Un balcone sui balcani - Carote e Lilla
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capricci dei romani, della guida e di tutti. Chissà perché mi<br />
ostino a fare questi viaggi?”<br />
Anche Michele ha visto la<br />
signora Irene e si è accorto<br />
dell'alone pesante che<br />
l'avvolge.<br />
“Mi sa che è il momento di<br />
guadagnarsi la prossima<br />
indicazione” pensa, ma<br />
esita. “Chissà se Nicoletta è<br />
qui in giro?” e volge lo<br />
sguardo attorno a sé,<br />
cercandola, invano.<br />
Ripensa al loro saluto, al<br />
porto di Bar, quando lei gli<br />
ha detto: “E' stato bello<br />
incontrarti, ma ora le nostre<br />
strade si separano. Però so<br />
che saremo felici di rivederci, se ci rincontreremo, e saremo<br />
anche pronti ad aiutarci, ma ognuno ha il suo percorso.”<br />
Risente l'energia amica e confortante della ragazza.<br />
Si accorge che essere in quella piazza colma di gente senza di<br />
lei gli crea un po' di disagio. Ma questo viene presto spazzato<br />
via. Qualcosa dentro di lui lo avverte che è venuto il momento<br />
di agire, e, chiusi gli occhi, si lascia guidare.<br />
1825 : una data prende forma nella sua mente, e in un baleno<br />
si ritrova a Cattaro, circa duecento anni prima.<br />
Ed eccolo, in semplici vesti da contadino, aggirarsi tra i<br />
palazzi, lungo le strade lucenti.<br />
<strong>Un</strong> uomo, seduto a terra, si lamenta:<br />
“Mi hanno di nuovo truffato.” sta dicendo a se stesso a voce<br />
alta. “Sono il solito stupido. Vatti a fidare. Non imparerò mai.”<br />
L'uomo è ben vestito ed ha l'aspetto del gentiluomo.<br />
Michele gli si fa vicino.<br />
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