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Mie care nipoti ... - Cambiailmondo

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pensato due volte a usare le mani!<br />

Dopo la caduta del fascismo e i disordini che ne seguirono subito dopo, nei nostri paesi<br />

tutto sembrò tornare nella normalità.<br />

Ma di lì a poco doveva sopraggiungere l’8 settembre che portò novità importanti anche<br />

da noi.<br />

A cominciare dalle notizie che arrivarono naturalmente anche in paese sulla fuga del re e<br />

del governo Badoglio da Roma, per imbarcarsi a Ortona verso Brindisi, e del soggiorno<br />

di poche ore della famiglia reale nel castello di Crecchio, un paesino ad appena qualche<br />

decina di chilometri da Orsogna.<br />

Non era certamente un buon segnale per chi aveva pensato che, con l’8 settembre e<br />

la firma dell’armistizio da parte dell’Italia con gli Alleati, fossimo ormai fuori della<br />

guerra.<br />

In realtà, l’Italia poteva solo cambiare di spalla al fucile, e non altro, come di fatto poi<br />

avvenne quando, il 13 ottobre, il governo Badoglio insediatosi, dopo l’abbandono della<br />

capitale, nel Sud del Paese dichiarò lo stato di guerra nei confronti della Germania!<br />

Con la fuga del re, l’Italia precipitò nel caos, anche perché, dopo la firma dell’armistizio,<br />

nulla era stato predisposto dalle autorità italiane per fronteggiare la prevedibile e<br />

feroce reazione dei tedeschi; e le conseguenze furono terribili: lo sbandamento e lo<br />

scioglimento di fatto del nostro esercito, tanti nostri soldati uccisi o fatti prigionieri<br />

dai tedeschi o abbandonati a se stessi ed esposti a mille pericoli mentre cercavano in<br />

qualche modo di raggiungere le proprie case, l’occupazione rapida dell’Italia da parte<br />

delle truppe germaniche e il loro arrivo anche nei nostri paesi che via via si trovarono<br />

così sempre di più dentro il ciclone della guerra guerreggiata, subendo un gran numero<br />

di vittime civili e distruzioni materiali enormi.<br />

Orsogna fu tra i paesi dell’Abruzzo che più di altri pagò un tale prezzo: distruzione, per<br />

oltre il 90%, delle sue case a causa dei bombardamenti alleati e delle mine tedesche, e<br />

tante donne bambini e uomini vittime della guerra, per non parlare dello sfollamento<br />

totale della popolazione per il periodo che va dal tardo autunno del ’43 all’estate del<br />

‘44, della fame, delle malattie, dei disagi patiti per tanti mesi. L’inverno del ’43-‘44 fu,<br />

tra l’altro, tra i più rigidi che si ricordino, e anche questo ebbe i suoi effetti micidiali<br />

soprattutto sui più deboli.<br />

I tedeschi arrivarono a Orsogna verso la fine di settembre del 1943.<br />

Nella strategia dei tedeschi, Orsogna -come scrivono studiosi della seconda guerra<br />

mondiale- faceva parte di quella che, dopo il ritiro dell’esercito germanico dal Sud,<br />

veniva considerata la linea difensiva principale per bloc<strong>care</strong> l’avanzata degli Alleati<br />

verso il Nord.<br />

Nella relazione presentata al convegno di Atessa dell’aprile 1990 da Gerhard Schreiber<br />

che esamina lo svolgimento della battaglia sul fiume Sangro dal punto di vista della<br />

Wehrmacht e riportata nel volume La guerra sul Sangro – Eserciti e popolazione<br />

in Abruzzo – 1943/1944, a cura di Costantino Felice, si dice: “Il 25 settembre 1943<br />

Kesselring dichiarò che lo schieramento fortificato che si estendeva dalla sponda<br />

occidentale del Garigliano fino ad Ortona, passando per Montecassino, la zona a nord<br />

di Mignano, le alture ad occidente di Colli, Alfedena, Roccaraso, i monti della Maiella<br />

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