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TESI DES HAYES - UniCA Eprints - Università degli studi di Cagliari.

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Introduzione<br />

Il conte Vittorio Lodovico d’Hallot Des Hayes fu viceré in Sardegna dal 1767 al 1771. Per<br />

durata e centralità nella cosiddetta “stagione delle riforme”, il suo governo sembra delinearsi come<br />

campo ideale per una messa a punto dell’ancora controverso tema del riformismo sabaudo. Quelli,<br />

infatti, furono gli anni <strong>di</strong> maggior slancio della politica riformistica avviata nell’isola tra il ‘59 e il<br />

‘73 dal ministro per gli Affari <strong>di</strong> Sardegna, Gian Battista Lorenzo Bogino.<br />

Da sempre oggetto <strong>di</strong> un appassionato <strong>di</strong>battito storiografico che si è nutrito <strong>di</strong> tesi e<br />

interpretazioni <strong>di</strong>verse, se non del tutto contrastanti, la politica boginiana nell’isola ancora oggi<br />

solleva interrogativi. Pur al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong> schematismi manichei, la querelle avanza tra quanti<br />

mettono in luce gli aspetti innovatori e <strong>di</strong> lunga durata – i cui effetti talvolta si sono avvertiti solo a<br />

fine secolo – e coloro che insistono sui limiti e l’episo<strong>di</strong>cità del riformismo sabaudo. Questi ultimi<br />

hanno messo in <strong>di</strong>scussione i giu<strong>di</strong>zi ben noti della storiografia sette - ottocentesca, e in parte<br />

ribaltato la valutazione positiva del Bogino come ministro riformatore illuminato. Contro le<br />

interpretazioni <strong>di</strong> Domenico Alberto Azuni nell’Essai sur l’histoire géographique politique et<br />

naturelle du Royaume de Sardaigne (1798), e quelle <strong>di</strong> Giuseppe Manno 1 nella Storia <strong>di</strong> Sardegna<br />

(1825), infatti, nei primi anni Ottanta del Novecento Girolamo Sotgiu e Carlino Sole hanno parlato<br />

rispettivamente <strong>di</strong> “razionalizzazione senza riforme” e <strong>di</strong> “riformismo che non rinnova”,<br />

prospettando una visione parzialmente fallimentare <strong>degli</strong> interventi adottati in Sardegna dal<br />

ministro 2 .<br />

Sotgiu non mette in <strong>di</strong>scussione l’aprirsi <strong>di</strong> una stagione <strong>di</strong> cambiamenti e l’introduzione <strong>di</strong><br />

“importanti elementi <strong>di</strong> novità nella società isolana”, ma ne ri<strong>di</strong>mensiona il significato e la portata 3 .<br />

Più esattamente, per lo storico sardo “i problemi vennero affrontati nel quadro <strong>di</strong> una politica<br />

complessiva nella quale gli elementi <strong>di</strong> moderatismo conservatore avevano avuto il sopravvento su<br />

quelli <strong>di</strong> una reale trasformazione”. A predominare sarebbe stata la razionalizzazione più che la<br />

riforma, l’esigenza <strong>di</strong> aumentare l’efficienza del sistema politico e produttivo, pur lasciandolo<br />

immutato.<br />

Più severo, Carlino Sole giu<strong>di</strong>cò lo “spirito riformatore” decisamente poco incisivo: le<br />

innovazioni <strong>di</strong> matrice sabauda, “poche e modeste”, erano state frutto <strong>di</strong> un’azione riformatrice<br />

1 Su Giuseppe Manno si veda A. Mattone, Giuseppe Manno, magistrato, storico, letterato tra Piemonte della<br />

Restaurazione e Italia liberale, E<strong>di</strong>zioni scientifiche italiane, Napoli 2009.<br />

2 G. Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, Laterza, Bari 1986; C. Sole, La Sardegna sabauda nel Settecento, E<strong>di</strong>zione<br />

Chiarella, Sassari 1984. Di “riformismo senza riforme” ha poi parlato Mario da Passano a proposito del <strong>di</strong>ritto penale<br />

sardo del Settecento (M. da Passano, Riformismo senza riforme: i Savoia e il <strong>di</strong>ritto penale sardo nel Settecento, in<br />

«Saggi storici – Stu<strong>di</strong> in memoria <strong>di</strong> Giovanni Tanello», I, Milano 1990).<br />

3 G. Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, cit., p. 91.<br />

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