Mie care nipoti ... - Cambiailmondo

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compreso, almeno nei suoi aspetti essenziali; si può anche, avendone davvero la voglia, trarre qualche piccolo insegnamento da ciò che hanno fatto gli altri prima di noi e cibarsene; e tutto questo aiuta a volte a inoltrarsi con più sicurezza sulle strade del proprio futuro. 10
CAPITOlO I Alla fine degli anni ’30, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, io avevo poco più di cinque anni. Vivevamo allora in campagna, quasi a mezza strada tra Orsogna e Poggiofiorito, in un bel casolare a due piani che distava solo poche decine di metri dalla statale Marrucina che porta verso Ortona: ricordo che avevamo a disposizione tutto il piano terra mentre il piano superiore, dove erano le camere da letto, veniva in parte utilizzato, per le vacanze estive, dai proprietari che risiedevano a Lanciano. Non era da molto che ci eravamo trasferiti, da Orsogna, nella nuova residenza. Solo da qualche mese, infatti, mio padre aveva preso a mezzadria quel podere, con annessa masseria, non avendo terreno suo da lavorare. Mio padre proveniva da una famiglia di braccianti, era nullatenente e spesso, in gioventù, si era dovuto re<strong>care</strong> in Puglia, nella zona della Capitanata, nella grande piana del Tavoliere, per la mietitura del grano assieme a tanti altri giovani di Orsogna. Mia madre invece apparteneva a una famiglia che possedeva un po’ di terra, cosa che consentì alla famiglia stessa di sopravvivere alla tragedia che si era abbattuta su di essa con la morte, a causa della guerra del ’15-’18, del mio nonno materno (dato ufficialmente per disperso) e a mia nonna di crescere da sola ben quattro figli. Così essa, quando si sposò con mio padre (si sposarono nel 1932, mia madre aveva poco più di diciannove anni e ventiquattro mio padre, ma cominciarono a vivere insieme solo nel 1933), poté portare in dote un po’ di quella terra, forse poco più di un ettaro, ma si trattava di due appezzamenti distinti e situati in contrade assai distanti tra loro e quindi disagevoli da lavorare. Del tutto insufficienti comunque a sfamare la famiglia che intanto si arricchiva rapidamente di due figli: io nacqui infatti subito dopo la loro unione, il 23 dicembre del 1934, e la mia prima sorella appena l’anno dopo, gli altri tre figli invece arrivarono un po’ più tardi, la mia sorella minore in coincidenza con lo scoppio della guerra e i miei due fratelli, dei quali il più piccolo morirà a poco più di venti anni, addirittura dopo la guerra. Per queste ragioni, la conduzione a mezzadria di terra altrui fu il destino di mio padre, a cui egli cercò di sottrarsi negli anni ’50 emigrando negli Stati Uniti. Gli anni ‘50 sono stati, infatti, gli anni della grande migrazione dei miei compaesani -che potevano utilizzare la qualifica di profughi, avendo Orsogna subìto danni davvero gravissimi dalla guerra- verso gli Stati Uniti dove proprio in quel periodo si sono formate grosse comunità di orsognesi. Ma la sua rimase solo un’aspirazione, perché non arrivò mai dalla parrocchia e dalla caserma dei carabinieri il parere favorevole alla sua richiesta di espatrio, che all’epoca era indispensabile per volare verso il nuovo mondo: suo figlio era comunista! Anche se fino al momento del nostro trasferimento nella nuova abitazione avevo vissuto in paese dove in qualunque ora del giorno era possibile incontrare altri bambini della mia età e gio<strong>care</strong> con loro, tuttavia non mi creò problemi la nostra nuova sistemazione: è vero, vivere in campagna mi costringeva a passare la gran parte del tempo con la compagnia soltanto di mia sorella (anche perché a Orsogna si tornava solo raramente), 11
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voto aveva sempre una forte connota
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le cose andarono male: molti di que
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tragici erano molti. Una crisi seri
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non solo esprimevamo solidarietà e
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Avezzano; sono stato segretario pro
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Come ho già ricordato, in quelle e
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Togliatti in quel periodo era venut
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mia giovinezza: Ora, anche il crisa
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di scalare -cosa che non mi fu diff
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perciò compromessa, e difficilment
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E così infatti, sono sincero, io s
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esso arrivavo a Pescara dove finalm
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Oltre a stare dietro alla normale a
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tempo che pure fu felice non accenn
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Nella biblioteca infatti, soprattut
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di mano. Da quest’ultimo punto di
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La masseria si trovava all’inizio
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notte era dolce e chiara e senza ve
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al cumulo delle pannocchie, e il ca
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ancora oggi di sentirmi come preso
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altri. Tuttavia, mi è sempre rimas
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con una certa apprensione e acceler
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quale fu eletto per la prima volta,
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agricoli sia del posto che della zo
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importanti. Ma la gente vera non er
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città gestito dalla Camuzzi: un be
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federazione, in sostituzione di Ott
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polemica, al contrasto duro, allo s
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In realtà, era anche per arginare
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In quegli anni, il PCI era ancora u
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Anche se a Chieti la discussione su
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Ce ne sono anche alcune che Rosetta
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Un posto comunque che conosciamo mo
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coroncina di stoffa sulla testa dal
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facendo, un po’ avventuroso dal p
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Anche Orsogna era sepolta dalla gra
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che era insieme di grande dolore ma
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Anche recentemente, in occasione de
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dei compagni e riservati a quelli p
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Questa scelta aiutò chiaramente an
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1966. Il Congresso nazionale, infat
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era presente però anche un certo l
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diversi giorni in una stanza, di so
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quindi tenere a bada il mio nervosi
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avremmo rivisti volentieri. L’app
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d’ingresso, e tutti in silenzio e
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lunga chiacchierata tra di loro tan
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Questa differenza d’età comport
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Discutevamo spesso anche delle gran
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e gli apparati burocratici. E anche
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si svolsero a Vasto tra il ‘68 e
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(salvo Pescara, che è stata una in
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Voi vivete ora, mentre scrivo, un
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Quando sarete grandi, forse vi capi
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che ci ha messo tanto del suo! Acca
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dibattito abbastanza lungo e serrat
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della provincia; la scuola e l’Un
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gestione del partito e delle scelte
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certo un periodo particolare per il
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cambiamento che saliva dal Paese; e
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e riformista del PCI così come ess
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di Berlinguer avrebbe certamente da
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confronti per cui non accadeva mai,
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cicala riferita a persone (di solit
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sedute sul prato: pullula in giro l
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ealtà assai difficile politicament
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degli altri partiti tradizionalment
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la parte politica: insomma, fu un p
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mentre corre tutto trionfante in bi
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feste di S. Rocco e che rappresent
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né estirpare il berlusconismo. Ma
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presenza operaia. Molto più diffic
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In più, lo svolgersi stesso degli
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Adriatico con Lucio Dalla, ottenne
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anche questa volta all’Abruzzo pe
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senza l’amarezza e i timori di qu
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E’ quel che io stesso, del resto,
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praticando assai di frequente lo sp
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Essa era venuta appositamente a Cam
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la parte che riguardava l’Abruzzo
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ceti, molte delle quali si portavan
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La verità è che il nostro arrivo
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La manifestazione era stata annunci
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dollari che dalle macchinette vi er
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scende ed ogni sdegno ammorza, / e
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Non c’è perciò da stupirsi oggi
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Repubblica Democratica Tedesca, non
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E proprio qui furono subito scintil
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arretrata e poverissima della Russi
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dei comunisti turkmeni. All’incon
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accompagnava una delegazione strani
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Tuttavia, quel poco che vedemmo fu
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quelli, inevitabili come le rose a
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NOVEMBRE Piange novembre come una f
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ALLA SOFFERENZA Bello era allora il
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ADDIO Come una soave immensa fiaba
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RIPOSEREMO! Riposeremo! Che lunga f
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IDILLIO Di tanta dolcezza appena un
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Sussurri infiniti limpidi risi nell
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ALLA SERA Come soave d’aeree soli
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SERA DI VILLAGGIO Bisbigli curiosi
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Almeno potersi inebriare di questa
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Ma quando il giorno in lenta sera e
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AUTUNNO Il vento ci screpola il cuo
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CANZONE D’AMORE Un languore di br
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SCENETTA ESTIVA (di almeno trent’
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FANTASMI Ma una carta del solitario
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MALINCONIA Ora l’autunno con i su
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NOTTURNO II Dormono abbandonate lun
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LAMENTATIO IN MORTE AMORIS ET IUVEN
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COLLINE Per la rinnovata dolcezza d
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PICCOLI MOTIVI MUSICALI Tinniscono
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Mie care nipoti... prologo capitolo
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