R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
R. De Lorenzo, L'età napoleonica (1800-1815) - Decennio ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
tra atteggiamenti politici e fisionomia sociale, le suggestioni degli studi prosopografici<br />
francesi in merito alla quantitaÁ e qualitaÁ dei notabili, le forme dell'opposizione piuttosto<br />
come ``ralliement'', l'aspetto istituzionale come adesione o differenziazione rispetto al<br />
modello ma anche come contenitore da conoscere nei suoi aspetti organizzativi, da<br />
riempire con fisionomie di impiegati, funzionari, burocrati, lo studio della povertaÁ e<br />
dei prefetti, l'aspetto culturale e propagandistico tramite la stampa, lo sviluppo urbano,<br />
le classi dirigenti pre e post la rivoluzione e l'etaÁ <strong>napoleonica</strong>, l'organizzazione amministrativa<br />
nell'ambito sia dei dipartimenti di nuova creazione nelle zone annesse alla Francia,<br />
sia con la creazione di distretti e di province, una conoscenza delle istituzioni nuove<br />
e progressivamente studi sul loro funzionamento.<br />
Molti di questi percorsi sono stati seguiti in un'ottica che manteneva inalterata la<br />
centralitaÁ dello Stato, ma non escludeva la possibilitaÁ di stabilire nessi, correlazioni<br />
tra momento istituzionale e societaÁ civile, sia che riguardassero il livello comunale<br />
che quello distrettuale e provinciale/dipartimentale, dando risalto alle possibilitaÁ di mobilitaÁ<br />
socio-politica offerte dal nuovo regime censitario, sia che prediligessero prefetture<br />
e intendenze, o le sommosse contadine, il brigantaggio, come forme di una complessa<br />
accettazione della dominazione <strong>napoleonica</strong>. L'approccio culturale conosceva anch'esso<br />
molte sfumature, da quella istituzionale a quella ideologica, concentrandosi sul tema<br />
delle universitaÁ, delle accademie, dei circoli patriottici, della Massoneria, dell'impegno<br />
di scienziati ed educatori di alto livello, ma anche sulle istituzioni educative di base e sui<br />
processi di alfabetizzazione nell'azione dello Stato amministrativo.<br />
Un primo bilancio di questa fase si deve a Pasquale Villani che nel 1986, riflettendo<br />
sulla storiografia dei venti anni precedenti, pur optando per la rottura rispetto al Settecento<br />
prerivoluzionario, individuava comunque la compattezza e l'unitarietaÁ della fase<br />
1780-1820, rispetto alla quale c'era da chiedersi «come e perche» gli «italiani» del pre-<br />
1780 fossero diversi da quelli del post-1820. Villani individuava alcuni percorsi: la distinzione<br />
fra gruppi dirigenti e la gran massa della popolazione, a sua volta non indifferenziata,<br />
ma variamente collocata in una rete di relazioni economiche, sociali, familiari;<br />
il porsi del «giacobinismo» come categoria densa di significati politici; i differenti<br />
percorsi di una storia delle idee e di quella delle istituzioni, delle congiunture economiche,<br />
della societaÁ.<br />
Sulla scia di Saitta riconfermava il carattere di frattura del Triennio, come momento<br />
anche di introduzione di nuovi fermenti destinati a lievitare, ed accettava una scansione<br />
storiografica che vedeva nel 1974, come denunziato da Saitta, il declinare o la fine della<br />
stagione di studio dei movimenti politici e del giacobinismo, nel 1986 anche il declino<br />
per l'interesse alla storia delle strutture e dell'economia, e l'affermarsi di una storiografia<br />
sensibile alle suggestioni antropologiche. <strong>De</strong>lla produzione 1965-1985 lamentava «minore<br />
originalitaÁ e vigore» rispetto al periodo precedente, ma anche «piuÁ sicura disciplina<br />
di ricerca, ... maggiore consapevolezza della complessitaÁ degli intrecci, .... piuÁ varia<br />
articolazione dei temi, ... piuÁ folto numero di ricerche e ricercatori».<br />
Riferendosi al numero dei «Quaderni storici» del 1978 su Notabili e funzionari nell'Italia<br />
<strong>napoleonica</strong>, ricordava come il cambiare delle prospettive incidesse sulle scansioni<br />
temporali, come i quesiti tradizionali su ruolo e funzionamento delle istituzioni, frattura<br />
o continuitaÁ, rapporti tra le «classi», «progresso o regresso sulla via del capitalismo»,<br />
fossero generali e imprecisi rispetto ad un'etaÁ <strong>napoleonica</strong>, momento breve ma<br />
significativo secondo che si badi alla storia politica, sociale, istituzionale, alle trasforma-<br />
30<br />
L'ETA Á NAPOLEONICA (<strong>1800</strong>-<strong>1815</strong>)<br />
Ð 453 Ð