<br />
categorie di un Ottocento progressista, ma anche le aristocrazie e si plasma la loro capacitaÁ<br />
di sopravvivere e di imporre i propri valori alla societaÁ, con una sorta di prosieguo<br />
dell'antico regime, su diverse coordinate.<br />
Si prospetta quindi un notabilato ampio e diversificato al suo interno, espressione<br />
dell'eÂlite (Louis Bergeron), data la molteplicitaÁ di figure che esso riesce a inglobare, con<br />
accentuazione ora degli aspetti relativi all'influenza politica e fortuna economica (Armando<br />
Saitta), ora di quelli della componente burocratica-amministrativa e della partecipazione<br />
alla guardia d'onore (Carlo Capra, Andre Tudesq e Andre Jardin), ora di<br />
«honneur, meÂrite, argent» (Guy Chaussinand-Nogaret), per qualificare le «masses de<br />
granit». ProprietaÁ, potere, famiglia, sono aspetti caratterizzanti estendibili a livelli medi,<br />
gruppi professionali, mondo militare, clero, servizi, ai soggetti presenti nei collegi elettorali,<br />
nei consigli dipartimentali, provinciali e distrettuali, nei consigli di arrondissement,<br />
nei consigli comunali, con connotazioni destinate a perpetuarsi e complicarsi<br />
(Le Italie dei notabili: il punto della situazione, a cura di Luigi Ponziani, L'Aquila,<br />
2001, Atti del convegno, Pescara, 5-8 marzo 1998, Napoli, ESI, 2001).<br />
Se ancora forte eÁ la suggestione dell'antropologia storica del classico Sidney Tarrow<br />
(Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Bologna,<br />
Il Mulino, 1979), nel qualificare questo complesso rapporto si eÁ arricchita la conoscenza<br />
dei gruppi dirigenti periferici, notabili o protonotabili, amministratori, funzionari e impiegati,<br />
«imprenditori», ma anche commercianti e negozianti, la cui caratteristica eÁ<br />
quella di vivacizzare in vario modo le realtaÁ provinciali, di dare un nuovo senso al rapporto<br />
con le capitali, di muoversi sempre all'ombra dello Stato, di sfruttare le occasioni<br />
offerte dal riformismo. Problema che si proietta all'indietro per la necessitaÁ di comprendere<br />
l'entourage istituzionale e pedagogico che forma potenziali amministratori in Stati<br />
settecenteschi non amministrativi e si proietta sull'Ottocento per la concreta prova di seÂ<br />
che molti fecero, a conferma spesso dell'esperienza giaÁ fatta nel Triennio repubblicano.<br />
Come si eÁ formato il personale politico e amministrativo che in definitiva non appare<br />
impari ai compiti assegnati? Come valutare la capacitaÁ di molti di interpretare piuÁ<br />
che di recepire il modello d'oltralpe, di entrare col mondo burocratico francese in un<br />
rapporto non di sudditanza ma di scambio di esperienze e competenze? Si veda il caso<br />
del costituzionalismo di Daunou che tanto deve all'esperienza romana (Francesca Sofia,<br />
Antico e moderno nel costituzionalismo di P.C.F. Daunou, commissario civile a Roma, in<br />
Cap. IV Convegni, 1994 ROMA, pp. 349-366)<br />
Le citate diversificazioni trovano conferma negli studi sulle cittaÁ e sulle regioni, suffragati<br />
da scelte editoriali che prediligono queste dimensioni. Sensibile ad una maggiore<br />
articolazione dei gruppi sociali rispetto alla tradizionale polaritaÁ fra proprietari e contadini,<br />
ancora condizionata, nei primi anni Settanta, dall'impostazione gramsciana e da<br />
una maggiore attenzione allo studio delle campagne, la storiografia appare infatti privilegiare<br />
la dimensione urbana, in un rapporto tuttavia non conflittuale con quella rurale.<br />
Il convegno di Roma del 1984 (Villes et territoire pendant la peÂriode napoleÂonienne:<br />
France et Italie), in una prospettiva comparata Italia-Francia, coniugava innanzitutto<br />
il territorio, soggetto e oggetto dell'amministrazione, attraverso lavori pubblici, con l'individuazione<br />
delle relative professioni: ingegneri e architetti, rivisitazione in prospettiva<br />
urbana di catasti, statistiche, censimenti, cartografia, viabilitaÁ, urbanistica, spazi pubbli-<br />
Ð 451 Ð