Un balcone sui balcani - Carote e Lilla

“Il lavoro consiste nell’alleggerire la materia di cui sono
composti i sogni dei montenegrini”, spiegano loro le ondine,
“materia molto pesante, in seguito alle guerre e alle
persecuzioni a cui sono stati assoggettati.”
I due giardinieri continuano a lavorare. Ad un tratto, in
lontananza, notano un corpo astrale, completamente bardato di
uno scialle fucsia.
“A chi potrebbe appartenere?” Si chiede Michele, a cui quella
sagoma non è nuova. Nicoletta ha un’intuizione:
“E’ una signora italiana del granturismo! Le ho visto indossare
quello scialle sul traghetto per Bar!.”
Michele annuisce.
I due giardinieri continuano il viaggio: camminando, escono
dal giardino e cominciano ad incontrare sentieri di luce.
In meditazione costante, ognuno di loro ne sceglie uno.
Continuando a camminare, ad un certo punto, Michele si
accorge che Nicoletta sta entrando in una foresta.
Il ragazzo ha un’esitazione. Sente che deve continuare per la
sua strada luminosa, ma...
“Lavorare con lei, finora, è stato così bello! È così raro trovare
qualcuno come Nicoletta... E’ così bello giocare in due!”
Così pensando, si volta e fa dietrofront:
“Il sentiero luminoso che sto percorrendo procede dalla parte
opposta a Nico, ma basta che faccia due passi in là e..
quell’altro sentiero condurrà di sicuro verso la foresta: così
continuerò a lavorare al suo fianco.”
Michele esce dal suo percorso, fa i due passi in là e... il nuovo
sentiero su cui si porta perde, a poco a poco, di luminosità.
Nicoletta è ormai entrata nella foresta e la scena, intorno a lui,
diventa sempre più buia...
Intanto, entrando nella foresta, Nicoletta sente, ora
chiaramente, gli echi di guerra che compongono gli incubi dei
montenegrini. Improvvisamente, vede scorrere di fronte a sé
due frasi:
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