Un balcone sui balcani - Carote e Lilla

L'aria innocente e tenera di Nicoletta riempie il cuore di
Michele di una dolce sensazione di affetto e di stima verso la
ragazza.
Ciliegio intanto, senza rendersene conto, sta diventando sempre
più cupo, mano a mano che i pensieri di orgoglio si affollano
dentro di lui.
“Farò vedere a quei due ragazzini chi è Ciliegio. Non
immaginano nemmeno il potere che abbiamo noi spiriti di
natura, ma lasciate che mi mostri loro e diventeranno i miei
fedeli collaboratori. Poi mi eleggeranno loro capo, e alla fine
mi ringrazieranno.” Con questi propositi dissennati, lo spirito
di natura si aggira per la baia, in cerca dei suoi due compagni
di caccia al tesoro. Ormai è solo e lontano da tutti. Ha deciso:
si mostrerà ai due umani. Cosa importa se così facendo violerà
le leggi che regolano i rapporti tra umani ed esseri fatati? La
ragione che lo muove è nobile e giusta, si dice. Altri pensieri
rafforzano i precedenti. Poco lontano una figura oscura
continua a inviargliene sempre di nuovi, gonfiando a dismisura
l'orgoglio di Ciliegio.
In vista della spiaggia un'ondina, che veglia sui due ragazzi, gli
si pone di fronte e tenta di bloccare il suo cammino.
“Fermati, Ciliegio, lasciati aiutare!” gli intima, sollevando la
sua manina luminosa, pronta a lanciare su di lui un incantesimo
che lo scuota, riportandolo alla ragione, ma, prima che lei
possa agire, un grosso camion, richiamato dall'essere scuro, le
passa di fianco rovesciandole addosso una densa nube di fumo
nero e maleodorante, che la costringe a rituffarsi nel mare.
“Eccoli!” Un sorriso di trionfo compare sul viso di Ciliegio.
Avanza quindi verso di loro, inconsapevole del suo aspetto che
si è trasformato, mentre si lasciava padroneggiare sempre di
più dalla creatura buia, che ormai incombe su di lui.
Al posto del bell'albero fiorito, ricco di foglie e frutti, è rimasto
un goffo albero, pallido e gonfio. Egli è ormai giunto alla
piccola spiaggia.
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